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Utente cancellato 15406
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Per quanto sia affascinante l'idea di un'influenza aliena nel progresso umano, mi ha sempre stranito la premessa di questo tipo di teorie. E' come se si desse per scontato che gli esseri umani siano incapaci di progredire in autonomia, bisognosi di un'assistenza esterna da forze superiori. E' una visione strana alla luce della storia umana e di come sia provato che il progresso tecnologico, raggiunto un certo livello, sia esponenziale, almeno nelle prime fasi. Abbiamo esempi reali, fonte anche di orgoglio nazionale, del fatto che i concetti chiave alla base di alcune moderne tecnologie erano già state esplorate lungo tempo fa. Negli schizzi di Leonardo Da Vinci troviamo prototipi per paracaduti, elicotteri, aerei, carri armati, automi, e molto altro. Quello che mancava al tempo erano gli strumenti, le conoscenze scientifiche e l'interesse per realizzarle.Due appunti:
- Lo sviluppo nella filogenesi degli organismi complessi, segue esattamente questo andamento, con le dovute proporzioni ovviamente. Ci sono periodi più o meno lunghi di stallo e altri in cui, se le condizioni lo permettono e sono favorevoli, processano rapidi sviluppi. Il post guerra e l'assetto socioculturale pre guerre mi sembrano condizioni incredibilmente combacianti per tale meccanismo. Una fase trigger praticamente perfetta. Guardando a livello macroscopico, posso riportarti tra i tantissimi esempi che mi vengono in mente, quello più emblematico, ovvero lo sviluppo degli pseudo mammiferi che sono rimasti in stallo per 200 milioni di anni. La loro fase trigger è stata l'estinzione dei dinosauri che ne ha permesso la diffusione e in relativamente "breve tempo" (~ 20 mln di anni per i primati, ~ 6 mln di anni per i per l'antenato comune con lo scimpanzé) ed eccoci qua a noi a battere su una tastiera. A livello microscopico pensa al medioevo e come si è sviluppato il tutto poi successivamente dal 1500 in poi.
- Ma se fosse arrivata questa fantomatica tecnologia come avremmo poi potuto leggerla, quantificarla, teorizzarla e riprodurla? Questo ragionamento ha un presupposto implicito, ovvero che questa razza esterna a noi abbia un linguaggio condiviso con l'uomo, a partire dalla semiologia fino all'epistemologia in senso lato. E questo mi pare veramente, ma veramente, improbabile.
Se si crede che gli alieni possano giungere ad esplorare il cosmo, non vedo come si possa essere scettici che l'uomo riesca a raggiungere un certo livello di progresso tecnologico in autonomia dopo migliaia di anni spesi a doversi preoccupare più a come sopravvivere. Siamo passati da computer grandi quanto stanze a microchip perché il numero di transistor che compongono un chip tende a raddoppiare ogni anno, secondo la vecchia legge di Moore, non perché qualcuno ha messo le mani su una tecnologia aliena che già comincia a starci stretta a noi per alcune cose (da cui la sentita necessità per i computer quantistici).