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Il generale della rovere, Rossellini
Mi pare che più che interessarsi ai personaggi voglia disquisire della guerra. Ok. Resta sbilanciatissimo a livello di scrittura, l'arco redentivo è risibile e si trascina dietro il resto.
Allora non so se questa frase sia da attaccare perché li ho visti entrambi troppo tempo fa ahah Ma gli altri di Carpenter ti piacciono?
A me Lanthimos non convince più da un botto, ecco uno che mi pare sempre di più che metta shock su shock per dire le solite cosette sterili sul potere. Era meglio quando si nascondeva dietro la fantascienza atipica low budget.
Che è molto bello. Ci sono tutte le passioni di Truffaut condensate in un vero sfogio di personaggi. E' dolce e intenso.
Di Carpenter ho visto pochissimo, solo "La Cosa" (mooolto bello) e "Halloween" (il primo del '78, secondo me invecchiato un pò male, tranne la colonna sonora che è stupenda)
Su Lanthimos, anche di suo oltre alla Favorita ho visto solo Kynodontas, che ho preferito
A me Lanthimos non convince più da un botto, ecco uno che mi pare sempre di più che metta shock su shock per dire le solite cosette sterili sul potere. Era meglio quando si nascondeva dietro la fantascienza atipica low budget.
Lanthimos è uno dei pochi registi (di quelli esorditi post 2000) che mi piace e, sebbene La Favorita non mi abbia convinto troppo, avrà sempre la mia fiducia
Nightmare, Francis
Inghippi narrativi e donne pazze, solo che qui tutto è addirittura raddoppiato. Un po' eccessivo... Io ero distratto da mille pensieri ma mi sa che il film ci colpa pure.
Paisà, Rossellini
Altra fiera di buoni sentimenti, non c'è né la guerra, né l'umano, né il reportage. Tre cose che vengono spesse citate come se Rossellini riuscisse a mostrarle e invece gli passano sempre tra le mani. Decente perché non spinge troppo.
Lanthimos è uno dei pochi registi (di quelli esorditi post 2000) che mi piace e, sebbene La Favorita non mi abbia convinto troppo, avrà sempre la mia fiducia
A me ha conquistato con il sacrificio del cervo sacro, mentre La favorita e Dogtooth non hanno avuto lo stesso impatto :(
In sti giorni ho comprato The Lobster: spero bene
Per me The Lobster è il suo peggiore in assoluto. Davvero davvero brutto. Orrido.
House of Hummingbird, Kim Bora
Ripetete con me "lo spontaneismo non è desiderio" - "lo spontaneismo non è desiderio" - "lo spontaneismo non è desiderio".
Classica sequela di buoni sentimenti che si contrappone a una società accettata in tutto e per tutto, tranne per la sua durezza. Un po' come con quell'altro regista asiatico che spopola si va a caccia di momenti familiari, senza però neanche la lucidità o passione di un Obayashi o Shiota. Due giapponesi che pur facendo del cinema abbastanza leggero almeno aprivano davvero uno squarcio in quei momenti di vita. Qui l'atipicità è venduta come prodotto alternativo. E ci sono un paio di dispositivi narrativi particolarmente appiccicati per fare dramma e riempitivo, in particolare il suo nodulo è davvero ridicolo.
Detto ciò non l'ho odiato, è solo un film da poco che purtroppo so già che piace a persone che non vogliono mai essere troppo disturbate, o che magari lo vogliono ma che con questi film non gli capiterà mai.
Drugstore cowboy – Gus Van Sant, 1989. Che gli vuoi dire? È figo. Tanto mi basta. Inoltre, specie negli sviluppi finali, si rivela un'interpretazione di certe persone/personaggi che non è affatto banale e che ho trovato molto più sincero e umanistico di tante altre letture moralmente più nette, in un senso o nell'altro. Difficile non consigliarlo, a chiunque davvero.
Rashomon – Akira Kurosawa, 1950. Indiscutibile il suo ruolo nella storia del cinema nipponico e internazionale, la storia in sé però non mi sembra avere oggi moltissimo da dire considerando quanto ancora se ne sente parlare. Inoltre non capisco tanto il discorso intorno al cosiddetto effetto Rashomon – qui non parliamo di indecidibilità riguardo alla verità, o di inconciliabilità di prospettive diverse ed ugualmente valide intorno a uno stesso fatto, o perlomeno è un discorso che può valere solo in senso giudiziario o pratico ma mai ontologico. Nel senso che qui ci sono almeno tre persone (contando il fantasma, e tralasciando lo sforzo che questo richiede alla mia sospensione dell'incredulità) che necessariamente conoscono la versione corretta del fatto e che evidentemente stanno consapevolmente mentendo – e questo personalmente non lo trovo molto interessante. Finale per me posticcio e zuccheroso, al di là delle letture metanarrative che se ne possono fare.
Hill of freedom – Hong Sang-soo. È brutto? No. Ricorderò qualcosa del film di qui a trenta giorni? Nemmeno.
Vargtimmen (L'ora del lupo) – Ingmar Bergman, 1968. I personaggi non sono interessanti ma la messa in scena e il montaggio sfiorano spesso il visionario. Tecnicamente uno dei suoi migliori.
E i dialoghi "Bergmaniani" . Il regno d'inverno molto bello comunque, C'era una volta in Anatolia un po' meno.
Si offende nessuno se dico che High and low è il film più sopravvalutato di Kurosawa? Scusate ma non ci ho mai visto niente di straordinario in quel film, alla fine è la solita denuncia sulle disparità sociali e poco altro.
Per quanto riguarda Ceylan personalmente ho preferito C'era una volta perché forte di un soggetto più memorabile e una cifra stilistica più forte, ma sono entrambi molto validi. Inoltre, come ho scritto, lui mi dà la sensazione di avere un controllo dei dialoghi e degli attori tale da poter cavarsela in qualsiasi situazione – anche se da quel che ho visto L'albero dei frutti selvatici mi è parso forse un po' troppo dispersivo (anche se sicuramente è, almeno in parte, proprio il punto del film).
High and low è un thriller eccezionale per la tensione morale e narrativa che riesce a costruire, nonché per la crudezza con cui rappresenta certi ambienti. Gestisce una quantità immane di informazioni di dettaglio riuscendo non solo a non annoiare, ma anzi rendendoli estremamente avvincenti di per sé. Secondo me è una cosa che solo i migliori thriller in assoluto riescono a fare – Zodiac, per citare il primo che mi viene in mente (e che prima o poi dovrei rivedere).
La parte di critica sociale a me è sembrata cadere proprio sul finale,
con l'antagonista che si rivela motivato da un non meglio sviluppato desiderio di vendetta – perlopiù poco intelligente nel momento in cui stai riuscendo a riscattarti attraverso lo studio, solo per poi rischiare tutto per danneggiare un altro che per inciso proprio come te è riuscito a costruirsi una carriera di successo attraverso lavoro e talento. Al contrario il protagonista risulta connotato in modo esclusivamente positivo (in questo caso con una costruzione robusta e credibile della sua storia e convinzioni) e risulta alla fine un personaggio ancora più amabile e disinteressato di quanto non fosse all'inizio.
Per cui se critica sociale c'è, ed è perfettamente possibile che abbia completamente frainteso il film, mi è sembrata una lettura tendenzialmente conservatrice – non che questo sia di per sé un tabù, sia chiaro.
Apart Together, Wang Quan'an
Si trova meglio nella messa in scena rurale, comunque un bel film coi suoi soliti tempi. Relazioni atipiche che si costruiscono in momenti inaspettati senza gelosie o altro, solo discussione concreta su come farle.
L'ultimo film che ho visto è Ludwig di Luchino Visconti.
Uno degli affreschi storici più belli che abbia mai visto. Ogni immagine sembra un dipinto e meravigliose le musiche dei vari Wagner, Schumann e Offenbach. Interpreti molto calati in parte nei personaggi con le loro tantissime sfaccettature.
Però il fatto che sia surreale è nella premessa, quindi è una cosa che si sa in partenza
Tra l'altro è un bene, ste cose troppo terra terra hanno ormai dato allo stomaco
Surrealismo e Fantascienza sono gli stampi che più si addicono ad una critica/satira sociale
Ed ora che la fantascienza è fatta di fotocopie, almeno che rimanga qualcosa con un po' di estro artistico
Però il fatto che sia surreale è nella premessa, quindi è una cosa che si sa in partenza
Tra l'altro è un bene, ste cose troppo terra terra hanno ormai dato allo stomaco
Surrealismo e Fantascienza sono gli stampi che più si addicono ad una critica/satira sociale
Ed ora che la fantascienza è fatta di fotocopie, almeno che rimanga qualcosa con un po' di estro artistico
Ma c'è modo e modo di farlo. Non posso giudicare l'opera nel completo perchè mi sono fermato a metà, ma quel che ho visto non mi è piaciuto per niente, certe scene erano wtf perchè si, c'era poco di critica/satira sociale.
Nei prossimi giorni vedrò Il Sacrificio del Cervo Sacro, spero sia diverso.