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Il caso Mattei, Rosi
Intanto lode alla storia di come è stato fatto il film. Una persona ci è morta, rapita e uccisa dalla mafia, mentre cercava informazioni per le riprese. Il film è stato successivamente acquistato e fatto sparire dalla circolazione. E' arrivato di recente un restauro, ora che il fatto che Mattei sia stato ucciso non è più un gran mistero e i protagonisti dell'epoca sono tutti un po' morti. Questo per quanto riguarda la storia del film.
Il film in sé è invece secondo me un po' debole, per gli stessi motivi degli altri Rosi che ho visto fra l'altro. Non so se qualcuno si ricorda il film che ho visto quest'anno a Venezia su una sindacalista dell'azienda energetica di stato francese. Lì era proprio una porcata ma si può fare una analisi simile. Prima di tutto un film di questo tipo è un film chiaramente sullo sviluppo economico di un paese e le lotte brutali che possono verificarsi tra interessi concordanti ma che arrivano da parti diverse. Questa realtà materiale non sfugge concettualmente a Rosi. I dialoghi sullo "sviluppo", sull'industria, sulla democrazia cristiana i fascisti il lavoro, sono innumerevoli. Il problema è che questa resa materiale di un problema concreto è sempre minata da un'eccessiva attenzione a quelle lotte intestine che in realtà sono molto minori. Certo qualcuno ci è morto, ma ci interessa più di tanto? Si fa giornalismo del mistero (che di recente fra l'altro è stato svelato senza problemi) o si usa il cinema per vedere le passioni dietro tutto ciò? C'è troppa critica, troppi elementi, tutti sensati ma che per assumere spessore sono spesso eccessivamente enfatizzati dal terribile Tonino Guerra, la piaga di mille sceneggiature italiane, invece di essere lasciati liberi di vivere al di fuori di uno pseudo thriller di cui si sanno già i colpevoli. Rosi capisce che il suo film è anche e soprattutto questa ricerca contingente e inserisce molti aspetti di documentario, rarissimi per un film di questo tipo dell'epoca, però appunto la morte di una o due persone resta contingente. Se ne è parlato tanto ma io a film finito non sono soddisfatto della resa emotiva di questo sviluppo economico di un paese che esce dalla guerra. Ho anche capito relativamente poco di Mattei, ho una curiosità storica che risolvo in poco tempo su wikipedia ma si ferma purtroppo lì.
Ricapitolando: meno analisi, più visioni del mondo che quelle analisi vorrebbero spiegare.
Intanto lode alla storia di come è stato fatto il film. Una persona ci è morta, rapita e uccisa dalla mafia, mentre cercava informazioni per le riprese. Il film è stato successivamente acquistato e fatto sparire dalla circolazione. E' arrivato di recente un restauro, ora che il fatto che Mattei sia stato ucciso non è più un gran mistero e i protagonisti dell'epoca sono tutti un po' morti. Questo per quanto riguarda la storia del film.
Il film in sé è invece secondo me un po' debole, per gli stessi motivi degli altri Rosi che ho visto fra l'altro. Non so se qualcuno si ricorda il film che ho visto quest'anno a Venezia su una sindacalista dell'azienda energetica di stato francese. Lì era proprio una porcata ma si può fare una analisi simile. Prima di tutto un film di questo tipo è un film chiaramente sullo sviluppo economico di un paese e le lotte brutali che possono verificarsi tra interessi concordanti ma che arrivano da parti diverse. Questa realtà materiale non sfugge concettualmente a Rosi. I dialoghi sullo "sviluppo", sull'industria, sulla democrazia cristiana i fascisti il lavoro, sono innumerevoli. Il problema è che questa resa materiale di un problema concreto è sempre minata da un'eccessiva attenzione a quelle lotte intestine che in realtà sono molto minori. Certo qualcuno ci è morto, ma ci interessa più di tanto? Si fa giornalismo del mistero (che di recente fra l'altro è stato svelato senza problemi) o si usa il cinema per vedere le passioni dietro tutto ciò? C'è troppa critica, troppi elementi, tutti sensati ma che per assumere spessore sono spesso eccessivamente enfatizzati dal terribile Tonino Guerra, la piaga di mille sceneggiature italiane, invece di essere lasciati liberi di vivere al di fuori di uno pseudo thriller di cui si sanno già i colpevoli. Rosi capisce che il suo film è anche e soprattutto questa ricerca contingente e inserisce molti aspetti di documentario, rarissimi per un film di questo tipo dell'epoca, però appunto la morte di una o due persone resta contingente. Se ne è parlato tanto ma io a film finito non sono soddisfatto della resa emotiva di questo sviluppo economico di un paese che esce dalla guerra. Ho anche capito relativamente poco di Mattei, ho una curiosità storica che risolvo in poco tempo su wikipedia ma si ferma purtroppo lì.
Ricapitolando: meno analisi, più visioni del mondo che quelle analisi vorrebbero spiegare.
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