Ultimo Film Visto | Consigli e Domande Inside

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Talking to Strangers, Rob Tregenza (1988)

Un giovane tizio si gira Baltimora e fa vari incontri abbastanza tesi.
E' divertente perché lui è un cretino, peccato per la qualità infima in cui si trova.
 
Lady Moonflower, Katsuhiko Fujii (1976)
Brutalità di varie persone verso varie donne.

Resta focalizzato viste le poche cose che succedono, però c'è sempre questo equilibrio difficilissimo da mantenere tra una coralità di cattivi e i protagonisti che devono comunque percorrere un percorso a cui è molto difficile rimanere connessi come spettatore. Skin of Roses resta migliore, ma almeno è più sensato di Nun in Rope Hell, anche per il migliore uso delle location.
 
Tin & Tina, Rubin Stein (2023)
Gran film mi è piaciuto tantissimo. Una coppia si reca in un convento e adotta due ragazzini, che manifestano fin da subito un attaccamento morboso verso la religione. Forse fin troppo... Ottima la recitazione, i due bambini sono inquietanti e hanno svolto un ottimo lavoro. Brava Milena Smit, ottima prova anche per lei. Ho trovato la trama molto originale e il regista è stato bravo a scrivere una storia non banale secondo me. È stato bravo ad uscire fuori dai canoni classici del genere, visto che quando si toccano i temi di fede e chiesa nel 90% dei si tratta di film sugli esorcismi. È un horror psicologico ben riuscito secondo me.
 
Soy cuba, Mikhail Kalatozov (1964)

La storia di Cuba prima e durante la rivoluzione vista attraverso gli occhi di alcuni dei suoi abitanti.

Innegabile forza di queste produzioni sovietiche sulla rivoluzione, una retorica rodata che qui è animata da una camera a focale larga sempre in movimento. Magistrale. All'inizio riesce a dare un appiglio fondamentale, facendoti sentire che Cuba è viva e merita interesse. La terza parte si ripete un po' troppo, con tre scene di martiri troppo simili. Resta un film retorico molto ben girato che non potrà mai affrontare la complessità delle passioni umane, che sia nei paesi non rivoluzionari o rivoluzionari. Cuba avrà macchine e sogna sempre della buona sposa per il buon eroe, con chi si prostituisce umiliato e l'industria collettiva pronta a fare il suo corso. Per una serata, può andare anche bene.
 
A Woman Called Sada Abe, Noboru Tanaka (1975)
La famosissima storia di una donna giapponese che strangola l'amante e ne mutila i genitali portandoli in giro per la città
Mi ha davvero deluso, vuole ovviamente essere un ritratto psicologico di una figura che ha affascinato il pubblico e la narrativa per decenni e diventa una pappetta un po' cutsy, un po' piena di rapidissime ovvietà, che finisce per non trasmettere nessun aspetto umano capace di trasformare una persona in assassino. Se voglio vedere un'analisi con gusto onirico della violenza che esplode tra passioni e controllo mi vedo Embryo Hunts in secret di Wakamatsu e lì è uno spettacolo. Se voglio un'analisi proiettata più sull'esterno sociale AKA Serial Killer di Adachi. Se voglio narrativa più invischiata nell'aspetto fisico della compenetrazione di violenza e amore ci sono tantissime produzioni della Nikkatsu degli anni 70-80 che per l'appunto hanno indagato da capo a piedi la questione (un esempio su tutti The Woman with Red Hair). Invece qui cosa c'è? Mezzo film sono solo scenette di sesso normalissime di una coppia, senza niente che possa fare preannunciare il livello di violenza a venire. Poi qualche scena molto idealizzata e purificata di lei che si dice volerlo controllare. E poi verso la fine dei rapidissimi flashback che paiono quasi dare una lettura psicologista davvero imbarazzante del suo passato. Insomma ogni aspetto di lei è reso al livello di un articoletto di giornale "oi oi facevano tanto sesso" "oi oi lei era gelosetta" "oi oi il suo passato era sporchino".
Sufficiente e basta, il poster con illustrazione disegnata è più bello del film, lei sembra avere più carattere.

Women, Stanley Kwan Kam-Pang (1985)
Una coppia di hong kong si separa seguito ad un tradimento ed entrambi devono cercare di capire che fare della loro vita.
Tutti gli stereotipi possibili sparati rapidi rapidi dalla bocca dei vari personaggi. E' divertente perché ci sono davvero molte scene in cui vengono fatte ai protagonisti (sia maschi che femmine) delle domande dirette sulle loro emozioni e loro si RIFIUTANO frontalmente di rispondere. Molto realistico. Rispetto alla scrittura odierna in cui manco si sviluppa lo standard questo sembra fine approfondimento psicologico. Tradire può farti stare bene, è bello stare anche con quella più spigliata, etc etc. Tutte robe davvero minime eppure... Ha le solite cose fastidiose di una narrazione standard: il bambino che per forza e in modo quasi automatico deve stare male per la separazione, la moglie che è bloccatissima e non trova un briciolo di emozione anche meno degli altri personaggi, la tizia spigliata che a lui poi stufa etc Avendo visto tante storie così posso assicurare che sono tutte cose false, o meglio non così scontate e automatiche. Con quella più casinara ci resti senza problemi e il bambino se riceve tanti regali dalle due nuove famiglie è contento e se ne può fregare del passato. Comunque, come dicevo il punto forte è che non insiste troppo su queste idee sociali, e per lo meno succedono molte cose il che rende il film meno viscido della scrittura contemporanea che pare epurata da un prete in vacanza. Ci sono cose di violenza un po' allucinanti verso la fine, ma quasi riesco a credere che lui se la passi liscia lo stesso. Un esordio decente per un regista che da quello che ho visto si appisolerà su emozioni più tenui. Altro punto forte di questo è che ci sono tipo quattro attrici di hong kong dalla bellezza sconcertante.

What Does That Nature Say to You, Hong Sang-soo (2025)
Una coppia che sta insieme da tre anni incontra per la prima volta la famiglia di lei nella loro casa fuori città.
Le mie ultime due recensioni su In Water e By the River dicono, credo, già un po' tutto sulla dinamica recente dei film di Hong Sang-soo. Sono però positivamente sorpreso da questo perché perlomeno la storia riguarda una coppia in corso e non due tre strati di repressione ulteriore. Di fatto la questione è: hai due personaggi bloccatissimi, chi è più bloccato? E riescono a stare insieme nei rispettivi silenzi? Ovviamente Hong, che ormai detesta creare una narrativa troppo articolata, non si avvicina a creare sviluppi dalle risposte basilari. Quella più bloccata è lei, e i giudizi da parte della famiglia volano, ma restano insieme e chissà cos'altro succederà. E' come sempre scritto bene, è divertente vedere nel dettaglio persone bloccate agire, solo che i limiti sono palesi. I film recenti di Hong Sang-soo piacciono per questo, è una precisa descrizione del mondo per com'è, ma la forza della narrativa è andare a forzare la mano alla temporalità, gli incontri o altro per trovare i momenti di più forte instabilità delle persone. Altrimenti di che parliamo? Si fa naturalismo che va bene a tutti, una risata una critichella sociale e tutti a casa. Capisco che rispetto alla società coreana, una fogna moralista per cui il regista dovrebbe ancora stare con la moglie che può bloccare il divorzio quanto vuole, queste scenette un po' urlate sotto effetto di alcol sembrano già una mezza rivoluzione. Ma non è così. Ci sono tantissime persone che nel loro quotidiano vivono molto di più, solo che Hong si è rinchiuso in un piccolo mondo conciliante in cui tutti stanno abbastanza bene e le storie che ne risultano sono piccole novelle stuzzicanti a cui affezionarsi dolcemente e fine.
 
Noroit, Jacques Rivette (1976)
Un castello con dei "pirati" e una vendetta da compiersi.

Sto regista pare una barzelletta. Tipo dei gruppi di amici che di pomeriggio si riuniscono per fare roleplay di emozioni e sono tutti priati. Leggo straparole di sperimentalità e chissà cos'altro, a me pare normalissimo ma di che si sta parlando?
 
It’s Only Talk, Ryuichi Hiroki (2005)
Una donna dai tanti traumi ha tante relazioni sessuali.
Meglio di Vibrator, bella storia in cui almeno succede qualcosa anche se con calma altrimenti lei crolla, però la regia di Hiroki è sempre deludentissima. Mi domando anche se queste collaborazioni prolungate tra lui e Arai non abbiano portato quest'ultimo a fare sceneggiature più statiche.
 
Three Colors: Blue, Krzysztof Kieslowski (1993)
Donna a cui muore figlia e marito succedono poi cose.
Teso e divertente!
 
Ieri ho visto Karatè Kid Legends. La trama scontatissima, in un ora e mezza di film Jackie e Larusso appaiono si e no in 15 minuti di scene (eppure il trailer faceva ben sperare) e la mossa finale che doveva essere la sorpresa, il mitico "Dragon Kick" viene spoilerata già ad inizio e durante tutto il film.
 
Divertente è proprio la prima parola che mi viene in mente se penso a Film Blu. :bip:

recensione in inglese più approfondita :asd:

Woman looses husband and kid and then things happen.
It reminded me of The Shroud by Cronenberg, but way better. There is a main character that is thrown out of its element by grief, still thinks about the dead partner, and has the luck to have many more human connections arise from both the past and present. They are kind of priviledged, and you never feel like they are risking much; the amount of money, connections and fame they can leverage puts them in a position where nothing really matters, but everything feels new and fresh. Kieslowski gets this better than Cronenberg because of his superior control of the medium and no moralist undertone (no age gap to shit on, in this we have a saint that protects whores and cheaters).
In the end it's all very tense and fun. Like seeing some rich people going into a roller coaster, it has its charm.
 
A tempo perso sto guardando i film della commedia sexy italiana che danno sul 34. Ieri ne ho visto due con Gloria Guida e mamma mia che pochezza, cioè se a sti film gli togli Dio Banfi sono una merda completa.
 
Noroit, Jacques Rivette (1976)
Un castello con dei "pirati" e una vendetta da compiersi.

Sto regista pare una barzelletta. Tipo dei gruppi di amici che di pomeriggio si riuniscono per fare roleplay di emozioni e sono tutti priati. Leggo straparole di sperimentalità e chissà cos'altro, a me pare normalissimo ma di che si sta parlando?
Ci ho provato più volte con Rivette perché visivamente (e in parte concettualmente) lo trovavo strepitoso, solo che i film in sé dopo 10 minuti finiscono sempre per trasformarsi in un miscuglio di noia e cringe per cui temo di non avere lo stomaco né il tempo. Mi ha sempre dato l'impressione di essere tutto molto buttato lì a caso e visibilmente improvvisato. Si saranno divertiti loro a girarli ma io a vederli no... anche perché poi son quasi tutti lunghissimi.

Noirot uno di quelli che avevo provato e mollato, l'unico che sono riuscito a portare in fondo Duelle ma senza grandi entusiasmi.
 
finirli li finisco, cioé non li trovo rivoltanti e la noia volendo passa, però per me sono davvero insignificanti mi shocko a leggere certe recensioni.

This Country’s Sky, Haruhiko Arai (2015)
In un quartiere di Tokyo che vive la fine della seconda guerra mondiale una giovane donna scopre l'amore.
A parte che non mi piace come Arai dirige, è tutto scritto in ritirata, i suoi film degli anni 2000 sono tutti così. Praticamente la storia potrebbe esplodere a fine film, fa quasi ridere. Mi domando se questo suo cambiamento possa essere dovuto anche alle difficoltà di cui ha parlato più volte nel trovare attrici disposte a recitare certi ruoli. Il fatto è che le storie invece non mancano, basta avere le palle e sapere dove andarle a cercare:
 
Ci ho provato più volte con Rivette perché visivamente (e in parte concettualmente) lo trovavo strepitoso, solo che i film in sé dopo 10 minuti finiscono sempre per trasformarsi in un miscuglio di noia e cringe per cui temo di non avere lo stomaco né il tempo. Mi ha sempre dato l'impressione di essere tutto molto buttato lì a caso e visibilmente improvvisato. Si saranno divertiti loro a girarli ma io a vederli no... anche perché poi son quasi tutti lunghissimi.

Noirot uno di quelli che avevo provato e mollato, l'unico che sono riuscito a portare in fondo Duelle ma senza grandi entusiasmi.

finirli li finisco, cioé non li trovo rivoltanti e la noia volendo passa, però per me sono davvero insignificanti mi shocko a leggere certe recensioni.

This Country’s Sky, Haruhiko Arai (2015)
In un quartiere di Tokyo che vive la fine della seconda guerra mondiale una giovane donna scopre l'amore.
A parte che non mi piace come Arai dirige, è tutto scritto in ritirata, i suoi film degli anni 2000 sono tutti così. Praticamente la storia potrebbe esplodere a fine film, fa quasi ridere. Mi domando se questo suo cambiamento possa essere dovuto anche alle difficoltà di cui ha parlato più volte nel trovare attrici disposte a recitare certi ruoli. Il fatto è che le storie invece non mancano, basta avere le palle e sapere dove andarle a cercare:

Celine e Julie vanno in barca penso sia il film più noioso e insulso mai visto, un no-sense di 3 ore talmente brutto che mi fa mettere in dubbio la sincerità di chi lo apprezza.
La bella scontrosa invece mi era piaciuto abbastanza ma ho visto la versione corta di 2 ore (probabilmente troverei quella intera abbastanza pesante). Comunque sia non mi ha fatto venire voglia di approfondirlo. :asd:
 
Celine e Julie vanno in barca penso sia il film più noioso e insulso mai visto, un no-sense di 3 ore talmente brutto che mi fa mettere in dubbio la sincerità di chi lo apprezza.
La bella scontrosa invece mi era piaciuto abbastanza ma ho visto la versione corta di 2 ore (probabilmente troverei quella intera abbastanza pesante). Comunque sia non mi ha fatto venire voglia di approfondirlo. :asd:
Celine e Julie un altro di quelli da me iniziati con tanta buona volontà e mollati dopo 20 minuti :asd: Non so se lo classificherei come "brutto" in senso stretto ma su tutto il resto ci siamo :asd:
 
Brick, Philip Koch (2025)
Classico film di gente intrappolata in un posto e deve trovare un modo per uscire. Nello specifico una coppia si trova nel proprio appartamento e ad un certo punto la porta e le finestre vengono bloccate da un muro nero formato da tasselli. Muro che è stato sicuramente costruito con una strana tecnologia visto il design "futuristico" e soprattutto perchè presenta uno strano campo magnetico. Il concept non è male, peccato però che il cast è osceno, gli attori sono espressivi quanto un cassonetto dell'immondizia e la risoluzione dell'enigma è una cazzata immonda. Zero pathos e non si avverte neanche per sbaglio la drammaticità degli eventi, elementi fondamentali per film di questo genere. Bocciato non lo consiglio.
 
Daicon Film's Return of Ultraman, Hideaki Anno (1983)
Un giovane anno fa Ultraman in cortometraggio.
Pone la semplice questione se si resta umani con tutte ste robe che succedono, tra nuovi nemici ma cambiamenti anche negli eroi protagonist che nel caso di Ultraman letteralmente si trasforma in un gigante. La risposta è sì e non c'è altra esplorazione di cosa questa umanità possa essere. Va bene per un primo film.
 
In seguito ad una discussione con un amico a proposito di Shin Kamen Rider mi sono segnato 5 film live action giapponesi tratti da anime e simili. In pratica io ho adorato Shin Kamen Rider per le ragioni lungamente espresse, il mio amico dice invece di questo tipo di cose ne ha viste a bizzeffe, che i personaggi non esistono, e che di questi tipi di discorsi alla SKR ne posso per l'appunto trovare in un sacco di altre produzioni. Ebbene ne ho visti 5, cercavo live action perché quello mi interessa ma magari mi vedrò pure un anime per completare lo studio, e il risultato di queste visioni non credo sorprenderà più di tanto...


City Hunter, Yuichi Satoh (2024)
Squadra che risolve problemi a Tokyo con protagonista molto figo, un po' porcello e molto forte.
Mani nei capelli ad ogni scena d'azione, è la prima grossa differenza che noto rispetto a SKR, il mancato rispetto per l'impatto di ogni colpo. Anno ha prestato particolare attenzione a che la violenza sia brutale, soddisfacente e significativa. Qui è una specie di barzelletta tra amici. Ci si ritrova rimbalzati da una location all'altra con in teoria motivazioni fortissime ma in realtà nessuno sembra fare le cose più ovvie. Dal punto di vista umano il protagonista è lo stereotipo del porcello giapponese però socialmente accettato, con riferimenti continui alla prostituzione locale e gli hostes bar etc sempre in una chiave bonaria che potrebbe fare sorridere pure un prete. Nota bene che il film non si fa scrupoli nel finale a svilire e ridicolizzare la sua "passione" per porno e compagnia rendendola facilmente rimovibile dal nuovo partner. Insomma una barzelletta, abbiamo scherzato. A parte questo la cosa che mi ha dato davvero fastidio sono i momenti manipolatori, che come sapete sono ormai immancabili nella narrativa contemporanea. Dove Anno è pulitissimo nell'esposizione, anche quando un cattivo ne sfrutta un altro, senza enfasi viscida o sorpresine da due soldi, qui è tutta una stimolazione dark. Le stesse motivazioni dei cattivi sono risibili, robe di soldi, quando in SKR servono a creare una meticolosa costruzione di cosa sia il cinismo. Anche il rifiuto di uccidere presente in varie scene è eccessivo, quando invece in SKR la soddisfazione nel vedere i cinici morire è centrale.
Insomma, in comune si potrebbe dire che sono entrambi "fumettosi", ma per il resto fanno l'opposto sempre.

Video Girl Ai, Ryu Kaneda (1991)
Un giovane ragazzo e questioni di sentimenti misto fantastico.
A lui piace una, a quest'una piace un altro, spunta una seconda ragazza e le cose si incrociano un po'. Sembra di assistere ad una specie di esposizione di idee che le persone sanno già, di fatto non ci sono scene in cui le cose vengono vissute ma solo "dette" e tanto ti deve bastare. In questo tipo di narrazioni c'è sempre uno scampanellio di possibile conflitto perché a qualcuno potrebbe piacere più di una persona, ma viene sempre risolto come fosse un puzzle i cui pezzi non possono che combaciare, in modo molto sensato e intuitivo fra l'altro una volta che la soluzione viene rivelata. E' meno peggio di tutti gli altri di questa infornata perché perlomeno non è girato coi piedi, ma niente di più.

Paradise Kiss, Takehiko Shinjo (2011)
Una ragazza che studia tanto si fa imbarcare da un gruppo di giovani stilisti creativi.
Il peggiore tra tutti. Sembra che prima questi piazzano le luci, poi decidono come incastrare gli attori, un papocchio. La protagonista letteralmente non ha mai avuto un problema in vita sua e mai continua ad averne, il minimo conflitto con la madre si risolve la scena dopo. Imbarazzante. Tutte le dinamiche sentimentali sono facilitate al massimo, i problemi sono nella loro testa bacata, quando invece in SKR pur essendo fumettoso c'è un impianto precisissimo in cui di fatto non ci si può amare perché è una battaglia continua, e la battaglia è anche significativa. Qui invece letteralmente fanno VESTITI, voglio dire... Il film comincia con scenette di gente che si diverte nei caffé di Tokyo. Ma che è un vlog? Orrendo.


Rurouni Kenshin Part I: Origins, Keishi Otomo (2012)
Un giovane assassino samurai fortissimo diventa pacifista durante una nuova epoca giapponese.
Si insiste allo sfinimento su sta cosa che lui non vuole uccidere, con frasi davvero davvero retoriche che non trovano corrispettivo nel ritmo delle scene. Forse è questo il problema principale di questi film, è come se avessero l'idea ma non il modo di viverlo dei personaggi. Lui recita anche da cani. Anche qui spuntano fuori due ragazze che puntualmente si incastreranno come un perfetto puzzle conciliante, molto fastidioso. I cattivi non si capisce MAI il senso delle loro azioni, completamente strampalate, di conseguenza non hai alcun rispetto per le loro idee, che fra l'altro sono un'accozzaglia di cose su soldi manipolazione blabla ripeto che in SKR è eccezionale l'esposizione di cosa sia il cinismo, sia come testi che nel suo aspetto più fumettoso come resa attoriale visiva per trasmetterlo con frasi brevi. Se il movimento dei cattivi è insensato figurati se mi metto ad ascoltare cosa dicono. Quello che traspare invece è un disinteresse fattuale rispetto a quello che succede che permette a tutta una serie di personaggi di incontrarsi. Il tema centrale non è lo scontro, la battaglia tra idee contrapposte, ma "come si crea un gruppo di amici". E a me che me ne frega del gruppo di amici scusa? Bocciato.

Nana, Kentaro Otani (2005)
Una innamorata di uno va a Tokyo e incontra un'altra con cui fa amicizia.
Tradimentini col solito puzzle che si incastra senza tante spiegazioni, due scene dopo tutto ok. L'altra, "Non lo rivedrò mai più", due scene dopo si rivedono. Che problemi hanno questi personaggi??? In SKR sono tutti in una solitudine gigantesca, costretti a lottare per brandelli di umanità, devono inventare nuovi modi di vivere... qui vanno a fare shopping dei bicchieri più cute con cui addobbare casa. Provo pena schifo e ribrezzo.
 
Angel Dust, Gakuryu Ishii (1994)
A Tokyo la polizia si ritrova con tanti omicidi seriali di donne tra le mani e manda la sua investigatrice top al lavoro.
Il cattivo è interessante e ben sviluppato, lei zero, punto un po' troppo sull'aspetto visuale per recuperare il tutto ma a me non fa granché effetto. Resta un bel film perché omicidi a Tokyo praticamente si vende da solo.

Early Spring Story, Shinichirô Sawai (1985)
Studentessa liceale scopre l'amore confrontandosi allo stesso tempo con le passate delusioni delle madre morta.
Molto bello, narrativa luminosa difficile da scrive così precisamente. Fondamentalmente la storia di una ragazza che si ritrova ad essere più coraggiosa della media. Gran film che mi ha fatto scoprire un nuovo regista e continuerò nei prossimi giorni.
 
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