Ma perché siete così masochisti da giocarlo alle difficoltà più alte?
Proprio in questa saga è la cosa che meno ha senso... Non è solo un TPS, è principalmente un gioco d'avventura.
Le sparatorie sono volontariamente leggere e "sciocche", proprio perché il perno del videogioco è la ricerca.
Aumentare la difficoltà non fa altro che rendere più antipatiche le fasi di shooting, che non sono altro che un antipasto tra una scoperta e un'altra...
E' normale che se caricate troppo l'antipasto, poi non ce la fate a mangiare la portata principale.
Questione interessante, quella che sollevi.
Generalmente tendo a non considerare il livello di difficoltà "normale" (neanche alla primissima run), poiché è innegabile che oggigiorno la difficoltà media in un gioco è andata abbassandosi e - quasi sempre - la sfida che ci viene offerta dal livello Normale è quella che alcuni anni fa sarebbe corrisposta alla modalità Facile. La vera sfida è poi data da difficoltà "extra" come Sopravvissuto o Brutale in
Uncharted (la seconda non ho ancora avuto modo di provarla), che di norma si propongono come un qualcosa non di impossibile ma dove sono richieste una conoscenza e una padronanza del gameplay più approfondite, oltre naturalmente ad una maggiore attenzione.
È proprio perché una modalità come Difficile ti porta subito a voler capire ed approfondire il giusto il gameplay di un gioco, che non considero quelle inferiori: ti fanno procedere quasi senza intoppi, le insidie sono poche ed i nemici tendono ad andare giù come pere cotte, senza che il giocatore debba ingegnarsi neppure un po' sulla migliore strategia per difendersi e sconfiggerli.
Questo penso sia dovuto in parte alla "filosofia" di molti dei gamer odierni, i quali tendono a voler conoscere la storia senza troppo interessarsi al gameplay, come se i giochi fossero una sorta di film interattivo dove la partecipazione richiesta è per lo più passiva ed il gameplay (paradossalmente) un qualcosa di secondario.
Per quanto rispetti le idee di tutti, un approccio come quello appena descritto è per me inconcepibile: il videogioco è tale in quanto figlio della mentalità del gaming, ove il gameplay ha la primaria importanza ed il resto (trame, colonne sonore ecc.) sono aspetti artistici che vanno a rendere più gradevole e completa l'esperienza complessiva, ma non possono né devono distrarre dal già citato gameplay o tantomeno andare a "scavalcarlo" cercando di addolcirne eventuali lacune.
È per questo che ripeto ad ogni piè sospinto che una certa componente arcade nei giochi è bene che ci sia e che rimanga sempre, pure nelle esperienze più orientate al coinvolgimento "emotivo" dato da dialoghi, situazioni fra personaggi, esplorazioni degli ambienti ecc.
Venendo nello specifico ad
Uncharted, andarlo ad inquadrare in un genere unico e specifico non è cosa facilissima. È un adventure? Un action? Un TPS? È una commistione dei tre generi, che tra loro coesistono con un buon equilibrio complessivo.
Personalmente tendo a vederlo come un TPS/action con una parte esplorativa più che sufficiente: ti porta a girare per le varie ambientazioni al fine di rinvenirne i vari segreti e coglierne la meravigliosità visiva, ma non le rende mai troppo vaste da divenire dispersive o dall'essere enormi e fini a sé stesse (non sono mai grandi ma "vuote", altro fattore per me altamente positivo).
La componente TPS, comunque, è innegabilmente piuttosto massiccia, e da un punto di vista della sfida è quella che per la maggiore mette alla prova il giocatore: pertanto non la definirei come marginale o secondaria, sebbene non sia neppure troppo preponderante.
Ricapitolando il lungo discorso, sintetizzerei in un breve schemino quello che è l'approccio del sottoscritto con i giochi ed il loro livello di difficoltà:
Prima run---> livello Difficile, che ti porta subito a prendere dimestichezza con il gameplay per essere all'altezza di affrontare le varie situazioni;
Seconda run (ed eventuali successive)---> livello Distruttivo o simili, per mettermi alla prova sulla base di ciò che ho appreso nella prima run e giocare concentrandomi principalmente sulle sfide, senza le varie distrazioni che ovviamente si hanno la prima volta che si affronta un gioco.
Aggiungo pure il fatto che la rigiocabilità è per me un fattore molto importante (più della longevità di una run singola): pertanto preferisco giocarmi la storia due o più volte - andando ad aumentare il livello di difficoltà in funzione di conoscenza del gioco ed abilità acquisite - piuttosto che farmi magari un'unica, lunghissima run.