Stai usando un browser non aggiornato. Potresti non visualizzare correttamente questo o altri siti web. Dovreste aggiornare o usare un browser alternativo.
L'ho finalmente iniziata partendo da The isle dragon roars visto che è il primo in ordine di uscita.
Stava in offerta tutta la trilogia e mi ci sono buttato dritto per dritto.
I titoli di Taro si giocan sempre a scatola chiusa.
La mia unica perplessità ad ora è l'impossibilità di aumentare la velocità nei combattimenti, che mi disturba un po'.
Il resto impeccabile.
Stile sopraffino, macabro, truce, ironia e tanti segreti.
Finito ma non concluso perché pur potendo riaffrontare subito il boss finale per vedere i vari finali ottenibili, mi sono accorto che questi non andrebbero ad aggiungersi alla "collezione" finali.
E via di completismo, mi attendono varie run "veloci" per completare il tutto al 100%.
Non credo ci vorrà tanto, ho attivato l'opzione "salta" dal menù principale per velocizzare tutto ed ho equipaggiato l'anello che rimuove tutti gli scontri che non siano obbligatori che si ottiene nel NG+.
Non dirò nulla se non che proprio al inizio del NG+...
ho "shottato" il trio della congrega bianca.
Adoro quando un titolo ti permette di vincere una hopeless boss fight.
Per tutto il resto, se ne parla quando avrò fatto "tutto tutto".
Finito con tutti i finali e platino.
La cosa più banale che mi verrebbe da dire è esperimento.
Mischiare tratti tipici del jrpg classico con elementi presi dei giochi di ruolo da tavolo, non è propriamente una cosa facile ma il risultato è positivo.
Se, visto il titolo, ci aspetta un titolo con un combat system con una grossa enfasi sulle carte...siete fuori strada.
Le carte sono una scelta estetica e narrativa, voluta, riuscita e deliziosa...ma non aspettatevi un combat system basato su di esse come può accadere ad esempio in un Kingdom Hearts: Chains of Memoris o in un Baten Kaitos.
Il nostro dungeon master è vero mattatore del esperienza, la voce di Hiroki Yasumoto cosi baritonale e caratteristica, è associata quasi sempre con personaggi grandi e grossi, o comunque tendenzialmente taciturni.
Qui non solo è compagna di viaggio narra, "doppia" e commenta fra le righe azioni e scelte.
Che il tono fosse generalmente più leggero rispetto ad altri titoli made in Taro è evidente sin dalle prime battute ma...si sa, sempre di Taro stiamo parlando, ed i cambi di toni, le situazioni inquietanti o le note macabre che saltano fuori dalle collezioni o dialoghi, non mancano.
...ma è stato piacevole vedere una storia tutto sommato più leggera scritta da lui, fra culturisti, elfe tontolone, prodi buontemponi, maghette tsundere e tanto altro.
Il sistema di combattimento è interessante.
Il suo più grande pregio a mio modo di vedere sta nel utilizzo degli mp, le "gemme", se ne accumula automaticamente una ad ogni turno, fino ad un massimo dieci e sono "comuni" a tutto il party.
La maggior parte delle azioni consuma almeno una gemma. Sembra complicato? No, è semplicissima ed il bello è che...contrariamente a quanto accade in molti titoli di genere non ci si fa problemi ad utilizzare le proprie risorse e questa è una cosa molto positiva.
Il livello di sfida è piuttosto tranquillo per cui si può scegliere di utilizzare il party che si preferisce, tutti sono validi in un modo o nel altro.
Difetti? Una generale lentezza in molti passaggi, la modalità veloce viene sconsigliata ad una prima run e può essere attivata solo dal menù principale se inoltre si è interessati solo al plot principale la longevità risulta piuttosto modesta
Giocherò gli altri due capitoli? Si ma non so se farlo subito.
Mi è stato detto che da capitolo a capitolo in narratore cambia ma NON so se affrontandoli tutti di fila, l'esperienza risulterebbe troppo ripetitiva.
Aggiungo inoltre che...conoscendo Taro, non sarò sicuro che i titoli siano effettivamente standalone fino a quando non avrò toccato con mano.
Da quel folle genio ci si può aspettare di TUTTO.
...come la Demo ad esempio.
Giocandola poco dopo aver terminato, ho scoperto che narra di eventi immediatamente precedenti al inizio del prologo con tanto di note aggiuntive su certi personaggi.
...o sacerdotessa fallita per come l'hanno resa in italiano.
Ho fatto passare qualche giorno prima di iniziarlo, la base è ovviamente la stessa ma già dalle prime battute (Non ho neppure completato in via ufficiale il prologo) si notano delle differenze non da poco.
A partire dal narratore (di cui parlerò ovviamente solo alla fine), vi sono dettagli piccoli ma rilevanti e cose invece macroscpiche.
Su tutte? Il mood della storia.
Sin dalle prime battute, è chiaro che siamo di fronte ad un racconto dai tratti molto più malinconici.
Con una storia...che per esperienza con i titoli di genere e conoscenza del autore, potrà finire SOLO in un modo.
Mi sbaglierò? Può darsi, ma l'impressione è quello.
Il nostro nuovo protagonista, non è più un "prode" alla ricerca di denaro e fama ma un "navigatore".
Un giovane che vive su un'isola destinata alla rovina (detto sin dalle primissime battute Isola del capolinea e villaggio del capolinea) e che ha volontariamente deciso di viaggiare nel arcipelago setting del avventura, per trovare aiuto ed una soluzione.
Questo nonostante lo scetticismo e l'opposizione di chi lo circonda, i quali sono ormai tutto sommato rassegnati a questo destino.
Una differenza non da poco potrebbe essere l'esplorazione delle caselle in mare, visto che non sono automaticamente "scoperte" coma accade ma andranno con tutta probabilità mappate manualmente.
Visto che mi sono ritrovato ad avere un po' i dlc e per diminuire il senso di ripetitività ho cambiato estetica di carte, pedine e tavoli per...avere quantomeno visivamente un look diverso, visto che tanti asset nemici e personaggi minori vengono riciclati.
Finito e platinato.
Ci sono diverse cose da dire su questo capitolo.
La formula è la medesima vista con The Isle Dragon Roars, con un dungeon master che ci accompagna per tutta l'avventura e fa le veci di narratore, doppiatore e commentatore.
L'onere e l'onore questa volta è toccata al mitico Sho Hayami, la cui voce profonda è quasi sempre associata a personaggi dotati di grande carisma, dando vita tantissime volte a villain memorabili; tratti che donano al esperienza un'impronta molto caratteristica e distintiva.
Il gameplay presenta alcune piccole ma gradite modifiche: la modalità veloce(pur dovendo sempre essere attivata dal menù principale ad ogni avvio) è molto più fluida, il comando "passa" è stato sostituito da uno che ci permette di guadagnare una gemma extra, sono stati inseriti consumabili che permettono di guarire status alterati o curare il proprio party ad area ed abbiamo una divisione più netta negli equip.
Oltre agli anelli, abbiamo spade, daghe e lance/alabarde per quanto riguarda le armi ed armature leggere, medie, pesanti per il nostro "avatar" mentre si possono ora tenere in riserva cinquanta consumabili anziché trenta inoltre sono state introdotte una serie di sinergy skill, delle potenti abilità usate in combo dalla sacerdotessa e dal suo vassallo.
Il giovane navigatore nostro avatar è un personaggio sicuramente più puro e onesto rispetto al prode ma tramite alcune scelte e dialoghi possiamo far emergere un suo lato farfallone e da pseudo playboy, la dove Laty/Jeri oltre ad esprimersi molto a gesti ed azioni, spicca per una innata e divertente goffaggine.
Entrambi tratti graditi e che permettono di alleggerire una vicenda che sin da subito si prospetta più seria e cupa rispetto alla precedente, più in linea con quello che è nelle corde di Yoko Taro.
Solo differenze di tono e miglioramenti quindi? No.
Sono convinto che la maggior parte dei problemi del titolo siano figli di scelte sbagliate a livello di mero gamedesign e no.
A livello personale il riutilizzo di mostri, npc e oggetti non mi ha dato fastidio, vista la natura del progetto.
Cosa è andato storto allora? Sarò più esplicito.
Con l'eccezione del nostro avatar, non avremo MAI in vero controllo sui nostri personaggi.
Di Lati/Jeri potremmo andare a toccare solo armatura ed accessorio, l'arma è fissa ed il suo potenziarsi dipende dai progressi nel gioco.
La nostra "guida" Aridmé invece è totalmente intoccabile ed esce in automatico dal party ogni volta che vi si aggiunge una Sacerdotessa con un suo vassallo.
La possibilità di avere un party a quattro e non a tre è sulla carta gradita ma...per me è stata causa solo di nervosismo e amarezza.
Le varie coppie che ci affiancano, possono subire modifiche solo nel accessorio e NON guadagnano alcun tipo di esperienza né tantomeno potremmo scegliere altre abilità da assegnarli.
Ancora peggio in alcune battaglie molto importanti saremmo buttati direttamente nella mischia e non ci verrà neppure data la possibilità di sistemare il famoso accessorio.
Sembrerà una fesseria ma risulta frustrante, perché le stat dei personaggi crescono relativamente poco con i level up e sin dal primo capitolo appare chiaro come ogni isola venda pressoché tutte le tier di determinate tipologie di equipaggiamento fatta eccezione per quelli "definitivi"; quindi ad esempio nel isola azzurra troveremo tutte e tre le categorie di lancia e tutte le armature pesanti.
Scelte che distruggono il senso di progressione, anche combattendo sempre l'esperienza è sempre poca e livellando si ha sempre la sensazione di essere troppo deboli.
Il denaro, con soltanto un singolo personaggio davvero personalizzabile e con la stragrande maggioranza del equipaggiamento disponibile da subito, finisce per essere speso tutto in cosumabili.
Necessari visto chel livello di sfida risulta essere decisamente più alto rispetto al suo predecessore.
Parlando con un amico che lo ha giocato molto prima di me, ho saputo che molti utenti in rete hanno letteralmente odiato le ultime fight per l'impossibilità di modificare anche solo gli accessori e per la facilità con cui uno status alterato può mandare a monte un'intera sessione. Personalmente, gli scontri finali li ho fatti lentamente ma senza problemi mentre il boss extra ha letteralmente consumato le mie scorte (sono passato da cinquanta a quattro) ma non sono sorpreso. Status alterati come maleficio, paralisi e congelamento sono terribili se non si hanno le risposte adeguate. e risultano ancora più tremendi, quando possono essere inflitti in modo casuale a tutto il party con una singola azione ed il dado non sembra MAI collaborare con te.
La storia è intrigante.
Come scrivevo prima Jeri/Lati è la vera protagonista, non il nostro avatar che è solo il suo compagno di viaggio e protettore.
Trovo quindi legittimo che il finale sia solo uno e che si abbia cosi accesso ad un epilogo di pregio meno gradita è la presenza comunque di una pseudo scelta che è nei fatti inutile cosi come l'assenza di spiegazioni su alcuni concetti e idee inserite, che vengono lasciate sin troppo sul vago nonostante siano fondamentali.
Sempre in tema storia, gli archi narrativi delle varie sacerdotesse non sono tutti riusciti allo stesso modo.
Con poche eccezioni (il trovarsi nello stesso arcipelago, la presenza del trio principale) sono del tutto scollegati fra loro ed alcuni (caso emblematico è quello della Sacerdotessa Bianca) sono troppo veloci, troppo repentini, sbrigativi. Non si ha letteralmente il tempo di prendere familiarità con l'isola, le sue tradizioni ed affezionarsi al singolo personaggio che è già tutto finito.
Senza la possibilità di avere una vera conclusione o delle conseguenze palpabili.
è un problema di ritmo abbastanza evidente anche perché l'encounter rate è decisamente più alto e le aree più grandi(forse anche troppo), come l'oceano, sono molto "lente" da mappare.
Nota aggiuntiva, è davvero una storia del tutto indipendente come dichiarato ufficialmente?
No.
Cronologicamente è ambientata un quindici/sedici anni prima The Isle of Dragon Roar anno più, anno meno.
Arrivati ad un certo punto è talmente evidente che è letteralmente impossibile non notarlo e ciò mi porta a supporre il che il numero riportato sulle carte dovesse fungere da indicazione sulla collocazione a livello narrativo al interno di una serie ben più lunga ma si tratta solo di mie elucubrazioni.
Aggiungo questo legame narrativo, rende una certa vicenda ancora più triste ma non scenderò nei dettagli.
Giunti alla fine della mia analisi se dovessi utilizzare un termine per riassumere il tutto, userei amarezza.
Questo The Forsaken Maiden aveva tutto per eguagliare e superare The Isle of Dragon Roar ma una serie di scelte infelici e poco sensate, finiscono per renderlo inferiore seppur piacevole.
Peccato.
Finito, platinato...ma non ancora "completato" come avrò modo di spiegare meglio.
Uscendo da Forsaken Maiden che tanto mi ha amareggiato per le sue scelte poco condivisibili...non sapevo cosa aspettarmi da questo terzo e, ad ora, ultimo capitolo di Voice of Cards.
Ho letto distrattamente che Taro l'aveva ideata inizialmente come una serie "episodica" mobile e non ma proseguiamo.
Parlando senza tanti giri di parole The Beasts of Burden o "Bestie prigioniere" per come è stato tradotto nella nostra lingua è il capitolo migliore della trilogia.
La storia ha qualcosa di stranamente familiare, già dal incipit
Rimanendo sul generico, la game master di questa campagna è Yui Ishikawa, famosissima per ruoli come Mikasa , Violet Evergarden ed ovviamente 2B in Nier Automata creazione dello stesso Yoko Taro.
Perché ho voluto elencare i ruoli?
Beh perché io l'ho vista come una scelta semplicemente voluta e geniale.
La protagonista, la "Custode"(nome canonico Alpe), vive in una piccola comunità "circondata da mura" e che dal prologo in poi sarà animata da due(anzi tre, ma di quello ne parlerò solo alla fine) mantra: la vendetta e...il voler essere libera. Non vi suona familiare? Non c'era forse un ragazzo che "voleva essere libero" in una storia con una protagonista doppiata Yui Ishikawa, che viveva circondato da mura, spinto dal odio e dalla sete di vendetta? Un Déjà vu troppo plateale per essere casuale, no?
Taro ed i suoi ci hanno messo del loro e la bravura di Yui Ishikawa ha fatto il resto.
Ma non fermiamoci alla premessa narrativa.
Perché The Beasts of Burden prende una direzione diametralmente opposta a quello di The Forsaken Maiden anche ludicamente.
Se nella storia del Jeri e del navigatore, non si era MAI davvero in controllo...in questa storia lo siamo in modo pressoché totale.
Cosa intendo? Parlando di The Isle of Dragon Roar avevo enfatizzato come nonostante le carte fosse una scelta estetica e stilistica che permette al titolo di presentarsi come un gioco di ruolo da tavolo alla D&D pur rimanendo un jrpg classico...ora le cose sono un po' diverse ed in un certo senso "si combatte con le carte" pur non essendo un card game.
Molto presto, la custode acquisirà la possibilità di catturare i mostri.
Ad ogni mostro, è associata una skill e ne potremo associare fino a quattro(o cinque rimuovendo l'attacco standard) ad ogni personaggio(Il party è a quattro, come in The Forsaken Maiden).
Le skill si ottengono quindi in due modi, acquistandole dai mercanti che "vendono mostri" oppure tramite chest alla fine dei combattimenti.
Non si possono avere due skill card identiche ed ogni skill può avere da una a cinque stelle.
L'effetto diviene sempre più potente o più semplice da attivare, mano a mano che il loro grado aumenta.
I personaggi sono quindi TOTALMENTE personalizzabili e non si corre mai il rischio che siano tutti uguali.
Armi ed armature equipaggiabili sono diverse cosi come i loro talenti e le loro stat.
Ad esempio Alpe ottiene molto presto un talento che le permette di potenziare le skill curative, quindi equipaggiandole otterranno effetti miglior ma NULLA vi impedisce di assegnarle cose completamente diverse.
Altra differenza è dovuto al comando di "attesa", non avremo più una ricarica di una gemma come accadeva in The Forsaken Maiden né un semplice passa come in The Isle of Dragon Roar bensì un più canonico comando difesa che dimezza i danni subiti.
Se si è completisti come me combattere è una costante. Scompare quella sensazione di inutile e superflua interruzione di The Forsaken Maiden dove si aveva la sensazione di essere sempre troppo deboli. Qui la crescita è costante e naturale come in The Isle of Dragon Roar ma bisogna avere la pazienza e la curiosità scovare le abilità migliori. Inoltre, pur non essendo impegnativo come il suo predecessore, il livello di sfida è decisamente più alto rispetto al capostipite.
Il cast è relativamente piccolo ma decisamente ben caratterizzato.
La dicotomia fra la totale mancanza di senso comune della protagonista e la sua efficienza è solo un assaggio delle tante cose osservabili durante l'avventura.
Dalle continue "modifiche" al solcasabbie ed i loro esiti esilaranti a momenti di un'intensità e ferocia inaudite, The Beasts of Burden riesce a far sorridere pur essendo una storia dai toni cupa, in un mondo sterile,sporco, stanco ed ostile. Sorretto sempre dalla sua meravigliosa ost
Domanda di rito, è ambientato nello stesso mondo degli altri capitoli?
Ero convinto di no ma andando verso la fine della storia sono arrivate un paio di reference troppo chiare per essere casuali.
Come il giocatore attento noterà, è passato TANTO tempo rispetto alle avventure del prode e due personaggi in particolari, arrivano ad essere molto espliciti stessa cosa potrebbe dirsi per la descrizione del boss extra ma il tutto è lasciato volutamente al interpretazione.
Certo poi potrei...
dire anche che Taro ci sta trollando brutalmente e siamo sempre stati nel mondo di Drakengard e Nier visto che nel passaggio dal VI(The Isle of Dragon Roar) e IX(The Beasts of Burden) il mondo è ora avvolto in un giorno eterno.
MA sto divagando.
Difetti? The Isle of Dragon Roar poteva non piacere per essere una storia...tutto sommato più leggera, The Beasts of Burden può non piacere per il suo essere piuttosto pesante sin dalle prime battute. Inoltre mancano ancora una volta delle spiegazioni su idee e concetti abbastanza importanti.
Inoltre il finale, contrariamente ai precedenti due capitoli, non è davvero "conclusivo".
Il viaggio dei quattro protagonisti continua, è solo che noi non ne siamo partecipi immagino che sia per questo che la dungeon master NON ci saluta o chiede la nostra opinione finale sulla storia, perché sventata una minaccia, proseguono.
Una scelta indubbiamente voluta ma che non soddisfa come il bel epilogo di The Forsaken Maiden o il Golden Ending di The Isle of Dragon Roar.
Cosa farò ora?
Beh, il mio spirito di completista mi spinge quantomeno a provare a maxare le stelle di TUTTE le skill card.
Non so per quanto ne avrò o se nel mentre mi annoierò ma l'idea è quella.
Aggiungo come extra, è un vero peccato che l'interesse per la serie sia calato dopo il primo capitolo.
Sono tutti titoli che hanno qualcosa da dire.
Ottenere tutte le skill di rango massimo non è stato un procedimento cosi lungo, complice sicuramente l'abilità del boss extra che permette di ottenere un chest alla fine di una battaglia che diventa imprescindibile.
è interessante notare come mostri tutto sommato innocui abbiano abilità tremende e viceversa altri ben più minacciosi, risultino tutto sommato tralasciabiili.
Facendo una seconda veloce con l'anello che elimina gli incontri casuali, ho notato tanti dettagli non da poco.
Lo scontro con il boss segreto che mi aveva richiesto massima attenzione, è stato risolto senza difficoltà ed un paio (letteralmente) di revive.
Un gran peccato che il finale...sia cosi poco conclusivo.
Questo capitolo meriterebbe un sequel diretto e voglio credere che ci sia anche solo un briciolo di speranza.
Cosa giocherò ora?
Non ho ancora deciso ma ho un paio di titoli che mi tentano.
Grazie per i tuoi resoconti. Dovrò recuperare i tre giochi, che li ho già in libreria.
Forse potrebbe interessarti Dungeon Encounters. Ha uno stile diverso, però se ti piacciono gli RPG e vuoi provare qualcosa di alternativo, è sicuramente valido - anche se alla lunga un po' ripetitivo.
Grazie per i tuoi resoconti. Dovrò recuperare i tre giochi, che li ho già in libreria.
Forse potrebbe interessarti Dungeon Encounters. Ha uno stile diverso, però se ti piacciono gli RPG e vuoi provare qualcosa di alternativo, è sicuramente valido - anche se alla lunga un po' ripetitivo.
Dungeon Encounters lo ho già scaricato sulla console ma non so...ho tanti titoli made in SQUEX che vorrei giocare ma non voglio farmi un'abbuffata totale.
Detto questo è pur sempre un titolo di Hiroyuki Hito. Per quanto lo stile possa sembrare minimal...vi è del genio vero dietro.
Con anni di distanza posso dirti: si, la demo di The Isle of Dragon Roar narra di eventi immediatamente precedenti a quella che è l'inizio del avventura del "prode".
Dungeon Encounters lo ho già scaricato sulla console ma non so...ho tanti titoli made in SQUEX che vorrei giocare ma non voglio farmi un'abbuffata totale.
Detto questo è pur sempre un titolo di Hiroyuki Hito. Per quanto lo stile possa sembrare minimal...vi è del genio vero dietro.
Certo, se non hai voglia di giocarteli in sequenza per "riprendere fiato" fai bene, non è una gara a farli uno dopo l'altro. Anzi, se ora vuoi staccare, comprensibilmente peraltro, fai bene a giocare altro. Così te lo gusterai meglio quando ti ci tufferai.
Con anni di distanza posso dirti: si, la demo di The Isle of Dragon Roar narra di eventi immediatamente precedenti a quella che è l'inizio del avventura del "prode".