Infatti su questo farmaco si è fatta una battaglia ideologica e politica a tal punto da svalutarlo anche nell'uso clinico.
Cosa che non stupisce dato che ormai anche i processi penali si fanno sulla base non delle prove ma dei servizi televisivi
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Come per il remdesivir, anche per l'idrossiclorochina qualche nodo comincia a venire al pettine e l'ultimo mese è stato ricco di pubblicazioni che sembrano in diversi modi legittimarne un ruolo nel trattamento del COVID-19. Quello che vorrei notare, a beneficio di coloro che hanno seguito sconcertati la guerra santa della primavera, è che, sarà senz'altro un caso, ma i lavori che riabilitano questo vecchio farmaco vengono da Paesi che dalla guerra santa si sono tenuti ai margini.
Anzitutto,
ne abbiamo parlato quando era un pre-print, ma adesso è pubblicato sullo
European Journal of drug metabolism and pharmacokinetics, quindi ricordo il modello di Savarino, che stabilisce che l'idrossiclorochina può avere un impatto sulla viremia di SARS-CoV-2, ma c'è una finestra temporale piuttosto ristretta per una sua somministrazione efficace - e cioè deve essere somministrata il prima possibile
A fine luglio, sull'
International Journal of Infectious Diseases, una Lettera al Direttore di Antonella D'Arminio Monforte e colleghi del San Paolo chiedeva se davvero con l'idrossiclorochina sia festa finita, perché nella coorte milanese di più di 500 pazienti COVID ospedalizzati (174 dei quali sono morti) di cui si sono occupati loro l'uso di idrossiclorochina più azitromicina si è associato a una riduzione del 66% del rischio di morte rispetto ai controlli e l'idrossiclorochina da sola è sembrata notevolmente efficace nei pazienti meno gravi (a conferma del modello di Savarino):
L'altro ieri, sempre sull'
International Journal of Antimicrobial Agents, il Belgian Collaborative Group on COVID-19 hospital surveillance ha pubblicato i risultati di uno studio osservazionale su più di 8000 pazienti, da cui emerge che, indipendentemente dalla durata dei sintomi, quelli trattati per soli 5 giorni con idrossiclorochina hanno avuto una mortalità più bassa rispetto a quelli trattati con le terapie di supporto
Chiudo il post con un grande studio multicentrico italiano, osservazionale e retrospettivo, pubblicato ieri sullo
European Journal of Internal Medicine - in quasi 3500 pazienti, ricoverati in 33 diversi ospedali fra metà febbraio e fine maggio, l'uso di idrossiclorochina si è associato a una diminuzione del 30% del rischio di morte:
https://hivforum.info/forum/viewtopic.php?f=24&t=9020&start=120
Nota a margine: siccome questo farmaco è stato sostenuto in prima battuta da Trump e Salvini, allora dev'essere per forza mèrda liquida quindi tutto quello scritto finora non vale
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