L'analisi di Sergio Giraldo sul voto del Parlamento europeo che blocca la vendita di auto a benzina e diesel dal 20235
www.startmag.it
Condivido con voi un'analisi che ho trovato interessante relativamente al divieto di vendita di auto non elettriche.
Interessante infatti, anch'io ho visto con grande perplessità questo diktat (oltre a ciò su cui si concentra l'articolo, la totale assenza di gradualità e proporzionalità), pur ritenendo di non essere abbastanza informato. Tuttavia avrei voluto più link ai dati citati, per esempio a supporto di questa affermazione:
I problemi discendenti da questa epocale decisione sono enormi e questo giornale ne ha parlato più volte. Oltre alla soppressione di centinaia di migliaia di posti di lavoro, la domanda di energia elettrica aumenterà sino a raddoppiare, per cui sarà necessario installare molta più potenza elettrica rinnovabile di quella attualmente prevista per sostituire le centrali a gas e carbone.
Perlomeno:
BRUXELLES. ''Che il Coreper abbia deciso di rinviare a data da destinarsi il voto sul regolamento in merito allo stop alla vendita delle automobili a diesel e benzina dal 2035 è una bellissima notizia e una vittoria del governo Meloni. In questa battaglia di buon senso l’Italia non è da sola...
www.ildolomiti.it
Il problema è principalmente la Convenzione di Dublino perché chiunque arriva propone domanda di protezione internazionale al solo scopo di sospendere il proprio status di irregolare e quindi impedire la propria espulsione.
Se non ricordo male furono i famigerati decreti sicurezza a sopprimere la possibilità di accesso a protezioni alternativi all'asilo politico ma dalla porta sono uscite e dalla finestra sono rientrate.
E' questo l'articolo che dovrebbe essere rivisto integrandolo con meccanismi di solidarietà proporzionale magari vincolati a una qualche forma di sostegno alla gestione degli sbarchi verso i Paesi rivieraschi di primo approdo tipo il nostro, che se non sbaglio è la meta principale (per gli sbarchi)?
Articolo 13 Ingresso e/o soggiorno 1. Quando è accertato, sulla base degli elementi di prova e delle circostanze indiziarie di cui ai due elenchi menzionati all’articolo 22, paragrafo 3, del presente regolamento, inclusi i dati di cui al regolamento (UE) n. 603/2013, che il richiedente ha varcato illegalmente, per via terrestre, marittima o aerea, in provenienza da un paese terzo, la frontiera di uno Stato membro, lo Stato membro in questione è competente per l’esame della domanda di protezione internazionale. Detta responsabilità cessa 12 mesi dopo la data di attraversamento clandestino della frontiera.
Comunque qui c'è un report completo dell'anno scorso che ci vede quarti per richieste di protezione internazionale accolte.
E qual è la ratio dietro al divieto di accesso al mercato del lavoro per tot mesi dal rilascio del permesso di soggiorno per richiesta di asilo?
Richiedenti asilo e lavoro: quei divieti dannosi per l’inclusione (e l’economia)
openmigration.org
Ah, e trattare, come fa Bignami, le ONG come un pull factor (o, peggio, come quello principale su cui intervenire) mi sembra un po' allucinante,
oltre che falso, se i numeri tirati fuori da Repubblica sono veritieri.
Poi ci sono gli scafisti, poi c'è il boom demografico dell'Africa, poi c'è la proiezione della Russia con la narrazione farlocca anti-imperialista ed anti-colonialista (in realtà passando semplicemente dal giogo degli imperi passati a quello presente), con l'avanzata della Wagner (e non mi sembra che a tal proposito, sempre sul piano cinico [ma per certi versi no] della "grand strategy", sia esattamente alieno pensare che all'UE posso interessare impedire alla Russia di fare ciò che vuole in Africa, anche in relazione al conflitto in Ucraina per la sicurezza alimentare del continente). E direi che nei rapporti (da recuperare) fra Europa ed Africa -
senza considerarla un tutt'uno - si pongono queste riflessioni (dove la Russia, con la sua propaganda, mi sembra parta avvantaggiata):
«Le relazioni euro-africane degli ultimi cinque secoli – diceva Wole Soyinka , lo scrittore nigeriano Nobel per la letteratura 1986 – sono la storia di un monologo. Quello europeo». Nel rapporto tra il vecchio continente e quello nero c’è qualcosa di profondamente malato che fatica a...
www.treccani.it
Come i media raccontano l'Africa. Lo studio nel dossier Amref e dell' Osservatorio di Pavia
left.it
Una cosa è certa: il nostro futuro ha a che vedere con l’Africa, che gioca un ruolo primario. Ed è un piacere scrivere di un continente di cui si parla poco e che ci permette di ampliare il punto di vista, superando una visione rigidamente eurocentrica
left.it
Con la guerra in Ucraina è cambiato tutto per le forniture di gas. Anche l'Italia ha rafforzato rotte diverse da quella russa, scommettendo su accordi con i Paesi del Nord Africa. La mossa funziona?
www.money.it
di Maria Scaffidi
www.africarivista.it
Senza contare la Cina ovviamente.