Comunque io rimango sempre un po' perplesso sul legame tra innovazione e qualità. Succede un po' con ogni medium/forma d'arte, ma con il videogioco mi sembra la cosa sia ancora più marcata. Sembra che l'innovazione sia quasi un tassello fondamentale per elevare la qualità di un gioco e, al contrario, che un gioco che non innova niente sia condannato a essere relegato a un livello qualitativo inferiore.
È chiaro che un gioco che porta grandi innovazioni diventa seminale e quindi avrà una maggiore influenza, potenzialmente almeno, sugli sviluppatori, ma non per questo deve essere automaticamente superiore ad altri giochi più conservativi da un punto di vista qualitativo. Mi pare anche che se un gioco innova, gli venga perdonato tutto il resto, da un gameplay deficitario a un comparto narrativo non brillante. Ci sono anche giochi che non vogliono innovare nulla, ma che nascono con un intento ben specifico e offrono al giocatore un'esperienza di assoluta qualità. Valgono meno di un gioco che ha innovato? Non credo.
Quindi ok, forse il 2023 non sarà un anno RIVOLUZIONARIO, ma mi sembra che la qualità messa sul piatto sia tanta e che questa sia spalmata su molti generi diversi, così da soddisfare ogni tipo di giocatore.
Per il resto vabbè ho seguito un po'la discussione su The Witcher 3 e boh, io lo ritengo brillante nell'aspetto ruolistico ma una chiavica lato gameplay e quindi nel complesso sopravvalutato, anche se ne riconosco l'importanza storica. Credo purtroppo però di essere io il problema, dato che ho un problema di fondo con gli open world dato che ho problemi anche con Elden Ring (droppato) e anche con Zelda sto percependo (per quanto il gioco mi stia piacendo) una sensazione di "Too much"
. Però ecco, proprio TW3 è un esempio di gioco che innova, brilla su certi aspetti ma è davvero MEH su altri, quindi ok l'innovazione, ma non sempre questa coincide con la qualità generale di un titolo.