A Quiet Place - Un posto tranquillo

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Anche no dai, sta a 230 e passa milioni worldwide, ha vinto l'opening week in america come incassi. La loro proiezione era di incassare 130-140 milioni per un successo. Per essere un film di questo genere è un bel risultato e meritato, complici critica e passaparola positivo.
E menomale, ogni tanto la gente dimostra di avere buon senso.

 
L'ho visto: bello ma non bellissimo.

Non ci sono dialoghi nel senso tradizionale del termine, ci sono alcune conversazioni col linguaggio dei segni, eppure questo film parla più che altro con le immagini e con le espressioni facciali dei protagonisti, e su questo c'è poco da dire, la fotografia è stupenda, e gli attori sono estremamente espressivi. Chapeau!

Il problema è che la tecnica sopraffina e la recitazione pregevole, si scontrano con una storia che, a mio avviso, fa acqua da tutte le parti. Di solito io sono contrario a chi "fa le pulci" a opere di fantasia, chi insomma cerca le crepe nella logica del racconto, ma in questo film mi sono ritrovato ad essere uno di quelli, non ho potuto davvero fare a meno di notare tutte le clamorose contraddizioni che si manifestano nel film, e non ho potuto ignorarle perché il film è basato INTERAMENTE sul concetto del silenzio e del rumore in grado di allontanare o avvicinare i mostri, ed il fatto che le regole sui suoni e sulla sensibilità ad essi dei mostri vengano piegate e manipolate in continuazione per pura necessità di trama, l'ho trovato MOLTO distraente e la considero una manifestazione di pigrizia da parte dello sceneggiatore. Il problema è che la tensione dovrebbe passare dal fatto che ogni suono possa essere fatale, e il silenzio debba essere considerato la salvezza, ma il problema è che durante il terzo atto queste due regole vanno letteralmente a farsi benedire, perché l'autore ha voluto un cambio di ritmo e quindi ha deciso che valesse tutto a quel punto, e la tensione nel mio caso si è trasformata in frustrazione e delusione.

è un peccato perché comunque ha dei momenti davvero bellissimi e tesissimi, da cardiopalma, ma pecca oltre che per le inconsistenze sopracitate, anche per la presenza di alcune scene un po' troppo sopra le righe e decisamente fuori luogo, e poi ci sono una montagna di cliché.

Il prodotto finale è buono, non fraintendetemi, mi è piaciuto il film, ma a mio parere è ben lontano dall'eccellenza, ed il fatto che la critica americana lo abbia osannato come la seconda venuta di Gesù Cristo non mi ha certo aiutato a tenere le aspettative basse, e francamente, pur avendo apprezzato la pellicola, sono un po' deluso.

P.S.

Ma il personaggio di Krasinski ha pensato a costruire un bunker con bara e respiratore per il bebé, ma non ha pensato a costruire un semplicissimo ciuccio per silenziare e spostare a piacimento il pupo??? E ce ne sarebbero milioni di osservazioni di questo tipo che potrei fare, ma questa è quella che mi urta di più attualmente :rickds:
 
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L'ho visto: bello ma non bellissimo.Non ci sono dialoghi nel senso tradizionale del termine, ci sono alcune conversazioni col linguaggio dei segni, eppure questo film parla più che altro con le immagini e con le espressioni facciali dei protagonisti, e su questo c'è poco da dire, la fotografia è stupenda, e gli attori sono estremamente espressivi. Chapeau!

Il problema è che la tecnica sopraffina e la recitazione pregevole, si scontrano con una storia che, a mio avviso, fa acqua da tutte le parti. Di solito io sono contrario a chi "fa le pulci" a opere di fantasia, chi insomma cerca le crepe nella logica del racconto, ma in questo film mi sono ritrovato ad essere uno di quelli, non ho potuto davvero fare a meno di notare tutte le clamorose contraddizioni che si manifestano nel film, e non ho potuto ignorarle perché il film è basato INTERAMENTE sul concetto del silenzio e del rumore in grado di allontanare o avvicinare i mostri, ed il fatto che le regole sui suoni e sulla sensibilità ad essi dei mostri vengano piegate e manipolate in continuazione per pura necessità di trama, l'ho trovato MOLTO distraente e la considero una manifestazione di pigrizia da parte dello sceneggiatore. Il problema è che la tensione dovrebbe passare dal fatto che ogni suono possa essere fatale, e il silenzio debba essere considerato la salvezza, ma il problema è che durante il terzo atto queste due regole vanno letteralmente a farsi benedire, perché l'autore ha voluto un cambio di ritmo e quindi ha deciso che valesse tutto a quel punto, e la tensione nel mio caso si è trasformata in frustrazione e delusione.

è un peccato perché comunque ha dei momenti davvero bellissimi e tesissimi, da cardiopalma, ma pecca oltre che per le inconsistenze sopracitate, anche per la presenza di alcune scene un po' troppo sopra le righe e decisamente fuori luogo, e poi ci sono una montagna di cliché.

Il prodotto finale è buono, non fraintendetemi, mi è piaciuto il film, ma a mio parere è ben lontano dall'eccellenza, ed il fatto che la critica americana lo abbia osannato come la seconda venuta di Gesù Cristo non mi ha certo aiutato a tenere le aspettative basse, e francamente, pur avendo apprezzato la pellicola, sono un po' deluso.

P.S.

Ma il personaggio di Krasinski ha pensato a costruire un bunker con bara e respiratore per il bebé, ma non ha pensato a costruire un semplicissimo ciuccio per silenziare e spostare a piacimento il pupo??? E ce ne sarebbero milioni di osservazioni di questo tipo che potrei fare, ma questa è quella che mi urta di più attualmente :rickds:
Mah, io non ricordo momenti in cui "le regole sui suoni e sulla sensibilità ad essi dei mostri vengano piegate e manipolate in continuazione per pura necessità di trama" puoi fare esempi?

 
Mah, io non ricordo momenti in cui "le regole sui suoni e sulla sensibilità ad essi dei mostri vengano piegate e manipolate in continuazione per pura necessità di trama" puoi fare esempi?

Ad esempio, prima anche i passi dovevano misurare, poi nel terzo atto tutti a correre e chi si è visto si è visto.

Prima bisogna stare attenti ai cigolii del legno, e poi basta un materasso a coprire un buco per parlare in libertà :rickds:

Prima un fuocherellino appiccato in casa per sbaglio crea il casino, poi appiccano un fuoco enorme all'aperto e i mostri si disinteressano.

I mostri riescono a sentire qualunque cosa da distanza siderale, ma fanno fatica a sentire i gemiti di un bebè a 5 metri di distanza :rickds:

Ah scusa ho detto mostri? Intendevo mostro, perché per qualche ragione durante tutto l'arco del film, ad ogni suono viene attirato un solo mostro per volta, il che non ha il minimo senso logico, soprattutto alla luce del finale in cui si vedono tutti convergere sulla casa.

Bisogna fare silenzio, shhhh... a parte quando Emily Blunt da un colpo fortissimo sulla parete della doccia solo per fare un jumpscare e mostrare al pubblico che sia ancora viva.

I mostri ti attaccano solo se ti sentono... a parte nel terzo atto nel quale ti trovano SEMPRE anche se non emetti un suono... immagino volessero imitare la parte finale di Alien, ma la differenza è che lì lo xenomorfo non ha handicap, mentre questo mostro sì, e non ha senso che trovi le prede anche senza suono, l'unica ragione è che "si debba creare tensione", pigrizia allo stato puro. La scena simbolo di questo problema è quando il padre e i bambini vanno verso la macchina senza aver fatto alcun rumore, e Krasinski intuisce che il mostro li abbia percepiti in qualche modo e quindi decide di attaccarlo con l'accetta.
Quando il film è basato totalmente su un concept, che però non viene rispettato appieno, sorgono grossi problemi, ed è questo il caso per me.

 
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Ad esempio, prima anche i passi dovevano misurare, poi nel terzo atto tutti a correre e chi si è visto si è visto.

Prima bisogna stare attenti ai cigolii del legno, e poi basta un materasso a coprire un buco per parlare in libertà :rickds:

Prima un fuocherellino appiccato in casa per sbaglio crea il casino, poi appiccano un fuoco enorme all'aperto e i mostri si disinteressano.

I mostri riescono a sentire qualunque cosa da distanza siderale, ma fanno fatica a sentire i gemiti di un bebè e 5 metri di distanza :rickds:

Bisogna fare silenzio, shhhh... a parte quando Emily Blunt da un colpo fortissimo sulla parete della doccia solo per fare un jumpscare e mostrare al pubblico che sia ancora viva.

I mostri ti attaccano solo se ti sentono... a parte nel terzo atto nel quale ti trovano SEMPRE anche se non emetti un suono... immagino volessero imitare la parte finale di Alien, ma la differenza è che lì lo xenomorfo non ha handicap, mentre questo mostro sì, e non ha senso che trovi le prede anche senza suono, l'unica ragione è che "si debba creare tensione", pigrizia allo stato puro. La scena simbolo di questo problema è quando il padre e i bambini vanno verso la macchina senza aver fatto alcun rumore, e Krasinski intuisce che il mostro li abbia percepiti in qualche modo e quindi decide di attaccarlo con l'accetta.
Quando il film è basato totalmente su un concept, che però non viene rispettato appieno, sorgono grossi problemi, ed è questo il caso per me.

Il padre si mette a correre sempre sulla sabbia, mai fuori da essa.

Ora, la cosa del materasso non la ricordo, ma non mi sembrava si mettessero a urlare :asd:

Il fuoco si era appiccato perché si era rotta la lanterna (il vero problema), e un fuoco in casa è un po' problematico :asd:

Il colpo della madre credo fosse coperto dai fuochi d'artificio

I gemiti erano coperti (ma non del tutto, tant'è che il mostro si avvicina) dall'acqua che cadeva.

Il padre si prende semplicemente un arma di fortuna: il punto è che fa rumore, anche se lì mi è sembrato un po' esagerato, farlo attaccare per quel rumore
 
Non è sbagliato dire che nella seconda parte si passa sopra ad alcune regole imposte nella prima, ma è più per necessità di trama e ritmo che per altro.. sì sarebbe stata perfetta una coerenza totale, ma glielo si può perdonare secondo me.

 
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Il padre si mette a correre sempre sulla sabbia, mai fuori da essa.

Ora, la cosa del materasso non la ricordo, ma non mi sembrava si mettessero a urlare :asd:

Il fuoco si era appiccato perché si era rotta la lanterna (il vero problema), e un fuoco in casa è un po' problematico :asd:

Il colpo della madre credo fosse coperto dai fuochi d'artificio

I gemiti erano coperti (ma non del tutto, tant'è che il mostro si avvicina) dall'acqua che cadeva.

Il padre si prende semplicemente un arma di fortuna: il punto è che fa rumore, anche se lì mi è sembrato un po' esagerato, farlo attaccare per quel rumore

Sì ma prima fanno i passettini da pantera rosa per camminare, anche sulla sabbia, dopo no, per urgenza, ma senza conseguenze :asd:

Non si mettono a urlare nel bunker, ma parlano in libertà, come se fossero fuori pericolo, cioè basta un materasso per insonorizzare una stanza? Con il mostro al piano di sopra? :rickds: E poi perché vivere nel silenzio tutta la vita quando hai a disposizione una stanza insonorizzata? Non ha senso!!!

Ti concedo la questione della lanterna, ma il fuoco FA RUMORE. Cioè un fuoco come quello che i bambini hanno appiccato all'aperto non può non attirare i mostri, il fuoco fa casino molto più dei passi o dei sussurri.

Il colpo della madre non sono così convinto che fosse coperto dai fuochi d'artificio, forse erano finiti, e comunque se il mostro è ancora nell'edificio, è molto probabile che lo senta, e in ogni caso è un rischio che non ha senso venga preso, è un puro e semplice jumpscare :asd:

Non puoi coprire dei gemiti con l'acqua che scorre, un rumore così è distinguibile, soprattutto a distanza ravvicinata... tutto questo perché il peggior padre dell'universo non ha pensato a creare un cavolo di ciuccio!!! :rickds:

Sinceramente non ho capito in quella scena quale rumore avrebbero fatto, visto che prima sono stati risparmiati con suoni ben più intensi, quella scena è un grosso punto di domanda :morris82:

Comunque il problema più grave per me è che da lì in poi trovino le prede anche nel silenzio, l'ho trovato ingiusto :asd:
"Don't Breathe" è molto più rigoroso su questo aspetto, per fare un esempio.

 
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Non c'era solo il materasso ma avevano passato dieci anni ad incollare fogli di giornale sulle pareti.. e parlavano comunque a voce bassissima
:patpat::rickds:

 
Non è sbagliato dire che nella seconda parte si passa sopra ad alcune regole imposte nella prima, ma è più per necessità di trama e ritmo che per altro.. sì sarebbe stata perfetta una coerenza totale, ma glielo si può perdonare secondo me.
Assolutamente vero, l'ho detto anch'io, sono passati sopra alle regole per necessità di trama e per alzare il ritmo sul finale. Poi dipende dal singolo se perdonare l'incoerenza o meno... io il film comunque l'ho apprezzato, quindi pur con le mie critiche lo promuovo, ma con riserva appunto.

 
Concordo con le critiche all'incoerenza della sceneggiatura del film (e ce ne sarebbero anche altre) tranne il punto sul bambino e sul fuoco visto che era una regola chiaramente mostrata prima quella dei rumori bianchi che mascherano i rumori più piccoli :asd:

 
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Concordo con le critiche all'incoerenza della sceneggiatura del film (e ce ne sarebbero anche altre) tranne il punto sul bambino e sul fuoco visto che era una regola chiaramente mostrata prima quella dei rumori bianchi che mascherano i rumori più piccoli :asd:
Ci sta, e tra l'altro è figo il fatto che facciano un parallelo con la scena della cascata, però è anche vero che

una cosa è il "potere coprente" di una cascata, e un'altro è quello dello scorrere di un po' d'acqua, inoltre il mostro è a distanza ravvicinata, cioè non sono così convinto che quel rumore bianco possa coprire i gemiti di un bebè con il mostro lì a due passi.
Comunque in questo caso ci può stare, lo ammetto.

 
Ci sta, e tra l'altro è figo il fatto che facciano un parallelo con la scena della cascata, però è anche vero che
una cosa è il "potere coprente" di una cascata, e un'altro è quello dello scorrere di un po' d'acqua, inoltre il mostro è a distanza ravvicinata, cioè non sono così convinto che quel rumore bianco possa coprire i gemiti di un bebè con il mostro lì a due passi.
Comunque in questo caso ci può stare, lo ammetto.
E per il fuoco, io credo sia perché è un elemento naturale, sennò si metterebbero ad attaccare le cascate, o la pioggia :sisi:
 
E per il fuoco, io credo sia perché è un elemento naturale, sennò si metterebbero ad attaccare le cascate, o la pioggia :sisi:
Su questo non sono d'accordo,

non esiste animale che riesca a distinguere tra "suono naturale" e non, dipende da quanto un suono risalti dal rumore di fondo, e distinguendosi può incuriosire o spaventare. La cascata è costante, e la pioggia è ricorrente, gli animali si abituano a questi rumori e non ci danno peso, il fuoco non è un rumore ricorrente, non capitano spesso incendi naturali, è un rumore che si distingue e non è affatto comune, perciò a mio avviso dovrebbe attirare i mostri.
 
Su questo non sono d'accordo,
non esiste animale che riesca a distinguere tra "suono naturale" e non, dipende da quanto un suono risalti dal rumore di fondo, e distinguendosi può incuriosire o spaventare. La cascata è costante, e la pioggia è ricorrente, gli animali si abituano a questi rumori e non ci danno peso, il fuoco non è un rumore ricorrente, non capitano spesso incendi naturali, è un rumore che si distingue e non è affatto comune, perciò a mio avviso dovrebbe attirare i mostri.
Credo però siano più intelligenti dei nostri animali :hmm: non sappiamo neanche da dove vengano.

Se invece mi facessi un discorso su come abbiano acceso quel fuoco senza far rumore (cosa che ho pensato in questi minuti di discussione), allora ti do ragione :asd:
 
Proverbiale occasione sprecata.

Il post apocalittico è uno dei generi più abusati dell'intrattenimento contemporaneo, ma quello che sicuramente va riconosciuto, è che mantenga un appeal pressoché eterno. Tanti gli approcci possibili a uno scenario di un mondo dove l'umanità è stata spazzata via da una calamità/invasione/malattia. Interessante, dunque, quello scelto per questo "A Quiet Place", che fa del suo veicolo (il cinema) l'unico (forse insieme al videogioco) possibile per raccontare una storia che gioca principalmente sul suono e sulla sua importanza in un mondo in cui ogni minuscola vibrazione detta chi deve sopravvivere e chi no.

Quando veniamo introdotti alla drammatica esistenza della famiglia protagonista e assistiamo alle regole e ai comportamenti, da eseguire rigidamente e senza colpi di testa, che si è imposta per preservarsi in attesa di qualche improbabile soluzione alla catastrofe, il film ci avvolge in una tensione impeccabile, esasperando e dando nuova linfa all'archetipo horror del nascondino con l'uomo nero: quello in cui bisogna chiudersi nell'armadio e fare silenzio, sperando che il mostro che ci è entrato in camera non senta il nostro odore e che quella gruccia in bilico sulla sbarra che regge i vestiti non cada a terra, sancendo la nostra condanna.

Solo che adesso l'uomo nero può sentirci sussurrare da chilometri, può sentire il rumore dei passi sul legno scricchiolante, le stoviglie poggiate sul tavolo, le sedie che sfregano sul pavimento e, ovviamente, le urla e i vagiti di un bambino in procinto di nascere.

Ed è proprio in questo gioco del nascondino forzato che A Quiet Place funziona perfettamente, costringendoci con gli occhi sbarrati e la bocca serrata a partecipare a quell'indispensabile silenzio, che una volta rotto porterebbe una conseguenza esiziale alla quale né i protagonisti né noi spettatori dall'incredulità sospesa, non vogliamo in alcun modo assistere.

Appunto.

Quando quel chiodo lasciato inavvertitamente sull'asse di legno che compone la scala del laboratorio (da un pater familias morbosamente attento al minimo dettaglio, novello ingegnere del suono ma pessimo, pessimo ferramenta) causa il galeotto urlo della madre partoriente, tutto il raffinatissimo gioco di silenzi teneri, tesi, struggenti, insostenibili, tutto quel che faceva di questo ennesimo post apocalittico americano un film godibilissimo e centrato si sgretola di fronte ai colpi (lo ammetto, a quel punto un po' inattesi) del panettone horror d'azione, coi mostri in pessima CGI dal design pigro e stantio, che non fanno più paura come quando non li vedevamo, che stancano, che annoiano e di cui francamente non se ne sentiva il bisogno.

Ed è anche il ritmo a crollare, come i pezzi di quell'equilibrio così prezioso che teneva in vita questa famiglia, e ti senti quasi tradito e preso in giro, perché a quelle regole stavi imparando a stare anche tu.

E crolla anche la sospensione dell'incredulità, mentre ti rendi conto di aver smesso di sudare freddo e ti ricordi che devi andare in bagno e potresti anche non voler mettere in pausa il film, lasciarlo scorrere mentre, ma tu guarda, anche Krasinski sta citando Jurassic Park con quei bambini chiusi in macchina che cercano di sfuggire al tirannosauro di turno. E ti ricordi per un attimo di Stranger Things, e ti viene noia di nuovo e ti trascini, sfinito, verso un finale da risatina isterica, causa fucile a pompa e donne cazzute; ché lui ce la voleva dare a bere con quel "resta a casa, figlia femmina, e aiuta tua madre. Mentre io e il primogenito maschio andiamo a pesca" e invece, alla fine, sono le donne di casa con uno sguardo d'intesa, una volta capito il "trucco", a dettare le regole del nuovo mondo. Un mondo che, ancora una sacrosanta, maledetta, insopportabile volta, si fa avanti a colpi di canna mozza.

Meno male che almeno non ce lo farà vedere nessuno. Rimarremo vittime di quello sguardo d'intesa e di quel gesto tamarro e potremo andare a dormire, sognando milioni di teste di necromorfi esplose in aria e svegliarci il giorno dopo chiedendoci perché abbiamo impiegato due ore del nostro tempo a farci prendere in giro da un regista non di certo incapace di muoversi a suo agio nel genere, ma tristemente pavido.

Un film, a conti fatti, inutile con un'ottima prima parte.

 
Proverbiale occasione sprecata.

Il post apocalittico è uno dei generi più abusati dell'intrattenimento contemporaneo, ma quello che sicuramente va riconosciuto, è che mantenga un appeal pressoché eterno. Tanti gli approcci possibili a uno scenario di un mondo dove l'umanità è stata spazzata via da una calamità/invasione/malattia. Interessante, dunque, quello scelto per questo "A Quiet Place", che fa del suo veicolo (il cinema) l'unico (forse insieme al videogioco) possibile per raccontare una storia che gioca principalmente sul suono e sulla sua importanza in un mondo in cui ogni minuscola vibrazione detta chi deve sopravvivere e chi no.

Quando veniamo introdotti alla drammatica esistenza della famiglia protagonista e assistiamo alle regole e ai comportamenti, da eseguire rigidamente e senza colpi di testa, che si è imposta per preservarsi in attesa di qualche improbabile soluzione alla catastrofe, il film ci avvolge in una tensione impeccabile, esasperando e dando nuova linfa all'archetipo horror del nascondino con l'uomo nero: quello in cui bisogna chiudersi nell'armadio e fare silenzio, sperando che il mostro che ci è entrato in camera non senta il nostro odore e che quella gruccia in bilico sulla sbarra che regge i vestiti non cada a terra, sancendo la nostra condanna.

Solo che adesso l'uomo nero può sentirci sussurrare da chilometri, può sentire il rumore dei passi sul legno scricchiolante, le stoviglie poggiate sul tavolo, le sedie che sfregano sul pavimento e, ovviamente, le urla e i vagiti di un bambino in procinto di nascere.

Ed è proprio in questo gioco del nascondino forzato che A Quiet Place funziona perfettamente, costringendoci con gli occhi sbarrati e la bocca serrata a partecipare a quell'indispensabile silenzio, che una volta rotto porterebbe una conseguenza esiziale alla quale né i protagonisti né noi spettatori dall'incredulità sospesa, non vogliamo in alcun modo assistere.

Appunto.

Quando quel chiodo lasciato inavvertitamente sull'asse di legno che compone la scala del laboratorio (da un pater familias morbosamente attento al minimo dettaglio, novello ingegnere del suono ma pessimo, pessimo ferramenta) causa il galeotto urlo della madre partoriente, tutto il raffinatissimo gioco di silenzi teneri, tesi, struggenti, insostenibili, tutto quel che faceva di questo ennesimo post apocalittico americano un film godibilissimo e centrato si sgretola di fronte ai colpi (lo ammetto, a quel punto un po' inattesi) del panettone horror d'azione, coi mostri in pessima CGI dal design pigro e stantio, che non fanno più paura come quando non li vedevamo, che stancano, che annoiano e di cui francamente non se ne sentiva il bisogno.

Ed è anche il ritmo a crollare, come i pezzi di quell'equilibrio così prezioso che teneva in vita questa famiglia, e ti senti quasi tradito e preso in giro, perché a quelle regole stavi imparando a stare anche tu.

E crolla anche la sospensione dell'incredulità, mentre ti rendi conto di aver smesso di sudare freddo e ti ricordi che devi andare in bagno e potresti anche non voler mettere in pausa il film, lasciarlo scorrere mentre, ma tu guarda, anche Krasinski sta citando Jurassic Park con quei bambini chiusi in macchina che cercano di sfuggire al tirannosauro di turno. E ti ricordi per un attimo di Stranger Things, e ti viene noia di nuovo e ti trascini, sfinito, verso un finale da risatina isterica, causa fucile a pompa e donne cazzute; ché lui ce la voleva dare a bere con quel "resta a casa, figlia femmina, e aiuta tua madre. Mentre io e il primogenito maschio andiamo a pesca" e invece, alla fine, sono le donne di casa con uno sguardo d'intesa, una volta capito il "trucco", a dettare le regole del nuovo mondo. Un mondo che, ancora una sacrosanta, maledetta, insopportabile volta, si fa avanti a colpi di canna mozza.

Meno male che almeno non ce lo farà vedere nessuno. Rimarremo vittime di quello sguardo d'intesa e di quel gesto tamarro e potremo andare a dormire, sognando milioni di teste di necromorfi esplose in aria e svegliarci il giorno dopo chiedendoci perché abbiamo impiegato due ore del nostro tempo a farci prendere in giro da un regista non di certo incapace di muoversi a suo agio nel genere, ma tristemente pavido.

Un film, a conti fatti, inutile con un'ottima prima parte.
Non condivido quanto scritto ma voglio solo dirti che é stato già annunciato il seguito. :sard:

 
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L'ho visto: bello ma non bellissimo.Non ci sono dialoghi nel senso tradizionale del termine, ci sono alcune conversazioni col linguaggio dei segni, eppure questo film parla più che altro con le immagini e con le espressioni facciali dei protagonisti, e su questo c'è poco da dire, la fotografia è stupenda, e gli attori sono estremamente espressivi. Chapeau!

Il problema è che la tecnica sopraffina e la recitazione pregevole, si scontrano con una storia che, a mio avviso, fa acqua da tutte le parti. Di solito io sono contrario a chi "fa le pulci" a opere di fantasia, chi insomma cerca le crepe nella logica del racconto, ma in questo film mi sono ritrovato ad essere uno di quelli, non ho potuto davvero fare a meno di notare tutte le clamorose contraddizioni che si manifestano nel film, e non ho potuto ignorarle perché il film è basato INTERAMENTE sul concetto del silenzio e del rumore in grado di allontanare o avvicinare i mostri, ed il fatto che le regole sui suoni e sulla sensibilità ad essi dei mostri vengano piegate e manipolate in continuazione per pura necessità di trama, l'ho trovato MOLTO distraente e la considero una manifestazione di pigrizia da parte dello sceneggiatore. Il problema è che la tensione dovrebbe passare dal fatto che ogni suono possa essere fatale, e il silenzio debba essere considerato la salvezza, ma il problema è che durante il terzo atto queste due regole vanno letteralmente a farsi benedire, perché l'autore ha voluto un cambio di ritmo e quindi ha deciso che valesse tutto a quel punto, e la tensione nel mio caso si è trasformata in frustrazione e delusione.

è un peccato perché comunque ha dei momenti davvero bellissimi e tesissimi, da cardiopalma, ma pecca oltre che per le inconsistenze sopracitate, anche per la presenza di alcune scene un po' troppo sopra le righe e decisamente fuori luogo, e poi ci sono una montagna di cliché.

Il prodotto finale è buono, non fraintendetemi, mi è piaciuto il film, ma a mio parere è ben lontano dall'eccellenza, ed il fatto che la critica americana lo abbia osannato come la seconda venuta di Gesù Cristo non mi ha certo aiutato a tenere le aspettative basse, e francamente, pur avendo apprezzato la pellicola, sono un po' deluso.

P.S.

Ma il personaggio di Krasinski ha pensato a costruire un bunker con bara e respiratore per il bebé, ma non ha pensato a costruire un semplicissimo ciuccio per silenziare e spostare a piacimento il pupo??? E ce ne sarebbero milioni di osservazioni di questo tipo che potrei fare, ma questa è quella che mi urta di più attualmente :rickds:
Infatti, la sensibilità acustica dei mostri non mi pare trattata con molta coerenza, la scena con il neonato è abbastanza assurda per esempio :asd:. Comunque al di là di questo è un film che al di fuori dei momenti di tensione gira completamente a vuoto, non costruisce i personaggi, non delinea un contesto, non fa niente per rendersi interessante e ti porta ad aspettare sadicamente che facciano qualche rumore per vivacizzare un'attimo le cose, perché alla fine veramente ha poco o nulla da raccontare. Salvo solo un paio di momenti più riusciti:

La scena del parto con i fuochi d'artificio, ma anche lì la credibilità vacilla, e il sacrificio del padre, scontato ma tutto sommato efficace.
 
Non condivido quanto scritto ma voglio solo dirti che é stato già annunciato il seguito. :sard:
Ma tu guarda! Krasinski ha un altro rutto in canna. Probabilmente quello grosso.

Io mi scanso volentieri.

 
Ma tu guarda! Krasinski ha un altro rutto in canna. Probabilmente quello grosso.

Io mi scanso volentieri.
A me non è dispiaciuto, andrò sicuramente a vedere il seguito.

 
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