Elaine Deithwen
Divinità
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Ciao a te e grazie! In effetti,
il particolare legato alla targhetta del mostro è un dettaglio da non sottovalutare. Mi chiedo a questo punto il perchè Geralt si muova in incognito e insista particolarmente sul non voler rivelare la propria identità a Nimue. Quindi, tra l'altro, questo confermerebbe il fatto che nell'ultimo libro non è davvero morto, ma è stato lasciato in una sorta di limbo assieme a Yennefer?
Che tu sappia comunque sono previsti altri libri in futuro o la scrittura della saga si è conclusa così?
E' possibile sì, è una bella interpretazione. Oltre ad un significato concreto penso che si possa parlare anche di qualcosa di astratto: la leggenda che diventa realtà che si avvera
«Lo strigo Geralt non è morto!» sbottò Nimue. «Se n’è soltanto andato, se n’è andato nel Paese dei Meli. Ma tornerà... tornerà, perché così dice la leggenda.»
«Leggende. Saghe. Favole. Storie e racconti. Avrei potuto intuirlo, Nimue del villaggio di Wyrwa, diretta alla scuola delle maghe sull’isola di Thanedd. Non avresti azzardato una spedizione così folle, non fosse per le leggende e le favole con cui sei cresciuta. Ma sono solo favole, Nimue. Solo favole. Ormai ti sei allontanata troppo da casa per non capirlo.
(...) E ci sarà sempre bisogno degli strighi. Che possano accorrere sempre dove c’è bisogno di loro. Là da dove giunge un’invocazione di aiuto. Là da dove vengono chiamati. Che possano accorrere, invocati, con la spada in pugno. La spada il cui scintillio trapasserà l’oscurità, la cui luce disperderà le tenebre. Una bella favola, non è vero? E a lieto fine, come tutte le favole che si rispettino. (...)»
Il riposo di Geralt nella terra delle mele è così chiaramente destinato a riferirsi al riposo di Re Artù a Avalon che l'ho letto quasi metaforicamente come la transizione di Geralt alla figura "mitica" che Nimue e Condiwiramurs hanno imparato a conoscere nei loro studi o semplicemente dalle favole raccontate quando erano bambine.
«Lo strigo Geralt non è morto!» sbottò Nimue. «Se n’è soltanto andato, se n’è andato nel Paese dei Meli. Ma tornerà... tornerà, perché così dice la leggenda.»
«Leggende. Saghe. Favole. Storie e racconti. Avrei potuto intuirlo, Nimue del villaggio di Wyrwa, diretta alla scuola delle maghe sull’isola di Thanedd. Non avresti azzardato una spedizione così folle, non fosse per le leggende e le favole con cui sei cresciuta. Ma sono solo favole, Nimue. Solo favole. Ormai ti sei allontanata troppo da casa per non capirlo.
(...) E ci sarà sempre bisogno degli strighi. Che possano accorrere sempre dove c’è bisogno di loro. Là da dove giunge un’invocazione di aiuto. Là da dove vengono chiamati. Che possano accorrere, invocati, con la spada in pugno. La spada il cui scintillio trapasserà l’oscurità, la cui luce disperderà le tenebre. Una bella favola, non è vero? E a lieto fine, come tutte le favole che si rispettino. (...)»
Il riposo di Geralt nella terra delle mele è così chiaramente destinato a riferirsi al riposo di Re Artù a Avalon che l'ho letto quasi metaforicamente come la transizione di Geralt alla figura "mitica" che Nimue e Condiwiramurs hanno imparato a conoscere nei loro studi o semplicemente dalle favole raccontate quando erano bambine.

:sorrisoni:La saga è conclusa, non credo che l'autore abbia intenzione di scrivere altro (). Forse solo sotto minaccia di tagliargli tutte le bretelle che ha nell'armadio :pffs:
Già mi vedo Elaine all'aereoporto in partenza per la Polonia intabarrata come un ninja e con un paio di forbici in mano
Ho un paio di forbici speciali per tagliare le bretelle forgiate nel Monte Fato.
A chi dobbiamo tirare le orecchie per avere la trilogia Hussita in italiano? :cry: