Ufficiale Arti Marziali

ufficiale
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http://it.m.wikipedia.org/wiki/Daitō-Ryū_Aikijūjutsu

o da budointernational.it

La nascita dell'Aiki-Jutsu si deve al maestro Shinra SaburoYoshimitsu nel periodo Kamakura, che ha concepito questa

disciplina per allenare i praticanti a mirare alle mani ed ai

polsi dell’avversario, particolarmente esposti durante i

combattimenti.
periodo kamamura = 1185-1333

L’insegnamento dell’Aiki-Jutsu è, in questoperiodo, un segreto che solo in pochi possono conoscere.

Yoshikiyo, figlio di Yoshimitsu, cambierà il nome in

Yoshikiyo Takeda, continuando a sviluppare la disciplina e

a divulgarla segretamente all’interno del proprio clan. Alla

fine del diciassettesimo secolo l’insegnamento marziale

delle scuole Aiki-In-Yo-Ho e Daito-Ryu Aikijujutsu viene

trasmessso all’intero clan degli Aizu, proibendone la

diffusione al di fuori dello stesso. Due secoli dopo Shokaku

Takeda ritornò alle origini della disciplina divulgata nella

propria famiglia e quindi riprese la pratica del Daito-ryu

Aiki-Jitsu. Il figlio di Shokaku Takeda, Tokimune Takeda,

fondò il Daitokan e divenne maestro del futuro fondatore

dell’Aikido, Morihei Ueshiba.

Con Tokimune Takeda avviene la liberazione

dell’insegnamento dell’Aiki-Jutsu all’esterno del Giappone

e la sua diffusione a livello globale.
http://it.m.wikipedia.org/wiki/Morihei_Ueshiba

il jujitsu fu codificato nel 1600 , e ha origine dalle tecniche, più antiche, dell'aikijujitsu probabilmente. Nasce per sfruttare le conoscenze delle arti marziali giapponesi su leve articolari e proiezioni perchè , come dice maju, più efficaci in combattimento contro uomini in armatura rispetto a colpire a mani nude.

Non ti far confondere dal fatto che aikido-jujitsu raggruppa i due nomi. E' precedente, il nome racchiude semplicemente dei concetti... jujutsu indica la "durezza" , aiki no jutsu indica la morbidezza e la combinazione indica l'uso di entrambe.

Il judo come già detto è stato fondato a fine 800 da jigoro kano. Cioè prima dell'aikido.

http://it.m.wikipedia.org/wiki/Jigoro_Kano

Non mi risulta che le arti marziali giapponesi abbiano mai avuto terreno fertile in Cina. Per la situazione poilitica e per le peculiarità delle arti cinesi. E per il fatto che le arti marziali in giappone son state conosciute perchè importate (e riadattate) dalla cina.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Mi sa che vi state confondendo con il judo "sportivo", ovvero quella cazzatina che viene usata per le gare e per far giocare i bambini piccini rispetto a quello vero e più profondo ma meno commerciale. Esattamente come accade con il wushu.

Il Judo é un sistema educativo messo a punto da Jigoro Kano (1860 - 1938) per educare corpo e mente ad un migliore impiego delle proprie e altrui energie, il tutto, in un clima di collaborazione, reciproco rispetto e prosperità. La messa a punto del sistema é durata parecchi anni e, per certi versi, é ancora in piena evoluzione. Il judo é una sintesi di antiche scuole di combattimento, sopravvissute alla restaurazione Meiji e all’apertura del Giappone al mondo moderno.


Le cosiddette "arti marziali", verso la fine dell’800 stavano scomparendo, perché non rispondevano più agli ideali e alle aspettative della nuova società giapponese. Il Giappone voleva recuperare il tempo perduto (circa 400 anni di ritardo) e diventare a pieno titolo un paese “moderno”. In quest’ottica, parole come Bushido, Samurai, ecc. non avevano più senso ed anzi costituivano un ostacolo al nuovo progresso. La figura di Jigoro Kano si colloca in questo contesto come un giovane studente universitario alla ricerca di un’attività fisica che gli consenta di irrobustire il fisico, un po’ gracilino, e poter far fronte alle angherie dei compagni più anziani e forti di lui. In questa ricerca Jigoro Kano s’imbatte in alcuni degli ultimi capiscuola dell’antico ju jitsu dai quali impara l’antica arte fino a diventarne il legittimo erede e maestro. Durante questa ricerca Jigoro Kano intuisce l’importanza che l’immenso patrimonio del Budo (l'insieme delle arti marziali) può ancora avere per la crescita e lo sviluppo dell’uomo “moderno”. Ma così com’é articolato non può funzionare e Jigoro Kano decide allora di modificarlo per adeguarlo alle esigenze della nuova società che si sta delineando ormai in tutto il Giappone e, più in generale, nel mondo intero.



Il vecchio ju jitsu mirava ad uccidere un nemico o comunque a danneggiarlo, il judo non uccide nessuno e mira a migliorare sé stessi e gli altri. Il ju jitsu attraverso la pratica migliorava la propria abilità nel combattimento per uccidere e vincere il nemico sul campo di battaglia, il judo attraverso la pratica migliora la conoscenza di sé stessi per meglio affrontare la vita e il mondo in cui viviamo. Il ju jitsu ha fini militari, il judo ha finalità educative. Ecco perché il nome cambia, da ju-jitsu a ju-do, dove "jitsu" sta per arte/abilità pratica e "do" sta per meta/principio da seguire.


In questa nuova formula il judo non deve più essere pericoloso, in modo tale che chiunque, giovane o adulto, maschio o femmina, possa praticarlo senza paura e in completa tranquillità.
A tale scopo Jigoro Kano intraprende un'opera di selezione e trasformazione di tutto il patrimonio tecnico del ju jitsu fino a renderlo adatto alle nuove finalità educative. Questa attività di selezione non si arresterà mai e verrà portata avanti nel tempo arricchendosi delle nuove esperienze e scoperte fornite dalle competizioni. L'arbitraggio, nel contempo, mette a punto le proprie regole adattandosi alle continue e nuove situazioni che la pratica agonistica impone.


L’affermazione e la diffusione del judo non é così facile come sembra. Le scuole di ju jitsu esistenti si vedono minacciate dal nuovo metodo e fan di tutto per ostacolarne la crescita e minarne la credibilità. Le sfide sono all’ordine del giorno e i combattimenti assumono talvolta il tono di veri e propri duelli. Questo clima dura fino a quando l’ente della polizia di stato, dovendo dare in appalto la fornitura del servizio, bandisce un vera e propria gara. A tale incontro partecipano la scuola del Judo Kodokan di Jigoro Kano e la Fukuda Ryu di Hachinosuke Fukuda, scuola di jujitsu molto conosciuta ed affermata sul territorio. La posta in gioco é molto alta, il “vecchio” ju jitsu contro il “nuovo” judo e......vince il judo!
Il judo, al tempo della sfida, era già abituato a combattere secondo certe regole (randori, shiai) mentre il ju jitsu no, limitandosi principalmente alla esecuzione di esercizi puramente formali (kata). In pratica il judo vince perché é già quasi sport.


A questo punto il judo é ormai una realtà conosciuta la cui diffusione sul territorio giapponese aumenta sempre più. Ma a Jigoro Kano questo non basta, vuole salvare l’intero patrimonio delle antiche arti marziali e per farlo ha bisogno di tutte le scuole di ju jitsu rimaste. A tal fine Jigoro Kano riunisce, in una specie di assemblea costituente, i capiscuola delle diverse scuole di ju jitsu esistenti (Fukuda compreso) ed insieme si mettono al lavoro per trovare il modo di inserire e conservare le antiche esperienze nel nuovo metodo. Il risultato é da ricercarsi nei kata del judo, attraverso i quali é possibile “ripassare” le tecniche dell’antico ju jitsu e, soprattutto, i suoi principi (Attenzione! Su questo modello si imposteranno anche tutte le altre arti marziali giapponesi, karate, kendo, ecc.). Nel 1922 Jigoro Kano dichiara completata la formula del judo e con poche, ma incisive frasi, ne stigmatizza le finalità:



Il judo é collaborazione (jita kyoei) e corretto impiego delle risorse (seiryoku zen'yo).


Il judo si attua attraverso Kata e Randori.



Il Kata é lo studio della "forma" in sé e dei "modelli" (classici e moderni) mentre il Randori é la libera composizione. Il Kata é un esercizio preordinato in cui entrambe i contendenti conoscono il ruolo e le relative modalità interpretative. Il Randori é un combattimento libero, senza vinti e vincitori, il cui scopo é provare le tecniche dal vivo ricercandonene nuove interpretazioni. Con il Kata Jigoro Kano salva il passato e con il Randori si assicura il futuro.



Il nome, Judo Kodokan, significa: "Via dell’adattamento", "La vera via da seguire".



Jigoro Kano, grazie anche alle sue conoscenze politiche e diplomatiche (diventerà ministro dell’educazione), fa di tutto, e ci riesce, affinché il judo entri a far parte di tutta quanta la società giapponese (fino anche alla famiglia imperiale!). Viene creata un’istituzione, il Kodokan, con il precipuo scopo di promuovere e tutelare l’immagine del judo stesso. Nascono le prime gare, i campionati e con essi i primi miti sportivi e Jigoro Kano “spinge” per l’inserimento del judo nelle Olimpiadi. Per lui Sport Olimpico é un modo di praticare sport che va al di là del semplice vincere o perdere, in accordo con quanto propugnava De Coubertin: “é uno stato mentale... può essere applicato alle più diverse situazioni, e non rappresenta l’esclusivo monopolio di una qualsiasi razza od età. L’Olimpismo è uno stato mentale realizzato dalla cultura dell’impegno e dell’euritmia…" "La cosa importante nella vita non è la vittoria, ma il lottare; non è aver sconfitto, ma aver combattuto bene.”



Il metodo didattico é ormai consolidato ed esiste un corpo insegnanti ampio e di comprovata capacità. A questo punto Jigoro Kano muore (1938). Siamo alle soglie della seconda guerra mondiale ed il Giappone é attraversato da una corrente nazionalistica esasperata che, gradualmente, lo porterà ad entrare a viva forza nel conflitto, a fianco di Germania e Italia. Anche il judo risente di questo clima che, più in generale, coinvolge tutta la cultura nipponica. La guerra finisce, il Giappone é battuto, umiliato dalle truppe alleate che impongono la censura e la chiusura di tutto ciò che abbia anche un vago richiamo con l’antico spirito guerriero. Durante questa fase andranno distrutti o requisiti la maggior parte dei documenti riguardanti la storia del judo (flmati, immagini, libri, ecc.). Solo alcuni anni dopo potrà riprendere la propria attività, ma a condizione di proporsi esclusivamente come sport e senza più alcuna implicazione educativa.
Questo Judo-sport é quello che si é diffuso in tutto il mondo e che é stato possibile conoscere e praticare. L’istituzione del Kodokan rinasce, diventando punto di riferimento per tutto il judo presente e futuro. Nel 1956 arrivano i primi campionati del mondo e nel 1964, a Tokio, il judo diventa sport olimpico, il resto é storia recente.


Oggi il judo é praticato in tutto il mondo da milioni di persone, ma bisogna purtroppo rilevare che questa sua diffusione ha visto crescere in modo smisurato l’aspetto agonistico sportivo a scapito degli aspetti socio educativi. Da alcuni anni si sono formati gruppi di appassionati che individualmente o sotto forma di associazioni ricercano e praticano il cosiddetto Judo Tradizionale, intendendo con ciò porre un'alternativa alla pratica corrente.



Di fatto oggi esistono due possibilità di praticare il Judo: come sport e come l’aveva pensato e voluto il suo fondatore Jigoro Kano. Ecco perché si parla di Judo Sportivo e Judo Tradizionale.



Il Judo sportivo é uno sport e basta, così come il nuoto, il ciclismo, il calcio e così via. Si pratica per vincere un combattimento o una gara. Il suo riferimento più importante é il “Regolamento di gara” e su di esso si imposta tutto l’allenamento.



Il Judo Tradizionale può anche essere uno sport, ma la cosa non é fondamentale. E‘ qualcosa di molto più vasto e, come abbiamo visto, ha differenti finalità, mira ad un benessere psicofisico dell’essere umano e ad un suo miglioramento globale.



Prendiamo ad esempio il combattimento. Nel Judo Sportivo l’orientamento in atto é quello di premiare la “quantità” delle azioni, cioé tra un atleta, che compie un’azione di valore 7, e un altro, che ne compie 3 di valore 3, dovrebbe vincere il secondo perché 3 x 3 = 9 che é maggiore di 7. Nel Judo Tradizionale é esattamente il contrario e viene premiata la “qualità” dell’azione e quindi, riferendoci all’esempio di prima, vincerebbe il primo atleta perché ha fatto l’azione migliore.



Il Judo Tradizionale cerca di realizzare il principio del “JU”, da cui il nome “JU - DO”: “Via per raggiungere il JU” dove “JU” sta per “Capacità di adattamento”.



Al Judo Sportivo non importa assolutamente niente del “DO” e del “JU” ed é proteso esclusivamente al raggiungimento del risultato agonistico - sportivo.



Ci auguriamo che il Judo Tradizionale trovi sempre più spazio nell’attività delle varie società judoistiche e che il lavoro ed il messaggio del suo fondatore trovino un’eco nel cuore e nelle menti di tutti i praticanti di judo.


Fonte: jigorokano.it

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Ma guarda , il chi sao è studiato molto nell'ottica dello striking (non solo, ma molto). Facendo tu judo ti sarebbe molto meno utile del push hands del taiji.Poi se ti va torna qua e dacci una testimonianza dei risultati e dei miglioramenti (anche di comprensione del judo) ottenuti.
Sentire l'energia dell'avversario e scagliargliela contro? Fidati, serve anche nel judo. Per lanciare gli avversari mica si deve usare la forza bruta come se si stesse sradicando alberelli, eh!

Durante il suo soggiorno in Giappone è stato allievo di un grande maestro di tiro con l’arco,il quale lo lasciava praticare dandogli delle piccole indicazioni per indirizzarlo nella via giusta,

ma il modo per arrivare su questa via lo doveva trovare lui stesso.
E' la stessa esperienza che ha avuto il mio maestro Alessio Oltremari durante la sua permanenza in Giappone. E' lì che ha capito che l'allievo deve apprendere da solo ogni cosa, con giusto qualche consiglio dato al momento giusto da parte del sensei, per poter riuscire ad imparare ad usare al meglio sia nel modo che nella tempistica ogni tecnica. Apprendimento tramite scoperta personale, così scrisse in un articolo.

non sono d'accordo, il judo è un'ottima difesa quando si viene afferrati
hp, anche il ju jitzu è molto simile al judo, ma assai più efficace
Mi piacerebbe farlo, infatti il maestro che ho citato nel post di risposta a MAH ha imparato anche il jujitsu in Giappone ed è stato riconosciuto come sensei anche da quelli più anziani lì presenti.

Il problema è che ci sono 2 ragioni ben distinte per cui non posso seguirlo:

1) Non sono messo economicamente bene in questo periodo, perciò sono in una palestra che insegna judo "da gara", perché mi sono messo d'accordo con i 2 maestri lì presenti di pulirgliela al posto di pagare l'abbonamento mensile...

2) Sono in sovrappeso (sbaglio o anche tu sei fuori forma...?) per cui, ora come ora, gli allenamenti che mi fanno fare i 2 tizi del punto 1 sono l'ideale per dimagrire.

 
Mi piacerebbe farlo, infatti il maestro che ho citato nel post di risposta a MAH ha imparato anche il jujitsu in Giappone ed è stato riconosciuto come sensei anche da quelli più anziani lì presenti. Il problema è che ci sono 2 ragioni ben distinte per cui non posso seguirlo:

1) Non sono messo economicamente bene in questo periodo, perciò sono in una palestra che insegna judo "da gara", perché mi sono messo d'accordo con i 2 maestri lì presenti di pulirgliela al posto di pagare l'abbonamento mensile...

2) Sono in sovrappeso (sbaglio o anche tu sei fuori forma...?) per cui, ora come ora, gli allenamenti che mi fanno fare i 2 tizi del punto 1 sono l'ideale per dimagrire.
ma che problemi ti fai?//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

vai di judo che vai bene, io ad esempio farò karate e ci accorperò ju-jitsu, proprio perché a quello stile mancano le proiezioni:sisi:

sicuramente te l'avranno detto anche i tuoi maestri e visto in che modo brusco ti ho consigliato di usarlo per autodifesa, ti devo ovviamente ricordare che dalla legge è considerata un'arma se usata contro un essere umano, quindi stai molto attento anche in questo senso

 
Mi sa che vi state confondendo con il judo "sportivo", ovvero quella cazzatina che viene usata per le gare e per far giocare i bambini piccini rispetto a quello vero e più profondo ma meno commerciale. Esattamente come accade con il wushu.
Il Judo é un sistema educativo messo a punto da Jigoro Kano (1860 - 1938) per educare corpo e mente ad un migliore impiego delle proprie e altrui energie, il tutto, in un clima di collaborazione, reciproco rispetto e prosperità. La messa a punto del sistema é durata parecchi anni e, per certi versi, é ancora in piena evoluzione. Il judo é una sintesi di antiche scuole di combattimento, sopravvissute alla restaurazione Meiji e all’apertura del Giappone al mondo moderno.


Le cosiddette "arti marziali", verso la fine dell’800 stavano scomparendo, perché non rispondevano più agli ideali e alle aspettative della nuova società giapponese. Il Giappone voleva recuperare il tempo perduto (circa 400 anni di ritardo) e diventare a pieno titolo un paese “moderno”. In quest’ottica, parole come Bushido, Samurai, ecc. non avevano più senso ed anzi costituivano un ostacolo al nuovo progresso. La figura di Jigoro Kano si colloca in questo contesto come un giovane studente universitario alla ricerca di un’attività fisica che gli consenta di irrobustire il fisico, un po’ gracilino, e poter far fronte alle angherie dei compagni più anziani e forti di lui. In questa ricerca Jigoro Kano s’imbatte in alcuni degli ultimi capiscuola dell’antico ju jitsu dai quali impara l’antica arte fino a diventarne il legittimo erede e maestro. Durante questa ricerca Jigoro Kano intuisce l’importanza che l’immenso patrimonio del Budo (l'insieme delle arti marziali) può ancora avere per la crescita e lo sviluppo dell’uomo “moderno”. Ma così com’é articolato non può funzionare e Jigoro Kano decide allora di modificarlo per adeguarlo alle esigenze della nuova società che si sta delineando ormai in tutto il Giappone e, più in generale, nel mondo intero.



Il vecchio ju jitsu mirava ad uccidere un nemico o comunque a danneggiarlo, il judo non uccide nessuno e mira a migliorare sé stessi e gli altri. Il ju jitsu attraverso la pratica migliorava la propria abilità nel combattimento per uccidere e vincere il nemico sul campo di battaglia, il judo attraverso la pratica migliora la conoscenza di sé stessi per meglio affrontare la vita e il mondo in cui viviamo. Il ju jitsu ha fini militari, il judo ha finalità educative. Ecco perché il nome cambia, da ju-jitsu a ju-do, dove "jitsu" sta per arte/abilità pratica e "do" sta per meta/principio da seguire.


In questa nuova formula il judo non deve più essere pericoloso, in modo tale che chiunque, giovane o adulto, maschio o femmina, possa praticarlo senza paura e in completa tranquillità.
A tale scopo Jigoro Kano intraprende un'opera di selezione e trasformazione di tutto il patrimonio tecnico del ju jitsu fino a renderlo adatto alle nuove finalità educative. Questa attività di selezione non si arresterà mai e verrà portata avanti nel tempo arricchendosi delle nuove esperienze e scoperte fornite dalle competizioni. L'arbitraggio, nel contempo, mette a punto le proprie regole adattandosi alle continue e nuove situazioni che la pratica agonistica impone.


L’affermazione e la diffusione del judo non é così facile come sembra. Le scuole di ju jitsu esistenti si vedono minacciate dal nuovo metodo e fan di tutto per ostacolarne la crescita e minarne la credibilità. Le sfide sono all’ordine del giorno e i combattimenti assumono talvolta il tono di veri e propri duelli. Questo clima dura fino a quando l’ente della polizia di stato, dovendo dare in appalto la fornitura del servizio, bandisce un vera e propria gara. A tale incontro partecipano la scuola del Judo Kodokan di Jigoro Kano e la Fukuda Ryu di Hachinosuke Fukuda, scuola di jujitsu molto conosciuta ed affermata sul territorio. La posta in gioco é molto alta, il “vecchio” ju jitsu contro il “nuovo” judo e......vince il judo!
Il judo, al tempo della sfida, era già abituato a combattere secondo certe regole (randori, shiai) mentre il ju jitsu no, limitandosi principalmente alla esecuzione di esercizi puramente formali (kata). In pratica il judo vince perché é già quasi sport.


A questo punto il judo é ormai una realtà conosciuta la cui diffusione sul territorio giapponese aumenta sempre più. Ma a Jigoro Kano questo non basta, vuole salvare l’intero patrimonio delle antiche arti marziali e per farlo ha bisogno di tutte le scuole di ju jitsu rimaste. A tal fine Jigoro Kano riunisce, in una specie di assemblea costituente, i capiscuola delle diverse scuole di ju jitsu esistenti (Fukuda compreso) ed insieme si mettono al lavoro per trovare il modo di inserire e conservare le antiche esperienze nel nuovo metodo. Il risultato é da ricercarsi nei kata del judo, attraverso i quali é possibile “ripassare” le tecniche dell’antico ju jitsu e, soprattutto, i suoi principi (Attenzione! Su questo modello si imposteranno anche tutte le altre arti marziali giapponesi, karate, kendo, ecc.). Nel 1922 Jigoro Kano dichiara completata la formula del judo e con poche, ma incisive frasi, ne stigmatizza le finalità:



Il judo é collaborazione (jita kyoei) e corretto impiego delle risorse (seiryoku zen'yo).


Il judo si attua attraverso Kata e Randori.



Il Kata é lo studio della "forma" in sé e dei "modelli" (classici e moderni) mentre il Randori é la libera composizione. Il Kata é un esercizio preordinato in cui entrambe i contendenti conoscono il ruolo e le relative modalità interpretative. Il Randori é un combattimento libero, senza vinti e vincitori, il cui scopo é provare le tecniche dal vivo ricercandonene nuove interpretazioni. Con il Kata Jigoro Kano salva il passato e con il Randori si assicura il futuro.



Il nome, Judo Kodokan, significa: "Via dell’adattamento", "La vera via da seguire".



Jigoro Kano, grazie anche alle sue conoscenze politiche e diplomatiche (diventerà ministro dell’educazione), fa di tutto, e ci riesce, affinché il judo entri a far parte di tutta quanta la società giapponese (fino anche alla famiglia imperiale!). Viene creata un’istituzione, il Kodokan, con il precipuo scopo di promuovere e tutelare l’immagine del judo stesso. Nascono le prime gare, i campionati e con essi i primi miti sportivi e Jigoro Kano “spinge” per l’inserimento del judo nelle Olimpiadi. Per lui Sport Olimpico é un modo di praticare sport che va al di là del semplice vincere o perdere, in accordo con quanto propugnava De Coubertin: “é uno stato mentale... può essere applicato alle più diverse situazioni, e non rappresenta l’esclusivo monopolio di una qualsiasi razza od età. L’Olimpismo è uno stato mentale realizzato dalla cultura dell’impegno e dell’euritmia…" "La cosa importante nella vita non è la vittoria, ma il lottare; non è aver sconfitto, ma aver combattuto bene.”



Il metodo didattico é ormai consolidato ed esiste un corpo insegnanti ampio e di comprovata capacità. A questo punto Jigoro Kano muore (1938). Siamo alle soglie della seconda guerra mondiale ed il Giappone é attraversato da una corrente nazionalistica esasperata che, gradualmente, lo porterà ad entrare a viva forza nel conflitto, a fianco di Germania e Italia. Anche il judo risente di questo clima che, più in generale, coinvolge tutta la cultura nipponica. La guerra finisce, il Giappone é battuto, umiliato dalle truppe alleate che impongono la censura e la chiusura di tutto ciò che abbia anche un vago richiamo con l’antico spirito guerriero. Durante questa fase andranno distrutti o requisiti la maggior parte dei documenti riguardanti la storia del judo (flmati, immagini, libri, ecc.). Solo alcuni anni dopo potrà riprendere la propria attività, ma a condizione di proporsi esclusivamente come sport e senza più alcuna implicazione educativa.
Questo Judo-sport é quello che si é diffuso in tutto il mondo e che é stato possibile conoscere e praticare. L’istituzione del Kodokan rinasce, diventando punto di riferimento per tutto il judo presente e futuro. Nel 1956 arrivano i primi campionati del mondo e nel 1964, a Tokio, il judo diventa sport olimpico, il resto é storia recente.


Oggi il judo é praticato in tutto il mondo da milioni di persone, ma bisogna purtroppo rilevare che questa sua diffusione ha visto crescere in modo smisurato l’aspetto agonistico sportivo a scapito degli aspetti socio educativi. Da alcuni anni si sono formati gruppi di appassionati che individualmente o sotto forma di associazioni ricercano e praticano il cosiddetto Judo Tradizionale, intendendo con ciò porre un'alternativa alla pratica corrente.



Di fatto oggi esistono due possibilità di praticare il Judo: come sport e come l’aveva pensato e voluto il suo fondatore Jigoro Kano. Ecco perché si parla di Judo Sportivo e Judo Tradizionale.



Il Judo sportivo é uno sport e basta, così come il nuoto, il ciclismo, il calcio e così via. Si pratica per vincere un combattimento o una gara. Il suo riferimento più importante é il “Regolamento di gara” e su di esso si imposta tutto l’allenamento.



Il Judo Tradizionale può anche essere uno sport, ma la cosa non é fondamentale. E‘ qualcosa di molto più vasto e, come abbiamo visto, ha differenti finalità, mira ad un benessere psicofisico dell’essere umano e ad un suo miglioramento globale.



Prendiamo ad esempio il combattimento. Nel Judo Sportivo l’orientamento in atto é quello di premiare la “quantità” delle azioni, cioé tra un atleta, che compie un’azione di valore 7, e un altro, che ne compie 3 di valore 3, dovrebbe vincere il secondo perché 3 x 3 = 9 che é maggiore di 7. Nel Judo Tradizionale é esattamente il contrario e viene premiata la “qualità” dell’azione e quindi, riferendoci all’esempio di prima, vincerebbe il primo atleta perché ha fatto l’azione migliore.



Il Judo Tradizionale cerca di realizzare il principio del “JU”, da cui il nome “JU - DO”: “Via per raggiungere il JU” dove “JU” sta per “Capacità di adattamento”.



Al Judo Sportivo non importa assolutamente niente del “DO” e del “JU” ed é proteso esclusivamente al raggiungimento del risultato agonistico - sportivo.



Ci auguriamo che il Judo Tradizionale trovi sempre più spazio nell’attività delle varie società judoistiche e che il lavoro ed il messaggio del suo fondatore trovino un’eco nel cuore e nelle menti di tutti i praticanti di judo.


Fonte: jigorokano.it

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Hai approfondito di molto il mio discorso vedo. Alcune cose non le conoscevo. Comunque infatti anche io, come ho detto su , non penso che il judo non abbia valenza marziale. Dipende.

Purtroppo cina e giappone han vissuto entrambe una situazione politica particolare... con il maoismo l'una e con la restaurazione meiji l'altro , in cui sono stati costretti a rifiutare il loro retaggio culturale più antico. Basti vedere la fine che fecero i samurai e il bushido.

Il declino delle arti marziali purtroppo deriva da questo. Perchè come dissi parecchio tempo fa in questo topic, si creò una situazione strana. Da una parte il rendere le arti marziali qualcosa che potesse sopravvivere nei tempi moderni. Traslarle da una dimensione spirituale ad una sportiva. Dall'altra attaccarsi al tradizionalismo spinto da parte di alcune persone, a cui però la tradizione non è arrivata affatto. E che quindi l'ha travisata. Ed è il motivo per cui è stata separata tanto la forma dal combattimento.

Sentire l'energia dell'avversario e scagliargliela contro? Fidati, serve anche nel judo. Per lanciare gli avversari mica si deve usare la forza bruta come se si stesse sradicando alberelli, eh!
Certo, non mi rimangio mica quel che ho detto.

Ti sto solo dicendo che il chi sao del wing chun è pensato per sensibilizzare il corpo in funzione dello striking, il push hand del taiji è invece un esercizio di sensibilizzazione del corpo più adatto

alle necessità di un judoka.

E' la stessa esperienza che ha avuto il mio maestro Alessio Oltremari durante la sua permanenza in Giappone. E' lì che ha capito che l'allievo deve apprendere da solo ogni cosa, con giusto qualche consiglio dato al momento giusto da parte del sensei, per poter riuscire ad imparare ad usare al meglio sia nel modo che nella tempistica ogni tecnica. Apprendimento tramite scoperta personale, così scrisse in un articolo.
Forse preferisco la via di mezzo.

Ma ad alti livelli, trovo sia vero che bisogna guardarsi dentro da soli. La guida esterna è una figura che serve molto all'inizio e "il giusto" più in la.

Mi piacerebbe farlo, infatti il maestro che ho citato nel post di risposta a MAH ha imparato anche il jujitsu in Giappone ed è stato riconosciuto come sensei anche da quelli più anziani lì presenti. Il problema è che ci sono 2 ragioni ben distinte per cui non posso seguirlo:

1) Non sono messo economicamente bene in questo periodo, perciò sono in una palestra che insegna judo "da gara", perché mi sono messo d'accordo con i 2 maestri lì presenti di pulirgliela al posto di pagare l'abbonamento mensile...

2) Sono in sovrappeso (sbaglio o anche tu sei fuori forma...?) per cui, ora come ora, gli allenamenti che mi fanno fare i 2 tizi del punto 1 sono l'ideale per dimagrire.
Eh sui soldi ti capisco... me sa che se va male ce provo pure io a fa qualche accordo strano //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
ma che problemi ti fai?//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Il problema è che:

1) mi stanco in fretta e non per mancanza d'allenamento, ma per la mole.

2) Mi vengono male le cadute proprio per l'eccessivo peso.

vai di judo che vai bene, io ad esempio farò karate e ci accorperò ju-jitsu, proprio perché a quello stile mancano le proiezioni:sisi:
Vuoi espandere il tuo repertorio di tecniche con proiezioni, leve e strangolamenti, giusto?

sicuramente te l'avranno detto anche i tuoi maestri e visto in che modo brusco ti ho consigliato di usarlo per autodifesa, ti devo ovviamente ricordare che dalla legge è considerata un'arma se usata contro un essere umano, quindi stai molto attento anche in questo senso
No, nessuno mi ha mai detto niente in merito. Però è ovvio cosa si può fare con certe mosse... però sono anche fin troppo tranquillo, perciò dubito di utilizzarle.

Tu come sei messo ad autocontrollo?

 
Il problema è che:1) mi stanco in fretta e non per mancanza d'allenamento, ma per la mole.

2) Mi vengono male le cadute proprio per l'eccessivo peso.
1) E allora fai bene a non stare al gioco dei ragazzetti agili e col fiato. Se cerchi di batterli sul loro terreno semplicemente perdi. Sfrutta la stazza , impara ad essere inamovibile , sensibilizza il corpo a reagire al volo ad ogni cambiamento importante senza farti confondere quando la buttano in caciara. La tua "calma" naturale è il tuo punto di forza.

2) Non cadere

 
Il problema è che:1) mi stanco in fretta e non per mancanza d'allenamento, ma per la mole.

2) Mi vengono male le cadute proprio per l'eccessivo peso.

Vuoi espandere il tuo repertorio di tecniche con proiezioni, leve e strangolamenti, giusto?

No, nessuno mi ha mai detto niente in merito. Però è ovvio cosa si può fare con certe mosse... però sono anche fin troppo tranquillo, perciò dubito di utilizzarle.

Tu come sei messo ad autocontrollo?
calare di peso può sembrare difficile, ma più si è giovani e più è facile farlo, il problema è solo rompere il ghiaccio, dopodichè avrai un fisicaccio, non arrenderti e non mollare!

no, mi interessano le fratture, ma chiaramente anche quello

io sono la pace in persona, anche se può non sembrare

 
impossibile, io faccio aikido e in certi casi o cadi o ti rompi:sasa:
Guarda , nel wing chun vige la regola "resta in piedi" detta anche "se cadi sei morto".

E il sistema insegna meticolosamente COME rimanere in piedi. Questo perchè nell'ottica di molti stili di lotta cinese non esiste combattimento a terra. Se sei a terra vuole dire che sei morto. Perdere mobilità , specie in un combattimento contro più persone , è lo svantaggio più grande.

Credimi , esistono mooooolti modi per imparare a gestire le forze applicate contro di te e rimanere ben saldo in piedi e radicato a terra.

Poi se proprio sei COSTRETTO , cadi. Non per questo la difficoltà ad imparare a cadere è un problema insormontabile di efficacia. Esistono altre strade. Sempre.

 
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Hai approfondito di molto il mio discorso vedo. Alcune cose non le conoscevo. Comunque infatti anche io, come ho detto su , non penso che il judo non abbia valenza marziale. Dipende. Purtroppo cina e giappone han vissuto entrambe una situazione politica particolare... con il maoismo l'una e con la restaurazione meiji l'altro , in cui sono stati costretti a rifiutare il loro retaggio culturale più antico. Basti vedere la fine che fecero i samurai e il bushido.

Il declino delle arti marziali purtroppo deriva da questo. Perchè come dissi parecchio tempo fa in questo topic, si creò una situazione strana. Da una parte il rendere le arti marziali qualcosa che potesse sopravvivere nei tempi moderni. Traslarle da una dimensione spirituale ad una sportiva. Dall'altra attaccarsi al tradizionalismo spinto da parte di alcune persone, a cui però la tradizione non è arrivata affatto. E che quindi l'ha travisata. Ed è il motivo per cui è stata separata tanto la forma dal combattimento.
Su questo non ci piove ed, infatti, siamo d'accordo!

Certo, non mi rimangio mica quel che ho detto. Ti sto solo dicendo che il chi sao del wing chun è pensato per sensibilizzare il corpo in funzione dello striking, il push hand del taiji è invece un esercizio di sensibilizzazione del corpo più adatto

alle necessità di un judoka.
Mi sono dimenticato di spiegarmi meglio su questo punto: il movimento che si fa durante il chi sao è utile quando l'avversario tenta di abbracciarti o cambiare tipo di prese, così si può impedire un suo tentativo di prendere un vantaggio nei tuoi confronti. Tuttavia, è ancora meglio quando si parla di lotta a terra, dove lì il contatto fisico è stretto ed il controllo sull'altro è tutto.

Forse preferisco la via di mezzo.Ma ad alti livelli, trovo sia vero che bisogna guardarsi dentro da soli. La guida esterna è una figura che serve molto all'inizio e "il giusto" più in la.
Ad essere onesti anch'io, soprattutto perché tendo a voler fare tutto subito e bene.

Eh sui soldi ti capisco... me sa che se va male ce provo pure io a fa qualche accordo strano //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Pagamenti in natura? :pffs:

 
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Mi sono dimenticato di spiegarmi meglio su questo punto: il movimento che si fa durante il chi sao è utile quando l'avversario tenta di abbracciarti o cambiare tipo di prese, così si può impedire un suo tentativo di prendere un vantaggio nei tuoi confronti. Tuttavia, è ancora meglio quando si parla di lotta a terra, dove lì il contatto fisico è stretto ed il controllo sull'altro è tutto.
Forse neppure io mi sono spiegato a sufficienza. Il chi sao, nel wing chun è allenato su delle tecniche base...serve a sensibilizzare il corpo ala forza avversaria , alla restituzione della forza facendola rimbalzare , all'annullamento mandandola a vuoto ma finalizza quasi sempre la tecnica con un attacco diretto. Il wing chun possiede un'accuratissimo studio su traiettorie , passi ,posizioni. Il Chi sao serve a rendere più efficace nel COLPIRE l'avversario.

A sua differenza , il pushing hand del taiji , serve a sensibilizzare secondo gli stessi principi ma prevede l'applicazione su ogni aspetto del taiji dal colpo , alla sottomissione , allo sbalzamento.....

Chi pratica il pushing hand studiando il taiji non ha NULLA da ottenere in più dal chi sao se non maggior comprensione dei principi del wing chun.

Pagamenti in natura? :pffs:
Speriamo di no //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
1) E allora fai bene a non stare al gioco dei ragazzetti agili e col fiato. Se cerchi di batterli sul loro terreno semplicemente perdi. Sfrutta la stazza , impara ad essere inamovibile , sensibilizza il corpo a reagire al volo ad ogni cambiamento importante senza farti confondere quando la buttano in caciara. La tua "calma" naturale è il tuo punto di forza.
2) Non cadere
Infatti: loro agiscono come se facessero sport, io ho intenzione di praticare arti marziali.

Riguardo al punto 2:

impossibile, io faccio aikido e in certi casi o cadi o ti rompi:sasa:
La tecnica del cadere è destinata a ridurre al minimo l'impatto al quale è sottoposto il praticante sia quando cade spontaneamente che in seguito ad una proiezione. La sicurezza nel Judo si basa su questo equilibrio: Uke (colui che "riceve" la tecnica di proiezione) conosce l'arte delle cadute (termine familiare per indicare in realtà la “rottura di caduta”) e quindi è in grado di non ferirsi; Tori (colui che esegue la tecnica di proiezione) agisce nello spirito di rispetto per l'avversario. In questo modo la sicurezza è totale. Se uno dei due sbaglia qualcosa (e deve essere un avvenimento raro) l'altro sopperisce. L'eventualità che entrambi sbaglino contemporaneamente dovrebbe essere assai remota e quasi impossibile tra Judoisti precisi e responsabili. Ukemi, quindi, sono una garanzia e una sicurezza contro gli infortuni e di conseguenza il loro studio è alla base del progresso tecnico. Senza una buona conoscenza delle cadute si avrà sempre paura di essere proiettati e i movimenti del corpo mancheranno di flessibilità, e ci sarà una tendenza inconscia a porsi in difesa. Viceversa, se uno è profondamente esercitato in questa tecnica, tutti i movimenti potranno essere eseguiti con decisione e con una certa flessibilità fisica e articolare, permettendo rapidi progressi tecnici.

Guarda , nel wing chun vige la regola "resta in piedi" detta anche "se cadi sei morto".E il sistema insegna meticolosamente COME rimanere in piedi. Questo perchè nell'ottica di molti stili di lotta cinese non esiste combattimento a terra. Se sei a terra vuole dire che sei morto. Perdere mobilità , specie in un combattimento contro più persone , è lo svantaggio più grande.

Credimi , esistono mooooolti modi per imparare a gestire le forze applicate contro di te e rimanere ben saldo in piedi e radicato a terra.

Poi se proprio sei COSTRETTO , cadi. Non per questo la difficoltà ad imparare a cadere è un problema insormontabile di efficacia. Esistono altre strade. Sempre.
Le cadute, ovvero ukemi, servono per scaricare l'energia della proiezione in modo da non subire danni. Comunque, sono d'accordo su questo concetto del wing tzun: mi passeresti dei link e qualche video che mostrino queste tecniche per rimanere in piedi?

calare di peso può sembrare difficile, ma più si è giovani e più è facile farlo, il problema è solo rompere il ghiaccio, dopodichè avrai un fisicaccio, non arrenderti e non mollare!
no, mi interessano le fratture, ma chiaramente anche quello

io sono la pace in persona, anche se può non sembrare
In realtà, fino a 4 anni fa, ero un figurino. A causa di problemi sentimentali ed al fatto che ho smesso di fumare, tuttavia, mi sono dedicato al cibo ed alla pigrizia totale, motivo per cui a dismisura.

Sono motivato, comunque, a tornare in forma perché:

1) Non mi entrano i vestiti migliori e di marca e questo scazza. :rickds:

2) Voglio tornare ad essere trombabile per la più ampia categoria di persone ! :rickds:

Forse neppure io mi sono spiegato a sufficienza. Il chi sao, nel wing chun è allenato su delle tecniche base...serve a sensibilizzare il corpo ala forza avversaria , alla restituzione della forza facendola rimbalzare , all'annullamento mandandola a vuoto ma finalizza quasi sempre la tecnica con un attacco diretto. Il wing chun possiede un'accuratissimo studio su traiettorie , passi ,posizioni. Il Chi sao serve a rendere più efficace nel COLPIRE l'avversario. A sua differenza , il pushing hand del taiji , serve a sensibilizzare secondo gli stessi principi ma prevede l'applicazione su ogni aspetto del taiji dal colpo , alla sottomissione , allo sbalzamento.....

Chi pratica il pushing hand studiando il taiji non ha NULLA da ottenere in più dal chi sao se non maggior comprensione dei principi del wing chun.
Meglio così, altrimenti troppe cose da fare tutte insieme!

 
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Comunque, sono d'accordo su questo concetto del wing tzun: mi passeresti dei link e qualche video che mostrino queste tecniche per rimanere in piedi?
No guarda, non si tratta di per se di tecniche. E' la gestione del peso , del baricentro , dei passi , il tipo di rilassamento e radicamento, lo sblocco totale delle articolazioni e tanti accorgimenti. E tutto lavoro interno che nemmeno si vede quando osservi le tecniche. Però tu hai deciso di usare il judo, ovviamente devi adeguarti il più possibile alla tecnica ed imparare come funziona. Anche il cadere , per rendere più sicura la pratica. Quello che volevo dire è che non ti preclude alti livelli di pratica la tua difficoltà per farlo e la tua stazza. Perchè più andrai avanti , più imparerai determinate cose, meno avrai bisogno assoluto di cadere per non danneggiarti. Soprattutto visto che studierai anche taiji. Ti sarà molto utile in quel senso.

Quindi fai tutti gli sforzi che serve per imparare a cadere decentemente ma non ti crucciare se non è il tuo miglior punto di forza.

 
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@mah, io però per caderen non intendo rimanere per terra, infatti noi ci alleniamo molto su come nella cadute finire praticamente in piedi:sasa:, poi, l'ho fatto per poco quindi probabilmente dico una cazzata, nel judo se non erro ci sono molte tecniche da applicare a terra:sasa:

 
@mah, io però per caderen non intendo rimanere per terra, infatti noi ci alleniamo molto su come nella cadute finire praticamente in piedi:sasa:, poi, l'ho fatto per poco quindi probabilmente dico una cazzata, nel judo se non erro ci sono molte tecniche da applicare a terra:sasa:
SI c'è molto combattimento a terra. E si, c'è molto allenamento anche sul cadere già praticamente rialzato da terra. Ovviamente ho parlato dal punto di vista delle arti cinesi. Diciamo che spiego bene cosa intendo col post precedente. Impegnarsi ad imparare quello che il judo ha da offrire , rendere sicura la pratica imparando anche a cadere decentemente e non crucciarsi se non gli riesce bene come magari altre cose, perchè col tempo imparerà a capire quali sono i suoi punti di forza e quali no. E cadere , alla fine, non è per forza l'unica soluzione ai problemi.

 
E cadere , alla fine, non è per forza l'unica soluzione ai problemi.
certo che no, però sopratutto se più forte (leggi bravo) di te dovrai probabilmente cadere, e c'è sempre chi è più bravo:sasa:

 
certo che no, però sopratutto se più forte (leggi bravo) di te dovrai probabilmente cadere, e c'è sempre chi è più bravo:sasa:
Prova a gettare in terra o bloccare un'articolazione di un praticante di taijiquan se lo credi.

Il taiji prevede TANTISSIMO qinna (http://it.wikipedia.org/wiki/Qinna) ma non prevede lotta a terra.

Ti sto dicendo, ovvio che se impari il judo devi imparare anche a cadere come lo stile prevede.

Ma essere efficaci sfruttando le proprie caratteristiche di forza (dopo aver imparato le basi dello stile) per proteggere i punti deboli (magari non enorme bravura a cadere) è possibilissimo.

Specialmente appunto sfruttando la formazione data da una seconda arte marziale come il taijiquan , che studierà.

 
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Posso essere brutale brutale?

Ho visto di Cangelosi un paio di video sul tubo e , opinione personale, mi pare un bel cialtrone //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

Ma, in effetti forse è troppo poco per giudicare.

Ho continuato a cercare materiale in giro.

Guarda io non sono un maestro ma Paolo Cangelosi mi puzza, per una fraccata di motivi. Ovviamente prendimi con le pinze, non essendo io sto espertone ne sto gran praticante.

In primo luogo , dichiara di aver raggiunto il grado di sifu in troppi stili. TROPPI.

In secondo luogo , ho visto video in cui insegna wing chun , e video di suoi allievi.

E di wing chun ha l'aspetto ma non la struttura.

Lui stesso si dichiara maestro di stili interni e non ho visto una sola caratteristica, compresa la struttura fisica base. In compenso ho visto esibizioni in cui esegue i movimenti con la colonna vertebrale completamente disallineata da una lordosi lombare. Non c'è potenza nei movimenti , solo rapidità. Non c'è connessione interna. Il video di qinna era a dir poco astruso con tecniche che funzionerebbero giusto su un vecchio moribondo. Nel video di qi gong m'è parso pure francamente imbarazzante... movimenti che non han nulla a che vedere con la connessione interna al corpo che richiedono , senza nessuna struttura visibile e senza mezza spiegazione dei principi di lavoro.....

Questo è quel che ho visto.

 
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