La Potenza del respiro nelle arti marzialiRespirazione buddhista – Respirazione taoista
Contrapposizione o cooperazione?
C’è molta confusione riguardo al ruolo che svolge il respiro nella pratica delle arti marziali, questo perché da parte dei maestri orientali arrivati in Italia il discorso non è stato quasi mai affrontato in maniera sistematica, e ognuno si è arrangiato come ha potuto. In alcuni stili ci sono dei kata “definiti” respiratori che sicuramente hanno una loro utilità, ma non permettono di capire il ruolo che ha il respiro nella pratica marziale. Cerchiamo di definirlo evitando accuratamente di entrare in merito alle varie tecniche respiratorie tipo pranayama e affini.
Questo perché, se non è chiaro a monte il suo ruolo esatto, alla fine, come è successo al sottoscritto, che era in grado di fare un ciclo completo di respirazione ogni due/tre minuti e a ritmare il respiro da una narice all’altra con precisione cronometrica, e altri giochini più o meno complessi, quando tiravo un pugno di tutto questo virtuosismo respiratorio non restava nulla. (Vedere il Potere del respiro pubblicato l’otto luglio su fb.)
Perché? Semplice e chiaro! Tanto semplice e tanto chiaro che per oltre dieci anni non riuscivo a vederlo:
1° MOVIMENTO E RESPIRO NELLE ARTI MARZIALI, SONO INSCINDIBILI COME UNA COPPIA DI BALLERINI, E SI SOSTENGONO L’UN L’ALTRO IN MANIERA ATTIVA CON UNA PRECISA GERARCHIA CHE NON VA SOVVERTITA:
IL MOVIMENTO “CONDUCE” E IL RESPIRO “SEGUE”.
L’esatto opposto delle tecniche di pranayama.
Le arti marziali sono arti del movimento, quindi, la crescita passa attraverso la consapevolezza evolutiva del gesto che lega insieme movimento, respiro e forza.
Si comincia lavorando assieme movimento e respiro per sviluppare la consapevolezza interna del corpo: muscolatura profonda, sistema mio fasciale, tendini, legamenti e via di seguito.
Lavoro di consapevolezza che permette, per esempio, di:
1-coordinare il movimento del diaframma toracico con quello pelvico e con la muscolatura addominale;
2-liberare l’azione delle costole, altro misconosciuto sistema di potenza inutilizzato;
3-attivare il muscolo ileo-psoas, muscolo che nessuno allena, ma da cui dipende non solo la sinergia motoria tra colonna vertebrale e il sistema anche-bacino, ma anche, attraverso la dinamica respiratoria, la centratura, il radicamento e l’allineamento strutturale del corpo.
L’ALCHIMIA DEL RESPIRO
Fondamentalmente ci sono due respirazioni:
1° - la buddhista, chiamata “respirazione addominale diretta”, basata sulla precisa sinergia che vede nella fase inspiratoria il diaframma toracico scendere e l’addome espandersi e, nella fase espiratoria, l’esatto contrario
2° - la respirazione taoista chiamata “respirazione addominale inversa” che, al contrario, di quella buddhista vede nella fase inspiratoria mentre il diaframma toracico scende l’addome rientrare e, nella fase espiratoria, quando il diaframma risale l’addome espandersi.
Sinteticamente la respirazione buddhista è più idonea nelle fasi di studio per sviluppare la consapevolezza del legame tra movimento-respiro-forza, specie nelle fasi iniziali. La taoista, invece, è più idonea nelle fasi pratiche: quando si esegue una forma, quando si studiano le singole tecniche e quando si combatte perché permette di coniugare qualità opposte come
potenza ed elasticità,
stabilità e dinamicità,
tensione e rilassamento.
Questo perché, ritraendo l’addome mente si sta inspirando e il diaframma sta scendendo, crea nella cavità addomino-toracica, per un’evidente riduzione del suo volume, un aumento della pressione interna.
Aumento di pressione che svolge, oltre a un’efficace resistenza ai colpi, anche la funzione di
A) TENDERE COME UN ARCO LA COLONNA VERTEBRALE
ALLARGARE TUTTI I MUSCOLI DELLA SCHIENA COME QUELLI DI UN GATTO PRONTO A BALZARE SUL TOPO
C) ESSERE DINAMICAMENTE ATTIVI ANCHE IN INSPIRAZIONE
D) MESCOLARE IL QI PRENATALE DELLA CAVITÀ ADDOMINALE (DANTIAN) CON IL QI POSTNATALE DEI POLMONI. (questo punto lo tralasciamo completamente
In sintesi: la respirazione inversa permette di emettere la forza durante entrambi i cicli respiratori. Annullando la fase inspirare-caricare non si è mai vuoti, si può colpire mentre si espira o mentre si inspira, si può colpire andando indietro o uscendo di lato, alzandosi o abbassandosi, perché gli arti, da leve biomeccaniche che si possono o aprire o chiudere sotto l’azione sinergica dei muscoli agonisti e antagonisti, diventano stantuffi pneumatici sempre attivi sia in apertura sia in chiusura.
Per capire l’importanza della respirazione inversa, bisogna fare mente locale a come il corpo si comporta e quali sono le modificazioni fisiologiche interne quando si reagisce a un rumore improvviso, o quando si fa un balzo per evitare un oggetto all’ultimo istante, o ancora quando si fa uno starnuto o quando ci si stira. In tutte queste situazioni il corpo si comporta sempre alla stessa maniera: inspira vigorosamente ritraendo l’addome, facendoci muovere all’istante.
Adesso provate a inspirare espandendo l’addome (respirazione naturale), e noterete che il corpo non risponde con la stessa immediatezza: in una situazione reale, se aveste per caso appoggiato la vostra mano su una piastra rovente, la ritrarreste di sicuro ustionata.
Ecco perché madre natura ci fa inspirare ritraendo l’addome quando dobbiamo re-agire prontamente a un pericolo.
Così è! Il segreto del Wu Wei (l’agire senza intenzioni - muoversi senza sforzo), è in realtà lasciare fare alla natura, e lo scopo della pratica non è altro che un corso di rieducazione per riappropriarci dell’agire naturale.
Nell’arte marziale interna dello Xin Yi Quan si dice: “Quando inspiri porta il respiro indietro e in alto (l’addome si ritrae), quando espiri avanti e in basso (l’addome si espande)”.
Con la respirazione inversa centratura, radicamento, allineamento smettono di essere semplici sensazioni soggettive per diventare realtà fisiche sperimentabili e verificabili.
IN TERMINI PRATICI, DOPO AVERE REALIZZATO IL LEGAME TRA GESTO E RESPIRO CON LA RESPIRAZIONE NATURALE DIRETTA, LA RESPIRAZIONE INVERSA PERMETTE DI REALIZZARE ILLEGAME TRA POTENZA E RESPIRO.