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Prozalius
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domanda scorretta, ma se ti capitasse davanti un bell'imbusto che vorrebbe dimostrare di essere più forte di te, ti limiteresti a chinare il capo?Vabbè ma poraccio però...
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domanda scorretta, ma se ti capitasse davanti un bell'imbusto che vorrebbe dimostrare di essere più forte di te, ti limiteresti a chinare il capo?Vabbè ma poraccio però...
risposta giustissimaNon si tratta di chinare il capo....sapere di essere più forte non implica per forza il doverlo dimostrare...e si mi è capitato qualche volta di lasciar semplicemente correre perché non devo dimostrare nulla a nessuno, neanche a me.wnintendo è stato onesto e lo ha detto "sono troppo orgoglioso per cedere io"
Capiamoci sono contento quando faccio progressi. E' normalissimo. Mostro con orgoglio ed entusiasmo anche alla mia ragazza i miglioramenti posturali , i miglioramenti nella gestione della forza , nel movimento (più armonico) o anche quelli caratteriali e mi piace quando li noto perchè mi fanno capire che non sto buttando via tempo in questa passione senza nessun risultato tangibile.risposta giustissima![]()
bhè, era ovvio, altrimenti avremmo sconfinato nella paranoiaCapiamoci sono contento quando faccio progressi. E' normalissimo. Mostro con orgoglio ed entusiasmo anche alla mia ragazza i miglioramenti posturali , i miglioramenti nella gestione della forza , nel movimento (più armonico) o anche quelli caratteriali e mi piace quando li noto perchè mi fanno capire che non sto buttando via tempo in questa passione senza nessun risultato tangibile. Non è che non abbia un ego, e ci mancherebbe. Ma in primo luogo il motivo per cui pratico e perchè voglio praticare è per l'amore che nutro per queste arti. Che poi si diventi forti praticandole, mi sta benissimo. Sinceramente non mi infastidisce ne che qualcuno si reputi più forte ne che qualcuno lo sia effettivamente.
Anche perchè, a dirla tutta, altrimenti non mi sarei dedicato a delle arti marziali che richiedono tipo 10 anni di allenamento minimo per poterle usare efficacemente in combattimento //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
piccolo annedoto...
è capitato a me quando facevo ancora wing chun che venisse un nuovo allievo da un'altra arte marziale (non so che praticasse prima) che voleva provare il sistema. Capitare con lui negli allenamenti a coppia era una tragedia. Ogni volta che ci scontravamo braccio contro braccio mi pareva di colpire una parete di cemento armato. A fine lezione avevo le braccia a penzoloni. Però non mi sono MAI tirato indietro o impaurito continuando a sopportare il dolore e metterci la forza che andava messa. Io lo feci perchè nelle arti marziali quello è allenamento. E' necessario. Nel caso di quel ragazzo forse, dico forse, la sua non voleva essere una gara con wnintendo , ma con se stesso. Vedendo intorno come si allenavano non voleva essere da meno degli altri pur scontrandosi con delle braccia molto più dure delle sue. Voleva dimostrare magari a se stesso di essere più forte , o più testardo di così , non a te. Ne più forte di te. Ma quello insomma lo capirai se te lo ritrovi di nuovo li.
In fondo chiunque pratichi arti marziali conosce questa mentalità. Tutti noi abbiamo ricevuto in allenamento, volenti o nolenti, colpi che ci han provocato dolore (anche forte) e abbiamo agito semplicemente ignorandolo e traendone la lezione che dovevamo trarne. Altrimenti avremmo scelto ben altre attività a cui dedicarci. Non sarò mica l'unico tornato più volte con le braccia rosse e scorticate a casa , con difficoltà a muoverle bene per una mezza giornata il giorno dopo e ad essere comunque andato all'allenamento successivo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Capiamoci sono contento quando faccio progressi. E' normalissimo. Mostro con orgoglio ed entusiasmo anche alla mia ragazza i miglioramenti posturali , i miglioramenti nella gestione della forza , nel movimento (più armonico) o anche quelli caratteriali e mi piace quando li noto perchè mi fanno capire che non sto buttando via tempo in questa passione senza nessun risultato tangibile. Non è che non abbia un ego, e ci mancherebbe. Ma in primo luogo il motivo per cui pratico e perchè voglio praticare è per l'amore che nutro per queste arti. Che poi si diventi forti praticandole, mi sta benissimo. Sinceramente non mi infastidisce ne che qualcuno si reputi più forte ne che qualcuno lo sia effettivamente.
Anche perchè, a dirla tutta, altrimenti non mi sarei dedicato a delle arti marziali che richiedono tipo 10 anni di allenamento minimo per poterle usare efficacemente in combattimento //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
piccolo annedoto...
è capitato a me quando facevo ancora wing chun che venisse un nuovo allievo da un'altra arte marziale (non so che praticasse prima) che voleva provare il sistema. Capitare con lui negli allenamenti a coppia era una tragedia. Ogni volta che ci scontravamo braccio contro braccio mi pareva di colpire una parete di cemento armato. A fine lezione avevo le braccia a penzoloni. Però non mi sono MAI tirato indietro o impaurito continuando a sopportare il dolore e metterci la forza che andava messa. Io lo feci perchè nelle arti marziali quello è allenamento. E' necessario. Nel caso di quel ragazzo forse, dico forse, la sua non voleva essere una gara con wnintendo , ma con se stesso. Vedendo intorno come si allenavano non voleva essere da meno degli altri pur scontrandosi con delle braccia molto più dure delle sue. Voleva dimostrare magari a se stesso di essere più forte , o più testardo di così , non a te. Ne più forte di te. Ma quello insomma lo capirai se te lo ritrovi di nuovo li.
In fondo chiunque pratichi arti marziali conosce questa mentalità. Tutti noi abbiamo ricevuto in allenamento, volenti o nolenti, colpi che ci han provocato dolore (anche forte) e abbiamo agito semplicemente ignorandolo e traendone la lezione che dovevamo trarne. Altrimenti avremmo scelto ben altre attività a cui dedicarci. Non sarò mica l'unico tornato più volte con le braccia rosse e scorticate a casa , con difficoltà a muoverle bene per una mezza giornata il giorno dopo e ad essere comunque andato all'allenamento successivo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
bhè, era ovvio, altrimenti avremmo sconfinato nella paranoia
ma infatti, i più forti, non hanno di certo il bisogno di dimostrarlo già sapendo di esserlo
io sono il tipo che rifiuterei, direi ad un tipo simile di prendere a pugni un albero, io non ne ho voglia, poi se specificamente partecipassi ad un torneo, la questione sarebbe differente
Non necessariamente. per quanto io sapessi di essere più forte di lui su quell'aspetto, c'è sempre il desiderio di sperimentare e vedere se puoi vincere. Come dire... so di essere più forte di una persona normale, ma se mi metti contro un'orso che per forza di cose è estremamente più forte di te,il confronto amichevole non lo rifiuterebbe nessuno pur di mettersi alla prova.
Eh, qua sta l'importanza pure di riconoscere i propri limiti. Senza dubbio.
beh certo, vedi l'edit infatti
I propri limiti una persona non li capirà mai, se non c'è qualcuno che ti aiuta a scoprirli però. Con l'esperienza e il tempo, uno li capirà senza neanche il bisogno di un confronto, ma se nessuno ti guida all'inizio è impossibile. Prendi l'armadio a tre ante di cui parlavo. Più lui faceva forte più lo avvertivo che li i muscoli non servivano, e se si faceva male il recupero sarebbe stato lungo. Peccato che lui abbia interpretato i miei avvertimenti come un "fai più piano che mi sto facendo male".
io sono il tipo che rifiuterei, direi ad un tipo simile di prendere a pugni un albero, io non ne ho voglia, poi se specificamente partecipassi ad un torneo, la questione sarebbe differente![]()
Costretto a fare cosa?comunque è capitato che mi abbiano costretto, in quei casi mi arrabbio molto e quando mi arrabbio divento estremamente aggressivo ...
a combattereCostretto a fare cosa?
Mi sto perdendo leggermente nel discorso, dato che all'inizio si parlava di insegnare a un tizio che vuole dimostrare di essere forte e c'era poco di cui essere costretto.
Limiti e difetti li apprendi proprio sbagliando. Almeno per me è stato così.
I propri limiti una persona non li capirà mai, se non c'è qualcuno che ti aiuta a scoprirli però. Con l'esperienza e il tempo, uno li capirà senza neanche il bisogno di un confronto, ma se nessuno ti guida all'inizio è impossibile. Prendi l'armadio a tre ante di cui parlavo. Più lui faceva forte più lo avvertivo che li i muscoli non servivano, e se si faceva male il recupero sarebbe stato lungo. Peccato che lui abbia interpretato i miei avvertimenti come un "fai più piano che mi sto facendo male".
ma infatti da ragazzino il mio maestro mi insegnò che quei film di combattimento erano semplicemente ridicoli, tonnellate di cazzotti e rimangono sempre in piedi come se nulla fosse, bastano pochi colpi ben centrati ed è tutto risoltoChe bisogna saper distinguere la situazione di pericolo. Imparare a non sottovalutare NE sopravvalutare la minaccia per paura della stessa. Ad essere efficaci nella valutazione quanto nel combattimento. E a mantenere la calma a 360°.
Tutte le arti marziali insegnano ANCHE come terminare in fretta ed efficacemente un combattimento invalidando pesantemente o uccidendo l'avversario. Non si chiamerebbero arti marziali altrimenti. Ed è per questo che spesso incontrare una persona inesperta è più pericoloso di incontrare un maestro di altissimo livello.
La differenza fondamentale sta nel controllo totale e assoluto su se stessi in quel caso.. talmente elevato e raffinato da permettergli più facilmente di "non esagerare" quando la situazione lo richieda.
Mi vengono in mente corsi di autodifesa per donne, frequentati da una mia amica, in cui allenano costantemente ad aggredire per primi, forte, in punti MOLTO delicati e con rabbia. L'allenamento alla sola aggressione esercitato in quel modo è molto controverso. Può salvarti la vita. O può distruggertela.