Ufficiale Banche ed Assicurazioni - la consulenza indipendente al servizio degli utenti di SpazioGames

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//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/uhm.gifBisogna vedere di cosa vuoi far pratica.

Qui a Milano potrei provare a metterti in contatto con un mio collega che fa l'analista: avresti la possibilità di imparare molto e di guadagnare qualcosa.

Per una semplice gestione di portafoglio, c'è Morningstar che consente di creare un portafoglio e controllarne l'andamento (lo fanno anche msnMoney e Google Finance).

Io poi sto portando avanti un mio progetto strettamente legato alla consulenza finanziaria indipendente e sono sempre alla ricerca di gente abbastanza in gamba da credere alla mia visione e che mi aiuti a far si che diventi realtà in tempi brevi.

Quello che sicuramente ti sconsiglio è di perdere tempo facendo colloqui in Banca o Assicurazione perché ti ritroveresti a fare il venditore di fumo (anzi, peggio), però dipende dal tipo di carattere che hai e dall'influenza che a su di te il denaro rispetto alla tua bontà d'animo.
Mi hai incuriosito. Di cosa si occupa questo tuo collega? E il tuo progetto?

 
Mi hai incuriosito. Di cosa si occupa questo tuo collega? E il tuo progetto?
Lui è un'analista finanziario e si occupa delle più grandi società italiane nel campo delle costruzioni (Buzzi, Italcementi, etc...) .

In poche parole chi investe nel cemento (banche o privati) decide cosa comprare in base a quello che scrive lui.

Per quanto mi riguarda sto creando una mia società di consulenza che si occupa di (cito direttamente dal contratto):

• Pianificazione finanziaria e patrimoniale: analisi della situazione economico-finanziaria del cliente e valutazioni prospettiche in base ad esigenze ed obiettivi futuri;• Asset allocation - analisi e consulenza degli investimenti finanziari del cliente al fine di individuare l'ottimale allocazione delle risorse finanziarie. Si consiglia strumenti finanziari efficienti quali azioni, obbligazioni, Fondi/Sicav, ETF, Derivati, ecc., tali da ottimizzare i costi e massimizzare il rendimento reale per il cliente avvalendosi di metodi di analisi quantitativa e analisi tecnica;

• Consulenza previdenziale e pensionistica - pianificazione previdenziale e pensionistica integrativa per il cliente, con sviluppo di piani previdenziali alternativi, funzionali ed a basso costo;

• Consulenza immobiliare - ricerca della migliore soluzione di finanziamento per acquisto, ristrutturazione e valorizzazione di immobili;

• Consulenza sui finanziamenti personali - ricerca della migliore soluzione di finanziamento per l'acquisto di auto, moto, computers, viaggi, liquidità, ecc…;

• Consulenza sui finanziamenti ad imprese - ricerca della migliore soluzione di finanziamento per l’avvio di una nuova impresa o per la riconversione o il rinnovamento di un’impresa già esistente (finanziamenti agevolati, leasing, ecc…);

• Art Adviser – analisi accurata del portafoglio artistico (quadri, sculture, preziosi) e valutazione delle azioni di gestione mirate a tutelare, consolidare ed incrementare il valore patrimoniale di un’opera o di un’intera collezione;

• Assistenza legale in materia finanziaria ed assicurativa.

In pratica quello che faccio adesso ma come società, con un portale internet (in costruzione) dove i clienti possono sapere vita, morte e miracoli di tutte le loro posizioni, il loro stato patrimoniale etc...etc...etc..., ovviamente consultabili anche tramite l'app.

Poi c'è il progetto "amatoriale" ma non certo meno ambizioso che è quello in firma (con la speranza che possa anch'esso trasformarsi in una società controllata dalla prima).

 
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Lui è un'analista finanziario e si occupa delle più grandi società italiane (Buzzi, Italcementi, etc...) .In poche parole chi investe nel cemento (banche o privati) decide cosa comprare in base a quello che scrive lui.

Per quanto mi riguarda sto creando una mia società di consulenza che si occupa di (cito direttamente dal contratto):


In pratica quello che faccio adesso ma come società, con un portale internet (in costruzione) dove i clienti possono sapere vita, morte e miracoli di tutte le loro posizioni, il loro stato patrimoniale etc...etc...etc..., ovviamente consultabili anche tramite l'app.

Poi c'è il progetto "amatoriale" ma non certo meno ambizioso che è quello in firma (con la speranza che possa anch'esso trasformarsi in una società controllata dalla prima).
A parole è tutto molto bello e interessante, è l'aspetto pratico che mi spaventa. Parlando con un mio professore pare che lavorare in finanza sia parecchio stressante. Confermi?

 
A parole è tutto molto bello e interessante, è l'aspetto pratico che mi spaventa. Parlando con un mio professore pare che lavorare in finanza sia parecchio stressante. Confermi?
Beh, in pratica quello che ho scritto già lo faccio perciò non andrei a cambiare poi tanto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Per quanto riguarda lo stres...mah...si e no.

Deve piacerti, altrimenti lo fai mal volentieri ma questo vale per ogni cosa.

Poi ovvio, ci sono i momenti divertenti come quelli che mi vedono invitato nella banca o assicurazione di turno che, dopo essere stati "stuprati" di fronte a loro clienti (ormai ex), cominciano a cantarmela mettendomi di fronte i loro spasmodici guadagni ed insultandomi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
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Poi ovvio, ci sono i momenti divertenti come quelli che mi vedono invitato nella banca o assicurazione di turno che, dopo essere stati "stuprati" di fronte a loro clienti (ormai ex), cominciano a cantarmela mettendomi di fronte i loro spasmodici guadagni ed insultandomi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Lo farei solo per questo!!! :rickds:

Riguardo quel tuo collega, pensi sia davvero possibile mettermi in contatto con lui?

 
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Lo farei solo per questo!!! :rickds:
Riguardo quel tuo collega, pensi sia davvero possibile mettermi in contatto con lui?
Settimana prossima lo vedo e gliene parlo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
E di dove sei? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/chris2.gif
Hmm, vorresti arruolarmi? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/chris2.gif

 
Hmm, vorresti arruolarmi? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/chris2.gif
Dannazione, certo! //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

No va beh, dipende.

Come ti ho detto sono alla ricerca di un giovane avvocato che abbia passione per la materia finanziaria e che abbia interesse ad intraprendere una collaborazione con il sottoscritto.

 
Dannazione, certo! //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gifNo va beh, dipende.

Come ti ho detto sono alla ricerca di un giovane avvocato che abbia passione per la materia finanziaria e che abbia interesse ad intraprendere una collaborazione con il sottoscritto.
Non sono avvocato. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sad.png

 
Non sono avvocato. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sad.png
Vero, sei un Giurista, perdona l'ignoranza.

Fino a 10 minuti fa non avevo idea di cosa potesse fare un Giurista //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sad.png

 
Ciao Audio, ti spiego un attimo la mia situazione e ti invio per PM le cifre a e b in grassetto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Ho 25 anni e sono un socio accomandatario di una SAS, pagando quindi un botto di tasse //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif La mia commercialista mi ha consigliato di fare il fondo pensione, recuperando così i circa 5000 euro all'anno che andrei a versare (anche se questi versamenti sono liberi). Il mio dubbio è se ne valga veramente la pena, dato che comunque ad ogni versamente corrisponde una % che si trattiene la banca e che quando andrei a ritirare i soldi ci dovrei pagare le tasse sopra...giusto? E comunque l'idea di tenere immobilizzati tot soldi per oltre 30 anni non è che mi elettrizzi...//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Il piano che mi hanno proposto mi sembra sia questo: https://www.bancagenerali.it/site/home/assicurazioni-e-previdenza/previdenza/bg-previdenza-attiva.html

Questo perché ho appena aperto un cc in Banca Generali, in quanto mio padre ed il direttore sono in ottimi rapporti da decenni ed il financial planner mi ha ispirato fiducia //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Al momento ho solamente un cc con la Bcc (http://www.creditocooperativo.it/template/default.asp?i_menuID=35340) dove ho una cifra a, e mi "rendono" lo 0,2% :rickds: Inoltre, sempre con la stessa banca, ho un'obbligazione di cifra b che mi scade ad Ottobre 2016. Questo è tutto quello che ho.

Il financial planner della Generali mi ha sconsigliato di investire in obbligazioni bancarie, facendomi leggere un paio di articoli che, in sostanza, dicevano di non essere sicure, ovvero che in caso di problemi della banca, è difficile rivedere quei soldi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

I piani che mi ha illustrato sono questi:

- BG Stile Libero (https://www.bancagenerali.it/site/home/assicurazioni-e-previdenza/patrimonio/bg-stile-libero.html), dove però la cifra minima da investire sono 20k ed è uno strumento adatto a chi vuole qualche rischio in più diciamo.

- BG Stile Garantito (https://www.bancagenerali.it/site/home/assicurazioni-e-previdenza/patrimonio/bg-stile-garantito.html) dove l'investimento minimo è 2500 euro ed è un piano più standard rispetto all'altro, con un profilo di rischio minore.

- il fondo pensione che ti ho linkato sopra.

- un piano di accantonamento in alternativa al fondo pensione (che sinceramente non mi interessa, anche perché non avrei benefici fiscali).

Ho provato a leggere i fascicoli informativi sia del piano Stile Libero che di Stile Garantito, che sono quelli che mi interessano più, però è passato un po' di tempo e mi sono dimenticato i vari costi di gestione, caricamento iniziale, ecc...//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Di sicuro è che per un anno non posso toccare i soldi, dopodiché posso pure riprenderli tutti.

A questo aggiungo l'investimento che mi ha colpito più della mia banca, ovvero Bcc Paesi Emergenti 2019 (http://www.bancavalmarecchia.it/attachments/article/281/BCC%20Cedola%20Paesi%20Emergenti%202019_Scheda%20Commerciale_2015.pdf) (http://www.bancasviluppo.bcc.it/news/dettaglio_news.asp?hNewsID=115164&i_menuID=37459).

Mi sembra di ricordare che gli interessi promessi si aggirino intorno al 3% pulito e vengono accreditati sul conto tramite cedole annuali.

A me, per diversificare ulteriormente, interesserebbe pure investire qualcosa nei buoni fruttiferi indicizzati delle Poste. Cosa ne pensi a riguardo?

Detto questo, aggiungo che al momento ho un lavoro stabile ma ho intenzione di andare a vivere da solo, quindi avrei bisogno di tenere qualcosa sul cc per pagare affitto e spese di casa, più qualcosa per vacanze o svaghi vari //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Insomma, considerata la cifra che ho ora sul cc e quella che mi rientrerebbe dall'obbligazione il prossimo anno, che consiglio mi daresti? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/Gab3.gif

 
Ciao Audio, ti spiego un attimo la mia situazione e ti invio per PM le cifre a e b in grassetto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Ho 25 anni e sono un socio accomandatario di una SAS, pagando quindi un botto di tasse //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif La mia commercialista mi ha consigliato di fare il fondo pensione, recuperando così i circa 5000 euro all'anno che andrei a versare (anche se questi versamenti sono liberi). Il mio dubbio è se ne valga veramente la pena, dato che comunque ad ogni versamente corrisponde una % che si trattiene la banca e che quando andrei a ritirare i soldi ci dovrei pagare le tasse sopra...giusto? E comunque l'idea di tenere immobilizzati tot soldi per oltre 30 anni non è che mi elettrizzi...//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Il piano che mi hanno proposto mi sembra sia questo: https://www.bancagenerali.it/site/home/assicurazioni-e-previdenza/previdenza/bg-previdenza-attiva.html

Questo perché ho appena aperto un cc in Banca Generali, in quanto mio padre ed il direttore sono in ottimi rapporti da decenni ed il financial planner mi ha ispirato fiducia //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Al momento ho solamente un cc con la Bcc (http://www.creditocooperativo.it/template/default.asp?i_menuID=35340) dove ho una cifra a, e mi "rendono" lo 0,2% :rickds: Inoltre, sempre con la stessa banca, ho un'obbligazione di cifra b che mi scade ad Ottobre 2016. Questo è tutto quello che ho.

Il financial planner della Generali mi ha sconsigliato di investire in obbligazioni bancarie, facendomi leggere un paio di articoli che, in sostanza, dicevano di non essere sicure, ovvero che in caso di problemi della banca, è difficile rivedere quei soldi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

I piani che mi ha illustrato sono questi:

- BG Stile Libero (https://www.bancagenerali.it/site/home/assicurazioni-e-previdenza/patrimonio/bg-stile-libero.html), dove però la cifra minima da investire sono 20k ed è uno strumento adatto a chi vuole qualche rischio in più diciamo.

- BG Stile Garantito (https://www.bancagenerali.it/site/home/assicurazioni-e-previdenza/patrimonio/bg-stile-garantito.html) dove l'investimento minimo è 2500 euro ed è un piano più standard rispetto all'altro, con un profilo di rischio minore.

- il fondo pensione che ti ho linkato sopra.

- un piano di accantonamento in alternativa al fondo pensione (che sinceramente non mi interessa, anche perché non avrei benefici fiscali).

Ho provato a leggere i fascicoli informativi sia del piano Stile Libero che di Stile Garantito, che sono quelli che mi interessano più, però è passato un po' di tempo e mi sono dimenticato i vari costi di gestione, caricamento iniziale, ecc...//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Di sicuro è che per un anno non posso toccare i soldi, dopodiché posso pure riprenderli tutti.

A questo aggiungo l'investimento che mi ha colpito più della mia banca, ovvero Bcc Paesi Emergenti 2019 (http://www.bancavalmarecchia.it/attachments/article/281/BCC%20Cedola%20Paesi%20Emergenti%202019_Scheda%20Commerciale_2015.pdf) (http://www.bancasviluppo.bcc.it/news/dettaglio_news.asp?hNewsID=115164&i_menuID=37459).

Mi sembra di ricordare che gli interessi promessi si aggirino intorno al 3% pulito e vengono accreditati sul conto tramite cedole annuali.

A me, per diversificare ulteriormente, interesserebbe pure investire qualcosa nei buoni fruttiferi indicizzati delle Poste. Cosa ne pensi a riguardo?

Detto questo, aggiungo che al momento ho un lavoro stabile ma ho intenzione di andare a vivere da solo, quindi avrei bisogno di tenere qualcosa sul cc per pagare affitto e spese di casa, più qualcosa per vacanze o svaghi vari //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Insomma, considerata la cifra che ho ora sul cc e quella che mi rientrerebbe dall'obbligazione il prossimo anno, che consiglio mi daresti? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/Gab3.gif
Non è per fare l'antipatico ma sono veramente tante le cose da vedere e sarebbe meglio parlarne via Skype, anche perché non stai chiedendo un consiglio ma una vera e propria pianificazione finanziaria ed è una cosa complicata che richiede parecchio lavoro. Non significa che ti sottoporrò la mia parcella (//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif) ma semplicemente che parlarne su un forum diventa complicato.

Ti manderò via PM il mio contatto Skype.

Comunque, giusto per chiarire le cose, la mia intenzione non sarà di distruggere il rapporto decennale che c'è tra la tua famiglia e questo direttore ma mi limiterò a parlare solo ed esclusivamente sulla base delle condizioni contrattuali dei prodotti che vi hanno consigliato.

Premetto ciò perché ci sono una serie di incongruenze tra quello di cui hai bisogno e quello che ti hanno proposto che mi mettono in testa più domande che risposte.

Perciò, sentiamoci via Skype e poi se vorrai riporterò qui a grandi linee ciò che ci siamo detti così che possa essere d'aiuto anche ad altri che potrebbero incappare in situazioni simili.

 
Beh, ci siamo fatti una bella chiaccherata io ed il buon Nicks: spero di essere stato chiaro ed esauriente :unsisi:

Senza entrare nello specifico degli argomenti, ciò che è saltato fuori è che possono raccontarvi quello che vogliono ma fa fede sempre ciò che è scritto.

Perciò ricordatevi di LEGGERE SEMPRE le condizioni di contratto.

 
Un articolo lungo ma decisamente interessante che invito tutti a leggere

Una fetta enorme della ricchezza degli italiani, circa 23 miliardi di euro all’anno, grosso modo pari all’1,5% del PIL nominale dell’Italia, è bruciata dal conflitto d’interesse e dall’anacronistica inefficienza dell’industria del risparmio gestito. Tanti soldi, che potrebbero essere impiegati utilmente in altro modo.La natura del problema

Il punto è semplice: investire i risparmi comporta dei costi e, in Italia, questi costi sono eccessivi.

Infatti, una vasta porzione del denaro investito va a remunerare chi consiglia e vende prodotti d’investimento e “ha in mano il cliente”: reti bancarie e di promotori e, più in generale, le strutture commerciali. Questi soggetti percepiscono circa due terzi delle commissioni pagate dai clienti: si chiamano “retrocessioni”, oppure “incentivi”, o rebates. E tanto più alta è la commissione di gestione, tanto più loro guadagnano con le retrocessioni. Il che fa intuire come questo sistema non sia certo il più efficiente per i risparmiatori. È infatti remunerata principalmente la rendita di posizione di chi ha la relazione con il cliente; chi crea e gestisce i prodotti finanziari, per venderli ai risparmiatori, è obbligato a passare dal giogo delle retrocessioni e tenersi gli avanzi. Voi, risparmiatori, invece, pagate il conto per tutti…

Ma attenzione, quello delle retrocessioni non è solo un problema del singolo risparmiatore, che preferirebbe un po’ più di performance: è un grave problema per la collettività.

Perché quella fetta di risparmi che va nelle tasche di pochi potrebbe invece tradursi in pensioni più alte, minore concentrazione della ricchezza e maggiori investimenti produttivi. Con piena coscienza di ciò, negli USA, dove esiste un problema analogo, l’amministrazione Obama sta affrontando di petto la faccenda, lavorando a un piano per cambiare la normativa che regola il settore. Perché, come ha dichiarato Barack Obama: “I consulenti finanziari si meritano di essere pagati, certo, ma non dovrebbero essere messi nella condizione d’approfittare dei loro clienti”.

Ora però vediamo quanto costa all’Italia e ai suoi risparmiatori questo sistema inefficiente e feudale. Non pretendo una precisione assoluta, ma vorrei una stima robusta e ragionevole di questo costo sociale, per inquadrare la portata del problema poco noto ai più (politici inclusi).

Quanto costa ai risparmiatori il conflitto d’interesse

Ho adottato come stima del costo l’ammontare complessivo delle commissioni retrocesse ai venditori (“collocatori”, se preferite), cioè il totale delle retrocessioni pagati su fondi comuni, gestioni patrimoniali, prodotti assicurativi come polizze unit-linked e gestioni separate, fondi pensione e altri prodotti previdenziali.

Come stimare il totale delle commissioni retrocesse? Servono tre tipologie di dati:

  1. il patrimonio gestito nelle varie categorie di prodotti d’investimento (fondi comuni, polizze unit-linked, fondi pensioni, gestioni patrimoniali, ecc);
  2. l’ammontare di commissioni pagate dai risparmiatori per ciascuna tipologia di prodotto;
  3. il tasso di retrocessione ai collocatori.



Poi occorre calcolare l’ammontare di retrocessioni per ciascuna tipologia d’investimento, dato da:

patrimonio gestito x commissione annua x tasso di retrocessione.

Sommando i risultati per le varie tipologie di prodotti si ottiene infine il totale.

Due parole soltanto sulla metodologia, perché è rilevante. È impossibile (almeno per me) avere tutti i dati per le migliaia e migliaia di prodotti finanziari venduti in Italia. Ci si basa su aggregati, dati medi, survey. Inoltre, per alcune tipologie di investimenti i dati sono scarsi. Quindi, se si affronta la questione con onestà intellettuale, occorre considerare la natura probabilistica del problema e procedere a una stima. Io ho utilizzato un’affidabile procedura d’inferenza Bayesiana – e, per non appesantire il post, ho descritto aspetti metodologici e fonti in questo documento pubblico separato.

Ma veniamo ai risultati: il valor medio del “monte retrocessioni” che rappresenta il costo dell’antiquato modello di business dell’industria del risparmio gestito in Italia è di 23 miliardi di euro annui, una cifra piuttosto stupefacente. Che corrisponde a oltre un quarto della spesa per interessi dell’Italia nel 2014. Oppure, a circa la metà dei risparmi degli italiani nel 2013 (“La ricchezza degli italiani”, Banca d’Italia, 12/2014). Non sono bruscolini.

Il grafico seguente mostra come il costo si distribuisce tra le varie categorie di prodotti finanziari.

grafico_costi.png


Vorrei commentare un po’ questi dati, arricchendoli con qualche altra informazione.

  • La porzione maggiore di retrocessioni giunge da prodotti assicurativi, come gestioni separate e unit-linked, che costituiscono circa il 36% del patrimonio gestito[1]. Non stupisce: sono prodotti meno trasparenti di altri, quindi è più semplice farcirli di commissioni. Non a caso sono i prediletti dai collocatori in quanto, come dicono in gergo, sono “prodotti ricchi” (per loro). A ruota seguono i fondi comuni (veicoli molto più trasparenti), che rappresentano il 44% delle masse gestite, e poi le gestioni patrimoniali. Tutto il resto conta poco.
  • Trattandosi di una stima probabilistica, posso dire qual è l’intervallo (che in statistica Bayesiana si chiama intervallo credibile) nel quale sono al 90% “sicuro” si collochi il costo: va dai 17 ai 31 miliardi di euro. Sono tanti soldi, comunque si giri la frittata.
  • Se si rapporta il totale delle commissioni retrocessioni al totale delle masse gestite, si ricava la commissione media retrocessa: è dell’1,3%. Combinando tale dato con le percentuali di retrocessione, si ricava anche una commissione media di gestione pari all’1,9% (numero che appare ragionevole, se si ha dimestichezza con il settore).
  • Con elevata probabilità questo esercizio sottostima il costo dell’attuale sistema di collocamento dei prodotti finanziari: mancano dal computo i dati non presenti nel Cubo Assogestioni, in primis certificati, obbligazioni bancarie e strutturati. Mancano anche altri dati commissionali, ad esempio le eventuali commissioni d’ingresso.



Qualcuno potrebbe obiettare che è scorretto stimare il costo dell’inefficienza dell’industria del risparmio con le retrocessioni, perché queste spesso includono la consulenza finanziaria. Sarei ben contento di rispondere che la consulenza finanziaria, se è autentica, va evidenziata chiaramente e pagata a parte, solo se il cliente la vuole. Infrattare la consulenza nelle pieghe di un prodotto finanziario significa snaturarla, come ben sanno i regulator europei che stanno cercando di sradicare questa piaga con la normativa Mifid 2. Tanto più che ormai esistono molti prodotti di risparmio gestito con basse commissioni di gestione e senza retrocessioni (ETF, fondi quotati in Borsa, classi commissionali destinate all’acquisto diretto da parte dei risparmiatori). Sicché, chi desidera la consulenza finanziaria, può trovarla e pagarla a parte, probabilmente molto meno, evitando un elevato costo per un servizio all inclusive la cui qualità è spesso dubbia.

L’impatto sulla collettività

Questi 23 miliardi escono annualmente dalle tasche dei risparmiatori e finiscono nelle tasche di chi opera nell’industria del risparmio gestito, siano essi dipendenti degli intermediari finanziari, liberi professionisti come i promotori finanziari o azionisti delle società. Perché questo è un problema? Vi dò giusto qualche spunto.

  • Se quel denaro restasse nelle tasche dei risparmiatori, questi potrebbero investire somme maggiori, aumentando il risparmio previdenziale, una criticità assoluta per un’Italia che stenta a pagare le pensioni, oggi e negli anni a venire, vista la sfavorevole dinamica demografica ed economica del nostro Paese.
  • Con strutture distributive più efficienti, i livelli commissionali sarebbero assai inferiori e quindi le performance dei portafogli dei risparmiatori migliorerebbero, incrementando sensibilmente la ricchezza futura. Considerate che 1,3% di commissioni in meno (quelle delle retrocessioni) all’anno su 50mila euro di risparmio si tramuta in 7000 euro di ricchezza in più dopo 10 anni – i costi contano e gli effetti della capitalizzazione sono sorprendenti nel medio-lungo periodo.
  • I maggiori risparmi degli italiani potrebbero essere convogliati verso investimenti produttivi a favore della ripresa di questa vecchia penisola.
  • Cambiando modello di vendita dei prodotti finanziari, oggi focalizzato sui risparmiatori con un ingente patrimonio, anche grazie a un maggiore utilizzo della tecnologia e del web, sarebbero verosimilmente serviti meglio anche i piccoli e medi risparmiatori. Un bene per loro e anche per chi andrebbe a offrire loro servizi finanziari innovativi, magari a costi ragionevoli.
  • Il popolo dei risparmiatori è numericamente superiore al popolo degli addetti all’industria del risparmio: se questi 23 miliardi di euro restassero ogni anno nelle tasche dei risparmiatori, vi sarebbe un probabile effetto redistributivo in termini di ricchezza. Anche i consumi potrebbero giovarne, chissà.



Nulla di personale nei confronti di promotori e reti bancarie. Molti sono onesti e validi professionisti. E’ il modello di business ad essere antiquato, poco scalabile. E quindi costoso. Con strutture commerciali ipertrofiche. Un po’ di innovazione nel settore farebbe un gran bene ai promotori bravi. C’è bisogno di consulenza.

Il Governo italiano dovrebbe affrontare frontalmente questa faccenda assai rilevante sia dal punto di vista economico che sociale. Per il bene dell’Italia. E dei risparmiatori italiani: smettendo di considerarli bovini da mungere con le tasse.
FONTE

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Tanto non lo leggerà nessuno //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/1.gif

 
Vediamo se ho capito: io, cliente, pago la commissione al soggetto che mi vende il prodotto, il collocatore, che a sua volta deve girare una percentuale all'istituto bancario/assicurativo emittente?

Praticamente mi ritrovo a pagare due volte. Roba da matti.

Comunque i miei hanno avuto una brutta esperienza in materia di consulenza finanziaria. Nel '92, sotto consiglio di un consulente finanziario, che all'epoca lavorava per quella che oggi è la Banca Popolare del Mezzogiorno, investirono parte dei loro risparmi in obbligazioni ENEL. Di lì a poco, non ricordo se per la crisi o per la privatizzazione dell'ENEL (potrei dire una strunzata :rickds:) i titoli persero gran parte del loro valore, e considerando le alte commissioni pagate al consulente, riuscirono a recuperare solo una minima parte dell'investimento. Ho provato a chiedere maggiori spiegazioni a mio padre, ma è rimasto talmente scottato da questo fatto che si vede che non ne parla volentieri. Di quel periodo ricordo solo che guardava compulsivamente Bloomberg TV :rickds:

A questo punto mi sorge una domanda, su quali criteri un'investitore che si affaccia per la prima volta sul mercato dovrebbe scegliere il suo consulente?

 
Vediamo se ho capito: io, cliente, pago la commissione al soggetto che mi vende il prodotto, il collocatore, che a sua volta deve girare una percentuale all'istituto bancario/assicurativo emittente? Praticamente mi ritrovo a pagare due volte. Roba da matti.
Ma non solo.

Considera che gli stessi fondi che compri tramite la banca possono essere acquistati da altre parti per molto, molto, molto, molto meno.

Comunque i miei hanno avuto una brutta esperienza in materia di consulenza finanziaria. Nel '92, sotto consiglio di un consulente finanziario, che all'epoca lavorava per quella che oggi è la Banca Popolare del Mezzogiorno, investirono parte dei loro risparmi in obbligazioni ENEL. Di lì a poco, non ricordo se per la crisi o per la privatizzazione dell'ENEL (potrei dire una strunzata :rickds:) i titoli persero gran parte del loro valore, e considerando le alte commissioni pagate al consulente, riuscirono a recuperare solo una minima parte dell'investimento. Ho provato a chiedere maggiori spiegazioni a mio padre, ma è rimasto talmente scottato da questo fatto che si vede che non ne parla volentieri. Di quel periodo ricordo solo che guardava compulsivamente Bloomberg TV :rickds:
A questo punto mi sorge una domanda, su quali criteri un'investitore che si affaccia per la prima volta sul mercato dovrebbe scegliere il suo consulente?
Allora, cerchiamo di fare un po' di chiarezza:

il Consulente consiglia;

il Promotore vende;

l'assicuratore ruba (sto esagerando, ma non così tanto:asd:).

I Consulenti Indipendenti veri, che lo fanno di mestiere (come il sottoscritto per intenderci) sono veramente pochi (un ceninaio) ed è una categoria che in Italia esiste da pochissimo e viene in continuazione bistrattata ed ostruita dalle categorie di Promotori ed Assicuratori per le ragioni poste nell'articolo (perché devo andare dal promotore che sarà sempre spinto a vendere i prodotti che fanno guadagnare di più lui piuttosto che pagare qualcuno che mi consigli ciò che è meglio per me?).

Considerate che facendo un calcolo tra i miei clienti, rispetto a quando gestivano tutto tramite assicuratori e promotori in media risparmiano poco più del 40% solo di costi e pagata anche la mia parcella.

Quindi non si parla di rendimenti (anche perché quello sarà sempre un dato incerto) ma proprio del prezzo dei singoli prodotti, che siano fondi, piani di accumulo, etc... .

Quindi, ho ottime ragioni per credere che la tua famiglia abbia avuto problemi con un promotore che, con l'occasione di guadagnare una provvigione molto alta, ha spinto i tuoi genitori a sottoscrivere un prodotto (obbligazione enel) che molto probabilmente non era adatto alle vostre esigenze.

Per rispondere alla tua domanda, oggi in banca si fanno chiamare tutti consulenti ma fintanto che non sei indipendente e che quindi non lavori in totale assenza di conflitto d'interessi, le famiglie non avranno mai la certezza che vengano tutelati i propri risparmi.

Quindi l'unico modo per scegliere un buon consulente finanziario è:

- non cercarlo in banca;

- chiedergli come viene remunerato (il consulente indipendente è remunerato solo ed esclusvamente dal cliente);

- il consulente indipendente non maneggia mai i soldi del cliente (mai) ma consiglia a questi come muoversi per gestirli al meglio e svolge per lui la parte burocratica. A volte (come succede per me) può avere delega dal cliente per rappresentarlo in banca o presso la sua assicurazione.

Il consulente indipendente sostanzialmente consiglia e rappresenta il cliente presso qualsiasi istituto finanziario ottenendo da questi il miglior trattamento possibile per i propri clienti.

 
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Comunque a quanto ho capito se uno vuol fare un investimento relativamente sicuro gli conviene andare su qualche fondo comune aperto, almeno al primo segnale di difficoltà può uscire dal fondo contenendo la perdita. Questo sempre se si vuole trovare "un impiego" per la propria liquidità senza eccessive pretese di guadagno, anche se ho visto a volte fondi con un rendimento parecchio alto. Discorso diverso se uno vuol guadagnare/speculare, in questo caso bisogna vedere fino a che punto l'investitore è disposto a rischiare.

Questo mondo mi sta davvero appassionando. Audio ti serve un collega?:rickds:

 
Comunque a quanto ho capito se uno vuol fare un investimento relativamente sicuro gli conviene andare su qualche fondo comune aperto, almeno al primo segnale di difficoltà può uscire dal fondo contenendo la perdita. Questo sempre se si vuole trovare "un impiego" per la propria liquidità senza eccessive pretese di guadagno, anche se ho visto a volte fondi con un rendimento parecchio alto. Discorso diverso se uno vuol guadagnare/speculare, in questo caso bisogna vedere fino a che punto l'investitore è disposto a rischiare.
Questo mondo mi sta davvero appassionando. Audio ti serve un collega?:rickds:
Il gruppo di lavoro che sto formando è giovane e preparato.

Sistema la seconda voce e poi ne riparliamo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Comunque un buon consulente non lavora sulla propensione al rischio del cliente ma sul suo obbiettivo: se vuoi mettere da parte i soldi per comprare una casa tra 20 anni, è buona regola del consulente consigliarlo su qual'è il miglior portafoglio per una gestione di quella durata.

Quindi, anche se il cliente vuole solo titoli di stato di paesi economicamente stabili, gli si sipega e dimostra che la strategia più adatta richiede l'utilizzo di altri strumenti finanziari.

Personalmente ho imparato che non che l'investimento è rischioso solo quando non è adatto al cliente: ecco perché un buon consulente è fondamentale nella gestione del proprio patrimonio.

Ma in Italia è difficile che riuscirà ad attecchire questo modo di vedere le cose: la gente preferirà sempre farsi fregare gratis piuttosto che tutelarsi a pagamento.

 
Il gruppo di lavoro che sto formando è giovane e preparato.Sistema la seconda voce e poi ne riparliamo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Comunque un buon consulente non lavora sulla propensione al rischio del cliente ma sul suo obbiettivo: se vuoi mettere da parte i soldi per comprare una casa tra 20 anni, è buona regola del consulente consigliarlo su qual'è il miglior portafoglio per una gestione di quella durata.

Quindi, anche se il cliente vuole solo titoli di stato di paesi economicamente stabili, gli si sipega e dimostra che la strategia più adatta richiede l'utilizzo di altri strumenti finanziari.

Personalmente ho imparato che non che l'investimento è rischioso solo quando non è adatto al cliente: ecco perché un buon consulente è fondamentale nella gestione del proprio patrimonio.

Ma in Italia è difficile che riuscirà ad attecchire questo modo di vedere le cose: la gente preferirà sempre farsi fregare gratis piuttosto che tutelarsi a pagamento.
Dai sulla preparazione ci sto lavorando, come ti ho detto a luglio mi laureo e poi vediamo cosa ne viene fuori. Nel frattempo stamattina mi sono accaparrato un onestissimo 27 all'esame di teoria del portafoglio e dei contratti derivati //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/Gab3.gif

 
Un po' di informazioni per chi lavora

Quanto possono rendere fondi pensione e TFR
18 giugno 2015 · di Raffaele Zenti · Nessun Commento

Quello pensionistico è un problema gigantesco, globale, sistemico. In Italia il problema delle pensioni è ancor più grave che altrove, vista l’inquietante dinamica demografica (tanti vecchi, pochi giovani, pochi immigrati – checché ne dica Salvini), ed economica (bassa crescita, bassa produttività, scarsa occupazione).

A livello di singolo cittadino risparmiatore, è cruciale pensare quanto prima a forme di pensione integrativa. E occorre scegliere accuratamente l’asset allocation associata all’investimento previdenziale.

Recentemente, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) ha reso pubblici i rendimenti delle varie forme di previdenza integrativa nel 2014. I rendimenti medi dei fondi pensione chiusi (detti negoziali), di quelli aperti e dei PIP sono tutti compresi nello stretto intervallo 7,3-7,5%. Il TFR nello stesso periodo ha reso l’1,3%. I migliori risultati, tenendo conto degli oneri fiscali, sono appannaggio dei fondi pensione negoziali azionari (+9,8%), cosa che non stupisce, viste le performance delle Borse nel 2014.

È importante che questi risultati siano resi noti, ma certo la scelta dell’asset allocation dell’investimento pensionistico non deve basarsi su questi numeri di breve periodo, bensì principalmente su:

  1. orizzonte temporale – tanto più è lontana la pensione, tanto maggiore dovrebbe essere, in linea di principio, la quota di portafoglio destinata alle azioni;
  2. avversione al rischio – fatto salvo quanto appena detto, c’è chi è disposto a rischiare di più per ottenere una pensione integrativa più alta e chi invece preferisce puntare basso ma rischiare meno.


Ma quanto renderanno in futuro i possibili investimenti pensionistici? E quanto renderà il TFR?

Belle domande. Nessuno sa la risposta. Però ci si può ragionare su, con argomentazioni di natura statistica. È proprio quello che ho fatto, con una simulazione realistica, che spero possa esservi d’aiuto nel guidare le vostre scelte.

Una simulazione dei rendimenti di TFR e investimenti pensionistici

Ecco cosa ho fatto:

ho considerato varie ipotesi d’investimento pensionistico, con differenti mix d’azioni globali e obbligazioni internazionali (queste le proporzioni: 80-20, 50-50, 20-80), e il TFR, che dipende dall’inflazione (il rendimento annuale è 1,5%+0,75*tasso d’inflazione);

ho simulato in modo probabilistico[1] l’andamento futuro di azioni e obbligazioni internazionali, utilizzando i valori medi storici tratti dal Credit Suisse, Global Investment Returns Yearbook 2015 relativi al periodo 1900-2014 e la forma della distribuzione di probabilità desumibile dalle serie storiche (fonte Bloomberg), che include crisi globali, tipo il crash del 1929, l’ottobre nero del 1987, il fallimento della banca Lehman Brothers e simili amenità;

per l’inflazione italiana, ho ipotizzato che si muova casualmente in prossimità del target della BCE (2%, valore lievemente inferiore ai valori medi storici di lungo periodo dell’inflazione globale), con possibilità di periodi di forte deflazione e elevata inflazione;

riguardo ai costi commissionali, li ho ipotizzati in linea con quelli dei fondi pensioni negoziali (mai superiori a 0,35% su base annua, decrescenti con il passare del tempo);

ho poi analizzato i risultati per due differenti durate d’investimento pensionistico, cioè 10 e 30 anni.

Ecco i risultati:

161noea.png


Leggiamo insieme questa tabella.

  • Il rendimento mediano annuo del TFR (spesso al centro di dibattiti, come quello con Beppe Scienza) è sensibilmente più basso di quello dei portafogli finanziari, ma il rischio di ottenere rendimenti negativi è circa zero.
  • Il rendimento mediano delle asset allocation che includono azioni e obbligazioni cresce con la durata dell’investimento, mentre i rischi decrescono significativamente (ad esempio, per il portafoglio più aggressivo, la probabilità di performance negative passa dal 16,6% al 6,0%).
  • In particolare, le asset allocation più aggressive (80-20 e 50-50) mostrano sensibili diminuzioni del rischio per l’orizzonte trentennale. La probabilità di far peggio del TFR sussiste sempre, ma in caso di “sotto-performance”, in media, si porta a casa un rendimento positivo e il capitale è salvo: ecco perché di solito si consiglia di aumentare la quota d’azioni al crescere della durata dell’investimento.
  • I rischi si riducono ulteriormente in modo drastico se l’investimento pensionistico è effettuato con versamenti graduali (PAC), che riducono le perdite potenziali.
  • Sottolineo come una differenza di rendimento dell’1% (ad esempio quella tra il portafoglio 80-20 e quello 20-80) su durate come queste sia un’enormità in termini di quattrini: su 50mila euro di capitale investito per 30 anni, parliamo di oltre 58mila euro di differenza sul capitale finale! La differenza tra il portafoglio 50-50 e il TFR, sempre per 50mila euro su 30 anni cuba a 94mila euro.
  • Da questi calcoli capite anche l’importanza capitale (in senso letterale) dei costi: 1% risparmiato di commissioni di gestione equivale a un sacco di soldi in termini di capitale a disposizione per la vostra pensione integrativa. Quindi, attenzione a quali prodotti previdenziali acquistate, e ricordatevi che chi vi vende i prodotti finanziari spesso non fa i vostri interessi, ma i propri.


L’utilizzo dei 115 anni di dati storici del Credit Suisse, Global Investment Returns Yearbook 2015 è certo questionabile: la storia è storia, e il futuro non si conosce, sono il primo a dirlo. Ritengo sia però un’ipotesi solida e di buon senso, perché gli ultimi 115 anni di storia sono stati così ricchi di avvenimenti sociali, politici, economici, finanziari e tecnologici da costituire un campione affidabile e pieno di informazioni: come disse Mark Twain, “la storia non si ripete, ma fa spesso rima”.
[Fonte: http://it.adviseonly.com/blog/investire/guida-al-risparmio/riusciremo-ad-avere-pensione-fondi-pensione-tfr/]

- - - Aggiornato - - -

Aggiungo che il PIP (piano individuale pensionistico) va scelto con ESTREMA attenzione. In questo prodotto i costi si moltiplicano come conigli e la probabilità di essere fregati è altissima (si, anche dall'amico/parente che lavora in banca/assicurazione e non vi tirerebbe mai una sola).

 
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