Secondo me influisce anche il problema delle infrastrutture e degli incassi che garantiscono in particolar modo gli stadi ad esempio, oltre al sistema calcio italiano. Vuoi mi direte cosa c'entra con il settore giovanile il fattore stadio di proprietà, ma già il fatto che sia appunto di "proprietà" ti rende autosufficiente in un certo senso, ti garantisce entrate extra che non solo influiscono sul fatturato e sulla liquidità per rinforzare la prima squadra, ma anche per lo sviluppo dei vivai e dei metodi di allenamento per la crescità dei giovani. Insomma, parliamo di investimenti che si fanno a lungo termine dopotutto...
Gli inglesi, ad esempio, non sono saranno dei vincenti nati, ma ciò che guadagnano dalle infrastrutture, dai diritti televisivi e in generale dal loro sistema calcistico mica li spendono solo ed esclusivamente sulle squadre senior. Altrimenti la FA non sfornerebbe i Foden, i Mount, i Reece James, i Gallagher, gli Alexander Arnold, gli Smith Rowe, i Saka, i Jadon Sancho (settore Man City, come il già citato Foden) e i Jude Bellingham (classe 2003 con diverse presenze in Champions con il Borussia Dortmund). Poi trattandosi dell'Inghilterra rimarrà sempre il dubbio che si portano dai tempi del gol fantasma di Hurst, ma ogni anno questi come la Francia, la Spagna e la Germania sfornano una fucina di talenti impressionante, vincono le manifestazioni giovanili perché hanno delle autentiche accademie all'interno dei propri club, oltre al coraggio di lanciare i 2002 e i 2004 (Pedri e Gabi del Barcellona).
La verità è che sotto questo punto di vista il nostro movimento calcistico è rimasto indietro ad Italia 90' e non lo scopriamo di certo oggi. Viviamo in un'epoca in cui il calcio si è industrializzato, i club europei sono diventati autosufficienti e rispetto ad altre federazioni, che prima guardavano la Serie A come il miglior campionato al mondo, non ci siamo evoluti.