Il leghista “No Pass” sostiene strane tesi, di quelle che si rintracciano facilmente scorrendo alcuni account social “No Vax”. "Se incrociamo i dati della Gran Bretagna e quelli della Danimarca - sostiene - scopriamo che la situazione è diversa, che la strada scelta dal governo è sbagliata". Secondo un’altra versione, cita invece la Finlandia, ma cambia poco o nulla. Invernizzi esplode. "Basta, basta con le …!! (impronunciabile, ndr)". I due si fronteggiano, i colleghi intervengono. L’incidente diventa patrimonio comune del partito, in poche ore. Se ne discute nei capannelli. Se ne parla in cortile. Il deputato “Pro Vax” diventa eroe di un gruppo stanco di sopportare. Il resto della tensione viene allo scoperto durante la riunione dei deputati leghisti lombardi di Montecitorio, sempre in quelle ore.
In uno stanzone prende la parola Borghi, ancora lui. "Le scelte del governo sul Green Pass – è il senso dei suoi ragionamenti, riferiscono – ci fanno perdere voti". Pure stavolta, come per il rodeo, c’è chi non è più disposto a tollerare: "Forse le nostre sciagure – prende la parola Raffaele Volpi, parlamentare di lungo corso vicino a Giancarlo Giorgetti, già presidente del Copasir – non sono causate dal green Pass, ma dalle tue posizioni e dai tuoi attacchi contro il governo". Il deputato viene circondato dai colleghi. Si complimentano, applaudono forte. La discussione continua anche a margine dell’incontro, con Borghi che in sostanza rivendica: "Le mie posizioni sono quelle di Salvini".