Noto con piacere che nessuno ti sia saltato alla gola guaendo e sbraitando per questa affermazione. Vuoi perché siamo in una sezione diversa o vuoi perché qui nel forum criticare, che poi non si tratta di critica, Nintendo is for boys, criticare Sony is for men, io non ho avuto la tua stessa fortuna. Ci riprovo quindi qui a spiegare perché invece per me sia PlayStation l'habitat naturale del casual. Puntando il dito verso la PlayStation però non sto affermando contestualmente che i casual non abbondino anche su Nintendo o MS, anzi, lo preciso immediatamente perché ho capito questo essere un punto che sta molto a cuore e anche perché è davvero così.
Parto da una premessa che nella discussione originale non ho avuto modo di fare, la definizione di casual è puramente convenzionale, pertanto un primo problema è mettersi d'accordo tra interlocutori, quando c'è l'intenzione seria di confrontarsi, sul cosa si intenda. Per quanto mi riguarda è una accezione che può valere tanto sul tipo di videogiocatore, ed alcune interpretazioni qui lette come quella del giocatore limitato a pochi titoli e disinteressato al media in quanto tale le reputo coerenti, quanto al tipo di gioco. In quest'ultimo caso ritengo che ci siano dei giochi i quali, al netto della qualità intrinseca che li possa contraddistinguere, mirano più di altri sin dalla scrittura del primo codice ad un pubblico di consumatori molto vasto e quindi vedono la loro programmazione spinta anche nella direzione di fornire esperienze stratificate, in cui sia appagato anche il giocatore casual. Per questo ritengo che togliere GTA dalla lista dei giochi casual, dico togliere perché un tempo era dato per scontato che lo fosse, sia errato, resta un titolo destinato ad offrire una esperienza anche per casual e i numeri del fenomeno non mentono in tal senso. Di contraltare, un Bloodborne ad esempio non potrà mai essere definito tale per quanto mi riguarda.
Detto ciò arrivo al punto PlayStation e sul perché reputo che storicamente sia questa la dimensione ideale del casual. Semplicemente perché su PlayStation il casual è nato. Prima dell'arrivo della prima PlayStation, i videogiochi erano pensati per i bambini, al netto di una nicchia di appassionati ma questa nicchia interessa poco ai nostri ragionamenti. Poi arrivò Sony e intuì quello che Nintendo e Sega non avevano capito, ovvero che il mercato dei videogiochi era pronto ad una massificazione commerciale e ad un innalzamento dell'età media dei suoi consumatori. Sony non si limitò ai mondi puccettosi di Nintendo e Sega e cominciò a introdurre nel media giochi con temi e con situazioni più adulte (ma non necessariamente mature, troppo presto, ma questo già di per sé sarebbe un tema di ulteriore discussione). Sapeva che così sarebbe diventata l'evoluzione di Nintendo e Sega, quest'ultima fu sostituita nel giro di una sola gen in pratica, e che i bambini cresciuti con il Nes erano diventati ragazzini in fase adolescenziale e come tali non volevano schiacciare tartarughe in stile cartoon ma uccidere zombie o nemici umani. Da qui il fatto che introdurre tematiche per adulti non sia necessariamente sinonimo di temi maturi, il target era il ragazzino inizialmente oltre al bambino per il quale l'offerta c'era ugualmente. Tutto ciò mentre su N64 arrivava, in ritardo, Resident Evil 2 con la possibilità di cambiare il sangue nel colore verde o blu, un esempio tra i tanti paradigmatico delle due diverse velocità di comprensione del mercato.
Fu questa decisiva apertura ad aprire gli orizzonti del media ad un pubblico molto più ampio in cui si sono incastrati i casual per come li definiamo oggi. Il resto è storia.
Per questo non stupiva ma al tempo stesso colpiva quel dato da cui è nata la precedente discussione per il quale, al di là del tipo di giochi maggiormente utilizzati su PS5, che erano appunto quasi tutti casual, rilevante era il dato delle ore totali giocate. In tanti giocano tanto a quei giochi. Nessuna HH o SH può pensare di fare a meno dei casual, sono il grosso del mercato e per questo Sony sfrutta il vantaggio accumulato. Nintendo ad esempio sono anni, con risultati altalenanti e con maggiore fortuna in ambito portatile, che prova a consolidarsi in tal senso e anzi è stata l'unica ad un certo punto a puntare su segmenti nuovi di mercato, i cosiddetti non gamer, ovvero gente come la casalinga che al di là di quei due o tre titoli in cui il joystick nemmeno si tocca, non gioca ad altro. Segmento che si è dimostrato molto volatile e legato all'immanenza di un fenomeno di moda a differenza dei casual che invece c'erano e ci sono su titoli come Fifa, Cod, GTA e co.
Poi posso anche sbagliarmi e avere male interpretato il fenomeno, mi è sufficiente restare nel merito delle questioni.