Riflessione Cosa significa giocatore casual?

  • Autore discussione Autore discussione Floxy
  • Data d'inizio Data d'inizio
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Se a SMT metti la modalità Uber Easy che shotti i nemici a prescindere dalle skill, non subisci penalità nei turni se sbagli mossa etc. Quello è un giocare il titolo in modo casual e giusto per dire l'ho giocato anche io e stare dietro ai tempi dell'internet e non perché sei interessato al gioco come esperienza. Altro esempio i FE se togli la morte dei pg e il limite di mossa senza modificarla. O anche chi dice i souls giochi di merda troppo difficili solo perché non vogliono studiarsi il design dei nemici inteso come mooveset più che come estetica.
Questi più che casual mi sembra gente che ha sbagliato media :asd:
 
Questi più che casual mi sembra gente che ha sbagliato media :asd:
Ma l'idea del casual è proprio questa: "ho fatto il turno di 8 ore, sono stanco e non voglio giocare dieci volte la stessa sezione, quindi scelgo la difficoltà minima e mi lamento se un gioco senza selettore di difficoltà è troppo difficile".
Il che ci sta pure, non li giudico subumani per questo, però sono persone che vivono i videogiochi come un passatempo anziché una passione che spinge a migliorare o che spinge a valutare il gioco con parametri che vadano oltre "bella grafica, animazioni top, sonoro da paura". Casual, per l'appunto.
 
Ma l'idea del casual è proprio questa: "ho fatto il turno di 8 ore, sono stanco e non voglio giocare dieci volte la stessa sezione, quindi scelgo la difficoltà minima e mi lamento se un gioco senza selettore di difficoltà è troppo difficile".
Il che ci sta pure, non li giudico subumani per questo, però sono persone che vivono i videogiochi come un passatempo anziché una passione che spinge a migliorare o che spinge a valutare il gioco con parametri che vadano oltre "bella grafica, animazioni top, sonoro da paura". Casual, per l'appunto.
Esattamente! Come prima condividiamo sicuramente la stessa visione . Appunto non sono casi umani ma persone che la vivono in modo casual come io ad esempio vivo musica, film e altre cose
 
Mi ritrovo abbastanza in quello che ha detto Badboy: per me il casual gamer è un giocatore che ha un approccio al videogioco occasionale e spesso superficiale, senza esercitare lo spirito critico e senza soffermarsi più di tanto sulle meccaniche profonde del titolo. Baderei tuttavia ad identificare persone specifiche a questa categoria, perché appunto c'è chi ha un approccio casual ai videogiochi, chi si informa in maniera "maldestra" e incompleta, chi ha un approccio casual con il media in generale ma che ogni tanto è vittima di una "scintilla" che lo fa appassionare e diventare particolarmente competente in uno o più titoli. Inoltre qualcuno può avere un approccio casual e poi appassionarsi, o può essere più appassionato in giovane età e poi con il passare del tempo stancarsi di approfondire i titoli o giocare solo quelli più blasonati.

In generale, lo definirei un approccio più "disinvolto" e tranquillo al videogioco, prendendolo meno "sul serio": ad esempio può capitare che di fronte ad un gioco con la storia non importi di finirlo per forza, non si seguano pedissequamente tutte le cutscene (o si saltino addirittura) e così via.

Aggiungo una postilla, non credo invece esistano "giochi casual". In generale l'obiettivo dei giochi mainstream è sempre quello di raggiungere più persone possibili, sia che parliamo di Uncharted, di Call of Duty, di Fifa o di Just Dance...in generale penso che esistano giochi superficiali e non, perché non vedo nessuna correlazione automatica simile a "gioco superficiale e con meccaniche banali e poco approfondite= gioco che piace a più persone". Quindi in generale usare l'accezione casual per definire una persona che non ha buon gusto e sceglie giochi brutti mi sembra un po' forzata.
 
Quindi possiamo azzardare che Nintendo è l'azienda casual per eccellenza ? Perché praticamente il 90% dei giochi che propone sono aperti a tutti.
Noto con piacere che nessuno ti sia saltato alla gola guaendo e sbraitando per questa affermazione. Vuoi perché siamo in una sezione diversa o vuoi perché qui nel forum criticare, che poi non si tratta di critica, Nintendo is for boys, criticare Sony is for men, io non ho avuto la tua stessa fortuna. Ci riprovo quindi qui a spiegare perché invece per me sia PlayStation l'habitat naturale del casual. Puntando il dito verso la PlayStation però non sto affermando contestualmente che i casual non abbondino anche su Nintendo o MS, anzi, lo preciso immediatamente perché ho capito questo essere un punto che sta molto a cuore e anche perché è davvero così.

Parto da una premessa che nella discussione originale non ho avuto modo di fare, la definizione di casual è puramente convenzionale, pertanto un primo problema è mettersi d'accordo tra interlocutori, quando c'è l'intenzione seria di confrontarsi, sul cosa si intenda. Per quanto mi riguarda è una accezione che può valere tanto sul tipo di videogiocatore, ed alcune interpretazioni qui lette come quella del giocatore limitato a pochi titoli e disinteressato al media in quanto tale le reputo coerenti, quanto al tipo di gioco. In quest'ultimo caso ritengo che ci siano dei giochi i quali, al netto della qualità intrinseca che li possa contraddistinguere, mirano più di altri sin dalla scrittura del primo codice ad un pubblico di consumatori molto vasto e quindi vedono la loro programmazione spinta anche nella direzione di fornire esperienze stratificate, in cui sia appagato anche il giocatore casual. Per questo ritengo che togliere GTA dalla lista dei giochi casual, dico togliere perché un tempo era dato per scontato che lo fosse, sia errato, resta un titolo destinato ad offrire una esperienza anche per casual e i numeri del fenomeno non mentono in tal senso. Di contraltare, un Bloodborne ad esempio non potrà mai essere definito tale per quanto mi riguarda.

Detto ciò arrivo al punto PlayStation e sul perché reputo che storicamente sia questa la dimensione ideale del casual. Semplicemente perché su PlayStation il casual è nato. Prima dell'arrivo della prima PlayStation, i videogiochi erano pensati per i bambini, al netto di una nicchia di appassionati ma questa nicchia interessa poco ai nostri ragionamenti. Poi arrivò Sony e intuì quello che Nintendo e Sega non avevano capito, ovvero che il mercato dei videogiochi era pronto ad una massificazione commerciale e ad un innalzamento dell'età media dei suoi consumatori. Sony non si limitò ai mondi puccettosi di Nintendo e Sega e cominciò a introdurre nel media giochi con temi e con situazioni più adulte (ma non necessariamente mature, troppo presto, ma questo già di per sé sarebbe un tema di ulteriore discussione). Sapeva che così sarebbe diventata l'evoluzione di Nintendo e Sega, quest'ultima fu sostituita nel giro di una sola gen in pratica, e che i bambini cresciuti con il Nes erano diventati ragazzini in fase adolescenziale e come tali non volevano schiacciare tartarughe in stile cartoon ma uccidere zombie o nemici umani. Da qui il fatto che introdurre tematiche per adulti non sia necessariamente sinonimo di temi maturi, il target era il ragazzino inizialmente oltre al bambino per il quale l'offerta c'era ugualmente. Tutto ciò mentre su N64 arrivava, in ritardo, Resident Evil 2 con la possibilità di cambiare il sangue nel colore verde o blu, un esempio tra i tanti paradigmatico delle due diverse velocità di comprensione del mercato.
Fu questa decisiva apertura ad aprire gli orizzonti del media ad un pubblico molto più ampio in cui si sono incastrati i casual per come li definiamo oggi. Il resto è storia.

Per questo non stupiva ma al tempo stesso colpiva quel dato da cui è nata la precedente discussione per il quale, al di là del tipo di giochi maggiormente utilizzati su PS5, che erano appunto quasi tutti casual, rilevante era il dato delle ore totali giocate. In tanti giocano tanto a quei giochi. Nessuna HH o SH può pensare di fare a meno dei casual, sono il grosso del mercato e per questo Sony sfrutta il vantaggio accumulato. Nintendo ad esempio sono anni, con risultati altalenanti e con maggiore fortuna in ambito portatile, che prova a consolidarsi in tal senso e anzi è stata l'unica ad un certo punto a puntare su segmenti nuovi di mercato, i cosiddetti non gamer, ovvero gente come la casalinga che al di là di quei due o tre titoli in cui il joystick nemmeno si tocca, non gioca ad altro. Segmento che si è dimostrato molto volatile e legato all'immanenza di un fenomeno di moda a differenza dei casual che invece c'erano e ci sono su titoli come Fifa, Cod, GTA e co.

Poi posso anche sbagliarmi e avere male interpretato il fenomeno, mi è sufficiente restare nel merito delle questioni.
 
Quello che non ha mai letto un libro su un autore, o su un videogioco, quello che non ha mai amplificato il suo sapere con testi appositi, o magari parlando con chi studia game design e qualche dritta te la può dare.
Il videogioco ha una grammatica del linguaggio, come il cinema. Se non usi quella neolingua, cosa parli/scrivi a fare? Aggià, parli come un casual. Che non è una offesa, è una condizione.
Casual lo si è anche se si gioca a titoli più specifici a mio avviso.
Come puoi immaginare per me non ha nulla a che vedere con abbassare la difficoltà, saltare i filmati, non approfondire le meccaniche di gioco o roba simile. È una attitudine di chi confonde "passatempo" con "passione"
 
Parlando seriamente i casual sono l'80% del mercato o giù di lì, c'è poco da puntare il dito
 
Quelli che vedono i videogame come un passatempo effimero e scanzonato, che mai prenderebbero in mano un Silent Hill, un Persona, un Shadow of The Colossus o un Metroid o forse lo fanno ma saltuariamente.
Ovviamente poi all'interno degli appassionati c'e' un ampio spettro di competenza, come in tutti i media culturali.
 
Semplicemente un gamer casual non starebbe qui dentro a parlare di videogiochi, del medium, dello sviluppo, degli autori, delle vendite.

Si interessa a pochi giochi mainstream con cui magari gioca con amici.

Un giocatore "hardcore", appassionato, studioso una volta era un casual, foss'anche a 5 anni :asd: poi è scattato qualcosa e ha voluto di più dal videogioco, prima da quel videogioco, poi alla console, poi all'autore e via così
 
Quelli che vedono i videogame come un passatempo effimero e scanzonato, che mai prenderebbero in mano un Silent Hill, un Persona, un Shadow of The Colossus o un Metroid o forse lo fanno ma saltuariamente.
Ovviamente poi all'interno degli appassionati c'e' un ampio spettro di competenza, come in tutti i media culturali.
I videogiochi sono un media culturale? In che senso?
 
Noto con piacere che nessuno ti sia saltato alla gola guaendo e sbraitando per questa affermazione. Vuoi perché siamo in una sezione diversa o vuoi perché qui nel forum criticare, che poi non si tratta di critica, Nintendo is for boys, criticare Sony is for men, io non ho avuto la tua stessa fortuna. Ci riprovo quindi qui a spiegare perché invece per me sia PlayStation l'habitat naturale del casual. Puntando il dito verso la PlayStation però non sto affermando contestualmente che i casual non abbondino anche su Nintendo o MS, anzi, lo preciso immediatamente perché ho capito questo essere un punto che sta molto a cuore e anche perché è davvero così.

Parto da una premessa che nella discussione originale non ho avuto modo di fare, la definizione di casual è puramente convenzionale, pertanto un primo problema è mettersi d'accordo tra interlocutori, quando c'è l'intenzione seria di confrontarsi, sul cosa si intenda. Per quanto mi riguarda è una accezione che può valere tanto sul tipo di videogiocatore, ed alcune interpretazioni qui lette come quella del giocatore limitato a pochi titoli e disinteressato al media in quanto tale le reputo coerenti, quanto al tipo di gioco. In quest'ultimo caso ritengo che ci siano dei giochi i quali, al netto della qualità intrinseca che li possa contraddistinguere, mirano più di altri sin dalla scrittura del primo codice ad un pubblico di consumatori molto vasto e quindi vedono la loro programmazione spinta anche nella direzione di fornire esperienze stratificate, in cui sia appagato anche il giocatore casual. Per questo ritengo che togliere GTA dalla lista dei giochi casual, dico togliere perché un tempo era dato per scontato che lo fosse, sia errato, resta un titolo destinato ad offrire una esperienza anche per casual e i numeri del fenomeno non mentono in tal senso. Di contraltare, un Bloodborne ad esempio non potrà mai essere definito tale per quanto mi riguarda.

Detto ciò arrivo al punto PlayStation e sul perché reputo che storicamente sia questa la dimensione ideale del casual. Semplicemente perché su PlayStation il casual è nato. Prima dell'arrivo della prima PlayStation, i videogiochi erano pensati per i bambini, al netto di una nicchia di appassionati ma questa nicchia interessa poco ai nostri ragionamenti. Poi arrivò Sony e intuì quello che Nintendo e Sega non avevano capito, ovvero che il mercato dei videogiochi era pronto ad una massificazione commerciale e ad un innalzamento dell'età media dei suoi consumatori. Sony non si limitò ai mondi puccettosi di Nintendo e Sega e cominciò a introdurre nel media giochi con temi e con situazioni più adulte (ma non necessariamente mature, troppo presto, ma questo già di per sé sarebbe un tema di ulteriore discussione). Sapeva che così sarebbe diventata l'evoluzione di Nintendo e Sega, quest'ultima fu sostituita nel giro di una sola gen in pratica, e che i bambini cresciuti con il Nes erano diventati ragazzini in fase adolescenziale e come tali non volevano schiacciare tartarughe in stile cartoon ma uccidere zombie o nemici umani. Da qui il fatto che introdurre tematiche per adulti non sia necessariamente sinonimo di temi maturi, il target era il ragazzino inizialmente oltre al bambino per il quale l'offerta c'era ugualmente. Tutto ciò mentre su N64 arrivava, in ritardo, Resident Evil 2 con la possibilità di cambiare il sangue nel colore verde o blu, un esempio tra i tanti paradigmatico delle due diverse velocità di comprensione del mercato.
Fu questa decisiva apertura ad aprire gli orizzonti del media ad un pubblico molto più ampio in cui si sono incastrati i casual per come li definiamo oggi. Il resto è storia.

Per questo non stupiva ma al tempo stesso colpiva quel dato da cui è nata la precedente discussione per il quale, al di là del tipo di giochi maggiormente utilizzati su PS5, che erano appunto quasi tutti casual, rilevante era il dato delle ore totali giocate. In tanti giocano tanto a quei giochi. Nessuna HH o SH può pensare di fare a meno dei casual, sono il grosso del mercato e per questo Sony sfrutta il vantaggio accumulato. Nintendo ad esempio sono anni, con risultati altalenanti e con maggiore fortuna in ambito portatile, che prova a consolidarsi in tal senso e anzi è stata l'unica ad un certo punto a puntare su segmenti nuovi di mercato, i cosiddetti non gamer, ovvero gente come la casalinga che al di là di quei due o tre titoli in cui il joystick nemmeno si tocca, non gioca ad altro. Segmento che si è dimostrato molto volatile e legato all'immanenza di un fenomeno di moda a differenza dei casual che invece c'erano e ci sono su titoli come Fifa, Cod, GTA e co.

Poi posso anche sbagliarmi e avere male interpretato il fenomeno, mi è sufficiente restare nel merito delle questioni.
Per quanto concordi sul fatto che Sony sia sicuramente la casa dove proliferano i casual gamer, penso che con la tua analisi tu sia anche troppo lusinghiero: se Nintendo era indiscutibilmente la casa dei giochi per bambini e per famiglie, Sony più che agli adulti nell'era della prima Playstation ha puntato agli adolescenti, con giochi dall'estetica accattivante, molto commerciali e "vendibili", ma infarciti di quelle tematiche tipiche dei teen drama televisivi, meno innocenti dell'edulcorazione di Nintendo, ma troppo blande per essere considerate seriamente da chiunque abbia compiuto la maggiore età.
Pensaci, nell'era ps1 quali sarebbero i giochi da "adulti" di Sony? Ad oggi onestamente non è che me ne vengano in mente così tanti.
 
Secondo me ha molto più senso parlare di giocatori casual che di giochi casual. Io lo vedo più come un approccio al medium videogioco in generale piuttosto che una caratteristica legata al singolo gioco. Essere degli hardcore gamers al contrario non vuol dire giocare solo a Dark Souls o a giochi indie di nicchia: il videogioco deve divertire e se il divertimento passa da Fifa o Cod non vedo perché uno debba privarsene.

Semplicemente se uno è appassionato di videogiochi si renderà conto che c'è una differenza qualitativa tra l'ennesimo Call of Duty e "Giochini" come Hades e Hollow Knight che invece non sarà percepita dal casual gamer che farà caso solo a graficona, esplosioni e magari features multiplayer.

Poi è chiaro che certi giochi comunque vengono creati avendo in mente una certa utenza, quindi per dire Call of Duty rispetto ad altri Fps avrà elementi più appetitosi per i casual gamer, ma se tra un Jrpg e uno story driven voglio farmi un paio d'ore di bang bang senza troppi scazzi, questo non mi rende un giocatore meno appassionato.
 
La divisione tra casual gamer e hardcore gamer (e quello che ci passa in mezzo :asd: ) però si potrebbe dividere anche in svariati fattori imo, due su tutti: Inteso al singolo gioco o al media in generale? Cioè, la predisposizione personale a sviscerare e rendere bene su un prodotto, qualunque esso sia, o la propensione ad approfondire l'intero media nella sua interezza anche fosse in modo più blando nello specifico gioco?

Per dire, Daigo Umehara sarebbe un casual gamer nel caso in cui, in quarant'anni di vita, avesse giocato solo a SF o in generale a picchiaduro 2D e se ne fosse sbattuto il cazzo (o quasi) del resto o di quello che c'è dietro la produzione di videogiochi non picchiaduro? :shrek: Daigo? :shrek:

Credo sia una distinzione sensata da fare, semplicemente separare i due fattori anziché accorparli.
 
Pensaci, nell'era ps1 quali sarebbero i giochi da "adulti" di Sony? Ad oggi onestamente non è che me ne vengano in mente così tanti.
Sony non produceva ancora molti giochi ai tempi essendo nuova sul mercato
ma la softeca Ps1 di certo era molto piu´ matura e orientata ai piu´ grandi,dire il contrario significa mentire.
 
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