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Laxus91

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Da come l'ho vissuta io, Bayo è stato un fulmine a ciel sereno. Partivo già con un pregiudizio pressochè stupido... e niente, la bomba è scoppiata appena ho preso in mano il pad, dopo ben 10/20 minuti capivo già la caratura del gioco. E più andavo avanti più scoprivo nuovi tecnicismi. Poi non ho menzionato il movimento degli scenari, tipo con Jeanne 4, che lì è un livello tecnico (e di combat system) spaventoso. L'ho acquistato nuovo a 7 euro ma in realtà meriterebbe il prezzo pieno.

Sono già a metà della run Climax Infinite, ovvero l'ultimo trofeo per il platino.

Per bayo 2 la vedo dura, anche perchè al sol pensiero di dover comprare una nuova console (più l'80% dei suoi giochi) mi vien da svenire //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Si infatti è un'esperienza di primo livello, anche a me ha letteralmente stregato, trama a parte (che pure è funzionale e carina, poi con le classiche cutscenes iperesagerate!).

Il 2 è l'1 potenziato con un pizzico meno di follia ma tanto gameplay puro, oltre a rifinire la formula epurandola da sezioni mal calibrate del primo (seppur poche), oltre ovviamente a nuovissime armi, boss, tipologie nemiche e via dicendo!

Magari se puoi valuta in caso ci sarà un eventuale probabile calo di prezzo della console, ovviamente potrai pensarci solo se sai che abbastanza altri titoli sono di tuo gradimento! Certamente non è una scelta da fare senza rifletterci per bene, se mai capiterà ti posso dare qualche info se servisse! Chiudo l'OT! ;p

 

Vc3nZ_92

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Aggiornato tutto. Come dicevo anche in privato a diennea2, anche a me Bayonetta è sempre stata, e lo è ancora oggi, antipatica. E Bayonetta lo considero un capolavoro, il primo vero gioco da 10, per me, che ho giocato su PS3, tantissimi anni fa.

Ah, se qualcuno volesse dare un occhio, cliccando su Le mie videorecensioni in firma ci sono le recensioni mie di questo thread... le carico un po' alla volta (quando c'è qualche rece nuova ovviamente carico anche la videorece in contemporanea, come per Borderlands) quando ho tempo, se volete darci un occhio. Ovviamente le più vecchie sono anche molto più scadenti delle nuove, ma pazienza, non mi andava di rielaborarle //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 

Laxus91

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Aggiornato tutto. Come dicevo anche in privato a diennea2, anche a me Bayonetta è sempre stata, e lo è ancora oggi, antipatica. E Bayonetta lo considero un capolavoro, il primo vero gioco da 10, per me, che ho giocato su PS3, tantissimi anni fa.
Ah, se qualcuno volesse dare un occhio, cliccando su Le mie videorecensioni in firma ci sono le recensioni mie di questo thread... le carico un po' alla volta (quando c'è qualche rece nuova ovviamente carico anche la videorece in contemporanea, come per Borderlands) quando ho tempo, se volete darci un occhio. Ovviamente le più vecchie sono anche molto più scadenti delle nuove, ma pazienza, non mi andava di rielaborarle //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Io un occhio ce lo dò! Su Bayo poco da dire, sul pg son solamente gusti, fai bene però a scindere la qualità oggettiva dal gusto personale, cosa che ogni recensore dovrebbe fare per esser un minimo credibile

 

belmont976

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Odin Sphere Leifthrasir

By Belmont976

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Odin Sphere Leifthrasir è l’ennesima remaster in un mercato che ne vede troppe, molte delle quali insignificanti e che aggiungono veramente poco, ebbene in questo caso, non solo la rimasterizzazione trova senso, ma deve essere di insegnamento a tutti per la modalità con cui tale operazione dovrebbe essere fatta. Leifthrasir non si limita a portare in HD un vecchio titolo di PS2, ma ne corregge i problemi tecnici, e ne varia talmente tanto la giocabilità che in pratica l’inserimento della modalità classica è un’aggiunta obbligata al punto da sembrare quasi un altro gioco, siamo davvero ai limiti del Remake. Analizzando il gioco lo si può riassumere in un action con elementi RPG limitati al potenziamento di alcune abilità e spell dei protagonisti dove tutti gli elementi che compongono l’opera rasentano la perfezione. La componente grafica è a dir poco eccezionale, una Pixel Art semplicemente divina, con animazioni perfette, che corregge ed elimina quei fastidiosi rallentamenti che rappresentavano l’unico neo della versione originale, in merito alla sublime direzione artistica Vanillaware come sempre non si smentisce dando il meglio se, il comparto audio è divino, con musiche adeguate ed effetti eccezionali, accompagnati da un ottimo doppiaggio, sia per le voci originali in Giapponese che quelle in Inglese, la giocabilità rappresenta l’elemento che maggiormente si differenzia in questa remaster, il controllo ed il sistema di combattimento risulta molto più snello, quasi semplificato rispetto all’originale, riuscendo comunque ad essere estremamente profondo, ma soprattutto talmente diverso da far sembrare l’originale quasi un gioco diverso, la longevità infine è ottima e portare a termine la storia del mondo di Erion e dei cinque protagonisti richiederà circa 30 ore, con la possibilità di accedere a finali multipli aumentando ulteriormente la rigiocabilità, unico appunto va fatto però proprio a questo aspetto, 30 ore per un action di questo tipo forse son troppe, cinque campagne con cinque protagonisti diversi, in un unico regno, portano inevitabilmente ad un’eccessiva ripetitività di ambientazioni, nemici e boss, anche se a seconda del personaggio, andranno affrontati seguendo eventi ed ordine diverso, componente tipica delle produzioni di Vanillaware, fortunatamente però i ragazzi, sono riusciti a diversificare talmente tanto il combat sistem dei diversi personaggi da limitare un bel po' questo difetto, e soprattutto sarà estremamente interessante scoprire l’intreccio delle storie dei 5 protagonisti. Ammetto di essere un nostalgico ed amare la Pixel Art, ma quando un gioco è fatto così bene offre tanto divertimento, e riesce a prendermi dall’inizio alla fine, non riesco a fare a meno di premiarlo

Voto: 9,5

Anche in questo caso, come Guacamelee! ho giocato la versione PsVita, ma la recensione è valida sia per PS3 che PS4. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif

 
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E sto aggiungendo man mano anche le mie videorecensioni, oggi ho inserito la puntata 7, Demon's Souls. Per chi è interessato, il link è in firma :mah:

 

diennea2

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Odin Sphere: Leifthrasir




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diennea2





Vanillaware è una delle SH che amo maggiormente, ed è a mio avviso una delle poche in grado non solo di produrre giochi dalla qualità artistica sopraffina, ma anche di proporre dei titoli “vecchia scuola” sempre divertenti.

Questa recensione è incentrata sulla rivisitazione di Odin Sphere, titolo che uscì nel 2006 per PS2, riproposto oggi sotto la nomenclatura di “Lefthrasir”, ovvero una via di mezzo tra remaster e remake.

Odin Sphere Leifthrasir è una fiaba. Non ci sono mezze misure per descriverlo, questo jrpg a scorrimento laterale racconta guerre, amori, lotte ed intrighi politici sulle terre di Erion, la vera protagonista del gioco.

La trama non è affatto male, tutto viene raccontato attraverso 5 personaggi provenienti da regni diversi e, ad ogni passaggio di questi, il tempo andrà a ritroso così da conoscere le moltissime vicende che si legan fra loro. Sottolineo “moltissime vicende” perché ad ogni azione/evento di un personaggio si creano dei veri e propri arabeschi narrativi, e devo dire che questi elementi si intrecciano piuttosto bene.

Il gameplay mi ha incuriosito moltissimo: il combat system all’inizio potrebbe sembrare un ignorantissimo button smashin’, ma in realtà è molto più tecnico di quel che sembra. Ogni personaggio, anche se con un proprio stile di combattimento unico, segue una struttura offensiva comune dove ogni comando corrisponde un attacco ben preciso, caratterizzato da un raggio d’azione esteso o corto che sia, laddove saremo capaci di direzionare il colpo a nostro piacimento. Man mano che proseguiremo con la storia potremmo raccogliere i “prismi fozonici”, cioè abilità/tecniche d’attacco che non potranno far altro che ampliare e migliorare il lato tecnico del combat system. Attivandole consumeremo la stamina (in percentuale) o verranno assorbiti i fozoni, ovvero una sorta di forza/energia in grado di cambiare le sorti di Erion. Oltre ad essere divertenti, le skill in toto sono pure molto belle esteticamente parlando.

Il gioco poi ci obbligherà a controllare questi fozoni: ogni avversario abbattuto libererà questa energia viola e noi, dopo averla assorbita potremo utilizzarla a nostro piacimento migliorando il livello delle abilità oppure nutrendo le piante così da raccogliere i loro frutti.

Queste capacità gestionali diverranno un pelo più ampie (e divertenti) con l’introduzione dell’alchimia, una feature tanto semplice quanto indispensabile: attraverso questa aggiunta potremo combinare radici/cibi/frutti/oggetti per creare svariatissime pozioni offensive o di supporto.

Il numero di combinazioni poi è davvero alto e più salirà il “grado” della provetta, più il suo effetto sarà marcato.

Con un semplicissimo tasto (triangolo) il tempo di gioco si bloccherà, dove qui passeremo a questa struttura gestionale piccola, ma incredibilmente profonda.

Insieme a questa parte fondamentale troviamo anche un sistema di “cucina”, dove man mano che raccoglieremo le ricette sparse per il mondo di Erion, potremo arricchire non solo il menù dello chef itinerante Maury, ma anche la possibilità di expare in gran quantità.

Il gioco è diviso per regioni, ed ognuno di esse è suddivisa in tante e piccole aree a scorrimento laterale dove saranno presenti nemici e mid-boss impegnativi. Sinceramente avrei preferito non vedere questo spezzettamento degli ambienti in favore di un unico “blocco” (come in Dragon’s Crown) , ma la presenza di una classifica più voto per ogni micro-area ci spinge a migliorare le nostre prestazioni ludiche.

I Boss posti a fine dello scenario, oltre ad essere esteticamente stupendi, danno prova della loro difficoltà obbligandoci a creare la strategia migliore per abbatterli il prima possibile.

L’unico difetto da sottolineare però è l’eccesiva riproposizione di questi: i boss (insieme agli scenari) si ricicleranno per ogni personaggio giocabile, quindi sarete obbligati a sconfiggerli per ben 5 volte, restringendo purtroppo quel senso di novità misto sorpresa. Fortunatamente ogni personaggio ha un proprio stile di combattimento, il che fortunatamente crea di conseguenza un nuovo approccio sia verso gli scenari, sia verso i nemici e boss.

Detto questo il comparto artistico è, come ci si aspettava, stupendo. La qualità dei disegni di Kamitani e soci non mente e, proprio come in Dragon’s Crown, rasenta la perfezione: i colori, l’ambientazione, i nemici ed i nostri stessi protagonisti sono pura estasi per i nostri occhi.

Lo stile artistico sublime poi prende per mano anche la qualità tecnica del titolo, ora più fluida e nitida di prima.

Anche il sonoro sa il fatto suo, i dialoghi sono ben costruiti (con i sottotitoli in italiano, evviva!) mentre le musiche contraddistinte da cori angelici e tinte apocalittiche si inseriscono perfettamente nel contesto ludico e narrativo.

Leifthrasir propone anche la versione originale del gioco senza i stravolgimenti di gameplay fatti da Vanillaware, e da qui si noterà subito che il livello di difficoltà (della versione odierna) è stato leggermente abbassato in modo da non essere proibitivo come ai vecchi tempi.

Odin Sphere è lungo, molto lungo. Le 5 campagne (più una) superano le 35 ore di gioco, mentre la presenza di più finale (più uno segreto) da un senso realistico per riprendere in mano il pad.

Ed infine anche qui la qualità targata Vanillaware non delude, questo remaster simil remake è davvero un ottimo prodotto: nonostante il leggero problema di ripetitività, Odin Sphere riesce non solo a stupire per mezzo dell’arte di Kamitani and friends, ma anche di divertire con un gameplay semplificato, ma incredibilmente profondo. Erion vi farà letteralmente sgranare gli occhi da cotanta bellezza, e visitare tutti i suoi scenari vale il prezzo del biglietto. Se poi siete anche amanti dei prodotti Vanillaware come il sottoscritto, allora l’acquisto diventa d’obbligo.

Voto: 9


 

Vc3nZ_92

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Ah, piccolo-OT, ho cambiato il microfono per le mie videorecensioni, ora dovrebbero essere molto migliori, se volete dare un occhio, cliccate in firma (l'episodio 9 è il primo con il nuovo microfono) //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

[video=youtube;f5R6-Gpb1Ls]


 

diennea2

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The Last of Us




a cura di



diennea2





A parer mio, The Last of Us è riuscito a sfondare il muro dei giochi dell’olimpo. Naughty Dog ha sapientemente utilizzato tutte le sue risorse per creare un qualcosa di duraturo nel tempo. La sua apparente natura horror può trarre in inganno; anzi, ad essere sinceri è difficile catalogarlo in un genere ben definito, ma mi accorgo che non posso, a causa della sua “complessità di fondo” non ci riesco. Questa per me è stata un’esperienza che difficilmente verrà dimenticata.

La trama si basa su elementi e temi molto maturi e profondi, qui il mondo per come lo conosciamo non esiste più, la diffusione di un fungo parassita ha decimato non solo il genere umano, ma anche la struttura sociale stessa dell’uomo cancellando quella linea etica e morale che separa ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Qui ormai il bene e il male sono concetti morti, relegati nel passato, soppiantati dal più crudo istinto di sopravvivenza.

Il mondo è cambiato e 20 anni dopo l'emozionante prologo, Joel, il nostro protagonista diventato contrabbandiere di armi per vari gruppi rivoluzionari, si imbatterà in Ellie, una ragazza nata nel nuovo mondo. I 2 faticheranno a sopravvivere, ma alla fine si creerà fra loro rapporto incredibilmente simile a quello tra un padre ed una figlia.

La trama tratta elementi che verosimilmente si potrebbero trovare anche in vari altri titoli lineari, ma questa in realtà splende per merito della narrazione. Il “come” è la scintilla che riesce ad avvampare le emozioni che albergano in noi. Se aggiungiamo poi la splendida caratterizzazione dei personaggi/nemici ed una tra le migliori recitazioni che io abbia mai visto, ecco che tutto prende una forma ben definita ed incrollabile, scandita da un ritmo eccezionale. Da questo punto di vista, The Last of Us è un diamante perfetto in grado di far impallidire le migliori storie di qualsiasi videogioco.

Il gameplay funziona egregiamente, questo TPS che poggia su una base tipicamente survivor riesce sempre a non essere banale, la nostra scelta di approccio non ha nessun esito morale, l’importante qui è la sopravvivenza. Ovviamente meno ci faremo notare e meglio sarà, difatti in questo caso l’approccio stealth ben sviluppato ci darà man forte durante l’intero viaggio. Le coperture saranno le nostre più valide alleate e le uccisioni silenziose (gli strangolamenti) diminuiranno il numero di ostacoli da dover superare. Se si dovesse scegliere l’uso delle armi da fuoco, anche un singolo colpo potrebbe risultare fatale, ma il rumore emesso dalla pistola non farà altro che chiamare l’attenzione di tutti i nemici in zona aggravando la situazione. Da questo semplice schema, il gioco ci consiglia caldamente di usare più la tattica che l’impulsività.

Oltre alle abilità fisiche di Joel, potremo raccogliere le risorse sparse all’interno degli scenari.

Naughty Dog ha sapientemente infilato nel gameplay un semplice sistema di crafting, una volta aperto lo zainetto infatti potremo creare medikit, molotov, pugnali, ed altre cose attraverso i vari materiali raccolti nel gioco come ad esempio il nastro isolante, le forbici, stracci, alcool e via dicendo. La gestione delle risorse diventa quindi una parte fondamentale del gioco, gli oggetti da raccattare sono presenti in quantità ridotte e questo di conseguenza ci stimola sia ad un crafting intelligente ed adatto alle situazioni in cui ci troveremo, sia all’esplorazione dei territori. Ovviamente la preparazione di questi consumabili richiede un brevissimo periodo di tempo, ma che durante il quale saremo completamente indifesi.

Questo schema di game design piuttosto solido cambia volto quando incontreremo nemici diversi. In The Last o Us gli avversari saranno di 2 generi: l’uomo e gli infetti.

Il primo è intelligente e, quando è composto da un gruppo numeroso, tendono ad organizzarsi cercando di accerchiare Joel diventando di conseguenza piuttosto pericolosi.

Gli infetti invece si presentano in diversi gruppi: i runner (molto veloci), gli stalker (che utilizzano l’attacco a sorpresa), i clicker (ciechi, ma con un udito sviluppatissimo. Sono letali) e i bloater (ultimo stadio dell’infezione, i più pericolosi e resistenti in assoluto). Ognuno di questi contagiati ha un proprio comportamento offensivo, causandone di conseguenza il cambiamento del nostro stile di gioco.

Insomma la tipologia dei nemici è molto alta e la loro diversificazione insieme ad una I.A. incredibilmente reattiva, riescono a migliorare ulteriormente la qualità del gameplay.

Le vicende di Joel ed Ellie vengono raccontate anche attraverso i bellissimi scenari. Utilizzando la scusa dell’esplorazione, The Last of Us ci delizia attraverso scorci ed ambienti post-apocalittici stupendi. Qui la cura dei paesaggi e dei dettagli è pressoché maniacale ed il senso di abbandono di un mondo ormai finito si fa sentire ad ogni passo dei protagonisti.

La stessa cura la troveremo anche per quanto riguarda le mappe degli edifici, dove nascondono anfratti e stanze segrete contenenti vari oggetti utili al crafting.

La diversificazione del territorio e degli eventi non stanca mai il videogiocatore, le situazioni di pericolo in cui incapperà saranno svariatissime, mentre nei momenti più calmi sicuramente ne approfitterà per osservare e godersi lo spettacolo artistico offerto dai cagnacci.

Il comparto tecnico è superbo, la qualità delle texture e il numero di poligoni è incredibile, i movimenti e le animazioni di ogni personaggio sono veritieri e l’illuminazione offre una resa visiva pressoché perfetta.

Il sonoro invece è stratosferico: il bellissimo doppiaggio (sia italiano che originale) non è mai esagerato o fuori posto, mentre le chitarre di Gustavo Santaolalla creano melodie tristi che si sovrappongono ad una realtà pregna di solitudine ed abbandono.

La campagna giocatore singolo tocca le 15 ore mentre la rigiocabilità è piuttosto scarna…all’apparenza. Sì, è vero, questo titolo è molto lineare, ma dopo aver provato la difficoltà “Sopravvissuto” il gioco vi immergerà in un mondo realmente difficile da riuscire a sopravvivere.

Pure il comparto multigiocatore è stato sviluppato piuttosto bene, le modalità sono 4 e sono tutte molto divertenti (e lo dice uno che non ama il multiplayer).

Che dire…The Last of Us è, secondo il mio punto di vista, IL gioco per Playstation 3. Qui c’è tutto, ed ogni elemento che compone questo titolo funziona perfettamente. La trama e la narrazione trasporta il videogiocatore in un turbinio di eventi e feels difficili da trovare altrove, mentre il gameplay lo spinge ad utilizzare diverse tattiche ad ogni tipo di situazione. La qualità visiva in toto poi traspare di una bellezza decadente di rarissima fattura. Se dobbiamo fare un paragone, The Last of Us è un pugno in pieno petto, le vicende che accompagnano Joel ed Ellie sono in grado di mostrare quanto può essere crudele un mondo senza futuro e senza regole, un mondo governato dal cinismo più crudo e desolante.

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Left Behind e Realismo




Questo DLC si posiziona a metà gioco e racconta alcuni retroscena di Ellie molto interessanti.

Anche qui la narrativa e la bellezza artistica dettano legge, ma la comparsa di infetti e umani negli stessi eventi riesce a creare un nuovo tipo di approccio al gameplay, rendendolo più profondo di prima. Se avete amato il gioco base, Left Behind diventa un acquisto obbligato.

Ed infine spendo pochissime parole per “Realismo” ovvero una semplicissima aggiunta sottoforma di livello di difficoltà. Con questo nuovo grado di sfida, l’immersione sarà maggiore, le risorse saranno scarsissime e le pallottole saranno talmente rare da trovarne 5/6 in tutto il gioco. Questa sfida, a mio avviso,merita di essere provata e vissuta.

Voto: 10


 
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Aggiornato tutto, The Last of Us entra in classifica, ma non spodesta Dark Souls :mah:

Intanto ne approfitto con il solito mini-OT, con le mie videorecensioni. Vi lascio le ultime 2, quella uscita oggi e la mia preferita (entrambe fatte con il nuovo microfono), ad ogni modo c'è il link in firma :mah:






 

belmont976

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A Boy and His Blob (PS4/PS3/PSVITA)

By Belmont976

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Direttamente dai tempi dell’8bit nintnedo arriva fino ai giorni nostri, A Boy and his Blob, classico senza tempo, che riuscì a distinguersi dalla massa dei platform che dominarono quell’epoca grazie al rapporto di collaborazione che si instaurava tra il nostro eroe ed il suo amico blob, che assumendo svariate forme in base al tipo di caramella ingerita, ci consentiva di superare tutte le difficoltà dettate dai livelli e dai limiti del piccolo protagonista. WayForward decide di riproporci la medesima formula prima nel 2009 su Wii, e poi nel 2016 anche sulle attuali console Sony e Microsoft. Questo remake si fa subito apprezzare per un comparto tecnico davvero meritevole, la solita pixel art colorata e discretamente animata a cui WayForward ci ha saputo abituare, accompagnata da una colonna sonora che fa il suo lavoro senza però riuscire a restare impressa, la giocabilità invece è piuttosto semplice, un platform con elementi puzzle da risolvere con l’aiuto del nostro amico Blob con un level design dalla difficoltà bilanciata e crescente, mai eccessivamente complesso e che non riesce quasi mai a restituire una sfida degna di questo nome, tutto sommato il titolo risulta però abbastanza longevo, con i suoi quaranta livelli, e relativi boss oltre ai collezionabili e la possibilità di sbloccare ulteriori quaranta livelli Challenge. Il valore di un gioco non si misura col suo prezzo, ma reputo che per 10 euro sia un acquisto ottimo per passare qualche ora spensierata, inoltre la versione per console Sony usufruisce della funzione Crossbuy tra le tre piattaforme.

Voto: 7,5

 
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Aggiornato tutto :mah:

Vi lascio le mie ultime 2 videorecensioni (come sempre, link in firma :mah:)






 

Vc3nZ_92

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Red Dead Redemption
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Dopo più di 6 anni dalla sua uscita, finalmente ho giocato e sviscerato anche io Red Dead Redemption e dopo poche ore di gioco mi sono chiesto perché diavolo abbia aspettato così tanto.

Senza girarci tanto intorno, per me è un capolavoro. Eccelle in ogni sua parte e sa far emozionare, vuoi per la storia, vuoi per il magistrale utilizzo dei colori e quindi per un meno scontato motivo puramente visivo, vuoi per un insieme di tante cose... fatto sta che Red Dead Redemption vi lascia qualcosa dentro.

La storia, dopo questa premessa, non può che essere un punto forte del gioco. Non vi dirò molto per evitarvi le tante sorprese, sappiate solo che la scrittura è divina e i personaggi sono tutti caratterizzati in modo sopraffino, seppure alcuni siano molto eccentrici e 'macchiette', ma si sa, la Rockstar ci ha sempre abituato così, quindi mi sarei stupito del contrario. Attraverso questo quadretto gli sviluppatori riescono a creare uno spaccato che, nonostante il gioco sia ovviamente ambientato in un epoca ormai passata, risulta ancora attuale, denunciando, come da tradizione, la società, in molte parti 'marcia'.

Il gameplay è ottimo. Un TPS fatto come si deve inserito in un contesto Open World. E non dimentichiamoci il Dead Eye (abilità con cui possiamo congelare il tempo e far fuori i nemici con calma), elemento in un certo senso distintivo del titolo. Peccato che i movimenti 'stretti' siano alquanto goffi e imprecisi, ma visto che gli scontri sono di solito a lungo raggio, la cosa non pesa più di tanto. Menzione d'onore per i combattimenti a cavallo: all'inizio magari il sistema proposto può sembrare un po' confusionario e macchinoso ma nel giro di poche ore ci si abitua alla grande e si rivela davvero molto funzionale all'economia di gioco.

Varietà spaventosa. Il gioco è enorme e vi ritroverete travolti da cose da fare. Tantissime missioni principali e secondarie e un'infinità di altri lavoretti minori e tantissimi mini-giochi tutti ben fatti e mai stancanti. Di conseguenza vien da sé che la longevità è enorme. A tal proposito, segnalo anche la presenza di un comparto Multiplayer, ma visto che non l'ho mai nemmeno avviato non posso dirvi nulla a riguardo.

Comparto sonoro promosso a pieni voti: OST da urlo e doppiaggio d'alto livello.

Comparto tecnico/grafico promosso anch'esso a pieni voti. La mappa di gioco è enorme e il motore di gioco in campagna non soffre quasi mai. E la direzione artistica non è da meno, i ragazzi di Rockstar ci regalano panorami mozzafiato e tramonti d'alto livello. Purtroppo però il motore mostra il fianco a Blackwater. Seppure sia una piccola cittadina e quindi non abbia chissà quale complessità poligonale, in questa parte di mappa i difetti visivi si moltiplicano a dismisura e si sente proprio l'engine di gioco 'soffrire'. E' comunque una macchiolina in un mare di maestosità, e consideriamo che il gioco è uscito nel 2010. Quasi dimenticavo, seppure come accennato già, nei movimenti 'stretti', ci siano parecchie imperfezioni, in linea di massima le animazioni sono sempre piacevoli e 'reali'.

Se da un lato l'ambientazione unica è un punto forte del gioco, dall'altro lato, però, il fatto di avere solo il cavallo come mezzo di trasporto rende il free-roaming troppo 'lento' per i miei gusti. La cosa si sente tantissimo quando accettiamo una missione e per arrivare a destinazione perdiamo anche 2 o 3 minuti. Essendo poi per la maggior parte campagna, il paesaggio, seppure come già detto, sia stupendo, è poco 'caratteristico' e quindi stimolante. Fortunatamente in nostro soccorso troviamo il viaggio rapido eseguibile praticamente da quasi qualsiasi punto della mappa.

Ed ora un'ultima cosa da dire, che può sembrare ridicola, ma a me è pesata tantissimo. I fottuti sottotitoli illeggibili. Sono microscopici, vorrei sapere perché li hanno fatti così. Per un miope sono davvero un bel problema.

Piccola parentesi sul DLC Undead Nightmare. Carino, ma nulla più. Offre una variante al gameplay base, ma le missioni sono pochissime ed è afflitto da scelte di game design che non fanno altro che aumentare artificiosamente una longevità che altrimenti sarebbe stata molto inferiore. Insomma, per me è evitabile.

In definitiva, un signor gioco che non sbaglia nulla. Consigliato a tutti, anche a chi non piace il Far West. Le soleggiate terre della selvaggia America e del Messico vi stanno aspettando, salite in groppa al vostro cavallo e godetevi il viaggio!

VOTO: 9
 
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Journey

Ho finito stasera Journey per la seconda volta in questo 2016, la prima fu a giugno su PS3 (la sesta nel complessivo) e a più di 4 anni da quando lo giocai all'uscita non posso che essere più che convinto di quello che pensai, ma sopratutto provai le prime volte: Journey non è un semplice videogioco, è un'opera d'arte!

Se le opere d'arte sono definite tali per quello che esprimono, per quello che trasmettono ma sopratutto fanno provare e se il cinema è definita "la settima arte" bene, per i videogiochi mi azzardo a dire che possano essere in qualche modo l'ottava; con questo titolo ne ho avuto la conferma definitiva.

Journey non è solo un videogioco, è molto di più, è un'esperienza che ti trasmette qualcosa, che, alla fine di tutto, ti lascia qualcosa dentro, del resto come un viaggio, spirituale o fisico che sia, ti fa vivere un'emozione, come l'arte del resto.

È un viaggio verso l'ignoto, un viaggio che si può

fare da soli o in compagnia, incontrando altri giocatori o "viaggiatori" se mi permettete, che comunicano solo attraverso il canto, cndividendo questo percorso.

Parlando del comparto tecnico, la grafica della remastered mi ha più che soddisfatto, non facendo sentire il peso dei suoi ormai 4 anni, che, sappiamo tutti, non sono assolutamente pochi in ambito videoludico, mantenendo i colori e gli effetti grafici vivi e puliti.

Il gameplay, se tale può essere definito, è semplice e lineare, ma non sono comunque questi i punti forti di Journey.

In definitiva lo trovo un capolavoro e questa sera ho avuto la conferma del perché continuo a essere un giocatore dopo 14 anni, di perché ormai a alla soglia dei 23 anni riesco ancora ad emozionarmi, perche per fortuna i videogiochi sono anche questo, ti fanno provare emozioni, come le provai per The Last of US, BioShock o Red dead redemption e non credo di esagerare se, concludendo, lo trovo uno dei migliori giochi della scorsa generazione, quasi poetico.

voto: 10



 

Vc3nZ_92

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Aggiornato tutto... e visto che non vi avevo postato questa rece, ne approfitto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Come sempre link in firma per tutte le video-recensioni //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif






 

Clyde

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Provo a tornare a scrivere qualcosa. Ora devo solo scegliere che serie recensire.//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 

Vc3nZ_92

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Killer is Dead
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Dopo 34 ore di gioco eccomi qui a dirvi la mia su questo titolo. Killer is Dead è stato il primo titolo dell'eccentrico Suda51 che abbia mai provato. Le aspettative non erano altissime, ma mi ha comunque piacevolmente sorpreso. Per cosa? Per il suo gameplay.

Questo è proprio l'aspetto migliore del titolo del visionario nipponico. E' ricchissimo di finezze che ti aspetti di trovare in un titolo Platinum Games... seriamente, sono rimasto incredulo. Certo, non è perfetto, ci vuole esperienza per raggiungere determinati livelli qualitativi, ma quando mi trovo di fronte a parry, counter, schivate perfette che fanno partire lo slow-motion (similmente al Witch Time di Bayonetta), affondi, guard-breaker, launcher... beh, io non posso che gongolare. Non dimentichiamoci poi che se si fa una serie di tot colpi senza venire toccati si aggiungono nuove mosse alla Katana (l'unica arma del gioco, ma upgradabile con nuove mosse). Lo considero un piccolo gioiellino, insomma, un fratellino minore della serie DMC o la già nominata serie di Bayonetta. E non finisce qui, Mondo, il protagonista, ha a disposizione anche 4 bocche da fuoco abbastanza utili a seconda dei casi che funzionano con il sangue raccolto dai nemici uccisi. In due parole, gameplay promosso a pieni voti, è la parte migliore del prodotto, mantiene il gioco sempre divertente e fresco.

Altro aspetto riuscito del titolo è la sua varietà. Alle 12 missioni principali (che si finiscono in relativamente poco tempo) tutte diverse e con boss tutti diversificati e ben fatti si affiancano 10 missioni secondarie, che molto spesso offrono variazioni sul tema, spostandoci dall'action allo shooter on-rails ad esempio e che quindi ampliano in modo egregio l'offerta. Non dimentichiamo poi le sfide di Scarlett, difficili il giusto e che fanno assaporare ancora meglio le finezze di gameplay. Infine abbiamo anche le missioni gigolò, che sono puro fan-service. Sono divertenti solo la prima volta, poi diventano una palla, sono la parte 'ludica' meno riuscita del prodotto.

Dopo tutte queste belle parole, passiamo alle note dolenti: mancanza di targeting/lock-on, telecamera e leggibilità dell'azione. Il bello è che a volte queste tre cose si presentano tutte insieme e lì partono le bestemmie. Per quanto riguarda la mancanza di un sistema di targeting, abbiamo solo un soft lock-on, ma molto soft, infatti molto spesso Mondo perde il bersaglio pure mentre lo stiamo menando. Per quanto riguarda la telecamera invece, a volte si impalla non mostrandoci l'angolazione migliore e dobbiamo sistemarla noi manualmente e mentre stiamo scombando non ci si riesce sempre. Infine per quanto riguarda la leggibilità, gli effetti grafici a volte non fanno capire bene quello che succede a schermo (gli effetti blu della nostra Katana quando superiamo un certo numero di colpi, sbloccando le nuove mosse, come detto su, sono un pugno in un occhio). Come accennato prima, il problema è tale quando si presentano 2 o tutte e 3 queste condizioni insieme, ma visto che non capita spesso e che comunque prese singolarmente non sono così gravi, ci si riesce a passare sopra dopo averci preso la mano e soprattutto l'occhio.

Un altro problema che ho riscontrato deriva dal modo in cui hanno impostato le difficoltà maggiori. Qui, a differenza di altri action, non cambiano i nemici, non cambiano i pattern, non cambia nulla. Semplicemente noi subiamo più danni e loro diventano delle spugne. L'ultima difficoltà, tolto l'ultimo livello che può dare qualche gratta capo, non è difficile, ma stancante. Ogni duello diventa eccessivamente lungo per il motivo appena detto. Penso che la calibrazione ideale sia quella della difficoltà Difficile. E' un peccato di inesperienza, secondo me, visto che tutto sommato Killer is Dead è il primo 'vero' action dei Grasshopper.

Comparto grafico/tecnico solo buono. Se da un lato il cell-shading funziona, dall'altro è troppo 'marcato', è tutto troppo nero. Niente da segnalare sul versante puramente tecnico se non un tearing che taglia gli occhi, soprattutto al primo impatto.

Comparto sonoro migliore, invece. Colonna sonora spettacolare e doppiaggio sia inglese che giapponese di buon livello. Peccato che con entrambe le lingue alcune volte il labiale è fuori sincrono, ma pazienza, alla fine è una sciocchezza.

E per finire la storia. L'ho lasciata come ultimo aspetto perché... beh, non so che dirvi sinceramente. Mi sono fatto anche una seconda run senza skippare nulla, ma alla fine non si capisce molto. La storia sembra esserci, ma è raccontata in modo talmente frammentario che alla fine non riuscirete a collegare tutto. Qualcosina con la seconda run si capisce, ma non avrete un quadro completo nemmeno così, e forse il gioco non ci da proprio i mezzi per avere un quadro completo, purtroppo. Penso che qualche pezzo sia rimasto nella testa di Suda e noi videogiocatori possiamo solo speculare. Ah, è piena di trash tipicamente jappo e molte situazioni WTF.

In definitiva, una piacevolissima sorpresa. Consigliatissimo a chi ama gli action e chi ama lo stile del folle designer nipponico, se poi siete fan di entrambe le cose... beh, avete trovato l'Eden.

VOTO: 8
 
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belmont976

Signore
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sempre ottime recensioni devo tornare a scriverne anche io

 

LoneWolf

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Ottima Vic, hai descritto molto bene sia le note positive che quelle negative e mi trovo decisamente d'accordo con tutta la recensione.

Hai fatto molto bene a provarlo, come ti ho già detto considero KiD una piccola perla, alcuni lati tecnici a parte, il titolo è davvero interessante e assolutamente degno di essere finito e rigiocato. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

Continua così, ora aspetto la recensione di DS2. :gab:

 

Papa Demilol

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Habemus Papam

Un pensiero di Papa Demilol su: UNCHARTED 4 (2016)




Info: giocato su PS4 durante la sera/pomeriggio, preso al D1 occidentale boxato. Ho impiegato 17 ore per finire la prima run a difficile, ho sbloccato circa il 30% dei trofei. La valutazione verrà espressa in voto decimale senza mezzi punti, mentre i commenti saranno riassunti in Pro/Contro e Conclusione per mancanza di tempo.

Pro:

  • Ottimo gameplay
  • Level design stratosferico
  • Cura dei dettagli maniacale
  • Divertente
  • Molto coinvolgente
  • Ottime ambientazioni
  • Graficamente eccelso


Contro:

  • Lento a tratti
  • Noioso in alcuni punti
  • Storia non particolarmente esaltante


Conclusione: Uncharted 4 è il degno saluto a Nathan e la sua "ciurma" di personaggi straordinari. Nel pieno di una rivisitazione più cinematografica che mai, i ND sono stati in grado di prendere il meglio dalle loro esperienze passate e trasformarle in un blockbuster videoludico a tutti gli effetti. Sul lato del gameplay le innovazioni sono state parecchie, ma è soprattutto sul level design che il gioco esplode, lasciando il giocatore stregato dai grandiosi livelli verticali. Peccato per un ritmo non sempre convincente e qualche sbavatura narrativa di troppo. Per il resto, nient'altro da dire...addio Nathan, e grazie. [9]

 
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