The Last of Us
a cura di
diennea2
A parer mio, The Last of Us è riuscito a sfondare il muro dei giochi dell’olimpo. Naughty Dog ha sapientemente utilizzato tutte le sue risorse per creare un qualcosa di duraturo nel tempo. La sua apparente natura horror può trarre in inganno; anzi, ad essere sinceri è difficile catalogarlo in un genere ben definito, ma mi accorgo che non posso, a causa della sua “complessità di fondo” non ci riesco. Questa per me è stata un’esperienza che difficilmente verrà dimenticata.
La trama si basa su elementi e temi molto maturi e profondi, qui il mondo per come lo conosciamo non esiste più, la diffusione di un fungo parassita ha decimato non solo il genere umano, ma anche la struttura sociale stessa dell’uomo cancellando quella linea etica e morale che separa ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Qui ormai il bene e il male sono concetti morti, relegati nel passato, soppiantati dal più crudo istinto di sopravvivenza.
Il mondo è cambiato e 20 anni dopo l'emozionante prologo, Joel, il nostro protagonista diventato contrabbandiere di armi per vari gruppi rivoluzionari, si imbatterà in Ellie, una ragazza nata nel nuovo mondo. I 2 faticheranno a sopravvivere, ma alla fine si creerà fra loro rapporto incredibilmente simile a quello tra un padre ed una figlia.
La trama tratta elementi che verosimilmente si potrebbero trovare anche in vari altri titoli lineari, ma questa in realtà splende per merito della narrazione. Il “come” è la scintilla che riesce ad avvampare le emozioni che albergano in noi. Se aggiungiamo poi la splendida caratterizzazione dei personaggi/nemici ed una tra le migliori recitazioni che io abbia mai visto, ecco che tutto prende una forma ben definita ed incrollabile, scandita da un ritmo eccezionale. Da questo punto di vista, The Last of Us è un diamante perfetto in grado di far impallidire le migliori storie di qualsiasi videogioco.
Il gameplay funziona egregiamente, questo TPS che poggia su una base tipicamente survivor riesce sempre a non essere banale, la nostra scelta di approccio non ha nessun esito morale, l’importante qui è la sopravvivenza. Ovviamente meno ci faremo notare e meglio sarà, difatti in questo caso l’approccio stealth ben sviluppato ci darà man forte durante l’intero viaggio. Le coperture saranno le nostre più valide alleate e le uccisioni silenziose (gli strangolamenti) diminuiranno il numero di ostacoli da dover superare. Se si dovesse scegliere l’uso delle armi da fuoco, anche un singolo colpo potrebbe risultare fatale, ma il rumore emesso dalla pistola non farà altro che chiamare l’attenzione di tutti i nemici in zona aggravando la situazione. Da questo semplice schema, il gioco ci consiglia caldamente di usare più la tattica che l’impulsività.
Oltre alle abilità fisiche di Joel, potremo raccogliere le risorse sparse all’interno degli scenari.
Naughty Dog ha sapientemente infilato nel gameplay un semplice sistema di crafting, una volta aperto lo zainetto infatti potremo creare medikit, molotov, pugnali, ed altre cose attraverso i vari materiali raccolti nel gioco come ad esempio il nastro isolante, le forbici, stracci, alcool e via dicendo. La gestione delle risorse diventa quindi una parte fondamentale del gioco, gli oggetti da raccattare sono presenti in quantità ridotte e questo di conseguenza ci stimola sia ad un crafting intelligente ed adatto alle situazioni in cui ci troveremo, sia all’esplorazione dei territori. Ovviamente la preparazione di questi consumabili richiede un brevissimo periodo di tempo, ma che durante il quale saremo completamente indifesi.
Questo schema di game design piuttosto solido cambia volto quando incontreremo nemici diversi. In The Last o Us gli avversari saranno di 2 generi: l’uomo e gli infetti.
Il primo è intelligente e, quando è composto da un gruppo numeroso, tendono ad organizzarsi cercando di accerchiare Joel diventando di conseguenza piuttosto pericolosi.
Gli infetti invece si presentano in diversi gruppi: i runner (molto veloci), gli stalker (che utilizzano l’attacco a sorpresa), i clicker (ciechi, ma con un udito sviluppatissimo. Sono letali) e i bloater (ultimo stadio dell’infezione, i più pericolosi e resistenti in assoluto). Ognuno di questi contagiati ha un proprio comportamento offensivo, causandone di conseguenza il cambiamento del nostro stile di gioco.
Insomma la tipologia dei nemici è molto alta e la loro diversificazione insieme ad una I.A. incredibilmente reattiva, riescono a migliorare ulteriormente la qualità del gameplay.
Le vicende di Joel ed Ellie vengono raccontate anche attraverso i bellissimi scenari. Utilizzando la scusa dell’esplorazione, The Last of Us ci delizia attraverso scorci ed ambienti post-apocalittici stupendi. Qui la cura dei paesaggi e dei dettagli è pressoché maniacale ed il senso di abbandono di un mondo ormai finito si fa sentire ad ogni passo dei protagonisti.
La stessa cura la troveremo anche per quanto riguarda le mappe degli edifici, dove nascondono anfratti e stanze segrete contenenti vari oggetti utili al crafting.
La diversificazione del territorio e degli eventi non stanca mai il videogiocatore, le situazioni di pericolo in cui incapperà saranno svariatissime, mentre nei momenti più calmi sicuramente ne approfitterà per osservare e godersi lo spettacolo artistico offerto dai cagnacci.
Il comparto tecnico è superbo, la qualità delle texture e il numero di poligoni è incredibile, i movimenti e le animazioni di ogni personaggio sono veritieri e l’illuminazione offre una resa visiva pressoché perfetta.
Il sonoro invece è stratosferico: il bellissimo doppiaggio (sia italiano che originale) non è mai esagerato o fuori posto, mentre le chitarre di Gustavo Santaolalla creano melodie tristi che si sovrappongono ad una realtà pregna di solitudine ed abbandono.
La campagna giocatore singolo tocca le 15 ore mentre la rigiocabilità è piuttosto scarna…all’apparenza. Sì, è vero, questo titolo è molto lineare, ma dopo aver provato la difficoltà “Sopravvissuto” il gioco vi immergerà in un mondo realmente difficile da riuscire a sopravvivere.
Pure il comparto multigiocatore è stato sviluppato piuttosto bene, le modalità sono 4 e sono tutte molto divertenti (e lo dice uno che non ama il multiplayer).
Che dire…The Last of Us è, secondo il mio punto di vista, IL gioco per Playstation 3. Qui c’è tutto, ed ogni elemento che compone questo titolo funziona perfettamente. La trama e la narrazione trasporta il videogiocatore in un turbinio di eventi e feels difficili da trovare altrove, mentre il gameplay lo spinge ad utilizzare diverse tattiche ad ogni tipo di situazione. La qualità visiva in toto poi traspare di una bellezza decadente di rarissima fattura. Se dobbiamo fare un paragone, The Last of Us è un pugno in pieno petto, le vicende che accompagnano Joel ed Ellie sono in grado di mostrare quanto può essere crudele un mondo senza futuro e senza regole, un mondo governato dal cinismo più crudo e desolante.
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Left Behind e Realismo
Questo DLC si posiziona a metà gioco e racconta alcuni retroscena di Ellie molto interessanti.
Anche qui la narrativa e la bellezza artistica dettano legge, ma la comparsa di infetti e umani negli stessi eventi riesce a creare un nuovo tipo di approccio al gameplay, rendendolo più profondo di prima. Se avete amato il gioco base, Left Behind diventa un acquisto obbligato.
Ed infine spendo pochissime parole per “Realismo” ovvero una semplicissima aggiunta sottoforma di livello di difficoltà. Con questo nuovo grado di sfida, l’immersione sarà maggiore, le risorse saranno scarsissime e le pallottole saranno talmente rare da trovarne 5/6 in tutto il gioco. Questa sfida, a mio avviso,merita di essere provata e vissuta.
Voto: 10