- Iscritto dal
- 27 Ott 2014
- Messaggi
- 4,746
- Reazioni
- 1,111
- Medaglie
- 15
Resident Evil HD Remaster
a cura di
diennea2
Credo che sia inutile negarlo, mai come in questi anni il numero di rimasterizzazioni è così vicino a quello delle odierne opere ludiche, troppo se devo aggiungere. Sono ormai non pochi gli anni che videogioco e personalmente non ho mai visto una situazione simile, il che (mi) fa abbastanza rabbrividire. Perché tutte queste versioni riciclate? Le motivazioni sono molteplici, che spaziano dalla natura economica fino a quella inventiva, ma chiaramente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Le remaster non sono sempre da condannare, esistono appunto giochi che hanno motivo di essere riproposti, perché magari pochissima gente ha giocato al gioco X in esclusiva per console Y. Non a caso tra questi vi è un titolo che, insieme a Silent Hill e Alone in the Dark ha glorificato il genere “survival horror”.
Stiamo parlando di Resident Evil.
Capcom fece uscire dal proprio cilindro magico un gioco veramente bello. Non ci sono altri termini per definirlo. Nato dall'ottimo feedback ricevuto da critica e fan, la nota casa di sviluppo nipponica volle rimodernare ciò che fece nel lontano 1996, ricreando così fondali nuovi, modelli dei personaggi graficamente all'altezza dei tempi e aggiungendo qualche piccolo accorgimento. Così nacque “Resident Evil Rebirth” per GameCube. Ora però Capcom ci vuole deliziare con l’edizione in HD di questo Remake sulle piattaforme odierne, e devo dire che la qualità del suddetto è molto alta. Avviso per i naviganti, in passato giocai al primo Resident Evil, ma mai al remake quindi per me questa esperienza è diciamo “mezza” nuova. Di conseguenza mi sento in dovere di recensirlo in base alle mie esperienze e non solamente del lavoro tecnico di rimasterizzazione. Bene, partiamo.
Ambientato nel 1998, una squadra speciale chiamata S.T.A.R.S. ha il compito di investigare su alcuni strani omicidi in una villa avvolta nella nebbia nel bel mezzo di una foresta.
Le vicende prenderanno presto una brutta piega, e i nostri personaggi dovranno riuscire a sopravvivere in questo labirinto intricato da zombie e indovinelli: insomma, la trama è abbastanza semplice.
Vestiremo i panni di 2 agenti (da scegliere): Chris Redfield, il quale ha una resistenza alta, maggiori danni, ma poco spazio nell'inventario; mentre la seconda opzione si chiama Jill Valentine (con statistiche opposte a quelle de primo). La scelta dei personaggi non sarà solo un mero cambio estetico, oltre a cambiare approccio contro gli zombie, percorrerete strade diverse, con altrettanti eventi diversi, quindi sono in tutto e per tutto (o quasi) 2 run distinte tra loro.
Una bellissima trovata sta nei comandi di gioco. Mi spiego meglio. Esistono esattamente 2 modalità di controllo, e sono quello tank/old style risalente al 96 conosciuto da molti, e poi c’è quello “moderno”, cui non è altro che una rivisitazione di quello vecchio, e devo ammettere che risulta molto più intuibile ed efficace. Questo tende una mano ai giocatori di primo pelo che magari non hanno mai dovuto subire le angherie dei vecchi comandi di una volta. Va presto detto però che il senso di prigionia derivati non solo dal concept del gioco, ma anche dai controlli non è stato per nulla eliminato o sfumato. Anche se sceglierete di utilizzare i nuovi comandi questa sensazione claustrofobica e il senso di precarietà del nostro personaggio sono rimaste pressoché invariate.
Il gameplay è studiato minuziosamente, il grado di difficoltà aumenta man mano che andiamo avanti nel gioco e le strette stanze/zone della villa Spencer sono costellate da tanti ostacoli composti da zombie (di varo tipo e aggressività) e da una bella moltitudine di enigmi.
Questi bellissimi indovinelli ambientali daranno del filo da torcere al videogiocatore e lo costringerà a vagare per la in cerca di un qualsiasi indizio per risolverli.
Per fare ciò dovrete setacciare ogni angolo della casa, e di conseguenza molte volte avrete “l’onore” di abbattere i non-morti affetti dal virus-T.
Detto così sembra abbastanza facile, ma oltre alla rigidità del vostro pg e all'assenza di una “mira” efficace, il vostro inventario non è certamente illimitato.
Ogni cosa che raccoglierete occuperà uno slot dell’inventario (o 2), e non è una passeggiata se quest’ultimo ha una capacità totale di 6/8 slot.
Quindi oltre alle difficoltà sopracitate dovrete prestare particolar attenzione a cosa raccogliere, ma non allarmatevi troppo, anche se in pochissime stanze, esiste una cassa di deposito dove appunto avrete la possibilità di custodire in tutta tranquillità qualsiasi oggetto a vostra disposizione (creando così un bel backtrackin’).
Gli auto salvataggi qui, come all'epoca non esistono, gli unici check point sono le macchine da scrivere attraverso i quali possiamo salvare i nostri progressi di gioco. “Posso salvare sempre?”. No, durante l’avventura raccoglierete i mitici Ribbon Ink, ovvero le cariche d’inchiostro e queste si trovano in numero limitato quindi anche il mero salvataggio si trasforma in un azione ponderata.
Durante l’avventura ho riscontrato contenuti aggiuntivi assai interessanti per i fan e non solo, ma partiamo con ordine.
Innanzitutto troverete moltissimi documenti che riesumano la vecchia storia della Umbrella & Figli con aggiunte non indifferenti riuscendo così a darci un quadro nettamente più chiaro sulle vicende passate, tra cui l’origine del virus-T.
Altra piccola chicca che mi ha letteralmente rabbrividito dalla gioia è la presenza di un nemico tanto bello quanto inquietante: Lisa Trevor.
I dialoghi sono stati riscritti, e ora sembrano più “credibili”.
Il comparto artistico è un vero e proprio gioiello, l’ambientazione è incredibilmente malsana e tutto trasuda di paura… ad ogni scricchiolio di parquet che sentirete vi verranno i brividi lungo la schiena. Non mancheranno poi alcuni eventi dove vi sentirete realmente in trappola.
I fondali sono stati completamente ricostruiti e ridisegnati in stile realistico, trasformando la villa in una dimora oscura e abbandonata, posso tranquillamente dire che stilisticamente il gioco è davvero una favola.
Il sonoro è anch’esso ben costruito, le musiche sono ben contestualizzate anche in momenti di tensione, mentre le scene mute non fanno altro che instillare il dubbio di essere soli o meno.
Il livello tecnico è buono, il giocato non ha mai sofferto alcun tipo di impedimento e le 7/8 ore della mia campagna sono passate lisce come l’olio. Questo numero però è molto indicativo. Avendo già giocato al gioco originale conoscevo già grossomodo le soluzioni, ma per chi non ha mai solcato i pavimenti della villa la durata della prima run può tranquillamente schizzare fino alle 15/20 ore. La rigiocabilità è molto alta, oltre ad avere 2 run ben distinte (Chris e Jill), si sbloccando altri livelli di difficoltà e modalità uniche per i veri appassionati del serviva horror, come ad esempio “nemico invisibile”.
E niente. Shinji Mikami ha creato un mostro. Un classico dei classici che rimarrà impresso nella storia dei videogiochi. Nonostante io abbia già toccato la prima versione, questa per me è stata una specie di riscoperta. La bellezza dei vecchi giochi ha ancora il suo fascino, e la qualità di questo titolo supera di gran lunga moltissimi titoli odierni.
Molti diranno che questo gioco “ha i suoi anni” o peggio “è invecchiato male”. Sammai siete voi che siete invecchiati male! Nonostante le meccaniche non siano moderne, non vuol certo dire che siano antiquate o peggio ancora che non divertano.
Con il cambio di genere della saga purtroppo gli ultimi capitoli hanno completamente perso le vecchie atmosfere, offrendo un’esperienza che purtroppo non si discosta dagli innumerevoli TPS in circolazione, snaturalizzando così quello status di prigionia che si respirava nei vecchi capitoli.
Detto ciò consiglio a tutti l’acquisto, non solo per vivere le vere esperienze di un vero Resident Evil, ma anche per testare con pad alla mano le differenze qualitativa tra le nuove e le vecchie opere ludiche.
Con la modica cifra di 19 euro vi portate a casa un vero gioiello, nonché un classico dei classici.
Il voto sembrerà a molti una esagerazione, ma posso solo ribadire che la qualità di questo remake/remaster MI ha lasciato a bocca aperta.
Voto: 10