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Papa Demilol

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ho capito metroid ma, come dicevo, il concetto di level design non lo dovresti rapportare alla tipologia di gioco?
Beh no, il level design è universale ed è uno dei pilastri di un gioco (per me). Anche Fallout 4 è un open world ma ha un level design di gran lunga migliore di TW3 (basta entrare in un interno per accorgersene). O anche Dark Souls. Di esempi OW con un level design ottimo ce ne sono parecchi. In TW3 in pratica non esiste. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 

Vc3nZ_92

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non so se si possono commentare le rece, ma mi sfugge il significato di "level design inesistente" per witcher 3.
Sì che si possono commentare, non serve come raccoglitore solamente, ma anche per scambiare opinioni //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

Intanto ho aggiornato tutto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 

belmont976

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Ieri sera ho finito Dark Souls 3 e nel prepararmi a scrivere la mia solita "velopinione" in poche righe mi son buttato di getto su quelle dei capitoli precedenti per cui...

@Vc2nZ nel caso di Dark Souls 2, ho analizzato la versione PS4 perche completa di DLC, ma la mia opinione è la medesima anche per la versione PS3 visto che ho giocato anche quest'ultima, stesso voto insomma.

Dark Souls

By Belmont976

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Amo definirmi un videogamer, e generalmente acquisto una macchina non per il nome che porta ma per i giochi che ci girano, ebbene, tra tutte le ottime esclusive della console Sony, quella che mi spinse ad acquistare PS3 ad ottobre 2009 in contemporanea con la release USA del gioco fu un certo Demon’s Souls, titolo che reputo tutt’ora uno dei migliori giochi della scorsa generazione, quando ne annunciarono il seguito spirituale, rimasi estasiato al pensiero di ritrovarmi di nuovo solo ed abbandonato in un affascinante mondo dark fantasy, sperando ovviamente che tutto fosse all’altezza del predecessore. Finalmente all’uscita del gioco, ho potuto felicemente constatare che tutto quello che m’era piaciuto in Demon’s Souls, in Dark Souls è fatto semplicemente meglio, la grafica è più raffinata, e anche se il motore arranca ancora e non riesce ad essere stabile non mina più di tanto l’esperienza generale, la giocabilità si mantiene più o meno inalterata col classico sistema punitivo ormai tipico del genere, cambia giusto qualcosina come la gestione degli incantesimi, non più legati alla quantità di mana, ma ad un numero impostato di possibilità di utilizzo fino alla loro ricarica, con oggetti speciali piuttosto che ai falò, invariato anche il sistema multiplayer con la possibilità di ricevere aiuto ad altri giocatori, come di essere invasi dagli spiriti oscuri. La storia, per quanto semplicemente abbozzata, è ancora più affascinante, ma il vero apice questo episodio lo raggiunge con il level design una struttura a mondo aperto enorme, con zone aventi ambientazioni affascinanti e totalmente diverse ma legate tra loro in maniera tanto geniale da riuscire a sorprendere, e poi ci sono più nemici, più boss, più avventura, più longevità, insomma questo titolo, a latere di un comparto tecnico migliorabile, sfiora la perfezione in quasi ogni suo aspetto, al punto che per questo tipo di giochi verrà coniato il termine soulslike consacrandolo da genere di nicchia a vero e proprio fenomeno di massa.

ARTORIAS OF THE ABISS

In questo primo ed unico DLC dedicato al mondo di Dark Souls, nell’approfondire i segreti di Lordran e Petite Londo ci troveremo ad affrontare ben tre nuove aree, nuovi mostri, e ci saranno ben quattro nuovi Boss tra cui il Cavaliere Artorias uno dei quattro cavalieri sacri di Lord Gwin, inoltre nuove armi nuovi oggetti, il tutto per una durata complessiva ed una mole di contenuti che giustifica appieno il prezzo chiesto per questa espansione, insomma è uno dei pochi casi in cui consiglio un DLC oppure se non possedete ancora il gioco il consiglio ovvio è quello di acquistate direttamente la versione completa Prepare to Die Edition. VOTO DLC 9,0

Voto: 9,5

Dark Souls 2

By Belmont976

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Il momento in cui mi sono reso conto che la serie Souls era diventata davvero un fenomeno di massa, fu quando, dopo pochi mesi dell’uscita del primo, ai VGA 2012 fu annunciato Dark Souls 2. Si stava ancora girovagando per Lordran, alla scoperta dei tanti misteri e segreti del titolo originale, che fu annunciato, in pompa magna, questo seguito che avrebbe migliorato i pochi punti negativi del titolo originale. A conti fatti, all’uscita del titolo, ci siamo trovati innanzi ad un prodotto tecnicamente sicuramente più rifinito e meno grezzo, con tante buone novità non ultima la possibilità di impugnare due armi contemporaneamente, ma che nel complesso dal confronto col prequel ne esce con le ossa rotte in tutti gli altri aspetti. La storia, totalmente slegata dal capitolo originale, come da tradizione viene narrata col contagocce, ma non riesce a trasmettere il fascino proprio delle avventure della prima fiamma e dei Lord dei Tizzoni, Drangelic e Majula non riescono ad affascinare come Lordran ed Anor Londo, e pure alcuni boss, vero punto forte della produzione, risultano meno ispirati. Discorso analogo può essere fatto per il level design, con aree collegate in maniera più approssimativa o talvolta del tutto scollegate, garantendone il ritorno solo grazie ai falò che consentono il teletrasporto sin da subito, in definitiva penso sia questo uno degli aspetti che soffre maggiormente della mancata direzione artistica di Hidetaka Miyazaki che per questo episodio si limiterà al ruolo di supervisore, il multiplayer resta invariato nella formula che ha reso celebre le serie, ultimissima nota la voglio spendere sulla longevità che resta sempre su livelli di eccellenza presentando un’avventura lunga ed articolata come sempre farcita di tanti segreti ed aree da scoprire.

CROWN OF THE SUNKEN KING; CROWN OF THE IRON KING; CROWN OF THE IVORY KING

Un altro motivo per cui reputo Dark Souls 2 più “commerciale” è la politica legata ai DLC, i portali per le rispettive aree raggiungibili e bloccati nell’edizione base del gioco evidenziano in maniera quasi fastidiosa la volontà di giustificare quel Season Pass in vendita sin da subito. La conferma arriva dalla distribuzione dei tre DLC a distanza di un mese o meno l’uno dall’altro facendo capire come tutto fosse già stato confezionato in precedenza. Sostanzialmente le avventure delle corone dimenticate non sono da meno all’avventura principale, tre nuove fantastiche ambientazioni, talvolta pure superiori a quelle del gioco base, nuovi boss armi e nemici, unica pecca stavolta i DLC risultano un po’ brevi, si ha quasi l’impressione che fosse stato diviso in tre per spillare qualche soldino in più, ma che fondamentalmente fosse un unico buon DLC, e come tale io lo valuto, Restando comunque un acquisto d’obbligo se amate il gioco, non fatevi scapare le avventure delle tre corone dimenticate, o se potete buttatevi sull’edizione completa denominata Scholar of the First Sin. VOTO DLCs 8,5

Voto: 8,5

 
B

BigBoss91

Demon's Souls (PS3)

Demon's Souls è un titolo con una storia particolare, apprezzato dal pubblico orientale, non dalla critica. Poi arriva in occidente e li fa presa tanto sulla critica che sul pubblico.

Il perché è presto detto, Demon's Souls è un titolo complesso.

Complessità che, è bene chiarire, non significa difficoltà: Demon's Souls è un gioco difficile, punitivo se non lo si affronta con il giusto spirito e il giusto piglio ma gran parte della difficoltà deriva proprio dal tempo necessario a comprenderne le meccaniche di gioco.

I menù sono volutamente criptici, la crescita del personaggio ricca di sfaccettature, i dungeon labirintici e i nemici estremamente cattivi e pericolosi.

Demon's Souls in pratica non è un gioco per tutti ma, una volta compreso a fondo come avanzare, non rende giustizia alla sua fama di titolo difficilissimo.

Nei panni di un eroe, l'ultimo che ha avuto il coraggio di entrare nella nebbia che ha separato il regno di Boletaria dal resto del mondo, il giocatore si troverà ben presto in una battaglia più grande lui per la salvezza di quelle terre.

Strutturalmente Demon's Souls prevede un hub centrale, il Nexus, da cui è possibile accedere ai vari dungeons. Ogni dungeon è un labirinto che porta al boss. Sconfitto il boss ed ottenuta l'anima del demone, il protagonista tornerà in vita.

Il numero di morti influenzerà, insieme alle azioni tenute dal giocatore, il sistema di tendenza dei mondi e del personaggio. Una meccanica che varia l'esperienza di gioco, cambiando gli eventi a cui si assiste nei vari luoghi che compongono Boletaria. Ovviamente nemmeno questa meccanica è spiegata in modo chiara e i giocatori meno esperti avranno bisogno di qualche tentativo prima di vedere tutto del gioco.

A livello di gameplay Demon's Souls presenta un sistema articolato: ogni arma ha un proprio moveset ogni nemico ha debolezze e resistenze (persino ai colpi di taglio o perforanti). Una eccellente direzione artistica condita da un comparto tecnico sufficiente ma che non fa gridare al miracolo e un sonoro di ottima fattura chiudono il cerchio.

Demon's Souls è un titolo che ha segnato il panorama videoludico, dando il via ad un vero e proprio sottogenere degli Action RPG. E' un titolo non esente da difetti ma con una carica innovativa superiore alla maggior parte dei prodotti che si sono susseguiti nel corso degli. Un titolo da provare anche se non si apprezza il genere e, per i collezionisti, da avere già soltanto per l'importanza storica.

Voto: 8.5

Tekken Tag Tournament 2 (PS3)

La saga di Tekken con il tempo è diventata una vera e propria opera di culto, apprezzata da un vasto numero di utenti, cosa non semplice nel caso dei fighting game.

Dopo il primo capitolo (il sesto) multipiattaforma, anche la versione tag, di quella che per anni è stata una icona di Playstation, arriva sia su PS3 che Xbox360 e WiiU. Le tre versioni sono praticamente identiche, con l’unica nota che nella versione WiiU sono presenti alcune chicche in salsa Nintendo.

Così come il primo Tekken Tag, anche Tekken Tag Tournament 2 è uno spin off della serie. Non c’è quindi una trama a collegarlo ai passati episodi e, infatti, nel roster tornano tante vecchie glorie, impossibili da trovare in un capitolo canonico per ragioni di trama.

Questa libertà da vincoli ha permesso agli sviluppatori di creare il roster più folto di sempre. Questo non deve far preoccupare i fautori del competitivo: i lottatori risultano ben bilanciati e nessuno è nettamente avvantaggiato rispetto agli altri.

La sopraffina attenzione al bilanciamento si perde nel caso di scontri 2 contro 1 ma raramente si incontrano online giocatori che preferiscono utilizzare un singolo lottatore piuttosto che una coppia, magari ben assortita e con cui sorprendere gli avversari.

L’online è ben strutturato e si riesce a giocare benissimo anche con connessioni non eccezionali, ciò è un fatto estremamente positivo se si pensa che il titolo è fondamentalmente pensato intorno al competitivo.

Dal punto di vista del sonoro siamo su buoni livelli e graficamente il titolo è probabilmente il migliore della serie anche se molte animazioni sono riportate di peso dai capitoli precedenti.

La cosa più complessa in un picchiaduro è realizzare un sistema di combattimento equilibrato e divertente, possibilmente tecnico ma accessibile. Tekken ha fatto di tutto ciò il proprio punto di forza e sarebbe stato impossibile pensare di stravolgere una struttura così ben congeniata e migliorata nel corso degli anni. Di fatto in Tekken Tag Tournament 2 viene posta grande enfasi sulle juggle e il battle system risulta solo leggermente velocizzato rispetto al passato. I veterani si troveranno a proprio agio sin da subito e dato l’immenso roster, che include praticamente tutti i personaggi più amati dei singoli capitoli, anche quelli che si sono fermati ai primi Tekken si sentiranno a casa.

I novizi non avranno problemi, anche questo capitolo risulta accessibile come i precedenti e con un po’ di pratica è possibile anche togliersi qualche soddisfazione online.

A chiudere il cerchio ci pensa una mole di contenuti francamente spropositata: un Arcade Mode che permette di sbloccare denaro, premi, esperienza e i finali dei singoli personaggi nel Theater Mode, Pratice Mode in cui è possibile studiare il moveset dei singoli personaggi, il Versus in cui affrontare gli amici, le classiche modalità online e un editor che permette la personalizzazione dei personaggi.

Tekken Tag Tournament 2 è un titolo immenso, pensato più per i fans della serie. Per i nuovi giocatori forse non è il miglior punto di partenza ma è sicuramente un valido picchiaduro, semplice da apprezzare, complesso da padroneggiare ad alti livelli. Provare per credere.

Voto: 8.5

Binary Domain (PS3)

Se si volesse descrivere Binary Domain con una parola, probabilmente la scelta più ovvia ricadrebbe sul termine “contraddizione”.

Contraddizione che si riscontro non solo negli aspetti “interni” al gioco ma anche in quella che è stata la storia del titolo, sin dall’annuncio.

Binary Domain è un titolo dello Yakuza Team, studio in grado di creare una serie, quella di Yakuza appunto, apprezzata da critica e pubblico tanto da essere elevata a vero e proprio successo commerciale in Giappone ma che non è mai riuscita a far breccia nel cuore della massa dei videogiocatori occidentali. Da un team del genere, è lecito dunque aspettarsi un titolo di impostazione prettamente nipponica ed invece Binary Domain sembra avvicinarsi molto più allo stile occidentale, pur non mancando robottoni e particolarità che lasciano comprendere quale sia la vera natura del gioco. Il genere stesso di appartenenza non è proprio il più amato dal pubblico nipponico mentre, specie nel mercato occidentale, i tps sono sempre andati molto forte. Eppure Binary Domain è passato in sordina tanto in oriente quanto in occidente e capirne il motivo non è affatto facile. E’ vero, si tratta di un titolo atipico e la novità non sempre riscuote successo ma in Binary Domain ci sono tanti aspetti davvero positivi.

In primo luogo, ed è sorprendente se si pensa alla marea di tps presenti su console, il giocatore si troverà di fronte ad una trama di gran livello: nella Tokyo del 2080, un gruppo di specialisti internazionali viene inviata ad indagare sull’Amada Corporation, una società accusata di aver rubato progetti e brevetti dai concorrenti e di aver dato il via alla costruzione di robot senzienti, in tutto e per tutto simili agli esseri umani.

Si potrebbero stendere righe e righe sulla trama di Binary Domain ma, sapere troppo prima di giocare il titolo potrebbe in parte togliere suspance e interesse: basti sapere che la storia è davvero coinvolgente e ben narrata e che non mancheranno i colpi di scena, in grado di tenere qualunque giocatore con il fiato sospeso fino alla fine.

Binary Domain però non è solo trama, anzi risulta essere un tps innovativo anche dal punto di vista del gameplay, sfruttando un espediente tanto semplice quanto geniale: i nemici non sono umani ma dei robot.

Questo permette di aggiungere strategia agli scontri in quanto colpire un robot alla testa, facendolo impazzire, avrà un effetto diverso rispetto a colpirlo ad un braccio o ad una gamba.

I nemici comunque non sono troppo variegati ma a ciò sopperisce la presenza di immense e spettacolari boss fight. Non ci sono fasi più tranquille all’interno del gioco, a spezzare il ritmo ci pensano cutscenes e dialoghi, che assumono un ruolo fondamentale nella produzione. Il giocatore, infatti, guiderà il capitano della squadra ma avrà il compito di interagire con i compagni con semplici dialoghi a scelta multipla. Sia il comportamento durante le fasi di shooting, sia i dialoghi saranno utili per aumentare la sintonia con i compagni ed, in base al livello di fedeltà che ogni membro del team avrà nei nostri confronti, ci saranno delle ripercussioni sul finale. Tale meccanica risulta un espediente piuttosto intelligente anche per caratterizzare al meglio i compagni quanto per variare un po’ il gameplay, dato che ogni compagno avrà abilità uniche.

A corredo di tutto si trovano un ottimo comparto audio, con musiche sempre adatte a sottolineare quanto avviene a schermo e un comparto tecnico piacevole, seppur non eccezionale.

Capire perché Binary Domain non sia nelle librerie di tutti gli appassionati rimane un mistero: è un titolo di buonissima fattura, che non ha paura di osare su tanti aspetti ma che strizza l’occhio a molte tipologie di giocatori. Manca forse solo di una campagna di marketing forte ma è inferiore davvero a pochi altri esponenti del genere.

Voto: 8

Bayonetta (PS3)

Platinum e Kamiya rappresentano una accoppiata che è sinonimo di garanzia in ambito di action game. Nel generale appiattimento che il genere ha riscontrato negli ultimi anni, cosa che ha portato pubblico e critica ad esaltare titoli sempre meno profondi, Bayonetta si inserisce come una lama nel burro e riesce a settare nuovi standard. Il titolo Platinum risulta ben più ostico e complesso della media, con un gameplay assolutamente di prim'ordine e uno stile giapponese fino al midollo che ricorda tantissimo Devil May Cry.

D'altra parte il paragone non è campato in aria: la protagonista è una versione femminile del Dante spaccone che tanti videogiocatori hanno amato e il gusto per il trash e l'esagerazione toccano livelli altissimi, pari, se non superiori, proprio al titolo Capcom.

Come nella maggior parte degli action, la storia non è proprio il punto forte di Bayonetta: seppur ricca di rimandi all'iconografia di varie religioni, con una lotta tra Paradiso e Inferno che sconvolge il naturale corso degli eventi, con una protagonista alla ricerca del proprio e dei comprimari di tutto rispetto, la storia della strega di Umbra non è altro che un mero pretesto per affrontare orde di nemici ben diversificati e una serie di spettacolari boss fight. Il combat system è il fiore all'occhiello della produzione: le armi presenti, dai moveset più disparati, possono essere impugnate dalla protagonista non solo con le mani ma anche con i piedi. Si può dunque equipaggiare una coppia di armi e creare il personaggio che meglio si adatta allo stile di gioco del singolo.

Oltre ai moveset vari ed intercambiabili va annoverato un sistema di schivata che, se eseguito perfettamente, attiva un rallentamento temporale (Sabbat) che consente a Bayonetta di sferrare combo su combo sugli inermi avversari, che una volta caricata l'apposita barra permetteranno di eseguire cruente finisher.

Alla fine di ogni livello, al giocatore sarà assegnato un punteggio in base alla prestazione: influiranno negativamente l'eccessiva perdita di tempo, l'utilizzo degli oggetti che si possono trovare in giro per il livello o craftare con un comodo menu e, ovviamente, le morti. Già a livello normale ottenere degli ottimi risultati non è semplice, ai livelli superiori la sfida è davvero ardua.

Anche a livello di sonoro Bayonetta si pone come un titolo assolutamente peculiare, con un doppiaggio inglese di buona fattura anche se non memorabile ed una colonna sonora originale e orecchiabile fatta di pezzi J-pop.

Tecnicamente purtroppo il titolo inciampa: a livello grafico Bayonetta è in grado di regalare buoni scorci e una modellazione di livello ma, almeno nella versione PS3, presenta dei cali di frame rate davvero pesanti. Giocare al titolo è sicuramente piacevole e divertente ma in un action di questo calibro, forse uno dei migliori di sempre, sicuramente il migliore degli ultimi anni, è un mancanza davvero imperdonabile.

Voto: 8.5

 
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diennea2

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Dark Souls




a cura di



diennea2





Man mano che scrivo questa recensione mi vien da sorridere al ricordo di quante volte ho tentato di lanciare il joypad fuori dalla finestra per la rabbia, ma nonostante questo mi sento in dovere di ringraziare From Software per quello che è riuscita a creare, ovvero un gioco stupendo, bellissimo che con la sua apparente cattiveria ha saputo stregarmi a tal punto da considerarlo come uno dei miei giochi preferiti in assoluto. Premetto che le frasi che avete appena letto sono scritte da un fan e non da un “fanboy” perché nonostante reputi Dark Souls un bellissimo gioco, anche lui ha le sue piccole pecche.

Nato dalle ceneri di Demon’s Souls, questo Action JRPG a stampo occidentale ci avvolge letteralmente in un mondo cupo, oscuro, antico e apparentemente morto, ma che ha ancora la forza di raccontarci una miriade di storie, miti e leggende.

Dark Souls è Lore. Un Lore immensoe complesso, di per sé la trama del gioco è piuttosto “semplice”, ma è ciò che sta dietro che è fantastico, le gesta di antichi cavalieri ed eroi perduti saranno le fondamenta della storia in cui vivrete.

“Ci si accorge di tutto ciò?” No, o meglio…nì.

Storia e Lore non sono assolutamente raccontate, non esistono cut-scene o voci fuori campo che vi raccontano la classica storiella durante l’intera avventura, ma anzi tutto è avvolto nella nebbia. Similmente alla fiaba di Pollicino, Myazaki ha voluto punzecchiare la curiosità del giocatore lasciando per terra frammenti di storie di un mondo ormai dimenticato, un mondo che fa da collante con quello in cui state vivendo. In sintesi, se volete sapere qualcosa non dovrete far altro che leggere le descrizioni di tutti gli oggetti che troverete lungo il vostro cammino e tentare di collegare attraverso la logica tutte le storie come se fossero pezzi di un gigantesco puzzle. Cosa molto importante da sottolineare è che tutto questo è soggettivo, gli incastri di questo puzzle sono molteplici e simili tra loro e di conseguenza la lore si tramuta in una cosa personale, intima, dove ogn’uno ha una propria visione della storia, una caratteristica di gioco assai rara da trovare ultimamente.

Oltre che essere gigantesca, la sottotrama è intricatissima, quindi se volete sapere tutto del passato di Lordran e non solo, beh…vi consiglio di racimolare e studiare qualsiasi cosa troviate, dagli oggetti leggendari sino a quelli più ordinari…insomma cercate, trovate e leggete tutto.

Se Dark Souls non vi racconta direttamente la trama, allora non aspettatevi che vi tenga per mano ad aiutarvi con il gameplay. L’unica arma a vostra disposizione è l’azzardo, perché l’esperienza (non del gioco, ma della vostra joypad in mano) sarà l’unico modo per sopravvivere in questo mondo dark fantasy.

“E’ così impossibile come dicono in molti?” Di nuovo, no, o meglio… nì.

Sfatiamo un mito che gira per tutto il web: Dark Souls NON è difficile. Purtroppo la scarsa competitività dei giochi odierni ha creato questa falsa “cattiveria” riscontrata nel titolo.

Certamente, alcuni frangenti del gioco sono ostici, ma sono ben lontani dall’essere “frustranti”. La chiave del successo di Dark Souls è senza ombra di dubbio la pazienza, senza questa verrete continuamente asfaltati dal primo mob senza trovare alcun miglioramento, quindi non temete, alla morti continue vi ci abituerete molto presto.

Lasciando da parte la difficoltà, il lato tecnico del gameplay è tutt’altro che banale, apprendere e conoscere i movimenti propri e quelli dei nemici sarà importantissimo per vincere e sopravvivere ad un qualsiasi scontro, perché qui il tempismo detta legge e se sbaglierete anche di poco ne pagherete le conseguenze.

In questo capitolo avremo una bella sfilza di armi, con un proprio peso, moveset e caratteristiche varie; oltre alle armi corpo a corpo, avremo a disposizione anche una variegata lista di magie divise in tre “ranghi”: stregonerie, miracoli e piromanzie. Per quanto riguarda la fase difensiva è possibile brandire uno scudo per proteggerci dagli attacchi dei nemici, o addirittura sbilanciarli, creando così uno spiraglio di controattacco. Quest’ultima azione chiamata “parry” (o “backstab” se prendete il mob da dietro) risulta fin troppo devastante se riuscirete ad apprenderla perfettamente, sbilanciando un po’ il grado di sfida del gioco.

Oltre a ciò avremo a nostra disposizione i comandi come la corsa veloce, la capriola (essenziale per evadere dagli attacchi dei nemici), e varie.

Tutte queste azioni (offensive, difensive e neutre) hanno un proprio costo, e ad ogni azione ne consegue un abbassamento della barra della Stamina, caratteristica vitale per il vostro alter ego. Tenete sempre d’occhio questa barra verde, perché l’indulgenza del gioco vi obbligherà ad un’offensiva ragionata piuttosto che una “alla carlona”, soprattutto di fonte a certi boss.

Durante la crezione del nostro personaggio avremo l’obbligo di scegliere una tra le poche classi disponibili: cavaliere, soldato, chierico, mago eccetera, tutte con diverse caratteristiche di status, ma non allarmatevi, durante il level up potrete aumentare una qualsiasi caratteristica a vostro piacimento perché qui la personalizzazione è estremamente alta; già, potete tramutare il vostro soldato in un mago eccellente, oppure in un arciere provetto e molto altro ancora.

Oltre alle caratteristiche di status del pg, abbiamo anche la possibilità di migliorare le armi e armature utilizzando certi materiali sparsi per Lordran, attribuendo all’arma miglioramenti normali, o particolari come l’elemento fulmine, fuoco e chi ne ha più ne metta (caratteristica anche qui non spiegata dal gioco n.b.).

Tutto ciò (level up compreso) però ha un prezzo: le anime. Queste sono la nostra ricchezza ed unica moneta di scambio. Va subito detto però che accumularne troppa è un rischio; se per caso doveste passar a miglior vita lascerete sul posto un pozza di sangue con tutte le vostre anime faticosamente accumulate, una volta rinati avrete un’ultima possibilità di recuperarli, ma se fallirete nel tentativo di riconquistarle allora perderete tutto. Con questo “duro” metodo, il gioco vi obbliga ad essere più cauti e più precisi nei vostri movimenti.

Il bestiario anche se abbastanza variegato, soffre di una IA non eccezionale, infatti la maggior parte dei nemici può essere raggirarata semplicemente girandoci attorno. Per quanto riguarda i boss questi sono numerosi e ben caratterizzati, molti dei quali incredibilmente ostici (se non si sa come affrontarli), ogni vittoria risulterà appagante come pochi giochi sanno realmente fare. La soddisfazione di aver compiuto un’impresa titanica come quella di abbattere un boss difficile è uno dei tanti motivi per cui Dark Souls merita di essere giocato.

Gameplay e “storia” sono create ad hoc, ma l’ambiente che circonda il nostro avatar è incredibilmente vasto e magnifico, Lordran trasuda di bellezza e maestosità difficili da vedere altrove, il comparto artistico di quest’opera è unica, se non perfetta addirittura.

Il level design è pazzesco: la disposizione e la quantità dei nemici è sensata, e anche se il mondo di gioco è vasto e articolato, tutte le zone sono collegate tra loro tramite short cut molto utili, ma cosa più incredibile è la grandezza in scala della mappa di gioco, la distanza tra un punto A e un punto B ci sembrerà reale e veritiera (un po’ come successe con ICO).

L’esistenza dei falò, aka check point tira un sospiro di sollievo al videogiocatore, dove qui si possotrà consumare anime per upgradare il proprio status, migliorare le proprie armi, riempire gli slot di incantesimi (“armonizzare”) e aumentare il numero delle fiaschette Estus (oggetto che ripristina la salute) sacrificando “Umanità”.

L’Umanità è (anzi, dovrebbe essere) un fattore essenziale per questo gioco, assumendo le sembianze “umane” avremo alcuni benefici durante l’avventura, ovvero maggior drop rate, evocare personaggi del gioco o videogiocatori online per un breve aiuto. Oltre a questi benefici avremo però il rischio di essere “invasi”: esistono nel gioco alcune situazione dove altri giocatori online potranno attaccarci con l’intento di ucciderci e di rubare l’Umanità con la conseguenza di ritornare al nostro status originale, cioè il “non morto”.

Il sonoro fa il suo dovere: le musiche, anche se non perfette si adattano ad ogni tipo di situazione o area di gioco, si passa da lunghi silenzi a cori di battaglia e canzoni epiche durante alcuni scontri importanti.

Il livello tecnico è un tasto dolente per questo titolo (l’unico), ma neanche grave tutto sommato, la qualità dei dettagli è altalenante e veste di una grafica assolutamente non al passo coi tempi (fin dalla sua uscita). L’unica nota grave è il drastico calo di frame rate durante certe zone del gioco (in particolarela “Città Infame”). Non disperate però, il titolo risulta godibilissimo e questa macchia non tange più di tanto la qualità del titolo Namco Bandai.

La longevità è molto alta, la prima giocata può attestarsi dalle 20/30/40 ore di gioco, dipende dalla bravura del giocatore, mentree gli NG successivi non faranno altro che aumentare drasticamente le ore di gioco totali.

From Software è riuscita a migliorare la formula di Demon’s Souls sfornando un capolavoro della settima generazione.

Dark Souls è un epopea di bellezza artistica, dal gameplay e level design brillante e ragionato con una sottotrama da invidia. E’ un mondo oscuro e bellissimo quello di Lordran, solamente il comparto tecnico/grafico stona tra i pregi, ma l’esperienza non viene assolutamente colpita.

L’unica cosa che posso consigliarvi è: munitevi di pazienza, questo gioco merita tutte le ore spese, perché un titolo così gratificante non lo troverete da nessun’altra parte.

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DLC Artorias of the Abyss




Questo DLC è a tutti gli effetti una vera e propria espansione che ci porterà in un tempo dove la città di Oolacile fece conoscenza dell’oscurità, un tempo antecedente a quello del gioco base. La durata si attesta sulle 8/9 ore, ma grazie ai temibili (e bellissimi) boss il vostro tempo potrebbe allungarsi ulteriormente. Ci sono aggiunte notevoli, come nuove aree, nuovi loot, nuovi retroscena e per finire una nuovissima modalità multiplayer strutturata a mo’ di arena. Se il gioco base è stato di vostro gradimento, allora non potete assolutamente mancare questa espansione.

Voto: 9,5


 

Ryo Narushima

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Calla of duty: Black ops II (solo single player)

Una bella storia, non c'è che dire. Un cod dal ritmo davvero alto e con qualche aggiunta interessante qua e la. Se si prendevano più tempo potevano sfornare un grandissimo titolo, invece la fretta si nota tutta.

Pro

- Bella storia...

- Ottimo villain

- Ritmo elevato

- Buona rigiocabilità

- Scelte morali

- Qualche arma futuristica carina

Contro

-....anche se un pò incasinata, sembra che vanno tutti di corsa

- Grafica e tecnica arronzata, si vede che hanno lavorato in fretta

- Parti tattiche che non mi hanno convinto molto, fortuna che non sono obbligatorie

7,5/10

 
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Anche se sarebbe lo stesso voto, ho messo solo la versione PS4, se vuoi farla pure per PS3, scrivi qualcosa //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 

Papa Demilol

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V manca la tua recensione di Dark Souls. :rigoreee:

 

Ryo Narushima

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Azz ma non ho mai scritto qualcosa su Diablo III? Tocca rimediare //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Diablo III (PS4)

Se si considerano le varie difficoltà, il sistema di crescita perfetto, i continui equipaggiamenti nuovi, i vari pg con le loro caratteristiche, la coop sia locale che online, la longevità praticamente sconfinata, l'espansione che porta il level cap a 70 con relativi sblocchi, quei pochi filmati in cg tra i migliori della gen, un bel 9 ci sta tutto. Ha una formula compatta che se hai tempo ti da sempre qualcosa. Davvero un gioiellino di puro gameplay.

Ho finito sia la versione ps3 che quella ps4 e ci sono delle differenze sostanziali, sopratutto per quanto riguarda gli aggiornamenti. Si vede che è la versione (insieme a quella pc) più considerata dagli sviluppatori. Su ps3 in tutto ho scaricato una misera patch. Sono cambiate alcune interfacce grafiche, le abilità non segano più la percentuale del danno, i medikit non si possono accumulare, il menù della gestione difficoltà è più chiaro, la modalità avventura, 10 livelli nuovi, l'atto 5, piccoli scenari aggiuntivi. Insomma, bella roba alla fine.

Anche la difficoltà sembra più bilanciata. Su ps3 avevo il cacciatore e ho finito il gioco usando prevalentemente quella specie di mitragliatrice con l'arco. Su ps4 invece ho dovuto cambiare completamente tattiche, usando robe che prima non mi servivano affatto (tipo la torretta e le abilità con R1). Si possono inoltre cambiare i vari set di armatura se ne becchi uno diverso, in modo da rendere visivamente uniforme qualsiasi armatura fatta con pezzi diversi. I save sono gestiti bene, l'unica cosa che può dare fastidio è che scompare la mappa visitata, ma è stato fatto perchè ogni volta ritornano nemici e preziosi, nel caso tu foglia farmare in zone già visitate.

La sua longevità praticamente infinita perchè rappresenta proprio il concetto di gioco puro. Accendi la console, giochi, senza pause, dilemmi intellettuali, trame psicologiche e assalti cinematografici ad ogni angolo. E non rischi nemmeno di perderci la mano vista la sua base semplice ed efficace. Deve semplicemente prenderti il genere, perchè alla fine può essere ripetitivo come una partita di calcio oppure una sessione da fps. A chi piace e a chi no. Si poteva osare di più sul level design e l'esplorazione in generale. Con questa struttura mi sarebbe piaciuto vedere qualche enigma e scenario più intricato, magari con trappole da evitare, platforming e altre soluzioni di gameplay simili. Grafica e art non mi sono dispiaciuti. Su ps4 è ovviamente più nitido e fluido, mentre restano spettacolari i filmati in CG che separano i vari atti, troppo epici e ben realizzati.

Pro

- Contenutisticamente assurdo

- Tantissimi sbloccabili

- Buon comparto tecnico

- Tanti livelli di difficoltà

- Classi per tutti i gusti e con il proprio sistema di combat/crescita

- Longevità sconfinata...

Contro

-...ma solo se si entra in sintonia con il gioco

- Alcuni potrebbero trovarlo terribilmente ripetitivo

- Si apprezza maggiormente alla seconda run, e questo potrebbe scoraggiare i meno pazienti

- Poteva osare di più nella varietà delle situazioni

- Versione ps3 poco aggiornata

9/10

 

belmont976

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Dark Souls 3

By Belmont976

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Il termine “Soulslike”, inteso come specifica tipologia di RPG, nasce insieme a Dark Souls, se difatti questo modo di concepire gli action RPG nasce con Demon’s Souls, è appunto con Dark Souls che diviene tanto comune ed apprezzato da permettere di coniarne il termine specifico. Dopo la parentesi nell’universo parallelo di Drangelic, e le avventure vissute in Dark Souls 2, che restano totalmente scollegate a quelle del primo, si torna a Lordran con quello che di fatto, è il seguito diretto del primo Dark. Come da mia abitudine non dirò assolutamente nulla della trama, come sempre tanto ricca quanto volutamente celata, mi limiterò a dire che gli eventi di DS3 sono direttamente collegati a quelli di DS, e chi ha giocato il primo capitolo, sicuramente troverà moltissime analogie, è più di una volta rimarrà piacevolmente sorpreso, ma non voglio anticipare nulla, per cui passiamo all’analisi della parte puramente ludica offerta dal titolo. Il gioco è semplicemente l’elevazione a potenza di tutto quanto di buono offre la saga, il nuovo motore grafico, come da tradizione, mostra ancora qualche piccola incertezza, anche se in maniera mai fastidiosa, la colonna sonora, come sempre evocativa e d’impatto, ci accompagna con i soliti ritmi, la giocabilità resta fedele a quella solida e collaudata dei Souls, con qualche lieve differenza, torna infatti la barra dei Punti Armonizzazione (PA) che, esattamente come la barra del mana di Demon’s Souls, ci consente di utilizzare gli incantesimi o alcuni attacchi speciali delle armi, per ricaricarsi necessita di fiale di Estus Cinireo, difatti in questo nuovo episodio esistono due tipi di fiale di estus, che potremmo gestire, dal totale in nostro possesso, come più riteniamo opportuno in base al tipo di personaggio che utilizziamo, la longevità infine è assolutamente granitica, con la solita massiccia quantità di ambienti ed aree segrete, unita inoltre ad un’alta rigiocabilità. Insomma ne avremo per tantissime ore, e contrariamente a quanto succede con tanti altri Videogiochi, non vedo l’ora di giocare i nuovi DLC, anche alla luce della straordinaria qualità dei DLC legati ai precedenti Souls. Insomma a differenza di DS2, che resta comunque un gioco fantastico, il ritorno in prima linea di Hidetaka Miyazaki si fa sentire, e chiude in maniera fantastica questa trilogia, e più specificatamente la storia del Lord dei Tizzoni.

Voto: 9,5

 

belmont976

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DMC: Devil May Cry

By Belmont976

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Devil May Cry è stato, senza alcun dubbio, uno dei migliori giochi dell’immenso catalogo di Playstation 2, il genio di Hideki Kamiya mette da parte Zombi e Virus, e si cimenta nel genere degli action puri, il gioco risulta essere un successo e Capcom chiaramente non perde l’occasione di sfruttare la nuova gallina dalle uova d’oro realizzando subito ben due seguiti su PS2, il secondo piuttosto sottotono ed il terzo che rappresenta il vero stato dell’arte, ed infine un quarto capitolo che inaugurerà la settima generazione su PS3 e Xbox360. Il successo giustificatissimo della serie, è da attribuire, oltre che alla riuscitissima formula, anche allo stile inconfondibile ed al carisma dei personaggi, soprattutto il protagonista, Dante. Tuttavia Capcom ritiene poco soddisfacenti le vendite di DMC4 e decide, dopo una pausa di quasi cinque anni, di dare nuovo smalto alla serie intraprendendo la strada del Reboot, con ovvio rammarico dell’enorme Fanbase della saga, a partire dal nuovo design di Dante, più “emo” ed alla moda, e ben lontano dal mezzo demone rockettaro e tamarro dei vecchi episodi. La fortuna della casa di Osaka, risiede nell’affidarne lo sviluppo ai ragazzi di Ninja Theory, il gioco risulta davvero buono, a tratti davvero notevole, il sistema di combattimento è raffinatissimo e vario, come la quantità di combo, nemici ed ambienti, riuscitissimi e sempre sopra le righe i dialoghi, e la trama, che attinge a piene mani dalle serie ma senza alcun legame diretto, risulta davvero molto interessante. Forse qualche lieve imperfezione la si nota nel comparto tecnico, la stabilità non sempre granitica del motore di gioco, e la grafica un po’ “sporca” di alcune ambientazioni sono forse gli unici veri nei di un prodotto che diverte e che consiglio caldamente a tutti gli amanti del genere.

Voto: 8,0

 

Vc3nZ_92

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The Amazing Spider-Man
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



The Amazing Spider-Man è, ad oggi, la mia sorpresa videoludica del 2016. Avevo aspettative medie, non mi aspettavo un capolavoro, ma nemmeno una merdà, e mi ha sorpreso tantissimo. Ad ogni sessione c'è stato qualcosa che mi ha impressionato. Pertanto, dopo 20 ore di gioco (tempo necessario per il Platino, per la storia solamente, senza secondarie e varie penso basti la metà del tempo) sono qui a scrivere la mia piccola recensione.

Che dire? Siamo Spider-Man, stop. La sensazione di essere l'eroe simbolo della Marvel è resa in maniera stupefacente. Oscillare in città, utilizzare i suoi poteri, la sua agilità, tutto è riprodotto in maniera divina. Le animazioni rendono il tutto così bello anche per l'occhio. Insomma, feeling con il personaggio ricreato come si deve.

A proposito dell'occhio che vuole la sua parte, dico subito che la grafica non è malaccio. La città non è molto densa poligonalmente, ma è abbastanza viva. Spidey è perfetto e grazie alle animazioni di cui sopra non c'è veramente nulla da recriminare. Personaggi minori parecchio sotto tono. Tutto sommato il colpo d'occhio non è affatto male. E i costumi di Spidey si danneggiano in tempo reale in base alle mazzate che prendiamo e non in base al proseguire della storia!

Un altro grande pregio della produzione riguarda la varietà delle missioni principali. Tutte diverse, tutte sempre nuove e fresche e con Boss Fight stupende, sia per impatto visivo/cinematografico, sia da giocare.

Boss Fight che ci sono anche nelle tante missioni secondarie, anche queste molto ben fatte, anche se a volte si sente un po' di ripetitività nelle location (e poco poco anche nelle situazioni di gioco). Ah, poi ci sono pure le classiche secondarie minori che allungano il brodo. Sono tante, ripetitive e forse alla fine possono venire un po' a noia ma se vi piace dondolarvi per Manhattan la cosa non vi peserà poi tanto.

Battle System buono, ma che non eccelle. E' una versione semplificata del Free Flow di Batman. E' tutto meno rifinito, dai pattern di attacco (anche dei nemici), alle hitbox, ma si lascia giocare senza mai stancare. Alcune manovre sono molto OP (come la Fuga di Ragno), ma alla difficoltà maggiore hanno un loro perché.

A tal proposito, vi consiglio di cominciare il gioco all'ultima difficoltà. Non diventa una sfida impegnativa, ma così riuscite ad aggiungere un po' di pepe ai combattimenti (e la Fuga di Ragno menzionata prima ha senso di esistere, in questo modo) anche perché i nemici con armi/che lanciano roba sono presenti in grande numero e Spidey non ha una elevatissima resistenza.

Altro aspetto del gameplay è la parte stealth. E' solo accennata, se riuscite a pulire un paio di stanze in full stealth è grasso che cola, diciamo che serve solo per ridurre i nemici che poi dovremmo menare. Purtroppo l'assenza di gadget si fa sentire e la sola possibilità di potersi attaccare a quasi qualsiasi superficie non rende queste fasi più diversificate. C'è da dire però, come detto in apertura, che la varietà di situazioni è elevata e quindi la cosa non viene mai a noia per tutta la durata del gioco.

Quasi dimenticavo la meccanica del Web Rush. Premendo R1 si passa alla visuale in prima persona e si rallenta il tempo. Trovata originale e azzeccatissima, ma soprattutto duttile, dato che è stata introdotta con la stessa efficacia sia nei combattimenti (permette di accedere anche a mosse caratteristiche), sia nella navigazione di 'dungeon' (le missioni), sia nella navigazione della mappa quando siamo in Free Roaming.

Passiamo alla storia. E' il sequel diretto del primo film... e devo dire che mi ha sorpreso anche sotto questo aspetto. Ha un suo perché, non presenta incongruenze eccessive (qualche passaggio è forzato, forse, ma è funzionale), ha un suo senso insomma. Peccato che con il secondo film è stata annullata del tutto. E peccato per Felicia Hardy inserita un po' ad cazzum, solo per aumentare la quota rosa forse.

Comparto sonoro di duplice fattura. Sonoro ottimo, con musiche sempre al posto giusto e in molti punti evocative. Doppiaggio italiano altalenante. Se la recitazione tutto sommato non è mai malaccio, la scelta delle voci è stata, per me, irritante. Odio la voce di Spider-Man, lo giuro. Seppure sia più Spider-Man questo del gioco che non quello di Garfield, con quella voce perde parecchio carisma. Consiglio di settare la console in inglese e giocarvelo così. Ovviamente, non aspettatevi lo Spider-Man fumettistico neanche in questo caso, resta il fatto che comunque lo Spider-Man di The Amazing Spider-Man gioco sia meglio della versione cinematografica.

E per finire volevo segnalare una cosa che per me non è tanto importante, ma per alcuni, e non riesco a capire perché, è di fondamentale importanza. Come detto, l'oscillare, l'essere Spider-Man è reso in maniera perfetta, ma, c'è un ma (e ripeto, a me sta cosa sembra ridicola, di rilevanza nulla o quasi, ma so che per molti è un cruccio fisso)... la tela non si attacca ai palazzi! Non è che si attacca sempre (se si superano i palazzi non si attacca, per dire), ma in linea di massima l'oscillazione non è calcolata in base alla superficie d'appoggio, quindi le ragnatele possono anche 'attaccarsi al cielo'. Può dare un po' fastidio, lo capisco, ma non riesco a concepire un boicottamento per questa cosa. Questo sistema scelto inoltre rende tutto dannatamente cinematografico, se poi lo usate come me, ovvero sparate la tela solo quando c'è veramente una superficie/palazzo ancora meglio.

In definitiva un ottimo prodotto, immancabile per tutti gli appassionati dell'amichevole Uomo Ragno di quartiere (quanti riferimenti al mondo del Ragno che ci sono, quanti!) e anche per gli amanti dei giochi belli. Oggettivamente penso sia un gioco da 7,5/8 (votone comunque) ma io devo premiarlo con qualcosa in più. Sono troppo fanboy del personaggio e non giocavo ad uno gioco di Spider-Man così bello da tanto tempo. Applausi ai Beenox.

VOTO: 8,5
 
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Ryo Narushima

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The amazing infatti non è affatto male, anche a me è piaciuto abbastanza (gli diedi addirittura un 7,5 se non ricordo male). Peccato per il 2, che distrugge praticamente tutti i pregi, rivenduto dopo averlo finito.

- - - Aggiornato - - -

Street fighter IV (prima versione ps3)

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Dopo tanti anni (il mitico Alpha 3) riprendo un titolo della serie, uno tra i miei picchiaduro preferiti dopo King of fighters. Maestoso, nulla da aggiungere. Il feeling resta quello, ma le mosse ultra arricchiscono maggiormente la spettacolarità degli scontri.

Pro

- Gameplay semplice ma allo stesso tempo profondo

- Buona quantità di personaggi, ma la versione successiva ne aggiunge ben 10

- Ottimo comparto tecnico

- Tra online e offline la longevità è garantita

Contro

- Continuo a preferire il character design in 2D, qui sembrano tutti scimmioni

- Alcuni personaggi con uno schema tasti davvero troppo difficile e lento rispetto ad altri

9/10

 

Vc3nZ_92

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V manca la tua recensione di Dark Souls. :rigoreee:
Lo so, arriva a breve //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

The amazing infatti non è affatto male, anche a me è piaciuto abbastanza (gli diedi addirittura un 7,5 se non ricordo male). Peccato per il 2, che distrugge praticamente tutti i pregi, rivenduto dopo averlo finito.
Che peccato //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sad.png

Intanto ho aggiornato... vedo poche recensioni per Uncharted 4, Dark Souls III, The Witcher 3... su facciamoli entrare nel tabellone //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
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BigBoss91

Tomb Raider (PS3)

Il reboot è un qualcosa che quando viene annunciato fa correre un brivido lungo la schiena dei fans della serie ma che genera inevitabilmente un diffuso interesse per vedere a cosa porterà il cambio di rotta.

Nel caso di Tomb Raider il reboot è stato un espediente quasi obbligatorio per ridonare ad una saga storica un brio perso negli anni. Con una Lara nuova di zecca, molto di versa dall'icona che sono abituati a conoscere, i giocatori si troveranno ben presto in balia delle onde e giungeranno fortunosamente su una misteriosa isola al largo del Giappone. Fin dai primi momenti di gioco il titolo mette in mostra le differenze rispetto al passato. Non solo la protagonista, che da esperta archeologa ed icona sexy passa ad essere la ragazza della porta accanto, appena laureata e senza grande esperienza, ma anche nella struttura stessa del titolo: a differenza dei vecchi capitoli il giocatore si troverà in un vero e proprio open world. L'isola risulta sin da subito quasi completamente esplorabile anche se, almeno inizialmente, sarà necessario seguire la storyline principale per apprendere le abilità necessarie a sbloccare zone non facilmente accessibili. L'inversione di rotta, fino a questo punto, potrebbe sembrare vincente ma improvvisamente si comincia a notare che qualcosa va storto in Tomb Raider: il gioco non è più quell'adventure game basato su complessi enigmi che i fans attendevano ma di base è un tps classicissimo che, un po' per le meccaniche, un po' per l'ambientazione finisce per ricordare Uncharted. Non è di certo un male, se non fosse che dal paragone Tomb Raider ne esce con le ossa rotte. Gli unici enigmi davvero interessanti in tutta la vasta mappa di gioco sono rappresentati dalle tombe, veri e propri dungeon a se stanti ma che non fanno parte della campagna principale. L'avanzamento è dunque frenetico, tra una sparatoria e una fuga al cardiopalma e sarà solo una scelta del giocatore quella di esplorare luoghi nascosti e affrontare qualche enigma che richiede un minimo di uso della materia grigia. Si riscontrano facilmente alcuni bug grafici minori, a fronte di un comparto tecnico di tutto rispetto, e una fisica degli oggetti che definire fantasiosa in certi frangenti è riduttivo. Il sonoro è degno e il doppiaggio è discreto. A questo punto, accettando che di fatto Tomb Raider non è più l'adventure che tutti conoscevano ma un tps dalle meccaniche piuttosto classiche, si potrebbe concludere dicendo che è un buonissimo gioco per tutti quelli che amano il genere e che apprezzano i misteri e le storie che riguardano antiche civiltà perdute.

Obiettivamente c'è però di più e di peggio: in Tomb Raider non si vuole solo proporre una avventura adrenalinica e spettacolare ma si vuole anche rappresentare l'evoluzione psicologica e umana della protagonista. Da questo punto di vista il titolo fallisce miseramente: il passaggio da ragazza spaventate ed indifesa in eroina senza paura è repentino, confusionario e non riesce a creare alcuna empatia e legame tra protagonista e giocatore.

Tomb Raider gioco poco persino sul fattore nostalgia e solo sul finale presenta una chicca per gli appassionati.

Tomb Raider non è un titolo dalla facile valutazione: è un gioco buono ma con difetti abbastanza evidenti, godibile da tutti ma che i più appassionati fans della serie faticheranno a digerire, nonostante la saga fosse da tempo ad un punto morto. Impossibile consigliarlo a priori, sicuramente chi ha spolpato i migliori tps e gli adventure in generale dovrebbe provarlo, potrebbe risultare una buona alternativa. Tutti gli altri possono guardare altrove, senza troppe remore, prima di procedere all'acquisto.

Voto: 6.5

Deus Ex: Human Revolution (PS3)

Deus Ex: Human Revolution rappresenta l'ennesimo ritorno di un brand storico. Operazioni di questo tipo, pur facendo sempre la gioia dei fans di vecchia data, non sempre sono sinonimo di qualità.

Non sono pochi gli esempi di titoli completamente stravolti e snaturati rispetto all'opera originaria che hanno finito per incontrare le feroci critiche di quegli stessi appassionati che ne invocavano il ritorno.

Fortunatamente ciò non si è verificato con Deus Ex Human Revolution, a dimostrazione che la strada scelta da Eidos Montreal e Square Enix è la via giusta. Deus Ex Human Revolution riprende infatti i capisaldi del predecessore, svecchiandoli ed adattandoli alle nuove possibilità offerte dalle macchine sul cui il titolo gira.

Deus Ex si pone dunque come un sapiente mix di azione in prima persona e gioco di ruolo con elementi tratti dagli stealth game e dagli fps. Come affrontare la campagna è una scelta che spetta unicamente al giocatore: si potrà optare per affrontare ogni sessione ad armi spianate, facendo fuori qualunque cosa si muova a schermo, agire in maniera più tattica e silenziosa oppure optare per un saggio mix fra i due approcci.

E' strano dunque che il titolo faccia capire in vari modi che l'approccio stealth sia il migliore apertamente. Ancor più strano se si pensa al fatto che le boss fight, almeno nella versione base del titolo, sono praticamente impossibili da affrontare in tal modo: costringendo di fatto i giocatori che hanno scelto tale tipologia di approccio al gioco a cambiare completamente strategia. Nella versione Director's cut questa magagna è stata accuratamente fixata ma risulta uno svarione di game disegn di cui non si può non tenere conto, specie considerando che la suddetta versione è arrivata a distanza di quasi due anni dal titolo originale.

Per il resto bisogna sottolineare come risultino di ottima fattura tanto le meccaniche di infiltrazione che le fasi di shooting e che la marcata componente gdr è perfettamente integrata al sistema. Il protagonista Adam Jensen, viene quasi ucciso all'inizio del gioco e per salvargli la vita i medici della compagnia per cui lavora sono costretti ad installargli in corpo degli innesti meccanici, rendendolo di fatto un mezzo cyborg. Tale trovata permette agli sviluppatori di creare un sistema di sviluppo di abilità molto classico e funzionale. La componente da gioco di ruolo non si esaurisce comunque qui: anche la struttura stessa delle missioni e le interazioni con vari npc (che prevedono dialoghi a scelta multipla) riprende alcuni elementi dai gdr.

Il gameplay è dunque di ottimo livello ma non è tutto oro quel che luccica: una IA non brillante non consente al titolo di raggiungere le vette a cui ambisce. I giocatori più esperti di stealth game non perderanno tempo a capire che ci sono dei "trucchetti" che permettono di aggirare i nemici anche alle maggiori difficoltà.

Tecnicamente siamo di fronte ad un titolo buono ma non eccelso: le città che visiteremo durante l'avventura sono molto ben caratterizzate e lo stile steampunk risulta molto piacevole, meno curati i personaggi secondari e i nemici. Il titolo presenta anche un discreto comparto sonoro.

A livello di trama Deus Ex Human Revolution si presenta invece ben più profondo di quanto appaia ad una prima occhiata: accanto alla storia personale di Adam Jensen, c'è un mondo in fermento, vivo e afflitto da problematiche e dubbi dovuti allo sviluppo tecnologico. La storia del nostro protagonista passa ben presto in secondo piano, per permettere al giocatore di riflettere su problematiche particolarmente toccanti e vicine al senso comune.

Deus Ex Human Revolution è un titolo sorprendente: i fans del primo capitolo si troveranno di fronte a un titolo rispettoso del predecessore pur evolvendolo in maniera sostanziale, tutti gli altri potranno apprezzeranno la trama piacevole e ricca di profondi sottotemi e un gameplay ben orchestrato che, con qualche miglioramento qua e là, potrebbe toccare vette di eccellenza.

Voto: 8

Hitman Absolution (PS3)

Nel 2013, silenzioso e letale come sempre, si assiste al ritorno di una vera e proprio icona dei videogiochi, l'agente 47, nell'ultima incarnazione della serie Hitman: Hitman Absolution.

Progetto partito un po' in sordina, Hitman Absolution è riuscito pian piano a ritagliarsi un certo interesse da una nutrita schiera di fans, cosa non semplice se si considera il genere di appartenenza.

Il successo non deve far però pensare che si sia verificata una svolta verso l'azione. Hitman era e rimane un gioco assolutamente stealth, solo al livello più basso di difficoltà si può pensare di affrontare il titolo in maniera diretta e più votata all'azione.

Come nei capitoli precedenti, la trama non è certo il fiore all'occhiello della produzione. La storia, che si lascia seguire senza troppi patemi, ripercorre i classici cliché del genere ed anche i personaggi, seppur esagerati fino al midollo, risultano spesso stereotipati.

Tuttavia giocando ad Hitman Absolution si presta davvero poca attenzione a questi aspetti. Quello che farà la felicità degli appassionati del genere è infatti la ottima struttura della campagna e le modifiche apportate al gameplay della serie. La base è quella dei precedenti episodi ma molti aspetti sono migliorati e modernizzati: a differenza di Sam Fisher o di Snake, l'agente 47 è generalmente più lento ma oltre a nascondersi in vari modi e utilizzare moltissime armi (proprie e non), potrà anche camuffarsi con gli abiti dei malcapitati nemici, per infiltrarsi indisturbatamente nelle arie più dense di ostili. Quello che è davvero impressionante nel complesso è la varietà di opzioni a disposizione del giocatore per completare i singoli obiettivi. Si deve far fuori uno spacciatore durante una festa paesana: lo si può seguire in un vicolo isolato, si potrà colpirlo dalla distanza con un fucile silenziato o, sfruttando la sua passione per le auto, farlo saltare in arie con dell'esplosivo. Queste sono solo alcune delle opzioni a disposizione del giocatore in un singolo episodio di gioco. L'ottima struttura dei livelli fa il resto.

Hitman Absolution non è un titolo per tutti, i giocatori poco avvezzi al genere riscontreranno non poche difficoltà nel portare a termine il titolo alle difficoltà maggiori, senza gli aiuti attivi ai livelli più bassi, gli appassionati di stealth games, invece, non hanno assolutamente scuse. L'agente 47 è tornato!

Voto: 8

 

Papa Demilol

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Comunque propongo di scendere a 3 come numero di recensioni, che ne dite? Così riempiamo un po' il tabellone. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 

belmont976

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Comunque propongo di scendere a 3 come numero di recensioni, che ne dite? Così riempiamo un po' il tabellone. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
Son daccordo, la partecipazione è poca, ci sono titoli che non arriveranno mai a 4

- - - Aggiornato - - -

P.S. Anche se è gia sul tabellone, esprimo anch'io la mia opinione su questo giochillo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

The Order 1886

By Belmont976

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Esprimere il proprio pensiero su The Order 1886, è tanto semplice quanto difficile è stato riuscire a dare una valutazione precisa e globale al titolo. I ragazzi di Ready at Down, dopo il buon lavoro svolto su PSP con i due capitoli inediti della saga di Kratos, ed il porting in HD dei primi due God of War su PS3, vengono totalmente assorbiti da questa nuova IP da pubblicare in esclusiva sulla nuova ammiraglia Sony. L’obbiettivo principale è mostrare i muscoli della nuova console, ed il gioco sin dai primi Trailer si mostra tecnicamente maestoso. L’uscita del titolo non fa che confermare l’ottimo lavoro svolto in tal senso, aiutati da un’ambientazione estremamente affascinante grazie ad una Londra gotica di fine ottocento affiancata da surreali dispositivi tecnologici, il comparto audio, anch’esso molto buono, è accompagnato da un doppiaggio ottimo, mentre per il gameplay ci si affida alle solide meccaniche dei TPS senza particolari innovazioni. Il primo intoppo nasce sull’eccessiva linearità del titolo, difatti, in alternanza a cut scene, combattimenti e QTE vari, ci si sposta da un punto ad un altro della mappa, senza possibilità di variazioni, la sua natura di titolo scriptato era evidente sin da subito, non ha mai preteso di essere un open world, tuttavia il titolo lascia avvertire troppo sfacciatamente la sensazione di essere “guidati”. Metabolizzato questo aspetto il titolo si lascia ammirare e giocare che è una meraviglia, ma qui arriva il secondo problema, ovvero la longevità, il titolo finisce troppo infretta, è l’assenza del multiplayer lo rende poco rigiocabile, ma ciò che infastidisce maggiormente, sono i tanti eventi incompiuti, arrivati ai titoli di coda si ha l’impressione che gli sviluppatori avessero ancora tanto da dire, e che il gioco sia stato tagliato magari per rispettare i tempi di uscita, o semplicmente perché avevano finito il budget, chi può dirlo? Insomma un’esprienza che mi ha appagato a metà, offendomi un gameplay solido, un comparto tecnico ottimo, una storia affascinante ma che alla fine ti lascia l’amaro in bocca.

Voto: 7,5

 
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BigBoss91

ma no dai, pian piano secondo me si comincerà a riempire. Dovremmo coinvolgere altri utenti //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 

diennea2

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Comunque propongo di scendere a 3 come numero di recensioni, che ne dite? Così riempiamo un po' il tabellone. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
All'inizio ti avrei dato ragione, ma questo thread è ancora fresco fresco, ci vuole un po di pazienza //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

Propongo di fare così: se entro 2/3 mesi le cose non dovessero cambiare allora sì che abbasserei il limite a 3

 

Laxus91

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Bellissimo thread, misa che se ho tempo più tardi oltre a rileggermi un pò di post posto un pò di recensioni personali magari partendo da titoli già recensiti qui che ho finito tempo fà!

 
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