Cosa c'è di nuovo?

Critica Sonara 3.0 | Regolamento aggiornato al primo post! | Pronti per le recensioni PS5! |

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Doc E.Brown

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Shadow Warrior

Pro

  • Gameplay divertente e frenetico
  • Tante abilità e perk
  • Varietà di collezionabili
  • Humor delinquenziale a pacchi
  • Buona longevità
  • Lo Wang e Hoji son un duo da cabaret


Contro

  • Level design di ispirazione old school ma troppo poco ispirato
  • Poca varietà di mob ed armi
  • Trama che si conclude a cazzò visti i toni del gioco
  • Tecnicamente altalenante
  • Sistema di controllo che rende difficoltoso usare le molte abilità del protagonista
  • Ludicamente troppo poco rifinito e poco bilanciato


Conclusione Shadow Warrior riporta un piccolo classico degli FPS sul palco e lo fa preservando molti elementi dal capostipite. Humor a pacchi, tanto sangue demoniaco, frenesia dei combattimenti, il tutto infarcito da una buona longevità, tantissimi collezionabili (i biscotti della fortuna son memorabili), grossa varietà di perk ed abilità, oltre ad un duo di protagonisti che funziona. Tuttavia, molti piccoli problemi minano un gioco che poteva essere ben più memorabile: un level design tutto sommato piuttosto piatto, una scarsa varietà di mob ed armi, un sistema di controllo forse troppo farraginoso e un impianto ludico/tecnico poco definito impediscono al titolo Flying Wild Hog di aspirare a risultati più ambiziosi. Resta un FPS divertente come pochi altri sulla piazza e se avete già sviscerato Doom 2016, recuperate Shadow Warrior... perchè la pasta (demoniaca) è la stessa. 7.0

 

_Aya_

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Dai, contribuisco pure io;p

Horizon Zero Dawn

Migliori pregi:

- Ambientazione, non solo come resa grafica ma anche come estetica: è proprio bella da esplorare e sufficientemente varia. Anche come estensione è giusta, perché se fosse stata più grande avrebbe rischiato di annoiarmi. In più, la colonna sonora che c'è durante la normale esplorazione è in grado di conferire una bella atmosfera.

- Sistema di combattimento contro i robot davvero divertente, dinamico ma al tempo stesso strategico, con una buona dose di varietà di approcci possibili.

- Gestione intelligente di tutte le varie missioni secondarie (con questo intendo tutto ciò che non fa parte della quest principale, non solo quelle missioni ufficialmente chiamate "missioni secondarie"). Non sono troppo numerose (qualcuno ne avrebbe volute di più ma io dico no grazie, la longevità fine a sé stessa è una cosa che non reggo molto) e al tempo stesso sono varie a sufficienza. Non che siano quest particolarmente memorabili prese in sé (per quanto siano comunque carine e piacevoli), ma hanno fatto la giusta scelta di offrire un numero limitato di missioni per ciascun genere (seguire le tracce, scalare collilunghi, completare i calderoni, fare le cacce con il massimo punteggio, cercare collezionabili...), in modo tale da non stufare il giocatore.

- Un menù molto comodo e agevole da consultare. Questo è un aspetto fondamentale, spesso sottovalutato e deludente, in giochi dove per genere di gameplay sul menù sei costretto a passarci tanto tempo. Persino il fatto di avere lo spazio nell'inventario limitato unito alla grande quantità di oggetti che si trovano, cosa che di solito trovo snervante perché mi scoccio tantissimo a perdere tempo a svuotare l'inventario per liberare spazio, in HZD non mi è pesato così tanto, visto che è molto immediato individuare gli oggetti eventualmente da buttare.

Difetti/limiti principali:

- Trama di suo carina (non originale, ma coerente e azzeccata per il tipo di gioco), ma raccontata per la maggior parte del tempo in modo freddo e poco efficace. Non solo gran parte della trama è praticamente uno spiegone di fatti avvenuti nel passato (cosa comprensibile visto il genere, ma forse si poteva comunque trovare il modo di renderlo un po' più coinvolgente), ma anche vicende strettamente ancorate al presente (in primis le lotte tra le varie tribù) scivolano via senza rimanere tanto impresse. Inoltre i personaggi non sono particolarmente memorabili. Aloy mi piace molto estaticamente, ma come psicologia avrebbe potuto essere un po' più definita. Il fatto che alla fine mio personaggio preferito sia Nil, un individuo estremamente marginale che semplicemente mi fa una certa simpatia, non è un aspetto che depone molto a favore dei personaggi nel complesso. Per gli standard dei videogiochi non è che la storia mi sia così dispiaciuta, ho visto molto di peggio, ma non è nemmeno uno di quei giochi che consiglierei nello specifico per questo aspetto.

- I combattimenti contro gli umani, davvero anonimi e viziati da un'intelligenza artificiale molto bassa. Questo fatto non sarebbe nemmeno stato un grande problema se tali combattimenti fossero rimasti solo un contorno, ma invece sono molto più frequenti e numerosi di quanto mi aspettassi. Quindi, visto che sono così tanti, sarebbe stato sicuramente il caso di curarli di più... oppure di ridurne la quantità.

- I robot sono abbastanza vari, ma avrei preferito che lo fossero ancora di più. Venticinque sarebbe stato un numero giusto se fossero stati tutti completamente diversi, ma dato che ci sono diverse macchine che si assomigliano parecchio alla lunga ho sentito un po' la mancanza di maggiore diversità (infatti, se per gran parte del gioco ho cercato apposta scontri, verso la fine ho iniziato ad evitarli il più possibile perché ormai avevo sconfitto ogni tipo di robot tantissime volte). E' una cosa che mi è un po' dispiaciuta perché come ho detto il combattimento contro i robot in sé è davvero bello, e una maggiore varietà avrebbe valorizzato ancora di più questo aspetto.

Altri aspetti che ho visto presentati come difetti a me non sono pesati più di tanto, quindi non li metto.

Voto complessivo: 8

PS: 8 per me è un voto molto alto, non come i voti di metacritic dove 7 già viene interpretato come quasi schifezza.

- - - Aggiornato - - -

Parlo brevemente di qualche altro gioco finito abbastanza recentemente, così vi arricchisco un po' la lista :D

Catherine

A me è piaciuto tantissimo. Bizzarro e originale, oltre che artisticamente ispiratissimo. Mi piace molto l'alternanza tra la frenesia della fase notturna degli incubi e la rilassatezza più riflessiva (ma che lascia presagire il terrore dell'incubo successivo) all'interno dello Stray Sheep durante la veglia. La storia è carina (abbastanza leggera e raccontata in modo da non prendersi troppo sul serio, cos che però si addice perfettamente ad un gioco del genere) e il gameplay enigmistico è davvero coinvolgente, al punto che diventa un po' una droga. Il meccanismo del puzzle game si basa sempre sullo stesso principio, ma introduce man mano delle varianti interessanti e soprattutto risulta abbastanza sfidante anche in modalità normale (cosa non scontata in un gioco delle ultime generazioni). A differenza di alcune critiche che ho letto in giro, ho anche trovato la parte puzzle game ben amalgamata con la trama e ho apprezzato la metafora della scalata intesa come maturazione interiore. Belli anche i piccoli momenti intermedi tra una scalata e l'altra, in cui hai modo di interagire con le varie pecore.

Voto: 9

Life is Strange

Qui so che andrò moolto controcorrente, ma a me questo gioco ha un po' deluso. Mi spiego: da un gioco basato interamente sulla trama, praticamente privo di gameplay, mi aspetto che la prima sia al top, e sotto questo aspetto non sono rimasta tanto soddisfatta. La storia sicuramente ha del bei momenti coinvolgenti, ma la parti riuscite e ben scritte sono accompagnate da altre che invece ho trovato più sottotono. Soprattutto non mi sono andate molto già alcune cadute di stile, come ad esempio la presenza di certe incoerenze e soprattutto la qualità di uno dei finali possibili, che a mio parere è reso così male da risultare quasi offensivo. A livello artistico lo stile scelto è carino e nel complesso sono riusciti fare di Arcadia Bay un bel micromondo in cui immergersi. Però ripeto, certe cadute di stile in un gioco che si prende così profondamente sul serio non riesco a perdonarle facilmente, e inoltre anche la bassa qualità delle animazioni facciali toglie un po' al coinvolgimento in alcuni momenti topici. Ammetto che in parte nei miei gusti il gioco è penalizzato anche dal fatto di essere una raccolta di pressoché tutti gli stereotipi da teen drama esistenti, ma non è solo questo il punto.

Voto 6,5

Child of Light

Inizio col dire che a livello estetico è davvero bellissimo, al punto da rendere un piacere anche solo muovere il personaggio sullo schermo. Detto questo, è un gioco che consiglierei a chiunque da un lato voglia giocare ad un rpg a turni in vecchio stile e dall'altro cerchi la semplicità, non volendo perderci dietro decine e decine di ore. Il gioco infatti è abbastanza breve e con meccaniche di gameplay semplici, sia nei combattimenti che nella gestione dei personaggi. Con "semplice" però intendo "non complicato", non necessariamente "facile", visto che almeno in modalità "esperto" (che è l'unica alternativa a quella da "principiante") offre pure un discreto livello di sfida e per avere la meglio in certi scontri occorre attenzione e strategia. Nel complesso il gameplay, per quanto nulla di particolarmente complesso e originale, funziona veramente bene. La trama è una fiabetta, nulla di memorabile, ma in un gioco simile non è nemmeno necessario avere qualcosa di più.

Voto: 7,5

 
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Ryo Narushima

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GHOST RECON: WILDLANDS [PS4 PRO]

(Tutti i boss sconfitti, finale buono, tutti i potenziamenti/armi/leggende/accessori/medaglie, tutta la mappa scoperta)

OX2w0rS.jpg






Pro

- Ambientazione dal grande impatto visivo e scenico

- Contesto socioculturale da non sottovalutare

- Ogni boss ha una sua piccola storia

- Mappa enorme e grande longevità

- Caricamenti inesistenti, fast travel rapidi, zero tempi morti

- Gameplay semplice e funzionale, quasi arcade

- Approccio completamente libero, potete finirlo anche tutto stealth

- Possibilità di giocare tutto in coop con 3 amici

- Personalizzazione del personaggio, abilità e armi ben fatto

- Livelli di difficoltà e HUD personalizzabile per tutte le esigenze

- Doppiaggio in Italiano ben fatto, con Luca Ward che doppia un bellissimo villain

- Un buon finale, ti lascia un significato

Contro

- Non vi aspettate chissà quali finezze tecniche

- Guida arcade funzionale, ma si poteva fare molto di più con la fisica

- Su alcune cose ricorda MGS5, però non raggiunge mai la stessa profondità ludica

- Qualche filmato di inizio e fine missione avrebbe reso la campagna più emozionante

- Cutscene con animazioni e volti poco curati, è bello solo il filmato in CG iniziale

- E' un gioco di infiltrazione pura, quindi se non vi piacciono stealth e tps lo troverete ancora più ripetitivo

- Si poteva fare di più con le boss fight, che a conti fatti non variano per niente le situazioni di gameplay

- L' attacco sincronizzato è un pò sgravo in single player

- Belli gli effetti sonori, ma la colonna sonora e la radio potevano offrire tracce migliori

8/10

Nonostante alcuni difetti ho voluto lo stesso premiare il gioco con un otto pieno perchè Wildlands è riuscito ad offrirmi molte ore di divertimento. La Bolivia messa in piedi da Ubisoft è magnifica e la possibilità di affrontare il gioco in modo libero è sempre una bella cosa. Pecca per la narrativa, che si costruisce attraverso i video briefing dei boss, ma nonostante tutto riesce a raccontarti il mondo della droga e le sue conseguenze.

 


Carismatico il Villain principale, che con la sua caratterizzazione riesce a tenerti in piedi tutta la ''lore'' del titolo. Se giocate online avrete ovviamente una marcia in più al divertimento generale, ma ci vorranno in ogni caso molte ore per completare al 100% il titolo. Se da questa base approfondiranno meglio in futuro i filmati della storia e il rapporto della squadra Ghost, potrebbe uscire un titolo ancora più completo ed emozionante. Così com'è, è solo un Ghost Recon più arcade e grezzo, che si affaccia per la prima volta nella struttura Open World, riuscendoci anche abbastanza bene. Da prendere per il divertimento e l'ambientazione, magari ad un prezzo più conveniente.


 

Dante47

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NIER AUTOMATA

Cosa succede quando Platinum Games (la software house più folle e creativa in circolazione) viene messa sotto la direzione di Yoko Taro (Game Director conosciuto per le trame strepitose che scrive per i suoi non tanto strepitosi giochi)? Esce uno dei migliori titoli di questa decade. La sceneggiatura ci trasporta nel solito mondo post-apocalittico, in cui due specie di automi (le biomacchine al servizio degli alieni e gli androidi al servizio degli umani) combattono una millenaria guerra. Da questo incipit, la trama si dipana attraverso colpi di scena da maestro, approfondimenti psicologici su tutti i personaggi messi in gioco e digressioni filosofiche brevi, non banali ed altamente incisive che mantengono altissima l'attenzione del giocatore quando non è impegnato a pestare i tasti del Dualshock 4 durante le fasi giocate. Parlando di quest'ultime, Platinum Games si conferma come maestra degli Hack 'n' Slash, ma non solo; il gameplay varierà molte volte, diventando uno Space Invaders o uno sparatutto con visuale isometrica d'altri tempi, se non toccando altri generi che vi lascerò il piacere di scoprire. Passando da un genere all'altro, il gioco tocca picchi di originalità da antologia. Le missioni secondarie sono prevalentemente fetch quest, ma rimangono estremamente godibili, in quanto sorrette dal gameplay eccezionale e da ottimi spunti narrativi. La colonna sonora è semplicemente memorabile, non ho altre parole da spendere per cotanta perfezione sonora. Artisticamente è ispiratissimo e in alcuni punti ricorda la poetica di Uediana memoria. Graficamente siamo davanti ad un lavoro indietro di una Gen, con un frame-rate ballerino su PS4 standard.

Soggettivamente è un 10/10, praticamente il mio gioco preferito degli ultimi 9 anni. Ma per il bene dell'oggettività, scendo di mezzo punto per il frame-rate colpevolmente instabile nonostante la scarsa mole poligonale che la PS4 deve elaborare.

VOTO. 9,5

 

Vc3nZ_92

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Bloodborne
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Bloodborne è un capolavoro e uno dei giochi più belli che abbia mai giocato. Si, ho scritto una frase bella forte, ma perché l'ho fatto senza pensarci due volte? Perché è un Souls riveduto e corretto, sulle MIE preferenze... e come se Miyazaki mi avesse chiesto cosa vorresti che cambiassi nel prossimo Souls?, e se ne fosse uscito con Bloodborne.

Gameplaysticamente non è un action vero e proprio, è sempre un Souls, ma con tutta la parte GDR ridotta all'osso e limitata, nonostante qualche novità ci sia anche su questo versante, basti citare le varie gemme con cui personalizzare le fantastiche armi. Il Battle System pure è stato limato verso l'action... nulla di profondissimo o tecnico, ma risulta tutto più veloce e dinamico (gli scudi, due in tutto il gioco, non servono più a nulla e la schivata, con il lock-on, è diventata veloce e spettacolare). Si possono fare ancora diverse build, anche grazie alle tante armi (con varie modalità d'utilizzo) e ai vari attrezzi del cacciatore, ma giocarlo con spada e schivata forse è il modo più soddisfacente. Insomma, il gameplay è di base quello di un Souls classico ma con meno roba da GDR e più votato all'action, detto terra terra.

La storia, lore, come volete chiamarla... boh, non c'ho capito un'acca manco qui, e ho pure visto un po' di video esplicativi, ma nulla... proprio questo tipo di narrativa non mi stuzzica, io voglio solo spaccare il culò a tutti. Chi ne capisce dice che c'è ed è interessante, io non ho approfondito la cosa perché non mi interessa, quindi non mi esprimo personalmente.

Longevità più che buona, con tante aree secondarie completamente facoltative, i classici NG Plus che mettono pepe al tutto e i nuovissimi Chalice Dungeon. Quest'ultima novità offre nuovi boss, nuovi nemici e qualche ora di gioco di più, anche se giocati di fila possono venire a noia, suggerisco pertanto di alternarli con le zone 'normali', della storia o facoltative che siano. Vengono a noia soprattutto per il game design, molto telefonato e per niente intrecciato.

Ecco, parliamo del level design. Applausi. Come successe con Dark Souls, sono rimasto a bocca aperta molte volte. Sì, sapevo già cosa aspettarmi da Miyazaki ormai e quindi lo stupore forse è stato minore, ma non la qualità. Unito ad un'art direction magistrale che rende TUTTO nel gioco, dalle location, ai nemici, alle armi, agli outfit, etc., magnifico da vedere.

Cos'altro devo dire ancora? Varietà strabiliante, boss spettacolari, OST da capogiro. Anche graficamente l'ho trovato sublime. L'unico difetto è il solito framerate, ma niente di bestemmioso come nel primo Dark Souls... certo i cali non fanno mai piacere, ma pazienza.

Piccola parentesi sul DLC: madonna. E' ancora meglio di quello di Artorias. Location e boss da applausi.

Se devo essere sincero, forse la cosa peggiore, è il fatto che Bloodborne arrivi dopo Dark Souls. Da Bloodborne sapevo già cosa aspettarmi, e infatti non mi ha deluso, ma tutti i momenti di stupore che ho vissuto con Dark Souls non si sono ripresentati in quella forma, ma ridimensionati. Ripeto, come level design, ma anche come sensazione di stupore generale, anche Bloodborne è capolavorico, ma tutto sommato già mi aspettavo tutto quello che poi effettivamente ho trovato. E sempre su questa linea di pensiero, devo ammettere che anche qui molti set-pieces tipici del brand, e anche alcune 'strutture', ritornano.

Insomma, dopo aver giocato a Dark Souls (e anche Demon's Souls va) sono arrivato preparato a Bloodborne, e non mi ha stupito come ha fatto il primo che ho nominato. Però d'altro canto mantiene tutti i pregi del brand e porta tante piccole modifiche che vanno proprio a migliorare quegli aspetti che a me personalmente non piacevano tantissimo. Ritornando alla frase d'apertura, Bloodborne, anche se non mi ha stupito come Dark Souls in passato per 'colpa' della mia esperienza, è un Souls riveduto e corretto sulle MIE preferenze... è come se Miyazaki mi avesse chiesto cosa vorresti che cambiassi nel prossimo Souls?, e se ne fosse uscito con Bloodborne, quindi, come diavolo faccio a dare meno di 10?

VOTO: 10
 
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Ryo Narushima

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JOURNEY [PS3/PS4]

sRolTMn.jpg






Pro

- Art design curato e ricercato

- Colorazione megnifica

- Ost eccezionale

- Comunicazione in coop particolare e riuscitissima

- Può toccare vette poetiche in base alla sensibilità del fruitore

Contro

- Gameplay senza nessuna sfida o divertimento, bisogna solo raggiungere la destinazione

- Breve (anche se intenso)

8/10

Giudicare questo titolo mi mette in difficoltà, seriamente. C'è un art-music design sconfinato, magnifico, poetico e ricco di soluzioni ben realizzate. C'è un online con una comunicazione mai vista prima. Non sai chi è, non sai che fa, eppure riesci a seguirlo e comunicare con lui attraverso semplici suoni. Dall'altra parte però non sai nemmeno cos'è. Un gioco? un viaggio? una passeggiata romantica all'interno di un sogno? O magari la nascita spirituale di qualcuno? Dura poco, a tratti mi ha pure annoiato, di gioco vero e proprio c'è poco e nulla. Eppure ti lascia un pò senza parole, nel bene e nel male.

 


In origine non ho dato nessun voto al gioco, ma siccome stiamo in un topic di critica devo farlo, staccandomi magari dalla soggettività. Per me vale 9 nella costruzione e 4 nell'esecuzione in termini di ''gioco''. Perfino flower e flow ho trovato più ''giocosi''. Ma se lo stacco un attimo dal media videoludico, non posso non premiare la sua forma stilistica, tra le più ispirate degli ultimi anni.


 


Non è il mio genere, e forse se uscisse un Journey 2 identico nella struttura questa volta non lo proverei nemmeno, però resta un viaggio che non può lasciare indifferenti tutti, a patto di trovare la persona adatta. Lascio un 8 ''politico'' perchè è obbligatorio in una critica quanto più obiettiva possibile, però ribadisco il fatto che a me, personalmente, ha detto tanto e niente allo stesso tempo.


 
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Doc E.Brown

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Asura's Wrath

Pro

  • Adrenalinico e spettacolare
  • Un anime in movimento
  • Sperimentale e coraggioso
  • Esteticamente ispirato
  • Affascinante mix di fantascienza e mitologia asiatica
  • Intrattiene con leggerezza
  • Accompagnamento musicale epico


Contro

  • Gameplay? Chi era costui?
  • Singhiozzi di natura tecnica
  • Molto breve
  • Un format episodico così marcato non ha molto senso per un titolo nato retail
  • Finale venduto a parte


Conclusione Asura's Wrath è un esperimento. Un esperimento un po' folle, quello di proporre un gioco di azione con un format episodico dominato da QTE e con un gameplay ridotto all'osso. Un'idea coraggiosa che insegue lo stile a tutti i costi, proponendo personaggi visivamente ispirati e una trama affascinante nata dal connubio folle tra fantascienza e mitologia asiatica. La rabbia di Asura scorre nel pad e la sensazione di essere una forza inarrestabile viene trasmessa al player ad ogni fase della (breve) esperienza video(ludica) proposta. Il che renderebbe il titolo degno di essere premiato... purtroppo sulla valutazione pesa una colpa gravissima. Se si può passare sopra ai singhiozzi tecnici dell'Unreal Engine, se si può passare sopra al gameplay risicato, se si può passare sopra ad una natura episodica che forse spezza troppo la narrazione... non si può certamente passare sopra alla barbara idea di tagliare la parte conclusiva dell'avvenutra e proporla in DLC. Perché questo accade: arrivati a sbloccare il true ending, si scopre che il vero true ending (che risponde ad elementi essenziali del plot)... è disponibile solo per chi lo compra. E questo è inaccettabile... forse è in questo che risiede la vera ira di Asura? 6.5

 
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Che carogne alla Capcom :rickds:

Comunque aggiornato tutto finalmente :mah:

 

- Nate -

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Horizon Zero Dawn




Recensione a cura di - Nate -

Horizon Zero Dawn è la dimostrazione concreta che Guerrilla è capace di andare ben oltre i soliti sparatutto in prima persona. E forse anche la dimostrazione che, dopo diversi capitoli di Killzone, quel genere stava iniziando a soffocare le potenzialità di un team a volte un po' sottovalutato. Il primo action-rpg open-world dello studio olandese rappresenta non solo il suo eccezionale debutto nel genere, ma anche il suo più grande successo: Horizon Zero Dawn è semplicemente uno dei migliori titoli open-world che si possano trovare sul mercato e, forse, da alcuni punti di vista, secondo solo a The Witcher 3.

Difficile trovare dei gravi difetti in un gioco così curato e completo: anzitutto la trama è ottima, risultando interessante e coinvolgente al punto giusto, merito anche di un contesto narrativo estremamente affascinante e di una protagonista carismatica a cui è impossibile non affezionarsi. Persino le quest secondarie, presenti in numero non elevatissimo (né troppe, né troppo poche a mio avviso... il giusto), riescono a regalare belle soddisfazioni dal punto di vista narrativo, offrendo sempre spunti interessanti e risultando molto piacevoli da portare a termine.

Il gameplay, poi, è decisamente uno dei punti forti del titolo: HZD offre un combat-system altamente tattico e soddisfacente, che richiede di sfruttare le debolezze di ogni singola creatura per riuscire ad avere la meglio nelle battaglie. La possibilità di "smembrare" gradualmente le bestie robotiche per indebolirle, di sfruttare le debolezze di tipo elementale e di ricorrere a trappole di vario tipo assicurano ai duelli sempre un elevato grado di strategia ed appagamento, riuscendo a mantenere il gameplay molto stimolante anche dopo decine di ore di gioco.

Anche dal punto di vista grafico ci troviamo su livelli altissimi. Guerrilla ci ha sempre abituato bene quando si parla di grafica, ma con HZD si sono davvero superati: Horizon non è semplicemente l'open-world con la migliore grafica in assoluto, ma è anche uno dei giochi graficamente più belli che si siano mai visti su console. Ciò è merito non solo della forza bruta del Decima Engine, ma anche di un comparto stilistico assolutamente impeccabile, che brilla tanto dal punto di vista del design delle ambientazioni quanto da quello del design delle Macchine. Una menzione d'onore la merita anche il comparto sonoro, con un buon doppiaggio italiano e una OST davvero magnifica, che calza a pennello con l'atmosfera del gioco.

Insomma, personalmente, mi è veramente difficile trovare un difetto in questo gioco, avendolo estremamente apprezzato sotto ogni punto di vista... gli unici appunti che potrei fare riguardano la sincronia col labiale nel caso del doppiaggio italiano, a volte abbastanza sballata, e la gestione dell'inventario, che dopo diverse ore di gioco finirà fin troppo spesso con l'impedire di raccogliere un gran quantitativo di risorse, obbligando ad utilizzare/rinunciare ad alcuni oggetti per liberare qualche slot.

In definitiva, mi sento di dire che, con Horizon Zero Dawn, Guerrilla ha sfornato l'ennesima killer-app di PS4: un titolo che tutti i possessori dell'ammiraglia Sony dovrebbero giocare obbligatoriamente e un titolo che, per chi dovesse essere ancora in dubbio, val bene l'acquisto di una PS4.

Complimentoni Guerrilla!

Pro:

- Trama ottima, che riesce a tenerti incollato fino alla fine dell'avventura

- Aloy è un'ottima protagonista

- Gameplay eccezionale. Divertente, tattico ed estremamente soddisfacente

- Graficamente il miglior open-world (e forse il miglior gioco) su console

- OST fantastica


Contro:


- Il doppiaggio italiano pecca nella sincronia col labiale

- La capacità dell'inventario a volte risulta problematica


Voto: 9,5


 
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King Vendrick

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NieR: Automata

Recensione a cura di King Vendrick

ESENTE DA SPOILER!




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Yoko Taro e Platinum Games, ancora stento a credere come sia stata possibile avere una collaborazione del genere. Da un lato abbiamo un genio nel creare narrative apparentemente semplici ma che sanno colpire pesantemente a lungo andare sorprendendo come ormai pochi sanno fare, dall'altro una delle case produttrici più abili nel fare gameplay divertenti, appaganti, veloci e mai noiosi, il tutto condito dalla maestosa OST di Keiichi Okabe. Fin dall'annuncio ci si aspettava un gioco promettente, ebbene NieR è ben più di un gioco promettente, è un contenitore di emozioni che va vissuto dall'inizio alla fine. Sfaccettature filosofiche, momenti psicologici e quasi soffocanti, è semplicemente un'opera unica nel panorama videoludico attuale, quasi..innovativo, come in certi aspetti lo fu anche il primo capitolo. Taro si è superato ragazzi, Taro ha fatto un capolavoro che non dimenticherò facilmente.

Pro

  • Una storia complessa, profonda, atipica.
  • 2B e 9S.
  • Il Combat System è una vera droga , con una buona varietà di combo e armi.
  • Una delle migliori OST degli ultimi anni.
  • Side Quests di altissimo livello, con risvolti totalmente inaspettati.
  • Un mondo di gioco ispirato e artisticamente superbo ma..


Contro

  • ..leggermente spoglio.
  • Piangerete. Tanto. E ancora, e ancora..


Conclusione:

NieR, così come il suo predecessore, mi ha segnato profondamente. Difficilmente verrà dimenticato e difficilmente vorrete farlo. Indubbiamente il mio GOTY se qualcos'altro non saprà farmi provare le medesime sensazioni. Ma ne dubito.

VOTO: 10.

Horizon Zero Dawn

Recensione a cura di King Vendrick

ESENTE DA SPOILER!




HZD-258x325.jpg


I Guerrilla con Horizon sono riusciti a trovare la loro "vocazione" entrando di prepotenza nel panorama degli Action RPG.

Siamo di fronte ad un gioco immenso, dove l'Open World non è un guscio vuoto ma è colmo di attività SEMPRE inerenti al filone tramistico principale. Esplorare è una gioia, uccidere le bestie meccaniche non stanca mai e Aloy è un personaggio squisitamente realizzato che saprà farsi conoscere in una main story ricca di eventi e colpi di scena risultando in una delle miglior storie sci-fi di questa gen e non.

Pro

  • Ottima narrativa e buoni risvolti.
  • OST memorabile.
  • Open World incredibilmente dettagliato.
  • Graficamente ineccepibile.
  • Gameplay di altissimo livello..


Contro

  • ..ma talvolta gli scontri con gli umani lasciano a desiderare.


Conclusione:

Stupendo visivamente, divertente da giocare, una grande narrativa e una rossa con gli attributi fanno di Horizon una delle migliori esclusive disponibili attualmente.

VOTO: 9.

 
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Krauron

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Dico la mia su DE: MD

Allora finito il gioco posso dire che ho sensazioni contrastanti: da un lato il gioco mi ha letteralmente incollato allo schermo senza tempi morti. Dall'altro lato però i difetti sono davvero tanti.

A partire da una trama che, mentre in Revolution spaziava dal superuomo nietzchiano al mito di Icaro, con rimandi religiosi, politici, etici e filosofici qui abbiamo solo un grosso polpettone complottaro da film di bassa lega. Poi troppi nomi, troppe sigle, si è scelto di rinunciare alla poesia per concentrarsi su aspetti secondo me del tutto sbagliati o superflui.

Gameplay tutto bellissimo ma nemmeno qui ai livelli del primo: mentre in HR infatti c'era un impatto iniziale forte che andava modellandosi in base alle tue capacità di potenziarti bene, qui è tutto molto in discesa fin da subito complice anche (e qui un difetto GRAVE) una IA nemica davvero ma davvero stupida. Esempio: uccido una guardia in mezzo ad un party. Nessuno, e dico nessuno si accorge del cadavere pur stando ad 1 metro di distanza. Idem nelle basi nemiche.

Tecnica: nulla per cui gridare al miracolo, anzi. Caricamenti lunghissimi e frame rate ballerino

Longevità: altra nota dolente. 15 ore di trama è davvero misero per un Gdr.

Insomma, il gioco deve ringraziare un protagonista affascinante ed una "passione" intrinseca al gioco che arriva facile al consumatore, bloccandolo alla sedia e divertendolo per tutta la durata.

Ma non basta

Voto: 7,5

 

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Berserk and The Band of The Hawk

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La più recente aggiunta nel panorama dei musou su licenza. Un classico esponente del genere, con una lieve ibridazione verso l'action. Dopo averlo sviscerato e approfondito, il mio verdetto è che si tratta di un gioco sicuramente godibile e rispettoso (nei limiti) del materiale originale, ma allo stesso tempo un'occasione mancata sotto tanti punti di vista, sia come adattamento che come esponente del genere.

GAMEPLAY E BATTLE SYSTEM: Si tratta chiaramente di una produzione a basso budget, nata su commissione, per sfruttare la scia del recente anime. Tante cose lo rivelano: le cutscene della Golden Age altro non sono che spezzoni della recente trilogia di film. Quelle successivamente realizzate con il motore di gioco sono belle, ma sono poche, pochissime, e molto brevi...per il resto abbiamo solo dialoghi statici tra pg. Tanti altri aspetti sono inoltre approssimativi e un po' superficiali: la gestione degli oggetti per potenziare il proprio pg (sono tanti, ma ottimizzarne due soli tipi per stare a posto con tutti i pg). Il roster, striminzito. Ricorrono poi i soliti difetti del musou-engine, come le collisioni approssimative, alcuni episodi dovuti alla fisica strampalata, una telecamera che rende inclini alla blasfemia, e questi difetti risultano aggravati in quella che è la più grande occasione persa del titolo, le boss battle. Realizzate probabilmente con l'intenzione di avvicinare il più possibile il titolo ai fratelli "maggiori" dalla natura hack n' slash, si rivelano scontri che oscillano dal discreto/sufficiente a battaglie dal design infelice, rese spesso frustranti dalla super armor dei nemici e dai loro attacchi incessanti. In particolare poi in un paio di scontri si può incorrere in brutture inenarrabili, come sequenze d'attacco che stunlockano incastrandoci contro un muro, senza possibilità di fuga.

Fortunatamente non tutti gli scontri sono trattati in questo modo, ma questo problema ne porta alla luce un altro: sostanzialmente, "l'end-game" del titolo, una volta padroneggiato il battle system e potenziati i pg, pronti ad affrontare le sfide più difficili del titolo, consiste nello spam della modalità "frenesia" del personaggio (che rende immortali) nel tentativo di sovrapporsi alle stringhe d'attacco dei nemici più coriacei, altrimenti quasi inavvicinabili. In particolare, la boss battle più "difficile" del gioco, lo è per i motivi più sbagliati, ampio quantitativo di hp e praticamente nessuna apertura per attaccare liberamente senza ricorrere a suddetta modalità.

D'altra parte, una cosa non si può negare: il bs è divertente e gratificante. Se siete fan del genere, preparatevi ad affrontare lunghe sessioni. Siamo davvero di fronte al "Warriors" più violento di tutti, una volta entrati in modalità frenesia la potenza dei colpi si sente tutta, lo schermo si riempie di sangue e i nemici vengono fatti allegramente a pezzi. Il genere è fatto per far sentire potente il giocatore, e questo gioco ci riesce alla grande, specie quando si utilizzano personaggi dai quali ci si aspetta molto. Fortunatamente Guts, il protagonista, appartiene a questa schiera, ed è uno dei (se non IL) pg più divertente da usare del gioco. Questa è una buona cosa, se consideriamo che ci ritroveremo ad utilizzarlo necessariamente nel 90% della modalità storia. A questo proposito segnalo, infine, l'assenza di una modalità cooperativa, anche in locale. Questo, vista l'impronta story-driven che si è provato a dare al titolo, può avere un senso, ma effettivamente almeno nell'endless eclipse avrebbero potuto aggiungere qualcosa.

MODALITA' E STORIA: come tutti i giochi del genere a contenuti siamo messi abbastanza bene (anche se forse offre "poco" rispetto ai colleghi). La modalità storia conta 50 stage, e arriva ad un buon punto rispetto al manga. I dialoghi e gli avvenimenti, quando trasposti, sono perlopiù fedeli, ma un po' per necessità di storytelling, un po' per risicatezza di scene animate, un po' per la precisa ed esplicità volontà degli Omega Force di non rilasciare un gioco Cero Z, molti, moltissimi avvenimenti sono tagliati e omessi, e il gioco non presenta praticamente quasi nessuno degli eventi più controversi del manga. Per esempio, le cutscene dei film sono censurate laddove fossero presenti scene di nudo. Quando fosse inevitabile toccare certi eventi (come quel che accade a Caska durante l'eclissi) il gioco si limita ad omettere, seppur suggerendo abbastanza chiaramente. Un peccato, ma immagino non si potesse chiedere di più visto il materiale di partenza. Mio personale rammarico è la realizzazione dell'Eclissi: la descrizione della scena è lasciata praticamente tutta ad una lunghissima sequenza proveniente dal film, il gioco ci mette poco e niente (se non un boss assolutamente orribile e frustrante, forse il peggiore di tutto il titolo).

L'altra modalità è una sorta di "survival", a missioni, giocabile con tutti i pg. Intrattiene abbastanza, ed è qui che ci si approccia liberamente al gameplay vero e proprio. Il difetto è che, volendola affrontare ripetutamente da capo con tutti i pg per provare tutto quel che il gioco ha da offrire, la stanchezza si fa sentire abbastanza, anche per chi è appassionato del genere. Il suggerimento è di dilatarla in tempi ragionevoli.

PERSONAGGI: il "necessario" c'è, ma il roster è una bella occasione sprecata, una delle principali lamentele dei fan. Peraltro, dai file di gioco emerge che Skull Knight e Grunbeld erano previsti come giocabili, ma non ce l'hanno fatta per mancanza di tempo e budget. In primis gli spadaccini sembrano un po' ridondanti tra loro, e i moveset appaiono un po' "pigri" e poco differenziati per certi aspetti, ma una volta approfonditi devo ammettere che ogni personaggio ha le sue peculiarità e restituisce un feeling differente, anche se non tutti esaltano alla stessa maniera.

GRAFICA E OST: graficamente non stiamo messi male per il genere, i modelli dei personaggi sono ben fatti, non male anche le animazioni delle mosse. Altalenanti i nemici, boss inclusi. Le ambientazioni sono spoglie ma non così tanto, più che altro le mappe sono mediamente più piccole di quelle degli altri esponenti del genere, anche qui abbiamo alti e bassi. Il frame-rate purtroppo non è il massimo, ma c'è da dire che si trova ad affrontare situazioni a schermo veramente affollate, in un vero e proprio bagno di sangue. La colonna sonora purtroppo fa a meno dell'iconica presenza di Hirasawa, ma fa bene il suo lavoro e anche se non è delle più esaltanti ha diverse tracce adeguate.


CONCLUSIONI:
In sintesi, potrei dire questo: il gioco è un musou standard, soffre di molti difetti comuni a tanti "primi capitoli" di adattamenti analoghi (Pirate Warriors 1 per dire), ma trovo che sia complessivamente meglio di quelli che sono in media questi primi capitoli. Contemporaneamente però è evidente la sua natura di titolo su commissione e a basso budget, che risulta in diverse occasioni sprecate. La mia esortazione è: se siete fan dei musou, valutate l'acquisto. Se non lo siete, evitatelo. Se siete curiosi, valutate attentamente l'acquisto. Ma se siete fan di Berserk, l'esortazione è a prenderlo e supportarlo: pur con i difetti, pur con il basso budget, pur con le occasioni sprecate, l'esistenza stessa di questo gioco è un mezzo miracolo, e visti tutti i compromessi con i quali è dovuto scendere...tutto sommato ritengo che il risultato sia abbastanza dignitoso. Il voto finale è una media di questa considerazione...se siete fan di Berserk, potrà valere sicuramente di più.

VOTO: 7

 

Ryo Narushima

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HITMAN - PRIMA STAGIONE [PS4]

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Pro

- Gameplay stealth curato, in pieno stile Hitman

- Design delle missioni ben strutturato

- Tantissimi approcci

- Ottimo sistema di travestimenti

- Grandissima rigiocabilità

- Impatto visivo buono

- Poca musica, ma tracce orecchiabili

Contro

- Troppi contenuti legati alla connessione, comprese le sfide e i risultati di fine missione

- Shooting e I.A. dei nemici allertati poco curati, perfino rispetto ad absolution, ma calcolate che non è lo stile di gioco di un Hitman

- C'è una sottotrama portante che regge tutto il gioco, molto misteriosa, ma non appassiona e si completerà solo nella seconda stagione

- E' un pacchetto allungato con extra e contenuti online, ma avrei preferito una sola stagione, più snella, ma con tutte le missioni principali

8,5/10

Un Hitman particolare, che va a migliorare il sistema di travestimento visto in Absolution, eliminando alcuni difetti nuovi, ma che risulta fin troppo allungato di extra, che non fanno altro che mascherare una trama ancora incompleta e una longevità della main davvero ridotta. Allo stesso tempo fortunatamente è un titolo rigiocabilissimo, tra i migliori in circolazione da questo punto di vista, a patto però di restare connessi online. Posso capire i contratti e i bersagli extra a tempo, ma non capisco perchè integrare l'online obbligatorio anche per visualizzare sfide e progressi delle missioni in single player. Perfino gli sbloccabili e le statistiche di fine missione saranno visualizzate solo se connessi online, quindi giocare offline ti toglierà buona parte dei contenuti del pacchetto. Oggi forse non è nemmeno un problema, ma quando chiuderanno i server avremo un hitman davvero mozzato su molte cose. Aspettiamo quindi la seconda stagione, sperando che sia l'ultima e che completi questo buon Hitman, rovinato in parte da un online troppo invadente.

 
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IL GURU

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Batman: Return To Arkham - Arkham Asylum

Grazie Rocksteady che a distanza di 8 anni riesci a mantenere un gioco ancora così giovane. L'avevo iniziato sulla 360 ma avevo fatto solo le primissime ore di gioco (3/4) per poi abbandonarlo, ahimè.

Il ritorno del cavaliere è qualcosa di eccellente sotto molti punti di vista. Graficamente si difende ancora bene, l'isola è ben realizzata ed anche gli interni delle strutture, secondo me qualche piccola magagna la si può intravedere nella modalità detective e quando si applica un leggero zoom ma nulla che comporti grossi problemi, così come gli effetti sonori sono davvero realizzati con la massima cura in ogni dettaglio.

Il gameplay è davvero solido, i combattimenti sono una delle cose più belle del gioco. Affrontare nemici disarmati è un conto, quindi si va giù pesante di calci e pugni ed il gioco è fatto, mentre invece se siamo in presenza di nemici corazzati o armati bisogna sfruttare varie strategie per un diverso tipo di approccio. Come quantità di nemici non ci si può lamentare, il gioco ne offre davvero molti (gli internati, i semplici scagnozzi, gli scagnozzi armati/titan, gli scheletri/titan)e l'IA è ben calibrata contro tutti i nemici di gioco, dal semplice scagnozzo finendo ad un boss random. Per quanto riguarda invece le boss fight c'è ne sono e davvero ben realizzate, lo scontro finale secondo me è stato gestito bene anche perchè altro non si poteva fare per avere una vera e propria boss fight.

La longevità si attesta su buoni livelli. Per la trama principale ci vogliono un 10/15 ore di gioco, aggiungendo tutte le sfide e gli enigmi del buono Edward Nigma, il timer aumenta in maniera esponenziale perchè si passa da avere enigmi basilari per poi arrivare ai più disparati. Ottimo l'inserimento delle cronache di Arkham che raccontano dei piccoli segreti relativi al manicomio.

Parliamo un attimo di gadget e dei vari potenziamenti, ci sono davvero molti gadget utili sopratutto in battaglia ma anche al di fuori che risultano utili per l'avanzamento del gioco. Inizialmete abbiamo a disposizione i gadget basilari per poi piano piano sbloccare quelli più importanti, la cosa bella è che non vengono trovati a caso ma grazie allo sviluppo della trama si sbloccheranno. I potenziamenti sono davvero utili sul campo di battaglia, si passa da una corazza più resistente ai batarang multipli, l'esperienza per poter sbloccare questi upgrade si ottiene sopratutto nei combattimenti ma anche grazie ai trofei/enigmi.

In sostanza un vero e proprio capolavoro, da fan del Pipistrello il consiglio è quello di acquistarlo il prima possibile.

Valutazione: 9

 

Alucard

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Binary Domain

Dopo aver finito Binary Domain posso dire che mi è davvero piaciuto tantissimo, sopratutto grazie alle numerose (e bellissime) boss fights ciascuna diversa dall'altra. Una menzione speciale va fatta anche alla varietà delle missioni, che in un tps è cosa ormai abbastanza rara

Gli unici difetti che gli posso imputare sono una difficoltà non sempre ben calibrata (si spazia dalle sezioni lineari che si superando in scioltezza al primo tentativo anche a sopravvissuto, fino a dei boss che per essere tirati giù richiedono fin troppi proiettili) ma complessivamente lo reputo uno dei migliori tps su cui abbia messo mano recentemente. Sicuramente da giocare, peccato che sia passato così in sordina.

VOTO 9

 

Vc3nZ_92

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Quattro

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Mi ci butto anch'io, riprendo i commenti che negli ultimi due anni ho scritto qua e là sul foro via via che li giocavo. A dar voti sono pessimo ma provo a tradurli in una scala comprensibile. :asd: Voti secchi, niente mezzi punti.

Dead space | 9

Il gameplay è costruito attorno ad un'idea semplicissima e geniale, e il gioco è costruito attorno a questo gameplay. Un titolone AAA che però ha una coerenza interna ed una precisione d'intenti che raramente si trova in produzioni di questo tipo, spesso orientate sulla quantità piuttosto che sulla qualità nel tentativo di accaparrarsi la maggior fetta di mercato possibile. Tutto questo elevato da una direzione artistica semplicemente strepitosa, agghiacciante ed irresistibile. Unico difetto la trama insulsa e ulteriormente azzoppata da un doppiaggio improbabile, ed una struttura degli obiettivi fin troppo lineare e spesso riconducibile al solito vecchio Vai dal punto A al punto B. È una struttura che ha un proprio senso narrativo, ma che inizia a mostrare il fianco dopo un certo numero di iterazioni. Comunque, nulla che tocchi in modo rilevante l'esperienza di gioco. Diciamo più un pregio mancato che un difetto, in questo senso. Lo straconsiglio a chiunque voglia un'esperienza goduriosamente ansiogena, e voglia immergersi per qualche ora nella terrificante e meravigliosamente fatiscente stazione spaziale Ishimura. Un luogo che difficilmente dimenticherò.

Transistor | 8

Il gameplay in sé non è nulla di trascendentale: tante possibilità di approccio ma in fin dei conti sempre simili a sé stesse e non particolarmente originali. Nonostante questo, chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il game design non potrà non riconoscere in Transistor un lavoro di una finezza più unica che rara. Come ho detto, le meccaniche sono tutte lì, nella loro semplicità: ciò che è straordinario è come gli sviluppatori sono riusciti a interlacciarli fra di loro, incentivando (ma attenzione: mai forzando) il giocatore a variare il proprio stile, a sperimentare nuove tecniche. Il bilanciamento fra rischi e premi è di una precisione maniacale. La cosa è evidente soprattutto nel meccanismo dei limitatori, che permette di ottenere punti esperienza extra a fronte di penalità o appunto, limitazioni in combattimento a scelta dell'utente stesso. In secondo luogo la possibilità di combinare le diverse abilità fra loro, utilizzandole come tecniche d'attacco primarie, come potenziamenti di altre tecniche, o infine come bonus passivi – in ognuno dei quali casi l'effetto sarà ovviamente differente, dando vita ad un'enorme numero di combinazioni possibili. Ma l'idea che più mi è piaciuta, nella sua assoluta trascurabilità a livello di gameplay, è quella di legare ogni abilità ad un personaggio del mondo di Transistor, e di svelarne la storia a meno a mano che si utilizza la relativa funzione. Un ulteriore stimolo ad abbandonare schemi già rodati; invisibile al giocatore occasionale, irresistibile per chi quell'ermetico mondo lo vuole, per quanto possibile, sviscerare.

Un paio di parole sulla storia. La storia di Transistor si pone circa a metà strada fra il banale e l'inintellegibile. Ma, via via che ci si addentra nel gioco, questo suo ermetismo, questi enormi spazi bianchi che lascia inspiegati finiscono per rappresentarne proprio il valore aggiunto. Le voci malinconiche, i sonnacchiosi monologhi, impercettibilmente venati di disperazione e follia, avvolgono la narrazione in un'atmosfera densa, onirica, che carica di potere suggestivo quei pochi, essenziali elementi che affiorano da questo mondo appena abbozzato. Non so in che misura tutto questo fosse voluto, o previsto; magari qualcun altro lo troverà pigro e insignificante, e chissà – potrebbe anche aver ragione. Fatto sta che sul finale mi sono commosso, nonostante in fin dei conti sia banale quanto tutto il resto.

Ma più del bilanciamento del gameplay, più delle finezze di game design, più dell'atmosfera e della narrazione, è un'altra la ragione per cui questo gioco rimarrà per me indimenticabile. L'estetica, chiaramente. Giocando a Transistor ero costantemente sopraffatto dallo splendore delle immagini, dalla ricercatezza dello stile (una sorta di liberty futuristico di cui è impossibile non innamorarsi, meraviglioso omaggio a una corrente artistica terribilmente sottovalutata a mio modo di vedere). Procedevo quasi a malincuore, cercando di riempirmi gli occhi di ogni area di gioco per poi venir infallibilmente conquistato dalla successiva. E cosa dire della meravigliosa, meravigliosa colonna sonora composta da Darren Korb e accompagnata dalla voce di Ashley Barrett, che in queste settimane ha continuato ad accompagnarmi anche a console spenta – e della quale appena possibile vorrei comprare il CD, manco a dirlo confezionato perfettamente. Probabilmente ho passato più ore ad ascoltare la colonna sonora di quante non ne abbia spese nel gioco vero e proprio. Basti dire che c'è un'area, nel gioco, in cui è possibile scegliere le tracce da ascoltare (pure queste ottenibili superando alcune sfide, e torniamo al discorso precedente) e semplicemente sdraiarsi a guardare le albe e i tramonti di un cielo privo di senso. Sublime.

The witcher 3: Wild hunt | 9

È veramente incredibile il mondo che sono riusciti a mettere in piedi i CD Project, stupendo da vedere ma, ancor più notevole, esteticamente credibile. Non ci sono esasperazioni da fantasy, qui sembra veramente di trovarsi nell'Europa del Nord medievale. Non solo l'architettura, ma le armature, i vestiti, le acconciature, gli accenti, si ha veramente la sensazione di trovarsi ad un mondo vivo e pieno di storie, non edulcorato in alcun modo. È una scelta che ripaga, e profumatamente. Veramente si fa fatica a trovare difetti, il gameplay è piacevole, la storia interessante, i personaggi scritti dannatamente bene (ed è il primo episodio della serie che gioco, non oso immaginare cosa possa essere stato per i fan di lunga data) e tante, tante, tante cose da fare. Anche solo girare a cavallo per godersi tutti quei panorami mozzafiato. Volendo proprio trovare il pelo nell'uovo: il battle system, per quanto fluido e piacevole, è piuttosto semplice e non presenta rilevanti evoluzioni nel corso dell'avventura. Non troverete mai combattimenti particolarmente difficili: la strategia vincente vale per i nemici più scarsi come per i boss finali, tutto quello che cambia è la quantità di danno inflitto e subìto. Insomma non ci sono battaglie più complesse di altre, in genere durano semplicemente di più. È un difetto che comunque non pesa troppo sull'economia di gioco, un po' perché, come ho detto, la ripetitività inizia a sentirsi solo dopo qualche decina di ore, un po' perché il gioco non forza il giocatore in quella direzione, lasciandogli tanti altri possibili approcci all'avventura. In conclusione, non avrei niente da obiettare se qualcuno lo definisse un capolavoro.

The last guardian | 10

L'impressionante semplicità di un legame, rappresentato attraverso il medium videoludico. Mai prima di adesso mi era capitato di percepire un personaggio vivo come mi è successo con quel cucciolone di Trico. Questo a quanto ho letto era l'intento principale di Ueda, quello alla base degli anni e anni di rinvii e presunte cancellazioni: toccando con mano il gioco, è finalmente evidente come tanto lavoro fosse essenziale alla piena riuscita dell'opera. La struttura del gameplay è quella, abbastanza standard, di un puzzle platform basato sulla reciproca interazione dei personaggi: nulla per cui strapparsi i capelli, di per sé, anche se impressiona la coerenza interna del gioco, il suo sfruttare la fisica e a non affidarsi mai a soluzioni completamente scriptate (per quanto vicino ci vada in diverse occasioni, ma per ragioni evidenti). La progressione è molto molto lineare, ma ritmata in modo tanto preciso che i limiti si avvertono raramente. (Questi ultimi due aspetti mi hanno ricordato la filosofia di gioco di un mostro sacro come – e forse è un paragone che non ci si aspetterebbe affatto – Half life 2. Tanto per fare un nome.) In ogni caso, in un gioco come questo il gameplay è un aspetto quasi collaterale. Tecnicamente è pure impressionante, e chi lo abbia definito un gioco PS3 dopo aver visto qualche texture invecchiata francamente dovrebbe rifarsi gli occhi, perché delle animazioni in tempo reale come queste la cara vecchia PS3 non le avrebbe viste nemmeno con il binocolo. E sì la telecamera a volte si incastra, e i controlli ogni tanto vanno a vuoto, ma, e lo dico col cuore in mano, chi si attacca a minuzie simili per svalutare quest'opera forse non si merita di apprezzarla. Nessuna polemica intesa. Chiudo citando la componente estetico-emozionale che per me è il cuore pulsante di ogni opera che porti il nome di Ueda, e che non potrei esaltare maggiormente se non dicendo che è inconfondibilmente la figlia primogenita dell'indimenticato, sublime Shadow of the colossus. Questo significa essere rapiti per minuti interi, persi nell'attonita contemplazione delle incommensurabili architetture del Nido, sondandone il muto mistero ed assaporandone la vertigine. E magari, per brevi ed intensissimi istanti, riuscendo a sentirsi minuscoli di fronte ad essi. Questo era, in fin dei conti, ciò che speravo Ueda mi regalasse un'altra volta. Il miracolo è riuscito di nuovo, ed è valso ogni singolo anno di attesa. Consigliato a chiunque si senta pronto a questo genere di esperienza. (Il voto è probabilmente troppo alto, ma è difficile inquadrare in una scala così semplice un gioco così speciale.)

Catherine | 7

Il voto non è molto alto perché non sono un amante dei puzzle game e alla lunga ammetto che è andato vicino a stancarmi; ma non escludo di riprenderlo più avanti per migliorare i punteggi, e aggiungere quel punto in più che gli sarebbe dovuto. È un esperimento che va premiato, la commistione fra le componenti narrativa, puzzle e quella (sia pur a livello embrionale) simulativa (rispettivamente rappresentate dalle sequenze animate, da quelle oniriche e da quelle, deliziose, nel bar) è niente affatto banale, eppure non si ha mai l'impressione che una di esse sia di troppo: Catherine è tutte e tre, e ognuna a suo modo ne porta avanti il discorso. Veramente un gioco strano, direi unico – in senso buono. E ottima direzione artistica.

Grow home | 7

Un bel giocattolo con cui ho passato una manciata di ore spensierate. È al cento per cento genuina esplorazione platform, un tipo di esperienza che non trovavo da anni: non ci sono grandi scopi o sfide, se lo si gioca è solo per il piacere di farlo. È un gioco piccolo piccolo, ma realizzato con tanto amore che gli si perdonano a cuor leggero i tanti bug sparsi qua e là (giusto qualche rifinitura alle animazioni avrebbe giovato, ma nulla che infici il gameplay vero e proprio). Una boccata d'aria fresca, davvero. Ce ne vorrebbero di più.

Inside | 9

Direzione artistica da brividi, e gameplay perfetto nella sua essenzialità: giocare a Inside è qualcosa di molto simile allo sfogliare un manuale di game design. Stupefacente il modo in cui riesce a dare respiro al mondo narrativo nonostante la propria esasperata linearità, e a trasmettere una suggestione tanto intensa senza mai ricorrere ad una singola parola. Mi ha ricordato Ueda in questo, e in generale ho visto molti inaspettati punti in comune fra le qualità di Inside e quelle di The last guardian: la naturalezza con cui maschera la propria congenita linearità, l'intuitività dei controlli e l'utilizzo coerente della fisica, che assieme permettono un'immersione totale ed inconsapevole nelle regole del gioco; l'intelligente semplicità degli enigmi, il ritmo infallibile, soprattutto la muta e morbosamente affascinante narrativa – solo per citare le più rilevanti. Soprattutto sono due giochi che sanno precisamente ciò che vogliono fare, e lo fanno esattamente: per questo perfezione è una parola che torna spesso alla mente, parlando dell'ultima creazione dei Playdead. Capolavoro.

Outland | 6

Buon gioco, manierista si potrebbe dire, non inventa nulla di nuovo ma quello che fa lo fa al meglio: proprio per questo però pecca di personalità, e ciò insieme alla ripetitività che dopo un po' si comincia ad avvertire gli impedisce di far breccia nel cuore del giocatore. Inoltre è un peccato che manchi completamente il senso di progressione e dell'esplorazione dei labirintici livelli, nonostante la grande ampiezza, anzi proprio per questo è facile perdere l'orientamento e si procede meccanicamente seguendo il percorso che viene di volta in volta indicato. Nonostante gli indubbi meriti non mi ha conquistato.

The vanishing of Ethan Carter | 6

Una mezza delusione. Troppo elementari i puzzle, la cui logica è pure a dir poco traballante (tanto che credo il gioco sarebbe fluito meglio eliminandoli del tutto) e priva di mordente la vicenda (ancor più alla luce di un finale per me deludente): due difetti difficilmente trascurabili, per chi si dichiara un'esperienza narrativa dai presupposti investigativi. Investigazione fra l'altro annacquatissima, dato che ci sono le belle scritte luminose "ISPEZIONA" che in pratica quando arrivi hanno già risolto il caso per conto loro: se non è "prendere per mano" il giocatore questo... Peccato davvero, credevo nelle ambizioni degli sviluppatori. In ogni caso resta un'esperienza godibilissima della quale ho molto apprezzato la struttura non lineare e in cui mi sono immerso per molte più ore di quanto letto in giro, ottenendo in cambio momenti di intensa suggestione (che brividi nella miniera) ed altri di profonda pace. (Certo che Twin Peaks è proprio un pozzo senza fondo da cui attingere.) Alla fine dei conti era questo ciò che chiedevo, e sebbene sperassi nel salto di qualità non rinnego assolutamente le ore passate a passeggiare per la Red Creek Valley.

The walking dead: Season two | 6

Buona ma la prima stagione rimane un gradino sopra, se non altro per il fattore novità che qui si viene inevitabilmente a perdere. Una cosa che però secondo me è effettivamente cambiata in peggio è la drastica riduzione delle sezioni di dialogo "libero" con i membri del gruppo, che era una delle cose che più mi facevano sentire vivo il mondo di gioco. Qui ci sono pochissime pause, e anche quando l'azione si ferma un momento le linee di dialogo con i personaggi sono limitatissime se non completamente assenti, e non mi spiego come mai abbiano deciso di eliminare una componente così riuscita del gioco. Inoltre in alcuni passaggi non danno nemmeno l'illusione di poter influire, con tre o quattro possibilità di scelta che cambiano giusto una linea di dialogo per poi avere lo stesso identico esito. Il finale mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca, nel senso che non risolve nulla. Anzi, francamente sembra nemmeno un finale di stagione, per come si chiude il quinto episodio avrebbe potuto benissimo essercene un sesto. Insomma una (prevedibile) scelta paraculo per lasciare la porta spalancata ad una eventuale terza stagione. Terza stagione che se uscisse probabilmente acquisterei una volta scesa di prezzo, ma con aspettative molto più basse. Perché già con questa seconda ho iniziato ad avvertire una ripetitività di schemi e situazioni sempre più marcata. I sensi di colpa, i discorsi su com'era più bello prima, i dilemmi sulla scelta giusta da fare, i conflitti fra i personaggi, mi fiderò, non mi fiderò. Episodio dopo episodio è sempre più facile prevedere come si svilupperà la vicenda, e soprattutto diventano evidenti i meccanismi narrativi messi in atto dagli autori, cosa che compromette irrimediabilmente la sensazione di stare creando la propria storia. Quindi si perde la magia, ma ciò non toglie che resti un bel guardare ("giocare" mi sembra un termine improprio). La storia si segue molto bene, riesce a catturare con grande efficacia, i personaggi sono ben scritti malgrado le forzature dovute ad una narrazione "interattiva". Anche graficamente mi è piaciuto, malgrado gli imbarazzanti bug, e la colonna sonora è molto bella. Consigliato a chiunque abbia apprezzato la prima stagione.

Uncharted 3: Drake's deception | 7

Il solito ultraspettacolare Uncharted. Per quanto alcuni dei momenti migliori della trilogia siano qui dentro è impossibile non avvertire un costante senso di dejà-vu rispetto ai capitoli precedenti (in special modo il secondo) che nonostante gli indubbi meriti rende questa terza avventura la meno memorabile delle tre. Si aggiunga un sistema di combattimento corpo a corpo forzatissimo nel suo tentativo di scimmiottare quello della serie di Arkham, ed una storia che scricchiola un po' quando cerca di prendersi sul serio, ed ecco che l'equilibrio che ha fatto il successo della serie inizia a vacillare. Più il finale peggiore della trilogia, e non era facile "superare" gli altri due. :asd: Insomma senza dubbio un ottimo gioco, ma che ha poco da aggiungere a quanto già visto con i primi due.
 
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Doc E.Brown

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Killzone: Shadow Fall

Pro

  • Direzione artistica ispirata
  • Viene esplorata l'ambiguità morale delle fazioni
  • Introduce nuove meccaniche di gameplay nella saga
  • Tecnicamente solido ed illuminazione evocativa
  • Alcuni set pieces di grande impatto


Contro

  • Troppe meccaniche acerbe e di scialba realizzazione
  • Level design incerto
  • Lo stealth è una soluzione che non funziona
  • IA ridicola
  • Gunplay troppo "leggero" rispetto ai precedenti della saga
  • Campagna troppo scostante


Conclusione Killzone Shadow Fall è un passo indietro rispetto ai predecessori. Guerrilla Games tenta di aggiungere novità alla formula di gioco ma nel farlo pecca di frettolosità, portando ad un titolo che vorrebbe osare, ma che crolla su sè stesso. Se finalmente il background narrativo propone un focus sull'ambiguità morale di Vekta ed Helgan, se anche la direzione artistica è ispirata e se anche sul versante tecnico si rivela un ottimo titolo, purtroppo son troppe le pecche che segnano Shadow Fall. Le meccaniche di gameplay espanse (come lo stealth) o nuove (come il drone) non funzionano come dovrebbero, il level design si rivela incerto, l'IA dei nemici è ridicola, il gunplay è diventato troppo leggero rispetto alla "pesantezza" storica e caratteristica della saga. E' un peccato, perchè nonostante questi difetti, il gioco intrattiene, forte della sua bellezza visiva, dell'evocatività degli scenari e di alcuni set pieces epici. Un vero peccato, perchè col giusto tempo per sviluppare le idee messe sul piatto e per studiare meglio il game design e level design, staremo parlando di un titolo ottimo e non di un fps non insufficiente ma... anonimo. 6.0

 

Vc3nZ_92

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Sonic Generations
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Al brand di Sonic io ci ho giocato per la prima volta qualche anno fa con Sonic 4. So che da molti è ritenuto un capitolo debolissimo, ma a me piacque, forse proprio per il fatto che fu il mio primo Sonic, tanto da farmi recuperare questo capitolo. Volete sapere se ho fatto bene? Sì, ho fatto DECISAMENTE bene.

Non vi presento il brand perché anche chi non lo ha mai giocato sa di cosa si tratta. Questo capitolo nello specifico racchiude al suo interno il 'vecchio' Sonic, con i livelli 2D tipici dell'era 16 bit e il 'nuovo', con il misto tra 2D e 3D nato su Dreamcast.

Pad alla mano è veloce, adrenalinico, gasante. Ogni livello si svolge in due fasi, classica e moderna, ed entrambe sono belle da giocare. Il Sonic 2D è più pulito, rifinito, preciso... mi è piaciuto un po' di più insomma. Il Sonic moderno soffre di qualche problemino, come una mancata pulizia generale che a volte fa sprofondare nei livelli, o fa perdere l'azione alla telecamera, ad esempio. Entrambi soffrono di qualche problemino di frame (che raramente porta a input lag, fortunatamente), cosa non bellissima in un platform basato sulla velocità. Ovviamente ogni Sonic dispone di abilità uniche e sono potenziabili con degli upgrade personali e in comune, che facilitano un po' tutte le attività collaterali (come la raccolta dei Ring rossi).

La varietà forse è il peggior difetto del gioco. Ci sono solo nove livelli, seppure in due fasi ciascuno. Potevano sicuramente offrire molto altro, anche tenendo conto che si tratta di un gioco tributo per i venti anni del porcospino e tutti i livelli sono remake di Sonic precedenti. Cosa aggravata dal fatto che le missioni secondarie, seppure offrano incarichi sempre diversi, sono troppe, e spesso finiamo per rigiocare allo sfinimento gli stessi livelli, seppure abbiano minime variazioni al level e game design. Nota positiva per i boss invece, tanti e vari.

Che altro dire ancora? Storia carina, per quanto sia importante in un platform, che riesce ad unire i due Sonic in modo quanto meno coerente. Soundtrack spettacolare: anche qui ritorna il binomio 2D-3D con i temi originali e la loro versione modernizzata. Infine, artisticamente e per scelta dei colori, è una gioia per gli occhi, nonostante non abbia chissà quanti poligoni, ovviamente.

Nota a margine, che sembrerà una sciocchezza ma che ha seriamente minato la mia godibilità del titolo: i fottuti caricamenti onnipresenti. Per ogni minima cosa, ogni MINIMA cosa davvero c'è un caricamento. Tenendo conto che gran parte dei livelli se giocati come si deve durano massimo tre o quattro minuti e che bene o male per iniziare il livello ci vuole un minuto, un minuto e mezzo, beh, la cosa è parecchio pallosa. Se poi volete provare a prendere le S, come ho fatto io, quindi non potete morire e se ciò accade bisogna uscire e rientrare dal livello, per ogni quattro o cinque minuti di gioco dobbiamo sorbirci tre minuti di caricamento... arrivate voi alla conclusione.

Quasi dimenticavo, è possibile anche giocare al primo Sonic per Megadrive, piccola chicca apprezzatissima.

In definitiva, veramente un ottimo prodotto e forse uno dei migliori tributi ad un brand/personaggio mai fatti nell'ambito videoludico. E' un enciclopedia del porcospino, che fa versare lacrime ai fan storici e allo stesso tempo ne fa avvicinare altri. Se avesse avuto qualche contenuto in più e non avesse avuto problemi di frame e polishing, parecchio presenti con il Sonic moderno (e non tengo conto dei caricamenti nominati prima) avremmo avuto qualcosa che poteva avvicinarsi al capolavoro, così resta 'solo' un ottimo gioco. A questo punto speriamo che tutto questo venga sistemato con Sonic Forces, seguito di questo Generations in uscita quest'anno.

VOTO: 8
 
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Dante47

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INFAMOUS SECOND SON

Gioco caciarone e divertente senza troppe pretese, con un comparto tecnico di fattura elevatissima che crea valore aggiunto all'esperienza. Rigiocabilità garantita dalla possibilità di affrontare l'avventura con un karma diverso.

VOTO: 8

 
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