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Critica Sonara 3.0 | Regolamento aggiornato al primo post! | Pronti per le recensioni PS5! |

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Giamast

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GOD OF WAR

Non poteva mancare un commento sul nuovo titolo SSM e dopo averlo finito e platinato finalmente posso dare un parere approfondito in ogni aspetto. Per quanto mi riguarda, God of War è semplicemente il miglior capitolo della saga ma non solo, anche il miglior gioco della gen (insieme a TW3) ed uno dei migliori giochi di sempre a mani basse.

Partendo con ordine, la prima cosa su cui vorrei soffermarmi è ovviamente il quadro generale con cui si presenta il gioco: un capitolo completamente rivisitato nelle sue basi essenziali, niente telecamera fissa ma libera, dietro le spalle, cambio di mitologia, aggiunta di Atreus come companion attivo tanto nella storia quanto nel gameplay, maggior focus sulla narrativa e via dicendo; è chiaro che ci troviamo davanti ad un titolo che a primo impatto sembrerebbe portare soltanto il nome di God of War e null'altro ma in realtà NON è così. Questo nuovo capitolo è al 100% GOW in ogni sua parte, il core essenziale della saga è ancora tutto lì: splendida rappresentazione di un universo mitologico, brutalità, violenza, epicità, boss fights spettacolari, costante alternanza tra combat ed elementi adventure , insomma un gioco che sembra riprendere tutti gli aspetti vincenti dei vecchi capitoli e rimescolarli in una nuova formula per dare nuova linfa ad una serie che sembrava vicina alla morte.

Ma andando più nello specifico, ciò che più colpisce di questo God of War è senza dubbio il gameplay e più nello specifico il combat system. L'introduzione dell'ascia è probabilmente uno degli elementi più riusciti del gioco e gran parte delle meccaniche puzzle e ambientali finiscono proprio con il dipendere da essa (ma non solo, ovviamente). Un'arma potente, brutale, estremamente versatile sia a corto raggio che dalla distanza con la possibilità di lanciarla e richiamarla a piacimento, ma soprattutto un'arma che conferisce al combat system un feeling generale eccezionale dove ogni colpo restituisce al giocatore un feedback di forza, brutalità e fatica come mai erano riusciti a fare i precedenti capitoli (merito anche di un eccezionale sistema di hitbox dei nemici, che si differenzia anche a seconda delle parti del corpo che si colpiscono). Ovviamente l'ascia è soltanto la superficie di quello che è in realtà un combat system estremamente profondo e stratificato, grazie ad un albero delle abilità ricchissimo che consente non solo di ampliare e migliorare il proprio repertorio di combo o le statistiche dei propri attacchi, ma oltretutto consente anche di scegliere tra una lunga lista di rune che una volta applicate all'arma ampliano notevolmente le possibilità del giocatore in battaglia. Ma ovviamente il combat system non si esaurisce in questo, anzi a ciò si affiancano una miriade di ulteriori opportunità offerte dall'introduzione di danni elementali come permagelo e sacrificio, importantissimi durante gli scontri, ma anche il sistema melee con pugni e scudo, la spartan rage, oltre ovviamente a (ATTENZIONE SPOILER GROSSISSIMO 3/4 DI GIOCO)

le Lame, che fanno il loro inaspettato e glorioso ritorno da metà gioco in poi come arma principale a tutti gli effetti, da affiancare all'ascia. E qui ovviamente il mondo di possibilità che si schiude è semplicemente infinito, un albero di abilità ancora una volta da sviluppare e in generale un'arma profondamente diversa dall'ascia da poter utilizzare dinamicamente in continuità o in alternativa ad essa. Oltretutto, con tutto il vecchio movest invariato, ma adattato al nuovo gameplay di questo capitolo

Ma ovviamente questo GOW non è solo combat, anzi. Finalmente dopo GOW2 la serie torna nuovamente a spingere l'acceleratore sulla componente adventure, qui finalmente sviluppata in maniera magistrale, non più lineare e perfettamente amalgamata con il mondo di gioco. Il risultato è un world building eccezionale, che consente di visitare scenari caratterizzati da un level design non solo certosino ma anche dinamico, che spesso me volentieri cambia con il proseguire del gioco e incentiva il giocatore a rivisitare aree già calpestate ma completamente trasformate rispetto alla prima visita. Il tutto condito da una mole di contenuti semplicemente disarmante per quelli che sono gli standard della serie: missioni secondarie, aree opzionali, percorsi alternativi, random encounters, collezionabili, sfide e arene, boss opzionali, insomma in questo GOW c'è veramente di tutto.

Per il resto che altro dire, si potrebbero passare ore ed ore ad elogiare i tanti altri aspetti stupefacenti del gioco, potrei parlare della trama, potrei parlare del personaggio di kratos reso perfettamente, o anche della grossa sorpresa rappresentata da Atreus, così come potrei parlare delle boss fight spettacolari, della regia, delle ambientazioni artisticamente eccelse o dei puzzle/enigmi sempre freschi e divertenti. Insomma, c'è davvero tanto e forse troppo da dire e per farlo dovrei fare troppi spoiler, ma anche tutti questi aspetti mi hanno convinto in pieno. Su un ultimo aspetto però vorrei soffermarmi perchè mi sta particolarmente a cuore: la mitologia norrena e la lore del gioco. Ebbene sì, questo nuovo GOW è semplicemente PIENO ZEPPO di riferimenti, di storie, di appunti e collezionabili che tutti insieme narrano la storia di un mondo e di una mitologie fantastici e lo fanno nel miglior modo possibile e cioè lasciando che sia il giocatore a scoprire tutto semplicemente esplorando, leggendo o ascoltando tutto ciò che i devs hanno disseminato nel mondo di gioco. Vuoi che a volte sia un murale, vuoi che a volte sia una stele con rune incise o un appunto trovato a terra, vuoi altre volte che sia una cutscene della trama, un dialogo o una storia raccontata in barca da Mimir, dovunque andrete troverete sempre qualcosa di nuovo da apprendere e che pian piano vi farà entrare in pieno nello splendido mondo di Midgard (e dintorni :icebad: )

In definitiva, questo nuovo God of War per quanto mi riguarda non può che meritare un perfect score, semplicemente perchè dopo averci passato più di 50 ore sopra ancora non sono minimamente stanco, è stato un'avventura eccezionale che mi ha davvero lasciato qualcosa dentro (insieme ad un senso di vuoto per averla, purtroppo, terminata) e questo mi accade soltanto con quei giochi che davvero si elevano al dì sopra della soglia di eccellenza. Questo GOW non è soltanto un'esperienza ludica, è un viaggio unico che racchiude in sè tutto il significato più puro del termine "avventura", in compagnia non solo di Kratos e Atreus ma anche di tutti quei personaggi e quelle creature che popolano il fantastico universo ricreato dai ragazzi di SSM. Certo, questo non significa che il gioco non sia esente da difetti (come qualsiasi altro gioco): Alfheim poteva essere meglio sviluppata, in alcuni punti forse si poteva limitare il backtracking, una boss fight in più probabilmente non avrebbe guastato così come un NG+ sarebbe stato utilissimo, manca un contatore di ore e un menù di statistiche più completo, servirebbe un respawn dei nemici in alcune aree e via dicendo. Ma allora perchè 10? Semplicemente perchè se si accetta il fatto che il gioco perfetto non può esistere, a mio avviso il perfect score non possono che meritarlo tutti quei giochi che pur al netto di qualche difetto, presentano dei pregi talmente grandi ed offrono un'esperienza talmente unica da lasciarti comunque un segno indelebile dentro. Ed è questo ciò che fa God of War e lo fa maledettamente bene, quindi...

10

 
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Noir

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Pro

  • artisticamente divino. Scorci da guardare a bocca aperta
  • comparto tecnico sbalorditivo
  • Varietà di gameplay: sempre riguardo il CS,ogni arma merita di essere usata,nessuna è inutile o superflua.
  • alcune bossfight speri non finiscano mai da quando son belle
  • la mitologia norrena ha sempre fascino
  • Atreus


Contro

  • poche ost memorabili
  • troppi collezionabili
  • purtroppo prima o poi il gioco finisce :cry:


Conclusione Che dire... la nuova vita di God of War inizia decisamente con il piede giusto,con un'atmosfera divina ed un comparto tecnico e artistico con cui sarà difficile competere. Graficamente segna,in tal senso, una nuova soglia.

Pad alla mano è uno dei titoli più "gasanti" da giocare,non ho praticamente toccato altro fino alla sua conclusione. Si sa quando si inizia,non si sa quando ci si stacca dalla console.Note negative che,numericamente, non arrivano nemmeno alle dita di una mano: Ost che non mi ha convinto (non ricordo molto le tracce presenti e questo vuol dire che non mi hanno troppo colpito) ed un paio di isole sbloccabili che sono assolutamente superflue.

In generale,comunque,è un titolo che può essere definito come Mastodontico e come assoluto must have per un possessore ps4. 9,5

 

Vc3nZ_92

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God of War
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Senza inutili giri di parole, God of War è uno dei giochi più belli della generazione. Personalmente, si affianca a Prince of Persia Le Sabbie del Tempo e a Bloodborne, andando così a formare un trittico, quello dei miei giochi preferiti di sempre. A tal proposito, ricordate la mia recensione di Bloodborne? Beh, potrei ripetere quelle parole anche qui, ma per non risultare ridondante vi sintetizzo tutto in due righe: Barlog ha preso un brand che amavo già, ha migliorato BS e Level Design proprio secondo i miei gusti e ha mantenuto comunque il fascino del franchise donandoli nuova vita. Fatta questa doverosa premessa, cominciamo a parlare più dettagliatamente del gioco.

L'aggettivo migliore per descrivere l'ultima fatica di Santa Monica è MASTODONTICO. Un gioco enorme, potente, certosino, che trasuda amore e passione da tutti i pori: nulla è lasciato al caso, nulla. Anche la più inutile situazione, all'apparenza, ha un motivo.

Gameplaysticamente il gioco ha subito un cambio di registro evidente. Con la nuova telecamera e la nuova impostazione i combattimenti sono più ragionati, e allo stesso tempo appaganti. Il BS insomma stravolge tutto e lo fa alla perfezione, dimostrandosi pieno di sfaccettature e tecnicismi. Non voglio parlarne molto approfonditamente perché potrei rischiare di fare spoiler e non voglio, sappiate solo che continuerà ad incrementare le possibilità di scelta offerta al player fino a dopo metà gioco! Sempre sul lato gameplay troviamo l'introduzione di statistiche, armature, incantamenti (bonus passivi) che danno un tocco da GDR, ma senza andare a scadere nel pesante. E come non parlare di Atreus. E' fondamentale non solo tramisticamente, ma anche pad alla mano diventa assolutamente necessario. Insomma BS e gameplay promossi alla grande.

Come varietà il gioco offre il mondo. Per la prima volta abbiamo sidequest di diversi tipi, curate in ogni piccolo dettaglio e non messe così ad cazzum, zone totalmente opzionali con boss opzionali, tantissimi tipi di collezionabili, enigmi ambientali. Forse ci sono troppi troll tutti uguali, ma alla fine è talmente bello combattere che non è un peso. Strettamente collegato a quanto appena detto, non posso non parlarvi della più grande novità per il brand: la costruzione del mondo di gioco. God of War non è più un corridoio: i SM hanno creato un mondo interconnesso, plausibile e appagante da esplorare, con un Level Design mai eccessivamente complicato, ma funzionale e che lascia il segno: il Lago dei Nove verrà ricordato negli anni.

Per quanto riguarda la trama non voglio dirvi molto. Kratos e suo figlio Atreus devono spargere le ceneri della defunta moglie dello spartano dal picco più alto dei nove regni. C'è da dire che il gioco, essendo il primo capitolo di una nuova trilogia spiega poco, ma lascia hint ogni tre per due. I personaggi sono tutti scritti benissimo, da Kratos ad Atreus passando per i personaggi di supporto.

Come longevità ci aggiriamo sulle 10/15 ore per la main, ma verrete talmente catturati che farete un casino di roba secondaria prima di concludere la storia principale che la vostra prima run non durerà meno delle 30 ore. Io l'ho finito in una cinquantina di ore che sono poi diventate una sessantina per platinarlo (e avevo lasciato pochissima roba). Le sfide della saga sono presenti, seppure in forma diversa, e anche un altro paio di chicche per l'end-game. Non voglio essere più specifico perché scoprirlo giocando è più bello.

Tecnicamente e graficamente, sia per il conteggio poligonale, sia per l'art direction, è mostruoso. E non dimentichiamoci della chicca dell'unico piano sequenza, ovvero la telecamera non si stacca mai da Kratos e Atreus, e quindi non avrete mai 'stacchi' effettivi di caricamenti, che vengono sapientemente 'mascherati' da varie sequenze (per giunta 'giocabili'). Comparto sonoro eccellente, seppure meno 'potente' di quello dei vecchi God of War.

In definitiva, un capolavoro senza mezzi termini. Cory Barlog nel 2018 ha settato un nuovo standard per il genere e ora tutti i titoli simili dovranno fare i conti con il titolo Santa Monica. Un gioco mastodontico, con un BS eccellente, un Level Design sopraffino il cui difetto più grande riguarda la sua natura di essere il primo titolo di una nuova trilogia. Non è un gioco perfetto, però io devo premiarlo con il perfect score per lo stesso motivo di Bloodborne: è God of War migliorato a misura per me. Ora chi aspetta minimo altri due anni?

VOTO: 10
 
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Oretel

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DIVINITY ORIGINAL SIN: ENHANCED EDITION

Che dire, è un gran bel titolo, si tratta di un rpg vecchio stile isometrico. Purtroppo non sono riuscito a completarlo al 100% perché alcune quest secondarie (5-6) non sono riuscito a trovare il modo di portarle a termine.

Fra i pro ci metto la storia, piacevole da seguire, il sistema di combattimento a turni che ho apprezzato molto, le innumerevoli quest e l'esplorazione, che rappresenta un aspetto molto importante del titolo (a tratti fin troppo). Fra i contro invece ci metto i sasso carta forbice (da fare soprattutto col proprio compagno. È bello il fatto che il gioco simuli le sue scelte, ma questo spesso porta ad uno scontro che, se si perde, costringe a ricaricare un salvataggio precedente). In realtà non è una cosa necessariamente negativa, ma poteva essere gestita meglio.. li ho ritenuti, a lungo andare, eccessivi e invadenti. Inoltre alcune sezioni puzzle le ho trovate complicate, soprattutto verso il finale.. così come alcune quest di non facile risoluzione. Penso che sia un gioco complesso, non adatto a tutti. Ma un appassionato del genere rpg credo che non possa lasciarselo sfuggire.

VOTO: 8.5

 
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Vc3nZ_92

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Aggiornato tutto! Kratos si prende di prepotenza la vetta :ivan:

 

Beastly-Zero

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God Of War Made in ME 


Impressioni di fine gioco (62:20 ore) NON 100%:

(per chi non ha finito il gioco NON aprire gli spoiler che seguono)

Ho iniziato questo gioco nell'hype, inizialmente non dovevo prenderlo subito poichè non volevo spendere 70 euro di gioco quando avevo altri giochi in sospeso, ho avuto l'occasione di prenderlo a 10 euro dandone via altri due, mai scelta fu più azzeccata.

Nel momento in cui ho messo il disco mi si è aperto un mondo, sin dalle prime sequenza sono stato sbalzando in una realtà alternativa in cui Kratos non era Kratos, God of War non era God of War, e il videogioco letterale aveva assunto una forma evoluta.

Evoluzione, questa è la parola che posso dargli a tempo zero a questo GOW, i miei occhi hanno visto l'evoluzione non solo della serie, ma del videogioco in quell'ambito, non sono mai stato un purista nel senso che "se non è come è sempre stato e cambiano qualcosa, è bocciato a vista", ho sempre avuto una visione d'insieme, una visione "aperta", a parte ovviamente rare eccezioni (esempio a caso l'ultimo Castlevania reso in semi 3D)

Già dal periodo pre-hype si sapeva cosa sarebbe stato questo gow, sarebbe cambiato, sarebbe stato diverso, e i video erano li a dimostrarlo, tutto era cambiato e io sono rimasto sorpreso, ero contento della durata e del fattore "rpg", perchè adoravo un altro capitolo ufficiale di Kratos e stavolta potevo stare in sua compagnia in vesti diverse e più durature.

God Of War a me ha segnato come pochi altri giochi (Skyrim-Tactics Ogre-Legend of Heroes ecc..), facendo una battuta ad un amico ho definito Gow: "Gow è come....avere Kratos...in un gioco semi open world con elementi rpg" :asd: , si, sembra senza senso a primo impatto, ma non lo è perchè il gioco E' cosi :asd:

Dopo un bel po di tempo sono stato davanti ad un gioco circa 8 giorni con una fascia di orario che oscillava tra le 3 e le 5 ore di gioco al giorno, roba da pazzi, tornavo da lavoro e giocavo, esploravo, ascoltavo i dialoghi, facevo roba.

Gow mi ha segnato perchè ha una tecnica visiva particolarissima, la "one shot", può essere definita anche "sequenza unica", una tecnica che ho letteralmente adorato, nessuno stacco, nessuna interruzione, UN UNICA SEQUENZA CONTINUA PER 60 ORE DI GIOCO, una roba incredibile, accennata appena in Metal Gear Solid TPP e usata appieno qui, fantastico 

Il gameplay mi è piaciuto fin da subito, sono rimasto "devastato" in negativo dalla difficoltà inizialmente avendo impostato su "cercatore di sfide" , ossia l'hard, uno dei difetti di questo gioco è che è sbilanciato all'inizio non avendo nessuna skill particolare, nessun potenziamento e nessuna skill tua personale, il gioco non lo conosci e non sai come muoverti, quindi mazzate a palla, cosi ho cambiato su normal, per poi rimettere hard delle ore dopo, la soddisfazione a tratti è stata immensa, combo su combo, coerografie, nemici intelligenti e aggressivi, azioni al millimetro, bestemmie!;

poi vabbè: (SPOILERONE NON APRITE)

il ritorno delle lame del chaos sono state DEVASTANTI, praticamente dopo ORE E ORE di gameplay con l'ascia (che chiariamo adoro e NON è seconda alle lame per niente) ti sbattono ste lame, con skill tree dedicato, e ciao ciao abitudine di una sola arma con tutte le sue variabili e tecniche :asd: , quasi un gameplay dentro un gameplay, e li a studiare da zero tattiche lol, c'è gente che si è lamentata delle poche armi, "solo due" dicevano, ma io ne conto QUATTRO, ADORO tirare mazzate con lo scudo, che è l'arma forse più preziosa per l'intero gameplay, i pugnazzi servono tantissimo per stunnare, lame e ascia, per un gameplay-switchoecolpisco che non finisce più, si può stare ore soltanto a sperimentare,





 




i nemici che più mi sono piaciuti (e che devo finire di battere) sono state

le valchirie, vere e proprie macchine da guerra, aggressivissime, intelligenti, scenografiche e affascinanti avendo una vera e propria grande quest post game dalla loro, anche perchè se le fate "prim game" sono mazzate severe :asd:





 




Il gioco lo devo ancora completare al 100%, devo

ancora sbloccare l'armatura di Ivaldi, l'armatura delle Valchirie appunto, e un altra leggendaria mi pare, e serve molto grinding, ma non ho fretta, devo finire altri giochi prima, poi mi mancano i moltissimi sbloccabili, altre quest minori e qualche nemico uber powa che c'è in giro per la mappa





 


, insomma questo gioco ha dalla sua anche una quantità assurda di roba, e di qualità (a parte i corvi :rickds:), e spesso le cose secondarie sono infarcite di dialoghi,

pure una volta finita la campagna Atreus e Mimir continueranno a parlare e sbloccare Lore nel diario,





 




I personaggi mi sono piaciuti un sacco, recitano da *** (:pffs:) e con il doppiaggio inglese originale è qualcosa di sublime, come crescono i pg, come trasmettono il rapporto padre figlio dall'inizio....ad una fine assurda, ma non meno importante il centro, ANZI, è il fulcro, è tutto ciò che è la trama stessa, si "sente" l'evoluzione nei toni stessi, nelle frasi, nelle pause e negli sguardi, ogni pg ha la sua unica personalità e si amalgama con il mondo di gioco, uno dei miei pg preferiti è

Baldur, con il suo discorso ad inizio game, il tono in cui lo dice, l'avrò ascoltato 15 volte





 


,

dicevo poc'anzi che Kratos non è Kratos, è una definizione che uso per fa intendere che Kratos non è il solito dei precedenti god of war, ma è la sua TOTALE evoluzione, sotto TUTTI gli aspetti, per capire appieno tutto questo BISOGNA giocare la saga precedente, per SENTIRE quello che sente lui, quello che NON sente, quello che lo porta a comportarsi cosi, una delle caratterizzazioni migliori che io abbia mai avuto il piacere di vivere in questi anni da videogiocatore.

Le sensazioni poi che tramite i vari "tratti di scene" trasmette a noi come videogiocatori, verso se stesso...verso "l'aria che respira"...i movimenti delle sue mani per "toccare la sua coscienza e consapevolezza di ciò che è ciò che sarà", ci sono poche parole per descrivere ciò che ho provato io verso questo tipo di videogioco,

il rapporto che emana verso il ragazzo, Atreus, e ciò che Atreus stesso trasmette al padre o ASSIMILA da egli stesso, i nemici che non sono meri "spacco tutto perchè è bello" oppure "sono cattivo e voglio picchiarti perchèsi", la cura e l'amore, si SENTE cacchio.

Riguardo la LORE l'ho adorata, anche perchè l'adoro in generale, certo conosco di più il mondo dei comics in fatto di "dei vichinghi en co", ma il gioco mi ha rinfrescato la memoria di cose che ovviamente già sapevo e che ho avuto il piacere di rispolverare, troppo affascinante la rielaborazione di

un Odino stronzissimo e dei vari dei che non stanno a guardare troppo gli umani e che anzi pur di raggiungere i propri obbiettivi non si fanno problemi a sacrificare gli stessi, perchè come ci fa capire il gioco stesso, loro POSSONO e tutti devono stare zitti, hanno il potere, hanno l'invincibilità (ma non l'immortalità :nfox:) e posso tranquillamente devastare, spaccare e trucidare coloro che gli si pongono davanti, e lo fanno senza tanti compromessi e ripensamenti, bello, nuda e cruda "verità".





 






La trama è semplicemente puff-what??- :classic_blink: -a quindi...- :classic_ohmy: - madòòòò con (da parte mia) elementi di "panico", si perchè mi sono commosso e lo dico tranquillamente, scene drammatiche e non rese alla perfezione, con (e continuerò ad elogiarlo) questo one shot strafigo che voglio su TUTTO! , sono cosi esaltato per quello che potrà succedere nel prossimo che cerco di contenere l'hype e restare per terra per non rimanerne bruciato :sisi:

Che poi è una trama basata su fatti da poemi, e quindi già strausati e conosciuti, ma resi qui in modo logicamente diverso, ma fottutamente bene, e non la classica trama norrena dove tutti sono belli e bravi, potenti e aiutano tutti con i loro poteri perchè arriva il mostro, ed è questo il bello, poi

il modo come il boss finale del gioco è stato reso, ossia non il solito boss stereotipato potente perchè si è stato reso mi è piaciuto molto, il fatto che LUI stesso non voleva quei poteri, reso "schiavo" dalla maledizione e il rancore che provava verso la madre, cosi da renderlo più umano, è un contrasto che mi è piaciuto.


E ancora che Kratos, cosa bellissima, stavolta voleva semplicemente farsi gli affari suoi, e

per cose manco lui era a conoscenza ha dovuto rovinare piani e mica piani dei vari dei facendo scatenare di tutto e di più
, mi ha "preso alla grande", una bella trovata per riprendere "Kratos" e non lasciarlo al suo classico ego dell' "hulk, spacca!"

Un altra cosa che ho adorato sono la quantità sterminata di dialoghi opzionali che divengono anch'essi importanti per capire la lore del gioco tutto, e quindi anche l'evoluzione dei pg in quei piccoli dialoghi, quei piccoli dettagli, sono QUELLI a fare grande un gioco, cavolatine che per me non sono, che rendono globalmente, con l'insieme di tutti i pezzettini, un grande e bellissimo quadro.

L'OST per quanto semplice mi è piaciuta molto nulla da dire, è quella classica OST che ti piace, ti entra in testa e fa il suo dovere, a tratti alla grande, parlo cosi perchè è bellissima, ma non voglio dire "non è memorabile" perchè poi sembra che non è bella, poi quelle parole confondono e resta in testa "si ma..." non c'è un ma, è bellissima punto :sisi: , poi ci sono altri giochi dove hanno una qualità diversa di ost a seconda anche dei gusti, quindi preferisco dirla cosi ed esprimerla in questo modo :sisi:

Questo gioco per me è stata un esperienza, ci tornerò, non subito ma lo farò, diverte tantissimo e la trama t'incolla, il gameplay pure di più, semplicemente: si fondono in un tutt'uno e ti trasportano insieme alla musica in un mondo totalmente diverso da quello conosciuto finora, finalmente qualcosa di originale e cazzuto nel suo settore.

Eh? come? la grafica? ahaha e secondo te serve che io dica cosa ne penso della grafica :asd: ? ma vaaaaa, non serve, ti prende a schiaffi solo guardandoti e tu non riesci a riprenderti perchè continui a girare la testa per le vertigini che subisci, Please Attention, HA i suoi difetti per carità (in alcuni stage il suolo che riflette le pareti riflette in modo sgranato, o ancora il fogliame in cui ci passi attraverso), ma TUTTO ha difetti, e la ps4 è li che balle manco fosse in preda ad una combustione da chili, un lavoro da maestro per quelli dei Santa Monica.

VOTO: bisogna seguire le regole e quindi metto un voto (non è che non voglio seguirle ? , è che non sono mai stato tipo da voti, non mi piace metterli), tradotto a parole è un capolavoro con qualche sbavatura, tutto qua 9,5

 
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Giamast

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The Witcher 3

Anche se con un po' di ritardo, ci tenevo a spendere due parole per l'ultima fatica di CDPR, soprattutto perchè dopo aver giocato GOW si è ancor più delineata in me la certezza che lo strigo resterà insuperabile per tutta la durata della gen.

The Witcher 3 per quanto mi riguarda è la summa più totale del videogioco inteso non soltanto come mero intrattenimento, ma anche come mezzo di immersione in un universo fittizio, riempito di storie, personaggi, ambientazioni suggestive e sensazioni. E' uno di quei pochissimi giochi che mi ha davvero lasciato qualcosa dentro che continuo a portarmi ancora a distanza di due anni, mai come in quest caso un gioco era riuscito a trasportarmi in maniera così netta nel suo mondo di gioco e nelle sue storie. Senza dilungarmi tropppo, TW3 semplicemente rivoluziona ed eleva all'eccellenza il concetto di gioco di ruolo story driven, gettando le fondamenta per quello che è un modo completamente nuovo di coniugare un mondo open world con le particolari esigenze di scrittura e narrazione che si porta dietro un qualsiasi gioco story based.

Nel titolo CDPR infatti anche il più stupido dei dettagli è lì per raccontarti una storia, per offrirti uno scorcio su quel mondo fantasy-medievale così affascinante da catturarti già dopo pochi minuti di gioco, complice anche una splendida direzione artistica che unita all'eccellente comparto grafico rendono l'immedesimazione del giocatore ancor più facile. Che si tratti di camminare per il piccolo villaggio di Bianco Frutteto, per le strade della stupenda Novigrad o per le brulle lande di Skellige, il nostro viaggio insieme allo Strigo sarà sempre un'esperienza unica, costantemente disseminata di personaggi memorabili, storie uniche e situazioni che sembrano uscite direttamente dalla migliore letteratura fantasy degli ultimi 50 anni.

Concentrandoci maggiormente sull'aspetto ludico, il gioco eccelle come mai nessuno prima d'ora nella costruzione delle quest (sia prima che secondarie), tutte estremamente curate e con una scrittura sopraffina, riuscendo oltretutto nell'arduo compito di coniugare la necessità di uno storytelling minuzioso con la libertà di scelta lasciata al giocatore tanto nell'esecuzione, quanto nei dialoghi con gli NPC, con costanti diramazioni nello sviluppo delle storyline primarie e secondarie. Il titolo oltretutto offre una mole sconsiderata di contenuti in cui perdersi, tanto nel mondo di gioco stesso, quanto nelle attività secondarie o nello sviluppo/progressione di Geralt (notevolmente ampliato e migliorato anche nelle espansioni), soffrendo soltanto una eccessiva limitatezza e semplificazione del combat system. Menzione d'onore per le due splendide espansioni HoS e BaW, alla pari se non addirittura superiori del gioco base, che mi hanno permesso di apprezzare ancor di più alcuni aspetti del gioco, qui rifiniti ed ampliati ad arte.

Avrei tanto altro da dire su TW3, ma dopo circa due anni penso che gran parte dei suoi pregi e difetti siano stati discussi abbastanza. Anche in questo caso non parliamo di un gioco perfetto e totalmente esente da difetti, tutt'altro: ho prima accennato ad una generale debolezza del combat system, ma potrei aggiungervi anche una costruzione del mondo di gioco non sempre all'altezza in alcune sue parti (vuote e ripetitive), un bestiario molto vario ma che fa ricorso anche ad un massiccio reskin di nemici base, un'ia certamente non esaltante, ecc...

Tuttavia, come dico sempre, giudicare un gioco non significa fare la lista della spesa elencandone asetticamente pregi e difetti, per poi tirare una linea per sommarli. Un gioco è un'opera a tutto tondo e come tale, dopo averne scomposto e valutato le singole parti, è sempre necessario valutare l'insieme ed è proprio per questo che considero TW3 non solo il miglior gioco della gen (di poco sopra a GOW quindi), ma anche il mio gioco preferito di sempre. Mi ha dato e lasciato tanto, quindi non posso che premiarlo con un perfect score

10
 

Papa Demilol

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98. :ooo:

Ora mi costringete a mettere 4 a GoW, nulla può stare sopra Bloodporn. :tragic:

 

Alessandro Pride

LaLiLuLeLo
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98. :ooo:Ora mi costringete a mettere 4 a GoW, nulla può stare sopra Bloodporn. :tragic:
Giuro che invece nel mio caso tutti questi voti altissimi da OGNI parte del web (a parte quelli che ne parlano a male per fare gli alternativi e flammare, che comunque si notano :asd:) mi fanno venire una voglia matta di spendere denaro che NON ho per comprarlo e giocarlo instasubito. :asd:

 

Papa Demilol

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Giuro che invece nel mio caso tutti questi voti altissimi da OGNI parte del web (a parte quelli che ne parlano a male per fare gli alternativi e flammare, che comunque si notano :asd:) mi fanno venire una voglia matta di spendere denaro che NON ho per comprarlo e giocarlo instasubito. :asd:
A parte gli scherzi, il titolo merita.

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pnt23

Signore
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CRASH BANDICOOT N.SANE TRILOGY





Questa collection non deve essere confusa per altre operazioni quali le varie remastered che ci sono stati negli primi anni di vita della PS4. La N.Sane Trilogy è molto di più di un semplice upgrade di risoluzione, da cui il termine remake: la trilogia, in effetti, ripropone esattamente quando visto nei tre titoli originali visti su PS1, ma lo fa alla grande, dando una svecchiata agli aspetti quality of life e ovviamente al comparto tecnico per renderla più accessibile oggi, ma senza sacrificare il gameplay originale. La base rimane sempre la stessa: un platform 3D vecchia scuola con livelli lineari e dove i nervi e riflessi del giocatore possono essere messi a dura prova, specie se si punta al 100% nei 3 titoli; tuttavia, la N.Sane Trilogy differisce dall'originale per un differente sistema di hitbox e gestione del movimento e dei salti, specie nel primo capitolo (dove l'originale era differente anche rispetto ai due sequel): l'accessibilità di molti stage più complessi può essere discussa, ma a patto di andarci d'impegno è senza dubbio possibile sfruttare al massimo il sistema e superare i vari ostacoli proposti dai livelli, spesso fornendo anche non poca soddisfazione quando si punta ai collezionabili.

Dal punto di vista tecnico, il gioco è ineccepibile. Senza essere un pezzo da 90' su PS4, lo stile grafico offre comunque un ottimo colpo d'occhio e ben si addice al mondo immaginato per la prima volta dai Naughty Dog a fine anni '90: spesso vi ritroverete ad ammirare molti degli scenari presenti nei 3 capitoli. Lo stesso si può dire del design dei personaggi, che trovano nuova vita sul nuovo hardware grazie anche a un repertorio di animazioni che li rende più vivi che mai, sia nel giocato che nelle nuove cutscenes, tant'è molti dei personaggi minori sono a mio dire migliorati. Tutte le musiche originali sono state reinterpretate nell'ottica dei remake, e in generale esse sono versioni alternative adatte a tutti i livelli presenti. Non manca qualche sbavatura per qualche traccia discutibile e qualche errore tecnico, oltre a un paio di bug nel primo capitolo: si tratta di imperfezioni minori, che non minano nel complesso il risultato finale dei remake.

Inoltre, i Vicarious Visions sono anche andati a migliorare altri aspetti e fare qualche aggiunta originale. Miglioramenti si trovano sia per quanto riguarda sia la gestione dei salvataggi che per la progressione nel primo capitolo (quanto mai arcaica nell'originale con un sistema a password o salvataggi obbligatori entro i livelli, mentre un'ulteriore differenza si trova nella raccolta dei collezionabili, che richiedono una run del livello perfetta e senza morti solo per le gemme speciali), e i developer Vicarious Vision hanno anche deciso di andare oltre, andando a prendere le prove a tempo presenti nel terzo capitolo e riproponendole in entrambi i titoli precedenti. A tutto questo sia aggiunge anche la gradita possibilità di scegliere se giocare con Crash o Coco, la quale è un ottimo esempio del discorso dei personaggi fatto prima, in tutti e 3 i titoli. Da notare la possibilità di scaricare un livello tagliato del primo titolo famoso per la sua difficoltà per il remake, a pagamento però se si è mancata l'uscita del DLC.

Tutto questo, essenzialmente, fa da contorno alla ottima base fornita già a suo tempo dai Naughty Dog, e la N.Sane Trilogy diventa così un'operazione perfetta di recupero di un brand che era sparito da molto tempo dai radar, il cui unico difetto, forse, è essere per l'appunto la riproposizione di titoli che, per quanto ottimi e rigiocabili, in fondo si sono già visti. Ma di fronte alla qualità del tutto non si può che applaudire... sperando che un giorno questa N.Sane Trilogy possa esser ricordata come l'apripista di nuovi titoli.

9.0

 

Dante47

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KINGDOM HEARTS 2.8

Collection doverosa che comprende KH 3D, KH 0.2 e KH Back Cover.

- KH3D: ottimo porting del titolo 3ds graziato dai 60 fps. E' un buon KH, ma confrontandolo agli altri titoli per console portatili non è al livello di quel miracolo che è stato Birth by Sleep. VOTO: 7

- KH 0.2: delizioso assaggio di ciò che sarà KH3, sicuramente imprescindibile per i fan della saga in attesa del terzo capitolo. VOTO: 7

- KH Back Cover: utile film che riassume gli eventi di KH X(chi).

VOTO: 7

 
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Wow, ho visto ora le migliorie di questo topic. Bel lavoro, posterò al più presto qualche mia recensione

 

Dante47

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GRAVITY RUSH 2

Completamente deluso da questo titolo. Artisticamente è delizioso, unico fattore che mi ha fatto tirare avanti con la trama. Il CS è impreciso, così come le movenze in generale. La telecamera è ingestibile e il level design è penoso, pieno di fetch quest e momenti dimenticabili. Ci sono anche delle fasi stealth pensate male e realizzate peggio: la loro presenza è inspiegabile dato che il gameplay non è assolutamente pensato per questo. Noioso e frustrante, purtroppo l'evidente passione con cui è stato sviluppato non è bastata.

VOTO: 4

 
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KINGDOM HEARTS 2.8
Collection doverosa che comprende KH 3D, KH 0.2 e KH Back Cover.

- KH3D: ottimo porting del titolo 3ds graziato dai 60 fps. E' un buon KH, ma confrontandolo agli altri titoli per console portatili non è al livello di quel miracolo che è stato Birth by Sleep.

- KH 0.2: delizioso assaggio di ciò che sarà KH3, sicuramente imprescindibile per i fan della saga in attesa del terzo capitolo.

- KH Back Cover: utile film che riassume gli eventi di KH X(chi).

VOTO: 7
Queste non te le posso accettare :sisi:

- Per le collection, indicazione separata per ogni titolo (voto e commento diviso per ogni gioco facente parte della collection);
 

Hell

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SOMA

Non mi aspettavo granchè da SOMA. Certo, i creatori sono quelli di Amnesia, ma qualcosa non mi faceva gridare al capolavoro, qualcosa non mi ispirava guardando i vari trailer.

Però ovviamente lo misi subito in lista e lo comprai appena possibile.

Mi ricredetti dopo qualche ora di gioco. Uno dei grandi pregi di SOMA è che è tutto un crescendo, dalla trama alle emozioni che suscita man mano che si va avanti.

La trama è tra le più belle e originali mai viste in un videogioco: coinvolgente, appagante, ricca di colpi di scena fino alla fine. Inoltre mi ha emozionato in più di una volta, perchè spesso SOMA è crudele per via di alcune scene, accadono cose che ti sbalordiscono e che lasciano a bocca aperta.

I brividi che mi ha regalato questo titolo sono stati davvero tanti, soprattutto verso il finale, davvero sbalorditivo.

Gli enigmi sono tutti logici e divertenti da risolvere, le ambientazioni sono ispirate e alcuni nemici mettono davvero ansia, alcuni sono fatti davvero bene.

Comunque è la trama il vero punto forte del gioco. Mettiamo anche che in generale mi ha sorpreso, perchè non mi aspettavo di certo tutta questa roba di alta qualità, da tempo non giocavo a qualcosa capace di catturarmi così tanto. Affascinante come pochi, reputo SOMA sicuramente migliore di Amnesia (di cui, viceversa, mi aspettavo tanto e che invece mi ha deluso un po').

Voto: 9.0

 

Il Mitico™

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God of War

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E’ il videogioco sulla bocca di tutti nell’ultimo mese. La critica l’ha premiato con voti altissimi; i giocatori lo considerano una delle migliori esclusive PS4 e uno dei migliori videogiochi di questa generazione, se non addirittura il miglior gioco della generazione. Non essendo io un recensore e non avendo quindi potuto provarlo nel mese antecedente il suo lancio sul mercato, posso finalmente dire la mia soltanto adesso, dopo averlo giocato in maniera abbastanza approfondita.

Trattasi del seguito di God of War III, non possiede però alcuna numerazione, tornando a chiamarsi semplicemente ‘God of War’. Una scelta dovuta al volere un sequel che propone uno stile completamente diverso rispetto ai canoni della saga. Un nuovo tipo di telecamera, una nuova arma primaria, un mondo di gioco più aperto e un’avventura molto più longeva, e un Kratos sotto una luce diversa, protagonista ora di un’avventura ambientata nella mitologia norrena. La scelta del titolo unita a tutto questo farebbe pensare ad un vero e proprio reboot, ma God of War è a tutti gli effetti il quarto capitolo della saga. Non un “soft-reboot” o come volete chiamarlo, è un vero e proprio sequel, bisogna quindi aver giocato almeno i tre capitoli principali per comprendere il nuovo Kratos e apprezzare appieno la narrazione che lo riguarda.

L’altro dubbio, o meglio, la paura dei fan, era che questo nuovo titolo si distaccasse davvero troppo dallo stile classico della saga, sfruttando dunque il nome e il protagonista di God of War solo per vendere. Timori che alla fine si sono rivelati infondati, questo nuovo titolo è assolutamente God of War, poiché il presunto stravolgimento è più una riproposizione sotto una nuova veste delle basi della saga.

Non ci è dato sapere quanto tempo è trascorso tra la fine di God of War III e l’inizio di questo nuovo capitolo, né come Kratos sia riuscito a sopravvivere (che fosse ancora vivo invece si capiva nella scena dopo i titoli di coda di God of War III). Sta di fatto che ritroviamo il Fantasma di Sparta vivo e vegeto a Midgard. Egli è ancora un dio, ma vuole dimenticare il suo passato fatto di sete di potere, collera, e morte. Non c’è più il suo volto arrabbiato in primo piano nella schermata iniziale, bensì è intento a un’opera pacifica quale tagliare un albero. Quest’azione però segna un nuovo triste evento: Kratos si è rifatto una famiglia in questa nuova terra, ma adesso sta preparando la pira per il corpo di sua moglie Faye, morta in circostanze a noi sconosciute. Resterà dunque solo con suo figlio Atreus e vorrà mantenere le ultime volontà di sua moglie: raggiungere la vetta più alta dei sette regni insieme a suo figlio, dove spargere le ceneri della donna. Kratos ritiene che il ragazzo non sia pronto per una tale missione, ma un evento rocambolesco costringerà i due a mettersi in viaggio.


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E’ sempre Kratos




Nei precedenti capitoli abbiamo sempre vissuto le avventure di Kratos attraverso scenari di guerra e luoghi mitici chiaramente segnati dal tempo. Stavolta invece, l’ambientazione di Midgard ha un aspetto decisamente più pacifico. Anch’essa è segnata dal tempo, però da più l’impressione che è come se si stesse visitando delle antiche rovine anziché luoghi in cui grava un certo peso, come ad esempio nel Tempio di Pandora o nell’Isola della Creazione, sebbene sia comunque presente il pericolo. Tramite il Bifröst situato nel ponte di Týr, è possibile poi visitare anche altri regni che invece presentano un’ambientazione piuttosto distaccata da quella di Midgard.

La lore dietro questo mondo di gioco è molto più ricca del passato ed è raccontata durante la nuova possibilità di esplorare liberamente. La narrazione avviene tramite dialoghi (davvero molto numerosi e interessati dopo un determinato momento della storia), ritrovamenti di reperti storici e di antichi artefatti, eventi di missioni primarie e secondarie.

Tutto ciò è stato realizzato con una grafica eccezionale, curatissima nei particellari e stabile a 30 fps, con qualche rarissimo calo. Anche se bisogna ammette che è meno dettagliata nei fondali, con l’uso della nebbia nel Lago dei Nove che si dilegua avvicinandosi. Difetto che, tuttavia, viene coperto dalla telecamera in stile “over the shoulder”, che non punta quindi ad una visuale troppo lontana, e da una progressione in ambienti si molto numerosi, ma che non hanno di certo l’ampiezza di un “open world”. Difatti questo nuovo God of War non è un “open world”, come già rivelato da Cory Barlog durante lo sviluppo, ma ha più una struttura “sandbox”, in particolar modo nei regni raggiungibili tramite il Bifröst. Alcuni di questi regni vanno poi a sostituire la vecchia modalità “Sfide”, ed ecco quindi le prime somiglianze con i vecchi titoli della saga. Forse però sono proprio queste somiglianze riproposte sotto una nuova veste a creare un problema, perché il mondo di gioco da l'impressione di essere più ampio di quanto non lo sia realmente. In particolar modo, una scelta presente nella mappa dei regni crea inevitabilmente un fortissimo desiderio di volerne di più.

Un’altra eccellenza del comparto tecnico sta nella regia del gioco che è un unico piano sequenza. Solo un caricamento un po’ lungo alla ripresa della partita salvata, dopodiché la telecamera riprende dall’inizio alla fine senza alcun taglio, stacco, o caricamento, e senza risentirne nella qualità della regia. Il gioco passa dai filmati al gameplay senza l’uso di cutscene e mantenendo la stessa qualità elevatissima della grafica. Ovviamente i caricamenti ci sono in realtà, avvengono in determinati momenti, ma sono quasi perfettamente nascosti al giocatore.

Kratos dal canto suo, ci prova ad adattarsi a questo nuovo mondo che ha uno stile più fantasy rispetto al passato. Egli è arrivato qua in cerca di una vita normale, si è addirittura rifatto una famiglia, vuole dimenticare il suo oscuro passato di cui si vergogna anche, a giudicare dalle bende che coprono le cicatrici lasciate dalle catene delle Lame del Caos, un tempo fuse alla sua pelle. Vuole nascondere quelli che erano i segni della sua schiavitù verso gli dei greci, ma anche i segni di una sete di potere ottenuta al prezzo della sua anima. Nonostante ciò, Kratos in origine era un generale spartano, quindi porta sempre con sé la durezza con cui è stato cresciuto e con la quale affronta questo nuovo mondo. Certamente amava sua moglie, al punto tale da affrontare una missione pericolosa insieme al suo giovane figlio senza neanche conoscerne il motivo. Semplicemente lo fa perché è stato l’ultimo desiderio della sua nuova consorte. Questa non è assolutamente una novità nella saga, poiché già la precedente famiglia era la sola cosa verso cui Kratos mostrava sentimenti umani. Tuttavia, per Kratos qualsiasi ostacolo verso il suo obiettivo è solo una minaccia o una seccatura. La conoscenza di questo nuovo mondo gli serve solo per essere preparato; l’esplorazione la ritiene necessaria solo per trovare oggetti utili alla missione, al contrario di Atreus che in questo mondo ci è nato ma non era mai uscito dalla foresta selvaggia. Il piccolo era molto più legato alla madre, la quale gli ha insegnato a leggere e parlare le lingue di questa terra e gli ha trasmesso l’interesse per la mitologia norrena. Anche Kratos tiene molto a suo figlio, ma intende trasmettergli la sua stessa educazione spartana, oltre a nascondergli il suo passato e la loro vera natura. Tutto ciò comporterà diversi ostacoli per il rapporto tra i due nel corso della storia.

Una storia che inizia abbastanza a rilento, poiché approfondisce il rapporto tra Kratos e Atreus e introduce pian piano la lore del nuovo mondo, oltre alla possibilità di esplorare liberamente gran parte di Midgard fin dall’arrivo al Lago dei Nove. Trovo anche deboluccia la motivazione di Kratos, spiegata in precedenza, per distrarsi dall’obiettivo principale, ma questo è un difetto minore tipico di videogiochi del genere. La narrazione comunque è perfetta, con i due protagonisti che dialogano tra loro in continuazione durante le missioni primarie e secondarie, soprattutto durante i viaggi in barca. Non mancheranno poi eventi spettacolari e battaglie feroci.

A un certo punto però, la storia comincerà a farsi molto più interessante. Una nuova conoscenza permetterà di arricchire le spiegazioni della lore in ogni momento, in particolare narrando di due personaggi e creando un grosso hype nei loro confronti. S’intensificheranno le battaglie, aumenterà il numero di eventi spettacolari, non mancheranno colpi di scena che saranno davvero d’effetto. In almeno un paio di momenti ci verrà mostrato anche l’efficienza della narrazione con il piano sequenza unico; in altri invece resteremo stupefatti dalla qualità della regia nonostante le difficoltà che può comportare la scelta che è stata fatta per la telecamera. Al termine di tutto questo ci ritroveremo ad aver compreso perfettamente ogni elemento narrativo del gioco, apprezzabili ancor più con una seconda run (magari giocando anche a una difficoltà maggiore).

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“Puoi ucciderne uno così grosso?” Atreus dovrebbe recuperare i vecchi capitoli =)




Il gameplay prevede un sistema di combattimento che non si discosta molto da quello dei vecchi capitoli, rimanendo frenetico e violento, diventando però anche più tecnico. In questo nuovo capitolo, Kratos non impugna più le Lame del Caos come arma principale, bensì l’ascia Leviatano. Quest’ascia può essere usata per una combo frontale, può sollevare nemici con un fendente pesante dal basso verso l’alto, e può anche essere lanciata e richiamata a comando. Una volta lanciata, la Leviatano tornerà solo quando richiamata premendo il tasto TRIANGOLO, permettendo così a Kratos di combattere anche a mani nude (è possibile farlo anche semplicemente riponendo l’ascia) e sfoggiare un’altra serie di combo. I nemici hanno anche dei punti deboli da poter ferire con il lancio dell’ascia, come ad esempio un colpo alla testa che da sempre buoni risultati, oppure un colpo alle gambe che può farli cadere a terra. Senza dimenticare infine che la Leviatano colpisce anche quando viene richiamata.

Kratos possiede anche uno scudo in questa nuova avventura, estraibile da un bracciale sinistro ogni volta che si preme il tasto L1. E’ quindi possibile parare come nei vecchi capitoli e contrattaccare in maniera particolare parando un colpo al momento giusto. E’ inoltre possibile effettuare alcuni attacchi con lo scudo sbloccabili nell’albero delle abilità del combattimento a mani nude.

Torna nuovamente anche la vecchia Rabbia spartana, presente in ogni capitolo con diversi nomi. Sotto la barra della salute è presente un’altra barra di colore arancione che si riempie combattendo (il combattimento a mani nude la ricarica più in fretta rispetto agli attacchi con l’ascia). Una volta carica al massimo, è possibile attivare la Rabbia spartana che consumerà lentamente la barra arancione, terminando quando questa sarà vuota. Con la Rabbia spartana attiva, Kratos combatte a mani nude ma sarà molto più forte, resistente e veloce. Anche per questa modalità di combattimento è possibile sbloccare nuovi attacchi tramite un albero delle abilità.

Una grossa novità è appunto l’impronta GDR sul potenziamento dei protagonisti. Kratos possiede ora delle statistiche che vengono modificate in base all’equipaggiamento. E’ possibile scegliere le parti di armatura per busto, braccia e fianchi, ognuna delle quali, oltre a modificare le statistiche, può avere anche un effetto aggiuntivo. Ogni pezzo di armatura possiede anche degli incavi per gli incantesimi, i quali aggiungono ulteriori modifiche alle statistiche ed effetti speciali. E’ presente anche lo slot per un talismano, un altro oggetto ancora che modifica le statistiche e fornisce effetti speciali, con la differenza che alcuni di questi ultimi possono attivarsi manualmente tramite la pressione dei tasti L2 + CERCHIO. A differenza degli incantesimi però, il talismano necessita un tempo di ricarica dopo l’utilizzo, indipendentemente se si tratta di un’attivazione manuale o passiva.

Il tempo di ricarica è necessario anche per quanto riguarda l’uso degli attacchi runici della Leviatano. Anche nell’ascia sono presenti due incavi in cui è possibile inserire le rune: uno per gli attacchi runici leggeri, un altro per quelli pesanti. Gli attacchi runici sono mosse molto potenti e con un certo impatto scenico. Ognuno di essi ha tre statistiche (Danno, Gelo e Stordimento) potenziabili tramite i punti esperienza fino a livello 3. Infine, è possibile cambiare anche il pomo dell’ascia che funziona più o meno come gli incantesimi nell’armatura.

Abbiamo citato prima gli alberi delle abilità, il nuovo sistema di progressione per le tecniche di combattimento di Kratos. Mentre nei precedenti capitoli si sbloccavano nuove mosse semplicemente spendendo i punti esperienza necessari per aumentare il livello dell’arma, in questo God of War è possibile scegliere quali mosse sbloccare. E’ presente un albero delle abilità sia per l’ascia che per il combattimento a mani nude, quest’ultimo include anche nuove tecniche per lo scudo e per la Rabbia spartana. Per quanto riguarda la Leviatano invece, bisognerà potenziarla dai fabbri per sbloccare nuovi rami di abilità, i quali contengono anche abilità per infliggere danni da gelo (già presenti negli attacchi runici citati in precedenza) che rallentano o immobilizzano i nemici. Ogni abilità sbloccata riceve inoltre anche dei bonus con il raggiungimento di un certo valore in una determinata statistica.

Se pensate che tutto questo sia notevole, sappiate che a un certo punto del gioco si arricchirà ancor di più. Purtroppo in questo caso non posso entrare nello specifico per non dare anticipazioni sulla storia.


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E’ sempre God of War




Un’altra novità, tutt’altro che trascurabile, è la presenza di Atreus nelle battaglie. Il ragazzo è armato di arco e può scoccare delle frecce contro i nemici, sia in automatico che a comando, le quali sono utili principalmente per bloccare un attacco o attrarre l’attenzione lontano da Kratos, ma infliggono anche un po’ di danni e possono aiutare a completare le combo. Avanzando nel gioco si sbloccheranno anche due tipi speciali di frecce che andranno ad aggiungere altri effetti agli attacchi, consentendo anche di sfruttare le debolezze dei nemici. Oltre alle frecce, Atreus è in grado di attaccare i nemici nel corpo a corpo, colpendoli per interrompere un loro attacco, bloccandoli per qualche secondo e permettere così a Kratos diverse opzioni (tra le quali una combo proprio con Atreus), oppure colpendoli dopo che suo padre li ha scagliati a mezzaria per permettere il proseguo di una combo.

E’ presente un incavo per le rune e un albero delle abilità anche per l’arco di Atreus. Allo stesso modo della Leviatano, anche l’arco va potenziato dai fabbri per sbloccare nuovi rami di abilità, così come gli attacchi runici richiedono sempre un tempo di ricarica dopo l’uso. Gli attacchi runici dell’arco sono evocazioni magiche di animali che infliggono danni o stordiscono il nemico, ad eccezione di un’evocazione particolare che ha invece un altro effetto molto utile.

E’ possibile potenziare anche la faretra di Atreus per aumentare il numero di frecce che si possono scoccare a comando, così come anche per lui è possibile cambiare abito per assegnare delle abilità speciali. Infine, Atreus può anche tenere una pietra della resurrezione acquistabile dai fabbri, la quale permette di rianimare Kratos una sola volta se finisce KO.

Atreus non può morire né essere ferito, ma alcuni nemici possono catturarlo durante uno scontro. In questo caso partirà una sorta di timer, al termine del quale scatterà il game over se Kratos non avrà colpito il nemico che sta bloccando suo figlio.


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Non sottovalutate il ragazzo




Il numero di categorie dei nemici non si discosta molto da quello dei precedenti capitoli, ma ogni categoria ha tanti tipi di nemici che si distinguono non tanto per forza, bensì per abilità differenti. Ci saranno ad esempio almeno una decina di Draugr con abilità diverse, pur essendo quasi identici per estetica. Lo stesso vale per i troll e le valchirie, che sono mid boss e boss secondari, meno invece per gli antichi che cambiano solo il danno elementale. Resta comunque possibile trovare anche una differenza di forza per lo stesso tipo di nemico, espressa da colori diversi della barra della salute e dal livello scritto vicino a quest’ultima. I nemici possiedono anche una seconda barra dello stordimento che si carica colpendoli. Una volta caricata al massimo, resteranno storditi per un breve periodo, durante il quale sarà possibile premere R3 e permettere a Kratos di finirli con un omicidio brutale tipico di God of War.

I nostri nuovi avversari hanno ricevuto una certa cura anche nella fisica di gioco. Oltre alle già elencate possibilità con il lancio dell’ascia, si può benissimo scagliare un nemico contro l’altro, o scagliarli contro il muro per infliggere danni e aumentare notevolmente la barra dello stordimento. E’ possibile anche infliggere status ai nemici, ad esempio il già citato congelamento, e sfruttare anche questi con la loro fisica: scagliare un nemico congelato contro un altro, congelerà anche quest’ultimo, oppure scagliare un nemico congelato contro un muro per infliggergli un numero notevole di danni.

Tuttavia, questo nuovo God of War pecca un po’ nella spettacolarità delle boss fight, pur essendo più tecniche rispetto al passato. Oltre a non essere molto numerose, escludendo i mid boss, c’è n’è solo una con la spettacolarità tipica della saga, e altre due che sono si spettacolari ma non ai livelli del passato. Potrebbero anche andare se si ripensa al numero di boss fight nel primo capitolo e alla qualità di alcune in God of War II; prendendo però in considerazione God of War III, non è un fattore giustificabile con la scusa che questo è il primo capitolo di un nuovo corso.

Il livello di difficoltà invece rimane sempre soddisfacente. Giocando “Esperienza equilibrata”, ovvero la difficoltà normale, si ha davvero un’esperienza equilibrata, la quale permette sia una buona sfida che la possibilità di provare al meglio il nuovo sistema di combattimento, al contrario di molti titoli dove bisogna selezionare subito la modalità difficile per essere soddisfatti. Gli altri livelli di difficoltà sono “Raccontami una storia” e “Cercatore di sfide”, ovvero le modalità facile e difficile, ed infine la modalità “Un vero God of War” che è veramente ardua. Quest’ultima richiede un’ottima manualità e conoscenza del sistema di combattimento, altrimenti anche il primo scontro potrebbe richiedere diversi tentativi. Finalmente è stata anche inserita la possibilità di cambiare liberamente il livello di difficoltà durante l’avventura, ad eccezione di “Un vero God of War” dal quale non si potrà più tornare indietro una volta selezionato. La difficoltà “Un vero God of War” giustifica un po’ più le motivazioni che spingono Kratos a esplorare, ponendo alcuni ostacoli durante le missioni primarie che sono difficili da superare senza un equipaggiamento migliore.

Non mancano i puzzle ambientali tipici della saga, che in questo capitolo sfruttano per lo più il lancio dell’ascia e le frecce speciali di Atreus. Peccato però che, come in God of War III, questi non abbiano la complessità vista nei primi due capitoli, in particolare God of War II che era anche l’altro capitolo diretto da Cory Barlog.

L’inserimento dei fabbri e la componente GDR portano con loro anche il crafting, a partire dall’Argento come moneta di scambio principale, passando per altri materiali necessari per forgiare e rafforzare l’equipaggiamento, ottenibili nei forzieri o rilasciati dai nemici. Fanno il loro ritorno anche gli oggetti per aumentare le barre della salute e della rabbia, custoditi all’interno di forzieri che richiedono la risoluzione di un enigma per essere aperti. Infine, sono stati aggiunti i collezionabili, quali mappe del tesoro per trovare oggetti rari o reperti antichi che spiegano la lore del mondo di gioco, e anche i meno interessanti corvi di Odino. Tutto ciò viene conservato nel diario di Atreus, insieme al catalogo delle missioni primarie e secondarie, le prove, e il bestiario.

Purtroppo non è possibile vedere in alcun modo il tempo di gioco. Un calcolo dei recensori dice che l’avventura principale si completa in circa 20 ore, mentre ne servono il doppio per completare il gioco al 100%. Un notevole aumento della longevità rispetto a tutti gli altri titoli della saga.


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Sarà un’avventura magnifica




God of War è un ottimo esempio di come proseguire una lunga serie videoludica senza renderla ripetitiva né stravolgerla. Santa Monica ripresenta le basi della saga sotto una nuova veste, prendendo il vecchio Kratos e inserendolo in un mondo non suo, ma che lo vedrà protagonista molto più che nella mitologia greca. Suo figlio Atreus lo accompagnerà in questo difficile viaggio, in lotta contro i fantasmi del passato e alla scoperta di un mondo curatissimo sia a livello tecnico che narrativo. Tornano anche le battaglie frenetiche e violente, con più tecnicismo e nuovi modi di combattere. L’unica vera pecca del gioco è che si tratta chiaramente del capitolo principale di una nuova trilogia, andando a creare grande attesa per elementi mostrati e narrati che però non sono presenti; in particolare il desiderio di più boss fight con l’epicità tipica della saga proposte sotto questo nuovo aspetto.

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Aggiornato tutto!

SOMA
Non mi aspettavo granchè da SOMA. Certo, i creatori sono quelli di Amnesia, ma qualcosa non mi faceva gridare al capolavoro, qualcosa non mi ispirava guardando i vari trailer.

Però ovviamente lo misi subito in lista e lo comprai appena possibile.

Mi ricredetti dopo qualche ora di gioco. Uno dei grandi pregi di SOMA è che è tutto un crescendo, dalla trama alle emozioni che suscita man mano che si va avanti.

La trama è tra le più belle e originali mai viste in un videogioco: coinvolgente, appagante, ricca di colpi di scena fino alla fine. Inoltre mi ha emozionato in più di una volta, perchè spesso SOMA è crudele per via di alcune scene, accadono cose che ti sbalordiscono e che lasciano a bocca aperta.

I brividi che mi ha regalato questo titolo sono stati davvero tanti, soprattutto verso il finale, davvero sbalorditivo.

Gli enigmi sono tutti logici e divertenti da risolvere, le ambientazioni sono ispirate e alcuni nemici mettono davvero ansia, alcuni sono fatti davvero bene.

Comunque è la trama il vero punto forte del gioco. Mettiamo anche che in generale mi ha sorpreso, perchè non mi aspettavo di certo tutta questa roba di alta qualità, da tempo non giocavo a qualcosa capace di catturarmi così tanto. Affascinante come pochi, reputo SOMA sicuramente migliore di Amnesia (di cui, viceversa, mi aspettavo tanto e che invece mi ha deluso un po').

Voto: 9.0

Dai Pe, ora scrivine altre :ivan:

God of War

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E’ il videogioco sulla bocca di tutti nell’ultimo mese. La critica l’ha premiato con voti altissimi; i giocatori lo considerano una delle migliori esclusive PS4 e uno dei migliori videogiochi di questa generazione, se non addirittura il miglior gioco della generazione. Non essendo io un recensore e non avendo quindi potuto provarlo nel mese antecedente il suo lancio sul mercato, posso finalmente dire la mia soltanto adesso, dopo averlo giocato in maniera abbastanza approfondita.

Trattasi del seguito di God of War III, non possiede però alcuna numerazione, tornando a chiamarsi semplicemente ‘God of War’. Una scelta dovuta al volere un sequel che propone uno stile completamente diverso rispetto ai canoni della saga. Un nuovo tipo di telecamera, una nuova arma primaria, un mondo di gioco più aperto e un’avventura molto più longeva, e un Kratos sotto una luce diversa, protagonista ora di un’avventura ambientata nella mitologia norrena. La scelta del titolo unita a tutto questo farebbe pensare ad un vero e proprio reboot, ma God of War è a tutti gli effetti il quarto capitolo della saga. Non un “soft-reboot” o come volete chiamarlo, è un vero e proprio sequel, bisogna quindi aver giocato almeno i tre capitoli principali per comprendere il nuovo Kratos e apprezzare appieno la narrazione che lo riguarda.

L’altro dubbio, o meglio, la paura dei fan, era che questo nuovo titolo si distaccasse davvero troppo dallo stile classico della saga, sfruttando dunque il nome e il protagonista di God of War solo per vendere. Timori che alla fine si sono rivelati infondati, questo nuovo titolo è assolutamente God of War, poiché il presunto stravolgimento è più una riproposizione sotto una nuova veste delle basi della saga.

Non ci è dato sapere quanto tempo è trascorso tra la fine di God of War III e l’inizio di questo nuovo capitolo, né come Kratos sia riuscito a sopravvivere (che fosse ancora vivo invece si capiva nella scena dopo i titoli di coda di God of War III). Sta di fatto che ritroviamo il Fantasma di Sparta vivo e vegeto a Midgard. Egli è ancora un dio, ma vuole dimenticare il suo passato fatto di sete di potere, collera, e morte. Non c’è più il suo volto arrabbiato in primo piano nella schermata iniziale, bensì è intento a un’opera pacifica quale tagliare un albero. Quest’azione però segna un nuovo triste evento: Kratos si è rifatto una famiglia in questa nuova terra, ma adesso sta preparando la pira per il corpo di sua moglie Faye, morta in circostanze a noi sconosciute. Resterà dunque solo con suo figlio Atreus e vorrà mantenere le ultime volontà di sua moglie: raggiungere la vetta più alta dei sette regni insieme a suo figlio, dove spargere le ceneri della donna. Kratos ritiene che il ragazzo non sia pronto per una tale missione, ma un evento rocambolesco costringerà i due a mettersi in viaggio.


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E’ sempre Kratos




Nei precedenti capitoli abbiamo sempre vissuto le avventure di Kratos attraverso scenari di guerra e luoghi mitici chiaramente segnati dal tempo. Stavolta invece, l’ambientazione di Midgard ha un aspetto decisamente più pacifico. Anch’essa è segnata dal tempo, però da più l’impressione che è come se si stesse visitando delle antiche rovine anziché luoghi in cui grava un certo peso, come ad esempio nel Tempio di Pandora o nell’Isola della Creazione, sebbene sia comunque presente il pericolo. Tramite il Bifröst situato nel ponte di Týr, è possibile poi visitare anche altri regni che invece presentano un’ambientazione piuttosto distaccata da quella di Midgard.

La lore dietro questo mondo di gioco è molto più ricca del passato ed è raccontata durante la nuova possibilità di esplorare liberamente. La narrazione avviene tramite dialoghi (davvero molto numerosi e interessati dopo un determinato momento della storia), ritrovamenti di reperti storici e di antichi artefatti, eventi di missioni primarie e secondarie.

Tutto ciò è stato realizzato con una grafica eccezionale, curatissima nei particellari e stabile a 30 fps, con qualche rarissimo calo. Anche se bisogna ammette che è meno dettagliata nei fondali, con l’uso della nebbia nel Lago dei Nove che si dilegua avvicinandosi. Difetto che, tuttavia, viene coperto dalla telecamera in stile “over the shoulder”, che non punta quindi ad una visuale troppo lontana, e da una progressione in ambienti si molto numerosi, ma che non hanno di certo l’ampiezza di un “open world”. Difatti questo nuovo God of War non è un “open world”, come già rivelato da Cory Barlog durante lo sviluppo, ma ha più una struttura “sandbox”, in particolar modo nei regni raggiungibili tramite il Bifröst. Alcuni di questi regni vanno poi a sostituire la vecchia modalità “Sfide”, ed ecco quindi le prime somiglianze con i vecchi titoli della saga. Forse però sono proprio queste somiglianze riproposte sotto una nuova veste a creare un problema, perché il mondo di gioco da l'impressione di essere più ampio di quanto non lo sia realmente. In particolar modo, una scelta presente nella mappa dei regni crea inevitabilmente un fortissimo desiderio di volerne di più.

Un’altra eccellenza del comparto tecnico sta nella regia del gioco che è un unico piano sequenza. Solo un caricamento un po’ lungo alla ripresa della partita salvata, dopodiché la telecamera riprende dall’inizio alla fine senza alcun taglio, stacco, o caricamento, e senza risentirne nella qualità della regia. Il gioco passa dai filmati al gameplay senza l’uso di cutscene e mantenendo la stessa qualità elevatissima della grafica. Ovviamente i caricamenti ci sono in realtà, avvengono in determinati momenti, ma sono quasi perfettamente nascosti al giocatore.

Kratos dal canto suo, ci prova ad adattarsi a questo nuovo mondo che ha uno stile più fantasy rispetto al passato. Egli è arrivato qua in cerca di una vita normale, si è addirittura rifatto una famiglia, vuole dimenticare il suo oscuro passato di cui si vergogna anche, a giudicare dalle bende che coprono le cicatrici lasciate dalle catene delle Lame del Caos, un tempo fuse alla sua pelle. Vuole nascondere quelli che erano i segni della sua schiavitù verso gli dei greci, ma anche i segni di una sete di potere ottenuta al prezzo della sua anima. Nonostante ciò, Kratos in origine era un generale spartano, quindi porta sempre con sé la durezza con cui è stato cresciuto e con la quale affronta questo nuovo mondo. Certamente amava sua moglie, al punto tale da affrontare una missione pericolosa insieme al suo giovane figlio senza neanche conoscerne il motivo. Semplicemente lo fa perché è stato l’ultimo desiderio della sua nuova consorte. Questa non è assolutamente una novità nella saga, poiché già la precedente famiglia era la sola cosa verso cui Kratos mostrava sentimenti umani. Tuttavia, per Kratos qualsiasi ostacolo verso il suo obiettivo è solo una minaccia o una seccatura. La conoscenza di questo nuovo mondo gli serve solo per essere preparato; l’esplorazione la ritiene necessaria solo per trovare oggetti utili alla missione, al contrario di Atreus che in questo mondo ci è nato ma non era mai uscito dalla foresta selvaggia. Il piccolo era molto più legato alla madre, la quale gli ha insegnato a leggere e parlare le lingue di questa terra e gli ha trasmesso l’interesse per la mitologia norrena. Anche Kratos tiene molto a suo figlio, ma intende trasmettergli la sua stessa educazione spartana, oltre a nascondergli il suo passato e la loro vera natura. Tutto ciò comporterà diversi ostacoli per il rapporto tra i due nel corso della storia.

Una storia che inizia abbastanza a rilento, poiché approfondisce il rapporto tra Kratos e Atreus e introduce pian piano la lore del nuovo mondo, oltre alla possibilità di esplorare liberamente gran parte di Midgard fin dall’arrivo al Lago dei Nove. Trovo anche deboluccia la motivazione di Kratos, spiegata in precedenza, per distrarsi dall’obiettivo principale, ma questo è un difetto minore tipico di videogiochi del genere. La narrazione comunque è perfetta, con i due protagonisti che dialogano tra loro in continuazione durante le missioni primarie e secondarie, soprattutto durante i viaggi in barca. Non mancheranno poi eventi spettacolari e battaglie feroci.

A un certo punto però, la storia comincerà a farsi molto più interessante. Una nuova conoscenza permetterà di arricchire le spiegazioni della lore in ogni momento, in particolare narrando di due personaggi e creando un grosso hype nei loro confronti. S’intensificheranno le battaglie, aumenterà il numero di eventi spettacolari, non mancheranno colpi di scena che saranno davvero d’effetto. In almeno un paio di momenti ci verrà mostrato anche l’efficienza della narrazione con il piano sequenza unico; in altri invece resteremo stupefatti dalla qualità della regia nonostante le difficoltà che può comportare la scelta che è stata fatta per la telecamera. Al termine di tutto questo ci ritroveremo ad aver compreso perfettamente ogni elemento narrativo del gioco, apprezzabili ancor più con una seconda run (magari giocando anche a una difficoltà maggiore).

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“Puoi ucciderne uno così grosso?” Atreus dovrebbe recuperare i vecchi capitoli =)




Il gameplay prevede un sistema di combattimento che non si discosta molto da quello dei vecchi capitoli, rimanendo frenetico e violento, diventando però anche più tecnico. In questo nuovo capitolo, Kratos non impugna più le Lame del Caos come arma principale, bensì l’ascia Leviatano. Quest’ascia può essere usata per una combo frontale, può sollevare nemici con un fendente pesante dal basso verso l’alto, e può anche essere lanciata e richiamata a comando. Una volta lanciata, la Leviatano tornerà solo quando richiamata premendo il tasto TRIANGOLO, permettendo così a Kratos di combattere anche a mani nude (è possibile farlo anche semplicemente riponendo l’ascia) e sfoggiare un’altra serie di combo. I nemici hanno anche dei punti deboli da poter ferire con il lancio dell’ascia, come ad esempio un colpo alla testa che da sempre buoni risultati, oppure un colpo alle gambe che può farli cadere a terra. Senza dimenticare infine che la Leviatano colpisce anche quando viene richiamata.

Kratos possiede anche uno scudo in questa nuova avventura, estraibile da un bracciale sinistro ogni volta che si preme il tasto L1. E’ quindi possibile parare come nei vecchi capitoli e contrattaccare in maniera particolare parando un colpo al momento giusto. E’ inoltre possibile effettuare alcuni attacchi con lo scudo sbloccabili nell’albero delle abilità del combattimento a mani nude.

Torna nuovamente anche la vecchia Rabbia spartana, presente in ogni capitolo con diversi nomi. Sotto la barra della salute è presente un’altra barra di colore arancione che si riempie combattendo (il combattimento a mani nude la ricarica più in fretta rispetto agli attacchi con l’ascia). Una volta carica al massimo, è possibile attivare la Rabbia spartana che consumerà lentamente la barra arancione, terminando quando questa sarà vuota. Con la Rabbia spartana attiva, Kratos combatte a mani nude ma sarà molto più forte, resistente e veloce. Anche per questa modalità di combattimento è possibile sbloccare nuovi attacchi tramite un albero delle abilità.

Una grossa novità è appunto l’impronta GDR sul potenziamento dei protagonisti. Kratos possiede ora delle statistiche che vengono modificate in base all’equipaggiamento. E’ possibile scegliere le parti di armatura per busto, braccia e fianchi, ognuna delle quali, oltre a modificare le statistiche, può avere anche un effetto aggiuntivo. Ogni pezzo di armatura possiede anche degli incavi per gli incantesimi, i quali aggiungono ulteriori modifiche alle statistiche ed effetti speciali. E’ presente anche lo slot per un talismano, un altro oggetto ancora che modifica le statistiche e fornisce effetti speciali, con la differenza che alcuni di questi ultimi possono attivarsi manualmente tramite la pressione dei tasti L2 + CERCHIO. A differenza degli incantesimi però, il talismano necessita un tempo di ricarica dopo l’utilizzo, indipendentemente se si tratta di un’attivazione manuale o passiva.

Il tempo di ricarica è necessario anche per quanto riguarda l’uso degli attacchi runici della Leviatano. Anche nell’ascia sono presenti due incavi in cui è possibile inserire le rune: uno per gli attacchi runici leggeri, un altro per quelli pesanti. Gli attacchi runici sono mosse molto potenti e con un certo impatto scenico. Ognuno di essi ha tre statistiche (Danno, Gelo e Stordimento) potenziabili tramite i punti esperienza fino a livello 3. Infine, è possibile cambiare anche il pomo dell’ascia che funziona più o meno come gli incantesimi nell’armatura.

Abbiamo citato prima gli alberi delle abilità, il nuovo sistema di progressione per le tecniche di combattimento di Kratos. Mentre nei precedenti capitoli si sbloccavano nuove mosse semplicemente spendendo i punti esperienza necessari per aumentare il livello dell’arma, in questo God of War è possibile scegliere quali mosse sbloccare. E’ presente un albero delle abilità sia per l’ascia che per il combattimento a mani nude, quest’ultimo include anche nuove tecniche per lo scudo e per la Rabbia spartana. Per quanto riguarda la Leviatano invece, bisognerà potenziarla dai fabbri per sbloccare nuovi rami di abilità, i quali contengono anche abilità per infliggere danni da gelo (già presenti negli attacchi runici citati in precedenza) che rallentano o immobilizzano i nemici. Ogni abilità sbloccata riceve inoltre anche dei bonus con il raggiungimento di un certo valore in una determinata statistica.

Se pensate che tutto questo sia notevole, sappiate che a un certo punto del gioco si arricchirà ancor di più. Purtroppo in questo caso non posso entrare nello specifico per non dare anticipazioni sulla storia.


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E’ sempre God of War




Un’altra novità, tutt’altro che trascurabile, è la presenza di Atreus nelle battaglie. Il ragazzo è armato di arco e può scoccare delle frecce contro i nemici, sia in automatico che a comando, le quali sono utili principalmente per bloccare un attacco o attrarre l’attenzione lontano da Kratos, ma infliggono anche un po’ di danni e possono aiutare a completare le combo. Avanzando nel gioco si sbloccheranno anche due tipi speciali di frecce che andranno ad aggiungere altri effetti agli attacchi, consentendo anche di sfruttare le debolezze dei nemici. Oltre alle frecce, Atreus è in grado di attaccare i nemici nel corpo a corpo, colpendoli per interrompere un loro attacco, bloccandoli per qualche secondo e permettere così a Kratos diverse opzioni (tra le quali una combo proprio con Atreus), oppure colpendoli dopo che suo padre li ha scagliati a mezzaria per permettere il proseguo di una combo.

E’ presente un incavo per le rune e un albero delle abilità anche per l’arco di Atreus. Allo stesso modo della Leviatano, anche l’arco va potenziato dai fabbri per sbloccare nuovi rami di abilità, così come gli attacchi runici richiedono sempre un tempo di ricarica dopo l’uso. Gli attacchi runici dell’arco sono evocazioni magiche di animali che infliggono danni o stordiscono il nemico, ad eccezione di un’evocazione particolare che ha invece un altro effetto molto utile.

E’ possibile potenziare anche la faretra di Atreus per aumentare il numero di frecce che si possono scoccare a comando, così come anche per lui è possibile cambiare abito per assegnare delle abilità speciali. Infine, Atreus può anche tenere una pietra della resurrezione acquistabile dai fabbri, la quale permette di rianimare Kratos una sola volta se finisce KO.

Atreus non può morire né essere ferito, ma alcuni nemici possono catturarlo durante uno scontro. In questo caso partirà una sorta di timer, al termine del quale scatterà il game over se Kratos non avrà colpito il nemico che sta bloccando suo figlio.


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Non sottovalutate il ragazzo




Il numero di categorie dei nemici non si discosta molto da quello dei precedenti capitoli, ma ogni categoria ha tanti tipi di nemici che si distinguono non tanto per forza, bensì per abilità differenti. Ci saranno ad esempio almeno una decina di Draugr con abilità diverse, pur essendo quasi identici per estetica. Lo stesso vale per i troll e le valchirie, che sono mid boss e boss secondari, meno invece per gli antichi che cambiano solo il danno elementale. Resta comunque possibile trovare anche una differenza di forza per lo stesso tipo di nemico, espressa da colori diversi della barra della salute e dal livello scritto vicino a quest’ultima. I nemici possiedono anche una seconda barra dello stordimento che si carica colpendoli. Una volta caricata al massimo, resteranno storditi per un breve periodo, durante il quale sarà possibile premere R3 e permettere a Kratos di finirli con un omicidio brutale tipico di God of War.

I nostri nuovi avversari hanno ricevuto una certa cura anche nella fisica di gioco. Oltre alle già elencate possibilità con il lancio dell’ascia, si può benissimo scagliare un nemico contro l’altro, o scagliarli contro il muro per infliggere danni e aumentare notevolmente la barra dello stordimento. E’ possibile anche infliggere status ai nemici, ad esempio il già citato congelamento, e sfruttare anche questi con la loro fisica: scagliare un nemico congelato contro un altro, congelerà anche quest’ultimo, oppure scagliare un nemico congelato contro un muro per infliggergli un numero notevole di danni.

Tuttavia, questo nuovo God of War pecca un po’ nella spettacolarità delle boss fight, pur essendo più tecniche rispetto al passato. Oltre a non essere molto numerose, escludendo i mid boss, c’è n’è solo una con la spettacolarità tipica della saga, e altre due che sono si spettacolari ma non ai livelli del passato. Potrebbero anche andare se si ripensa al numero di boss fight nel primo capitolo e alla qualità di alcune in God of War II; prendendo però in considerazione God of War III, non è un fattore giustificabile con la scusa che questo è il primo capitolo di un nuovo corso.

Il livello di difficoltà invece rimane sempre soddisfacente. Giocando “Esperienza equilibrata”, ovvero la difficoltà normale, si ha davvero un’esperienza equilibrata, la quale permette sia una buona sfida che la possibilità di provare al meglio il nuovo sistema di combattimento, al contrario di molti titoli dove bisogna selezionare subito la modalità difficile per essere soddisfatti. Gli altri livelli di difficoltà sono “Raccontami una storia” e “Cercatore di sfide”, ovvero le modalità facile e difficile, ed infine la modalità “Un vero God of War” che è veramente ardua. Quest’ultima richiede un’ottima manualità e conoscenza del sistema di combattimento, altrimenti anche il primo scontro potrebbe richiedere diversi tentativi. Finalmente è stata anche inserita la possibilità di cambiare liberamente il livello di difficoltà durante l’avventura, ad eccezione di “Un vero God of War” dal quale non si potrà più tornare indietro una volta selezionato. La difficoltà “Un vero God of War” giustifica un po’ più le motivazioni che spingono Kratos a esplorare, ponendo alcuni ostacoli durante le missioni primarie che sono difficili da superare senza un equipaggiamento migliore.

Non mancano i puzzle ambientali tipici della saga, che in questo capitolo sfruttano per lo più il lancio dell’ascia e le frecce speciali di Atreus. Peccato però che, come in God of War III, questi non abbiano la complessità vista nei primi due capitoli, in particolare God of War II che era anche l’altro capitolo diretto da Cory Barlog.

L’inserimento dei fabbri e la componente GDR portano con loro anche il crafting, a partire dall’Argento come moneta di scambio principale, passando per altri materiali necessari per forgiare e rafforzare l’equipaggiamento, ottenibili nei forzieri o rilasciati dai nemici. Fanno il loro ritorno anche gli oggetti per aumentare le barre della salute e della rabbia, custoditi all’interno di forzieri che richiedono la risoluzione di un enigma per essere aperti. Infine, sono stati aggiunti i collezionabili, quali mappe del tesoro per trovare oggetti rari o reperti antichi che spiegano la lore del mondo di gioco, e anche i meno interessanti corvi di Odino. Tutto ciò viene conservato nel diario di Atreus, insieme al catalogo delle missioni primarie e secondarie, le prove, e il bestiario.

Purtroppo non è possibile vedere in alcun modo il tempo di gioco. Un calcolo dei recensori dice che l’avventura principale si completa in circa 20 ore, mentre ne servono il doppio per completare il gioco al 100%. Un notevole aumento della longevità rispetto a tutti gli altri titoli della saga.


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Sarà un’avventura magnifica




God of War è un ottimo esempio di come proseguire una lunga serie videoludica senza renderla ripetitiva né stravolgerla. Santa Monica ripresenta le basi della saga sotto una nuova veste, prendendo il vecchio Kratos e inserendolo in un mondo non suo, ma che lo vedrà protagonista molto più che nella mitologia greca. Suo figlio Atreus lo accompagnerà in questo difficile viaggio, in lotta contro i fantasmi del passato e alla scoperta di un mondo curatissimo sia a livello tecnico che narrativo. Tornano anche le battaglie frenetiche e violente, con più tecnicismo e nuovi modi di combattere. L’unica vera pecca del gioco è che si tratta chiaramente del capitolo principale di una nuova trilogia, andando a creare grande attesa per elementi mostrati e narrati che però non sono presenti; in particolare il desiderio di più boss fight con l’epicità tipica della saga proposte sotto questo nuovo aspetto.

Voto: 9,5
Bellissima, complimenti!

 
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