Solo io l'ho postata, ma l'albo ha fatto cagare a molti. Così come le storie uscite quest'anno. E' già abbastanza smerdato Dylan come testata, non è vero che piace al grande pubblico :none:(infatti a circolare sono sempre le solite quattro o cinque citazioni da denuncia)
Beh, la produzione di Chiaverotti è vasta e nel corso del tempo ha inevitabilmente prodotto storie alimentari in cui puntualmente finiva col copiare se stesso. Del resto la sua tipologia è sempre stata definita dalla componente slasher con serial-killer, da cui ha deviato in minima misura con sporadiche variazioni sul tema (divertente quella infernale di Armageddon!). Ricordiamo che è stato lo sceneggiatore di punta nel periodo di transizione dovuto al progressivo allontanamento di Sclavi, con una media di cinque sceneggiature annuali fino alle otto su dodici del 1994! Capirei poi se tu avessi citato "La rivolta delle macchine" come esempio di negativo eccesso della deriva animalista (per quanto il problema è lo stesso Dylan Dog reso manifesto contro la violenza sugli animali) ma prendersela proprio con un classico equilibrato e fantasticamente splatter come Goblin che tra l'altro omaggia un intero filone letterario-cinematografico (sia nello sviluppo da act of revenge che nella specifica scelta dell'animale assassino).. Per quanto mi riguarda gli esponenti meritevoli del termine chiaverottata sono storie tipo Incubo di una notte di mezza estate, Il bosco degli assassini o Lo spettro nel buio, quella roba un po' cialtrona che è veramente difficile prendere sul serio. Ma non capisco come tu possa farne regola da applicare all'intera produzione dell'autore, anche perchè parliamo di capisaldi autenticamente e gustosamente orrorifici come Il buio, I delitti della mantide, Il mistero del Tamigi, Lontano dalla luce, Partita con la morte.. Boh?!Chiaverotti potuto soffrire come pochi su DD, la sua produzione per quanto mi riguarda è sempre stata più che altro fuffa (ne ha anche sfornate troppe come storie) ne salvo davvero pochissime, può anche essere il padrino del personaggio (grazie a lui sono stati donati alcuni nemici e stilemi della saga) ma fortunatamente non sono state le sue storie a farmi innamorare della testata. E anche lui non scherzava con cose come con la stucchevole Goblin, per quanto uno (anche io) possa essere animalista o anche solo in parte. Poi ovviamente parlo per me visto che molte Chiaverottate sono piaciute a molti e sono riuscite, però quest'ultimo termine è stato invento non a caso...
I giorni dell'incubo in parte te lo appoggio; è stata la sua prima sceneggiatura ed ha peccato di eccesso verboso (errore comune in molti scrittori letterari prestati al fumetto), i balloon sono colmi di testo e spiegazioni superflue ma la storia in sé non è totalmente da buttare, a parte il cattivo da macchietta. Secondo me si risolleva nella bella chiusura, tragica e compiuta. E poi dai, Manfredi si è ampiamente corretto con La porta dell'inferno che tra l'altro ha raccolto il pesante fardello dovuto all'uscita successiva al numero cento. Nonchè col doppio Aracne/La profezia, fra le migliori storie di quel periodo con una grande caratterizzazione dell'ambientazione. Tra parentesi, a me questa cosa dell'anti-recchioniano non va proprio giù perchè la divisione in fazioni è il gioco che è solito usare lui, mettendo da una parte i suoi seguaci pronti a spellarsi le mani per ogni sua amenità e dall'altra tutti gli altri, in un estenuante scontro "noi vs loro" che lo pone in una posizione vittimista. Ti stupirei dicendoti che Recchioni lo leggo fin dalla metà degli anni novanta in cui faceva gli spaghetti manga per Comic Art, ho tutti i John Doe, Orfani e Detective Dante (da qualche parte nel thread dei collezionisti trovi le foto). E credo che sia anche un ottimo curatore che ha contribuito a risollevare le sorti del personaggio, coinvolgendo nuovi autori di indubbio talento (di contro: autori rigorosamente a lui graditi e usati come merce di scambio favori). Ciò non toglie che le sue storie sul personaggio mi siano sembrate puerili a livello infantile, fastidiosamente ammiccanti, autoreferenziali e postmoderne nell'accezione negativa del termine. Ma suppongo sia più facile dare a me dell'anti-recchioniano e a te del fanboy, così ci addossiamo delle facili etichette e siamo tutti più tranquilli.Manfredi già meglio, ma sempre detto poco su DD, il suo "I Giorni dell'Incubo" la ritengo tra le peggiori letture Dylaniate che ho fatto, noioso come pochi per quanto mi riguarda, mentre più interessante "Le Stagioni della Vita" con la sua parte iniziale e soggetto, ma personalmente comunque più di una sufficienza abbondante non ci va, meglio su altri lidi certamente più avvezzi a lui (per quanto attualmente sia un po' stagionato purtroppo) :kep88:Per il resto d'accordo, tranne su Medda che ha fatto decisamente meglio (e peggio per carità) da solo su DD e appunto sulla Barbato, ma si vede che abbiamo punti di vista completamente diversi visto che non sono un anti-Recchioniano e della sua crew, anzi
Ovviamente mi riferisco alle solite battute che vengono rimbalzate in loop sui vari social; quella del cappotto, quella della domenica pomeriggio, quella del "bisogna essere in due per lasciarsi" o del "avremmo fatto una bella coppia". Roba da condivisione facile quanto banale, spesso decontestualizzata con immagini create ad ok per ricreare un effetto romantico che snatura il senso e significato originale. Ma insomma, basta farsi un giro su Instagram con l'hashtag "dylandog" e guardare cosa va condividendo la gente, per rendersi conto che non si va molto oltre alla concezione di personaggio romantico indissolubilmente legato a Johnny Freak o a Il lungo addio. Criticato poi da molti utenti nei forum o gruppi Facebook che sei solito frequentare? Considerando che col solo inedito Dylan Dog vende mensilmente in Italia più del doppio di quanto fa Amazing Spider-Man negli States. Il personaggio ha un seguito enorme (a livello mondiale dico; esce anche in Croazia, Brasile, Polonia, Turchia..) ed è tutt'ora amatissimo dal pubblico generalista, dei personaggi Bonelli è quello che fra tutti ha meno risentito dei vari ricambi generazionali e anzi oggi vive una seconda giovinezza grazie all'ottimo riscontro nel fondamentale bacino 20-30 anni (complice la nuova linea editoriale con uscite dedicate al mercato delle librerie). Non siamo a livello delle 550.000 copie dei primi anni novanta ma ormai quei numeri li fanno solo le riviste contenitore su territorio nipponico. Che poi negli ultimi anni il livello qualitativo delle storie si è enormemente alzato rispetto alla precedente gestione; la critica andrebbe capita se pertinente e mirata, altrimenti è solo il costante lamentarsi da parte di chi non ha niente da dire e questo vale oggi esattamente come trent'anni fa.Solo io l'ho postata, ma l'albo ha fatto cagare a molti. Così come le storie uscite quest'anno. E' già abbastanza smerdato Dylan come testata, non è vero che piace al grande pubblico :none:
Cronodramma, Graphic Horror Novel, Arriva il Dampyr e il Bianco e il Nero (devo ancora leggere il 374), e ovviamente lo Speciale di Bilotta, tutto il resto sta tra il mediocre o sufficienza per me. Anche se devo leggere ancora il Maxi di Mignacco e il Color Fest dei Remake.Visto che il 2017 di Dylan si è concluso, quali sono stati gli albi mensili che avete preferito quest'anno? Io forse ne ho due, ma devo pensarci un attimo meglio
Lo consigliate Il cervello di Killex? Io ho smesso di seguire la testata regolare mensile da un anno e mezzo circa, questo numero a colori scritto da Sclavi, il 375, è da prendere?Uscito Il cervello di Killex per la Sclavi collection. Il prossimo numero sarà Le notti della luna piena (DD #3).
Da quello che leggo in giro non è propriamente un grande Sclavi, ma uno con il pilota automatico e quindi poco a che fare con la storia dell'anno scorsa, se ti piace Sclavi sicuramente non dovrebbe dispiacere come lettura visto comunque di che autore stiamo parlando, che quindi anche nel peggio è sempre leggibile, però appunto niente di entusiasmante, ecco. Insomma vedi tu.Lo consigliate Il cervello di Killex? Io ho smesso di seguire la testata regolare mensile da un anno e mezzo circa, questo numero a colori scritto da Sclavi, il 375, è da prendere?
Ci penserò su! Grazie mille per la risposta!Da quello che leggo in giro non è propriamente un grande Sclavi, ma uno con il pilota automatico e quindi poco a che fare con la storia dell'anno scorsa, se ti piace Sclavi sicuramente non dovrebbe dispiacere come lettura visto comunque di che autore stiamo parlando, che quindi anche nel peggio è sempre leggibile, però appunto niente di entusiasmante, ecco. Insomma vedi tu.Comunque Killex si è consigliata come storia, personalmente più della prossima per esempio
''Cerco l'anima. Può nascondersi ovunque. Ma l'idea dell'anima non è l'anima stessa. Io cerco il soffio della vita. Qualcosa di materiale. Un'infinitesima ghiandola mai scoperta. Quel qualcosa che permetta a due umani di scoprire lo proprie anime.''
Marzano l'ho sempre ritenuto lontano dalla bravura anche se sicuramente fra i meno peggio del periodo Gualdoni (del resto le alternative erano De Nardo e Di Gregorio, brrrr!). Ma non ho capito a quale forma/figura retorica fai riferimento.. metafora? allegoria? iperbole? Perchè a me sembra un semplice concetto polisemantico, tra l'altro di banale inevitabilità in relazione al contenuto della storia.Il titolo ''NON UMANO'' del 377° capitolo è una forma di retorica che colpisce direttamente alla coscienza e fa riflettere sul ''mostro'' che Dylan affronta, sotto una chiave di lettura in stile Dylaniana. Marzano ci sa fare, ma bene.