Cosa c'è di nuovo?

Dylan Dog | Sergio Bonelli Editore

Gouki

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Stupendo il nuovo numero di Sclavi.

 

Ryo Narushima

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''22 Marzo, mezzanotte. Quando un uomo muore, muore l'intero universo.''

L'albo non mi ha fatto impazzire, però questo passaggio è bellissimo. Fa riflettere sul fatto che ognuno di noi vive nel suo mondo, con la sua vita, le sue persone, i suoi impegni, quindi siamo tutti un universo a parte, anche se viviamo sullo stesso pianeta. Tanti perfetti estranei che vivono nello stesso mondo.

 

Dies Irae

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Mi sembra uno Sclavi che ormai scrive col pilota automatico, beninteso che perfino lo Sclavi sobrio mangia in testa a gran parte degli scribacchini che sono venuti dopo di lui (fuffa recchioniana in primis). Poi vai a vedere la genialità di certe intuizioni riposte nei suoi migliori deliri alcolici e la differenza con l'attuale scrittura rasenta l'abissale. Perfino il qui bistrattato Le notti della luna piena, per quanto acerbo e sicuramente non rappresentativo della sua produzione migliore, è un perfetto esempio di citazionismo attento e intelligente che declina in modo molto originale il tema della licantropia alla sensibilità tipicamente sclaviana. Personalmente l'ho sempre trovato molto divertente, sia per la sortita in un'ambientazione dal fascino particolarmente evocativo ma soprattutto per quella centrata atmosfera sospesa fra Suspiria e L'ululato.

Se dovessimo parlare di autori, Sclavi al top ma Ferrandino gli è subito dietro, poi Ambrosini e Giancarlo Manfredi seguiti dal pur discontinuo Chiaverotti e Michele Medda (meglio se in coppia con gli altri due sardi Vigna-Serra). In tempi recenti mi sono piaciuti Celoni, Accatino e Bilotta. La Barbato si è rivelata una promessa ampiamente non mantenuta, fumo negli occhi quanto le fisime adolescenziali dell'attuale curatore. Fra il peggio; da dimenticare in toto la Gualdoni-crew (De Nardo, Di Gregorio, Marzano) e il mio acerrimo nemico personale, Tito Faraci (sue le storie più brutte in assoluto, imho). Top 10, diciamo nei primi dieci anni di vita del personaggio: Alfa e Omega, La casa degli uomini perduti, Memorie dall'invisibile, Terrore dall'infinito, Sette anime dannate, Il buio, Dietro il sipario, Il castello della paura/La dama in nero, Diabolo il grande, Dopo mezzanotte e vabbè, come fai a sceglierne solo dieci?

Tra l'altro quest'anno ho iniziato un progettino Instagram che mi ha portato a rileggere le storie in ordine cronologico - sono arrivato al 110 inclusi tutti gli Speciali/Almanacchi/Giganti usciti fino a quel momento a cui prossimamente si uniranno anche i Maxi e Color Fest - ed è evidente la piega deleteria intrapresa in seguito al successo popolare della coppia Il Lungo Addio/Johnny Freak, con la gestione Marcheselli improntata sulla figura di Dylan che da indagatore passa al ruolo di assistente sociale col caso umano da facile presa emotiva. Sentimenti comandati a bacchetta che sfociano nel prosaico più stucchevole e pretestuoso, tutto ciò che Sclavi è abilmente riuscito ad evitare ma che evidentemente piace al grande pubblico dei lettori (infatti a circolare sono sempre le solite quattro o cinque citazioni da denuncia).

 

Jack 95

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Chiaverotti potuto soffrire come pochi su DD, la sua produzione per quanto mi riguarda è sempre stata più che altro fuffa (ne ha anche sfornate troppe come storie) ne salvo davvero pochissime, può anche essere il padrino del personaggio (grazie a lui sono stati donati alcuni nemici e stilemi della saga) ma fortunatamente non sono state le sue storie a farmi innamorare della testata. E anche lui non scherzava con cose come con la stucchevole Goblin, per quanto uno (anche io) possa essere animalista o anche solo in parte. Poi ovviamente parlo per me visto che molte Chiaverottate sono piaciute a molti e sono riuscite, però quest'ultimo termine è stato invento non a caso... :asd:

Manfredi già meglio, ma sempre detto poco su DD, il suo "I Giorni dell'Incubo" la ritengo tra le peggiori letture Dylaniate che ho fatto, noioso come pochi per quanto mi riguarda, mentre più interessante "Le Stagioni della Vita" con la sua parte iniziale e soggetto, ma personalmente comunque più di una sufficienza abbondante non ci va, meglio su altri lidi certamente più avvezzi a lui (per quanto attualmente sia un po' stagionato purtroppo) :kep88:

Per il resto d'accordo, tranne su Medda che ha fatto decisamente meglio (e peggio per carità) da solo su DD e appunto sulla Barbato, ma si vede che abbiamo punti di vista completamente diversi visto che non sono un anti-Recchioniano e della sua crew, anzi :asd:

Per il resto "Le Notti della Luna Piena" di certo non è una pessima storia, di certo per dire meglio di "Jack lo Squartatore" che davvero è un gialletto di Rujuana memoria, divertente da leggere e in parte leggera per quanto alcune scene horror niente male, però di certo non rimane tra le migliori storie di Sclavi, per una collana del genere ci sarebbero per prima altre storie da pubblicare :sisi:

- - - Aggiornato - - -

Il DD di Sclavi che uscirà a Febbraio è il 125 della serie regolare, ovvero "Tre per Zero" che è davvero una bellissima storia :sisi:

 
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Ryo Narushima

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(infatti a circolare sono sempre le solite quattro o cinque citazioni da denuncia)
Solo io l'ho postata, ma l'albo ha fatto cagare a molti. Così come le storie uscite quest'anno. E' già abbastanza smerdato Dylan come testata, non è vero che piace al grande pubblico :none:

 

Dies Irae

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Chiaverotti potuto soffrire come pochi su DD, la sua produzione per quanto mi riguarda è sempre stata più che altro fuffa (ne ha anche sfornate troppe come storie) ne salvo davvero pochissime, può anche essere il padrino del personaggio (grazie a lui sono stati donati alcuni nemici e stilemi della saga) ma fortunatamente non sono state le sue storie a farmi innamorare della testata. E anche lui non scherzava con cose come con la stucchevole Goblin, per quanto uno (anche io) possa essere animalista o anche solo in parte. Poi ovviamente parlo per me visto che molte Chiaverottate sono piaciute a molti e sono riuscite, però quest'ultimo termine è stato invento non a caso... :asd:
Beh, la produzione di Chiaverotti è vasta e nel corso del tempo ha inevitabilmente prodotto storie alimentari in cui puntualmente finiva col copiare se stesso. Del resto la sua tipologia è sempre stata definita dalla componente slasher con serial-killer, da cui ha deviato in minima misura con sporadiche variazioni sul tema (divertente quella infernale di Armageddon!). Ricordiamo che è stato lo sceneggiatore di punta nel periodo di transizione dovuto al progressivo allontanamento di Sclavi, con una media di cinque sceneggiature annuali fino alle otto su dodici del 1994! Capirei poi se tu avessi citato "La rivolta delle macchine" come esempio di negativo eccesso della deriva animalista (per quanto il problema è lo stesso Dylan Dog reso manifesto contro la violenza sugli animali) ma prendersela proprio con un classico equilibrato e fantasticamente splatter come Goblin che tra l'altro omaggia un intero filone letterario-cinematografico (sia nello sviluppo da act of revenge che nella specifica scelta dell'animale assassino).. Per quanto mi riguarda gli esponenti meritevoli del termine chiaverottata sono storie tipo Incubo di una notte di mezza estate, Il bosco degli assassini o Lo spettro nel buio, quella roba un po' cialtrona che è veramente difficile prendere sul serio. Ma non capisco come tu possa farne regola da applicare all'intera produzione dell'autore, anche perchè parliamo di capisaldi autenticamente e gustosamente orrorifici come Il buio, I delitti della mantide, Il mistero del Tamigi, Lontano dalla luce, Partita con la morte.. Boh?!

Manfredi già meglio, ma sempre detto poco su DD, il suo "I Giorni dell'Incubo" la ritengo tra le peggiori letture Dylaniate che ho fatto, noioso come pochi per quanto mi riguarda, mentre più interessante "Le Stagioni della Vita" con la sua parte iniziale e soggetto, ma personalmente comunque più di una sufficienza abbondante non ci va, meglio su altri lidi certamente più avvezzi a lui (per quanto attualmente sia un po' stagionato purtroppo) :kep88:Per il resto d'accordo, tranne su Medda che ha fatto decisamente meglio (e peggio per carità) da solo su DD e appunto sulla Barbato, ma si vede che abbiamo punti di vista completamente diversi visto che non sono un anti-Recchioniano e della sua crew, anzi :asd:
I giorni dell'incubo in parte te lo appoggio; è stata la sua prima sceneggiatura ed ha peccato di eccesso verboso (errore comune in molti scrittori letterari prestati al fumetto), i balloon sono colmi di testo e spiegazioni superflue ma la storia in sé non è totalmente da buttare, a parte il cattivo da macchietta. Secondo me si risolleva nella bella chiusura, tragica e compiuta. E poi dai, Manfredi si è ampiamente corretto con La porta dell'inferno che tra l'altro ha raccolto il pesante fardello dovuto all'uscita successiva al numero cento. Nonchè col doppio Aracne/La profezia, fra le migliori storie di quel periodo con una grande caratterizzazione dell'ambientazione. Tra parentesi, a me questa cosa dell'anti-recchioniano non va proprio giù perchè la divisione in fazioni è il gioco che è solito usare lui, mettendo da una parte i suoi seguaci pronti a spellarsi le mani per ogni sua amenità e dall'altra tutti gli altri, in un estenuante scontro "noi vs loro" che lo pone in una posizione vittimista. Ti stupirei dicendoti che Recchioni lo leggo fin dalla metà degli anni novanta in cui faceva gli spaghetti manga per Comic Art, ho tutti i John Doe, Orfani e Detective Dante (da qualche parte nel thread dei collezionisti trovi le foto). E credo che sia anche un ottimo curatore che ha contribuito a risollevare le sorti del personaggio, coinvolgendo nuovi autori di indubbio talento (di contro: autori rigorosamente a lui graditi e usati come merce di scambio favori). Ciò non toglie che le sue storie sul personaggio mi siano sembrate puerili a livello infantile, fastidiosamente ammiccanti, autoreferenziali e postmoderne nell'accezione negativa del termine. Ma suppongo sia più facile dare a me dell'anti-recchioniano e a te del fanboy, così ci addossiamo delle facili etichette e siamo tutti più tranquilli.

Solo io l'ho postata, ma l'albo ha fatto cagare a molti. Così come le storie uscite quest'anno. E' già abbastanza smerdato Dylan come testata, non è vero che piace al grande pubblico :none:
Ovviamente mi riferisco alle solite battute che vengono rimbalzate in loop sui vari social; quella del cappotto, quella della domenica pomeriggio, quella del "bisogna essere in due per lasciarsi" o del "avremmo fatto una bella coppia". Roba da condivisione facile quanto banale, spesso decontestualizzata con immagini create ad ok per ricreare un effetto romantico che snatura il senso e significato originale. Ma insomma, basta farsi un giro su Instagram con l'hashtag "dylandog" e guardare cosa va condividendo la gente, per rendersi conto che non si va molto oltre alla concezione di personaggio romantico indissolubilmente legato a Johnny Freak o a Il lungo addio. Criticato poi da molti utenti nei forum o gruppi Facebook che sei solito frequentare? Considerando che col solo inedito Dylan Dog vende mensilmente in Italia più del doppio di quanto fa Amazing Spider-Man negli States. Il personaggio ha un seguito enorme (a livello mondiale dico; esce anche in Croazia, Brasile, Polonia, Turchia..) ed è tutt'ora amatissimo dal pubblico generalista, dei personaggi Bonelli è quello che fra tutti ha meno risentito dei vari ricambi generazionali e anzi oggi vive una seconda giovinezza grazie all'ottimo riscontro nel fondamentale bacino 20-30 anni (complice la nuova linea editoriale con uscite dedicate al mercato delle librerie). Non siamo a livello delle 550.000 copie dei primi anni novanta ma ormai quei numeri li fanno solo le riviste contenitore su territorio nipponico. Che poi negli ultimi anni il livello qualitativo delle storie si è enormemente alzato rispetto alla precedente gestione; la critica andrebbe capita se pertinente e mirata, altrimenti è solo il costante lamentarsi da parte di chi non ha niente da dire e questo vale oggi esattamente come trent'anni fa.

 

Ryo Narushima

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Visto che il 2017 di Dylan si è concluso, quali sono stati gli albi mensili che avete preferito quest'anno?

Io forse ne ho due, ma devo pensarci un attimo meglio :sisi:

 

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Visto che il 2017 di Dylan si è concluso, quali sono stati gli albi mensili che avete preferito quest'anno? Io forse ne ho due, ma devo pensarci un attimo meglio :sisi:
Cronodramma, Graphic Horror Novel, Arriva il Dampyr e il Bianco e il Nero (devo ancora leggere il 374), e ovviamente lo Speciale di Bilotta, tutto il resto sta tra il mediocre o sufficienza per me. Anche se devo leggere ancora il Maxi di Mignacco e il Color Fest dei Remake.

Poi questo numero di Sclavi so che mi piacerà poco visto che purtroppo ha il suo stile del post 200, pochi dialoghi, molte splash page per portare a casa le 90 e passa pagine e cose cosi, cioè niente a che vedere con "Dopo un Lungo Silenzio" che mixava un po' lo Sclavi del post 200 con quello del post 100 portandosi benissimo a casa il risultato.

Vediamo il prossimo di Cajelli da cui però mi aspetto poco, e devo ancora capire quale sarebbe il collegamento con il 369 che non vedo proprio :sisi:

Sicuramente l'anno scorso è stato un anno migliore per quanto abbia avuti bassi mica da ridere, ma complessivamente migliore :sasa:

 
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Ryo Narushima

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Uscito Il cervello di Killex per la Sclavi collection. Il prossimo numero sarà Le notti della luna piena (DD #3).

 

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Uscito Il cervello di Killex per la Sclavi collection. Il prossimo numero sarà Le notti della luna piena (DD #3).
Lo consigliate Il cervello di Killex? Io ho smesso di seguire la testata regolare mensile da un anno e mezzo circa, questo numero a colori scritto da Sclavi, il 375, è da prendere?

 
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Lo consigliate Il cervello di Killex? Io ho smesso di seguire la testata regolare mensile da un anno e mezzo circa, questo numero a colori scritto da Sclavi, il 375, è da prendere?
Da quello che leggo in giro non è propriamente un grande Sclavi, ma uno con il pilota automatico e quindi poco a che fare con la storia dell'anno scorsa, se ti piace Sclavi sicuramente non dovrebbe dispiacere come lettura visto comunque di che autore stiamo parlando, che quindi anche nel peggio è sempre leggibile, però appunto niente di entusiasmante, ecco. Insomma vedi tu.

Comunque Killex si è consigliata come storia, personalmente più della prossima per esempio :sisi:

 

alexjoestar

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Da quello che leggo in giro non è propriamente un grande Sclavi, ma uno con il pilota automatico e quindi poco a che fare con la storia dell'anno scorsa, se ti piace Sclavi sicuramente non dovrebbe dispiacere come lettura visto comunque di che autore stiamo parlando, che quindi anche nel peggio è sempre leggibile, però appunto niente di entusiasmante, ecco. Insomma vedi tu.Comunque Killex si è consigliata come storia, personalmente più della prossima per esempio :sisi:
Ci penserò su! Grazie mille per la risposta!

 

Ryo Narushima

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''Cerco l'anima. Può nascondersi ovunque. Ma l'idea dell'anima non è l'anima stessa. Io cerco il soffio della vita. Qualcosa di materiale. Un'infinitesima ghiandola mai scoperta. Quel qualcosa che permetta a due umani di scoprire lo proprie anime.''

Niente male Killex, mi è piaciuto. Storia particolare che cita e omaggia un film, però nel complesso funziona bene. Mi sento di consigliarla, anche se non è quella storia imperdibile da leggere a tutti i costi. Niente male.

 

Ryo Narushima

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In edicola trovate il 376 - Graphic horror novel: il sequel

 

Ryo Narushima

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Disponibile in edicola il nuovo cartonato di Sclavi, Le notti della luna piena. Il prossimo numero sarà Tre per zero.

 

Ryo Narushima

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Disponibile in edicola il #377

 

Ryo Narushima

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Disponibile in edicola il nuovo cartonato di Sclavi, Tre per zero. Il prossimo numero sarà Il ritorno di Killex.

 

Ryo Narushima

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Bello tre per zero, dopo qualche numero sottotono, finalmente una storia che mi ha colpito. Groucho fa una bella parte e viene usato per affrontare temi più filosofici e culturali davvero niente male.

 

CrazyMan

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Il titolo ''NON UMANO'' del 377° capitolo è una forma di retorica che colpisce direttamente alla coscienza e fa riflettere sul ''mostro'' che Dylan affronta, sotto una chiave di lettura in stile Dylaniana.

Marzano ci sa fare, ma bene.

 

Dies Irae

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Il titolo ''NON UMANO'' del 377° capitolo è una forma di retorica che colpisce direttamente alla coscienza e fa riflettere sul ''mostro'' che Dylan affronta, sotto una chiave di lettura in stile Dylaniana. Marzano ci sa fare, ma bene.
Marzano l'ho sempre ritenuto lontano dalla bravura anche se sicuramente fra i meno peggio del periodo Gualdoni (del resto le alternative erano De Nardo e Di Gregorio, brrrr!). Ma non ho capito a quale forma/figura retorica fai riferimento.. metafora? allegoria? iperbole? Perchè a me sembra un semplice concetto polisemantico, tra l'altro di banale inevitabilità in relazione al contenuto della storia.

 
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