Alert Guerra in Ucraina | Leggere primo post prima di intervenire

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Invito tutti voi a darvi una calmata, vi ricordo che è sempre un Topic Alert per il quale è importante seguire le regole che ora vi ricordo:


NO Flame/NO Member War
NO Spam/NO Continui tweet spammati
NO Trolling
NO Video in cui ci sono violenze su persone
NO Off Topic
NO Post fuori le righe
NO Contestazione pubblica alla moderazione (se volete un chiarimento su un intervento contattate me e gli altri mod in privato)
NO copiare e incollare contenuti di carattere "paywall" (ad esempio articoli che richiedono la sottoscrizione di un abbonamento per poter essere consultati)


In questo thread possono essere postati e discussi, oltre a tutti i fatti di cronaca relativi al conflitto in atto, quelli "collaterali" di carattere politico che hanno luogo al di fuori del nostro Paese. Per fare un esempio: discussione politica italiana sul caro energia come conseguenza delle sazioni alla Russia NO, matrice politica dell'attentato a Dugina SI.


Questo è l'ultimo avvertimento che vi scriviamo, da ora in poi interverremo direttamente alle trasgressioni delle regole.

Chi sarà ammonito si aspetti di poter essere bannato o addirittura oscurato dal topic, se continuerà a non rispettare le regole.
 
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I video che arrivano da Kherson oggi sono commoventi come la ragazzina che suonava il violino ieri.





Una domanda che mi sono posto, "cosa si prova".



La reazione su social del giornalista che ha girato il documentario "Occupied" che ho postato, Dmytro Bagnenko (ultimi due post, ieri e oggi):

 
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Ancora:











Mentre Cristiano Tinazzi si sfoga un po':



E leggo di altri insediamenti liberati.

Minchia non immagino nemmeno quante fosse comuni troveranno a Kherson, poracci
E mi domando se stiano già sminando. A proposito, il primo Armtrac 400 è stato consegnato.

L'Armtrac 400 è in grado di ripulire 2400 metri quadrati all'ora e può essere azionato a distanza. The Ukrainian Ministry of Ecology and Natural Resources estimates it will take at least a decade to clear all the mines and explosives from the country.

Ma Zelensky nel comunicato di ieri ha detto che (penso soprattutto in alcune zone) ovviamente bisogna velocizzare le cose e poi citando queste macchine mi è sembrato chiaro che volesse alludere al fatto che possono aiutare. Penso magari concentrando le operazioni nelle aree dove l'urgenza è maggiore. In più hanno un Armtrac A20T Mk2 e dei piani per acquistare altri 4 della serie 400 nei prossimi mesi.



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Inoltre Ilario Piagnerelli, nostro inviato, ha riferito che l'esercito ucraino ha avvisato di prepararsi ad eventuali bombardamenti dalla sponda sinistra del fiume Dnepr (ovvero orientale, perché ricordo o segnalo che quando si parla di right e left bank in Ucraina si tiene conto del verso della corrente del fiume che scorre da nord a sud). Magari come altri lo davi già per scontato, ma l'ho precisato perché (non qui) ho già visto qualcuno confondersi.

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Giorno 261 (postato 12 ore fa)

Le prime informazioni credibili cominciano ad arrivare da Kherson.
Pur caotiche nel loro insieme, risultano credibili perché sembrano confermare al momento la incongruità sistemica delle decisioni militari russe e la loro totale sudditanza ad aspetti politici che – pur rilevanti – dovrebbero passare in secondo piano di fronte alle esigenze del campo di battaglia.
Chi segue i miei commenti sa che da un lato sostengo l’ineluttabilità di un ritiro russo dalla Testa di Ponte a ovest del Dnipro già da settembre, e dall’altro sono sempre rimasto scettico sull’effettiva implementazione di questa misura militarmente indispensabile ma per Putin politicamente nociva.
Per questa ragione avevo prima commendato l’iniziale apparente decisionismo del nuovo Comandante operativo russo in Teatro, che in pratica aveva affermato la necessità di prendere questa decisione “dolorosa”, e poi mi ero rassegnato (professionalmente parlando) al suo piegarsi alle decisioni del suo padrone di Mosca, che evidentemente poneva il veto a qualsiasi “passo indietro”.
Sempre per la stessa ragione sono rimasto scettico di fronte all’annuncio di Shoygu di tre giorni fa: annunciare pubblicamente una decisione militare che avrebbe dovuto essere implementata nel massimo riserbo già due mesi fa mi sembrava – e mi sembra tuttora – priva di senso... Almeno dal punto di vista militare, che è quello in base al quale ragiono io, e in base al quale credo ragionino anche tanto Zaluzhny che Gerasimov.
Ha però perfettamente senso dal punto di vista politico, almeno secondo Putin.
Andiamo per ordine. Innanzitutto: sì, il ripiegamento russo è in atto. Si sta svolgendo in base ad una serie di provvedimenti predisposti da Surovikin nelle ultime settimane in attesa della da lui sospirata autorizzazione ad eseguirlo.
Ma si sviluppa attraverso il contrasto messo in atto dagli ucraini del Comando Sud, che a loro volta stanno chiaramente mettendo in atto un piano di contingenza predisposto da tempo (probabilmente da quando l’ineluttabilità del ripiegamento russo è risultata evidente anche a loro).
La difficoltà di trasportare circa quarantamila uomini pesantemente armati attraverso un fiume largo poco meno di un chilometro, privo di ponti utilizzabili e sotto la pressione e il fuoco di un avversario agguerrito ritengo sia evidente e non necessiti spiegazioni.
Ma questa difficoltà è esacerbata dal fatto che questa manovra di per sé complessa e pericolosa, sia stata annunciata pubblicamente PRIMA di essere avviata, risparmiando così alla controparte l’isteresi della sorpresa tattica e la necessità di riconoscere la vera natura dei movimenti nemici: è bastato per gli ucraini attivare alcune misure di ricognizione tattica per avere conferma di quanto avveniva, e far scattare il piano di contingenza.
Il volto funereo di Gerasimov e di Surovikin nel corso della sceneggiata fatta a beneficio delle televisioni rifletteva la consapevolezza delle perdite addizionali che verranno inflitte ai loro soldati a causa della mancata possibilità di mascherare almeno le fasi iniziali dello sganciamento, che sta invece avvenendo fin dall’inizio sotto il fuoco ucraino.
Militarmente, l’operazione è un incubo per i russi: tanto la Testa di Ponte da evacuare che le zone di concentrazione sulla sponda orientale dove dovranno necessariamente sbarcare una volta passato il fiume sono nel raggio d’azione dell’artiglieria ucraina, che ha avuto tutto il tempo di predisporre un piano di fuoco accurato con coordinate di tiro precise.
I punti di raccolta da dove abbandonare la sponda occidentale sono relativamente pochi e ben noti agli artiglieri ucraini, e le strade che vi adducono sono scarse a loro volta, mentre il fronte da tenere durante lo sganciamento rimane piuttosto ampio e richiede una retroguardia capace e determinata, che non può essere formata dai soli rinforzi appena richiamati e privi di esperienza; a causa della mancata sorpresa richiede il sacrificio di quegli stessi paracadutisti veterani che Surovikin intendeva salvare, e che adesso risultano ancora più demotivati e delusi per l’inettitudine dei loro superiori.
Se l’aeronautica russa fosse ancora capace, potrebbe fornire l’indispensabile copertura alla manovra, ma come ormai da diversi mesi gli aerei russi si vedono solo sporadicamente a causa dei loro enormi problemi logistici e della minaccia crescente della contraerea ucraina.
Eppure, politicamente per Putin tutto questo ha un senso.
L’annuncio pubblico, drammatico ma insolitamente aperto, ha offerto almeno all’opinione pubblica russa l’idea di una leadership fermamente in controllo degli eventi – ancorché sfavorevoli – e di un ripiegamento deciso per salvare soldati russi e non imposto dalla pressione di quelli ucraini, e questo per Putin era fondamentale.
Inoltre la flessibilità inerente a questa decisione è funzionale alla propaganda russa secondo cui il Cremlino sarebbe aperto ad una soluzione diplomatica mentre sembrerebbe il Governo di Kyiv ad apparire chiuso ad ogni trattativa; di qui il filone di narrativa relativo al presunto accordo fra russi ed americani che sarebbe alle spalle del ritiro stesso, il quale alla fine apparirebbe come la concessione di Mosca a Washington in cambio di una pressione americana sugli ucraini per favorire un negoziato di pace. Ove gli ucraini rifiutassero tale negoziato la propaganda russa avrebbe facile gioco nel presentare al mondo l’immagine di un’Ucraina aggressiva e bellicosa che ostacola le proposte di pace delle Superpotenze...
Pazienza se il prezzo da pagare per queste prospettive politiche sia il sacrificio di qualche altro migliaio di paracadutisti intrappolati a Kherson e che Gerasimov e Surovikin speravano di salvare: in fondo sono proprio quelli che, una volta al sicuro, in caso di guai avrebbero potuto tentare un colpo di Stato contro il Regime.
Naturalmente quella di un presunto accordo con gli americani dietro il ritiro russo da Kherson è un’altra invenzione della propaganda del Cremlino, tipicamente concentrata nel proiettare un’immagine di rapporto paritetico e confidenziale fra Mosca e Washington: se ci fosse stato davvero un accordo del genere, l’annuncio russo non avrebbe avuto luogo immediatamente DOPO la chiusura dei seggi delle elezioni americane di “Midterm”, che ne sarebbero risultate influenzate positivamente per l’attuale Amministrazione democratica solo ove tale annuncio fosse avvenuto poche ore prima. In queste condizioni, agli americani non viene alcun vantaggio pratico per il ritiro delle truppe di Mosca.
I contatti fra Mosca e Washington ci sono, ma hanno una dimensione strategica e sono rivolti alla ripresa dei negoziati START sul controllo delle armi nucleari, e in definitiva sui rapporti bilaterali fra le due massime potenze nucleari: il Presidente Biden avrebbe avuto tutto l’interesse a mostrare all’elettorato americano un successo politico in Ucraina come la liberazione di Kherson PRIMA delle elezioni, ma non ha alcuna convenienza a facilitare la manovra di Putin per ottenere una trattativa volta solo a ridare fiato al suo esercito stremato.
Il rapporto di forze sul campo ormai è tale da consentire il ripristino completo della integrità territoriale ucraina e della legalità internazionale, che sono nel massimo interesse politico e soprattutto economico degli Stati Uniti e dell’Occidente (in quanto entrambi supportano il commercio globale in un’economia aperta), ed è questo l’obiettivo condiviso dall’Ucraina e dalla NATO.
In quest’ottica, se sotto il punto di vista politico per Kyiv la liberazione dell’unico capoluogo di Oblast occupato dai russi nel corso dell’”Operazione Militare Speciale” è un grande successo che solleva il morale della popolazione prima dell’inverno, sotto quello militare era assai meglio se il Gruppo di Forze russo intrappolato nella Testa di Ponte rimaneva lì a languire fino alla sua completa dissoluzione.
Stanti così le cose, con i russi che cercano di esfiltrare le loro forze di élite da Kherson, per gli ucraini occorre spingere a fondo non tanto con le Unità di manovra – che potrebbero subire perdite pesanti e non necessarie fra le rovine minate dell’area – quanto con l’artiglieria a disposizione e magari anche con l’aeronautica, allo scopo di infliggere quante più perdite possibile alle forze russe impegnate nella difficilissima manovra di sganciamento ed impedire così un loro reimpiego in altri settori del fronte dove potrebbero provare a restituire l’iniziativa – almeno localmente – ad un orso Vladimiro disperatamente in cerca di un successo per alimentare la sua propaganda prima dell’inverno.

Orio Giorgio Stirpe

Video di 22 ore fa:



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Se si vuole ripercorrere un gran numero di previsioni invecchiate male e fesserie di dubbio gusto finora pronunciate sulla guerra in Ucraina, questo account se ne occupa full time:

 
I video che arrivano da Kherson oggi sono commoventi come la ragazzina che suonava l'inno col violino ieri.





Una domanda che mi sono posto, "cosa si prova".



La reazione su social del giornalista che ha girato il documentario "Occupied" che ho postato, Dmytro Bagnenko (ultimi due post, ieri e oggi):


Oh raga ma Orsini? :rickds:
 
Mio dio.



"There is currently no electricity, no hot water and no gas in Kherson, but people are out on the streets celebrating the liberation from the Russian invaders. Ukrainian special operation groups have entered the city; the army main forces will follow" by Euromaidan Press.



Forse quello stesso girotondo filmato da terra, non lo so e non importa:



All'inizio cantano una canzone su Kherson e la ragazza con i capelli rosa intervistata viene da Kherson (nel caso qualcuno chieda "come facciamo a saperlo?"):





Oh raga ma Orsini? :rickds:
Evita di farti un giro sul suo profilo facebook se non vuoi ridere con i conati. :asd:

 
Zelensky il 4 ottobre scorso, cioè dopo la formalizzazione delle annessioni illegali, ha firmato un decreto con cui ha lasciato aperta la porta ai negoziati con la Russia, ma con cui ha anche affermato che i negoziati con Putin sono "impossibili". A cui ha fatto seguire una (o più, non ricordo) dichiarazione veicolante lo stesso messaggio. Successivamente Sullivan ha fatto "pressione" affinché rimodulasse la postura nelle dichiarazioni pubbliche ("retorica" in questo senso)* esprimendo la posizione degli Stati Uniti secondo cui escludere categoricamente qualsiasi colloquio con Putin fa il gioco del leader russo, alimentando la narrativa del Cremlino secondo cui gli ucraini si rifiutano di dialogare. Nel comunicato del 7 novembre Zelensky non ha espressamente escluso Putin come interlocutore, ma ha proposto, come ha detto di aver sempre fatto (ed è vero), "negoziati di pace genuini" alle condizioni dell'Ucraina, elencandole.

*Ripropongo qui il punto di vista di Ugo Poletti a proposito di fierezza ucraina che si rende conto della necessità di alleati fondamentali come gli Stati Uniti (oltretutto generando un po' di insofferenza in questi ultimi) e la NATO, di consiglieri del governo ucraino che parlano russo anche apposta per farsi capire da più gente possibile anche fuori dall'Ucraina. Poi fa una considerazione a mio avviso degna di nota sul Risorgimento italiano.

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I titoli lasciano un po' a desiderare.

While some Biden officials are more open to exploring what diplomacy may look like, sources tell CNN most of the top diplomatic and national security officials are wary of giving Russian President Vladimir Putin any sort of leverage at the negotiating table and believe Ukrainians must determine when to hold talks, not the US.

“That’s up to the Ukrainians. Nothing about Ukraine without Ukraine,” Biden said at a Wednesday press conference when asked about the potential for talks.

In internal deliberations, officials said Milley has sought to make it clear that he is not urging a Ukrainian capitulation, but rather that he believes now is an optimal time to drive toward an end to the war before it drags into spring or beyond, leading to more death and destruction without changing the front lines.

“He’s not rushing to negotiate with Russia or to press (Ukrainian President Volodymyr) Zelensky,” said one official familiar with Milley’s thinking. “It’s a discussion around a pause in the fighting towards a political end state.”

But that view is not widely held across the administration. One official explained that the State Department is on the opposite side of the pole from Milley. That dynamic has led to a unique situation where military brass are more fervently pushing for diplomacy than US diplomats.

“The United States is going to be with Ukraine for as long as it takes in this fight,” Sullivan said in a recent visit to Ukraine. “There will be no wavering, no flagging, no flinching in our support as we go forward.”
 
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Tutti attori pagati da Biden e zelenskyy :sisi:
Non mi sorprende che tra la giornata di ieri e quella di oggi non si sia espresso nessuno su questo forum che di solito dice cose del genere o le pensa senza dirle, limitandosi ad alludervi (perché forse, in fondo in fondo, anche costoro provano vergogna - in realtà ne dubito ma almeno me lo auguro). Tuttavia vedrai che da domani o dopodomani o più in là (o anche da oggi eh, la serata non è conclusa) si riprende, sempre in agguato - solo e soltanto - sulla notizia (o "notizia", o una strana "opinione/analisi") che, accompagnando con un commento funzionale a mo' di cornice, spinga la narrativa che comprende anche quello (ma con pretese di osservazione imparziale). Il paradosso è che talvolta sembrano più convinti dei russi stessi:





Inoltre mi chiedo: adesso che la liberazione di Kherson, con l'impatto mediatico che ha ottenuto, ha mostrato a tutti la reazione vistosa e prorompente dei residenti, non diventa ancora più difficile, se non impossibile (cioè lo era già, ma ancora di più), per la Russia giustificare politicamente un'eventuale (che spero non avverrà mai più) ri-occupazione degli stessi territori davanti all'opinione pubblica internazionale?

E stava andando fuori da quel coro che tende a deresponsabilizzare Putin per gli errori e i fallimenti attraverso l'ennesimo scaricabarile a senso unico su altri vertici (negazione e deflection su quelli militari), mentre lui viene mostrato intento ad occuparsi di altro:



 
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E si sfoga un po' anche Ivan Grieco:





Nomenomen Il suo commento alla fine è ispirato al tuo post (come anche un messaggio nella chat che compare a circa 1:04).

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A titolo preventivo: oggi al tg, in mezzo a tutte le altre, ho visto un paio di secondi di una clip (solo una) che mostrava le proteste di marzo. Nel piccolo esempio torna un po' di approssimazione dei media nostrani, a parte questo nient'altro da segnalare.
 
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Vabbé ma non ho capito, dopo 8 mesi si é giunti a qualche conclusione qui dentro oppure no? Perché ho letto nell'ordine:

  • Putin eroe
  • Speriamo che Putin venga annientato dai russi
  • l'Ucraina si sta difendendo
  • l'Ucraina é il male nazista e andrebbe annientata
  • Sanzioni sí, armi no
  • Armi sí, sanzioni no
  • tempo 3 giorni e i russi sono a Kiev
  • meglio aspettare che arrivi l'inverno così vedrete che tempo 3 giorni e i russi vincono
  • ecc. ecc. ecc.
 
Vabbé ma non ho capito, dopo 8 mesi si é giunti a qualche conclusione qui dentro oppure no? Perché ho letto nell'ordine:

  • Putin eroe
  • Speriamo che Putin venga annientato dai russi
  • l'Ucraina si sta difendendo
  • l'Ucraina é il male nazista e andrebbe annientata
  • Sanzioni sí, armi no
  • Armi sí, sanzioni no
  • tempo 3 giorni e i russi sono a Kiev
  • meglio aspettare che arrivi l'inverno così vedrete che tempo 3 giorni e i russi vincono
  • ecc. ecc. ecc.
Qui andrà avanti per anni, con l'economia mondiale che soffre e persino le multinazionali sono in crisi. Siamo belli che rovinati altrochè, sopratutto in questo paese.
 
Qui andrà avanti per anni, con l'economia mondiale che soffre e persino le multinazionali sono in crisi. Siamo belli che rovinati altrochè, sopratutto in questo paese.
I tassi sono schizzati a quasi il doppio di due mesi fa, per chi è un attimo intelligente sa benissimo a cosa andremo incontro, poi c’è chi gode con le foto di Khezzol, questioni di priorità
 

 
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