The_BACH
Andrea Zeppeli
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Che pensiero singolare il tuo.Dimenticavo, la musica è matematica allo stato puro, difficile negare che la musica sia arte in base all'assunto che segue modelli matematici.
Idem la scultura, che spesso segue e/o ha seguito modelli matematici (si veda la testa che deve essere 1/8 del corpo nel classicismo e neo-classicismo).
Anche la prospettiva in pittura è un modello matematico.
La storia insegna che modelli e arte sono comunicanti quanto Venere e Marte. Anzi, è divenuta prassi per gli artisti provenienti da ambienti classici semplicemente sovvertire qualsiasi regola che avessero studiato nei manuali. C'è ancora tecnica dietro, e la costruzione richiede quantomeno conoscenza dei motivi dietro ad ogni singola azione, ma a conti fatti pendere dal soffitto e sblodolare colore su una tela rappresenta esattamente l'opposto del tuo pensirero.
Potremmo definire non artistiche tutte le opere che seguono dei modelli ?
Potremmo definire non artistiche tutte le opere che non seguono dei modelli ?
Penso sia questo il problema alla base.
Ampliando il bacino di discussione ai semplici ambiti (musica, disegno, audiovisivi, ecc...) ci si scontra per forza di cose con prodotti che interpellano il gusto e l'interpretazione.
Avere una discussione con un amante dei Jrpg giapponesi è impraticabile con un estimatore di titoli automobilistici.
Sono prodotti come Assetto Corsa meritevoli del titolo di "prodotto artistico" ?
Sono prodotti come Assetto Cors meritevoli del titolo di "prodotto commerciale" ?
In realtà c'è differenza, quando poi a decidere è l'utente con il suo tempo speso ?
Anche vedere una Paola Antonelli che porta il medium in un museo come in un blocco informe di prodotti e che, alla fine della fiera, cerca di spiegare che è il codice sorgente l'unica cosa veramente importante che dovrebbe stare in un museo per preservare un opera videoludica, la trovo veramente semplicistica come risposta.
Questo non è neppure un problema noto solo al mondo videoludico, le discussioni sui corretti modelli per mantenere, preservare, un opera multiforme sono già apparsi nel mondo del Teatro.
Cosa definisce un Opera Teatrale ?
Il testo scritto dal drammaturgo ?
Il teatro in cui si è eseguito lo spettacolo ?
I feticci a corredo che venivano dati agli spettatori all'entrata ?
Forse le locandine erano parte integrante dello spettacolo ?
Quei particolari attori in quel particolare gruppo ?
Forse la musica, il fatto che ci fosse, che non ci fosse, che fosse cantata da una voce solista, o da un gruppo, che fosse registrata, o suonata a tempo dagli spettatori su richiesta del regista ?
Le luci diverse ?
Magari la scelta eclettica di far salire sul palco un ignaro spettatore, che si è rivelato poi essere un attore mancanto ?
E basterebbe una registrazione video per archiviare quel singolare spettacolo ?
Ma se quel giorno avesse fatto incredibilmente freddo, e ci fosse stato vento in sala, come sarebbe potuta cambiare l'esperienza di tutti ?
Questo è il dilemma, non dell'arte, ma dei medium attivi.
La fruizione di questi prodotti genera una cosa impossibile d'archiviare, l'esperienza vissuta.
E sì, capisco la necessità di escludere l'hardware dal quadro complessivo di una rappresentazione museale (riallacciandomi sempre al talk dell'Antonelli), ma voler negare l'aspetto più importante della fruizione di un videogioco, l'apparecchio in cui viene giocato, è deletereo al fine di riconoscere un videogioco.
Se vado al Louvre non voglio vedere la Gioconda replicata perfettamente su una tela di 1x1 M, voglio vedere l'originale su 77×53 cm.
Credere che con il solo codice sorgente di un gioco si possa preservare il titolo perchè si può giocare virtualmente ovunque, è automaticamente escludere l'aspetto esperienziale, quello per me più artistico, del videogioco.
Oggi dovrebbero esistere musei dei Cabinati arcade con solo cabinati arcade, non gente che cerca di portare quello che gli piace al MoMa e metterli su schermi al plasma. Siamo lontanissimi da una reale soluzione, ma invece che trovare risposte al COME preservare correttamente il videogioco, si perdere ancora tempo a discutere su cosa rappresenta, e più importante rappresenterà, il vidoegioco per la collettività.
Non spetta a noi decidere se il videogioco è arte o meno, noi dovremmo iniziare a dare dignità ai suoi prodotti, riconoscendone la misura e l'impatto delle opere, anche quelle più controverse o meno compiute.