Riflessione I videogiochi sono una forma d'arte?

  • Autore discussione Autore discussione Fusenr
  • Data d'inizio Data d'inizio
Pubblicità
Secondo me perderà e pure tanto perchè per esempio
quell'attimo in cui c'è ellie che sta per essere vivisezionata e tu entri e punti la pistola ai medici e sei tu che gli devi sparare, per quanto sia un momento veicolato, sei tu che spari

E poi puoi essere d'accordo oppure no ma sei molto più coinvolto e dentro lo schermo, immerso, piuttosto che vederlo e basta.
Vero ma sarebbe stata decisamente più coinvolgente se
la storia poi fosse proseguita attraverso due bivi, in cui in uno ovviamente premevi il grilletto e nell'altro no, potendo quindi scoprire le differenti conseguenze. Lo avrei gradito Molto di più rispetto ad un seguito, dato che a volte sarebbe anche bello che UN grande gioco rimanesse così senza farne per forza una serie.
Parlo chiaramente dal punto di vista di un giocatore e non di un produttore/sviluppatore che (giustamente, fino ad un certo punto) punta al profitto
Quindi, almeno per me, è chiaro come ci siano ancora ampi margini per migliorare sotto quell'ottica, nonostante si stia comunque parlando di uno dei miei titoli preferiti degli ultimi anni.

Ma che i Videogames rappresentino l'arte mi sembra chiaro. Una colonna sonora che prende vita, andando a braccetto con le sensazioni del protagonista (cito i casi dei due Ori o dei vari Silent Hill), un level design in cui chiedersi Come avranno fatto a creare una cosa del genere :pff: sono argomenti che parlano da soli.
 
Per quanto mi riguarda: sì, possono esserlo.
Poi certo, tutti i videogiochi lo sono? No. Ma come non lo sono tutti i film, non si può paragonare Citizen Kane a Lockdown all'italiana. Lo stesso vale nel mondo videoludico, di esempi se ne possono fare a centinaia. (se non di più)
E sì, l'arte può mescolarsi benissimo alla politica, in svariate pellicole di registi importanti la si può trovare in abbondanza.

Discorso Oddworld New'n'Tasty: se non erro i banner son stati rimossi. In più, Lanning spiegò bene o male (qui) le loro intenzioni e le collaborazioni con il mercato indie. Quindi no, non credo proprio che - in questo caso - indebolisca il remake. (anzi, un aiuto e un supporto a piccoli studio non può che far bene)
Sarebbe stato diverso se avesse sponsorizzato aziende di alto valore.

Comunque bel topic! :nev:
 
A mio avviso hai sollevato un punto interessante: l'apparente contradditorietà di un gameplay che, almeno nel principio e/o nell'immaginario popolare, è sinonimo di mero intrattenimento. In pratica penso a quando si dice che un videogioco "deve innanzitutto divertire", cosa che invece può non dirsi per un film e non credo che nessuno starebbe lì a replicare. Per il cinema "catturare l'attenzione e mantenerla viva per tutta la durata della pellicola" non è esattamente e/o necessariamente un sinonimo di "divertire".

Poi nel farlo hai introdotto il concetto di "nobiltà di intenti" (farsi veicolo di messaggi, significati, emozioni, riflessioni... cioè "cosa mi lasci") in contrapposizione al mero divertimento. Ecco, nel topic di questa stessa sezione intitolato "Cosa mi lasci" Sparda aveva osservato che anche le emozioni associate al divertimento, al rilassamento sono preziose per l'individuo. Ed è per questo motivo che io con l'op mi sono chiesto se "l'arte può essere (cioè comunicare) solo intrattenimento, divertimento?".

Prendiamo la sitcom statunitense più povera di contenuti nel senso che hai inteso. E' comunque arte? Se rispondi di sì, allora ti chiedo: l'unica cosa di cui è stata capace è farti passare una serie di piacevoli pomeriggi? Se la risposta è di nuovo sì, allora ti chiedo ancora: perché Doom (2016) non dovrebbe essere arte se è capace di fare la medesima cosa, pur non ambendo ad altro?

Non sto premendo per avere una tua risposta, sto solo riflettendo. :sisi:
Post automatically merged:


Grazie, proverò a guardarlo.
Secondo me l'arte non può essere solo intrattenimento o divertimento, altrimenti ci rientrerebbe un sacco di roba che non ha nessun valore contenutistico o estetico, io ormai con gli anni ho capito che il tempo è uno dei parametri più importanti per valutare una qualsiasi opera, se riesce a battere il tempo allora sicuramente vale qualcosa, per farti un esempio visto che hai tirato in ballo le sitcom, io adoro Big bang theory, fino ad un certo punto ho visto tutte le puntate (dopo è calata drasticamente di qualità), ma non la considererei mai un opera d'arte, perchè appunto finita la visione ti lascia poco o niente, non riesce ad andare oltre, mentre ci stanno film come "2001 Odissea nello spazio" (esempio classico lo so :asd:) a cui ripenso a distanza di anni dalla prima visione, mi interrogo sui suoi significati, contemplo la bellezza di certe inquadrature, insomma questo deve fare un opera d'arte, non può fermarsi alle due ore di divertimento.
 
Ultima modifica:
Discussione interessante a cui mi vorrei approcciare dando un punto di vista che è abbastanza condiviso nel mondo dell'arte contemporanea.

Un'opera è d'arte se è riconosciuta come tale, ma soprattutto se è realizzata per essere "arte". Per me il criterio discriminante è tutto qui. Quali sono i videogame che nascono volendo diventare espressioni artistiche? Secondo me molto, molto pochi visto che la componente intrattenimento, divertimento o competizione vengono spesso prima.

A questo punto bisognerebbe interrogarsi su cosa voglia dire "rendere il proprio videogame arte" e secondo me le definizioni date prima ("farsi veicolo di valori/idee/pensieri", "espressione dell'autorialità di un individuo" ecc.) sono validissime. Quanti videogiochi nascono con questo scopo? Pochissimi. Anche i casi citati prima di Ocarina of Time o Symphony of the Night per me non possono essere considerati "arte". Sono pietre miliari della storia del videogioco, senza se e senza ma, e sicuramente hanno avuto un impatto nella storia del costume a tout court, ma definirle "arte" è eccessivo, a mio parere, proprio perché mancano della caratteristica prima, ovvero VOLER ESSERE arte. Le intenzioni con le quali sono stati creati erano ben diverse, anche per l'epoca in cui sono nati in cui questa discussione non era ancora sviluppata. Eppure già all'epoca c'erano giochi che possono - retrospettivamente - venire considerati forme d'arte proprio perché nascono per trasmettere un messaggio che va al di là della sfera dell'intrattenimento e rispecchiano la visione dell'autore. Un esempio potrebbe essere questo


in cui convivono il desiderio di realizzare qualcosa che va al di là del mero intrattenimento e l'autorialità del progetto. Ovviamente era troppo presto per poter parlare di quel videogame in quei termini e penso che fino alla scorsa gen non c'era assolutamente una maturità sufficiente anche solo per intavolare un discorso simile (a parte i classici "Final Fantasy è arteee" dei weeb). Ovviamente possiamo trovare una serie di giochi che possono essere considerati opere d'arte videoludiche "ante litteram", ovvero in cui sono riscontrabili i canoni che abbiamo tracciato prima grossolanamente, anche se ovviamente per l'epoca era impossibile immaginare il gioco come arte. Penso a opere come REZ, a Killer7 o a Mother.

E oggi? Personalmente penso che l'unico terreno fertile per questo modo di intendere il videogioco sia il mondo indie dove, anzi, spesso nascono produzioni che vogliono "andare al di là" dell'essere semplice videogioco, anche se forse non è ancora stato chiamato arte. Opere come un Gris o, giusto per citare l'ultimo titolo a cui mi sono approcciato, un The Longing, vogliono andare al di là del semplice aspetto "divertimento". Ma la cosa fondamentale è che NASCONO con questo scopo e non gli viene attribuito a posteriori dagli appassionati sui forum (anche se come ho detto prima il "riconoscimento" è conditio sine qua non per essere reputati artisti). I "titoli di cassetta" (aka i blockbuster), quasi per definizione non possono essere "arte", invece, eccezion fata forse per l'ultimo di Kojima.
 
Comunque secondo me non può perderlo nel passaggio dell'iterazione. Anzi, secondo me parte integrante della forza dell'espressione artistica del videogioco sta, come ho scritto prima, nell'essere intrattenimento attivo.
Sono d'accordo, ma la definizione "intrattentimento attivo" mi sembra problematica e fuorviante a differenza di "interazione partecipativa", infatti sono anche d'accordo su chi dice che il termine "videogioco" sia riduttivo (certo, di nuovo, non per tutti, ma sicuramente per almeno alcuni). Guarda per esempio cosa può indicare il termine "intrattenimento" in letteratura:


Terza riga della pagina:

La letteratura di consumo è intesa, in questo senso, come «letteratura d'intrattenimento».

E primo capoverso del paragrafo Generalità:

L'espressione «letteratura di consumo» vuole evidenziare il fatto che il fine di essa è, appunto, quello di essere "consumata", e solo in maniera marginale diventare oggetto di studi critici; estremizzando questa posizione, o riferendosi alle opere meno valide del versante in questione, in molti casi ci si spinge a utilizzare le espressioni man mano più denigranti di letteratura "popolare" (rivolta alla massa, quindi anche ai lettori più superficiali), "d'evasione" (lontana dalla realtà e dunque con fini esclusivamente ricreativi) e "da spiaggia" (utile cioè per trascorrere il proprio tempo libero rilassandosi).

Se definiamo il videogioco esclusivamente come un prodotto di intrattenimento attivo sembra che stiamo dicendo che non può essere oggetto di studi critici.
Secondo me come uno li percepisce non qualifica l'opera.
Quindi l'opera, se è arte, lo sarebbe intrinsecamente? In tal caso non saresti d'accordo con l'autore del video postato da balu85, che adesso ho visto per intero. Lì si dice che lo status di opera d'arte è un "certificato" stabilito in maniera intersoggettiva da una cerchia di esperti in materia.
Visto che lo hai citato, parliamo di TLoU: secondo te la serie tv renderà come il gioco? O la stessa storia ma con un mezzo diverso perderà potenza?

Secondo me perderà e pure tanto perchè per esempio
quell'attimo in cui c'è ellie che sta per essere vivisezionata e tu entri e punti la pistola ai medici e sei tu che gli devi sparare, per quanto sia un momento veicolato, sei tu che spari
E poi puoi essere d'accordo oppure no ma sei molto più coinvolto e dentro lo schermo, immerso, piuttosto che vederlo e basta.
Sì sì, concordo infatti, non saprei quantificare la "potenza" ma sicuramente trasmetterà qualcosa di diverso, e ciò di cui abbiamo fatto esperienza nel videogioco TloU resterà irripetibile e inimitabile da una sua iterazione intermediale come quella rappresentata da un serie televisiva, tanto basta. In realtà io in questo topic sulle cinematiche sarei andato pure oltre:


E vorrei riprenderlo appena possibile anche perché devo perlomeno delle spiegazioni a Paolito.
Vero ma sarebbe stata decisamente più coinvolgente se
la storia poi fosse proseguita attraverso due bivi, in cui in uno ovviamente premevi il grilletto e nell'altro no, potendo quindi scoprire le differenti conseguenze. Lo avrei gradito Molto di più rispetto ad un seguito, dato che a volte sarebbe anche bello che UN grande gioco rimanesse così senza farne per forza una serie.
Parlo chiaramente dal punto di vista di un giocatore e non di un produttore/sviluppatore che (giustamente, fino ad un certo punto) punta al profitto
Quindi, almeno per me, è chiaro come ci siano ancora ampi margini per migliorare sotto quell'ottica, nonostante si stia comunque parlando di uno dei miei titoli preferiti degli ultimi anni.

Ma che i Videogames rappresentino l'arte mi sembra chiaro. Una colonna sonora che prende vita, andando a braccetto con le sensazioni del protagonista (cito i casi dei due Ori o dei vari Silent Hill), un level design in cui chiedersi Come avranno fatto a creare una cosa del genere :pff: sono argomenti che parlano da soli.
Io sono molto grato di aver avuto un seguito ma l'alternativa che ipotizzi non sarebbe stata comunque male per il primo capitolo.
Discorso Oddworld New'n'Tasty: se non erro i banner son stati rimossi. In più, Lanning spiegò bene o male (qui) le loro intenzioni e le collaborazioni con il mercato indie. Quindi no, non credo proprio che - in questo caso - indebolisca il remake. (anzi, un aiuto e un supporto a piccoli studio non può che far bene)
Sarebbe stato diverso se avesse sponsorizzato aziende di alto valore.
Devo ancora leggerlo, ma non lo sapevo, grazie. Beh sì, è quantomeno un forte attenuante.
Non è necessario analizzare i videogiochi come prodotti specifici, ma basta considerarli al pari di film e musica, per esempio. Ogni film o ogni canzone è arte? No. Alcuni film e alcune canzoni possono essere considerati tali? Sì. Stesso identico discorso vale per i videogiochi. Lo stesso quesito che stai ponendo è lo stesso che ci si è posti con film, musica e fotografia decenni fa, le caratteristiche dei prodotti, infatti, sono molto simili: entrambi votati all'intrattenimento/all'espressione di significati, entrambi, talvolta, puramente commerciali, sempre considerati arte di serie B, ma pur sempre arte. Poi ci sarebbe tutto un altro discorso sul fatto che i videogiochi (esattamente come le fotografia, i film e la musica) siano prodotti di massa e l'analisi di Benjamin ne "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica", ma il succo resta sostanzialmente quello, i videogiochi possono essere considerati arte. E, onestamente e senza supponenza, non credo sia neppure un opinione, ma un dato di fatto :asd:
Rileggendo l'incipit dove dici che non è necessario analizzarli come prodotti specifici mi sembra invece di non essere d'accordo per il discorso sulle complicanze nel dimostrare che l'interattività nei videogiochi può diventare arte in contrapposizione con la concezione di mero raccoglitore di arti dove l'interattività svolge una funzione prettamente ricreativa.

Comunque volevo prima leggere il testo che citi e ancora non l'ho fatto, mi sono informato solo sulla pagina di wikipedia.
Secondo me l'arte non può essere solo intrattenimento o divertimento, altrimenti ci rientrerebbe un sacco di roba che non ha nessun valore contenutistico o estetico, io ormai con gli anni ho capito che il tempo è uno dei parametri più importanti per valutare una qualsiasi opera, se riesce a battere il tempo allora sicuramente vale qualcosa, per farti un esempio visto che hai tirato in ballo le sitcom, io adoro Big bang theory, fino ad un certo punto ho visto tutte le puntate (dopo è calata drasticamente di qualità), ma non la considererei mai un opera d'arte, perchè appunto finita la visione ti lascia poco o niente, non riesce ad andare oltre, mentre ci stanno film come "2001 Odissea nello spazio" (esempio classico lo so :asd:) a cui ripenso a distanza di anni dalla prima visione, mi interrogo sui suoi significati, contemplo la bellezza di certe inquadrature, insomma questo deve fare un opera d'arte, non può fermarsi alle due ore di divertimento.
Interessante la discriminante del tempo. Quindi usi un filtro binario e più tassativo nel distinguere cosa è arte e cosa non lo è? Cioè per te o lo è o non lo è, e con ciò vuoi dire, schematizzando, che non possono esistere contemporaneamente sia Arte con la A maiuscola, sia con la a minuscola e sia con la a... microscopica? :asd: Esiste solo Arte con la A maiuscola?
 
Interessante la discriminante del tempo. Quindi usi un filtro binario e più tassativo nel distinguere cosa è arte e cosa non lo è? Cioè per te o lo è o non lo è, e con ciò vuoi dire, schematizzando, che non possono esistere contemporaneamente sia Arte con la A maiuscola, sia con la a minuscola e sia con la a... microscopica? :asd: Esiste solo Arte con la A maiuscola?
No ho solo detto che uso il tempo per capire quanto vale una certa opera in qualsiasi campo, molto semplicemente più rimane impressa negli anni più ha valore, alla fine penso che sia un ragionamento piuttosto comune, ovviamente non penso che esistano solo le opere d'arte con la A maiuscola e la paccottiglia :asd:, è ovvio che ci stanno tante sfumature nel mezzo.
 
No, chiunque dica il contrario si illude.
Anche il cinema e la fotografia non sono arte, del resto.
 
E' considerato arte usare un pennello per colorare un foglio, perchè non dovrebbe esserlo scrivere un codice per comporre un puzzle?
 
Dipende che si intende. In senso lato? Ovvio, praticamente tutte le componenti d'insieme di un videogioco sono espressioni artistiche, dalla parte visuale, alla musica, all'uso di un codice da trasformare in gameplay metanarrativo.

In senso stretto e "privilegiato", di appartenenza a determinati paletti di "bello" decisi dal tempo e da una cerchia di persone? Boh, la cerchia di intellettuali per il mondo dei videogiochi di certo ancora non esiste o quantomeno non nei modi a cui appartengono altre forme d'arte. La critica videoludica è una barzelletta. Il tempo è poco, essendo nella fattispecie un media recentissimo, quindi è un elemento immaturo.

Può essere buttata in mezzo a varie suddivisioni già esistenti: è considerabile Arte figurativa? Arte Uditiva? Rientra nelle nove arti? Quest'ultima teoricamente no, perché nella lista stilata a suo tempo i videogiochi manco esistevano...ma potrebbero esserci in mezzo senza problemi, vedendo il resto inserito in lista.

Il punto è che non è nulla di particolarmente restrittivo "L'arte" intesa come elemento privilegiato, è mutata, cambiata e si è adeguata al susseguirsi del tempo. Serve solo una cerchia di persone con una discreta credibilità che se ne esca con una lista di saggi/opere/articoli per sancirne definitivamente l'entrata in scena, articolando per bene il come ed il perché, che probabilmente qualcosa già esisterà per i videogiochi. Dopodiché si afferma col tempo e una stabilità di opinione generale. Tutto qui.
 
Credo fosse ironico.
E' considerato arte usare un pennello per colorare un foglio, perchè non dovrebbe esserlo scrivere un codice per comporre un puzzle?
Anche se il codice in sè dà vita ad un insieme di regole ludiche (o, se vogliamo, con cui interagire) matematicamente quantificabili e misurabili? A questo punto non sarebbe da considerare un artista anche l'inventore o gli inventori degli scacchi? Oppure anche l'insegnante di educazione fisica che ha ideato il basket?

Poi c'è il fatto che i videogiochi, con la partecipazione attiva dell'utente, creano una dinamica in cui quest'ultimo, per esempio con il controllo della videocamera, si fa regista della progressione narrativa nelle fasi di gameplay. E così via in altre componenti del gioco, cioè è più evidente che in altre arti il fatto che l'esperienza dipende dalla sua fruizione, come, estremizzando, un quadro concettuale costituito dalla sola cornice del quale diventi protagonista posizionandoti alle sue spalle. Sì, tipo lo sketch "Al museo di arte moderna" di Aldo, Giovanni e Giacomo, per capirci. :asd:
Il punto è che non è nulla di particolarmente restrittivo "L'arte" intesa come elemento privilegiato, è mutata, cambiata e si è adeguata al susseguirsi del tempo. Serve solo una cerchia di persone con una discreta credibilità che se ne esca con una lista di saggi/opere/articoli per sancirne definitivamente l'entrata in scena, articolando per bene il come ed il perché, che probabilmente qualcosa già esisterà per i videogiochi. Dopodiché si afferma col tempo e una stabilità di opinione generale. Tutto qui.
Quelli che Wesa chiama paladini, che per il videogioco dovrebbero ancora arrivare.
 
Secondo me se non si stabilisce fin dal principio cosa si intende per "arte" la discussione continuerà a bloccarsi sul nascere a causa di incomprensioni reciproche tra gli interlocutori...non è proprio il mio campo, ma certamente so che negli anni c'è stato un acceso dibattito a riguardo, e probabilmente non si è mai esaurito, nemmeno oggi.
Quindi per iniziare la vera domanda è: cosa intendiamo per "arte", quantomeno l'arte in cui vogliamo inquadrare i videogiochi?
 
Ragazzi, in questi giorni non mi sono molto collegato al forum, appena torno a casa do la mia "tanto attesa" risposta

Sent from my RMX2155 using Tapatalk
 
1. Invecchiano

L'arte non invecchia. MAI. La Venere di Willendorf ha più di ventimila anni ma è ancora un capolavoro, ed ha un significato che noi possiamo tranquillamente cogliere, esprime un messaggio (la fertilità della donna) universale, e ripeto, ha ventimila anni. Nelle scuole si studiano l'Iliade e l'Odissea (che ricordo essere anche composizioni musicali) e come film perfino alcuni cortometraggi ed esperimenti di inizio secolo scorso appaiono estremamente attuali e godibili. I videogiochi no. Passi Tetris e qualche altro titolo assolutamente elementare da sala giochi, ma molti videogiochi negli anni 80/90 sono completamente ingiocabili senza utilizzare programmi o strumenti esterni (E lo erano già all'epoca, vedesi il necessario utilizzo di manuali e mappe stampate per risolvere alcuni rpg), e lo dico da ragazzo del 2003 il cui videogioco preferito ha 35 anni. Altro fattore collegato a questo punto, ma non fondamentale, nei videogiochi non esiste alcuna istituzione no-profit dedita alla cura e alla catalogazione, quando agli albori dell'umanità esistevano già biblioteche per la cura e la conversazione dei libri.

2. Non sono universali

Nel 99% delle discussioni “i videogiochi sono arte?” i sostenitori del sì prendono una gigantesca scorciatoia citando costantemente Ico, Shadow of the Colossus, TLOU o Metal Gear. Allora uno del fronte del no, per stuzzicare, dice “è Call of Duty (o Fortnite che mo’ va di moda)?” ottenendo due estremi contraddittori “sì” o “no” [non ho letto le altre risposte a questo topic quindi non se qualcuno ne ha parlato]. Io dico che sì, Ico, Shadow of the Colossus, TLOU,Metal Gear COD e Fortnite sono prodotti artistici (soprattutto l’ultimo, non sto scherzando, vedremo poi perché), ma allora anche i gestionali, gli strategici, i simulatori sono arte? Eppure, sono la trasposizione 1:1 di giochi da tavolo che garantiscono la medesima caratteristica fondamentale (l’interattività) anche nella loro forma originale? Nell’arte invece ciò non succede minimamente: tutte le forme, tutte le opere, di una determinata arte sono, appunto, arte: i greci scrivevano le peggio schifezze, i latini “Da me lo prenderai in culo e in bocca” (Catullo) ecc. le installazioni moderne, anche le più assurde, sono arte e così via. Insomma, l’arte è universale, va bene con tutto, i videogiochi no, certe forme, certi prodotti, non presentano alcuna forma d’arte perché di principio non possono

3. Sono schiavi dello sviluppo tecnologico

Ovvero per poter realizzare certi generi è stato necessario attendere la scoperta o lo sviluppo di nuove tecnologie, ed ancora oggi è necessario ciò. Già agli albori di qualunque altra forma d’arte, la creatività dell’uomo doveva scontrarsi solo con le sue conoscenze e la sua pazienza. Le Ziqqurat sono dei capolavori di ingegneria e architettura hanno migliaia di anni dietro le spalle e di certo i costruttori Sumeri non hanno dovuto aspettare che le memorie di archiviazione passassero da kilobyte a gigabyte (il più grande ostacolo per lo sviluppo dei videogiochi all’inizio fu proprio la pochissima memoria a disposizione). Collegandosi poi al punto 1, i videogiochi seguono necessariamente lo sviluppo tecnologico, e non accettano quasi mai il ritorno a tecniche o strumenti “antichi” (non sto parlando di pixel art, ma proprio di costruire videogiochi con vecchi strumenti e vecchie mentalità), quando nell’arte ho perso il conto di quante volte siano apparse correnti che iniziavano con neo-.

4. Sono un prodotto industriale

Spesso questo termine, nelle altre arti, è usato in termine dispregiativo, ma nel caso dei videogiochi è semplicemente la realtà: sono prodotti industriali, che richiedono una catena di montaggio, degli organi di produzione e distribuzione e così via. Esistono anche gli indie, ma quelli li definirei più prodotti “artigianali” che arte

A questo punto mi permetto di definire i videogiochi un prodotto al pari delle automobili: pensateci, le mie osservazioni sono completamente condivisibili in ambo i campi, senza alcuna eccezione. Quello dei “i videogiochi sono arte” l’ho sempre vista come una disperata ricerca per poter giustificare la propria passione, per poter dire “io gioco (???) arte”, quando, appunto, non credo esistano appassionati di auto che si mettano a chiedere su internet “ma le macchine sono arte?”

Ho sempre notato anche che la domanda sia posta sempre dopo l’uscita di un titolo story driven, di un Indie molti ispirato o di qualche progetto strambo (e con ciò mi ricollego al punto due), lasciando volutamente fuori quelli che io considero i veri videogiochi “Artistici” i multiplayer ed i sanbox, che a volte possono ibridarsi (vedesi Sea of Thieves), per il semplice motivo che ti permettono di giocare come vuoi, di creare qualcosa e, a volte, di condividere l’esperienza con altri giocatori, formando una sorta di coscienza collettiva (l’esempio più lampante di ciò è la morte di Lord British su Ultima Online), ma in tutte le discussioni alle quali ho partecipato sono sempre stati esclusi, nonostante Dwarf Fortress, il sandbox per antonomasia, sia finito in un museo

In conclusione, per me, nonostante i videogiochi possano presentare elementi artistici, questi vanno valutati singolarmente, ed il fulcro di ogni esperienza di gioco, il gameplay, non è “arte” se non in alcuni giochi, ma, appunto, l’arte non accetta la parola “alcuni”, quindi no. I videogiochi non sono arte, ma chiunque può essere un appassionato e non deve assolutamente vergognarsi o essere vittima di scherno
 
Ho da ridire su tutti i punti. :asd:

1) I videogiochi senza tempo esistono ed alcuni li hai citati anche tu. Il fatto, poi, che alcuni giochi oggi siano considerati diversamente rispetto al lancio non inficia nulla, in tutte le forme d'arte ci sono correnti che hanno avuto fortune alterne nel tempo, finendo in alcuni casi per essere quasi dimenticate. Per quanto riguarda la preservazione anche il MOMA raccoglie alcuni videogiochi di importanza storica ed artistica

2) Non tutti i film sono arte, né lo sono le fotografie delle vacanze o le croste disegnate da tanti apspiranti artisti o la musica strimpellata da musicisti della domenica. :asd:

3) Il miglioramento tecnologico c'è sempre stato. 500 anni fa non sarebbe stato possibile costruire l'Empire State Building o il ponte di Brooklyn, sia per la non conoscenza dei materiali e delle tecniche costruttive che per la mancanza di macchinari adeguati. O comporre un brano per sintetizzatore. Oppure scattare una foto a colori un secolo fa ecc. ecc.

4) La concezione di arte come prodotto artigianale unico dovrebbe essere superata almeno dai tempi di Warhol. :asd: Peraltro seguendo questo ragionamento le stampe non potrebbero essere arte, i libri illustrati a mano neppure, le opere seriali no, la Tokyo Tower no perché replica la Tour Eiffel, Amore e Psiche di Canova no perché ne esistono due copie, i film e le foto no perché per definizione ne esistono copie infinite...
 
1. Se fai giocare ad una persona Divinity Original Sin 2, e il giorno dopo Wizardry, ti dirà "ma che è sta cagata?". Se prendi una persona e la metti davanti al "Quarto Stato" e il giorno dopo nella cappella sistina, dirà in entrambi i casi "che opera d'arte"
2. Tutti i film, tutte le canzoni, tutti i quadri, tutte le cose belle e brutte, per me, sono arte. Semmai non tutti sono artisti
3. Quello che intendevo io, è che fin dall'inizio della storia dell'umanità (quindi i Sumeri), l'uomo poteva creare meraviglie. Con i videogiochi negli anni 80 dovevi mettermi le mani tra i capelli e scrivere il 90% delle informazioni in manuali e manualetti
4. Non credo tu abbia capito il mio discorso: i videogiochi nascono come prodotti industriali, non vengono distribuiti come tali. Sono costruiti su delle cose chiamate "MOTORI", più industriale così (E tra l'altro si ricollega alla mia similitudine con le automobili)
 
Se non vado errato questa domanda venne già fatta in un topic simile non molto tempo fa, e ricordo anche la risposta di Primo Colonizzatore (quella sul fatto che i videogiochi invecchiano). Senza far polemica e ci mancherebbe altro, si sta semplicemente discutendo, ma sul primo appunto (gli altri li devo leggere bene :asd:) sono totalmente in disaccordo.
I videogiochi con la V maiuscola non invecchiano, o comunque lo fanno più che egregiamente; uno lo hai citato (tetris, godibilissimo ancora oggi) ma ce ne sono altri, tanto per citarne alcuni: A Link to the Past, Super Mario Bros 3, Super Metroid, Symphony of the Night...toh, i primi che mi sono venuti in mente. Titoli godibilissimi da giocare ancora oggi e che per certi aspetti non hanno nulla da invidiare a titoli tripla A recentissimi.
 
Ma che alcuni giochi vecchi siano meglio di quelli attuali è una cosa sulla quale concordo moltissimo, visto che la stragrande maggioranza dei miei preferiti sono pre-2000
Ma è indubbio come una grossissima maggioranza di questi sia ingiocabile o proprio al limite, con problemi di design dovuti a tecnologie non ancora sviluppate o idee non maturate
Penso ai titoli degli anni 90, vicini alla diffusione di massa del mouse: ci sono fps dove per muovere la visuale dovevi usare la tastiera del mouse :lol: , senza parlare di strategici e gestionali, o dei primi rpg, che chiedevano a te di scrivere manualmente le parole per iniziare e proseguire un discorso
 
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top