Secondo me bisogna partire da un assunto: Nolan con Batman (quello vero, non il suo) ci ha sempre fatto a cazzotti. Sì, ha diretto Begins scritto da Goyer, ma già allora si capiva che Nolan voleva fare tutt'altro, e se è venuto fuori un film su Batman è solo per merito di un'ingerenza pressoché nulla dei fratelli Nolan in sede di scrittura. Ragion per cui in seguito ha silurato Goyer e ha chiesto al fratello un "thriller alla Micheal Mann molto crepuscolare il cui protagonista è un miliardario in pigiama scuro". Batman è un semplice pretesto commerciale che ha permesso a Nolan di farsi consegnare 200 milioni di dollari dalla Warner per realizzare un thriller/noir postmoderno che nulla aveva a che fare con Batman. Ha addirittura tolto il nome dell'eroe dal titolo, ha fatto delle scelte molto apocrife, al limite della blasfemia (tipo eliminare la Batcaverna) per mettere bene in chiaro che "no, se cercate un film su Batman guardatevi quelli di Burton, i miei sono thrilleroni veloci pieni di gente che si veste in modo strano". E voi sapete che io sono uno che se ne frega dell'attinenza al materiale originale, però qui è una semplice questione di causa/effetto. Il Batman di Nolan poteva benissimo essere anche il Punitore, poteva essere un vigilante a caso e nessuno si sarebbe accorto della differenza (escludendo Begins, in cui la differenza è lampante e molto chiara). Questa non è una reinvenzione di Batman, non lo è mai stata, questo è un modo diverso di fare film supereroistici, ovvero escludendo del tutto la parte supereroistica. In Rises più che mai.E francamente stupisce realizzare che, pur essendo questa la visione del supereroe Nolaniana, Rises è il film che più di tutti attinge a piene mani dal fumetto. Certo, cambia molti presupposti, elimina il conflitto interiore di Batman (che nel fumetto è un soggetto borderline, non del tutto sano di mente, mentre nel film è vittima delle circostanze e stanco della vita), politicizza il film fino a farlo diventare proto-fascista (perché questo è un film fascistoide, parliamoci chiaro), però azzecca un bilanciamento adeguato tra le sue esigenze estetiche e velleità di realismo e il minimo di mitologia fumettistica che in DK era stata completamente esclusa quasi con ripugnanza.
Ragion per cui il dialogo tra Wayne e Ras deve esser visto come concessione fumettistica al fan, e può essere interpretata diversamente a seconda di chi guarda. L'avventore parvenu che non conosce il fumetto lo vedrà come un dialogo interiore di Wayne, chi ha letto i fumetti invece riconosce la dialettica del Ras originale, legge tra le righe e sa che, alla fine, in quell'immenso istante Nolan si è spostato in un campo da gioco completamente diverso dal solito. Il problema è che avrebbe dovuto farlo più spesso.