Mr. Green Genes
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Entro solo per dire che il mio Mario 3D preferito è Sunshine, anche più dei Galaxy.
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Entro solo per dire che il mio Mario 3D preferito è Sunshine, anche più dei Galaxy.
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Entro solo per dire che il mio Mario 3D preferito è Sunshine, anche più dei Galaxy.
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Sunshine È il miglior Mario 3D di sempre, se lo mangia a Galaxy.
Sunshine
64
Galaxy
3D World (la versione Switch)
Galaxy 2
Odyssey
3D Land
li hai messi in ordine sparso? vero?Sunshine È il miglior Mario 3D di sempre, se lo mangia a Galaxy.
Sunshine
64
Galaxy
3D World (la versione Switch)
Galaxy 2
Odyssey
3D Land
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Polmo Polmo Polmo...che faticaccia![]()
Odissey purtroppo è l'unico Mario 3d che non mi ha lasciato assolutamente niente, zero, nada, vuoto totaleio personalmente lascerei quella formula dov'è, a meno che il team di Mario non sia colto da una incredibile epifania. Se deve uscire un galaxy nel 2025 è perché c'è un universo di idee nuove, che non potrebbero che essere espresse con quella formula. No nostalgia bait.
Piuttosto auspicherei la stessa carica innovativa, lo stesso gameplay brillante, la stessa cura nella colonna sonora per un nuovo Mario 3D che evochi i fasti di titoli come Super Mario World, Mario 64 o, per l'appunto, Galaxy. Ovviamente di titoli del genere, degni probabilmente della definizione di "capolavoro", sono destinati ad uscirne pochi. Ma chissà.
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aspetta, SS non era orchestrato?
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diciamo che Odyssey maschera un bel po' la sua natura di titolo fortemente tradizionale con queste incursioni stilistiche, per me alla fine non troppo riuscite. Secondo me rimarrà un unicum, anche simpatico nelle intenzioni.
Se il prossimo Mario è davvero OW, mi aspetto un mushroom kingdom sotto steroidi.
Perché era l'inverno (?) del 2002 e il Gamecube era uscito da poco. Venivo da un 64 che mi aveva insegnato cos'è l'amore per una macchina, per un controller, per un'ocarina. Ero già un nintendaro marcio dentro: leggevo le riviste Sega per arrabbiarmi con i giornalisti venduti che davano votoni a quell'orrore di Sonic. Quando uscì il Gamecube mi sudavano le mani, avevo finalmente per le mani il nuovo Nintendo, il prossimo passo che rendeva il fotorealismo del 64 obsoleto; così avevo letto, ma nessuno mi aveva preparato per quello che avrei visto attaccandolo al televisore nuovo che avevo comprato per l'occasione: era magia, era reale ed era una frontiera tecnologica che non credevo possibile, altro che vrr. Tutti gli amici si sparacchiavano con la PS2 ma a me non importava (la recuperai solo più tardi) perché i minidischetti e quel controller mi facevano tremare i polsi. Passai il mio periodo videoludico migliore fra Luigi's Mansion, Wave Race, Super Smash Bros. Melee, Pikmin, Resident Evil, Burnout. Roba che non sembrava vera, che accendevi la tv e ti chiedevi dove stesse tutta quella meraviglia, come fosse possibile. Poi fu il turno di Mario, e mentre fuori cadevano le foglie dentro alla mia camera il sole brillava. Peach parlava come se fosse uscita da un film, gli specchi riflettevano un mondo vibrantissimo e un'eterna estate aveva avvolto il mio mondo: i livelli progredivano come fossero vivi, si potevano scorgere dalla distanza, quei cosi strani con le gonnelline erano buffissimi e Mario scivolava sull'acqua rispondendo alle levette del controller come se si muovesse da solo, se avesse vita. Se i salti di Mario 64 mi avevano impressionato, il fludd gli dava una nuova dimensione strategica e quando ti veniva tolto mi sentivo nudo, perso e in difficoltà. Le monete blu erano da qualche parte, aspettavano solo che le scovassi con qualche diavoleria che soltanto Nintendo poteva aver partorito. E quando la musica di Delfino Plaza ti accoglieva a ogni accensione, quando i dialoghi dei suoi abitanti ti strappavano una risata e i riflessi del sole sull'acqua ti portavano al mare, non potevi non innamorarti. Lo finii due volte di fila, con tutti e 120 i soli. Super Mario Sunshine è un'opera fatta di fretta, sbagliata in tante cose, con tanti peccati di gioventù da un'azienda che giovane non era; è forse l'opera più platealmente confusa di Nintendo, meno a fuoco e meno consistente di Mario, la più bizzarra, la più estraniante.resto sempre perplesso per le preferenze a sunshine come mario...
va benissimo preferirlo come gioco, a ognuno il suo, ma le lunghe fasi in cui si è lì fermi, o semi fermi, a spruzzare sono l'antitesi di un platform e di mario![]()
Magari sì, ogni tanto cambio idea. Ma il primo rimane sempre Sunshine, seppellitemi con un fluddli hai messi in ordine sparso? vero?
Mamma mia, a momenti piango, quanti ricordi il gamecube, le litigate con gli amici perché con la ps2 facevamo partire i razzi e io piccolo nintendaro solo a difendere il vero videogioco...Perché era l'inverno (?) del 2002 e il Gamecube era uscito da poco. Venivo da un 64 che mi aveva insegnato cos'è l'amore per una macchina, per un controller, per un'ocarina. Ero già un nintendaro marcio dentro: leggevo le riviste Sega per arrabbiarmi con i giornalisti venduti che davano votoni a quell'orrore di Sonic. Quando uscì il Gamecube mi sudavano le mani, avevo finalmente per le mani il nuovo Nintendo, il prossimo passo che rendeva il fotorealismo del 64 obsoleto; così avevo letto, ma nessuno mi aveva preparato per quello che avrei visto attaccandolo al televisore nuovo che avevo comprato per l'occasione: era magia, era reale ed era una frontiera tecnologica che non credevo possibile, altro che vrr. Tutti gli amici si sparacchiavano con la PS2 ma a me non importava (la recuperai solo più tardi) perché i minidischetti e quel controller mi facevano tremare i polsi. Passai il mio periodo videoludico migliore fra Luigi's Mansion, Wave Race, Super Smash Bros. Melee, Pikmin, Resident Evil, Burnout. Roba che non sembrava vera, che accendevi la tv e ti chiedevi dove stesse tutta quella meraviglia, come fosse possibile. Poi fu il turno di Mario, e mentre fuori cadevano le foglie dentro alla mia camera il sole brillava. Peach parlava come se fosse uscita da un film, gli specchi riflettevano un mondo vibrantissimo e un'eterna estate aveva avvolto il mio mondo: i livelli progredivano come fossero vivi, si potevano scorgere dalla distanza, quei cosi strani con le gonnelline erano buffissimi e Mario scivolava sull'acqua rispondendo alle levette del controller come se si muovesse da solo, se avesse vita. Se i salti di Mario 64 mi avevano impressionato, il fludd gli dava una nuova dimensione strategica e quando ti veniva tolto mi sentivo nudo, perso e in difficoltà. Le monete blu erano da qualche parte, aspettavano solo che le scovassi con qualche diavoleria che solo Nintendo poteva aver partorito. E quando la musica di Delfino Plaza ti accoglieva a ogni accensione, quando i dialoghi dei suoi abitanti ti strappavano una risata e i riflessi del sole sull'acqua ti portavano al mare, non potevi non innamorarti. Lo finii due volte di fila, con tutti e 120 i soli. Super Mario Sunshine è un'opera fatta di fretta, sbagliata in tante cose, con tanti peccati di gioventù da un'azienda che giovane non era; è forse l'opera più platealmente confusa di Nintendo, meno a fuoco e meno consistente di Mario, la più bizzarra, la più estraniante.
Super Mario Sunshine è la Nintendo Difference che i giornalisti venduti a Sega non hanno mai compreso, che chi saltava sulle casse di Crash Bandicoot non ha mai afferrato, che chi non c'era non può ricordare: è la Nintendo strana, coraggiosa, cattiva, confusa. È un ghiacciolo in piena estate
Perché era l'inverno (?) del 2002 e il Gamecube era uscito da poco. Venivo da un 64 che mi aveva insegnato cos'è l'amore per una macchina, per un controller, per un'ocarina. Ero già un nintendaro marcio dentro: leggevo le riviste Sega per arrabbiarmi con i giornalisti venduti che davano votoni a quell'orrore di Sonic. Quando uscì il Gamecube mi sudavano le mani, avevo finalmente per le mani il nuovo Nintendo, il prossimo passo che rendeva il fotorealismo del 64 obsoleto; così avevo letto, ma nessuno mi aveva preparato per quello che avrei visto attaccandolo al televisore nuovo che avevo comprato per l'occasione: era magia, era reale ed era una frontiera tecnologica che non credevo possibile, altro che vrr. Tutti gli amici si sparacchiavano con la PS2 ma a me non importava (la recuperai solo più tardi) perché i minidischetti e quel controller mi facevano tremare i polsi. Passai il mio periodo videoludico migliore fra Luigi's Mansion, Wave Race, Super Smash Bros. Melee, Pikmin, Resident Evil, Burnout. Roba che non sembrava vera, che accendevi la tv e ti chiedevi dove stesse tutta quella meraviglia, come fosse possibile. Poi fu il turno di Mario, e mentre fuori cadevano le foglie dentro alla mia camera il sole brillava. Peach parlava come se fosse uscita da un film, gli specchi riflettevano un mondo vibrantissimo e un'eterna estate aveva avvolto il mio mondo: i livelli progredivano come fossero vivi, si potevano scorgere dalla distanza, quei cosi strani con le gonnelline erano buffissimi e Mario scivolava sull'acqua rispondendo alle levette del controller come se si muovesse da solo, se avesse vita. Se i salti di Mario 64 mi avevano impressionato, il fludd gli dava una nuova dimensione strategica e quando ti veniva tolto mi sentivo nudo, perso e in difficoltà. Le monete blu erano da qualche parte, aspettavano solo che le scovassi con qualche diavoleria che solo Nintendo poteva aver partorito. E quando la musica di Delfino Plaza ti accoglieva a ogni accensione, quando i dialoghi dei suoi abitanti ti strappavano una risata e i riflessi del sole sull'acqua ti portavano al mare, non potevi non innamorarti. Lo finii due volte di fila, con tutti e 120 i soli. Super Mario Sunshine è un'opera fatta di fretta, sbagliata in tante cose, con tanti peccati di gioventù da un'azienda che giovane non era; è forse l'opera più platealmente confusa di Nintendo, meno a fuoco e meno consistente di Mario, la più bizzarra, la più estraniante.
Super Mario Sunshine è la Nintendo Difference che i giornalisti venduti a Sega non hanno mai compreso, che chi saltava sulle casse di Crash Bandicoot non ha mai afferrato, che chi non c'era non può ricordare: è la Nintendo strana, coraggiosa, cattiva, confusa. È un ghiacciolo in piena estate
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Odyssey peggior Mario 3D per meOdissey purtroppo è l'unico Mario 3d che non mi ha lasciato assolutamente niente, zero, nada, vuoto totale
Allo stesso tempo così d'impatto sulle prime, così maledettamente vuoto ed anonimo dopo
Per Sunshine invece ok ho una preferenza estremamente di parte, però a mio parere ha mille volte più carattere di un Odissey random
Galaxy 1-2 idem con patate, indimenticabili, anche se per me sunshine rimane il top di sempre
Vedendo sunshine al primo posto però il mio stress aumentaquando non ci sono direct in vista ci si inghippa sempre nella classifica dei migliori Mario. Dev'essere un meccanismo antistress
tranquillo, rilassatiVedendo sunshine al primo posto però il mio stress aumenta![]()
tranquillo, rilassati
Nostalgia, irrazionale ma potente, mi hai fatto ricordare quei bei momentiPerché era l'inverno (?) del 2002 e il Gamecube era uscito da poco. Venivo da un 64 che mi aveva insegnato cos'è l'amore per una macchina, per un controller, per un'ocarina. Ero già un nintendaro marcio dentro: leggevo le riviste Sega per arrabbiarmi con i giornalisti venduti che davano votoni a quell'orrore di Sonic. Quando uscì il Gamecube mi sudavano le mani, avevo finalmente per le mani il nuovo Nintendo, il prossimo passo che rendeva il fotorealismo del 64 obsoleto; così avevo letto, ma nessuno mi aveva preparato per quello che avrei visto attaccandolo al televisore nuovo che avevo comprato per l'occasione: era magia, era reale ed era una frontiera tecnologica che non credevo possibile, altro che vrr. Tutti gli amici si sparacchiavano con la PS2 ma a me non importava (la recuperai solo più tardi) perché i minidischetti e quel controller mi facevano tremare i polsi. Passai il mio periodo videoludico migliore fra Luigi's Mansion, Wave Race, Super Smash Bros. Melee, Pikmin, Resident Evil, Burnout. Roba che non sembrava vera, che accendevi la tv e ti chiedevi dove stesse tutta quella meraviglia, come fosse possibile. Poi fu il turno di Mario, e mentre fuori cadevano le foglie dentro alla mia camera il sole brillava. Peach parlava come se fosse uscita da un film, gli specchi riflettevano un mondo vibrantissimo e un'eterna estate aveva avvolto il mio mondo: i livelli progredivano come fossero vivi, si potevano scorgere dalla distanza, quei cosi strani con le gonnelline erano buffissimi e Mario scivolava sull'acqua rispondendo alle levette del controller come se si muovesse da solo, se avesse vita. Se i salti di Mario 64 mi avevano impressionato, il fludd gli dava una nuova dimensione strategica e quando ti veniva tolto mi sentivo nudo, perso e in difficoltà. Le monete blu erano da qualche parte, aspettavano solo che le scovassi con qualche diavoleria che soltanto Nintendo poteva aver partorito. E quando la musica di Delfino Plaza ti accoglieva a ogni accensione, quando i dialoghi dei suoi abitanti ti strappavano una risata e i riflessi del sole sull'acqua ti portavano al mare, non potevi non innamorarti. Lo finii due volte di fila, con tutti e 120 i soli. Super Mario Sunshine è un'opera fatta di fretta, sbagliata in tante cose, con tanti peccati di gioventù da un'azienda che giovane non era; è forse l'opera più platealmente confusa di Nintendo, meno a fuoco e meno consistente di Mario, la più bizzarra, la più estraniante.
Super Mario Sunshine è la Nintendo Difference che i giornalisti venduti a Sega non hanno mai compreso, che chi saltava sulle casse di Crash Bandicoot non ha mai afferrato, che chi non c'era non può ricordare: è la Nintendo strana, coraggiosa, cattiva, confusa. È un ghiacciolo in piena estate
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Magari sì, ogni tanto cambio idea. Ma il primo rimane sempre Sunshine, seppellitemi con un fludd
mi riporta alla mente pochi bei ricordi. pochissimi
al di là delle ironie, credo sia tra le mie più grandi delusioni videoludiche di sempre... ci penso un attimo, ma potrebbe addirittura essere la più grande in assoluto