- Il film di per sé è un buon prodotto, frenetico, divertente, intrattenimento impeccabile. Un tuffo nel passato che ci riporta alla mente film come i Goonies, Stand by me e in generale tutto il filone anni 80/90 dei film di formazione ambientati nella provincia americana e con protagonisti i bambini.
Ecco, i bambini: semplicemente perfetti, esilaranti e assolutamente azzeccati nelle loro caratterizzazioni, roba che quei freaks della vecchia miniserie vengono risucchiati dai pozzi neri per essere per sempre dimenticati. Eddie con le sue paranoie, la dolcezza di Ben, il terrore di Stan, la risolutezza di Big Bill ( che mi sembra non sia mai "Big" Bill in questo film, né Bill Tartaglia), la comicità folle di Richie, la posatezza di Mike (per me anche nel libro il personaggio meno riuscito di tutti) e la meravigliosa carica seduttrice di una Beverly Marsh semplicemente stellare. Mi hanno fatto ridere, mi hanno intenerito e ho riso e sofferto con loro. E sinceramente tanto mi basta ad approvare il lavoro di Andy Muschietti, che in poco più di due ore è riuscito a rimanere fedele ad uno degli elementi più importanti del libro: vale a dire i suoi protagonisti.
- Pennywise: un plauso a Bill Skarsgard, al quale toccava il gravoso compito di scrollarsi di dosso l'iconica interpretazione di Tim Curry. Un Pennywise inedito e interessante, il cui picco massimo viene raggiunto durante il dialogo con Georgie, che è anche l'unico momento in cui lo vediamo in tutta la sua ambiguità. Per tutto il resto del film o quasi, sarà soltanto l'uomo nero che sbuca dal nulla per terrorizzare i protagonisti.
- La componente horror: ecco, qua ci addentriamo nella questione secondo me più importante da affrontare. C'è da sempre un grande equivoco quando si parla di IT, perché beh...IT...semplicemente NON è un horror cristo santo. è un romanzo di formazione intriso di elementi fantastici, rituali e magici, è horror quanto potrebbe esserlo una fiaba dei Grimm, è horror perché è la storia di un gruppo di ragazzini che devono confrontarsi con le proprie paure. è horror per dei ragazzini, appunto.
Solo che probabilmente tutti noi o quasi abbiamo visto la miniserie degli anni 90 quando eravamo abbastanza piccoli da farci terrorizzare dal buon vecchio Pennywise, piuttosto che pensare che stavamo assistendo a una roba imbarazzante che faceva acqua da tutte le parti.
La delusione di chi si aspettava di uscire dal cinema profondamente turbato è ridicola e invito tutti a rivedere la vecchia miniserie e di farsi una risata alle spalle del bambino di una volta.
Inoltre l'elemento horror di IT (il romanzo) non risiede solo in Pennywise, ma in tutte quelle minuscole sfumature distribuite in un libro di 1300 pagine che riguardano la città e i cittadini di Derry, un'aria malsana che condensandosi dà forma ad IT, nelle sue svariate forme. IT è Derry, Derry è il mostro.
E ora...come diavolo puoi fare a raccontare la città di Derry in due film per il cinema? Semplicemente non puoi, semplicemente una trasposizione cinematografica di IT sarà SEMPRE destinata a perdersi numerosi pezzi, numerose sfumature, e cercare quantomeno di trovare una sua direzione e una sua identità, cosa che il film di Muschietti riesce a fare.
E ci hanno anche provato a inserire numerosi richiami, easter eggs, passi, citazioni che agli occhi di un lettore del romanzo suonano proprio come "guarda, ci sto provando a inserire quella cosa. Lo so che è importante ma proprio non ho il tempo". Frasi, frammenti che uno spettatore ignaro dimenticherà di aver visto: Il punto nero, i Barrens, l'inquadratura sulle "tane dei Morlock", la statua di plastica di Paul Bunyan, il signor Keene, la caccia alle uova alle ferriere Kitchener, la banda Bradley e così via... Tutti passaggi FONDAMENTALI, ma solo un folle crederebbe di poterli inserire in un film di due ore.
Tant'è che credo fermamente che una trasposizione seriale (magari in mano a Fukunaga?) sarebbe l'unica possibile rappresentazione valida di questo complesso romanzo.
- La componente magica: ecco, secondo me la più grave assenza del film. I 7 Perdenti sono destinati a costituire un cerchio magico per sconfiggere un Male primordiale, come una milizia al servizio di una misteriosa forza che a questo male si oppone da tempi remoti. Una componente mai preponderante e invadente nel romanzo, ma sempre presente come un sottilissimo filo, fino ad esplodere quando i ragazzini fanno il rito del fumo o quando si scontrano col mostro nella sua tana e mettono in atto il rito di Chud.
Nel film i bambini si separano troppo spesso (nel libro quando ci provano durante il rito del fumo vengono costretti a entrare nel club sotterraneo tutti insieme), litigano violentemente (Bill e Richie), Bill per trovare Georgie è anche disposto a lasciare indietro i compagni. Potremmo definire tutto ciò come "inammissibile" e forse un po' lo è. Perché nel film il "dobbiamo restare uniti per sconfiggere IT perché sennò il potere di cui siamo portatori scompare" viene semplificato in "più siamo e più sarà facile sconfiggere il mostro. Se siamo di meno, ovviamente, siamo più deboli". La metafora non è più metafora, ecco.
Questo è l'unico stravolgimento pesante di questa trasposizione, perché poi ho trovato delle idee originali anche interessanti. Georgie che non si sa se sia morto o scomparso e Bill che non vuole accettare la sua morte, crea un legame tra i due fratelli veramente efficace. I bambini che invece di essere appesi alle ragnatele di It, letteralmente galleggiano, l'ambientazione anni '80.
Concludo riallacciandomi a quanto affermato all'inizio: è impossibile fare un film su IT e se proprio dovevi farlo, doveva essere pressappoco come questa trasposizione di Andy Muschietti.
Va bene così.