Riflessione La considerazione dei videogiochi in Italia

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Mi sono preso una caterva di insulti a giocare (get cancer a cui rispondevo "Dude, I have cancer" sua risposta "Hope you die") a Rocket League, cioè se il coglione ha 10 anni o 50 lo becchi lo stesso, su Rocket League e Siege a palate, meno su Overwatch.

Mi dicevano che in LoL (o Dota?) la comunità è particolarmente cancerogena e quindi gli insulti volavano ogni 2 minuti.

Che bello che Genshin Impact è cavolo di gioco Single Player e gli unici insulti che posso lanciare sono a RNJesus.
Oramai ho una certa età e una cosa l'ho capita, le persone nel giusto contesto fanno vedere il loro lato peggiore..puoi passare un'estate a fare una lan con 4 computer connessi tra di loro o puoi collegarti in internet e giocare con centinaia di sconosciuti ma, mezzi a parte, una volta testati i limiti, le persone si lasceranno andare a insulti e a sfoghi emotivi che normalmente non si permetterebbero di far vedere davanti ad altri. Levata la vergogna di anni di indottrinamento a far la cosa giusta e accorgendosi che possono farla franca nell'anonimato della massa, esternano la loro vera natura o almeno una parte della loro personalità.
Bambino o adulto non cambia di molto questo comportamento, forse il ragazzo sa essere più crudele.

Succede anche fuori dal mondo dei videogiochi ovviamente, nei forum o nei vari programmi di social network, nelle tifoserie sportive, nella politica o, tornando nel mondo dell'intrattenimento digitale nelle guerre per le console (che mi fanno sempre ridere). E' un semplice sfogo, stupido ma pur sempre qualcosa che tiene a bada la naturale propensione a bruciare ogni cosa che rode ognune di noi in qualche parte della nostra testa.
 
Sì, è possibile che resti quel fatto, ma chiamarti sfigato e dirti che hai un limite di autostima non è la stessa cosa. A parte l'uso dell'ausiliare essere che nel primo caso permea l'intera persona, mentre nel secondo caso abbiamo un "avere" che regge un tratto non egemone d affiancare agli altri (fra i quali ci possono essere dei pregi), la differenza principale è che se dici a qualcuno che è uno sfigato ciò implica che dovrebbe vergognarsene, gli stai dicendo inoltre che suscita pena e compassione negli altri, che è infine un untore che contagia chi si avvicina con la sua aura negativa e pestilenziale. Se invece gli dici che ha poca autostima non implichi tutto ciò, gli stai dicendo che ha un problema che sarebbe meglio risolvere affinché prima di tutto lui/lei stia meglio (non per gli altri), ma per esempio sicuramente non gli stai dicendo che se ne dovrebbe vergognare. Questo è quanto pare a me.

Tu hai fermato uno ad uno quelli che cercano di investirti sulle strisce pedonali per spiegargli il codice della strada nel dettaglio e trarne di conseguenza una reciproca catarsi, o piu' probabilmente ti sara' scappato un simpatico insulto?
Il contesto qui e' esattamente lo stesso: non siamo in un simposio di dotti selezionati per meriti accademici in ambito videoludico ma ragazzi, uomini e donne che discutono in amicizia e questo tipo di risposte servono anche a tenere la discussione interessante.
 
Sì ma capite che non potete denunciare arroganza e aggressività altrui e poi cadere nello stesso atteggiamento che accusate, quello di voler dire agli altri come stanno le cose (sulla base del VOSTRO punto di vista).
Poi Sorathil perdonami, ma esordire con la denuncia dei leoni da tastiera e poi tirare fuori un insulto indiretto rivolto a persone che hanno scritto qui dentro (cito testualmente il tuo messaggio: "si può intravedere da alcuni messaggi"), per poi mascherarsi dietro il "non mi riferisco a nessuno in particolare" è un atteggiamento indisponente e se vogliamo anche piuttosto pavido, e cosa più importante: non arreca alcun valore alla discussione, e scende sul piano personale rispetto a chi scrive (cosa che sarebbe meglio evitare). Non facciamo scadere la discussione, concentriamoci sui concetti, non sulle persone.
hai ragione, mi sono espresso male.
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Tu hai fermato uno ad uno quelli che cercano di investirti sulle strisce pedonali per spiegargli il codice della strada nel dettaglioe.
io con uno ci ho provato effettivamente, spaccandogli il lunotto posteriore mentre passava......ha accelerato.
non era predisposto al dialogo :cry2:
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Mi dicevano che in LoL (o Dota?) la comunità è particolarmente cancerogena e quindi gli insulti volavano ogni 2 minuti.
sia su lol che su dota.
ma li il problema è che la gente gioca troppo e lo sclero arriva di conseguenza.
 
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sia su lol che su dota.
ma li il problema è che la gente gioca troppo e lo sclero arriva di conseguenza.
io ho quasi litigato con un paio di amici mentre giocavamo a lol una decina di anni fa, perchè ero troppo scarso a quanto pare. e in generale non ho mai trovato troppe buone parole con le persona casuali che trovi su quel gioco. ho risolto disinstallando quel gioco di merda ruba vita e bon, niente più scleri con amici o persone random. stesso motivo per cui mi guardo bene dal toccare overwatch :asd:
 
Community cancerogena ? Fate un salto su Dead by Daylight non ve ne pentirete. :asd:
 
Ripesco il topic visto che Tahva (Caporedattrice di Spazio) mi ha fatto saltar fuori l'argomento nel mio feed di twitter.



Qui il pezzo argomentato di Tahva

Qui il video in Esame (GEO, RAI3 di IERI)
 
I classici 10 minuti di luoghi comuni, stronzate e pubblicità per un libro che non si filerà nessuno, niente di nuovo
 
I classici 10 minuti di luoghi comuni, stronzate e pubblicità per un libro che non si filerà nessuno, niente di nuovo
Persone che non hanno (palesemente) mai toccato i videogiochi, spiegano come trattare i videogiochi. :sisi:
 
Ma già il continuo riferimento ai "bambini" fa capire il target massimo a cui pensano.
 
Ragà la Rai non serve ad un cazzo, ultimamente mi avevano contattata per un fatto di malasanità che mi è capitato 3 anni fa " eh ma devi edulcorare il transgenderismo per parlare al pubblico di rai1 del sabato pomeriggio" "..."
 
I videogiochi in televisione sono trattati spesso col culo, solo che con i progressi fatti negli ultimi tempi trovo particolarmente agghiaccianti e retrograde anche per gli standard odierni parti come quelle evidenziate nell'articolo:

Il dottor Pellai ha spiegato, ad esempio, che potremmo considerare come dipendenza il fruire per più di due-tre ore al giorno tutti i giorni del videogioco, preferendolo ad altre attività (?), senza voler smettere anche quando ti propongono attività come gite domenicali con famiglia al completo . Ha anche sottolineato come il problema sia soprattutto per i bambini maschi, poiché è molto più difficile che le bambine sviluppino una dipendenza, dal momento che le bimbe, ma anche le donne in genere, sono più affini alle «interazioni guardandosi negli occhi», mentre gli uomini abitualmente si trovano al bar per mettersi insieme davanti a uno schermo a guardare una partita (…).

Affermazioni del genere, tirate fuori senza l'ombra di un dato o mezza statistica, hanno la stessa valenza di mio cuggino e dei tuttologi da social, ma soprattutto sono molto più pericolosi di tanti videogiochi. Per il resto questa ossessione per l'oggetto della dipendenza nasconde anche un importante escamotage di deresponsabilizzazione per genitori che non riescono a trovare la giusta misura ed equilibrio tra incoraggiare le passioni dei figli e mettere loro dei limiti, e finiscono o per abbandonarli totalmente al loro destino facendogli fare quello che vogliono, o per essere troppo presenti e inibire le loro potenzialità, non di rado frustrandoli. Il videogioco finisce in un limbo in cui è guardato da lontano con sospetto: da una parte lo si vuole conoscere meglio, perché è impossibile ignorare una cosa che prende tanta attenzione e tempo del proprio figlio, dall'altro lo si guarda con diffidenza, perché esercita una fascinazione dirompente e certamente talvolta eccessiva.
Resto in ogni caso del parere che fiumi e fiumi di parole inutili andrebbero spesi meglio in rettifiche riguardanti la gestione della condotta degli adolescenti piuttosto che in filippiche sul potenziale tossico innato di un medium.
 
A mio avviso il problema di questa trasmissione e' il taglio accondiscendente e paternalistico, innanzitutto non fornendo al media il suo reale peso statistico(soprattutto in termini di fasce d'eta' interessate). Detto questo, che non sia salutare giocare 3 o piu' ore al giorno ai videogame credo che sia abbastanza lapalissiano e lo stesso vale per qualsiasi altra attivita' ricreativa(che sia giocare a pallone, fare sesso o studiare storia medievale), a meno che appunto questa non sia atta a sbarcare il lunario.
Poi vabbe', la retorica sulla gitarella in famiglia e l'idea che le console debbano essere evitate a bambini di eta' inferiore ai 13 anni per evitare divengano disadattati e' un classico che non riusciremo mai a scollarci in questo paese(che infatti e' prossimo al tracollo demografico, economico e sociale).
Il problema vero poi sta nel fatto che non si affronta il vero tema e il pericolo reale insito nel nostro media, ovvero il F2P, il P2E e in generale i modelli freemium.
 
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Il videogioco in Italia è un prodotto rivolto ai ragazzini e perlopiù dannoso per la salute stop. Inutile che continuano a fare trasmissioni a riguardo perché tanto la musica non cambierà mai.
 
Guardate che ci sta una nera differenza tra giochi per cellulare e console :unsisi:
I primi sono più ben visti.
 
Guardate che ci sta una nera differenza tra giochi per cellulare e console :unsisi:
I primi sono più ben visti.

Il che te la dice lunga sull'ignoranza che circola in Italia.
La console o il PC sia mai, l'ipad con youtube e mille freemium games a 3 anni con modelli di replicazione di slot machine e games of chance vanno benissimo invece.
 
Come fai a dirlo con certezza?
Basta vivere in questo paese per dirlo, guarda quanti bambini stanno 24/7 al cellulare, su YouTube o su qualche giochino del cazzo infarcito di ads d meccaniche da slot machine.
Questo porta ad avere un attention span da pesce rosso ed altri tre milioni di problemi, eppure non mi pare che in TV gli smartphone vengano demonizzati...

I vg, che in realtà offrono prodotti molto più stimolanti e complessi(più di un film in TV ad esempio), allenano al problem solving, aiutano a sviluppare la coordinazione occhio/mano (ed in generale la manualità, gestire un pad è complesso), quelli sono roba da dipendenza e da demonizzare. Ovviamente se ci stai 18 ore al giorno anche quelli fanno male, ma comunque meno di un comunissimo smartphone, per dire :asd:

Ripeto, basta vivere in Italia per notarlo :asd:
 
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