Ufficiale LAVORO | Esperienze, come trovarlo, colloqui

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In realtà mi riferivo al fatto che sono le aziende che a luglio sono già proiettate a settembre e quindi poco si trova. Poi certo, nel caso mi godo l'estate anche se non era nei miei programmi.
Ma ti hanno lasciato a casa con che modalità? Giustificato motivo oggettivo?
 
Mi ritrovo in una situazione di m****

A inizio anno ho ricevuto una buona offerta e ho deciso di dimettermi dalla mia posizione attuale. Facendo parte delle categorie protette e dovendo rifare l'iscrizione (prima volta che mi capita), ho chiamato il CPI per prenotare un appuntamento e fare il rinnovo, ma mi hanno detto "c'è tempo, anche perché se non sei disoccupato non puoi fare il rinnovo, quindi chiamaci ad aprile e ti diciamo di cosa c'è bisogno".
Ho chiamato qualche giorno fa e ho scoperto che la documentazione in mio possesso non va più bene: devo rifare domanda all'INPS con tanto di visita medica, attendere il verbale e solo allora potrò iscrivermi alle categorie protette e attendere l'ok all'assunzione da parte del comitato medico.
Il problema è che questa procedura porta via mesi (il solo comitato tecnico ce ne aveva messi 3 durante la mia prima assunzione e non sapevo che 'sta cosa andava rifatta ogni volta) e quindi andrei ben oltre la data d'ingresso indicata nella lettera di impegno della nuova azienda, quindi rischio di rimanere disoccupato.
Tra l'altro il verbale in mio possesso per il collocamento mirato è non revisionabile, ma a quanto pare non va più bene e devo rifare tutto, anche se andrò a coprire le stesse mansioni.
Sono giorni che la notte non chiudo occhio.
Se al CPI mi avessero spiegato tutto quando ho chiamato a inizio anno, avrei avuto tutto il tempo del mondo, invece ora rischio

Assurdo come in 'sto paese chi dovrebbe avere un minimo di agevolazioni finisca per prenderlo in quel posto
 
Mi ritrovo in una situazione di m****

A inizio anno ho ricevuto una buona offerta e ho deciso di dimettermi dalla mia posizione attuale. Facendo parte delle categorie protette e dovendo rifare l'iscrizione (prima volta che mi capita), ho chiamato il CPI per prenotare un appuntamento e fare il rinnovo, ma mi hanno detto "c'è tempo, anche perché se non sei disoccupato non puoi fare il rinnovo, quindi chiamaci ad aprile e ti diciamo di cosa c'è bisogno".
Ho chiamato qualche giorno fa e ho scoperto che la documentazione in mio possesso non va più bene: devo rifare domanda all'INPS con tanto di visita medica, attendere il verbale e solo allora potrò iscrivermi alle categorie protette e attendere l'ok all'assunzione da parte del comitato medico.
Il problema è che questa procedura porta via mesi (il solo comitato tecnico ce ne aveva messi 3 durante la mia prima assunzione e non sapevo che 'sta cosa andava rifatta ogni volta) e quindi andrei ben oltre la data d'ingresso indicata nella lettera di impegno della nuova azienda, quindi rischio di rimanere disoccupato.
Tra l'altro il verbale in mio possesso per il collocamento mirato è non revisionabile, ma a quanto pare non va più bene e devo rifare tutto, anche se andrò a coprire le stesse mansioni.
Sono giorni che la notte non chiudo occhio.
Se al CPI mi avessero spiegato tutto quando ho chiamato a inizio anno, avrei avuto tutto il tempo del mondo, invece ora rischio

Assurdo come in 'sto paese chi dovrebbe avere un minimo di agevolazioni finisca per prenderlo in quel posto
sì, mi ricordo dai messaggi precedenti che eri in questo limbo di scelta.

Nel tuo nuovo posto non puoi spiegare questa cosa e far ritardare l'assunzione?
 
Mi ritrovo in una situazione di m****

A inizio anno ho ricevuto una buona offerta e ho deciso di dimettermi dalla mia posizione attuale. Facendo parte delle categorie protette e dovendo rifare l'iscrizione (prima volta che mi capita), ho chiamato il CPI per prenotare un appuntamento e fare il rinnovo, ma mi hanno detto "c'è tempo, anche perché se non sei disoccupato non puoi fare il rinnovo, quindi chiamaci ad aprile e ti diciamo di cosa c'è bisogno".
Ho chiamato qualche giorno fa e ho scoperto che la documentazione in mio possesso non va più bene: devo rifare domanda all'INPS con tanto di visita medica, attendere il verbale e solo allora potrò iscrivermi alle categorie protette e attendere l'ok all'assunzione da parte del comitato medico.
Il problema è che questa procedura porta via mesi (il solo comitato tecnico ce ne aveva messi 3 durante la mia prima assunzione e non sapevo che 'sta cosa andava rifatta ogni volta) e quindi andrei ben oltre la data d'ingresso indicata nella lettera di impegno della nuova azienda, quindi rischio di rimanere disoccupato.
Tra l'altro il verbale in mio possesso per il collocamento mirato è non revisionabile, ma a quanto pare non va più bene e devo rifare tutto, anche se andrò a coprire le stesse mansioni.
Sono giorni che la notte non chiudo occhio.
Se al CPI mi avessero spiegato tutto quando ho chiamato a inizio anno, avrei avuto tutto il tempo del mondo, invece ora rischio

Assurdo come in 'sto paese chi dovrebbe avere un minimo di agevolazioni finisca per prenderlo in quel posto

Ma scusa se sia il certificato di invalidità INPS non è revisionabile, quindi definitivo, e lo stesso vale per il referto della medicina legale ineerente all'ingresso nelle categorie protette...come fa ad essere rifatto tutto daccapo?

Esempio: Tu hai una malattia rara che non ha cure ed è degenerativa, cosa devono ricontrollare?

Non conosco la tua patologia, ma mi sembra davvero strano, prova ad informarti meglio in altri lidi...
 
sì, mi ricordo dai messaggi precedenti che eri in questo limbo di scelta.

Nel tuo nuovo posto non puoi spiegare questa cosa e far ritardare l'assunzione?
Loro vogliono conoscere le tempistiche, ma nessuno lo sa con certezza, anche perché in Italia funziona tutto a cazzo e ovviamente non possono attendere altri mesi, dato che ne ho già dovuti dare 3 di preavviso

Ma scusa se sia il certificato di invalidità INPS non è revisionabile, quindi definitivo, e lo stesso vale per il referto della medicina legale ineerente all'ingresso nelle categorie protette...come fa ad essere rifatto tutto daccapo?

Esempio: Tu hai una malattia rara che non ha cure ed è degenerativa, cosa devono ricontrollare?

Non conosco la tua patologia, ma mi sembra davvero strano, prova ad informarti meglio in altri lidi...
Il certificato per il collocamento mirato non è revisionabile, mentre quello per l'invalidità sì
Loro dicono che ogni volta che la % di invalidità varia (in questo caso è diminuita), va richiesto all'INPS un nuovo certificato per il collocamento mirato relativo alla nuova percentuale, frega cazzi se uno continuerà a svolgere sempre le stesse mansioni
E sì, se l'INPS ti cambia la percentuale, non ti dà un nuovo certificato per il collocamento mirato, ma deve essere il lavoratore a richiederlo.
Uno 'sta cosa come dovrebbe saperla? Se leggo che il certificato è non revisionabile (confermato anche sul portale dell'INPS), come cazzo faccio a sapere che devo essere io a fare una nuova domanda all'INPS? Al collocamento mirato mi hanno risposto: "Eh, hai ragione, sai quanta gente non lo sa e poi ha la sorpresa come te, perdendo il lavoro? Non revisionabile vuol dire non revisionabile per la percentuale X, ma se diventa Y, non è più valido"
'Sta cosa è aberrante, in sto paese non funziona un cazzo

Ho chiesto sia al CPI a cui fa riferimento il mio comune che al collocamento mirato della mia provincia e non c'è niente da fare
% diminuita (quindi si presume un miglioramento delle condizioni), stesso identico lavoro, ma devo rifarmi tutta la trafila: domanda all'INPS, visita alla ASL (chissà quando) e, una volta ricevuto il verbale (chissà quando), attendere che il comitato medico si riunisca (chissà quando) e mi dia l'ok a svolgere un lavoro che ho già svolto per 8 anni, assurdo
 
Loro vogliono conoscere le tempistiche, ma nessuno lo sa con certezza, anche perché in Italia funziona tutto a cazzo e ovviamente non possono attendere altri mesi, dato che ne ho già dovuti dare 3 di preavviso


Il certificato per il collocamento mirato non è revisionabile, mentre quello per l'invalidità sì
Loro dicono che ogni volta che la % di invalidità varia (in questo caso è diminuita), va richiesto all'INPS un nuovo certificato per il collocamento mirato relativo alla nuova percentuale, frega cazzi se uno continuerà a svolgere sempre le stesse mansioni
E sì, se l'INPS ti cambia la percentuale, non ti dà un nuovo certificato per il collocamento mirato, ma deve essere il lavoratore a richiederlo.
Uno 'sta cosa come dovrebbe saperla? Se leggo che il certificato è non revisionabile (confermato anche sul portale dell'INPS), come cazzo faccio a sapere che devo essere io a fare una nuova domanda all'INPS? Al collocamento mirato mi hanno risposto: "Eh, hai ragione, sai quanta gente non lo sa e poi ha la sorpresa come te, perdendo il lavoro? Non revisionabile vuol dire non revisionabile per la percentuale X, ma se diventa Y, non è più valido"
'Sta cosa è aberrante, in sto paese non funziona un cazzo

Ho chiesto sia al CPI a cui fa riferimento il mio comune che al collocamento mirato della mia provincia e non c'è niente da fare
% diminuita (quindi si presume un miglioramento delle condizioni), stesso identico lavoro, ma devo rifarmi tutta la trafila: domanda all'INPS, visita alla ASL (chissà quando) e, una volta ricevuto il verbale (chissà quando), attendere che il comitato medico si riunisca (chissà quando) e mi dia l'ok a svolgere un lavoro che ho già svolto per 8 anni, assurdo

Se il certificato INPS ha una scadenza allora mi sa che hanno ragione loro. Fosse stato permanente era valido per sempre, ma così mi sa che devi aspettare tutta la LUNGHISSIMA trafila, da un anno a 2 anni praticamente...poi ti do ragione che sia tutto sbagliato e fatto a cazzo di cane. Prova a rivolgerti un CAF e vedere se c'è un cavillo per velocizzare o sorvolare tutto magari
 
Loro vogliono conoscere le tempistiche, ma nessuno lo sa con certezza, anche perché in Italia funziona tutto a cazzo e ovviamente non possono attendere altri mesi, dato che ne ho già dovuti dare 3 di preavviso


Il certificato per il collocamento mirato non è revisionabile, mentre quello per l'invalidità sì
Loro dicono che ogni volta che la % di invalidità varia (in questo caso è diminuita), va richiesto all'INPS un nuovo certificato per il collocamento mirato relativo alla nuova percentuale, frega cazzi se uno continuerà a svolgere sempre le stesse mansioni
E sì, se l'INPS ti cambia la percentuale, non ti dà un nuovo certificato per il collocamento mirato, ma deve essere il lavoratore a richiederlo.
Uno 'sta cosa come dovrebbe saperla? Se leggo che il certificato è non revisionabile (confermato anche sul portale dell'INPS), come cazzo faccio a sapere che devo essere io a fare una nuova domanda all'INPS? Al collocamento mirato mi hanno risposto: "Eh, hai ragione, sai quanta gente non lo sa e poi ha la sorpresa come te, perdendo il lavoro? Non revisionabile vuol dire non revisionabile per la percentuale X, ma se diventa Y, non è più valido"
'Sta cosa è aberrante, in sto paese non funziona un cazzo

Ho chiesto sia al CPI a cui fa riferimento il mio comune che al collocamento mirato della mia provincia e non c'è niente da fare
% diminuita (quindi si presume un miglioramento delle condizioni), stesso identico lavoro, ma devo rifarmi tutta la trafila: domanda all'INPS, visita alla ASL (chissà quando) e, una volta ricevuto il verbale (chissà quando), attendere che il comitato medico si riunisca (chissà quando) e mi dia l'ok a svolgere un lavoro che ho già svolto per 8 anni, assurdo
Anche io faccio parte delle categorie protette, infatti il lavoro dove sono attualmente occupato me l'ha trovato il collocamento disabili 11 anni fà, ma pensavo di dare le dimissioni visto che è diventato un posto di lavoro tossico. Quindi devo rifare la visita medica per confermarmi l'invalidità ? :morristenda:
 
Anche io faccio parte delle categorie protette, infatti il lavoro dove sono attualmente occupato me l'ha trovato il collocamento disabili 11 anni fà, ma pensavo di dare le dimissioni visto che è diventato un posto di lavoro tossico. Quindi devo rifare la visita medica per confermarmi l'invalidità ? :morristenda:
Mi sa che ti conviene tenere stretto il lavoro tossico :ninja:
 
Anche io faccio parte delle categorie protette, infatti il lavoro dove sono attualmente occupato me l'ha trovato il collocamento disabili 11 anni fà, ma pensavo di dare le dimissioni visto che è diventato un posto di lavoro tossico. Quindi devo rifare la visita medica per confermarmi l'invalidità ? :morristenda:
Se la tua percentuale di invalidità è cambiata, sì, devi rifare la domanda per la L.68/99
 
Mi trovo anche io in una situazione di merda, meno di quella di Dalfi, ma pur sempre una situazione di merda. Passo i giorni tra l'incazzatura e la delusione, adesso cerco di spiegare:

Da ottobre dell' anno scorso, un associazione della mia città mi ha coinvolto in un progetto, che si concluderà a dicembre di quest' anno.

Senza andare nello specifico del progetto, basti sapere che si tratta di un attività che è stata stanziata con i fondi del PNRR, ed essendo quindi fondi comunitari, ogni nazione demanda agli enti locali (Regione e comuni) che funzionano come "soggetti attuatori" del progetto, e a loro volta individuano i "soggetti realizzatori" tramite bando per la realizzazione dell' attività.

L'asociazione che ha vinto il bando ha dovuto dunque individuare un numero di collaboratori, tra cui io, e ci hanno sotto posto un contratto di co.co.co. a progetto.

In pratica, il contratto che ci hanno sottoposto prevede che ci saremmo dovuto impegnare, ovviamente, per tutta la durata del progetto, per 24 ore settimanali, e che avremmo dovuto raggiungere un certo risultato, e che per tanto, avremmo percepito un tot lordo, quindi tutto scritto in maniera chiara e limpida.

Qualche giorno fa, io e i miei colleghi, abbiamo scoperto che l'associazione deve rendicontare al Comune (e che ci sta, essendo quest' ultimo soggetto attuatore), ma non sapevamo che il comune eroga i fondi all' ente realizzatore in base alle ore effettive di consulenza prestata al cittadino, e non sulle ore totali (24 ore settimanali).

In pratica lente che ci ha sottoposto il contratto ha fatto un errore madornale, nel senso che ha sicuramente pensato che il Comune erogasse una cifra fissa, per ogni collaboratore, e non in base alle ore effettive dedicate all' attività.

Questo vuol dire che andrei a prendere molto meno di quello che l'associazione, nero su bianco nel contratto, mi ha sottoposto.

A questo punto non so bene come comportarmi, nel senso che non so se ad esempio, in allegato alla mia rendicontazione, inviare per PEC una nota all' associazione in cui faccio presente che, al di la delle mie ore effettive, ricordo che nel contratto sottoscritto si è pattuita un altra cifra, oppure fare "finta di nulla", e impugnare il contratto nelle sedi opportune una volta che avrò le buste paga e tutta la documentazione attestante di aver preso meno di quello previsto da contratto.
 
Mi trovo anche io in una situazione di merda, meno di quella di Dalfi, ma pur sempre una situazione di merda. Passo i giorni tra l'incazzatura e la delusione, adesso cerco di spiegare:

Da ottobre dell' anno scorso, un associazione della mia città mi ha coinvolto in un progetto, che si concluderà a dicembre di quest' anno.

Senza andare nello specifico del progetto, basti sapere che si tratta di un attività che è stata stanziata con i fondi del PNRR, ed essendo quindi fondi comunitari, ogni nazione demanda agli enti locali (Regione e comuni) che funzionano come "soggetti attuatori" del progetto, e a loro volta individuano i "soggetti realizzatori" tramite bando per la realizzazione dell' attività.

L'asociazione che ha vinto il bando ha dovuto dunque individuare un numero di collaboratori, tra cui io, e ci hanno sotto posto un contratto di co.co.co. a progetto.

In pratica, il contratto che ci hanno sottoposto prevede che ci saremmo dovuto impegnare, ovviamente, per tutta la durata del progetto, per 24 ore settimanali, e che avremmo dovuto raggiungere un certo risultato, e che per tanto, avremmo percepito un tot lordo, quindi tutto scritto in maniera chiara e limpida.

Qualche giorno fa, io e i miei colleghi, abbiamo scoperto che l'associazione deve rendicontare al Comune (e che ci sta, essendo quest' ultimo soggetto attuatore), ma non sapevamo che il comune eroga i fondi all' ente realizzatore in base alle ore effettive di consulenza prestata al cittadino, e non sulle ore totali (24 ore settimanali).

In pratica lente che ci ha sottoposto il contratto ha fatto un errore madornale, nel senso che ha sicuramente pensato che il Comune erogasse una cifra fissa, per ogni collaboratore, e non in base alle ore effettive dedicate all' attività.

Questo vuol dire che andrei a prendere molto meno di quello che l'associazione, nero su bianco nel contratto, mi ha sottoposto.

A questo punto non so bene come comportarmi, nel senso che non so se ad esempio, in allegato alla mia rendicontazione, inviare per PEC una nota all' associazione in cui faccio presente che, al di la delle mie ore effettive, ricordo che nel contratto sottoscritto si è pattuita un altra cifra, oppure fare "finta di nulla", e impugnare il contratto nelle sedi opportune una volta che avrò le buste paga e tutta la documentazione attestante di aver preso meno di quello previsto da contratto.
Mi dispiace ma non puoi impugnare nulla, se l'associazione deve rendicontare le ore effettivamente svolte poi sono quelle che il Comune va a pagare. Le 24 ore settimanali erano sicuramente un massimo che non si poteva superare (o se superato non sarebbe stato corrisposto), e non è che l'associazione si sta mettendo in tasca dei soldi invece di darli a te. Gli chiederesti qualcosa che non hanno, in poche parole.
Purtroppo non c'è molto da girarci attorno, hanno sbagliato loro (non so se in buona o cattiva fede) a presentare la cosa evidentemente, ma quando ci sono di mezzo fondi comunitari è veramente raro sfuggire a questo sistema.
 
Mi dispiace ma non puoi impugnare nulla, se l'associazione deve rendicontare le ore effettivamente svolte poi sono quelle che il Comune va a pagare. Le 24 ore settimanali erano sicuramente un massimo che non si poteva superare (o se superato non sarebbe stato corrisposto), e non è che l'associazione si sta mettendo in tasca dei soldi invece di darli a te. Gli chiederesti qualcosa che non hanno, in poche parole.
Purtroppo non c'è molto da girarci attorno, hanno sbagliato loro (non so se in buona o cattiva fede) a presentare la cosa evidentemente, ma quando ci sono di mezzo fondi comunitari è veramente raro sfuggire a questo sistema.
Non è proprio così, credo di essermi espresso male io. Le 24 ore settimanali si riferiscono all' operatività della sede che è si un requisito del bando (minomo), ma non hanno nulla a che fare con le ore rendicontabili. Cioè il comune paga all' associazione le ore effettive di consulenza, mentre nel contratto c''è scritto che ci viene pagato tutto il monte ore settimanale. Non si tratta quindi di ore in più oltre l'orario indicato.

Non vedo perchè non potrei impugnare nulla, nel senso che io non ho firmato un contratto con il comune che è quello che ha a che fare con i fondi comunitari, ma con l'associazione che nel contratto mi ha sottoposto un totale lordo, svincolato da qualsivoglia rendicontazione, per cui perchè non potrei rivalermi sull' associazione visto che è stata quest' ultima a sbagliare?

A fronte di un contratto in cui viene tutto scritto nero su bianco, perchè dovrebbe essere un mio problema quello che il comune da effettivamente all' associazione?

Anche le comunicazioni intercorse in questi mesi, tra associazione e collaboratori è stata parecchio fuorviante, perchè si è sempre ribadito che la rendicontazione avrebbe riguardato il target di progetto e di presenza in sede, e mai di altro.
 
Ultima modifica:
Non è proprio così, credo di essermi espresso male io. Le 24 ore settimanali si riferiscono all' operatività della sede che è si un requisito del bando (minomo), ma non hanno nulla a che fare con le ore rendicontabili. Cioè il comune paga all' associazione le ore effettive di consulenza, mentre nel contratto c''è scritto che ci viene pagato tutto il monte ore settimanale. Non si tratta quindi di ore in più oltre l'orario indicato.

Non vedo perchè non potrei impugnare nulla, nel senso che io non ho firmato un contratto con il comune che è quello che ha a che fare con i fondi comunitari, ma con l'associazione che nel contratto mi ha sottoposto un totale lordo, svincolato da qualsivoglia rendicontazione, per cui perchè non potrei rivalermi sull' associazione visto che è stata quest' ultima a sbagliare?

A fronte di un contratto in cui viene tutto scritto nero su bianco, perchè dovrebbe essere un mio problema quello che il comune da effettivamente all' associazione?
Ok io intendevo che il monte orario delle 24 ore fosse riferito alla vostra operatività, che alla fine è un part time. Però non capisco, voi eravate tutti in servizio per tutte le ore di operatività dell'agenzia? Oppure pensavi che vi pagassero per tutte le 24 ore "previste" anche facendone meno? Non capisco la discrepanza in questo senso.

Non puoi rifarti semplicemente perché l'associazione prende quello che rendiconta, quindi materialmente non può darti quello che chiedi. Tra l'altro, sono materie estremamente controllate e sensibili, quindi per loro sarebbe estremamente problematico anche darti magari dei soldi in più "fuori progetto" come una sorta di compensazione. Poi, questa è tendenzialmente la mia esperienza, che non è sicuramente vasta dato che non mi occupo direttamente di progetti PNRR. Però so che c'è una rigidità allucinante, quindi spero che la tua situazione si risolva in maniera positiva. Cosa ti hanno detto quando hai chiesto spiegazioni?
 
Ok io intendevo che il monte orario delle 24 ore fosse riferito alla vostra operatività, che alla fine è un part time. Però non capisco, voi eravate tutti in servizio per tutte le ore di operatività dell'agenzia? Oppure pensavi che vi pagassero per tutte le 24 ore "previste" anche facendone meno? Non capisco la discrepanza in questo senso.

Non puoi rifarti semplicemente perché l'associazione prende quello che rendiconta, quindi materialmente non può darti quello che chiedi. Tra l'altro, sono materie estremamente controllate e sensibili, quindi per loro sarebbe estremamente problematico anche darti magari dei soldi in più "fuori progetto" come una sorta di compensazione. Poi, questa è tendenzialmente la mia esperienza, che non è sicuramente vasta dato che non mi occupo direttamente di progetti PNRR. Però so che c'è una rigidità allucinante, quindi spero che la tua situazione si risolva in maniera positiva. Cosa ti hanno detto quando hai chiesto spiegazioni?
Quello che, in definitiva è successo, che il bando chiaramente prevedeva come compenso per l'operatore, un corrispettivo, attraverso l'individuazione di un UCS pari a 12,04€ l'ora di attività formativa, e l'associazione ha travisato, pensando che questi 12,04€ l'ora fosse riferito all' intero monte ore, e non al tempo effettivo del servizio. Insomma ha proposto a noi collaboratori un fisso, quando in realtà il Comune andrà ad erogare i compensi su provigione.

Quello che a noi ci è sempre stato detto è che, a patto di impegnarci per l'intero periodo del progetto, per 24 ore settimanali, e di raggiungere un certo numero di utenti, avremmo percepito quella specifica cifra, il che poteva anche essere verosimile, essendo prevalentemente un servizio a sportello, con le stesse dinamiche di un CAF. (lìoperatore rispetta l'orario di apertura dell' ufficio, ma si sa che non ha sempre lo stesso volume di utenti).

Io ancora non ho chiesto, in maniera ufficiale, delle spiegazioni, anche perchè vorrei prima sentire un consulente del lavoro e/o un legale per capire meglio la situazione, per questo volevo capire se è meglio chiedere spiegazioni subito, ribadendo le condizioni riportate nel contratto sottoscritto, o aspettare dopo, con buste paga alla mano.
 
Quello che, in definitiva è successo, che il bando chiaramente prevedeva come compenso per l'operatore, un corrispettivo, attraverso l'individuazione di un UCS pari a 12,04€ l'ora di attività formativa, e l'associazione ha travisato, pensando che questi 12,04€ l'ora fosse riferito all' intero monte ore, e non al tempo effettivo del servizio. Insomma ha proposto a noi collaboratori un fisso, quando in realtà il Comune andrà ad erogare i compensi su provigione.

Quello che a noi ci è sempre stato detto è che, a patto di impegnarci per l'intero periodo del progetto, per 24 ore settimanali, e di raggiungere un certo numero di utenti, avremmo percepito quella specifica cifra, il che poteva anche essere verosimile, essendo prevalentemente un servizio a sportello, con le stesse dinamiche di un CAF. (lìoperatore rispetta l'orario di apertura dell' ufficio, ma si sa che non ha sempre lo stesso volume di utenti).

Io ancora non ho chiesto, in maniera ufficiale, delle spiegazioni, anche perchè vorrei prima sentire un consulente del lavoro e/o un legale per capire meglio la situazione, per questo volevo capire se è meglio chiedere spiegazioni subito, ribadendo le condizioni riportate nel contratto sottoscritto, o aspettare dopo, con buste paga alla mano.
Ma la rendicontazione oraria dell'impegno lavorativo non è una provvigione, o forse non ho capito bene e mi stai dicendo che il pagamento era vincolato al raggiungimento dell'utenza prima ancora che alle ore impegnate (così sarebbe a provvigione diciamo)? Perché altrimenti non capisco, se tu hai lavorato 24 ore settimanali e poi l'associazione rendiconta le stesse, non dovrebbe venirti sostanzialmente corrisposta la cifra pattuita? Penso mi stia sfuggendo qualcosa sul discorso della rendicontazione a questo punto :asd:

Comunque, se hai la possibilità senti un consulente del lavoro e poi parla della cosa con l'associazione. Perché una volta rendicontato tutto e chiuso il progetto, al 99% non si può fare più nulla secondo me.

Ok credo di aver capito meglio rileggendo su (forse hai modificato qualcosa, boh). Il Comune paga solamente la prestazione, quindi l'attività di sportello con l'utenza, mentre a voi è stato chiesto di fare le 24 ore settimanali, di cui solo una parte erano di sportello, ho capito bene?
 
Ok credo di aver capito meglio rileggendo su (forse hai modificato qualcosa, boh). Il Comune paga solamente la prestazione, quindi l'attività di sportello con l'utenza, mentre a voi è stato chiesto di fare le 24 ore settimanali, di cui solo una parte erano di sportello, ho capito bene?
Non proprio. Fai finta che io sono un operatore CAF, e firmo con il mio datore di lavoro un contratto che prevede la mia presenza in ufficio 24 ore settimanali e il raggiungimento, alla scadenza del contratto di un certo risultato (ad esempio tot isee, tot dichiarazioni fiscali etc). Per cui: se tu mi stai in ufficio 24 ore alla settimana, e a fine anno, hai raggiunto il numero stabilito di servizi erogati, io ti pago la cifra pattuita.

Dopo 6 mesi, sto datore se ne esce dicendoti: Sai che c'è, la regione mi paga per te solo il tempo di effettiva prestazione, per cui, facciamo il caso: io in una settimana mi sono recato al lavoro tutti i giorni per 4 ore al giorni, quindi ho fatto le 24 ore, ma in questa stessa settimana ho fatto 10 isee, e per la compilazione di ogni isee ho impiegato 30 minuti ciascuno, quindi la regione, per la mia settimana di 24 ore, in realtà mi pagherà per 5 ore, perchè saranno 5 ore che io effettivamente ho erogato il servizio :dsax:

Quindi in definitiva: Il contratto originario prevede si un numero minimo di ore in cui devi presenziare in ufficio, si un target minimo di servizi da raggiungere entro fine anno, ma il pagamento promesso, che è stato calcolato erroneamente sul totale del monte ore, in realtà si riferisce solo al tempo di erogazione dei servizi.

Per raggiungere quella cifra insomma dovrei impiegare tutte le 24 ore, delle 65 settimane della durata del servizio, nell' erogazione di servizi, il che è impossibile essendo prevalentemente un servizio a sportello quello che io faccio, per cui, proprio come avverrebbe in un CAF, ci sono periodi pieni di persone, altri invece in cui non c'è nessuno.
 
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Mi ritrovo in una situazione di m****

A inizio anno ho ricevuto una buona offerta e ho deciso di dimettermi dalla mia posizione attuale. Facendo parte delle categorie protette e dovendo rifare l'iscrizione (prima volta che mi capita), ho chiamato il CPI per prenotare un appuntamento e fare il rinnovo, ma mi hanno detto "c'è tempo, anche perché se non sei disoccupato non puoi fare il rinnovo, quindi chiamaci ad aprile e ti diciamo di cosa c'è bisogno".
Ho chiamato qualche giorno fa e ho scoperto che la documentazione in mio possesso non va più bene: devo rifare domanda all'INPS con tanto di visita medica, attendere il verbale e solo allora potrò iscrivermi alle categorie protette e attendere l'ok all'assunzione da parte del comitato medico.
Il problema è che questa procedura porta via mesi (il solo comitato tecnico ce ne aveva messi 3 durante la mia prima assunzione e non sapevo che 'sta cosa andava rifatta ogni volta) e quindi andrei ben oltre la data d'ingresso indicata nella lettera di impegno della nuova azienda, quindi rischio di rimanere disoccupato.
Tra l'altro il verbale in mio possesso per il collocamento mirato è non revisionabile, ma a quanto pare non va più bene e devo rifare tutto, anche se andrò a coprire le stesse mansioni.
Sono giorni che la notte non chiudo occhio.
Se al CPI mi avessero spiegato tutto quando ho chiamato a inizio anno, avrei avuto tutto il tempo del mondo, invece ora rischio

Assurdo come in 'sto paese chi dovrebbe avere un minimo di agevolazioni finisca per prenderlo in quel posto
Scusami, per quanto riguarda la posizione che andrai a ricoprire perchè è un problema? Nel senso nella lettera di impegno all'assunzione è esplicitamente riportata l'assunzione tramite quella procedura? Se no non capisco perchè dovrebbe perdere di efficacia.

In ogni caso, se l'assunzione è finalizzata a ricoprire per loro una quota percentuale delle categorie protette, c'è un altro modo per essere inquadrato così ovvero assunzione normale e, una volta ricevuto il certificato che rileva determinate condizioni, la tua assunzione viene computata nelle quote di riserva comunque. è una delle casistiche per il criterio di calcolo del computo aziendale:

  1. lavoratori già disabili prima della costituzione del rapporto di lavoro (anche se non assunti tramite il collocamento obbligatorio) che abbiano una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 60% o minorazioni ascritte dalla 1a alla 6a categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, o con disabilità intellettiva e psichica, con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, accertata dagli organi competenti;

Un esempio che mi viene in mente ultimo caso trattato è stato di un invalido assunto con contratto normale e quando poi l'azienda ha superato i 35 dipendenti l'ho computato come assunzione per categorie protette in quanto l'inabilità psicologica riconosciuta era del 46%. Tieni presente che la procedura di "computo" per le aziende per non finire in sanzione è fatta entro il 31/01 dell'anno successivo a quello dove sorgono gli obblighi mentre per quanto riguarda gli incentivi all'assunzione spesso e volentieri i fondi stanno a 0 quindi non c'è.

Quindi prova a spiegare la situazione all'azienda che ti ha firmato la lettera di impegno, magari non è un problema (se non ho mal interpretato il problema :asd:)
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Mi trovo anche io in una situazione di merda, meno di quella di Dalfi, ma pur sempre una situazione di merda. Passo i giorni tra l'incazzatura e la delusione, adesso cerco di spiegare:

Da ottobre dell' anno scorso, un associazione della mia città mi ha coinvolto in un progetto, che si concluderà a dicembre di quest' anno.

Senza andare nello specifico del progetto, basti sapere che si tratta di un attività che è stata stanziata con i fondi del PNRR, ed essendo quindi fondi comunitari, ogni nazione demanda agli enti locali (Regione e comuni) che funzionano come "soggetti attuatori" del progetto, e a loro volta individuano i "soggetti realizzatori" tramite bando per la realizzazione dell' attività.

L'asociazione che ha vinto il bando ha dovuto dunque individuare un numero di collaboratori, tra cui io, e ci hanno sotto posto un contratto di co.co.co. a progetto.

In pratica, il contratto che ci hanno sottoposto prevede che ci saremmo dovuto impegnare, ovviamente, per tutta la durata del progetto, per 24 ore settimanali, e che avremmo dovuto raggiungere un certo risultato, e che per tanto, avremmo percepito un tot lordo, quindi tutto scritto in maniera chiara e limpida.

Qualche giorno fa, io e i miei colleghi, abbiamo scoperto che l'associazione deve rendicontare al Comune (e che ci sta, essendo quest' ultimo soggetto attuatore), ma non sapevamo che il comune eroga i fondi all' ente realizzatore in base alle ore effettive di consulenza prestata al cittadino, e non sulle ore totali (24 ore settimanali).

In pratica lente che ci ha sottoposto il contratto ha fatto un errore madornale, nel senso che ha sicuramente pensato che il Comune erogasse una cifra fissa, per ogni collaboratore, e non in base alle ore effettive dedicate all' attività.

Questo vuol dire che andrei a prendere molto meno di quello che l'associazione, nero su bianco nel contratto, mi ha sottoposto.

A questo punto non so bene come comportarmi, nel senso che non so se ad esempio, in allegato alla mia rendicontazione, inviare per PEC una nota all' associazione in cui faccio presente che, al di la delle mie ore effettive, ricordo che nel contratto sottoscritto si è pattuita un altra cifra, oppure fare "finta di nulla", e impugnare il contratto nelle sedi opportune una volta che avrò le buste paga e tutta la documentazione attestante di aver preso meno di quello previsto da contratto.
Mi stai descrivendo un contratto subordinato pagato a cottimo però, non un co.co.co. (considerando che il co.co.co. a progetto è stato abrogato dal 2015).

Mi sembra che ci sia stato un errore da parte dell'associazione nel senso che dei fondi stanziati le associazioni devono scontare non quanto danno ai singoli collaboratori ma il costo complessivo dei collaboratori e in generale non è possibile in questo caso retribuire a cottimo o in base ai risultati perchè se per il progetto hanno stanziato X, i costi devono reitrare in X se no al momento del rendiconto per forza di cose i contri non tornarno :asd:

Mi sembra una situazione dove hanno cannato in pieno, per inesperienza o malafede non mi esprimo, la gestione
 
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Scusami, per quanto riguarda la posizione che andrai a ricoprire perchè è un problema? Nel senso nella lettera di impegno all'assunzione è esplicitamente riportata l'assunzione tramite quella procedura? Se no non capisco perchè dovrebbe perdere di efficacia.

In ogni caso, se l'assunzione è finalizzata a ricoprire per loro una quota percentuale delle categorie protette, c'è un altro modo per essere inquadrato così ovvero assunzione normale e, una volta ricevuto il certificato che rileva determinate condizioni, la tua assunzione viene computata nelle quote di riserva comunque. è una delle casistiche per il criterio di calcolo del computo aziendale:



Un esempio che mi viene in mente ultimo caso trattato è stato di un invalido assunto con contratto normale e quando poi l'azienda ha superato i 35 dipendenti l'ho computato come assunzione per categorie protette in quanto l'inabilità psicologica riconosciuta era del 46%. Tieni presente che la procedura di "computo" per le aziende per non finire in sanzione è fatta entro il 31/01 dell'anno successivo a quello dove sorgono gli obblighi mentre per quanto riguarda gli incentivi all'assunzione spesso e volentieri i fondi stanno a 0 quindi non c'è.

Quindi prova a spiegare la situazione all'azienda che ti ha firmato la lettera di impegno, magari non è un problema (se non ho mal interpretato il problema :asd:)
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Mi stai descrivendo un contratto subordinato pagato a cottimo però, non un co.co.co. (considerando che il co.co.co. a progetto è stato abrogato dal 2015).

Mi sembra che ci sia stato un errore da parte dell'associazione nel senso che dei fondi stanziati le associazioni devono scontare non quanto danno ai singoli collaboratori ma il costo complessivo dei collaboratori e in generale non è possibile in questo caso retribuire a cottimo o in base ai risultati perchè se per il progetto hanno stanziato X, i costi devono reitrare in X se no al momento del rendiconto per forza di cose i contri non tornarno :asd:

Mi sembra una situazione dove hanno cannato in pieno, per inesperienza o malafede non mi esprimo, la gestione
Grazie mille non sapevo di questa possibilità, ma mi auguro lo sappiano in azienda e non debba essere io a spiegarglielo...
Al collocamento mirato, ad esempio, mi hanno detto di farmi assumere con contratto a tempo determinato per qualche mese e poi passare all'indeterminato una volta ricevuta tutta la documentazione. Se non le sanno nemmeno loro le cose, siamo proprio in buone mani :facepalm:
 
Non proprio. Fai finta che io sono un operatore CAF, e firmo con il mio datore di lavoro un contratto che prevede la mia presenza in ufficio 24 ore settimanali e il raggiungimento, alla scadenza del contratto di un certo risultato (ad esempio tot isee, tot dichiarazioni fiscali etc). Per cui: se tu mi stai in ufficio 24 ore alla settimana, e a fine anno, hai raggiunto il numero stabilito di servizi erogati, io ti pago la cifra pattuita.

Dopo 6 mesi, sto datore se ne esce dicendoti: Sai che c'è, la regione mi paga per te solo il tempo di effettiva prestazione, per cui, facciamo il caso: io in una settimana mi sono recato al lavoro tutti i giorni per 4 ore al giorni, quindi ho fatto le 24 ore, ma in questa stessa settimana ho fatto 10 isee, e per la compilazione di ogni isee ho impiegato 30 minuti ciascuno, quindi la regione, per la mia settimana di 24 ore, in realtà mi pagherà per 5 ore, perchè saranno 5 ore che io effettivamente ho erogato il servizio :dsax:

Quindi in definitiva: Il contratto originario prevede si un numero minimo di ore in cui devi presenziare in ufficio, si un target minimo di servizi da raggiungere entro fine anno, ma il pagamento promesso, che è stato calcolato erroneamente sul totale del monte ore, in realtà si riferisce solo al tempo di erogazione dei servizi.

Per raggiungere quella cifra insomma dovrei impiegare tutte le 24 ore, delle 65 settimane della durata del servizio, nell' erogazione di servizi, il che è impossibile essendo prevalentemente un servizio a sportello quello che io faccio, per cui, proprio come avverrebbe in un CAF, ci sono periodi pieni di persone, altri invece in cui non c'è nessuno.
No perdonami, ma sta roba non si può fare a prescindere.

O si viene pagati a ore e stiam parlando di un contratto subordinato pagato a ore con eventuale tariffa di cottimo se hai orari prestabiliti in cui presenziare o hai un co.co.co. con un compenso (orario o complessivo) lordo e a quello si devono attenere per le ore che presti che decidi tu come gestirle magari prevedendo un minimo e un massimo :asd:

Ma ripeto nelle associazioni e nelle cooperative, sta gestione è scellerata perchè tu sai quando budget avrai ma non quanti costi
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Grazie mille non sapevo di questa possibilità, ma mi auguro lo sappiano in azienda e non debba essere io a spiegarglielo...
Al collocamento mirato, ad esempio, mi hanno detto di farmi assumere con contratto a tempo determinato per qualche mese e poi passare all'indeterminato una volta ricevuta tutta la documentazione. Se non le sanno nemmeno loro le cose, siamo proprio in buone mani :facepalm:
Ovviamente poi dipende da consulente a consulente la gestione ma dovrebbero saperlo, in ogni caso quella possibilità la trovi al comma 3-bis dell'art. 4 L. 68/99. L'unica cosa è che per essere computato devi rientrare in una di quelle casistiche.

Di farsi assumere a tempo determinato e trasformarti dopo sinceramente non capisco il motivo perchè i fondi a livello nazionale per l'assunzione di categorie protette segnano 0,00 € dal 2020 e l'unica è che ce ne siano a livello regionale ma mi sembra strano :asd:

In ogni caso hai in mano una lettera di impegno all'assunzione, io manco comunicherei nulla se nella lettera non è esplicitato che l'assunzione è per una posizione che riguarda la procedura ex 68/99. Anche perchè se fosse poi ti devon chiedere la documentazione.
 
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