Alert LGBTQ+ thread | She said: "Don't make others suffer for your personal hatred." | LEGGERE PRIMO POST | COMMENTI TRANSOMOFOBI=BAN

  • Autore discussione Autore discussione Gianpi
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È normale come cosa secondo voi? Io non riesco davvero a capire, la trovo una cosa troppo strana.. E non capisco perché una persona si debba sentire offesa se lo saluto sbagliando il sesso.. È naturale che se vedo una signora la saluto, buongiorno signora.. Non posso più neanche fare questo?
Aveva già abbandonato il Mrs (signora) per sostituirlo con Dame così come avevano abbandonato il Miss per sostituirlo con Ms , la ragione è che sia Mrs che Miss si riferiscono allo status della donna rispetto al marito come se il loro status sociale dipenda esclusivamente dall'uomo (salvo poi cambiare automaticamente cognome quando si sposano cosa che non avviene in Italia dove la donna sposata o meno ha uno status giuridico suo proprio e pertanto mantiene il suo cognome anche dopo il matrimonio)
 
Assolutamente, ma il discorso delle quote rosa credo sia un po' più complesso di così. Ricordo di averne discusso parecchio in passato e di aver "concordato" sul fatto che possa essere quella sorta di grimaldello di cui avevo parlato anche nel caso del Ddl Zan. L'idea è che forzando la presenza di una quota rosa per legge, abitui le persone ad avere delle donne nelle istituzioni affinché non ci sia più un tabù o una qualche reticenza a riguardo.
Detto ciò, è una questione su cui neanche le femministe si trovano molto concordi, proprio perché questo grimaldello potrebbe tranquillamente rivelarsi inefficace e anzi alimentare l'astio nei confronti delle donne in politica che senza questo "aiutino" non riuscirebbero ad entrarci legittimamente. Diciamo che capisco bene le ragioni di entrambe le posizioni e sono leggermente più contrario che a favore della cosa :sisi:

Guarda, onestamente le vedo come due questione separate. Nel primo caso l'unico intento è delegittimare le rivendicazioni LGBT alimentando una visione apocalittica del tipo "vogliono distruggere la cultura, vogliono istituire il pensiero unico, sono dei pazzi svitati che pensano che le discriminazioni si combattono in questo modo" quando la maggior parte delle persone non è così tanto vicina a quelle posizioni così radicale, ma vorrebbe più che altro sentirsi accettata dalla società.

Quello di Fedez per me non è mai stato un depistaggio, ha fatto un discorso, ha parlato di temi d'attualità, il Ddl Zan era tra quelli, ha scelto di riportare le frasi di alcuni leghisti per enfatizzare il concetto e per questo la Rai l'ha ribeccato e s'è montata su la polemica sul tentativo di "censura" della Rai. E non c'è stato alcun depistaggio ai miei occhi, perché il tema della lavoro continua ad essere il centro di qualsiasi giornale/telegiornale italiano al momento visto che coinvolge direttamente e indirettamente tutti. È giusto dare spazio e voce alle discriminazioni? Secondo me si e, come ho detto più volte, non ho trovato nulla di sbagliato nel gesto di Fedez.

Il problema è che adesso se n'era bloccata persino la discussione in Parlamento e la Lega è diventata il capro espiatorio perché accusata (con ragione, c'è da dire) di averne ostacolato la calendarizzazione. Non credo ci sarebbe alcuna crisi di governo, anche perché la risposta della Lega (che quando viene imbeccata dall'opinione pubblica diventa immediatamente solerte :asd:) è stata preparare in un paio di giorni una sorta di controproposta e ora se ne sta discutendo. Il nostro Parlamento non è mai stato un campione d'efficienza, sicuramente anche per vincoli costituzionali e iter lunghi e tortuosi, per carità, però non credo sia quello il problema principale :asd:

Secondo me (è una mia opinione, quindi prendila come tale) l'obiettivo non è tanto disincentivare le persone, ma in particolare politici e personaggi pubblici. Ed è per questo che si parla di "incitamento all'odio e alla discriminazione", perché alcuni esponenti politici leghisti hanno alimentato l'omofobia con frasi vergognose che un politico non dovrebbe poter dire tenendosi comunque la sua poltrona come se nulla fosse. Il problema è sicuramente culturale e sicuramente va combattuto attraverso l'educazione, ma le nuove generazioni sono molto più aperte e sensibili riguardo la sessualità e il genere, ad essere fermamente legati agli ideali della "famiglia tradizionale" sono politici (che ne fanno un uso strumentale) e le persone di una certa età (penso gli over 40) che hanno una visione dell'omosessualità e della transessualità fortemente distorta e "ignorante". Quindi, in questo senso, si, se non permetti ad un politico di dire che "esiste solo una famiglia" o "se avessi un figlio gay lo brucerei" magari non risolvi il problema del tutto, ma quantomeno limiti la diffusione e la legittimazione di certe idee discriminatorie. Stesso discorso del fascismo, non è che con la legge che ne vieta l'apologia o la manifestazione il fascismo è morto, però almeno se ne disincentiva la diffusione il più possibile.
Più che altro è che l'obbligo di assegnare ad una donna una carica istituzionale non vuol dire che questa sia preparata.
Meglio coinvolgere solo donne ma che siano preparate, piuttosto che essere messe la per obbligo non avendo questa preparazione.
 

Come dicevo, più succedono questi accadimenti che abbassano di molto la bontà di un tema che è importante.

Ad ogni modo diamo a Cesare quel che è di Cesare, e cioè che il Divino Otelma aveva anticipato certi temi già in tempi non sospetti
 
Da questo punto di vista credo che anche l'associazionismo LGBTQ non aiuti molto la sua stessa causa, spesso le persone contrarie all'omosessualità citano proprio i carri del gay pride con i transessuali col boa e le persone vestite come i Village People, come se quelle esagerazioni fossero la norma e non l'eccezione (in before "ma io voglio andare in giro col boa, è un problema?" No, ogettivamente non lo è, ma per me, soggettivamente, è ridicolo, tanto quanto il macho etero con i pantaloni attillati per evidenziare il pacco).
Ovviamente il Pride è il simbolo della protesta e della provocazione di gruppi sociali che si sentono esclusi, emarginati e rinnegati dalla loro stessa società. Non ho mai condiviso l'eccesso, ma partono proprio da un'idea di volontaria provocazione nei confronti di una società che vorrebbe non esistessero e, in tutta risposta, cercano di mostrare la loro esistenza nella maniera più vistosa possibile. Ovviamente è una stortura legata alla discriminazione, se la società accettasse senza problemi la comunità LGBT puoi star pur certo che persino il Pride sparirebbe dopo non molto, non se ne sentirebbe più il bisogno e/o sarebbe riconvertito in qualcos'altro di più "sobrio".
Riguardo le frasi (ed andando oltre l'imbarazzo per il livello medio della classe dirigente leghista) ecco emergere subito un aspetto critico: per te "esiste solo una famiglia" è un'incitazione all'odio da punire, per me no. Al di là del fatto che è proprio la Corte Costituzionale a dire che la famiglia così come prevista dall'art. 29 Cost. è quella eterosessuale, dove sarebbe l'incitamento all'odio nel dire che una famiglia composta da due uomini o due donne non è propriamente una famiglia? Intendiamoci, io la penso come te e sono favorevole alle unioni (ed anche ai matrimoni) omosessuali, però questo è proprio un esempio delle storture a cui si potrebbe arrivare con la legge Zan: mandare a processo delle persone solo per avere espresso delle convinzioni personali e/o religiose, per quanto da noi non condivise.
Okay, ma senza addentrarci nello studio della comunicazione politica, possiamo tranquillamente dire che l'uso di questi slogan serve a veicolare un messaggio simbolico di ben altra natura. Se io dicessi "boia chi molla" fermandoci ad una semplice interpretazione del testo sarebbe un incitazione a non arrendersi, no? Mille significati possibili. Ovviamente sappiamo benissimo che in Italia ha un significato simbolico ben diverso e preponderante. Esattamente come "aiutiamoli a casa loro" può sembrare una frase non razzista, anzi, ma lo diventa nel momento in cui si analizza il significato simbolico di quella frase (in relazione al contesto).
Se qualcuno denunciasse il proprio professore universitario che sta parlando del matrimonio, della famiglia, da un punto di vista giuridico e ripete quella stessa frase, allora sarebbe un'idiota, ma quando un politico utilizza la frase "esiste solo una famiglia" non sta esattamente citando la Costituzione :asd:

Detto ciò, sono d'accordo sul ridiscutere il Ddl Zan, ma credo che in generale sia utile e necessaria una legge a riguardo perché non è possibile che il partito con più voti d'Italia veicoli messaggi di odio e discriminazione come se nulla fosse.
 
Ovviamente il Pride è il simbolo della protesta e della provocazione di gruppi sociali che si sentono esclusi, emarginati e rinnegati dalla loro stessa società. Non ho mai condiviso l'eccesso, ma partono proprio da un'idea di volontaria provocazione nei confronti di una società che vorrebbe non esistessero e, in tutta risposta,cercano di mostrare la loro esistenza nella maniera più vistosa possibile. Ovviamente è una stortura legata alla discriminazione, se la società accettasse senza problemi la comunità LGBT puoi star pur certo che persino il Pride sparirebbe dopo non molto, non se ne sentirebbe più il bisogno e/o sarebbe riconvertito in qualcos'altro di più "sobrio".

Okay, ma senza addentrarci nello studio della comunicazione politica, possiamo tranquillamente dire che l'uso di questi slogan serve a veicolare un messaggio simbolico di ben altra natura. Se io dicessi "boia chi molla" fermandoci ad una semplice interpretazione del testo sarebbe un incitazione a non arrendersi, no? Mille significati possibili. Ovviamente sappiamo benissimo che in Italia ha un significato simbolico ben diverso e preponderante. Esattamente come "aiutiamoli a casa loro" può sembrare una frase non razzista, anzi, ma lo diventa nel momento in cui si analizza il significato simbolico di quella frase (in relazione al contesto).
aiutiamoli a casa loro è anche il motto dell'Europa che ha appena promesso che bloccherà le partenze con nuovi accordi, quella frase diventa razzista solo nel cervello di persone degenerate e fanatiche, che ignorano tante cose, come anche il ddlll zan che diventa veicolo di persone non proprio limpide, che sfrutteranno i cavilli burocratici per andare contro questo e quello, siccome le leggi in Italia fanno piuttosto ridere, nell'atto della loro particolare applicazione

Ma andando in altri Paesi si capisce anche l'andazzo di tutta questa storia, e cosa comporta, perché la teoria si fa con tante belle parole filosofiche, sul proteggiamo questo, proteggiamo quello, non discriminiamo tizio caio o sempronio, ma alla fine le belle parole sono solo parole, poi ci sta l'ordinamento giuridico che è altra roba....
e si finisce per discriminare sia tizio che caio che sempronio.
cantiamo tutti we are the world etc..
ma davanti al giudice.

infatti all'atto pratico qualcuno rischia i guai per cose ridicole.

 
Ultima modifica:
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Siamo passati ormai da un estremo all'altro.. Se prima un Lgbt cercava di non essere discriminato, ora crea lui stesso la discriminazione..... Immaginate un cartello così al contrario
 
Raga è una battuta contro quelli che dicono ancora che i gay sono malati :asd:

I cartelli mo' fanno statistica e indicano una tendenza generale, le notizie che girano da mesi sulle discriminazioni no e sono ormai ai minimi storici in questo paese. :asd:
 
Ovviamente il Pride è il simbolo della protesta e della provocazione di gruppi sociali che si sentono esclusi, emarginati e rinnegati dalla loro stessa società. Non ho mai condiviso l'eccesso, ma partono proprio da un'idea di volontaria provocazione nei confronti di una società che vorrebbe non esistessero e, in tutta risposta,cercano di mostrare la loro esistenza nella maniera più vistosa possibile. Ovviamente è una stortura legata alla discriminazione, se la società accettasse senza problemi la comunità LGBT puoi star pur certo che persino il Pride sparirebbe dopo non molto, non se ne sentirebbe più il bisogno e/o sarebbe riconvertito in qualcos'altro di più "sobrio".

Okay, ma senza addentrarci nello studio della comunicazione politica, possiamo tranquillamente dire che l'uso di questi slogan serve a veicolare un messaggio simbolico di ben altra natura. Se io dicessi "boia chi molla" fermandoci ad una semplice interpretazione del testo sarebbe un incitazione a non arrendersi, no? Mille significati possibili. Ovviamente sappiamo benissimo che in Italia ha un significato simbolico ben diverso e preponderante. Esattamente come "aiutiamoli a casa loro" può sembrare una frase non razzista, anzi, ma lo diventa nel momento in cui si analizza il significato simbolico di quella frase (in relazione al contesto).
Se qualcuno denunciasse il proprio professore universitario che sta parlando del matrimonio, della famiglia, da un punto di vista giuridico e ripete quella stessa frase, allora sarebbe un'idiota, ma quando un politico utilizza la frase "esiste solo una famiglia" non sta esattamente citando la Costituzione :asd:

Detto ciò, sono d'accordo sul ridiscutere il Ddl Zan, ma credo che in generale sia utile e necessaria una legge a riguardo perché non è possibile che il partito con più voti d'Italia veicoli messaggi di odio e discriminazione come se nulla fosse.
Non concordo, credo che uno possa dire che la famiglia eterosessuale è l'unica famiglia senza con ciò implicare che bisogna picchiare gli omosessuali a vista per le strade. :azz: Anzi, sono abbastanza sicuro che la maggioranza delle persone contrarie all'omosessualità all'atto pratico non alzerebbero un dito contro un omosessuale (fortunatamente).
Sarà un'idea condivisibile? Per me no. Sarà un'idea anacronistica? Probabilmente sì. Ma finché resta un'idea non violenta non vedo perché mandare persone a processo solo perché hanno una base sociale/culturale/religiosa tale da non vedere con favore l'omosessualità.
 
Non concordo, credo che uno possa dire che la famiglia eterosessuale è l'unica famiglia senza con ciò implicare che bisogna picchiare gli omosessuali a vista per le strade. :azz: Anzi, sono abbastanza sicuro che la maggioranza delle persone contrarie all'omosessualità all'atto pratico non alzerebbero un dito contro un omosessuale (fortunatamente).
Mia madre è la prima a dirlo e la prima che non lo farebbe mai, ma la violenza psicologica fa tanti danni quanti ne fa la violenza fisica ai miei occhi. Così come la discriminazione e il senso di "inadeguatezza" che si prova nel rendersi conto di essere omosessuali rimane un problema non di poco conto.
Sarà un'idea condivisibile? Per me no. Sarà un'idea anacronistica? Probabilmente sì. Ma finché resta un'idea non violenta non vedo perché mandare persone a processo solo perché hanno una base sociale/culturale/religiosa tale da non vedere con favore l'omosessualità.
Per me va benissimo rifinire ulteriormente il Ddl per fare in modo che solo le affermazioni che palesemente fomentano l'odio e la discriminazione siano condannabili (vedi quelle dei politici, che hanno grande influenza e contribuiscono a veicolare ignoranza e discriminazione). Capisco che da un punto di vista teorico sia molto più semplice che da un punto di vista pratico, ma nel Ddl Zan ci sono diverse altre cose che sarebbero fondamentali e sui cui invece sarebbe più semplice trovare un compromesso. Per citarne giusto due: educazione scolastica e aggiunta del genere e l'orientamento nella Costituzione. Sono due piccolezze, ma che se ben implementate possono fare tutta la differenza del mondo.

Finché restiamo nel campo delle idee per me è anche okay, ma il fatto che due persone dello stesso sesso in Italia non possano sposarsi e avere figli è una cosa che non riesco a concepire, onestamente e continuo a vederla abbastanza incostituzionale perché non garantisce i medesimi diritti a tutti i cittadini.
Poi ognuno può comunque credere sia sbagliato, per carità, ma non è giusto che per questo gli vengano negati diritti che noi possediamo e alcuni punti del Ddl Zan vanno proprio in questa direzione, cioè quella di cominciare ad aprire la porta a qualcosa di più sostanzioso e, soprattutto, egualitario :sisi:
 
Non concordo, credo che uno possa dire che la famiglia eterosessuale è l'unica famiglia senza con ciò implicare che bisogna picchiare gli omosessuali a vista per le strade. :azz:
Certo, non lo implica, ma un conto è dire "per me, per il modo in cui io voglio condurre la mia vita, la famiglia eterosessuale è l'unica contemplata", un altro è arrogarsi il potere di attribuire all'affermazione un valore universale da imporre a tutti. E in tal caso non capisco come questa idea possa essere osservata sotto una luce che non comporti la volontà di impedire alle persone omosessuali di costituire una famiglia giuridicamente riconosciuta (dato che non se ne ammette l'esistenza), ovvero non riesco a non leggerci la volontà di escludere una categoria sociale da una serie di diritti - di cui già godono gli eterosessuali - sulla base dell'orientamento sessuale. A questo punto la domanda diventa: propugnare l'esclusione di qualcuno dai diritti civili già validi per altri non è anch'esso un tentativo di perpetrare una forma di violenza che può incidere pesantemente sulla vita delle persone colpite dalla disparità? Allora finché quell'"uno" di cui parli è l'amico con cui faccio la corsetta mattutina, che la pronuncia in un contesto privato, è un conto, e di sicuro non andrò a denunciarlo, ma se quell'"uno" è un politico che, godendo di visibilità e attenzione nettamente superiori ad un cittadino qualsiasi, si esprime così utilizzando un canale pubblico, penso che le sue parole abbiano un peso ben diverso e debbano rendere conto di ciò.
 
Certo, non lo implica, ma un conto è dire "per me, per il modo in cui io voglio condurre la mia vita, la famiglia eterosessuale è l'unica contemplata", un altro è arrogarsi il potere di attribuire all'affermazione un valore universale da imporre a tutti. E in tal caso non capisco come questa idea possa essere osservata sotto una luce che non comporti la volontà di impedire alle persone omosessuali di costituire una famiglia giuridicamente riconosciuta (dato che non se ne ammette l'esistenza), ovvero non riesco a non leggerci la volontà di escludere una categoria sociale da una serie di diritti - di cui già godono gli eterosessuali - sulla base dell'orientamento sessuale. A questo punto la domanda diventa: propugnare l'esclusione di qualcuno dai diritti civili già validi per altri non è anch'esso un tentativo di perpetrare una forma di violenza che può incidere pesantemente sulla vita delle persone colpite dalla disparità? Allora finché quell'"uno" di cui parli è l'amico con cui faccio la corsetta mattutina, che la pronuncia in un contesto privato, è un conto, e di sicuro non andrò a denunciarlo, ma se quell'"uno" è un politico che, godendo di visibilità e attenzione nettamente superiori ad un cittadino qualsiasi, si esprime così utilizzando un canale pubblico, penso che le sue parole abbiano un peso ben diverso e debbano rendere conto di ciò.
Stai proponendo un modello di legge penale che è incostituzionale: se la condotta x la fa Tizio non è reato, se la fa Caio sì. Alla faccia di "la legge è uguale per tutti". :asd: Tra l'altro nel nostro sitema vige l'obbligatorietà dell'azione penale, quindi anche volendo un PM non potrebbe in nessun caso omettere di aprire un fascicolo sull'assunto che una frase presunta omofoba l'avrebbe scritta un tizio qualsiasi su facebook anziché un segretario di partito.
Venendo al merito, non si tratta di escludere; ad oggi, purtroppo, gli omosessuali sono già esclusi dal matrimonio (e tutte le conseguenze giuridiche che il matrimonio comporta), semmai si tratta di non voler integrare. La domanda è: c'è un obbligo (giuridico, non morale) di integrare? Credo che la risposta sia no.
 
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Siamo passati ormai da un estremo all'altro.. Se prima un Lgbt cercava di non essere discriminato, ora crea lui stesso la discriminazione..... Immaginate un cartello così al contrario
Ma è palesemente un cartello ironico su quelli che considerano l'omosessualità una malattia :rickds:
 
Stai proponendo un modello di legge penale che è incostituzionale: se la condotta x la fa Tizio non è reato, se la fa Caio sì. Alla faccia di "la legge è uguale per tutti". :asd: Tra l'altro nel nostro sitema vige l'obbligatorietà dell'azione penale, quindi anche volendo un PM non potrebbe in nessun caso omettere di aprire un fascicolo sull'assunto che una frase presunta omofoba l'avrebbe scritta un tizio qualsiasi su facebook anziché un segretario di partito.
Parlo da profano, quindi sono eventualmente pronto ad essere contraddetto in materia di ordinamento attuale e altrettanto aperto ad ascoltare spiegazioni che mi invitano a capire mettendomi al corrente degli errori. Nel nostro sistema vigono anche l'immunità parlamentare e l'insindacabilità secondo le quali la legge penale non viene applicata, nelle tempistiche e nelle modalità, come avverrebbe per un normale cittadino se il soggetto è un parlamentare che sta esercitando le proprie funzioni. Sei d'accordo sulla loro esistenza? Sì, no? In entrambi i casi, perché?

Non saprei, in base all'enunciazione generica ed esclusivamente teorica del principio "la legge è uguale per tutti" si potrebbe anche arrivare a sostenere che l'imposta progressiva dell'IRPEF per scaglioni di reddito sia incostituzionale. Ma evidentemente non lo è per l'Art.53.

Forse ho sbagliato nell'uso di alcune parole e/o formule, ma non stavo ancora ed esattamente proponendo qualcosa. Cercavo di ragionare sull'importanza del contesto/della circostanza e di frasi pronunciate o scritte in veste ufficiale, inoltre non ho detto che l'amico della corsetta non sarebbe perseguibile penalmente, ho detto che realisticamente parlando non correrei a denunciarlo. Altrimenti quante denunce formali scaturite dalla circostanza aggravante della finalità di discriminazione etnica e razziale dovrebbero partire e invece non partono? In entrambi i casi ci sarebbero gli estremi di reato, ma nel caso del politico in esercizio ipotizzo che potrebbe aggiungersi una qualche aggravante per "responsabilità e doveri pubblici derivanti dai poteri conferitegli e da questi in combinazione con la conseguente esposizione mediatica privilegiata". Ma se lo stesso politico, soggetto di diritto persona fisica, pronunciasse la frase presunta omofobica durante un invito a cena da amici, essa avrebbe presumibilmente all'incirca lo stesso impatto sull'opinione pubblica che ha quella del cosiddetto comune cittadino nell'esempio della corsetta. Sulle piattaforme social il comune cittadino non celebrità può avere senz'altro un'esposizione maggiore, ma che tuttavia non è minimamente paragonabile a quella del politico, a cui si aggiungono, come detto sopra, "determinate responsabilità e doveri" che mancano sia al cittadino comune sia al cittadino celebrità.
Venendo al merito, non si tratta di escludere; ad oggi, purtroppo, gli omosessuali sono già esclusi dal matrimonio (e tutte le conseguenze giuridiche che il matrimonio comporta), semmai si tratta di non voler integrare.
Con "escludere" io intendevo naturalmente "protrarre/mantenere l'esclusione ad oltranza" e mi sembra che ciò equivalga a dire di "non voler integrare".
La domanda è: c'è un obbligo (giuridico, non morale) di integrare? Credo che la risposta sia no.
Questo cosa significa?
 
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Il problema è che state confondendo un accezione dispregiativa di cattivo gusto con l'istigazione all'odio sessuale.

istigazione:
Persuasione al male, protratta con assiduità subdola e consapevole.



Se viene usato il termine "Riccione di..." o "frocio di..." da parte di un soggetto qualunque o di un soggetto che ricopre una carica pubblica è solo un affermazione di cattivissimo gusto, a maggior ragione se si è titolari di una carica istituzionale posta a svolgere il ruolo di classe dirigente di questa società, di fatti negli ultimi anni da quando una certa maggioranza in parlamento molti dei suoi esponenti si sono macchiati di comportamenti ridicoli, sui social e non.

Se un politico usa come affermazione "Frocio" o simila non è molto diverso da un vaffa di un esponente genovese di un determinato partito, ma da qui a considerarlo reato ce ne passa e pure parecchio.
 
Il problema è che state confondendo un accezione dispregiativa di cattivo gusto con l'istigazione all'odio sessuale.

istigazione:
Persuasione al male, protratta con assiduità subdola e consapevole.



Se viene usato il termine "Riccione di..." o "frocio di..." da parte di un soggetto qualunque o di un soggetto che ricopre una carica pubblica è solo un affermazione di cattivissimo gusto, a maggior ragione se si è titolari di una carica istituzionale posta a svolgere il ruolo di classe dirigente di questa società, di fatti negli ultimi anni da quando una certa maggioranza in parlamento molti dei suoi esponenti si sono macchiati di comportamenti ridicoli, sui social e non.

Se un politico usa come affermazione "Frocio" o simila non è molto diverso da un vaffa di un esponente genovese di un determinato partito, ma da qui a considerarlo reato ce ne passa e pure parecchio.
Le frasi a cui mi riferivo io dette da leghisti non erano esattamente quelle, ma rientrano perfettamente nella definizione di istigazione che hai dato :asd:
Anche ripetere a ritornello "difendiamo la famiglia tradizionale" è un istigazione bella e buona per continuare a negare i diritti agli omosessuali. Una persuasione subdola e consapevole, non avrei saputo dirlo meglio :asd:
 
Le frasi a cui mi riferivo io dette da leghisti non erano esattamente quelle, ma rientrano perfettamente nella definizione di istigazione che hai dato :asd:
Anche ripetere a ritornello "difendiamo la famiglia tradizionale" è un istigazione bella e buona per continuare a negare i diritti agli omosessuali. Una persuasione subdola e consapevole, non avrei saputo dirlo meglio :asd:
No snow non ci troviamo proprio, assolutamente no.
Dove la frase difendiamo la famiglia tradizionale è riconducibile a che minimamente alla persuasione al male ?!
 
No snow non ci troviamo proprio, assolutamente no.
Dove la frase difendiamo la famiglia tradizionale è riconducibile a che minimamente alla persuasione al male ?!
Cioè, tu mi stai dicendo che non vedi l'intento subdolo discriminatorio nel fatto che un partito politico usi come slogan "difendiamo la famiglia tradizionale"?
Difendiamola da cosa? Da chi? Difendiamola perché? Perché, se sdoganiamo l'idea che esista un solo tipo di famiglia (come già da anni in altri paesi occidentali) e garantiamo il diritto ad avere una famiglia anche agli omosessuali che succede?

È uno slogan politico, con un chiaro intento, fare in modo che le uniche unioni riconosciute dalla Costituzione siano quelle tra uomo e donna e che l'unica forma di matrimonio possibile sia questa. E, inevitabilmente, se due persone omosessuali non possono sposarsi, non godono quindi degli stessi diritti delle persone etero, beh, mi pare che questo sia esattamente un esempio di discriminazione. Mi oppongo (attraverso il mio voto ad un partito che esplicita l'intenzione di difende tali idee) al fatto che tu possa avere una famiglia come ce l'ho io perché sei omosessuale. Un modo strano di accettare l'omosessualità quello di negargli diritti civili, non trovi?
È un modo subdolo per continuare a veicolare l'idea che l'omosessualità sia un "difetto", una "deviazione" rispetto alla "normalità" e che anziché essere assecondato vada combattuta.
 
Le frasi a cui mi riferivo io dette da leghisti non erano esattamente quelle, ma rientrano perfettamente nella definizione di istigazione che hai dato :asd:
Anche ripetere a ritornello "difendiamo la famiglia tradizionale" è un istigazione bella e buona per continuare a negare i diritti agli omosessuali. Una persuasione subdola e consapevole, non avrei saputo dirlo meglio :asd:
io vermamente rimango sconcertato davanti a questa dittatura del pensiero. E ,bada, a me del difendemos las tradiciones" fregacaxxi, finche non daranno incentivi fiscali di qualsiasi tipo. Io abito di fianco a un paese che ha in piazza una statua di Lenin, statua che si trova in piaza lenin, e ancora oggi fanno celebrazioni in paese di quel genocida figlio di tr0ia.
Ancora oggi mi ritrovo a discutere nella provincia piu rossa dell emilia (quindi praticamente una stalingrado degli anni 70) con rimastoni del comunismo . Ma MAI mi sognerei di punire chi non la pensa come me, anche se sono chiaramente stronxate.
L difesa alla famiglia tradizionale non mi spaventa, mi spaventano persone come te. Persone che puniscono il pensiero della gente, affibbiandole (con tutta probabilita) di bigottismo, ignoranza, fascismo o qualsiasi altro stereotipo che ti faccia pensare di essere superiore moralmente alla persona che hai di fronte.
 
Parlo da profano, quindi sono eventualmente pronto ad essere contraddetto in materia di ordinamento attuale e altrettanto aperto ad ascoltare spiegazioni che mi invitano a capire mettendomi al corrente degli errori. Nel nostro sistema vigono anche l'immunità parlamentare e l'insindacabilità secondo le quali la legge penale non viene applicata, nelle tempistiche e nelle modalità, come avverrebbe per un normale cittadino se il soggetto è un parlamentare che sta esercitando le proprie funzioni. Sei d'accordo sulla loro esistenza? Sì, no? In entrambi i casi, perché?

Non saprei, in base all'enunciazione generica ed esclusivamente teorica del principio "la legge è uguale per tutti" si potrebbe anche arrivare a sostenere che l'imposta progressiva dell'IRPEF per scaglioni di reddito sia incostituzionale. Ma evidentemente non lo è per l'Art.53.

Forse ho sbagliato nell'uso di alcune parole e/o formule, ma non stavo ancora ed esattamente proponendo qualcosa. Cercavo di ragionare sull'importanza del contesto/della circostanza e di frasi pronunciate o scritte in veste ufficiale, inoltre non ho detto che l'amico della corsetta non sarebbe perseguibile penalmente, ho detto che realisticamente parlando non correrei a denunciarlo. Altrimenti quante denunce formali scaturite dalla circostanza aggravante della finalità di discriminazione etnica e razziale dovrebbero partire e invece non partono? In entrambi i casi ci sarebbero gli estremi di reato, ma nel caso del politico in esercizio ipotizzo che potrebbe aggiungersi una qualche aggravante per "responsabilità e doveri pubblici derivanti dai poteri conferitegli e da questi in combinazione con la conseguente esposizione mediatica privilegiata". Ma se lo stesso politico, soggetto di diritto persona fisica, pronunciasse la frase presunta omofobica durante un invito a cena da amici, essa avrebbe presumibilmente all'incirca lo stesso impatto sull'opinione pubblica che ha quella del cosiddetto comune cittadino nell'esempio della corsetta. Sulle piattaforme social il comune cittadino non celebrità può avere senz'altro un'esposizione maggiore, ma che tuttavia non è minimamente paragonabile a quella del politico, a cui si aggiungono, come detto sopra, "determinate responsabilità e doveri" che mancano sia al cittadino comune sia al cittadino celebrità.

Con "escludere" io intendevo naturalmente "protrarre/mantenere l'esclusione ad oltranza" e mi sembra che ciò equivalga a dire di "non voler integrare".

Questo cosa significa?
L'immunità parlamentare (che comunque non vuol dire che i parlamentari possono fare quel che gli pare, vanno a processo anche loro, solo con un iter diverso se le condotte contestate sono collegate all'ufficio esercitato) è espressione del prinicipio della separazione dei poteri, per proteggere il potere legislativo da eventuali ingerenze di quello giudiziario. Per quanto riguarda la progressività delle aliquote IRPEF è vero il contrario: è proprio la Costituzione (art. 53) a stabilire la progressività ed è infatti la critica principale alla famigerata flat tax. L'art. 53, a sua volta, è conseguenza del principio di uguaglianza formale e sostanziale di cui all'art. 3, che è lo stesso principio su cui si fondano, ad esempio, le quote rosa (che altrimenti sarebbero incostituzionali).
Sono d'accordo che per la diffusione dei messaggi di odio a mezzo stampa (social network inclusi) dovrebbe esserci un'aggravante, quel su cui non sono d'accordo è che una frase possa essere più o meno grave sotto il profilo penale a seconda di chi la dice e non di dove la si dice. Poi che un politico in quanto tale debba dimettersi per certe frasi è per me ovvio, ma lo stesso me lo aspetterei da un imprenditore dal medio livello a salire, ad esempio. Per me è naturale che a posizioni di responsabilità consegua la necessità di una morale più che integerrima, incompatibile con dichiarazioni d'odio. Fermo restando che bisogna innanzitutto valutare cosa si dice: dire che la famiglia omosessuale non è una famiglia non è mai una incitazione alla violenza od alla discriminazione, sia che lo dica un politico sia che lo dica un salumiere, sia che lo si dica tra amici sia che lo si dica durante un comizio.
 
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