Secondo me è un discorso che non sta molto in piedi. Ognuno vive la propria sessualità in maniera libera e come meglio crede, io stesso sono molto aperto alla sessualità (etero, in quanto mi riguarda solo questa) ma da qui a sbandierare determinate cose ai 4 venti no. È lo stesso motivo per cui determinati programmi venivano fatti dopo la "fascia protetta" o che i siti pornografici chiedano ri avere 18 anni o che, se esistono ancora, le sezioni pornografiche di giornaletti siano seminascoste o sottochiave nei giornalai.
Non è solo una questione di vedere determinate cose in determinato modo è che è giusto tutelare il buon costume collettivo, anche perchè se si vuol fare una cosa la si fa comunque in privato, così come è "buon costume" usare in pubblico termini come membro, vagina e seno e non cazzo o fica o tette, per non parlare dei termini sessuali più sporchi che usiamo tutti in privato, inutile negarlo.
Per comodità mi esprimo con asserzioni talvolta piuttosto decise, ma non vorrei dare l'impressione di non essere aperto al dialogo e inchiodato sulle mie posizioni, quindi ho scritto questa riga per specificarlo.
Io obiettavo sull’attribuire a ciò che si può vedere negli LGBTQ Pride la connotazione di gesti osceni (ostentazione "scandalosa" della sessualità) in quanto, se non vi è danno per nessuno, la sessualità non è (non dovrebbe essere) moralmente offensiva in nessuna delle sue possibili declinazioni. Il significato di oscenità è diverso da quello di "inadatto ai minori" o di "dannoso per lo sviluppo psicologico dell'essere umano”. Quest’ultimo dipende dal contesto, dalle ragioni, dagli scopi, da chi è coinvolto, da ciò che comunica, dagli strumenti forniti dalla formazione mentale che l’individuo che assiste alla scena possiede in quel momento per filtrarne e capirne il contenuto, proteggendosi dall’insorgere di distorsioni che possano intaccare la capacità di ricercare e vivere serenamente (autenticamente) la propria sessualità. Ciò va regolamentato.
Similmente alla trasgressione, l’oscenità invece esiste come conseguenza del fatto che esiste, venendoci inculcato fin dalla nascita senza possibilità di opporci all’inevitabile introiezione, il cosiddetto senso del pudore, la riservatezza sulla nudità e il concetto di privacy applicato alla vita sessuale. Se da una parte tutto ciò ci permette ad esempio di attivare meccanismi di difesa efficaci con cui manteniamo al sicuro la nostra integrità psicofisica in una società spietata dove un video diffuso viralmente su internet può rovinare la vita di una persona o portarla addirittura al suicidio, dall’altra è una complicazione (un compromesso) che appartiene alla seconda natura dell’uomo, non alla prima, cioè è un impianto culturale, tradizionale, convenzionale. Inoltre non si noterebbe differenza fra termini “puliti” e “sporchi” se non subentrasse la malizia, e la malizia è un derivato del senso del pudore.
Quindi sono d’accordo che sia giusto tutelare lo sviluppo psicologico dell’individuo in relazione alla scoperta e alla conduzione salutare della propria sessualità, ma, allacciandomi ai siti pornografici che hai citato come esempi e considerato come in realtà i controlli imposti all’accesso si limitino ad essere nominali/formali, sinergicamente bisognerebbe anche organizzare una strategia didattica che agisce a supporto del nucleo familiare per fornire all’individuo almeno una prima infarinatura (armatura) mentale che lo renda in grado di bloccare, filtrare, neutralizzare, ridimensionare, per quanto possibile discernere e capire anche da solo il materiale che potrebbe trovarsi davanti. In pratica nell'ipotesi di introdurre sistematicamente programmi di educazione sessuale negli ambienti scolastici andrebbe inglobata anche una parte dedicata all’educazione pornografica. Una grande mole del materiale pornografico esistente mostra esclusivamente, attraverso inquadrature e ruoli degli attori durante la ripresa, una prospettiva maschilista dalla quale il/la giovane (e/o fortuito/a) fruitore/ice dovrebbe essere in grado di difendersi.
La società va alla deriva se non sono previsti determinati limiti e questo riguarda anche e non solo il sesso e anche e non solo il sesso omosessuale ma anche e sopratutto quello etero, se ci sono delle regole sociali e normative (chiedo venia per il riferimento) c'è un motivo, non pensate che siano lì per caso o siano sbagliate a prescindere perchè si pensa diversamente.
Certo che non sono lì per caso, ma l’oscenità in sé non è il motivo del controllo sull’età all’accesso di una serie di siti pornografici, o perlomeno non dovrebbe esserlo. La discriminante dovrebbe essere tutto il resto che emerge dal discorso fatto sopra.
Pertanto sarei disponibile a tenere (o ascoltare) un’eventuale discussione che si domandi se e in che modo, sotto una certa età, ciò che si può vedere nei Pride del tuo riferimento possa compromettere questo sviluppo psicologico. Al contrario, se il perno della tesi da dimostrare è il concetto di oscenità inteso come supposta carenza di “contegno morale” corrispondente alla descrizione che ne ho dato, allora dissento fermamente perché in questo caso ritengo, per le ragioni sopra spiegate, che non si possa imporre un divieto sulla sola base di ciò.
Se non poni un limite, a qualunque cosa questa continuerà a crescere ed essere usata fino all'estremo, continuandosi ad alzare l'asticella. Con questo, comunque, è necessario che ci sia equilibrio, come ho scritto per la violenza in altra sede.
Ripeto che se un limite si deve porre, ci devono essere motivazioni razionali per farlo e ritengo che tali motivazioni debbano darle in prima istanza gli studi condotti in una disciplina o gli studi congiunti di più discipline. Premesso ciò, avrei da ridire e te la butto lì (senza doppi sensi, sono tendenzialmente etero anch’io per il momento): contribuisci sempre più a creare una sessualità libera ed emancipata per tutti e l’individuo sarà meno incline a subire l’influsso distorto delle fonti dove (comprensibilmente) la vive, la esprime o la sfoga.
Tornando ai Pride, al di là di quanto io possa considerare accettabile o meno ciò che si può vedere nelle manifestazioni, non li sto del tutto giustificando ma, mettendomi nei loro panni, trovo comprensibile che gli esponenti di una minoranza, i cui impulsi naturali sono stati metodicamente calpestati e repressi fino a qualche decennio fa, sentano l’esigenza di esternarli con irrefrenabile entusiasmo e crescente sollievo in un impeto esplosivo e una perdita del senso della misura, anche esagerando con esibizioni di protagonismo.
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Comunque il comportamento di Salvini e Lega che improvvisamente trovano il tempo per presentare un’alternativa al Ddl Zan è ripugnante, concordo con Snow. No comment sulla Meloni.
1) Statisticamente sì;
2) poche ma ci sono. Ti porto un esempio abbastanza famoso e recente: Ellen Page, protagonista del film "Juno", coprotagonista in "Inception", quella che ha prestato il suo volto e la sua voce nel videogame "Beyond: two souls" è diventat
O (per i trans si usa sempre il genere "d'arrivo") Elliot Page;
3) se hai dubbi/curiosità chiedi pure. È un mondo più complesso e variegato di come lo vuole rappresentare chi ci marcia sopra, ovvero politici e religiosi.
Curiosità per tutti: ho 2 trombamici, uno sposato, l'altro divorziato, entrambi con figli. Si dichiarano etero (in pubblico) ma con me sono dei gran passivi...
Grazie per le testimonianze, a te e a Ventus.

Io potrei avere una domanda sui trans ma adesso sono troppo fuso persino per formularla. Magari un'altra volta.
