PS4 Life is Strange: Before the Storm

  • Autore discussione Autore discussione Jack 95
  • Data d'inizio Data d'inizio
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Un attimo, son inclusi tutti gli episodi del primo LiS?

GS riporta:

• Primo episodio della prima stagione di Life is Strange

L'episodio bonus vedo ora che l'ha rilasciato gratuitamente, quindi anche a prenderlo usato come lho trovato dovrebbe garantirmi di aver tutto lato storia

https://store.playstation.com/it-it/product/EP0082-CUSA08487_00-BTS00000FAREWELL

 
Un attimo, son inclusi tutti gli episodi del primo LiS?

GS riporta:

• Primo episodio della prima stagione di Life is Strange

L'episodio bonus vedo ora che l'ha rilasciato gratuitamente, quindi anche a prenderlo usato come lho trovato dovrebbe garantirmi di aver tutto lato storia

https://store.playstation.com/it-it/product/EP0082-CUSA08487_00-BTS00000FAREWELL
No, appunto forse solo il primo episodio (?) ma non contiene tutto il primo capitolo della serie, ma solo questo spin-off.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Da come aveva scritto sbirulo sembrava fosse incluso pure tutto LiS :asd:

Grazie
infatti lo credevo, quando ho messo il disco mi diceva o uno o l'altro, davo per scontato fosse l'1 intero, non solo il primo episodio, ( avendolo gia giocato non l'ho manco installato ) ora che me lo avete detto sono andato a vedere ;)  

 
Ieri mi è saltato in testa di iniziarlo, avendolo già installato qualche giorno fa. Mentre scorrono ancora le avvertenze, la prima nota di chitarra annuncia con una voce echeggiante, tanto forte da scuotere l'intera vallata delle mie aspettative, che anche stavolta la colonna sonora mi piacerà un sacco. Spero si riveli esatto, le premesse sono quelle, precise, e ho fiducia nella playlist selezionata dai Deck Nine, team di cui non conosco nulla. Non vedo l'ora di ascoltarla accostandola ai momenti del gioco.

Alla schermata del titolo, stesso vibe e mi sento a casa.

Faccio partire questo prequel e appare la nostra Chloe, che non ricordavo essere così carina in movimento. Sembra solo più vulnerabile e naive senza quei capelli azzurri (un tratto distintivo ma anche una "maschera", o meglio "corazza", in meno, diciamo; mi sembra più esposta - nel significato specifico che assume questo termine quando viene pronunciato nel film Love Exposure). Non ci sono dubbi, è piuttosto adorabile e mi suscita un po' di tenerezza, anche se lei mi manderebbe affanculo a sentire questa descrizione. L'attitude per l'appunto è subito riconoscibile.

Aspetto che finisca di dirmi perché si trova lì e apro il diario. Non l'avessi mai fatto. Leggo l'incipit... "Cara Max," e... Ci avrò messo tre ore a leggere soltanto quelle pagine. I ricordi del loro rapporto e degli eventi vissuti insieme nel primo LiS sono riaffiorati in un baleno travolgendomi come un fiume in piena, con un impeto soverchiante. Non sto scherzando, è vero che ero MOLTO assonnato ma credo che se l'avessi letto a mente riposata non avrebbe fatto grande differenza. Dovevo fermarmi continuamente per concentrarmi, lasciare che gli occhi lucidi si riassorbissero quel tanto che bastava a continuare, sorridere come uno scemo e cercare in questo modo di non bagnare il controller. Un idiota. :asd:  

Avevo dimenticato quanto fosse toccante 

la situazione di Chloe, una persona intelligente, sveglia, ribelle eppure lasciata indietro dalla migliore amica partita per la città più trendy, più moderna, più sofisticata, più tutto. Nuovi orizzonti, prospettive di vita e carriera, trampolini di lancio, impegni che ti fanno sentire adulto e responsabile. Lei, invece, dopo la morte del padre, il dolore e il momento di "sbando", incatenata a quella realtà provinciale senza sbocchi, a quel cesso di ristrettezza mentale e vicolo cieco chiamato Arcadia Bay.
Insomma, ci riallacciamo immediatamente a una delle proposte più sensibili nelle tematiche iniziali affrontate durante la storia raccontata dai Dontnod, in controtendenza rispetto alla cultura oppressiva e asfissiante del successo a suon di gomitate fra la folla, degli obiettivi da raggiungere ad ogni costo, della realizzazione personale, dell'elaborazione di schedule e stratagemmi basati e protesi a conseguire una perfetta efficienza dell'essere umano sempre attivo, del superamento dei propri limiti, dell'affannarsi a rincorrerli in una gara infinita, del migliorarsi costantemente per sputare in faccia alle nostre inadeguatezze. Tutto ciò, somministrato a dosi eccessive, ignora, secondo me, quanto sia importante invece, a pari merito, anche l'accettazione di se stessi per ciò che semplicemente si è, delle nostre parti più fallimentari (perché fallimentari, in realtà, non sono), dei nostri limiti e del fatto che a volte è difficile controllare il mondo nonostante gli sforzi e la buona volontà che riusciamo a spremere da noi stessi impegnandoci al massimo.

Citando Spike da Buffy l'Ammazzavampiri: "Can we rest.. now... Buffy... can we rest?"

Ne sapeva qualcosa Satoshi Kon quando ha scritto e diretto questo episodio di Paranoia Agent:



che trapelano leggendo le pagine del diario.

Mi sa che ho saltato qualcosa da esaminare ma pazienza, ero davvero troppo stanco infatti poi ho staccato.

 
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Mi è bastato cercare una traccia della OST perché youtube mi suggerisse un thumbnail che avrei preferito non vedere, non fa nulla ma LI DETESTO. Uno non può neanche riascoltarsela in santa pace.

Comunque mi sono dimenticato di postare questa:





Musica e testo cuciti addosso a Chloe e ci risiamo.

 
Il 13/12/2019 alle 15:17 , Fusenr ha scritto:

Mi è bastato cercare una traccia della OST perché youtube mi suggerisse un thumbnail che avrei preferito non vedere, non fa nulla ma LI DETESTO. Uno non può neanche riascoltarsela in santa pace.

Comunque mi sono dimenticato di postare questa:


La OST dei LiS è davvero meravigliosa, ti catturano e ti calano in un mood ben preciso.

Il finale del primo capitolo con Spanish Sahara rimane uno dei momenti più toccanti che abbia vissuto negli ultimi anni.

 
La OST dei LiS è davvero meravigliosa, ti catturano e ti calano in un mood ben preciso.

Il finale del primo capitolo con Spanish Sahara rimane uno dei momenti più toccanti che abbia vissuto negli ultimi anni.
Già, molto. Appena finii LiS pensai "ok, questo è un gioco importante, uno dei miei preferiti di tipo sempre" e lo è ancora... avevo solo bisogno di lucidare il ricordo. Non ha niente di rivoluzionario sul fronte ludico, ma storia e soprattutto personaggi hanno fatto vibrare le mie corde, così come tutta l'atmosfera dall'inizio alla fine.

Se piace il mood suggerisco anche questo pezzo di Bilmuri, che ci può rientrare:





Devo dire che anche la Chloe nella tua firma non scherza, vista così da lontano. La foto è molto bella.

 
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Iniziato il secondo episodio. Mi sono presa

tutta la colpa della fuga in treno vincendo una sfida d'insolenza con il preside Wells (fight me, bro) per consentire a Rachel di essere riammessa nel ruolo di protagonista dello spettacolo teatrale. Ora però sono stata espulsa... e mo'?
Riguardo il primo episodio, all'inizio

l'attrazione di Chloe verso Rachel mi è sembrata un pochino forzata, un tantino random e fuori dal personaggio perché troppo precoce. Soprattutto non mi aspettavo di vederla così preoccupata di rovinare il momento e così influenzata dalla popolarità di Rachel, non mi sembra da lei dare peso a questo genere di cose, però è ampiamente condivisibile se si è presa una cotta imprevista che per la prima volta la sta indirizzando su una strada che peraltro la aiuterà a comprendere maggiormente il proprio orientamento sessuale, suppongo. E' scoccata la scintilla quando è stata salvata da lei al concerto ma non so se sia una ragione sufficiente ad innescare i suoi comportamenti successivi e lo sviluppo di questa relazione in qualcosa di più. Tuttavia se teniamo conto della situazione da cui proviene, della solitudine che prova, aggiungendo alcune frasi che denotano una certa autoconsapevolezza come "dovrei odiare una come lei (nella sua posizione) eppure...", il tutto diventa più credibile. Secondo me ancora non fila liscio quanto la rimpatriata con Max, ho trovato la costruzione del rapporto in questa fase iniziale un po' accelerata e compressa, come se avesse avuto bisogno di essere raccontata in tempi più lunghi e distesi, con altre esperienze significative, per trasmettere più naturalezza. Questo lo dico a freddo, in generale lo sto apprezzando e a tratti molto.

Che l'uomo a baciarsi nel parco fosse il padre di Rachel con la presunta amante si era capito immediatamente dalla reazione della ragazza e non credo fosse concepito con l'intento di conservare la sorpresa. Tra l'altro mi è sembrato che l'amante stesse abbozzando un sorriso sospetto mentre fumava durante gli ultimissimi fotogrammi.

Lo sfogo di Chloe alla discarica è stato intenso ed emozionante, sicuramente uno dei miei momenti preferiti. X, quadrato, triangolo, cerchio: colpisci. :'( Mentre l'incendio doloso della quercia secolare è stato simbolicamente bellissimo, anche se qualcuno potrebbe giudicare l'esplosione sincronizzata della musica un po' stereotipata. Ad ogni modo, descrive il lamento dissacrante di una ragazza la cui sensibilità diventa temporaneamente incontenibile e distruttiva, sfociando in un gesto estremo, da un lato sbagliato e dall'altro comprensibile, noncurante della natura, che, insofferente verso ciò che segue, abbatte un esempio di bellezza duratura, di ordine e tradizione, motivo di orgoglio per i cittadini di Arcadia, travolgendo e interrompendo bruscamente l'epopea secolare del povero, malcapitato albero più anziano; lamento che si solleva dalla foresta assumendo le sembianze di una coltre di fumo dai colori accesi, rendendosi visibile agli altri personaggi (suo padre compreso) e ripercuotendosi involontariamente su di loro in una sequenza conclusiva in pieno stile LiS che intesse un filo conduttore teso ad astrarli dalla loro routine, raccogliendoli e connettendoli tutti in un momento ben preciso che scuote un equilibrio inerziale. Rachel ha scaricato un malessere a cui finora nessuno aveva prestato ascolto, ma tale sentimento prorompente ha provocato una conseguenza più grande di lei che nessuno, almeno per qualche istante, ha potuto ignorare, anche senza comprenderne il vero significato.
Rachel è

ancora (giustamente) un punto interrogativo
ma dopo questo avvenimento sono curioso di conoscerla più a fondo e scoprire cos'altro nasconde. Spero che atteggiamento e azioni di cui si è resa artefice vengano giustificati da personalità e retroscena.

Ogni riferimento a Max o mi fa ridere o mi fa sussultare. Chissà che effetto avrà l'episodio bonus... se lo troverò troppo smaccato e superfluo (come ho letto da qualche parte) o riuscirà a colpirmi.

Ah, la

partita al gioco da tavolo e gli animaletti che tornavano a rovistare nel cestino dei rifiuti rovesciato in un loop infinito. xD
Finora ho compiuto le scelte in comune con la maggioranza dei giocatori tranne in un caso.

 
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Iniziato il secondo episodio. Mi sono presa

tutta la colpa della fuga in treno vincendo una sfida d'insolenza con il preside Wells (fight me, bro) per consentire a Rachel di essere riammessa nel ruolo di protagonista dello spettacolo teatrale. Ora però sono stata espulsa... e mo'?
Riguardo il primo episodio, all'inizio

l'attrazione di Chloe verso Rachel mi è sembrata un pochino forzata, un tantino random e fuori dal personaggio perché troppo precoce. Soprattutto non mi aspettavo di vederla così preoccupata di rovinare il momento e così influenzata dalla popolarità di Rachel, non mi sembra da lei dare peso a questo genere di cose, però è ampiamente condivisibile se si è presa una cotta imprevista che per la prima volta la sta indirizzando su una strada che peraltro la aiuterà a comprendere maggiormente il proprio orientamento sessuale, suppongo. E' scoccata la scintilla quando è stata salvata da lei al concerto ma non so se sia una ragione sufficiente ad innescare i suoi comportamenti successivi e lo sviluppo di questa relazione in qualcosa di più. Tuttavia se teniamo conto della situazione da cui proviene, della solitudine che prova, aggiungendo alcune frasi che denotano una certa autoconsapevolezza come "dovrei odiare una come lei (nella sua posizione) eppure...", il tutto diventa più credibile. Secondo me ancora non fila liscio quanto la rimpatriata con Max, ho trovato la costruzione del rapporto in questa fase iniziale un po' accelerata e compressa, come se avesse avuto bisogno di essere raccontata in tempi più lunghi e distesi, con altre esperienze significative, per trasmettere più naturalezza. Questo lo dico a freddo, in generale lo sto apprezzando e a tratti molto.

Che l'uomo a baciarsi nel parco fosse il padre di Rachel con la presunta amante si era capito immediatamente dalla reazione della ragazza e non credo fosse concepito con l'intento di conservare la sorpresa. Tra l'altro mi è sembrato che l'amante stesse abbozzando un sorriso sospetto mentre fumava durante gli ultimissimi fotogrammi.

Lo sfogo di Chloe alla discarica è stato intenso ed emozionante, sicuramente uno dei miei momenti preferiti. X, quadrato, triangolo, cerchio: colpisci. :'( Mentre l'incendio doloso della quercia secolare è stato simbolicamente bellissimo, anche se qualcuno potrebbe giudicare l'esplosione sincronizzata della musica un po' stereotipata. Ad ogni modo, descrive il lamento dissacrante di una ragazza la cui sensibilità diventa temporaneamente incontenibile e distruttiva, sfociando in un gesto estremo, da un lato sbagliato e dall'altro comprensibile, noncurante della natura, che, insofferente verso ciò che segue, abbatte un esempio di bellezza duratura, di ordine e tradizione, motivo di orgoglio per i cittadini di Arcadia, travolgendo e interrompendo bruscamente l'epopea secolare del povero, malcapitato albero più anziano; lamento che si solleva dalla foresta assumendo le sembianze di una coltre di fumo dai colori accesi, rendendosi visibile agli altri personaggi (suo padre compreso) e ripercuotendosi involontariamente su di loro in una sequenza conclusiva in pieno stile LiS che intesse un filo conduttore teso ad astrarli dalla loro routine, raccogliendoli e connettendoli tutti in un momento ben preciso che scuote un equilibrio inerziale. Rachel ha scaricato un malessere a cui finora nessuno aveva prestato ascolto, ma tale sentimento prorompente ha provocato una conseguenza più grande di lei che nessuno, almeno per qualche istante, ha potuto ignorare, anche senza comprenderne il vero significato.
Rachel è

ancora (giustamente) un punto interrogativo
ma dopo questo avvenimento sono curioso di conoscerla più a fondo e scoprire cos'altro nasconde. Spero che atteggiamento e azioni di cui si è resa artefice vengano giustificati da personalità e retroscena.

Ogni riferimento a Max o mi fa ridere o mi fa sussultare. Chissà che effetto avrà l'episodio bonus... se lo troverò troppo smaccato e superfluo (come ho letto da qualche parte) o riuscirà a colpirmi.

Ah, la

partita al gioco da tavolo e gli animaletti che tornavano a rovistare nel cestino dei rifiuti rovesciato in un loop infinito. xD
Finora ho compiuto le scelte in comune con la maggioranza dei giocatori tranne in un caso.


Su Chloe e Rachel concordo con te.

All'inizio è tutto molto veloce, avrebbero avuto bisogno di molto altro tempo per sviluppare il tutto ma purtroppo non hanno potuto. Hanno dovuto raccontare un rapporto iniziato praticamente da zero e non sarebbero bastati due interi episodi per dargli un senso o comunque rendere tutto più verosimile, con Max era molto più semplice vista la natura del loro rapporto e il loro passato. La tua chiave di lettura è sicuramente corretta, o comunque è capace di dare una spiegazione più o meno credibile a quanto accade.

Riguardo la quercia, a me è piaciuta davvero tanto la sincronizzazione tra l'incendio e la musica. Mi emoziono con poco  :asd:


L'episodio bonus è molto carino. Non lo definirei "superfluo", è stato comunque un piacere giocarci e aggiunge qualche chicca. 

 
Su Chloe e Rachel concordo con te.

All'inizio è tutto molto veloce, avrebbero avuto bisogno di molto altro tempo per sviluppare il tutto ma purtroppo non hanno potuto. Hanno dovuto raccontare un rapporto iniziato praticamente da zero e non sarebbero bastati due interi episodi per dargli un senso o comunque rendere tutto più verosimile, con Max era molto più semplice vista la natura del loro rapporto e il loro passato. La tua chiave di lettura è sicuramente corretta, o comunque è capace di dare una spiegazione più o meno credibile a quanto accade.

Riguardo la quercia, a me è piaciuta davvero tanto la sincronizzazione tra l'incendio e la musica. Mi emoziono con poco  :asd:


L'episodio bonus è molto carino. Non lo definirei "superfluo", è stato comunque un piacere giocarci e aggiunge qualche chicca. 
anche a me l'episodio bonus e' piaciuto 

 
Finito il secondo episodio ed iniziato il terzo. Ma sbaglio o durante tutto il secondo si è grungizzato il sottofondo musicale del main menù?

Comunque, vediamo... Prima di passare a ciò che determina veramente l'esperienza, leviamoci subito un sassolino dalla scarpa muovendo una critica a una magagna tecnica sulla quale ho sorvolato nei post precedenti: la telecamera ha un'accelerazione parecchio scivolosa, peggio di The Last Guardian ma senza la stessa pesantezza, quindi ancora più sfuggente. Non impedisce assolutamente di godersi il gioco ma a seconda di chi manovra i controlli può dare più o meno fastidio, penso sia giusto segnalarlo. Inoltre mi ero dimenticato di spendere due paroline su un paio di cose e ne approfitto adesso.

Primo: i sogni con William. In queste sequenze mi è piaciuto il cocktail alienante e caotico di oggetti che hanno lasciato un'impronta nel presente e nel passato di Chloe. Ficcati dentro l'abitacolo (vicolo cieco e di eterno ricorso) con improbabili combinazioni che sbeffeggiano la logica, ammiccano, anche grazie ai prompt di interazione tremolanti, davanti a Chloe come se fossero usciti dal dipinto di Dalì "La persistenza della memoria" (quello con gli orologi afflosciati). Last but not least, i messaggi distorti sul telefono.

Secondo: la reazione di Chloe alla macchina fotografica nella discarica e il commento rabbioso, deluso e frustrato all'indirizzo di Max, che forse mi hanno toccato più di qualsiasi altra cosa in quella scena. Poi quando torna alla discarica dopo l'espulsione e rivede lo stesso cimelio si addolcisce un po'. Meno male. :')
Edit: ho incasinato il quote e non so come aggiustarlo quindi ripiego sull'evocazione soulsiana tramite tag. @-BlackStar Intanto no guarda, anch'io mi emoziono con "poco", e quello non era comunque poco secondo me. Ho scritto che "qualcuno potrebbe trovare quella cosa un po' stereotipata" per ammettere nel discorso quelli che possono essere punti di vista e sensibilità diverse dalla mia.
Per il resto: precisamente. :sisi:  Durante questo secondo episodio (non spaventarti aprendo lo spoiler, ho scritto un mezzo papirozzo di elucubrazioni mentali)

ho provato la medesima sensazione ma stavolta nei confronti di Rachel: da una parte il suo approcciarsi e avvicinarsi a Chloe cercando il suo aiuto sembra un po' precipitoso e dapprima non esaustivamente giustificato, ma dall'altra, anche se la conosce da pochi giorni, diversi dialoghi, comportamenti e scene (forse anche oggetti esaminati, non ricordo) suggeriscono che deve aver trascorso un periodo maggiore ad osservarla dalla distanza* ammirandone la forza interiore e quella che alla mente di Rachel deve presentarsi come un'innata schiettezza menefreghista, contrapposta al verboso politichese privo di contenuti, straripante di artifici retorici all'insegna del contegno emotivo, con cui viene trattata quotidianamente dal signor Amber. Ma su questo secondo aspetto di Chloe (schiettezza) in parte si sbaglia dal momento che la nostra piratessa sta attraversando una fase molto delicata (edit: che poi "fase" non è , credo sia qualcosa che ti accompagna per tutta la vita... oppure esiste chi riesce ad andare oltre meglio di altri, non so, resto in rispettoso silenzio, è molto complesso e credo personalissimo; mentre "delicata" in questo caso sembra un aggettivo insulso e un po' pretenzioso), l'elaborazione di un grave lutto (edit: il freddo distacco che sembra sottintendere questa terminologia clinica non è che mi piaccia granché) e l'assenza di Long Max Silver, tanto da essere sufficienti un paio di frasi ponderate che sanciscono il ritorno della guida spirituale identificata in Samuel, il bizzarro ed enigmatico giardiniere dall'animo placido e gentile, figura mistica e conturbante, lettore impegnato, che accarezza anche stavolta la protagonista con la sua saggezza discreta e sottovalutata, per scuotere violentemente una ragguardevole sezione del terreno in cui affondano le radici di questi atteggiamenti da spaccona, rassicurandola con la sua umile prosa su una verità tanto semplice da pronunciare quanto difficile da accettare: "stare male, o non stare bene, è ok".

A mitigare la sensazione citata nella prima riga interviene poi il fatto che stavolta la personalità di Rachel si è delineata più chiaramente: una ragazza cresciuta in mezzo ad agi materiali e perbenismo (dove tutto sussurra all'orecchio che "stare male non è ok") garantiti da una famiglia molto benestante, o meglio, soprattutto da un padre con una carriera politico-giudiziaria affermata e un portafoglio pingue, che sostiene di averla protetta dalla sofferenza, ma allo stesso tempo, credo io, bloccandola in un limbo di ovatta dove, contrariamente alla realtà che assedia dall'esterno quel nucleo di affetti, non ci si può pungere e dove, scusa la reiterazione ma ritengo importante ripeterlo affinché si capisca meglio il seguito, "stare male non è ok", di modo da renderle difficoltoso riuscire a manifestare le proprie, di sofferenze, spontaneamente, senza sotterfugi mediatori innalzati alla stregua di dighe razionali sulle quali si infrange la vergogna di sentirsi emotivamente nuda davanti a se stessa e agli altri. E tuttavia nel suo intimo vorrebbe mettersi ai comandi di un escavatore munito di palla da demolizione e provocare il crollo definitivo della barriera di cemento e ferro per lasciarsi andare almeno quel tanto che basta per sentirsi più in sintonia con se stessa, come, ai suoi occhi, sembra riuscirci così spontaneamente Chloe la temeraria (è appunto questo uno dei motivi per cui la ammira e vede in lei un possibile propellente per la spinta necessaria a compiere il salto nel vuoto). Per cui, divincolandosi in tale conflitto di intenti, quando trova una sponda (in Chloe) usa vie traverse (ma ben lungi dall'essere inutili a mandare avanti il processo di rottura del guscio) per lasciare fluire la corrente burrascosa del proprio travaglio interiore. La sua infanzia è durata più a lungo rispetto a quella di Chloe, come dice quest'ultima commentando un quadretto familiare appeso a una parete di casa Amber. Tra parentesi: nello stesso momento, come in tanti altri, aleggia nell'aria il brusio disturbante della perdita di William.

*Su questo punto tengo a specificare che comunque sono dell'idea che la velocità con cui un rapporto si approfondisce tra due o più persone è estremamente variabile in base a tanti fattori. Può impiegare mesi, anni o giorni, può subire accelerazioni improvvise o richiedere ritmi più rilassati per maturare in un legame solido. Forse ho appena detto una cosa banale o di poco valore per il suo essere generica.

Provando a individuare almeno un tema portante, direi che uno degli obiettivi cardine di questo secondo giro di giostra consiste nell'illustrare un ventaglio di alternative con cui le persone possono reagire quando si affaccia l'occasione e/o la necessità di rivolgersi al prossimo per chiedere aiuto in una forma di comunicazione qualsiasi uscendo dalla propria comfort zone (che non è poi così tanto confortevole). Seminato nell'episodio precedente da William durante il dialogo in auto che si conclude con l'autocombustione dell'immagine onirica di Rachel fuori dal finestrino, è proprio lei che si carica sulle spalle il fardello di diventarne la principale ambasciatrice. La via traversa con la quale cerca di esplicitare la richiesta di aiuto, ancora una volta - come per l'incendio - usando un espediente il cui significato più profondo è comprensibile soltanto a Chloe nonostante sul momento attiri l'attenzione di un pubblico più ampio che tuttavia resta in superficie, è l'improvvisazione teatrale.** Ma non è l'unico personaggio a confrontarsi con questo tema, infatti sul telefono arrivano a più riprese gli SMS di Joyce che con molti meno problemi ribadisce di aver bisogno di sua figlia, di sentire la sua mancanza. Anche Drew, a seguito della mia scelta di intervenire tempestivamente per interrompere il pestaggio perpetrato per mano di Damon aprendo quella porta del dormitorio, sembra riconsiderare le buone intenzioni di una "semisconosciuta" che inizialmente "doveva farsi gli affari propri". Sulla nostra protagonista... eh, a parte ricordare la finta seduta psicoanalitica sui sedili del pick-up, non azzardo ancora nulla, preferisco aspettare di vedere la fine del terzo episodio. Piuttosto, senza emettere nessun giudizio su cosa sia giusto o sbagliato, vorrei sottolineare come da un lato l'ideale della fuga fisica dall'epicentro del dolore veicoli un manifesto di libertà, mentre dall'altro dia l'impressione di chiudersi in una bolla di eccitazione inebriante ed euforica accompagnata da sollievo, speranze e prospettive, che accoglie una relazione ricca di emozioni autentiche riservate esclusivamente alla coppia interessata, condivise e condivisibili soltanto al suo interno. Chloe e Rachel, sotto questa lente, assumerebbero verosimilmente una posizione meno ricettiva nei confronti delle altre persone, tagliandosi fuori dal resto del mondo per crearsi il proprio paradiso di fiducia e confidenza mentre là fuori tutto va a rotoli. Se l'analisi non scricchiola, il paradosso che stimola la riflessione secondo me risiede nel fatto che per giungere a questo ipotetico risultato di chiusura (della coppia verso il mondo fuori da essa) siamo partiti da un'apertura coraggiosa del singolo verso una persona (rappresentata da Chloe per Rachel, ma anche viceversa) che divaricando uno spiraglio di affinità, comprensione e intimità l'ha reso automaticamente una sua prerogativa. In sintesi il ragionamento è questo: tu sei speciale, sei l'unica persona degna di conoscermi per ciò che sono realmente, laddove tutti gli altri non lo sono. Allora mi pongo la seguente domanda: questo meccanismo di autodifesa proiettato verso la progressiva circoscrizione di chi è meritevole di ascoltare e rispondere ai nostri pensieri e sentimenti più nascosti può renderci miopi? Poco fa ho stabilito di tenere a freno la lingua su Chloe, ma penso ad Eliot, alle sue goffe ed ingenue avance, alla foto del vecchio concerto conservata gelosamente nel cassetto della sua scrivania e ai suoi componimenti da poeta maledetto con le farfalle nello stomaco corredati di disegni, dai quali emerge il tenero tentativo di interpretare e immedesimarsi nella psiche della nostra ragazzaccia sensibile, col cuore di chi vorrebbe esplorare quel pianeta - che passa le ore ad osservare col telescopio - preso per mano dalla sua unica abitante, nonché divinità incontrastata, creatrice assoluta del cielo e della terra, per farsi spiegare che tipo di flora e fauna cresce e prolifera lassù. Ma non sa quale tuta indossare per sopravvivere alla sua atmosfera e può solo cercare di immaginarsi come sia quest'ultima mettendola nero su bianco come meglio gli riesce.

**In realtà durante il secondo atto con Chloe nei panni di Ariel (mio dio che cos'era con quel costume addosso appena l'ho vista riflessa nello specchio del camerino), nelle battute del mago che chiede al suo fedele servitore di avere ancora un po' di pazienza e accettare un rinvio alla concessione della libertà, io ci vedo in parallelo simbolico anche una Joyce che per amore materno chiede a Chloe di non allentare o spezzare certi legami proprio in un momento così difficile per entrambe, anche se vorrebbe volare via libera dalla situazione domestica angustiante e dalla presenza di un nuovo fidanzato che non approva.

Ora passiamo a considerazioni più leggere.

Povero Skip e le ovaie in fiamme.

Per aprire il baule stavo inserendo date e indirizzi. :facepalm:  

Non è stato facile prendere la decisione di aprire la porta del dormitorio dopo l'arrivo di Damon.

Pro apertura:

- non volevo che al fratellone capitasse qualcosa di brutto

Contro apertura:

- mi aveva chiesto di restare dentro con Mikey

- mostrando la busta con le banconote avrei indirettamente confessato di aver frugato nella loro stanza, tradendo anche la fiducia di Mikey con il quale mi sembrava di aver raggiunto una certa intesa giocando insieme la partita a D&D o surrogato cartaceo inventato da LiS

- avevo letto della situazione di emergenza economica del padre e poteva essere un'opportunità da cogliere per restituire i soldi a chi apparentemente ne aveva più bisogno

- (contro apertura) un'azione del genere però quanto avrebbe guastato il rapporto con Frank, aka lo stesso spacciatore con cui avevo visto intrattenersi quella donna, di cui solo adesso conosco la vera identità, e quindi possibile fonte di informazioni sul suo conto?

Che casino, ha prevalso il timore che potesse finire molto male.

La rappresentazione teatrale è il fiore all'occhiello dell'episodio, wow.

Tra l'altro la regia non delude mai, sfrutta spessissimo le inquadrature che sfocano gli elementi ingombranti in primo piano per incorniciare ciò che è protagonista della scena in lontananza, è un metodo di ripresa che trovo davvero delicato e bellissimo (come nell'ellissi temporale in cui la videocamera fa capolino da un lato all'altro dell'attrezzatura scenografica per riassumere gli atti dello spettacolo in pochi movimenti lenti).

Mi hanno fatto ridere il ritorno del great wall of bitchiness e Dana con i suoi scoglilingua, specialmente l'ultimo dedicato a Chloe è stato il migliore. Effettivamente era lì da un pezzo a cazzeggiare importunando gli attori. :rickds:  E complimenti a Federica Lusardi per la frase riadattata in italiano con un bel "non me ne frega un picasso".

Sì ok, davanti alla prospettiva del bacio non mi sono tirato indietro, anche per demerito delle restanti opzioni.

"Dove vogliamo andare, Rachel?" Peccato non ci fosse... Seattle.

Sulla madre biologica mi hanno fregato quasi del tutto, verso la fine dell'episodio ricordo di aver avuto un brevissimo flash che mi stava immettendo sulla strada giusta ma non ha fatto in tempo a risalire la coscienza. Poi ne ero convinto appena prima che il padre glielo rivelasse. A parte il colore dei capelli che può essere ereditato anche da nonni e altri antenati, sono stato condizionato da due distrattori: il primo è quello che forse meno preferisco, cioè il padre distaccato e insensibile che tradisce la compagna mentendo a tutti, figlia compresa; il secondo, che mi piace di più, è stato associarla alla figura di Frank a cui si aggiunge l'interpretazione del sorriso in chiusura dell'episodio 1. Ora il significato del gesto è ribaltato. Svolta non banale che promette "complicazioni" interessanti. Youth di Daughter me l'aspettavo in una scena più movimentata, chissà perché. Bello bello. Vai Rachel, vai Chloe. Datevi man forte fino a dove non voglio arrivare.

 
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Finito il secondo episodio ed iniziato il terzo. Ma sbaglio o durante tutto il secondo si è grungizzato il sottofondo musicale del main menù?

Comunque, vediamo... Prima di passare a ciò che determina veramente l'esperienza, leviamoci subito un sassolino dalla scarpa muovendo una critica a una magagna tecnica sulla quale ho sorvolato nei post precedenti: la telecamera ha un'accelerazione parecchio scivolosa, peggio di The Last Guardian ma senza la stessa pesantezza, quindi ancora più sfuggente. Non impedisce assolutamente di godersi il gioco ma a seconda di chi manovra i controlli può dare più o meno fastidio, penso sia giusto segnalarlo. Inoltre mi ero dimenticato di spendere due paroline su un paio di cose e ne approfitto adesso.

Primo: i sogni con William. In queste sequenze mi è piaciuto il cocktail alienante e caotico di oggetti che hanno lasciato un'impronta nel presente e nel passato di Chloe. Ficcati dentro l'abitacolo (vicolo cieco e di eterno ricorso) con improbabili combinazioni che sbeffeggiano la logica, ammiccano, anche grazie ai prompt di interazione tremolanti, davanti a Chloe come se fossero usciti dal dipinto di Dalì "La persistenza della memoria" (quello con gli orologi afflosciati). Last but not least, i messaggi distorti sul telefono.

Secondo: la reazione di Chloe alla macchina fotografica nella discarica e il commento rabbioso, deluso e frustrato all'indirizzo di Max, che forse mi hanno toccato più di qualsiasi altra cosa in quella scena. Poi quando torna alla discarica dopo l'espulsione e rivede lo stesso cimelio si addolcisce un po'. Meno male. :')
Edit: ho incasinato il quote e non so come aggiustarlo quindi ripiego sull'evocazione soulsiana tramite tag. @-BlackStar Intanto no guarda, anch'io mi emoziono con "poco", e quello non era comunque poco secondo me. Ho scritto che "qualcuno potrebbe trovare quella cosa un po' stereotipata" per ammettere nel discorso quelli che possono essere punti di vista e sensibilità diverse dalla mia.
Per il resto: precisamente. :sisi:  Durante questo secondo episodio (non spaventarti aprendo lo spoiler, ho scritto un mezzo papirozzo di elucubrazioni mentali)

ho provato la medesima sensazione ma stavolta nei confronti di Rachel: da una parte il suo approcciarsi e avvicinarsi a Chloe cercando il suo aiuto sembra un po' precipitoso e dapprima non esaustivamente giustificato, ma dall'altra, anche se la conosce da pochi giorni, diversi dialoghi, comportamenti e scene (forse anche oggetti esaminati, non ricordo) suggeriscono che deve aver trascorso un periodo maggiore ad osservarla dalla distanza* ammirandone la forza interiore e quella che alla mente di Rachel deve presentarsi come un'innata schiettezza menefreghista, contrapposta al verboso politichese privo di contenuti, straripante di artifici retorici all'insegna del contegno emotivo, con cui viene trattata quotidianamente dal signor Amber. Ma su questo secondo aspetto di Chloe (schiettezza) in parte si sbaglia dal momento che la nostra piratessa sta attraversando una fase molto delicata (edit: che poi "fase" non è , credo sia qualcosa che ti accompagna per tutta la vita... oppure esiste chi riesce ad andare oltre meglio di altri, non so, resto in rispettoso silenzio, è molto complesso e credo personalissimo; mentre "delicata" in questo caso sembra un aggettivo insulso e un po' pretenzioso), l'elaborazione di un grave lutto (edit: il freddo distacco che sembra sottintendere questa terminologia clinica non è che mi piaccia granché) e l'assenza di Long Max Silver, tanto da essere sufficienti un paio di frasi ponderate che sanciscono il ritorno della guida spirituale identificata in Samuel, il bizzarro ed enigmatico giardiniere dall'animo placido e gentile, figura mistica e conturbante, lettore impegnato, che accarezza anche stavolta la protagonista con la sua saggezza discreta e sottovalutata, per scuotere violentemente una ragguardevole sezione del terreno in cui affondano le radici di questi atteggiamenti da spaccona, rassicurandola con la sua umile prosa su una verità tanto semplice da pronunciare quanto difficile da accettare: "stare male, o non stare bene, è ok".

A mitigare la sensazione citata nella prima riga interviene poi il fatto che stavolta la personalità di Rachel si è delineata più chiaramente: una ragazza cresciuta in mezzo ad agi materiali e perbenismo (dove tutto sussurra all'orecchio che "stare male non è ok") garantiti da una famiglia molto benestante, o meglio, soprattutto da un padre con una carriera politico-giudiziaria affermata e un portafoglio pingue, che sostiene di averla protetta dalla sofferenza, ma allo stesso tempo, credo io, bloccandola in un limbo di ovatta dove, contrariamente alla realtà che assedia dall'esterno quel nucleo di affetti, non ci si può pungere e dove, scusa la reiterazione ma ritengo importante ripeterlo affinché si capisca meglio il seguito, "stare male non è ok", di modo da renderle difficoltoso riuscire a manifestare le proprie, di sofferenze, spontaneamente, senza sotterfugi mediatori innalzati alla stregua di dighe razionali sulle quali si infrange la vergogna di sentirsi emotivamente nuda davanti a se stessa e agli altri. E tuttavia nel suo intimo vorrebbe mettersi ai comandi di un escavatore munito di palla da demolizione e provocare il crollo definitivo della barriera di cemento e ferro per lasciarsi andare almeno quel tanto che basta per sentirsi più in sintonia con se stessa, come, ai suoi occhi, sembra riuscirci così spontaneamente Chloe la temeraria (è appunto questo uno dei motivi per cui la ammira e vede in lei un possibile propellente per la spinta necessaria a compiere il salto nel vuoto). Per cui, divincolandosi in tale conflitto di intenti, quando trova una sponda (in Chloe) usa vie traverse (ma ben lungi dall'essere inutili a mandare avanti il processo di rottura del guscio) per lasciare fluire la corrente burrascosa del proprio travaglio interiore. La sua infanzia è durata più a lungo rispetto a quella di Chloe, come dice quest'ultima commentando un quadretto familiare appeso a una parete di casa Amber. Tra parentesi: nello stesso momento, come in tanti altri, aleggia nell'aria il brusio disturbante della perdita di William.

*Su questo punto tengo a specificare che comunque sono dell'idea che la velocità con cui un rapporto si approfondisce tra due o più persone è estremamente variabile in base a tanti fattori. Può impiegare mesi, anni o giorni, può subire accelerazioni improvvise o richiedere ritmi più rilassati per maturare in un legame solido. Forse ho appena detto una cosa banale o di poco valore per il suo essere generica.

Provando a individuare almeno un tema portante, direi che uno degli obiettivi cardine di questo secondo giro di giostra consiste nell'illustrare un ventaglio di alternative con cui le persone possono reagire quando si affaccia l'occasione e/o la necessità di rivolgersi al prossimo per chiedere aiuto in una forma di comunicazione qualsiasi uscendo dalla propria comfort zone (che non è poi così tanto confortevole). Seminato nell'episodio precedente da William durante il dialogo in auto che si conclude con l'autocombustione dell'immagine onirica di Rachel fuori dal finestrino, è proprio lei che si carica sulle spalle il fardello di diventarne la principale ambasciatrice. La via traversa con la quale cerca di esplicitare la richiesta di aiuto, ancora una volta - come per l'incendio - usando un espediente il cui significato più profondo è comprensibile soltanto a Chloe nonostante sul momento attiri l'attenzione di un pubblico più ampio che tuttavia resta in superficie, è l'improvvisazione teatrale.** Ma non è l'unico personaggio a confrontarsi con questo tema, infatti sul telefono arrivano a più riprese gli SMS di Joyce che con molti meno problemi ribadisce di aver bisogno di sua figlia, di sentire la sua mancanza. Anche Drew, a seguito della mia scelta di intervenire tempestivamente per interrompere il pestaggio perpetrato per mano di Damon aprendo quella porta del dormitorio, sembra riconsiderare le buone intenzioni di una "semisconosciuta" che inizialmente "doveva farsi gli affari propri". Sulla nostra protagonista... eh, a parte ricordare la finta seduta psicoanalitica sui sedili del pick-up, non azzardo ancora nulla, preferisco aspettare di vedere la fine del terzo episodio. Piuttosto, senza emettere nessun giudizio su cosa sia giusto o sbagliato, vorrei sottolineare come da un lato l'ideale della fuga fisica dall'epicentro del dolore veicoli un manifesto di libertà, mentre dall'altro dia l'impressione di chiudersi in una bolla di eccitazione inebriante ed euforica accompagnata da sollievo, speranze e prospettive, che accoglie una relazione ricca di emozioni autentiche riservate esclusivamente alla coppia interessata, condivise e condivisibili soltanto al suo interno. Chloe e Rachel, sotto questa lente, assumerebbero verosimilmente una posizione meno ricettiva nei confronti delle altre persone, tagliandosi fuori dal resto del mondo per crearsi il proprio paradiso di fiducia e confidenza mentre là fuori tutto va a rotoli. Se l'analisi non scricchiola, il paradosso che stimola la riflessione secondo me risiede nel fatto che per giungere a questo ipotetico risultato di chiusura (della coppia verso il mondo fuori da essa) siamo partiti da un'apertura coraggiosa del singolo verso una persona (rappresentata da Chloe per Rachel, ma anche viceversa) che divaricando uno spiraglio di affinità, comprensione e intimità l'ha reso automaticamente una sua prerogativa. In sintesi il ragionamento è questo: tu sei speciale, sei l'unica persona degna di conoscermi per ciò che sono realmente, laddove tutti gli altri non lo sono. Allora mi pongo la seguente domanda: questo meccanismo di autodifesa proiettato verso la progressiva circoscrizione di chi è meritevole di ascoltare e rispondere ai nostri pensieri e sentimenti più nascosti può renderci miopi? Poco fa ho stabilito di tenere a freno la lingua su Chloe, ma penso ad Eliot, alle sue goffe ed ingenue avance, alla foto del vecchio concerto conservata gelosamente nel cassetto della sua scrivania e ai suoi componimenti da poeta maledetto con le farfalle nello stomaco corredati di disegni, dai quali emerge il tenero tentativo di interpretare e immedesimarsi nella psiche della nostra ragazzaccia sensibile, col cuore di chi vorrebbe esplorare quel pianeta - che passa le ore ad osservare col telescopio - preso per mano dalla sua unica abitante, nonché divinità incontrastata, creatrice assoluta del cielo e della terra, per farsi spiegare che tipo di flora e fauna cresce e prolifera lassù. Ma non sa quale tuta indossare per sopravvivere alla sua atmosfera e può solo cercare di immaginarsi come sia quest'ultima mettendola nero su bianco come meglio gli riesce.

**In realtà durante il secondo atto con Chloe nei panni di Ariel (mio dio che cos'era con quel costume addosso appena l'ho vista riflessa nello specchio del camerino), nelle battute del mago che chiede al suo fedele servitore di avere ancora un po' di pazienza e accettare un rinvio alla concessione della libertà, io ci vedo in parallelo simbolico anche una Joyce che per amore materno chiede a Chloe di non allentare o spezzare certi legami proprio in un momento così difficile per entrambe, anche se vorrebbe volare via libera dalla situazione domestica angustiante e dalla presenza di un nuovo fidanzato che non approva.

Ora passiamo a considerazioni più leggere.

Povero Skip e le ovaie in fiamme.

Per aprire il baule stavo inserendo date e indirizzi. :facepalm:  

Non è stato facile prendere la decisione di aprire la porta del dormitorio dopo l'arrivo di Damon.

Pro apertura:

- non volevo che al fratellone capitasse qualcosa di brutto

Contro apertura:

- mi aveva chiesto di restare dentro con Mikey

- mostrando la busta con le banconote avrei indirettamente confessato di aver frugato nella loro stanza, tradendo anche la fiducia di Mikey con il quale mi sembrava di aver raggiunto una certa intesa giocando insieme la partita a D&D o surrogato cartaceo inventato da LiS

- avevo letto della situazione di emergenza economica del padre e poteva essere un'opportunità da cogliere per restituire i soldi a chi apparentemente ne aveva più bisogno

- (contro apertura) un'azione del genere però quanto avrebbe guastato il rapporto con Frank, aka lo stesso spacciatore con cui avevo visto intrattenersi quella donna, di cui solo adesso conosco la vera identità, e quindi possibile fonte di informazioni sul suo conto?

Che casino, ha prevalso il timore che potesse finire molto male.

La rappresentazione teatrale è il fiore all'occhiello dell'episodio, wow.

Tra l'altro la regia non delude mai, sfrutta spessissimo le inquadrature che sfocano gli elementi ingombranti in primo piano per incorniciare ciò che è protagonista della scena in lontananza, è un metodo di ripresa che trovo davvero delicato e bellissimo (come nell'ellissi temporale in cui la videocamera fa capolino da un lato all'altro dell'attrezzatura scenografica per riassumere gli atti dello spettacolo in pochi movimenti lenti).

Mi hanno fatto ridere il ritorno del great wall of bitchiness e Dana con i suoi scoglilingua, specialmente l'ultimo dedicato a Chloe è stato il migliore. Effettivamente era lì da un pezzo a cazzeggiare importunando gli attori. :rickds:  E complimenti a Federica Lusardi per la frase riadattata in italiano con un bel "non me ne frega un picasso".

Sì ok, davanti alla prospettiva del bacio non mi sono tirato indietro, anche per demerito delle restanti opzioni.

"Dove vogliamo andare, Rachel?" Peccato non ci fosse... Seattle.

Sulla madre biologica mi hanno fregato quasi del tutto, verso la fine dell'episodio ricordo di aver avuto un brevissimo flash che mi stava immettendo sulla strada giusta ma non ha fatto in tempo a risalire la coscienza. Poi ne ero convinto appena prima che il padre glielo rivelasse. A parte il colore dei capelli che può essere ereditato anche da nonni e altri antenati, sono stato condizionato da due distrattori: il primo è quello che forse meno preferisco, cioè il padre distaccato e insensibile che tradisce la compagna mentendo a tutti, figlia compresa; il secondo, che mi piace di più, è stato associarla alla figura di Frank a cui si aggiunge l'interpretazione del sorriso in chiusura dell'episodio 1. Ora il significato del gesto è ribaltato. Svolta non banale che promette "complicazioni" interessanti. Youth di Daughter me l'aspettavo in una scena più movimentata, chissà perché. Bello bello. Vai Rachel, vai Chloe. Datevi man forte fino a dove non voglio arrivare.


Davvero spunti molto interessanti.

Concordo con la tua visione degli stati d'animo dei personaggi, in particolare mi piace molto come hai descritto la situazione della povera Rachel, soffocata dal mondo che la circonda a causa del padre (nonostante i suoi buoni propositi ma ha finito col rendere la vita della figlia forse ancora più difficile). Riguardo lo spettacolo, l'ho trovata una scena davvero impattante. Il modo in cui le emozioni di Chloe e Rachel e dei personaggi che impersonano si mischiano rende questa forse la parte che più preferisco dell'intero gioco. Non avevo pensato al possibile parallelo con Joyce, invece, ma è una chiave di lettura assolutamente pregevole e non inverosimile. 

Non so dove tu sia arrivato a questo punto ma immagino abbia finito anche il terzo episodio. Ecco, la scena finale mi ha fatto venire un magone assurdo. Mi sono sentito male.
Un po' mi dispiace scrivere un post così breve dopo il tuo wot però concordo un po' con tutto ciò che dici :asd:

 
Davvero spunti molto interessanti.

Concordo con la tua visione degli stati d'animo dei personaggi, in particolare mi piace molto come hai descritto la situazione della povera Rachel, soffocata dal mondo che la circonda a causa del padre (nonostante i suoi buoni propositi ma ha finito col rendere la vita della figlia forse ancora più difficile). Riguardo lo spettacolo, l'ho trovata una scena davvero impattante. Il modo in cui le emozioni di Chloe e Rachel e dei personaggi che impersonano si mischiano rende questa forse la parte che più preferisco dell'intero gioco. Non avevo pensato al possibile parallelo con Joyce, invece, ma è una chiave di lettura assolutamente pregevole e non inverosimile. 

Non so dove tu sia arrivato a questo punto ma immagino abbia finito anche il terzo episodio. Ecco, la scena finale mi ha fatto venire un magone assurdo. Mi sono sentito male.
Un po' mi dispiace scrivere un post così breve dopo il tuo wot però concordo un po' con tutto ciò che dici :asd:
Sono nel bel mezzo del terzo episodio, ti sembrerà strano ma ancora non l'ho finito.

Riguardo

lo spettacolo, sì esatto, hai mai visto il film musical Moulin Rouge? Nel caso non l'abbia fatto non so se consideri spoileroso ciò che sto per dire quindi lo nascondo ulteriormente (secondo me puoi leggerlo visto che resto sul generico con tre parole in croce, ma decidi tu se procedere o no): 


lì avviene qualcosa di simile, ma in BtS non è mielosamente e canonicamente hollywoodiana, per cui a mio avviso quest'ultimo risulta essere migliore. Insomma, tengo a precisare che l'analogia, se anche esiste, è puramente confinata al piano concettuale/meccanicistico.




Non preoccuparti, figurati, ognuno scrive quello che vuole e si sente sul momento, poi la lunghezza non è necessariamente sinonimo di contenuto interessante. Mi fa piacere aver ricevuto la tua risposta. 

Anche se per certi versi ciò significa che la discussione si conclude in fretta, è ovviamente bello trovarti concorde su tutto. :asd:  Sul serio.

 
Sono nel bel mezzo del terzo episodio, ti sembrerà strano ma ancora non l'ho finito.

Riguardo

lo spettacolo, sì esatto, hai mai visto il film musical Moulin Rouge? Nel caso non l'abbia fatto non so se consideri spoileroso ciò che sto per dire quindi lo nascondo ulteriormente (secondo me puoi leggerlo visto che resto sul generico con tre parole in croce, ma decidi tu se procedere o no): 


  Contenuti nascosti
lì avviene qualcosa di simile, ma in BtS non è mielosamente e canonicamente hollywoodiana, per cui a mio avviso quest'ultimo risulta essere migliore. Insomma, tengo a precisare che l'analogia, se anche esiste, è puramente confinata al piano concettuale/meccanicistico.






Non preoccuparti, figurati, ognuno scrive quello che vuole e si sente sul momento, poi la lunghezza non è necessariamente sinonimo di contenuto interessante. Mi fa piacere aver ricevuto la tua risposta. 

Anche se per certi versi ciò significa che la discussione si conclude in fretta, è ovviamente bello trovarti concorde su tutto. :asd:  Sul serio.


No, mai visto

Moulin Rouge. Ora sono curioso però, magari mi cerco la scena :sisi:  

 
No, mai visto

Moulin Rouge. Ora sono curioso però, magari mi cerco la scena :sisi:  
Non è solo una, è presente in diverse scene, diciamo che è una dinamica base del film.  :sisi:  

Comunque finito, bellissimo. Alla fine ho deciso di

non dirlo a Rachel per non rovinarle il rapporto col padre ma anche per rispettare il volere della madre. Non so se sia stata la decisione giusta da prendere e provando l'altra opzione mi è sembrata migliore e forse la preferisco. Nella realtà probabilmente avrei scelto la verità.
Estremamente difficile e per niente scontato. Ora ho davanti l'episodio bonus.

 
Preparati allora, pugni nello stomaco a gogo




Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
 
Sì? :asd:  Ok disporrò pentole e recipienti vari ai miei piedi per raccogliere le lacrime come un soffitto che gocciola copiosamente sotto la furia di un temporale.

A proposito, voi cos'avevate

scelto alla fine?


Tra l'altro ad oggi le percentuali sono ancora quasi perfettamente in equilibrio.

@-BlackStar 

E per scena finale intendevi tutta la sequenza o quegli ultimi fotogrammi della camera oscura?
 
Sì? :asd:  Ok disporrò pentole e recipienti vari ai miei piedi per raccogliere le lacrime come un soffitto che gocciola copiosamente sotto la furia di un temporale.

A proposito, voi cos'avevate

scelto alla fine?

Tra l'altro ad oggi le percentuali sono ancora quasi perfettamente in equilibrio.
@-BlackStar 

E per scena finale intendevi tutta la sequenza o quegli ultimi fotogrammi della camera oscura?


Devo dire la verità, non ricordo cosa abbia scelto la prima volta, forse anch'io ho scelto di non dire nulla. L'ho rigiocato diverse volte quindi alcune scelte non le ricordo, ho un quadro d'insieme del gioco diciamo così.

Riguardo l'altra cosa, mi riferisco alla camera oscura. Mi son sentito davvero male quando l'ho vista. Ho avuto tipo un "vietnam flashback" e ho ripensato a tutto quello che è successo nel primo LiS.
 
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