PS4 NieR: Automata

  • Autore discussione Autore discussione Alucard
  • Data d'inizio Data d'inizio
ps4 retail
Pubblicità
Per il negozio, io ho usato un metodo che mi è sembrato piuttosto affidabile:

partendo dal centro commerciale abbandonato si torna indietro fino quasi alla fine del ponte, e si vede dove è spawnato Emil sulla mappa...se non è nei pressi dell'accampamento della resistenza, si torna nel centro commerciale e si riesce...si capisce che l'area è refreshata anche perché il pod o chi di dovere ripeterà la "frase del momento" che viene detta ogni volta che si accede ad una nuova area

una volta che Emil è spawnato nei pressi dell'accampamento della resistenza, resta comunque non garantito che abbia il negozio più raro (quello con le armi) ma se non ricordo male ci sono buonissime probabilità che abbia quello con i materiali

superstizione vuole che per ottenere lo shop con le armi Emil vada fermato in prossimità dell'accampamento della resistenza...non posso confermare nè smentire questa cosa al 100%, quindi sta a chi tenta :asd:

ps nel momento in cui Emil ottiene il "negozio raro" potrebbe mandare una mail in cui dice che si annoia :sisi:


Poi bellissimo
vedere i Pod che realmente si preoccupano di ripristinare gli androidi, 9S e 2B a fianco come sempre ed A2 in disparte. Alla fine il minigame finale (che senza aiuto è ai limiti dell'impossibile, penso ci siano riusciti pochissimi in solo) rappresenta una strenua lotta contro il sistema che vuole cancellare le lore memorie perché è stato programmato così. Superano quell'ostacolo gli androidi ritrovano se stessi e questa volta con la possibilità di un futuro diverso senza più ordini e direttive da seguire ciecamente
Per me quel finale è stata la completa quadratura del cerchio

ed a suo modo, questo a tutti gli effetti un happy ending per gli standard di Taro. Innanzitutto attraverso la rilettura che si può dare dell'intero gioco a posteriori, emerge prepotentemente uno dei temi dominanti di Automata, ovvero l'autodeterminazione: molti se non tutti i personaggi principali e non a un certo punto sviluppano la propria unicità, reagiscono alla predeterminazione della loro condizione attraverso una peculiarità che stride con la "missione" alla quale dovrebbero obbedire...oltre al trio di androidi protagonisti e ai pod, ci sono tutte quelle biomacchine "speciali" che in un modo o nell'altro si ribellano alla rete; è piuttosto emblematico tralaltro il fatto che le biomacchine, volutamente "limitate", a un certo punto comincino ad imitare gli esseri umani; e attraverso questa imitazione, nella presa di coscienza dei loro limiti, della loro condizione e della loro impotenza, più di una volta finiscono per fare una brutta fine schiacciati dal peso dell'inquietudine (nb la missione delle macchine suicide)

in ogni caso, quel che accomuna tutti questi personaggi è l'insofferenza verso una condizione limitante e priva di senso, scandita da azioni meccaniche che sono state imposte da qualcun altro. Una volta che si è seguito singolarmente il percorso di tutte queste figure, protagonisti e macchine, e si è visto che in un modo o nell'altro questo percorso li conduce all'annientamento...ecco che subentra il finale E, che in una maniera veramente elementare ma sorprendentemente efficace, a un certo punto riesce a comunicare al giocatore che non è più degli YorHa, delle biomacchine, di Nier Automata che si sta parlando, ma dell'esistenza stessa...ha senso? Ha veramente senso continuare a ritentare, a riprovare ad emergere in una battaglia che sembra impossibile, che pare essere fine a se stessa? E - la maggior parte dei giocatori immagino - continua a rispondere compulsivamente in maniera negativa alle provocazioni del gioco (accetti che la vita non ha senso?)...si ribella, si rifiuta, fosse anche per una logica di orgoglio ludico...anche se non sa esattamente come supererà quella dannata divisione marketing (:asd:)

ma è proprio allora che comincia ad affiorare una risposta...a poco a poco, iniziano ad apparire quei messaggi, e ci si inizia a rendere conto che sono reali...e non solo: ci si inizia a rendere conto di come qui non si stia più parlando del gioco, di un gioco...e questi nomi, questi anonimi nickname, che iniziano a sparire uno dietro l'altro per darci la possibilità di arrivare alla fine (backup o meno)...non sono altro che questo, un desiderio di solidarietà verso un completo estraneo, mossi dalla comune condizione di trovarsi in una condizione talvolta frustrante e senza senso come può essere la vita stessa...e infine il messaggio dopo i titoli di coda, che lascia aperta la speranza per un futuro diverso, fosse anche semplicemente perché basato sulle forze dei protagonisti.

Questo concetto l'ho trovato anticipato in maniera molto delicata anche nel racconto testuale che raccontava il bg delle "nuove" Devola e Popola: quando sono vagabonde, comincia a piovere, una goccia scende sul viso di Devola come una lacrima...selezionando "sfioro la guancia" l'altra risponde "ma che fai? non serve" e le viene risposto, semplicemente..."e invece serve"

in fondo, per quanto il mondo a volte sia un posto insensato e meschino, penso che Yoko Taro abbia voluto puntare i riflettori su quel tanto di speranza che ancora si cela annidata nelle possibilità date dalle relazioni tra esseri umani
 
Ultima modifica da un moderatore:
ed a suo modo, questo a tutti gli effetti un happy ending per gli standard di Taro. Innanzitutto attraverso la rilettura che si può dare dell'intero gioco a posteriori, emerge prepotentemente uno dei temi dominanti di Automata, ovvero l'autodeterminazione: molti se non tutti i personaggi principali e non a un certo punto sviluppano la propria unicità, reagiscono alla predeterminazione della loro condizione attraverso una peculiarità che stride con la "missione" alla quale dovrebbero obbedire...oltre al trio di androidi protagonisti e ai pod, ci sono tutte quelle biomacchine "speciali" che in un modo o nell'altro si ribellano alla rete; è piuttosto emblematico tralaltro il fatto che le biomacchine, volutamente "limitate", a un certo punto comincino ad imitare gli esseri umani; e attraverso questa imitazione, nella presa di coscienza dei loro limiti, della loro condizione e della loro impotenza, più di una volta finiscono per fare una brutta fine schiacciati dal peso dell'inquietudine (nb la missione delle macchine suicide)

in ogni caso, quel che accomuna tutti questi personaggi è l'insofferenza verso una condizione limitante e priva di senso, scandita da azioni meccaniche che sono state imposte da qualcun altro. Una volta che si è seguito singolarmente il percorso di tutte queste figure, protagonisti e macchine, e si è visto che in un modo o nell'altro questo percorso li conduce all'annientamento...ecco che subentra il finale E, che in una maniera veramente elementare ma sorprendentemente efficace, a un certo punto riesce a comunicare al giocatore che non è più degli YorHa, delle biomacchine, di Nier Automata che si sta parlando, ma dell'esistenza stessa...ha senso? Ha veramente senso continuare a ritentare, a riprovare ad emergere in una battaglia che sembra impossibile, che pare essere fine a se stessa? E - la maggior parte dei giocatori immagino - continua a rispondere compulsivamente in maniera negativa alle provocazioni del gioco (accetti che la vita non ha senso?)...si ribella, si rifiuta, fosse anche per una logica di orgoglio ludico...anche se non sa esattamente come supererà quella dannata divisione marketing (:asd:)

ma è proprio allora che comincia ad affiorare una risposta...a poco a poco, iniziano ad apparire quei messaggi, e ci si inizia a rendere conto che sono reali...e non solo: ci si inizia a rendere conto di come qui non si stia più parlando del gioco, di un gioco...e questi nomi, questi anonimi nickname, che iniziano a sparire uno dietro l'altro per darci la possibilità di arrivare alla fine (backup o meno)...non sono altro che questo, un desiderio di solidarietà verso un completo estraneo, mossi dalla comune condizione di trovarsi in una condizione talvolta frustrante e senza senso come può essere la vita stessa...e infine il messaggio dopo i titoli di coda, che lascia aperta la speranza per un futuro diverso, fosse anche semplicemente perché basato sulle forze dei protagonisti.

Questo concetto l'ho trovato anticipato in maniera molto delicata anche nel racconto testuale che raccontava il bg delle "nuove" Devola e Popola: quando sono vagabonde, comincia a piovere, una goccia scende sul viso di Devola come una lacrima...selezionando "sfioro la guancia" l'altra risponde "ma che fai? non serve" e le viene risposto, semplicemente..."e invece serve"

in fondo, per quanto il mondo a volte sia un posto insensato e meschino, penso che Yoko Taro abbia voluto puntare i riflettori su quel tanto di speranza che ancora si cela annidata nelle possibilità date dalle relazioni tra esseri umani
bell'analisi.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Per il negozio, io ho usato un metodo che mi è sembrato piuttosto affidabile:

partendo dal centro commerciale abbandonato si torna indietro fino quasi alla fine del ponte, e si vede dove è spawnato Emil sulla mappa...se non è nei pressi dell'accampamento della resistenza, si torna nel centro commerciale e si riesce...si capisce che l'area è refreshata anche perché il pod o chi di dovere ripeterà la "frase del momento" che viene detta ogni volta che si accede ad una nuova area

una volta che Emil è spawnato nei pressi dell'accampamento della resistenza, resta comunque non garantito che abbia il negozio più raro (quello con le armi) ma se non ricordo male ci sono buonissime probabilità che abbia quello con i materiali

superstizione vuole che per ottenere lo shop con le armi Emil vada fermato in prossimità dell'accampamento della resistenza...non posso confermare nè smentire questa cosa al 100%, quindi sta a chi tenta :asd:

ps nel momento in cui Emil ottiene il "negozio raro" potrebbe mandare una mail in cui dice che si annoia :sisi:



Per me quel finale è stata la completa quadratura del cerchio

ed a suo modo, questo a tutti gli effetti un happy ending per gli standard di Taro. Innanzitutto attraverso la rilettura che si può dare dell'intero gioco a posteriori, emerge prepotentemente uno dei temi dominanti di Automata, ovvero l'autodeterminazione: molti se non tutti i personaggi principali e non a un certo punto sviluppano la propria unicità, reagiscono alla predeterminazione della loro condizione attraverso una peculiarità che stride con la "missione" alla quale dovrebbero obbedire...oltre al trio di androidi protagonisti e ai pod, ci sono tutte quelle biomacchine "speciali" che in un modo o nell'altro si ribellano alla rete; è piuttosto emblematico tralaltro il fatto che le biomacchine, volutamente "limitate", a un certo punto comincino ad imitare gli esseri umani; e attraverso questa imitazione, nella presa di coscienza dei loro limiti, della loro condizione e della loro impotenza, più di una volta finiscono per fare una brutta fine schiacciati dal peso dell'inquietudine (nb la missione delle macchine suicide)

in ogni caso, quel che accomuna tutti questi personaggi è l'insofferenza verso una condizione limitante e priva di senso, scandita da azioni meccaniche che sono state imposte da qualcun altro. Una volta che si è seguito singolarmente il percorso di tutte queste figure, protagonisti e macchine, e si è visto che in un modo o nell'altro questo percorso li conduce all'annientamento...ecco che subentra il finale E, che in una maniera veramente elementare ma sorprendentemente efficace, a un certo punto riesce a comunicare al giocatore che non è più degli YorHa, delle biomacchine, di Nier Automata che si sta parlando, ma dell'esistenza stessa...ha senso? Ha veramente senso continuare a ritentare, a riprovare ad emergere in una battaglia che sembra impossibile, che pare essere fine a se stessa? E - la maggior parte dei giocatori immagino - continua a rispondere compulsivamente in maniera negativa alle provocazioni del gioco (accetti che la vita non ha senso?)...si ribella, si rifiuta, fosse anche per una logica di orgoglio ludico...anche se non sa esattamente come supererà quella dannata divisione marketing (:asd:)

ma è proprio allora che comincia ad affiorare una risposta...a poco a poco, iniziano ad apparire quei messaggi, e ci si inizia a rendere conto che sono reali...e non solo: ci si inizia a rendere conto di come qui non si stia più parlando del gioco, di un gioco...e questi nomi, questi anonimi nickname, che iniziano a sparire uno dietro l'altro per darci la possibilità di arrivare alla fine (backup o meno)...non sono altro che questo, un desiderio di solidarietà verso un completo estraneo, mossi dalla comune condizione di trovarsi in una condizione talvolta frustrante e senza senso come può essere la vita stessa...e infine il messaggio dopo i titoli di coda, che lascia aperta la speranza per un futuro diverso, fosse anche semplicemente perché basato sulle forze dei protagonisti.

Questo concetto l'ho trovato anticipato in maniera molto delicata anche nel racconto testuale che raccontava il bg delle "nuove" Devola e Popola: quando sono vagabonde, comincia a piovere, una goccia scende sul viso di Devola come una lacrima...selezionando "sfioro la guancia" l'altra risponde "ma che fai? non serve" e le viene risposto, semplicemente..."e invece serve"

in fondo, per quanto il mondo a volte sia un posto insensato e meschino, penso che Yoko Taro abbia voluto puntare i riflettori su quel tanto di speranza che ancora si cela annidata nelle possibilità date dalle relazioni tra esseri umani
Bellissima analisi

ed anche io ho percepito subitissimo che nell'ending E si va oltre Automata e la sua trama. La trama di Automata è basata sul tema del ciclo e della ripetizione ossessiva di azioni sempre uguali, lo fanno gli Yorha e lo fanno le biomacchine. E lo fanno perchè come dici glielo viene imposto dalla 'rete'.

E non è un caso che le personalità di spicco fra le bionacchine si siano disconmesse da essa: pensiamo a Pasxal che si disconnette per portare avanti il suo effimero ideale di pace e di trasmissione dei saperi ai preziosi bambini. Pensiamo ad Adam che per perseguire la sua spiccata ricerca e catagolazione delle emozioni umane realizza che staccarsi dalla rete e dunque perdere la sua immortalità è l'unico modo per assaggiare fino in fondo la sensazione di odio, conflitto e morte. Pensiamo ad Eve, che in seguito al lutto del fratello caro perde ogni ragione e la sua rabbia lo porta a non curarsi di uccidere o far impazzire le altre biomacchine come lui. Pensiamo a Simone, che letteralmente è vittima della rete: la rete la ha portata a continuare alla ripetizione ossessiva di 'interventi estetici' per farsi bella agli occhi di Jean Paul o di ciò che lui rappresenta (tra l'altro bellissimo il collegamento 'velato' con una secondaria). Ma continua ogni volta a non venir notata e quindi respinta. Ed ecco che impazzisce ed i suoi gioelli diventano letteralmente cadaveri di androidi e biomacchine che ingloba a sé come fossero gioelli e accessori di moda.

Nell'Ending D non importa più nulla di tutto questo, non importa delle biomacchine, degli androidi, del ciclo, della ripetizione, importa solo.. ritrovare sè stessi e dare senso alla propria vita, non come schiavi del progetto Yorha o della rete e di un'IA ma come esseri autocoscienti.

Perché per quanto un androide possa fare backup dei propri dati, se anche solo perde un attimo della sua memoria ha perso se stesso e le esperienze che lo hanno segnato. Quindi se vogliamo c'è ancge un messaggio sull'importanza di non dimenticare ciò che è stato.

Ed io ancora non mi capacito di quanti livelli di lettura e meta-lettura abbia Automata pur avendo una trama sostanzialmente semplice nelle fondamenta (per dire le motivazioni di Adam ed Eve sono chiarissime e limpidisse, dalle cutscenes viene chiarito per esempio cge Eve vive letteralmente in funzione del fratello ed è quella la sua unica motivazione).

Ed ecco che tutto acquista senso alla fime, da frasi messe lì come anticipazioni che non si potevano capire (nel finale A quando 2B strangola 9S dice 'finisce sempre così' sottintendendo ai vari cicli e alla sua vera missione), ai dettagli più apparentemente 'strani' (tipo il fatto che nell'accampamento e nel villaggio appena si parla con i leader Anemone o Pascal parte la versione della OST con le vocals... sta a sottolineare proprio l'unicità ed indipendenza di quelle figure di spicco; del resto Anemone ha una sub story importantissima legata al passato e ad A2 mentre di Pascal abbiamo già detto. Addirittura la versione con vocals si attiva sia parlando con lui, sia parlando con uno dei suoi cari bambini)
 
Domanda: come distinguo le missioni principali da avanzo di storia dalle secondarie? Spesso non capisco come procedere

 
Sono diverse! Quelle secondarie comunque hanno il menu apposito mentre l'obiettivo di quella principale viene segnato appena apri il menu di pausa in basso a sinistra ed inoltre nella mappa il segnalino della missione primcipale ha la scritta 'destinazione'

 
Il quadratone grande è missione principale, quello piccolino secondaria

Inviato dal mio HUAWEI LYO-L01 utilizzando Tapatalk

 
Ciao ragazzi.

Oggi (con leggero ritardo dal day one :asd:) inizio Nier...

Ho un paio di domande da fare molto veloci:

1) Quanti livelli di difficoltà ci sono e quello di default è già impegnativo o meglio alzare secondo voi?

2) Consigliate una guida online per capire meglio l'evoluzione delle armi/chip e altro oppure è tutto ampiamente comprensibile e spiegato in game?

3) Su PS4 PRO ci sono modalità video che consigliate o 1 sola standard?

grazie a chiunque risponda :D

 
Ciao ragazzi.Oggi (con leggero ritardo dal day one :asd:) inizio Nier...

Ho un paio di domande da fare molto veloci:

1) Quanti livelli di difficoltà ci sono e quello di default è già impegnativo o meglio alzare secondo voi?

2) Consigliate una guida online per capire meglio l'evoluzione delle armi/chip e altro oppure è tutto ampiamente comprensibile e spiegato in game?

3) Su PS4 PRO ci sono modalità video che consigliate o 1 sola standard?

grazie a chiunque risponda :D
1) normale assolutamente almeno all'inizio , a difficile ti aprono , è mal calibrata la difficoltà.

3) solo 1

 
Ciao ragazzi.Oggi (con leggero ritardo dal day one :asd:) inizio Nier...

Ho un paio di domande da fare molto veloci:

1) Quanti livelli di difficoltà ci sono e quello di default è già impegnativo o meglio alzare secondo voi?

2) Consigliate una guida online per capire meglio l'evoluzione delle armi/chip e altro oppure è tutto ampiamente comprensibile e spiegato in game?

3) Su PS4 PRO ci sono modalità video che consigliate o 1 sola standard?

grazie a chiunque risponda :D
1) Almeno il prologo e metà prima run conviene farli a normale, dopo vedi tu

2) Imho si capisce abbastanza bene anche da soli, magari se hai un dubbio su un paio di effetti dei chip ti leggi solo quello o chiedi qui

3) Solo una.

Buon gioco!

 
Ciao ragazzi.Oggi (con leggero ritardo dal day one :asd:) inizio Nier...

Ho un paio di domande da fare molto veloci:

1) Quanti livelli di difficoltà ci sono e quello di default è già impegnativo o meglio alzare secondo voi?

2) Consigliate una guida online per capire meglio l'evoluzione delle armi/chip e altro oppure è tutto ampiamente comprensibile e spiegato in game?

3) Su PS4 PRO ci sono modalità video che consigliate o 1 sola standard?

grazie a chiunque risponda :D
Giocalo a normal, di base hai un livello di sfida accettabile.

I chip fanno davvero la differenza, ce ne sono due che IHMO sono realmente OP e rischi di "rompere" il gioco.

per quanto riguarda la guida qui trovi molte informazioni utili:

http://nier.wikia.com/wiki/NIER_Wiki

Nessuna miglioria su PS4 PRO!

 
Ciao ragazzi! Avrei intenzione di acquistare questo gioco, avrei una domanda da farvi, le patch che hanno rilasciato che dimensioni hanno? Superano i 5 giga?

 
Ciao ragazzi! Avrei intenzione di acquistare questo gioco, avrei una domanda da farvi, le patch che hanno rilasciato che dimensioni hanno? Superano i 5 giga?
A memoria la patch 1.06 è intorno ai 3GB ma non ne sono certo al 100%

 
A 8€ incuriosiva anche me ma ne vale la pena?
Onestamente offre poco. Ma essendo il mio goty 2017 non potevo non prenderglielo, poi ci sono svariate cose fanservice, costumi, colori dei capelli, etc etc

 
Onestamente offre poco. Ma essendo il mio goty 2017 non potevo non prenderglielo, poi ci sono svariate cose fanservice, costumi, colori dei capelli, etc etc
ok grazie per l'onestà.

Mi è piaciuto Nier, mi ha fatto riflettere, ma ci sono un paio di scelte stilistiche che non me lo fanno innalzare a status di capolavoro.

Con tutto quello che devo ancora giocare questo dlc finirebbe dritto nel dimenticatoio

 
Iniziato da poco e già sono perdutamente innamorato della colonna sonora.

Piccole domande iniziali

1) Quali sono i chip più utili da comprare?

2) All'inizio del gioco

quando fanno esplodere la scatola nera come fanno a tornare sani e salvi nel bunker?

Grazie a chi mi risponderà

 
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top