Se soltanto alcuni mesi fa avessi chiesto quanti di voi erano al corrente dell'esistenza di un team di giovani sviluppatori di nome Vatra Games, difficilmente avrei visto più di un paio di mani alzate. Tra quelle, sicuramente non ci sarebbero state le mie.
Passata dall'anonimato quasi totale all'abbronzatura da luce del palcoscenico, la moderna cenerentola delle software house si trova a fare i conti con sua maestà Konami nella realizzazione dell'ottavo capitolo di una delle serie horror più longeve (stiamo parlando del lontano 1999 su Playstation One), terrificanti e apprezzate apparse su console: stiamo ovviamente parlando della prossima incarnazione di Silent Hill, Downpour.
Quello che attende i ragazzi di Vatra, arruolati da Konami in sostituzione degli inglesi di Climax, non è propriamente il compito da "ultimi arrivati": riportare la serie ai tanto anelati fasti originali, rispolverando dalla soffitta quella dimensione horror psicologica e irrazionale persa progressivamente negli anni in favore di una meccanica dai ritmi più action, è un compito che scoraggerebbe anche la software house più rodata.
'Silent Hill: Downpour' Screenshot 1
Alternative Silent Hill, così come l'abbiamo vista nella nostra demo. Metallo, ruggine e in lontananza persino una cascata.
Sotto questo aspetto, Downpour traccia un solco profondo con le produzioni più recenti, allacciandosi idealmente a quelle angoscianti atmosfere che hanno caratterizzato i passi di Harry Mason o a quelle ancor più malate e disturbate di James Sunderland.
Fare gli onori di casa stavolta toccherà a Murphy Pendleton, un giovane detenuto dal passato misterioso che, all'inizio dell'avventura, siede silenzioso in un bus di trasferimento verso il carcere. Il viaggio di Murphy è destinato a terminare bruscamente a causa di un incidente che spedisce il veicolo finisce fuori strada: il nostro eroe si trova dunque inaspettatamente libero e, immerso in una fitta boscaglia battuta da una pioggia copiosa, decide di muoversi verso la vicina cittadina di Silent Hill.
Liquidata l'ottima intro, ci ritroviamo nel cuore di un bosco infido e inquietante, brulicante di crepitii e rumori minacciosi, nel tentativo di farci strada verso il cuore della città. Sin da queste prime battute possiamo apprezzare l'introduzione dell'elemento della pioggia (Downpour, in Italiano, significa infatti acquazzone) come nuovo elemento caratteristico della terribile cittadina americana: la nebbia che aveva caratterizzato i precedenti capitoli viene sostituita da un estenuante e logorante temporale, che scende senza sosta sulle strade di Silent Hill, quasi a volerne cancellare gli orribili segreti.
'Silent Hill: Downpour' Screenshot 2
Il titolo non risparmia scorci ispirati. Boschi, colline e periferie di Silent Hill sono realizzati con cura e dovizia di particolari.
Le condizioni climatiche di questo cupo teatro non rappresentano le uniche novità rilevanti: mappa alla mano, ci accorgiamo che gran parte dell'azione di gioco si snoderà all'interno della zona sud orientale della città, rimasta pressoché inesplorata nei precedenti capitoli. La mancanza di location storiche quali l'Ospedale di Alchemilla e la Scuola Elementare (confermata di recente dalla stessa Konami) viene sopperita dall'introduzione di nuovi set.
Ad esempio, i boschi e il sottosuolo di Silent Hill e le colline che la circondano, ricordano molto le ambientazioni di Alan Wake (nonché della metropolitana, fulcro strategico per muoversi con rapidità da un luogo all'altro). Il noto sistema di mappe, nuovamente, si conferma fondamentale per districarsi tra i meandri labirintici di un'area vasta ed articolata.
Particolarmente interessante è l'approccio "open world" di Downpour, che abbiamo avuto modo di sperimentare nella prima fase della demo: gli sviluppatori hanno cercato di rendere quanto più libera possibile la componente esplorativa, mettendo a disposizione più percorsi validi per raggiungere un determinato obiettivo.
Muoversi nella foresta intorno a Silent Hill si tramuta in un'esplorazione non lineare e immersiva, che in più di qualche circostanza fa smarrire il giocatore o lo costringe a rivisitare più volte una stessa zona, prima di scovare il sentiero corretto. Inutile ricordare che ogni nostra scelta, sia essa anche un banale bivio, condurrà a differenti evoluzioni dell'intera storyline e, allo stesso modo, a diversi epiloghi: un marchio di fabbrica che i fedelissimi della saga non potranno non apprezzare.
Pad alla mano, l'obiettivo principale della nostra prima sessione di gioco è quello di riattivare una vecchia funivia che collega le montagne, tra le quali siamo attualmente intrappolati, alla città. La scampagnata ad alta quota (che si dimostra prodiga di panorami e squarci suggestivi) ci conduce all'interno della cucina di un ristorante abbandonato, quasi del tutto satura del gas che fuoriesce da un vecchio fornello.
'Silent Hill: Downpour' Screenshot 3
Nella nostra prima visita nell'Otherworld, verremo braccati da questa peculiare sorgente di luce rossastra.
Il tentativo di arginare la perdita darà il là a un ancor più pericoloso incendio, che dovremo estinguere nel minor tempo possibile (considerando che tutte le porte della stanza sono bloccate) per evitare un prematuro epilogo. Domate le fiamme (dopo alcuni tentativi, a onor del vero) le pareti intorno a Murphy iniziano a sgretolarsi progressivamente, catapultando il nostro attonito alter ego all'interno dell'universo di ruggine e metallo che contraddistingue ASH (Alternative Silent Hill).
In questa prima fase nell'Otherworld siamo inseguiti da un misterioso bagliore rossastro capace di frantumare ogni cosa sul suo cammino, un vero attentato al nostro autocontrollo mentre corriamo tra angusti corridoi pieni di asperità e immancabili bivi. L'assenza di ulteriori nemici su schermo non facilita il compito, considerando che imboccare la direzione sbagliata, a meno di un repentino cambio, il più delle volte risulta fatale.
Nonostante l'elevato tasso di concitazione, è impossibile non apprezzare l'architettura e l'opprimente senso di degradazione che caratterizzano l'animo malvagio di Silent Hill, reso ulteriormente irreale dalla presenza inspiegabile di enormi cascate che si perdono in un enorme baratro.
'Silent Hill: Downpour' Screenshot 4
La bella agente Anne Cunningham, uno dei comprimari di spicco di questa storia. A nessuno torna in mente Cybil Bennett?
Come anticipato nella nostra introduzione, la vera novità di questo Downpour risiede nelle sue meccaniche di gioco, che segnano una brusca inversione di marcia se paragonate ai trend più recenti: l'approccio marcatamente action che contraddistingue gli ultimi passi del brand viene abbandonato in favore di un horror più psicologico e subdolo, fatto di angoscia, enigmi criptici e di raccapriccianti passeggiate al buio in compagnia di una terribile radiolina.
Si tratta di un ritorno alle origini che i moltissimi fan invocavano ormai da tempo immemore. Ciò non significa comunque che la nuova revisione di Silent Hill sia priva di nemici: al contrario, non mancheranno occasioni in cui la presenza massiva di creature deliranti, unita alla scarsità del nostro arsenale bellico, ci costringerà alla più classica delle fughe, lasciandoci alle spalle le urla inquietanti dei più impensabili aguzzini.
Proprio a tal riguardo, vale la pena sottolineare come la quantità di munizioni delle armi da fuoco in nostro possesso abbia subito un drastico ridimensionamento: centellinare il piombo nei soli momenti in cui è necessario diviene presto una condotta di gioco quasi obbligatoria, che se da un lato aumenta la difficoltà globale in termini di gameplay, dall'altro amplifica al massimo livello il concetto di "survival" insito nell'IP.