X il buon Aku
Alan Wake invece per me che l'ho atteso con ardore e acquistato al D1, senza nessuna remora, si è rivelato una gran delusione. Il gioco ha una trama godibile ma niente di speciale, accostarlo a romanzi del calibro di King è fare un torto a quest'ultimo. La storia si svolge con eccessiva linearità e ripetitività, con fasi di gameplay a dir poco assurde, basta prendere in considerazione le fasi guidate che tra l'altro hanno controlli osceni. Tutta la pubblicità fatta sulla dicotomia luce-ombra non mi è sembrata questa fran novità e diciamocelo niente di sbalorditivo. Resto un buon vg che preso a 20 euro può valere la spesa, ma nulla di più.
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^^'
Guarda, a costo di sembrarti noioso te lo devo proprio chiedere : sei certo di aver compreso (non capito) la trama di Alan Wake ?
Te lo chiedo perché la trama di Alan Wake non può essere liquidata proprio con i sinonimi
"eccessiva linearità o ripetitività"...casomai, è il gameplay che infatti si porta addietro parecchi problemi e acciacchi, noti a tutti aggiungo e che giustamente vengono mossi a capo d'accusa.
Esempio principe, sul fatto che AW non abbia osato così tanto, in termini di gameplay, che poi è la critica che io gli rivolgo maggiormente, a ben vedere il gameplay.
Se prendi gli incubi di un Max Payne del 2001, ti rendi conto che l'idea del sogno ricorrente non è che sia una novità assoluta. Pure le trasmissioni radio e quelle televisive (adorabili), che innalzano l'immersione nell'ambiente circostante rendendolo più vivo, c'erano già in Max Payne. E le analogie non finiscono qui; lo stile della narrazione, e le situazioni (vedi il vecchio pazzo nella cella della stazione di polizia), i comprimari, l'introspezione stessa del personaggio ricordano parecchio Max Payne.
Il che non è necessariamente un male, intendiamoci. Come un cantante ha il suo stile, che replica bene o male, in tutti i suoi album, anche i ragazzi di Remedy lo hanno fatto. Ciò non mi toglie il dubbio che avrebbero potuto fare qualcosa di più, cavolo...5 anni di sviluppo non sono mica pochi... e alla fine ogni livello lo affronti alla stessa maniera, con gli stessi nemici, con le stesse modalità, ma poi ecco che arriva la trama (e che trama) di Alan Wake a sopperire ogni lacuna o laguna del gameplay e allora mi convinco senza mezzi termini : capolavoro praticamente indiscutibile.
Quindi te lo ripeto, prima di continuare, : sei sicuro di essere riuscito a bypassare il "famoso" gameplay fallato e di essere riuscito a concentrarti in maniera sufficente sulla trama di Alan Wake ?
Te lo chiedo perché non è facile questo processo, diciamo di assimilazione, che spesso inganno l'occhio e poi la mente.
Il plot di Alan Wake è complesso, arzigogolato, uroborico, tangibile e plausibile (secondo i criteri del fantasy ovvio) ma anche strettamente metaforico e psicologico. Trovo che questi ultimi significati siano molto più importanti di tutto il resto, e sono quelli che più mi hanno affascinato e conquistato, prima ancora di cercare di dare un senso concreto e razionale al tutto.
Faccio una considerazione scomoda ma necessaria : non a caso quando chiedo ai vari utenti, solo per amor del dialogo, spiegazioni sulla trama (del perché la si considera banale ad esempio) o di quello che si è percepito noto una reazione abbastanza deludente...possibile che sia sfuggita tra le mani a così tanti ?
Io stesso dopo averlo finito sono rimasto spiazzato, avevo il cervello addormentato, impigrito da decadi di giochi che non stimolano altro che la mano.
ç_ç
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Quoto al 100%. Grazie ad Aku ho recuperato alcuni dei giochi che sono diventati i miei preferiti in assoluto, e nel 99% delle volte sono d'accordo con quello che dice e che apprezza lui, tranne casi limite come skyrim, che a me proprio non piace, ma lì appunto è una semplice questione di gusto. Per Alan, però, sinceramente non ho mai capito come possa apprezzarlo così tanto e leggerci così tanti piani di lettura. Come gioco giocato è davvero mediocre, e non nel senso "legnoso" o con qualche bega (tipica dei survival), ma proprio perchè è un gioco di mèrda (dritto come una spada, facile, enigmi zero, obiettivi segnati a caratteri cubitali con tanto di radar che ti ricorda di andare dritto, etc etc etc etc...), e la storia è poco più di una minchiata. Personaggi anonimi. Ricche le scopiazzate (non citazioni, scopiazzate, anche se la differenza a volte è labile). Cosa salvare di Alan Wake? La grafica, sicuramente (non solo bella di suo ma proprio espressiva artisticamente) e l'atmosfera abbastanza kinghiana. Personalmente è stata una enorme delusione, e non avevo neanche aspettative particolari. I due dlc sono mitici? Beh dopo un gioco simile, che mi ha dato zero emozioni e ancora meno divertimento, non ho avuto la minima voglia di dargli altri QUATTORDICI EURO se non di più per allungare il brodo di altri 20 minuti.
^^
Perché AW si presta a molteplici piani di lettura.
Il problema di Alan Wake, come dissi da qualche parte e a suo tempo, è che è uscito sul media sbagliato ovvero il videogioco.
Siamo troppo ottusi per afferrare qualcosa che cerca di essere raccontato "tramite" il videogioco e non grazie ad esso.
Io non so da parte cominciare per farvi ricordare quello che avete giocato, davvero, certo è che mi deprime leggere commenti così aspri su un gioco che sicuramente si è presentato in maniera ambigua e che sicuramente non ha brillato per innovazione nel gameplay, però di fronte a orde di pessimi giocacci che infestano il mercato, Alan avrebbe merito di ritagliarsi una sua fetta d'utenza, a torto o ragione, grazie ad una trama che definire gustosa e godibile è solo un pallido eufemismo.
Alan Wake è un’opera di recupero delle origini, di restaurazione del principio, del semplice, del lineare. Un click per riaccendere la luce che un tempo era fonte di calore e serenità, ed è un po’ quello che hanno fatto i Remedy con Alan Wake (il gioco), scremato di tutta l’ambiguità che, ludicamente parlando, avrebbe confuso il giocatore.
Anche se poi questa coraggiosa scelta l'ha fatto precipitare nel limbo, forse calza l'epiteto coniato da Bittanti per Alan Wake che lo definisce un "romanzo interattivo di difficile lettura" o forse la colpa più grossa dei Remedy è aver creato un gioco che non usa il linguaggio comune per spiegarsi ma un sottile e interpretabile velo che ricopre tutto il gioco rendendolo un'immagine ipnagogica, quasi freudiana.
Sarà alla fin fine una questione di gusti anche se, onestamente, ci credo poco ^^o
Dategli un'altra possibilità.