Ciao a tutti,
chiedo scusa già da adesso a chi dovesse leggere tutto, per la lunghezza del post.
Mi manifesto qui perché sotto un post sull'argomento che sto per presentare a voi, che ho pubblicato oggi in un gruppo di Facebook, un ragazzo mi ha consigliato di provare il forum di SpazioGames in quanto ultimo baluardo dei forum di videogiochi in Italia.
Arrivo al dunque: ogniqualvolta, negli ultimi anni, abbia sentito il bisogno di staccarmi dal gaming, non è mai stata colpa dei videogiochi odierni, o della nostalgia dei tempi andati, ma delle persone.
Anche se esclamazioni come "ai miei tempi i videogiochi erano più belli" possono a caldo sembrare vere, a mente fredda mi sono sempre apparse lamentele sterili. Si, il tempo di sviluppo rispetto al 95-2010 è triplicato, i costi di sviluppo addirittura decuplicati, ma di videogiochi belli ne escono ed anche tanti, e di tutti i generi.
Il problema che reputo reale, e che reputo incredibilmente invadente e deleterio per il singolo, è la "community" di videogiocatori che c'è oggi.
- Ai miei tempi - (ho 32 anni) i videogiochi erano da sfigati: compagni di classe videogiocatori "veri" (quindi non solo fifa, gta, need for speed e poi cod) ne avrò avuti tre in tutto fra medie e liceo, e la tristezza del non avere con chi parlare della propria passione era costante.
Poi arrivò internet e i forum: enormi aree virtuali con persone che parlavano tutto il giorno di ciò che amavo anche io, persone diventate poi amiche, compagni di gioco e a volte anche maestri di consigli videoludici.
Da diversi anni invece, a causa dell'avvento dei social e della loro conquista del mondo, tutto ciò è morto. Dalle sue ceneri si è erta una massa di videogiocatori composta da persone standardizzate, avvelenate con il prossimo, fra i quali obiettivi della giornata figura il legittimare le proprie scelte di vita delegittimando quelle degli altri, come se polemizzare, offendere e prendere per il culo uno sconosciuto possa migliorare il proprio status quo.
Post di un gioco? "Fa cagare" "Sopravvalutato" "È meglio X, Y e Z"
Foto di una console? Console war a manetta.
Nuovo acquisto? "Soldi buttati" "E a noi che importa?" "Pollo da spennare" "C'è gratis sull'abbonamento XYZ"
Foto di una collezione? "Il digitale è più comodo" "La plastica inquina" "Esci dal medioevo" "Tanto dalla prossima gen sarà solo digitale"
Post per ricevere un aiuto? "GIT GUD" "Devi farlo da solo" "Questo difficile? XYZ sono difficili, questo è difficile solo per i senzamani"
Il tutto condito dalle onnipresenti react con la risata, e per l'amor di Dio, se definisci "capolavoro" un gioco, anche fosse Mass Effect, Metal Gear, Final Fantasy IX o The Last of Us, ti ritrovi 200 persone a lamentarsi, oltre che di tutto quanto già riportato, anche del termine usato.
Stessa cosa per i post delle testate (che tra l'altro non fanno INTENZIONALMENTE nulla per bloccare anche chi offende le madri degli articolisti, per guadagnare interazioni). Qualsiasi sia la notizia, solo console war, videogame war, accuse di essere corrotti o pagati dall'una o dall'altra parte, profili bot di 25enni disoccupati che passano la giornata a creare account sui social per difendere gratis la propria multinazionale preferita.
Ovviamente vale lo stesso per youtuber, streamer ed influencer, dove se tutto va bene cavalcano una delle due onde (quella pro e quella contro ad un determinato quid) per portare avanti la baracca, se va male si sentono portatori della Verità Assoluta, vengono ritenuti come Dei dalla loro community e dicono tutte le fregnacce che vogliono, tanto la loro bolla è li e ci vivono beati.
Poi ci sono le mode tossiche del momento. Per esempio, nelle ultime settimane il woke di Dragon Age e la PS5Pro non permettono a nessun cristiano che li ha comprati (ed io non li ho comprati) di poter neanche solo postare mezza frase o un quarto di foto a riguardo, cosa che per uno come me è allucinante. C'è questo bisogno impellente di imporsi sugli altri, facendosi forza con il numero (i comportamenti di prevaricazione e umiliazione da bullismo scolastico si evolvono nelle forme da adulti, ma non cambiano nella sostanza) e con la protezione data dalla distanza che fornisce la rete.
Morale? Dopo aver visto tutto ciò ogni giorno, queste persone fanno passare la voglia di vivere la propria passione. Sto bene da solo e posso uscire da tutti i gruppi, ma è un po' come abbandonare al proprio destino gli altri come me, e un po' sento il bisogno di condividere, parlare e ascoltare le idee, i suggerimenti e le storie degli altri, perché ritengo che sia una delle cose più belle e soddisfacenti che ci siano. Non so neanche io quanta roba stupenda mi sarei perso se non avessi avuto qualcuno che me ne condividesse i pregi, portandomela a conoscenza.
Poi oggi, come scritto all'inizio, ho avuto il suggerimento di provare con questo forum, e sorprendentemente lo vedo bello attivo (altro che forumcommunity e forumfree, dove ogni tanto vado a vedere i vecchi forum di videogiochi, ormai chiusi da 10 e più anni, che mi fanno venire solo il magone), e ho trovato furba l'idea di creare una parte ufficiale di console war per far divertire, trollare o permettere a chi non sa vivere accettando l'esistenza di idee diverse dalle proprie.
Quindi ci riprovo, la lancio questa bottiglia con messaggio nell'oceano.