partivo dal presupposto che se parli di the witcher 3, tu abbia giocato the witcher 3.
non leggendo ancora nel pensiero, non capisco se tu stia ponendo delle domande o esprimendo giudizi

di logica, vado per la seconda.
poi forse mi è sfuggito qualcosa, ma da quella domanda iniziale, non traspare una richiesta di informazioni, lo posso intendere adesso sapendo che non hai il gioco, chiedo venia.
“Li sparo… Dragon’s Dogma? Amalur?”
Il post a cui si riferiva il tuo “dragon’s dogma è un rpg?” aveva questo testuale contenuto ed anche se in quel momento ho quotato Rabum era un invito a rispondere/intervenire rivolto a tutti (come penso lo siano sempre, potenzialmente, tutti i post pubblici della board senza fini di comunicazione, ordinamento, regolamento ufficiali o tag particolari). Era mosso parimenti, innanzitutto, da una sincera curiosità e da un vago interesse nell’ascoltare delle opinioni comparative dei cs e nient’altro perché, avendo sperimentato personalmente i combat di entrambi i titoli che ho citato, dette opinioni potevano, per quanto soggettive fossero state per definizione, boh, darmi un indizio in merito a quanto l’avrei potuto trovare piacevole o spiacevole. Tutto qui. Tra l’altro dicendo “li sparo” volevo porre una certa enfasi sul fatto che stavo proprio sparando per metà alla cieca e che questa metà riguardava il cs di TW3.
Fino a prova contraria si tratta di due domande, e a casa mia, così poste (a tal proposito in realtà avevo già precisato due post fa che era una “formulazione non retorica”, ma evidentemente non è bastato [non importa]), esprimono un certo tentennamento, mentre per esempio nei confronti di Horizon mi sono espresso usando un tono decisamente più determinato e pieno di affermazioni, oltre ad aver allontanato l’incognita se l’avessi giocato o meno quando ho usato la formula “se non ricordo male…”. Infatti l’ho giocato e finito e appartiene alla mia esperienza/memoria. Quindi sempre a casa mia, al tuo posto, non escludendo né l’una né l’altra possibilità avrei chiesto.
E’ vero che avrei potuto aggiungere qualcosa che rendesse più chiara l’idea del tentennamento e la mia posizione relativa ad esso, tipo “Può essere?”, o specificare direttamente che non ho giocato TW3. Purtroppo in quel momento non ci ho pensato, eppure, quando voglio conferire un minimo di serietà al mio discorso e trattare quelli altrui alla stessa maniera, cerco sempre di empatizzare mettendomi nei panni di chi leggerà per facilitargli la comprensione. E fidati se ti dico che lo faccio anche troppo.
D’altra parte non ho mica scritto una roba del genere: “Scusami tanto, stai forse tralasciando volutamente Dragon’s Dogma e Amalur?

” oppure “Come se Dragon’s Dogma e Amalur non lo asfaltassero

” scimmiottando di riflesso la sua emoticon tanto per spargere ancora più pepe. La seconda sarebbe potuta essere una miccia.
Forse hai avuto quell’impressione perché in questo forum ho visto/hai visto esprimere giudizi di questo tipo, in risposta a questioni impostate seriamente dall’apripista, non solo con affermazioni chiare ed inequivocabili, bensì anche con post monosillabici e domande retoriche venate di ironia, contenenti sottintesi e/o anche semiprovocazioni semischerzose, per cui le persone come te (a giudicare esclusivamente dalla tua data di iscrizione) e me, che non lo frequentano da tanto tempo e/o non lo fanno/non l’hanno fatto in passato con sufficiente assiduità, che quindi non appartengono al giro o alla “vecchia guardia”, cioè al gruppo di coloro che se le sono già date ciclicamente di santa ragione su certi argomenti e che hanno già abbastanza familiarità con un determinato modo reciproco interno di battibeccare, sono (siamo) generalmente più vulnerabili al fraintendere ciò che leggiamo quando la sua forma assomiglia a quel modo di porsi a dispetto (o a prescindere) dal contenuto che vuole veicolare. Insomma, suppongo che in tali contesti per noi sia più difficile distinguere il confine, semplificando per estremi, fra un post “argomentato col cuore in mano, dovizia di particolari e onestà intellettuale assoluta” ed uno caratterizzato invece dal distacco goliardico più menefreghista che sopraggiunge nel partecipare al - o farsi trascinare nel - “gioco delle parti”.
E se qualcuno, leggendo fino a questo punto o anche prima, per assurdo, si stesse chiedendo “Ma cosa vorrebbe imporre questo musone guastafeste che sembra fare la parte di quello che vuole spiegare le barzellette ad ogni costo rovinandole? Vorrebbe che dopo una giornata faticosa ci comportassimo come delle neutre entità robotiche super razionali, super disciplinate, super controllate, super composte, super moderate, super riflessive e inibite nel linguaggio, come dei verbosi, noiosi, logorroici e puntigliosi maestrini senza un briciolo di sana, rumorosa, emotiva, vivace, graffiante, caciarona, caotica, immediata, laconica, sbrigativa spontaneità nel discutere su una delle nostre passioni? Watch out watch out watch out… Come delle persone morte dentro?

E dove andrebbe a finire il sale della vita? Eh? Eh?

” La risposta è no, volenti o nolenti, al di là dell’alternarsi delle mie o delle vostre preferenze quotidiane su specificità, chiarezza, registro e tono da usare negli argomenti che ci stanno più o meno a cuore, a quel qualcuno dico: tranquillo (o non tranquillo), purtroppo o per fortuna ci teniamo tutto.
che poi citandomi the last of us, è chiaro che o non capisci il mio discorso o io continuo a non capire il tuo.
anche perchè se the last of us fosse più completo nel genere che offre rispetto a the witcher, che senso avrebbe questo genere di confronto se non per definirne la qualità di uno rispetto ad un altro?
e a questo punto non andremmo nuovamente a fare un confronto tra un action (TPS)/ lineare ad un rpg / ow , quindi due giochi che non ci azzeccano nulla l'uno con l'altro ( nemmeno come scheletro di gioco) ?
Credo di aver sbagliato io per primo ad inserire l’inciso “nel suo genere di appartenenza” quando ho ipotizzato la maggiore completezza di TLOU2 come videogioco. E comunque il mio concetto di completezza non combaciava con quello di “qualità” intesa come capacità di lasciare il segno che eccede e trascende/sublima dalla somma delle parti.
se ti dico che non vanno estrapolati gli elementi singoli del gioco dal suo sistema complessivo, derivante dal genere, allora quando ti parlo di the witcher come "story-driven", lo faccio in correlazione al fatto che si presenta come (ed è) un gioco di ruolo, non un generico gioco che si concentra sulla storia.
Mi sono riletto quel pezzo ed effettivamente questa correlazione c’era, mia svista.
ora puoi essere d'accordo o meno con il mio punto di vista, però al posto di lasciarti trascinare in discorsi dalla chiara natura soggettiva, il mio consiglio più spassionato, conoscendo ora la tua situazione, è di giocare the witcher 3 se c'è un interesse e tornare qui con le dovute, giustificate e soprattutto personali opinioni che magari quel "meno videoludicamente funzionante" espresso da qualcun altro che ora usi per formulare un ragionamento, potrebbe cambiare, in meglio o in peggio, ce lo farai poi sapere.
ma soprattutto tornerai quantomeno con un'idea del tipo di gioco che si sta prendendo in considerazione e inizierai a ragionarci con cognizione di causa (chessò motivando il perchè tlou può o potrebbe confrontarsi con un the witcher, per esempio).
altrimenti ti direi di portare avanti questa discussione a fine generico prendendo però altri giochi in considerazione che magari conosci e/o hai giocato, che credo sia alla fine la cosa più logica da fare.
Da un lato valuto il consiglio, ma dall’altro ti ripeto che, a mio modo di vedere, sono spuntati discorsi sul “metodo”, sulla classificazione e concezione dei generi videoludici, sulla concezione di struttura ludica, che esulano dalla conoscenza diretta che uno può o non può avere di TW3 e che quindi per essere intavolati non richiedono necessariamente le basi di cui parli. Per esempio:
ti dico che non vanno estrapolati gli elementi singoli del gioco dal suo sistema complessivo, derivante dal genere,
Secondo me si possono estrapolare e valutare a sè, singolarmente. Un'analisi settoriale, perlomeno come tappa, riveste la sua importanza. Poi si tirano le somme, come si suol dire, al netto dell'esperienza. I paragoni con altri titoli invece sono tutto un altro paio di maniche.
A proposito di quel "sistema complessivo
derivante dal genere" ne approfitto per ricordare un’utile osservazione che, se non sbaglio, aveva fatto
Sparda (correggimi pure se la altero inavvertitamente o se la sto usando a sproposito), cioè che la suddivisione in generi non precede/precorre la creazione delle opere, ma casomai è quest’ultima a determinarla, a richiamarla. Infatti quando un pioniere rimescola le carte del mazzo (magari già usato da altri mazzieri) trovando una combinazione inedita, ed essa è abbastanza identitaria, tendenzialmente si sente l’esigenza di raggruppare quell’insieme unico di caratteristiche, che appunto sembra essersi guadagnato questo status, in un fascio compatto per apporgli successivamente una nuova etichetta, inventandola, in modo tale da poterlo estrarre con maggiore comodità e velocità dal nostro archivio mentale (a cui piace l’ordine) quando ci serve per comunicarlo agli altri o a noi stessi nell’elaborazione dei pensieri. Ecco che si forma una nuova categoria mentale per quella determinata porzione di realtà, perché, scusate la banalità, è così che funziona il nostro cervello (breve parentesi un po’ dentro un po’ fuori contesto: anche quando, ahimè, farlo non sarebbe necessario oppure presenta più svantaggi che vantaggi oppure, peggio ancora, griglia e caselle generano artefatti che non hanno nessun riscontro con la realtà ma che, paradossalmente, riescono ad influenzarla modificandone la nostra percezione e di conseguenza il nostro comportamento). In altre parole i generi dovrebbero essere convenzioni che vanno storicizzate e che col passare del tempo possono peccare nello svolgere diligentemente il loro scopo rispetto a come e quanto ci riuscivano una volta. Per esempio la “C” (computer) in CRPG è lo strascico di una convenzione che al giorno d’oggi, agli occhi di un giocatore che non possiede il bagaglio culturale da cui proviene, è meno intuitiva della “W” (western) in WRPG per il semplice fatto che perlomeno quest’ultima puoi contrapporla a “J” (japanese, dall’altra parte del mondo) ed è già qualcosa, può essere un indizio che instrada verso il significato che poi acquisisci documentandoti. La “C” invece è diventata completamente arbitraria perché ha perso il riferimento concreto che aveva prima. A cosa la contrapponi? Dovresti pensare ad altre piattaforme di gioco diverse dal pc, cioè alle console (che tra l’altro iniziano con la stessa lettera

). Panico e confusione nella testa del povero ignorante dell’esempio.
e questo non lo rende prima di tutto un gioco di ruolo discutibile? o pessimo che dir si voglia.
Immagino ti stia riferendo esclusivamente al primo paragrafo nel post di Erik. Qui ho faticato a seguirti. Assodato l’OW, non hai detto genericamente “gioco discutibile”, hai detto “gdr discutibile”. Ora, se mi accosti “gdr” all’aggettivo “discutibile” in riferimento alla distanza dal genere ventilata da Erik io capisco che la discutibilità è riferita a ciò che contraddistingue un gdr, cioè al cuore e all’anima del prodotto che dovrebbero farlo rientrare “di diritto” in questo genere, e non al resto delle caratteristiche “accessorie” (se mi passi il termine, sempre assecondando la tua visione di “intento ludico”) che avrebbe in comune con altri generi dove invece, magari, non sono affatto accessorie. Quindi non ti pare che dire “gdr discutibile” o addirittura “gdr pessimo” possa prestarsi ad essere interpretato come l’altra faccia della stessa medaglia, quella che si oppone alla faccia “un GTA dove il giocatore può influenzare la trama”?
A questo punto mettiamoci prima d’accordo su quale sia l'insieme delle caratteristiche emblematiche da cui non si scappa (dando per scontate poi le varie declinazioni) che deve possedere un gioco per essere considerato un Action WRPG. No? Altrimenti mi sembra di girare in tondo. Se non sei d’accordo con la mia idea di “fluidità di genere” (oh no, cos’ho appena scritto...) o se prediligi un metodo più netto e solido, allora proponi un’alternativa. Cos’è per te un Action WRPG? E vediamo se riusciamo ad arrivare ad una definizione abbastanza specifica e disambigua. Io prima ci ho provato con i JRPG.
E' il motivo per il quale cerco di tenerlo all'interno degli open world, perche' penso abbia troppo poco in comune con quello che dovrebbe essere un gioco di ruolo per essere considerato tale, anche in termini dei suoi punti di forza.
Dire “open world” ed “RPG” per me è come dire “cubo” e “rosso”. Il primo è un solido geometrico (una forma), il secondo è un colore. Fra i due non intercorre un rapporto di esclusività reciproca, cosa che invece sta accadendo nel tuo discorso dal momento che stai usando l’essenza del primo per sottrarre quella del secondo. In breve: possono esistere oggetti rossi dalla forma cubica. Quindi penso sia un po' strano mettere "RPG" e "open world" sullo stesso piano, sostituire l'uno con l'altro e viceversa nello stesso slot.
A prescindere dal fatto che quando lo giocherai noterai che l'unica reale differenza d'impostazione fra The Witcher 3 e un Arkham City(oltre alla mancanza di verticalita' ovviamente) sta nel sistema di dialogo, una scelta di design importante di sicuro, ma a mio avviso assolutamente non sufficiente a decretare una distanza di genere
Secondo te nemmeno la varietà delle creature e il numero di NPC rapportato alla cura media riposta nella loro caratterizzazione sono sufficienti a decretare una distanza di genere rispetto ad Arkham City (che ho giocato)? Non è gameplay propriamente detto, però si mangiano una fetta di risorse.
Il battle system nei limiti di quello che è il LORE di TW offre sufficiente varietà/build/approcci/nemici? SI'
E questo “Sì” solitario non è anch’esso spiattellato come un dogma religioso che non necessita di spiegazioni?

Ora magari mi dirai che se voglio spiegazioni devo recuperare il topic di TW3 in sezione pc e leggere i post che avevi scritto allora.
Ho preso la coppia “domanda + risposta secca” che a pelle mi è sembrata maggiormente opinabile rispetto alle altre.
Per questo dicevo prima che se si vuole muovere un critica convincente bisogna richiamare titoli il più possibile simili in tutte le componenti
Il problema è che stabilire queste similitudini e il loro valore si sta rivelando meno scontato di quel che poteva sembrare.
E'meglio la pastiera o la polenta con il ragù?
Tu e le tue metafore culinarie che fanno venire appetito.

Mmh e se invece la domanda fosse questa: è uscita meglio la ricotta contenuta nelle polpette o la ricotta contenuta nei ravioli?
