Finito anche Pikmin 2.
Oserei dire "epico" il boss finale, nonché veramente sfidante. È stato uno scontro lungo, sofferto ma con perdite contenute tra le truppe (grazie a una buona dose di riavvii)
Son stato proprio contento di aver rigiocato i primi due episodi di Pikmin, che risultano ancora parecchio giocabili. In particolare questo secondo episodio spinge sull'acceleratore della sfida, proponendosi però come una esperienza più equilibrata rispetto all' embrionale predecessore, la cui difficoltà era anche in parte dovuta ad una serie di problematiche legate alla gestione dei Pikmin, che qui è anni luce avanti, nonostante fosse passato non così tanto tempo tra il primo e il secondo capitolo.
Il lavoro di Hajime Wakai sulla OST l' ho sempre reputato eccezionale, nei livelli dell' overworld e in quelli sotterranei; un ottimo utilizzo della colonna sonora dinamica, che in quegli anni si poteva cominciare ad apprezzare anche in altri titoli Nintendo come Wind Waker, che in questo caso regala una gran quantità di variazioni dello stesso tema, a seconda che ci sia un nemico in attacco, un tesoro trasportato, un momento preciso della giornata e, ovviamente, un passaggio all' altro capitano giocabile. Una gestione tale del sonoro aiuta anche a rendersi conto facilmente di quello che ci sta accadendo intorno e a fare attenzione.
Questa eredità è stata raccolta e approfondita dai compositori del quarto episodio, dove ogni singolo nemico ha il suo tema specifico, sebbene il lavoro generale non si avvicini neanche lontanamente al grado di iconicità e carisma di questa: una gioia per le orecchie, da ascoltare e riascoltare.
Dove il gioco perde un po' di equilibrio e perfino divertimento è, secondo me, nelle caverne: luoghi dove viene fuori l'anima più hardcore di questo capitolo e che richiedono una buona dose di concentrazione e strategia.
Il problema è che nel tentativo di mettere alla prova il giocatore con eventi imprevisti e la generazione randomica delle cave, talvolta puoi incappare in situazioni fin troppo punitive e poco soggette al controllo del giocatore; tant'è che talvolta conviene riavviare per beccare la conformazione del livello più equilibrata, sebbene non si tratti mai di qualcosa di così grave.
La combinazione delle tipologie di nemico presenti unite alla conformazione del terreno dei singoli livelli e alle trappole/ostacoli, raggiungono talvolta livelli di geniale crudeltà: nulla è comunque lasciato al caso da questo punto di vista.
Molti di questi nemici, progettati nell' equilibrio specifico di Pikmin 2, sono tornati nel quarto episodio, eppure giocando i due titoli a distanza ravvicinata ti rendi conto di quanto parte del loro design si perda con le agevolazioni introdotte in quest' ultimo. Banalmente, un opilioide richiede grande precisione di lancio per poter essere agganciato, ma con la possibilità di "lockare" il nemico, è facile liquidarli (probabilmente il lock è comunque più divertente). Ancora, se pensiamo alle bacche, qui raccoglierne ha decisamente ma decisamente più senso rispetto al quarto capitolo: qui ti servono sul serio, ne userai parecchie. I boss menano, hanno pattern che richiedono grande controllo del timing, e dei due capitani, ed avere Pikmin potenziati può essere davvero importante per sconfiggerli limitando le perdite. E inoltre la bacca pietrificante, talvolta salvifica, è sostituita con una specie di Pikmin specifica che ti permette di avere lo stesso bonus con più facilità. Anche i Pikmin viola, che certamente semplificano gli scontri e di molto, (ma molto...) conviene risparmiarli fino alle ultime battute, se si vuol ottenere un tesoro specifico evitando un tedioso backtracking alla ricerca di cromanvillee.
Sempre giocando i due capitoli di seguito non ho potuto fare a meno di notare quanto Pikmin 4 sia un enorme tributo al secondo episodio (ma non solo), talvolta anche troppo. Tanto è il tributo che a volte sfiora la ripetizione, quasi il remake: nelle descrizioni della piklopedia,in molti tesori, nei passaggi della trama, nella conformazione stessa di alcuni livelli delle caverne, che ne riprendono di peso i design. Forse avrei preferito che mantenessero più il concetto di fondo, invece di affidarsi così pesantemente alla citazione.
Son dettagli sia chiaro, Pikmin 4 continua ad avere una sua voce specifica.
Chiudendo proprio col confronto col quarto capitolo, parliamo di due episodi strettamente legati ma con una filosofia di base abbastanza differente: se il secondo spinge l'acceleratore sulla strategia di sopravvivenza e sul collezionismo, il quarto si presenta sì molto incentrato sul collezionismo anch'esso ma risulta più "giocoso", più tendente al puzzle, meno cattivo nei confronti del giocatore, forse esagerando anche un po' con le possibilità date dall' ottimo Occin ma dirottando la challenge in una serie variegata e riuscitissima di sfide, e restituendo infine forse un equilibrio progettato meglio, pur perdendo un bel po' di pepe.
È bello che esistano episodi diversi con una natura diversa, ed entrambi funzionano e divertono per quello che offrono. Io posso confermare di proclamare vincitore Pikmin 4 nel complesso, eppure ci sono sensazioni che mi ha dato (per la seconda volta) questo Pikmin che sono uniche e che sono state un po' sacrificate sull'altare dell'accessibilità.
Che serie magnifica.