Recensioni e Offerte

Pubblicità
Il Signore delle Mosche - William Golding

il-signore-delle-mosche2.jpg





6pb95c.png


Un gruppo di ragazzi inglesi, di alto ceto sociale, si ritrova naufrago su un’isola deserta dopo un incidente aereo. Ralph e Piggy, primi ragazzi a incontrarsi trovano una conchiglia che, usata come un corno, con il suo suono squillante attira gli altri bambini, tra cui dei "ragazzi del coro", guidati dal loro capoclasse Jack. Ralph, eletto democraticamente dai ragazzi, prende subito il comando e getta le basi per una società civile, portando subito a galla i problemi essenziali: cibarsi, costruire dei ripari e avere del fuoco di segnalazione per eventuali navi di passaggio.

Ben presto però i ragazzi preferiscono giocare, divertirsi e andare a caccia, lasciando spegnere il fuoco di segnalazione si lasciano sfuggire una nave di passaggio.

Man mano che il tempo passa l’unione del gruppo viene meno, paura e crudeltà emergono nei bambini e nasce la convinzione che sull' isola sia presente una bestia malvagia (che in realtà è il cadavere di un paracadutista mosso dal vento).

Jack e i suoi guerrieri si staccano da Ralph, creando un’altra tribù.

Una testa di maiale ucciso da Jack, il “Signore delle Mosche”, infilzata su un palo e attorniata dagli insetti, diventa il simbolo della decadenza. A Simone, sofferente di allucinazioni, il Signore delle Mosche rivela che non sarebbero mai riusciti a fermarlo, il male infatti contagia i ragazzi che, nel bel mezzo di una festa ed in preda all' euforia, finiscono per uccidere Simone, mentre torna nel gruppo per portare la verità sulla Bestia.

Successivamente, durante lo scontro tra Ralph e Jack anche Piggy finirà per morire, colpito da un masso scagliato da Ruggero e gettato dalla scogliera.

Ormai solo contro tutti Ralph è costretto a fuggire. Jack porta la tribù di selvaggi in cerca del rivale e, non trovandolo, da fuoco all’isola per stanarlo. Ralph, ormai alle strette corre verso la spiaggia dove trova un ufficiale della marina attirato dal fumo. Nel tentare una scherzosa conversazione con Ralph, l'ufficiale chiede: "Non avrete ammazzato nessuno, spero". Venuto però a sapere la verità l'uomo si mostra basito, non aspettandosi un tale comportamento da dei cittadini inglesi.

34hdiy1.png


L' uomo produce il male come le api il miele. Golding pensava questo ed "Il Signore delle Mosche" è il manifesto perfetto di questo pensiero, decisamente estremista e pessimistico e, quindi, difficile da condividere. Resta comunque facile comprendere il perché di una simile opinione da parte dell' autore. L' umanità, per natura, brama il potere, prova odio, è facilmente suggestionabile. Se poi ci si ritrova in un contesto fuori dal mondo come è l' isola su cui sono precipitati i ragazzi, la ragione e la legge non possono reggere a lungo di fronte agli istinti primordiali. Questo romanzo, quindi, è incredibilmente realistico, sotto un certo punto di vista. Ma dopo la lettura sopravviene l' impressione che tutto il chaos che si è scatenato in quel piccolo angolo di paradiso sia dovuto quasi esclusivamente alla scarsa capacità, sia di organizzazione che di ragionamento, dei ragazzi, certamente per nulla paragonabile a quella che possono avere degli uomini adulti.

Nel complesso il romanzo si rivela abbastanza scorrevole, nonostante le tante parti descrittive. I dialoghi presentano un' idea carina, ma in un paio di occasioni viene difficile comprendere chi stia parlando e chi no.

Voto 3.5/5

 
Ultima modifica:
I Venti di Earthsea - Ursula K. Le Guin


La saga di Terramare vol. 5

2eok4lv.jpg





6pb95c.png


Alder, uno stregone il cui talento è riparare oggetti, è tormentato da incubi spaventosi. In questi incubi si trova nella “Terra Arida”, il luogo dove vagano le anime dei morti, su una piccola collina ai piedi della quale si erge il muro di pietre che tiene i morti nel loro mondo. Oltre il muro, tra le anime dei morti, c’è anche sua moglie Giglio, che lo chiama e lo implora, insieme alle altre anime, di liberarla.

Distrutto dal dolore e dalla paura, Alder si reca da Sparviero, visto che l’ex arcimago aveva attraversato quella terra in passato, ma Sparviero non può aiutare lo stregone e lo rimanda a Re Lebbanen, che ha attraversato la Terra Arida insieme a Sparviero.

Alder si reca così alla corte del Re, dove trova anche Tenar e Therru. Il Re è preso tra due fuochi, ad ovest i draghi stanno attaccando le città degli uomini, mentre ad Est il regno di Karg ha inviato la sua principessa come sposa al Re, praticamente obbligandolo ad accettare il matrimonio per evitare la guerra aperta.

Il gruppo, dopo aver parlamentato con un drago, decide di recarsi sull’isola di Roke, poichè sembra che l’ira dei draghi e la liberazione dei morti siano collegati, e solo nel Bosco Immanente, considerato il centro di ogni potere di Earthsea, potranno trovare una risposta e scoprire il grande torto che gli uomini hanno fatti ai draghi.

34hdiy1.png


L’ ultimo libro del ciclo di Terramare mette da parte il suo protagonista principale, Ged/Sparviero, per allargare lo sguardo al mondo di Earthsea, alla sua strutturazione, alla convivenza dei suoi popoli e alla sua creazione.

In questo libro viene data grande importanza anche ai sogni e al subconscio, tramite i quali le anime dei morti riescono a comunicare con i vivi, tramite Alder infatti riescono a far capire la loro pena nel falso aldilà.

Il tocco gentile dell’autrice è presente anche in questo libro, non più come tecnica di scrittura, ma in senso più “fisico”, quasi impersonandosi nel gattino che Ged regala ad Alder. Rimane comunque inalterato lo stile della Le Guin, sia come lentezza nel procedere nella trama, sia come piacere nella lettura, con ottime descrizioni soprattutto psicologiche, che penetrano e vanno a sempre toccare le corde corrette per emozionarci.

Nota positiva sul finale, molto bello e toccante e che chiude in modo definitivo la saga.

L’unica nota negativa riscontrata anche in quest’opera sono alcune sezioni un po’ pesanti o eccessivamente lente.

Voto 3/5

 
Carrie - S. King

2wmjdzq.jpg





6pb95c.png


Carrie, 16 anni, è una ragazza come tante, o meglio, vorrebbe essere una ragazza come tante, ma fin da piccola è stata marchiata come bersaglio di burle, scherzi e prese in giro da parte dei compagni di classe. Emarginata da tutto e da tutti e con una madre che definire una fanatica religiosa è un’eufemismo, la sua vita è sempre stata un sopportare e reprimere.

Ma Carrie è (oppure ha?) qualcosa di più, qualcosa di sopito dorme dentro lei, qualcosa che si risveglia grazie (o a causa?) di un forte shock causato dalle sue prime mestruazioni proprio dopo l’ora di ginnastica a scuola, mentre fa la doccia in mezzo a tutte le altre ragazze. Carrie, ignara di cosa le stia succedendo, crede di morire dissanguata, mentre tutte le compagne la prendono in giro tirandole tamponi e assorbenti. Quest fatto “sblocca” i suoi poteri telecinetici, poteri già manifestati quando era bambina e subito messi a tacere dalla madre, che li crede doni del demonio.

Dopo questo episodio, Sue Snell, una compagna di classe di Carrie, pentita di averla presa in giro decide di redimersi convincendo il suo fidanzato Tommy (nonché ragazzo più popolare della scuola), a invitare Carrie al ballo di fine anno. Ma se da una parte una ragazza vuole aiutare, dall’altra una vuole vendicarsi della ramanzina subita dall’insegnante di ginnastica. Questa ragazza è Chris, che con il suo ragazzo poco di buono escogitano un piano per mettere Carrie in ridicolo davanti a tutta la scuola, proprio la sera del ballo.

Quella serata, che comincia per Carrie come la più bella della sua vita grazie all’interessamento do Tommy nei suoi confronti e dal fatto che sembra finalmente essere accettata dagli altri, si conclude in tragedia con Carrie che sfoga tutta la sua potenza mentale non solo sulla scuola, ma su tutta la cittadina circostante.

34hdiy1.png


Tutto cominciò qui, il primo romanzo in assoluto di King ad essere pubblicato presenta già lo stile tipico dell’autore, ma è ancora incontaminato dalle descrizioni soffocanti presenti in molti dei suoi lavori più recenti. Qui si vede il vero King, senza veli e senza filtri, in tutta la sua crudezza, la sua schiettezza e la sua spavalderia nello sventolare la bassezza e la cattiveria del genere umano verso i propri simili.

Fin dall’inizio del libro King ci “spoilera” il finale, dicendoci che tutto finirà in tragedia, ma questo, invece che farci desistere, ci spinge a leggere sempre di più per sapere cosa e come succederà.

Questi due fattori rendono il libro altamente godibile e leggibile in poco tempo, visto anche il numero limitato di pagine (insomma, non uno dei suoi soliti mattoni).

Le vicende narrate vengono inframezzate da parti tratte da immaginari rapporti federali, interrogatori di polizia, o da libri scritti sull’accaduto, che rendono ancora più reale e più immersiva la lettura dell’opera.

Buona anche la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto della madre di Carrie e del rapporto di amore/odio tra le due.

L’unico punto a sfavore, se vogliamo considerarlo veramente come negativo, è la linearità e semplicità della trama, ma dobbiamo anche considerare che ai tempi King era ancora un giovincello alle prime armi.

Voto 5/5

 
Ultima modifica da un moderatore:
Nell'Abisso - W. Hohlbein

Le Cronache degli Immortali vol. 1

2rei82c.jpg





6pb95c.png


Transilvania, XV secolo, Andrej Delany dopo anni di esilio volontario torna nel suo piccolo paese natale, Borsa, per ritrovare suo figlio. Al suo arrivo però un silenzio innaturale aleggia sul piccolo villaggio, abitanti e animali sembrano scomparsi. Le sue indagini lo portano all’interno del piccolo castello del paese dove si trova davanti a una scena raccapricciante: metà degli abitanti del villaggio sono stati crudelmente trucidati, tra cui suo figlio. Solo un ragazzino è sopravvissuto, perché era a far pascolare le capre, Frederic.

Frederic svela ad Andrej che a compiere il massacro sono stati un gruppo di soldati capeggiato da un inquisitore della chiesa di Roma e tre strani cavalieri con un’armatura dorata, i quali hanno anche rapito i restanti abitanti del villaggio.

Andrej e Frederic si buttano quindi all’inseguimento dell’inquisitore Domenicus per salvare i compaesani e ben presto le tracce li conducono alla vicina città di Constàntà. A poca distanza dalla città i due decidono di fermarsi in una locanda a riposare, ma qui vengono attaccati dagli sgherri dell’inquisitore che bruciano l’edificio sperando di ucciderli. Sia Frederic che Andrej però hanno la particolare abilità di guarire rapidamente qualsiasi ferita, e riscono a sopravvivere.

Una volta arrivati in città la ricerca si fa più difficile, braccati dall’inquisitore e ingannati dal duca di Constàntà, Andrej viene catturato e solo per un soffio riesce a sopravvivere al mortale duello contro uno dei cavalieri dorati, scoprendo infine la sua vera natura di guerriero Immortale.

34hdiy1.png


Attirato dalla descrizione che da wikipedia di Hohlbein, paragonandolo a uno Stephen King tedesco, mi sono buttato su questa trilogia degli Immortali. Il primo capitolo del libro parte molto bene, mostrando la crudezza dell’autore nel descrivere scene di tortura e gettando delle interessanti basi per l’intero romanzo. Peccato che già dal secondo capitolo l’interesse creato nei confronti dei protagonisti e delle vicende si affievolisca molto.

La trama è lineare e senza pretese, si tratta solo dell’inseguimento dei prigionieri e dei (pochi) combattimenti di Andrej. Anche l’aura di mistero che dovrebbe circondare il protagonista fino al finale quasi non si nota, rendendolo piatto e stereotipato. L’unico personaggio che spicca almeno un po’ è Frederic, un ragazzino veramente cattivo che non esita ad uccidere per vendetta, peccato però che non venga sfruttato a dovere, relegandolo ad un ruolo secondario.

Anche il rapporto tra Andrej e Frederic viene solo accennato, con Andrej che cerca di fare da maestro di vita, senza però sapere come approcciarsi al ragazzo.

La scrittura di Hohlbein non è delle più scorrevoli. Nonostante la semplicità viene appesantita dalla punteggiatura insistente, con frasi corte e piene di virgole che rallentano lo scorrere delle pagine.

Vista la presentazione fatta francamente mi aspettavo di più da questo autore.

Voto 2/5

 
Il Principe Vlad - W. Hohlbein

Le Cronache degli Immortali vol. 2

5afifl.jpg





6pb95c.png


Dopo gli eventi di Costanta, Andrej e Frederic decidono di inseguire la nave del pirata Abu Dun per liberare i compaesani fatti schiavi. Una volta abbordata la nave però, ecco comparire una nuova minaccia: è l’inquisitore Domenicus che ordina al suo nuovo terrificante alleato, il cavaliere del drago, di bruciare gli stregoni eretici. Andrej, Frederic e Abu Dun riscono a salvarsi, ma la nave del pirata, con tutto l’equipaggio e il suo “carico”, viene data alle fiamme.

Andrej si vede costretto ad allearsi con Abu Dun per sopravvivere e per riuscire a vendicarsi del nuovo nemico, che scoprirà ben presto essere Vlad Dracul detto l’impalatore, flagello della Transilvania, crudele e spietato come pochi.

Vlad riesce però a catturare il trio di avventurieri con un abile stratagemma e, una volta scoperto cos’è in realtà Andrej, bramerà anche lui di diventare uno degli Immortali.

Intanto l’esercito di turchi si avvicina sempre più e solo grazie al loro aiuto Andrej riuscirà a vendicarsi di Domenicus uccidendo le sue guardie del corpo, i famosi cavalieri dorati, e infine a sconfiggere Vlad. Ma Frederic, ormai figlio adottivo di Andrej, cadrà vittima dei suoi stessi poteri oscuri.

34hdiy1.png


Questo libro è la naturale continuazione del precedente e presenta gli stessi difetti. La storia in se è molto blanda, quei pochi colpi di scena presenti sono scontati e suggeriti più e più volte prima che accadano, togliendo così la sorpresa.

La scrittura è comunque scorrevole, semplice e leggera, ma questo non basta ad invogliare il lettore a continuare la lettura.

Nessuna novità dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, a parte qualche simpatico scambio di battute tra Andrej e Abu Dun, tutti sono poco carismatici e senza personalità. L’unica nota positiva è il nemico presentato in questo libro, il principe Vlad è veramente cattivo, sadico e violento come pochi, anche senza motivo.

Carino il finale, ma non riesce a risollevare l’opera dalla sua piattezza.

Voto 2/5

 
ho aggiornato il primo post //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/Gab3.gif

 
Coma - R. Cook

2wc0c3b.jpg


Genere: thriller medico




6pb95c.png


Il Memorial di Boston è uno dei più grandi e avanzati ospedali del mondo, dove migliaia di operazioni vengono eseguite ogni anno. Proprio in questo grande centro medico comincia il suo internato Susan Wheeler, una studentessa di medicina la terzo anno tanto attraente quanto intelligente.

Fin da subito Susan si trova davanti ad un evento traumatico. Ben due pazienti, un ragazzo con cui vorrebbe uscire ed una ragazza sua coetanea, cadono in un inspiegabile stato di coma dopo delle semplici operazioni chirurgiche, di fatto rendendoli dei vegetali dall’encefalogramma piatto, tenuti in vita solo tramite delle macchine.

Immedisimandosi nella ragazza, Susan decide di indagare e ben presto scopre che non sono casi isolati, ma numerose altre operazioni chirurgiche hanno avuto lo stesso esito. Convinta che ci sia una causa comune a tutti questi casi, magari una nuova malattia, Susan, ignorando i consigli di amici e superiori, comincia ad indagare su questi casi. Le sue ricerche però vengono subito bloccate dal personale dell’ospedale, obbligandola ad agire furtivamente e fuori dalle righe.

Man mano che procede nella sua indagine privata, Susan si rende conto che i suoi sospetti sono fondati e si trova immischiata in una faccenda molto più grave e pericolosa di quanto pensasse inizialmente, una faccenda che metterà in pericolo la sua vita.

34hdiy1.png


La mia paura più grande cominciando questo libro era, non conoscendo il mondo della medicina, di trovarmi spaesato da termini e situazioni sconosciute, che non mi permettessero di gustarmi appieno l’opera. Paura più che fondata, infatti per almeno la prima metà del libro l’autore (laureato in medicina alla Columbia University e specializzato ad Harvard) utilizza nomi di medicinali, parti anatomiche o operazioni mediche che mi hanno obbligato più di una volta ad utilizzare l’aiuto di wikipedia per capire di cosa si stava parlando. In aggiunta, la prima metà abbondante dell’opera è quella più noiosa, molto statica e priva di avvenimenti salienti. Il fatto che tutta questa parte si svolga all’interno dell’ospedale appesantisce ulteriormente la lettura. Oltrepassta la metà il libro si fa più scorrevole e i momenti d’azione fanno capolino, anche se molto timidamente e non aiutano a risollevare l’interesse nella vicenda.

Un elogio va comunque all’autore per la sua volontà di divulgare pubblicamente i problemi delle società ospedaliere “moderne” (le virgolette sono d’obbligo visto che il libro è del ‘76), tra cui anche i problemi dell’epoca sull’inesistenza della parità tra i sessi, infatti uno degli ostacoli più grandi che deve superare Susan è proprio fatto di essere donna, quindi considerata inferiore in ambito professionale.

Voto 2/5

 
Lo Squalo - P. Benchley

2h8a1jc.jpg


Genere: avventura




6pb95c.png


Amity è una piccola e tranquilla cittadina sulla costa, la cui economia si basa completamente sul turismo. Nei primi giorni della stagione estiva una ragazza viene trovata sulla spiaggia, orrendamente divorata. Il colpevole è subito chiaro: un grosso squalo bianco.

Il capo della polizia di Amity, Martin Brody, decide subito di chiudere le spiagge, ma è costretto a cedere alle insistenze del sindaco e del direttore del giornale locale, infatti chiudere le spiagge proprio poco prima dell’alta stagione affosserebbe gli affari dell’intera cittadina.

La riapertura delle spiagge però dura poco. Lo squalo ritorna all’attacco e stavolta a subirne le conseguenze è un ragazzino in vacanza con la madre, divorato durante una nuotata.

Inutile l’intervento dell’ittiologo Hooper, chiamato sul posto come consulente, il comportamento di uno squalo è imprevedibile, folle e animalesco.

A caro prezzo il sindaco e Brody decidono di chiedere aiuto a Quint, famoso pescatore della zona, per far fronte a questo pericolo demoniaco.

34hdiy1.png


L’autore è stato molto bravo a creare un nemico terribile, una forza della natura incontrollabile, imprevedibile, brutale e violenta. Un essere che, sia all’inizio che alla fine del libro pare quasi una presenza demoniaca che infesta Amity e ne vuole la distruzione.

Peccato per tutta la parte centrale che cala decisamente di tono, soprattutto la “storia d’amore” tra Hooper e la moglie di Brody, inutile ai fini del libro e che porta via una bella fetta di pagine.

La lettura riflette questa distinzione tra le parti dell’opera, infatti inizio e fine sono quelle che tengono il lettore incollato al libro, affascinandolo dalla crudezza e dalla potenza dello squalo, un vero e proprio mostro che però a differenza di altre creature fantastiche o immaginarie, esiste davvero.

D’obbligo il paragone con il film diretto dal grande Steven Spielberg, saltano subito all’occhio alcune differenze tra la cellulosa e la carta, ma una volta tanto bisogna dire che il film è migliore dal libro da cui è tratto.

Se togliessimo al libro tutta la parte centrale, soprattutto la parte riguardante la moglie di Brody, saremmo davanti ad un piccolo capolavoro.

Voto 3/5

 
Ultima modifica da un moderatore:
Enigma - C. Cussler

2agtb84.jpg


Genere: avventura




6pb95c.png


Al largo dell’isola di Taso, Grecia, una nave di ricerca della NUMA sta cercando uno strano pesce ancora sconosciuto, l’Enigma. Spiacevoli eventi però accadono sulla nave, eventi che puzzano di sabotaggio. Dirck Pitt e Al Giordino, due militari della NUMA, vengono quindi inviati nell’Egeo per scoprire cosa sta succedendo. Ancor prima di atterrare i due incappano in uno strano evento: un biplano della prima guerra mondiale sta attaccando l’areoporto militare dell’isola e solo l’intervento dei due riesce a sventare l’attacco.

Pitt si accorge subito che qualcosa sull’isola non quadra, attanagliato da pensieri e preoccupazioni si concede una nuotata notturna, grazie alla quale conosce la bella Teri, nipote del ricco Bruno von Till, proprietario di parecchie navi mercantili. Invitato a cena nella villa di von Till, Pitt rischia subito la vita quando scopre che è lui il mandante dell’attacco alla base americana e il suo prossimo obiettivo sarà la First Attempt, la nave di ricerca. Ma perché von Till vuole sabotare una ricerca scientifica? Ben presto sarà tutto chiaro quando Pitt e Giordino si scontreranno con la gendarmeria greca e scopriranno che von Till è l’attuale detentore del titolo di “essere più spregievole del pianeta Terra”, e, grazie ad un astuto statagemma, sta per far approdare negli Stati Uniti tonnellate di eroina che sconvolgeranno la nazione.

34hdiy1.png


Ci sono tutti: Dirk Pitt è il classico eroe bello, forte, intelligente, che ha sempre ragione e se la ride sicuro di aver vinto anche quando gli sparano addosso. Giordino invece è l’amico fidato, la spalla su cui puoi sempre contare, scanzonato e sempre con la battuta pronta. Per completare l’opera non possono mancare il super-cattivo di turno, spietato come pochi e armato fino ai denti, e la bella sgnoccolona che l’eroe conquista in un attimo e senza sforzo.

Sia lo stile di Cussler, che i personaggi, che la trama non brillano certo per particolarità e ricercatezza, ma guardando questo libro dal punto di vista appropriato scopriamo che centra in pieno il bersaglio: distendere la mente senza far arrovellare troppo il cervello.

Come un film d’azione americano è da prendere con leggerezza e senza troppe aspettative, è un’ottima lettura per far passare il tempo, magari in spiaggia o mentre si attende il treno.

Voto 3/5

 
Ultima modifica da un moderatore:
Micro - M. Crichton & R. Preston

6ocuph.jpg


Genere: avventura/techno-triller




6pb95c.png


Hawaii, nella zona industriale di Honolulu c’è un anonimo capannone, sede della Nanigen, un piccola società dal valore di un miliardo di dollari. Come fa una società nuova e così piccola ad avere una capitale così alto? Grazie ad una scoperta ai limiti della fantascienza: sfruttando nuove tecnologie che sviluppano campi magnetici potentissimi, alla Nanigen c’è una macchina che rimpicciolisce oggetti... e persone, riducendoli a pochi millimetri di altezza. Tutto è in fase sperimentale, ma i primi risultati sono stati soddisfacenti e hanno aperto infinite possibilità alla ricerca medica e biologica.

Peccato che il capo della Nanigen, Vin Drake, sia un folle che per tenere nascosti oscuri segreti legati all’azienda non esita ad uccide il suo vice, Eric Jensen. Il fratello della vittima, Peter, parte quindi alla volta delle Hawaii per cercare di fare chiarezza sulla scomparsa del fratello insieme a degli amici, tutti biologi ricercatori. I ragazzi finiscono ben presto nei guai, venendo rimpiccioliti e poi dispersi nella giungla tropicale hawaiiana. Alti poco meno di due centimetri, il gruppo scopre un mondo totalmente nuovo, un mondo tanto fantastico quanto pericoloso, dove anche un’innocua formica è un enorme mostro distruttore.

I ragazzi devono riuscire a tornare alle dimensioni normali e fermare Drake, ma non sarà facile poichè oltre a dover affrontare la natura selvaggia e mostruosa del micromondo, il loro nemico tenta in più modi di eliminarli.

Intanto la polizia di Honolulu cerca di far chiarezza su alcuni strani omicidi, inquietantemente collegati alla Nanigel...

34hdiy1.png


Certo, l’idea di base non è per nulla originale, anzi è già stata sfruttata più volte sia in letteratura che nel cinema, ma nonostante tutto non una sola pagina di questo libro sa di “già visto”. Grazie alle profonde conoscenze scientifiche di Crichton e ad un’estesa bibliografia di riferiemento (inserita al termine del libro), le avventure nel micromondo sono coerenti e veritiere, nulla è campato per aria e nulla è lasciato al caso, ogni pianta e animale presenti nel libro seguono un preciso schema di vita, dettato non dalla fantasia dall’autore, ma da Madre Natura.

Una nota va al lessico scientifico molto marcato, più di una volta è stato necessario ricorrere all’aiuto di internet per cercare foto e informazioni su piante o insetti presenti nell’opera. Non perché le descrizioni siano criptiche o non presenti, è la curiosità che questo libro fa nascere verso il mondo della natura che spinge il lettore a cercare maggiori informazioni su animali e piante presenti nell’opera.

Meno riuscita invece la parte techno-thriller e l’indagine della polizia, non che sia brutta, ma viene messa in ombra dalla bellezza del micromondo e delle avventure al suo interno.

Presente anche un insegnamento che vuole comunicarci l’autore: il progresso scientifico dev’essere cauto e meditato, il cattivo uso della scienza, sia per mancate precauzioni che per finalità egoistiche, può portare presto al disastro.

Voto 4/5

 
Iceberg - C. Cussler

k3m7pt.jpg


Genere: avventura




6pb95c.png


La guardia costiera americana fa uno strano ritrovamento nell’Atlantico settentrionale, un’intera nave completamente intrappolata all’interno di un iceberg.

Dirk Pitt e il dottor Hunnewell, esperto di iceberg e ghiacciai, vengono inviati a bordo e riconoscono il Lax, natante dato per disperso da mesi ed appartenuto al ricco islandese Kristjan Fyrie, diventato ricco grazie alla società mineraria da lui fondata. La nave però è completamente bruciata, i documenti che trasportava spariti insieme ad una preziosissima sonda capace di scovare giacimenti minerari in fondo al mare. Mentre tornano sulla terraferma i due vengono attaccati da un misterioso jet e solo grazie ai suoi riflessi e alla sua inventiva Pitt riesce a salvarsi distruggendo l’aereo, a discapito però della vita di Hunnewell che muore colpito da un proiettile.

Per far luce sul mistero del Lax, Pitt incontra la sorella del defunto Fyrie, Kirsti, insieme al ricco marito Oskar Rondheim. Qui subito Dirk sente puzza di bruciato e comincia le indagini, arrivando ben presto a scoprire il mandante degli attentati alla sua vita, ma il motivo delle sue azioni non sarà chiaro.

Ben presto però, imbucatosi in una festa di multimilionari provenienti da tutto il mondo, si troverà davanti all’utopistica verità che ha portato all’omicidio di tante persone e, pur ferito, riuscirà (come al solito) a salvarsi dai suoi aguzzini, sventare un duplice omicidio e consegnare alla giustizia i cattivi.

34hdiy1.png


La seconda avventura di Dirk Pitt è nettamente inferiore alla prima. La trama è acerba e mal strutturata, mentre i colpi di scena pochi, mal gestiti e al limite dell’assurdo. Si fa davvero fatica a seguire il filo che collega un episodio all’altro, rendendo la lettura confusionaria e scostante.

Aggiungiamo poi tutta una serie di scene di cui non si capisce bene il motivo o l’utilità, che aumentano così il senso di smarrimento che si insinua nel lettore.

Manca anche la caratterizzazione dei personaggi secondari, rendendoli poco più che comparse, mentre rimane immutato il protagonista. Pitt è sempre il più bello, il più intelligente, il più scaltro e il più forte. Per esempio: pestato quasi a morte riesce ad arrampicarsi a mani nude lungo una scarpata di 30 metri, camminare per chilometri, trovare aiuto e salvare venti persone. Superman gli fa un baffo.

Ma infondo il bello di Cussler sono proprio queste sbruffonate, che ci fanno amare il personaggio di Dirk Pitt e che rendono nel complesso la lettura frivola e leggera.

Voto 1/5

 
Joyland - S. King

s5l5di.jpg


Genere: Giallo/thriller




6pb95c.png


Nel lontano 1973 Devin Jones era un ragazzo ventunenne, costretto a baraccarsi tra università e lavori part-time per mantenersi gli studi. L’estate di quell’anno, la più bella e la più brutta della sua vita, si trova davanti una grande opportunità, lavorare a Joyland (noi vendiamo divertimento!), un luna park in riva al mare della Carolina del Nord.

Come da tradizione, ogni luna park ha i suoi misteri e quello di Joyland è il fantasma che infesta il tunnel dell’orrore. Anni prima, proprio in quel tunnel, una persona malvagia uccise a sangue freddo una ragazza, il cui spirito infesta tutt’ora il luogo della sua morte sotto forma di spirito.

L’assassino non fu mai trovato e l’omicidio rimase impunito.

Durante i mesi di lavoro a Joyland Dev si fece nuovi amici, Tom e la bella Erin, conobbe il piccolo Mike, malato di una potente forma di distrofia muscolare, e sua protettiva madre Annie.

Appena scaricato dalla sua ragazza, solo grazie a loro Dev riuscì a superare la tristezza e la malinconia del suo cuore spezzato, solo grazie all’energia del morente Mike riuscirà a far chiarezza nella sua vita e non solo, grazie a Mike infatti la sua fissazione di riuscire a vedere il fantasma della ragazza assassinata lo porterà davanti una triste ed oscura verità.

34hdiy1.png


Ancora una volta King riesce a stupire, stavolta uscendo dai suoi soliti canoni horror e presentando un romanzo dal sapore dolce e amaro allo stesso tempo.

Il fulcro del libro si sposta continuamente con il proseguire della storia, prima Devin e la sua ragazza, poi Joyland (noi vendiamo divertimento!) e infine Devin e il piccolo Mike. E il fantasma? Beh il fantasma tanto sbandierato dalle pubblicità è li solo per dare quel tocco di paranormale che piace tanto a King, ma il protagonista non è questo infelice spirito, i protagonisti sono i sentimenti. La tristezza di un amore perduto, l’invidia di veder nascere un nuovo amore che non si può avere, la paura dell’ignoto, la felicità di trovare nuovi amici, la dolce allegria di un bambino malato, la forza di godersi ogni istante della vita e la consapevolezza di essere cresciuti. Questi sono i veri contenuti di Joyland e grazie al potere di immersione che sempre King da ai suoi romanzi, sembra di vivere davvero queste emozioni.

Unica pecca sta nel poco approfondimento sia del lato paranormale sia di quello thriller, che risultano solo abbozzati, avrei preferito 100-200 pagine in più e un’ accuratezza maggiore, di cui, alla fine, si sente la mancanza.

Insomma, un King anomalo, ma comunque in grado di emozionare.

Voto 3/5

 
Ultima modifica da un moderatore:
Shining - S. King

zk1stx.jpg


Genere: Horror




6pb95c.png


Dopo essersi visto la vita distrutta dall’alcolismo e aver perso il lavoro da insegnante, Jack Torrance cerca di risollevarsi, ricominciando con nuovo lavoro. Si trasferisce così con la moglie Wendy e il figlio Danny all’Overlook, antico e prestigioso albergo sulle montagne del Colorado, dove il suo compito sarà il guardiano durante la chiusura invernale. Jack spera così di ritrovare la pace in famiglia grazie all’isolamento dato dalla posizione dell’hotel.

Al loro arrivo, Jack conosce il direttore Ullman, il quale oltre a spiegargli i suoi compiti gli racconta anche la triste fine del guardiano precedente, suicidatosi dopo aver ucciso la moglie e le due figlie. Danny invece fa la conoscenza del cuoco, Dick Halloran con cui ha in comune dei poteri extra-sensoriali, la cosiddetta "aura", che gli permette di vedere fatti accaduti o che accadranno in futuro. Halloran prima di partire avverte Danny di stare attento, nell’albergo ci sono posti “malvagi” da cui è meglio che stia alla larga.

Il tempo passa e la famiglia si trova isolata tra le tempeste di neve. Danny percepisce sempre più il potere malvagio che permea l’albergo, mentre Jack trova un album di ritagli che parla dell’oscura storia dell’Overloook. Troppo tardi Danny e Wendy si rendono conto della follia sbocciata in Jack, una follia istigata e controllata da forze maligne.

34hdiy1.png


Un classico di King, il cui stile permea ogni pagina nel bene e nel male. Il libro parte infatti molto lentamente con lunghe descrizioni e divagazioni classiche dell’autore. I continui sbalzi temporali dal presente al passato, presenti in maggioranza nella prima parte, servono si a dare solide fondamenta all’opera e ai personaggi, ma finiscono per disorientare leggermente, sensazione accentuata anche dai pensieri dei personaggi infilati nel bel mezzo delle frasi.

Da circa metà libro in poi invece la lettura si fa molto più scorrevole e ci si fa prendere dalla kinghianite acuta, la malattia che fa pensare “solo un paio di pagine e poi basta” e invece se ne leggono 100 di fila, incapaci di staccare le mani dal libro, quasi intrappolati anche noi all’interno dell’Overlook.

E’ proprio una volta che la famiglia Torrance è nell’albergo che l’autore da il meglio di se: un’entità oscura, una paura strisciante, una follia crescente, un senso di claustrofobia e di impotenza, allucinazioni, morti viventi, una festa in maschera conclusa decenni prima e tuttavia ancora in corso, sangue sui muri, odio, urla e minacce, una mazza che sibila nell’aria e una parola che rimbomba prepotentemente nella testa di Danny: REDRUM!

Tutto questo è l’Overlook, un luogo terribile, un luogo che tutti gli amanti di King e di horror devono visitare.

Voto 4/5

 
Che hype che mi hai messo con questa recensione >.<

Aggiungo Shining nella mia lista dei prossimi da leggere >.<

 
Mucchio d'Ossa - S. King

314fbwp.jpg


Genere: Horror




6pb95c.png


Dopo la tragica morte della moglie di soli 36 anni, dovuta ad un aneurisma non diagnosticato, lo scrittore Michael Noonan, viene colpito dal blocco dello scrittore, causato anche dalla scoperta post-mortem che la moglie era incinta.

Passati quattro anni, Mike comincia a fare strani incubi ricorrenti sulla sua casa al lago, una costruzione di tronchi chiamata Sara Laughs. Dopo un incubo particolarmente realistico lo scrittore decide di affrontare le sue paure e trasferirsi per l’estate al TR-90, il paesino sulla sponda del Dark Score Lake dov’è situata la casa.

Appena arrivato Mike conosce la giovane vedova Mattie e sua figlia di tre anni, la piccola Kyra. Facendo amicizia (e attratto dalla giovane), lo scrittore apprende che il suocero di Mattie, il ricco e influemente Max Devore, sta cercando in tutti i modi (legali o meno) di mettere le mani su Kyra. Mike decide quindi di aiutare Mattie e assolda un avvocato di New York specializzato in casi di affidamento di minori.

I giorni passano, Mike viene a conoscenza che prima della morte la moglie spesso andava al paesino di nascosto, ma non riesce a scoprirne lo scopo. Nel frattempo a Sara Laughs si verificano strani episodi, come il pianto di un bambino che si spegne in lontananza e parole scritte sul frigorifero con delle lettere magnetiche che si muovono da sole.

E’ davvero lo spirito della moglie che cerca di indicare la strada al povero scrittore?

34hdiy1.png


Fino alle ultime pagine le oscure trame ordite da King in questo romanzo rimangono nascoste, fino alla fine non si capisce come la storia dell’affidamento di Kyra sia collegata agli strani fenomeni paranormali presenti nella casa, per poi vedere tutti i collegamenti al loro posto in poche, pochissime pagine, su cui è meglio soffermarsi un po’ di più per assimilare bene tutte le informazioni.

Lo stile è classico da King: si alternano momenti lenti e tranquilli ad altri che fanno venire la pelle d’oca dalla paura, mentre la trama non è nulla di eccezionale, pur rimanendo godibile dall’inizio alla fine del libro e con un ottimo colpo di scena verso la fine.

Perfetta ancor più del solito la caratterizzazione dei personaggi, si vede che l’autore ha curato di più questo aspetto dell’opera rispetto ad altri. I protagonisti sono in tutto e per tutto persone “vere” a cui è facile affezionarsi (come non farlo con la piccola Kyra?).

Più soft rispetto ai canoni horror kinghiani e troppo prolisso in alcuni punti, non raggiunge le vette dei capolavori più illustri del Re, ma rimane comunque una buona lettura per appassionati e non.

Voto 3/5

 
mi appresto anche a recensire l'ultimo libro letto.

(è la mia prima rece su di un romanzo, prendetela così come viene :morris82: )

Cose preziose - S. King

rcyi.jpg


1991



6pb95c.png


La piccola cittadina di Castle Rock (Maine) è in fermento per l'apertura del un nuovo negozio nella main street. La tenda è verde ed elegante e le vetrine oscurate incuriosiscono non poco la piccola comunità locale. Il proprietario è una figura dall'apparenza amichevole e sicuramente molto dotato come venditore; nella sua piccola bottega ha un oggetto per tutti. Ben presto i numerosi acquirenti di Cose Preziose saranno disposti a pagare qualsiasi prezzo per gli articoli per loro diventati indispensabili e, un po' alla volta, gli ingranaggi che muovevano la città nella sua piccola routine cominciano a saltare. Lo sceriffo Alan Pangborn sembra uno dei pochi abitanti di Castle Rock a non subire il fascino del negozio e toccherà a lui capire cosa marcisce all'interno di Catle Rock (Maine).

34hdiy1.png


Come al solito S.K. risucchia il lettore nel suo mondo grazie al suo stile. Riesce a costruire un vero e proprio teatro, dove i suoi personaggi si muovono ed interagiscono in una serie di intrecci intricati. King sfoggia una maestosa padronaza nella gestione dei personaggi, rendendoli credibili e dimostrando una grande abilità e creatività. All'interno della città sono presenti tutte le maschere che spesso ricorrono all'interno dei suoi romanzi, dall'invasata religiosa, all'eroe, dal teppista al bambino coraggioso. Il romanzo sembra un minestrone dove ha cotto parte di tutte le sue opere, dando quel filo di continuità che spesso collega le sue storie e che a me piace tanto. Si rimane spettatori impotenti davati allo spettacolo imbastito e mentre King ti spara le immagini nel cervello, vorresti intervenire per evitare che accada il peggio, rimanendo coinvolto fino alle ultime pagine.


Soddisfacente e a suo modo classico, non è un capolavoro nè uno dei suoi migliori romanzi, ma rimane molto piacevole da leggere. Lo consiglio per una lettura non impegnativa e gradevole e, naturalmente, è strettamente consigliato a chi come me è un Fan del Re.


Edizioni: collana Super bestseller, traduzione di Tullio Dobner, Sperling Paperback, 1997, pp. 784. ISBN 88-7824-744-8

3/5

 
L'Occhio del Mondo - Robert Jordan

La Ruota del Tempo - Vol 1

2dqm5ao.jpg





6pb95c.png


Nonostante la primavera tardi ad arrivare, nel piccolo villaggio rurale di Emond’s Field c’è grande eccitazione per la fista di Bel Tine, addirittura un menestrello è arrivato in paese per allietare gli abitanti con qualche ora di svago.

La festa viene però interrotta da un attacco improvviso. La progenie dell’Ombra, i mostruosi Trolloc, esseri metà umani e metà animali, guidati da un pericoloso Myrddraal, devastano il villaggio.

Per fortuna l’Aes Sedai (una maga) Moiraine insieme al suo Custode Lan riescono a respingere l’attacco. Ma cosa ci ci fanno i seguaci del Tenebroso così lontano dal confine? Cercano tre ragazzi, gli stessi tre che cerca anche Moiraine per motivi misteriosi. E così Rand al’Thor, Mat Cuthon e Perrin Aybara, fuggono dal villaggio natale per andare a Tar Valon, centro di potere delle Aes Sedai e cercare riparo dal malvagio Tenebroso.

Il viaggio sarà lungo e faticoso, sempre braccati dai servi del nemico, senza nessuno di cui ci si possa fidare, attraverso paesi, foreste, antiche città abbandonate dove dimora un male ancora più pericoloso, via sempre di corsa, divisi e poi riuniti... ma come fuggire dal Tenebroso, che infesta i loro sogni? La forza del nemico aumenta sempre più e alla fine, sempre sotto la guida di Moiraine, la meta finale diventerà l’Occhio del Mondo, dove uno dei tre ragazzi troverà infine il suo destino.

34hdiy1.png


Preciso, pignolo, con una visione chiara di ogni cosa, Robert Jordan ha dato vita a qualcosa di unico, qualcosa che solo Tolkien prima di lui era stato in grado di fare con altrettanta maestria. Perché leggendo l’Occhio del Mondo si capisce subito la profondità della mente dell’autore e la vastità della sua visione. Il mondo della Ruota del Tempo è un mondo vasto, solido, antico eppure sempre in movimento, dove ogni cosa ha una storia, ogni persona è intessuta nel grande arazzo del destino, senza errori, senza sbavature, incastrandosi alla perfezione nel disegno globale, perché la Ruota gira e tesse le fila di ognuno.

Le 700 pagine di questo libro bastano solo a scalfire la conoscenza del mondo di Jordan e alla fine ci troviamo con ancora più domande, ancora più bramosi di conoscere l’antica eppur nuova storia della Ruota, ansiosi di esplorare Randland (Jordan non ha mai dato un nome al mondo della Ruota del Tempo, così ci hanno pensato i fan basandosi sul nome del protagonista).

I cliché della letteratura fantastica non mancano di certo, ma invece che sembrare “la solita solfa”, sembrano dei vecchi amici che non si vedevano da tempo. Propio Jordan ha affermato che l’idea di un inizio tokeniano è voluta per portare il lettore in un contesto che già conosceva e dargli un senso di familiarità, per poi prendere tutti i cliché di cui l’autore si era servito fino a quel momento per ribaltarli o trasformarli rendendoli irriconoscibili.

Un epic fantasy dal gusto classico, una pietra miliare, dove l’eterna lotta tra la Luce e l’Ombra è sempre viva e netta, senza le mille sfumature a cui ci ha abituati G.R.R. Martin, un mondo dove le epoche girano insieme alla Ruota e gli eventi così come accaddero, torneranno ad accadere, antichi eroi rivivranno per combattere il Male a colpi di spada e magia.

Grazie alla bravura dell’autore le pagine volano spedite una dietro l’altra, ogni parola anche lei intessuta ad arte senza nulla di superfluo o di mancante, adattandosi a qualsiasi tipo di lettore, che sia un novello del fantasy oppure un vecchio avventuriero del genere.

VOTO: 5/5

 
La Grande Caccia - Robert Jordan

La Ruota del Tempo - Vol 2

2e34geu.jpg





6pb95c.png


ATTENZIONE! I libri della saga sono intrinsecamente legati tra loro, è possibile che nella descrizione di questo volume ci siano spoiler del volume precedente!

Il Corno di Valere, leggendario artefatto in grado di richiamare dalla tomba gli antichi eroi, è stato rubato da Padan Fain, l’amico delle tenebre, insieme al pugnale maledetto di Mat.

Mentre Egwene e Nynaeve vengono condotte alla Torre Bianca per essere istruite come Aes Sedai, Rand, Perryn, Mat e Loial patono alla ricerca del Corno e del pugnale. I ragazzi vengono accompagnati da lord Ingtar con al seguito alcuni cavalieri e tutti sono guidati da Hurin, un soldato con la particolare capacità di “fiutare” le tracce di violenza e delle persone che l’hanno commessa, in grado quindi di seguire la pista di Fain.

Il viaggio porta il gruppo verso Ovest, Fain non nasconde il fatto di volersi confrontare con Rand a Capo Toman, l’estrema punta occidentale del continente, attualmente sotto invasione da parte dei Seanchan, un popolo che viene dall’altro lato dell’oceano.

Durante tutto il viaggio e ancor più una volta arrivato a Capo Toman, Rand dovrà vedersela con la sua capacità di incanalare Saidin, la parte maschile e contaminata dell’Unico Potere. Da una parte infatti Saidin lo alletta, ma dall’altra Rand sa della contaminazione che lo renderebbe pazzo e inoltre utilizzarlo sarebbe come arrendersi alle Aes Sedai che lo vogliono manipolare.

Nel frattempo Egwene, Nynaeve, Elayne e Min vengono ingannate e vengono date come prigioniere ai Seanchan nella città di Falme, proprio dove gli amici stanno cercando il Corno.

34hdiy1.png


Il secondo libro della serie della Ruota del Tempo riesce nuovamente ad incatenare il lettore alle sue pagine, tranne nella parte centrale dove ci sono vari capitoli in cui succede poco o nulla e la trama ristagna senza avvenimenti.

Assente anche una maggiore personalizzazione o approfondimento di Mat e Perryn, probabilmente rimandata nei volumi a seguire, mentre in primo piano c’è la negazione di Rand del suo stesso essere. Al contrario, bella e curata la crescita delle tre aspiranti Aes Sedai e particolarmente toccante la storia di Egwene.

Epica la parte finale e soprattutto il finale in sè, in un’escalation di battaglie, azione e forti emozioni che chiudono degnamente le 700 pagine che compongono l’opera.

In questo secondo libro Jordan butta ancora più carne al fuoco, introducendo il popolo Seanchan, approfondendo le antiche profezie e legando ancor di più i vari protagonisti, inoltre aumenta sensibilmente il numero di POV, dando un respiro più ampio all’opera.

Inalterato lo stile dell’autore, che mantiene un ritmo tranquillo e che non stanca mai il lettore.

Parlando dei Seanchan e avendo letto la saga della Spada della Verità di Terry Goodkind è impossibile non notare le analogie, evidentemente Goodkind si è ispirato a Jordan per alcuni aspetti del suo ciclo. Questo fa ancora più capire quanto lo scritto di Jordan abbia influenzato il mondo e l’approccio al fantasy moderno.

A tutti gli effetti un ottimo libro, un’avventura piena ed emozionante ovviamente da leggere dopo il primo della saga.

VOTO: 4/5

 
Ultima modifica da un moderatore:
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top