Recensioni e Offerte

Pubblicità
Settimana scorsa ho finito Gli inganni di Locke Lamora, qui sotto un breve commento.

locke_lamora.jpg



6pb95c.png


Nella città di Camorr, riproposizione fantastica di Venezia, che si snoda fra un reticolo di canali e fiumi con veri e propri mercati galleggianti, Locke Lamora e i suoi Bastardi Galantuomini sono in procinto di mettere a segno il loro colpo migliore alla ricca e opulenta nobiltà di Camorr. Le cose sembrano andare per il meglio fino a quando la banda non si trova immischiata in qualcosa di molto più grande di loro e molto più pericoloso.

34hdiy1.png


Con il primo libro della serie Bastardi Galantuomini, l'autore, Scott Lynch, ci presenta Locke Lamora e i suoi fidati pezon. Fin dalle prime pagine si nota la bravura dello scrittore nello descrivere una città complessa e viva come Camorr che trasuda originalità e mistero da ogni pietra. I protagonisti si differenziano dagli eroi dei cicli fantasy, anche se fino ad un certo punto; sono ladri, ma ladri con dei sani principi.

Lynch riesce bene anche nel districarsi fra due linee temporali, passato e presente, con continui flashback con il quale riesce a creare dei buoni cliffhanger.

Insomma, decisamente un ottimo libro, forse parte un po' piano, ma dopo le prime duecento pagine riuscirà a rapirvi e non farvi più chiudere il libro, soprattutto nella parte centrale riuscirà a toccare dei picchi molto alti. Il finale non mi ha convinto moltissimo comunque niente di preoccupante.

Consigliato

Voto 4/5

Ho già pronto il secondo volume: I pirati dell'oceano rosso, peccato che la Nord abbia deciso di non continuare a tradurre la serie :bah!:

 
Memoria di Luce - Robert Jordan & Brandon Sanderson

La Ruota del Tempo - Vol 14

346kq48.jpg





6pb95c.png


ATTENZIONE! I libri della saga sono intrinsecamente legati tra loro, è possibile che nella descrizione di questo volume ci siano spoiler dei volumi precedenti!

E’ guerra! Gli eserciti dell’Ombra marciano a sud, invandendo Caemlyn e dando a fuoco la città.

Un altro esercito è pronto al passo di Tarwyn, mentre un terzo invade il Kandor. Per di più, la Torre Nera è nel caos a causa di un Reietto.

Il Drago Rinato riunisce tutti i regni ai Campi di Merrilor per forgiare un’alleanza e guidare la difesa delle terre libere, qui i capi di stato si troveranno di fronte al Trattato del Drago, che li obbligherà alla pace una volta terminata l’Ultima Battaglia.

Elayne viene nominata comandante capo e, insieme ai quattro grandi capitani, decide la linea d’azione: il grande esercitò verrà spezzato in quattro, tre fronti per arginare l’invasione di trolloc e il quarto che dovrà seguire Rand a Shayol Ghul per difenderlo mentre combatterà contro il Tenebroso.

Dopo aver aiutato tutti e tre i fronti, Rand decide di cominciare la sua battaglia personale ed entra nel Foro, portando Callandor e accompagnato da Nynaeve e Moiraine. Qui, nelle viscere della montagna, troverà Moridin pronto ad affrontarlo.

Nel frattempo l’esercito guidato da Elayne si trova schiacciato da due enormi eserciti di Trolloc, quello di Egwene viene attaccato da un nuovo popolo, gli sharani, guidati da Demandred e quello di Lan viene respinto dal Passo di Tarwyn a causa dei Signori del Terrore.

La disfatta sembra vicina, ma qui entra in gioco Mat, che viene posto a capo di tutti gli eserciti, compreso quello seanchan, e decide di riunire tutti i soldati e creare un’ultima resistenza proprio ai Campi di Merrilor.

L’Ultima Battaglia infuria, Mat si trova a fronteggiare Demandred, il più grande stratega dell’Epoca Leggendaria, i fronti della battaglia sono in continuo mutamento e la vittoria sembra sempre più lontana, ma è proprio nel momento più buio che l’umanità scopre il vero significato di coraggio, sacrificio e abnegazione.

Intanto, il Drago Rinato, toccato dall’essenza stessa del Tenebroso, viene portato fuori dal Disegno, dove combatte la sua battaglia contro il suo eterno rivale.

34hdiy1.png


E’ vero, l’ultimo libro è praticamente solo guerra, battaglie e sangue, ma è qui che si vedono i veri eroi. Lan che riporta il Malkier ai suoi antichi fasti, Egwene che guida la Torre Bianca in battaglia per la prima volta dopo 3000 anni, Androl, un Asha’man di poco potere, che insieme ad alcuni amici combatte i Signori del Terrore e un Reietto, Gawyn che sacrifica tutto per amore, Perrin che rischia sé stesso per aiutare Rand.

Come ci si aspetta in una battaglia, anzi nell’Ultima Battaglia, sono innumerevoli i momenti di disperazione, felicità e coraggio, momenti che, dopo aver passato 13 libri con queste persone, sentiamo come nostri, come vedere vecchi amici in azione.

E ora possiamo confermare che il più grande pregio della Ruota del Tempo è proprio l’immersione. Jordan non solo è stato in grado di creare un mondo vasto, vero e vivo, ma grazie ai suoi personaggi l’ha reso anche quasi reale.

E’ una strana sensazione girare l’ultima pagina e sapere che è tutto finito, che non sapremo mai cosa succederà alle genti di Randland ora che l’Ultima Battaglia è conclusa. Cosa farà Mat? Riuscirà a vivere insieme a Tuon? Come sarà la vita dei figli di Elayne? Si avvererà la visione di Aviendha? Che fina ha fatto Elayda? Il Patto del Drago verrà davvero rispettato? Cosa faranno Logain e la Torre Nera? Tante, troppe domande che non avranno risposta. Come leggere un libro di storia e fermarsi alla caduta dell’Impero Romano, senza sapere cosa succederà poi al mondo.

Si prova quindi una sensazione agrodolce, la soddisfazione di essere arrivati alla fine dopo 12300 pagine e aver concluso una delle più grandi e magnifiche saghe fantasy di sempre, ma aver comunque voglia di andare avanti, di volere un quindicesimo libro per sapere “il dopo”, la quarta epoca, perchè qui c’è ancora tanto da raccontare.

Come ci ha sempre ricordato il caro Robert, non c’è né inizio né fine al girare della Ruota e questa non è LA fine, ma è comunque una fine.

E dobbiamo accontentarci.

VOTO: 5/5

 
Nuova Primavera - Robert Jordan

Prequel alla Ruota del Tempo

de9qo6.jpg





6pb95c.png


Mentre la guerra Aiel infuria fuori Tar Valon e un giovane guerriero di nome Lan comincia a farsi un nome agli occhi dei selvaggi velati, all'interno della Torre Bianca, due novizie di nome Moiraine e Siuan sono testimoni della predizione della Custode degli Annali Girata: il Drago è Rinato sulle pendici di Montedrago.

Nelle settimane successive, le due ammesse decidono di seguire in segreto la ricerca del neonato per portarlo alla Torre e guidarlo al suo destino, ma solo dopo aver affrontato la prova ed essere diventate Aes Sedai a pieno titolo potranno lasciare la Torre.

Con lo scialle appena conquistato, Moiraine fugge in segreto per evitare gli obblighi imposti dall'Amyrlin e seguendo le note del censimento fatto subito dopo la predizione di Gitara, si dirige verso le Marche di Confine per trovare alcuni neonati che potrebbero essere il Drago. Anche Lan si dirige vero nord e si "scontrerà" con la giovane Aes Sedai sulla strada verso Chachin, capitale del Kandor.

Solo una volta all'interno del palazzo reale, i due si renderanno conto che c'è qualcuno che si muove nell'ombra, qualcuno che li vuole morti insieme al neonato Drago. L'Ombra del Tenebroso comincia ad allungarsi sul mondo.

34hdiy1.png


E’ doveroso partire dicendo che la lettura di questo libro è da fare dopo aver letto almeno il primo volume della saga, in modo da riuscire a capire completamente fatti e sfumature.

Posto più di 20 anni prima degli eventi narrati ne L'Occhio del Mondo, Jordan ci racconta eventi solo accennati nei volumi veri e propri della sua grande opera. Scopriamo così che Moiraine e Siuan erano delle ragazze molto vivaci e non lesinavano scherzi alle altre Novizie e Ammesse. Chi l'avrebbe mai detto che la stoica, inamovibile e saggia Moiraine si divertiva a infilare topi nei letti altrui? Per non parlare della futura Amyrlin, Siuan.

Lan al contrario già da giovane era un ottimo spadaccino e dal carattere imperturbabile come l'abbiamo conosciuto da adulto.

Parlando della trama, non brilla certo di personalità. Abbiamo in incipit col botto e un finale altrettanto entusiasmante, ma le vicende centrali perdono presto di mordente, diventando solo una lunga ricerca.

Arrivati alla fine però ci si accorge nuovamente della bravura di Jordan nel gestire i personaggi e il mondo dove vivono. Nessun accenno agli avvenimenti futuri, nessuna spiegazione di come Siuan diventerà Amyrlin o dei vagabondaggi di Moiraine in giro per il mondo. Con questo libro Jordan ha solo aperto una piccola finestra di poche settmane per farci vedere alcuni avvenimenti, lasciando poi i personaggi liberi di agire e di vivere la propria vita come meglio credono fino al momento in cui riapriremo quella finestra e la terremo aperta per molto più tempo.

Ormai lo sappiamo, il mondo di Randland va molto oltre le semplici pagine scritte, è vivo e va avanti anche senza di noi, perchè la Ruota gira e ordisce come vuole, con o senza un lettore (o uno scrittore) che osservi o descriva l'ordito.

VOTO: 3/5

 
Ultima modifica da un moderatore:
Cell - Stephen King

16m953n.jpg





6pb95c.png


Un bel giorno d'inizio Ottobre, un impulso misterioso viene trasmesso attraverso i telefoni cellulari, cancellando qualsiasi raziocinio e trasformando in animale aggressivo qualsiasi persona stesse utilizzando un apparecchio in quel momento e nei successivi.

Clay Riddell, in quell'istante, è a Boston per lavoro e si trova immerso nella follia in un batter di ciglia. Eleganti signore si azzannano letteralmente alla gola, simpatiche bambine diventano mostri sanguinari e uomini d'affari si trasformano in pazzi scatenati, anzi in "telepazzi". Clay si salva solo grazie alla sua avversione per i cellulari, ma suo figlio invece ne ha uno. Il piccolo Johnny sarà stato colpito dall'impulso?

Clay decide così di avviarsi verso casa, nel Maine, e durante il viaggio incontrerà altre persone che, come lui, si sono salvate dalla follia generale le quali diventeranno in breve tempo la sua nuova famiglia: Tom, un ometto di mezz'età calmo e riflessivo, Alice una decisa quindicenne e Jordan un dodicenne intelligente ed esperto di computer che, accumulando dati sui "telepazzi", formulerà concrete ipotesi su cosa sia successo.

Il viaggio verso nord sarà lungo e pericoloso, i telepazzi non sono semplici zombi sanguinari, ma evolvono con il passare del tempo, mostrando strani comportamenti e sviluppando tremende capacità mentali, mettendo a dura prova il piccolo gruppo di amici.

34hdiy1.png


King ci ha spesso stupito nei suoi libri con idee nuove e inaspettate e Cell ne è la conferma. Non aspettatevi il solito libro di apocalisse zombie che va così di moda negli ultimi tempi, i telepazzi di King sono tutto tranne che non-morti senza cervello contagiati da qualche strano virus sfuggito al controllo dell'uomo.

La trama si svolge rapidamente, buttandoci fin da subito nel vivo degli eventi e raccontando il viaggio e le difficoltà incontrate dal piccolo gruppo in un mondo apocalittico che più di una volta strizza l'occhio a L'Ombra dello Scorpione, uno dei capolavori di King, senza però raggiungerne il livello di maestria e profondità.

Lo stile dell'autore in quest'opera è molto scorrevole e, se da un lato ne giova la lettura, dall'altro manca tutta l'introspezione dei personaggi vista per esempio in Shining, rendendo i protagonisti semplici al limite dell'accettabile.

Come già detto, invece, è ottima la caratterizzazione dei "cattivi", i telepazzi si difendono, attaccano, creano una loro società e si evolvono in qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato e pericoloso.

Una nota di dovere sul finale: sicuramente non soddisferà i lettori più curiosi che si ritroveranno con l'amaro in bocca. King cerca di spiegare qualcosa sull'origine dell'impulso e sull'evoluzione dei telepazzi lungo tutto il libro, ma senza dare conferme o raccontare come sono andate veramente le cose, lasciandoci quindi nel dubbio o, piuttosto, lasciando decidere alla nostra fantasia.

VOTO: 3/5

Edizione recensita:

Copertina flessibile: 503 pagine

Editore: Sperling & Kupfer (1 gennaio 2011)

Traduttore: Dobner T.

Collana: Super bestseller

Lingua: Italiano

ISBN-10: 8860617049

Citazioni:

Il suo barboncino scappò nella via, trascinando dietro di sé il guinzaglio rosso con in fondo il suo cappio.


Sopraggiunse una limousine nera e travolse il barboncino prima che fosse arrivato al centro della strada. Un batuffolo un attimo prima; budella un attimo dopo.


 

 


Alla base, vedete, noi non siamo affatto homo sapiens. Il nostro nocciolo è la follia. La direttiva primaria è l’omicidio. Quello che Darwin per delicatezza non ha voluto dire, amici miei, è che se siamo diventati i padroni del mondo non è stato perché siamo i più intelligenti o nemmeno i più crudeli, ma perché siamo sempre stati i più pazzi e sanguinari figli di puttan4 della giungla.





 
La Storia Infinita - Michael Ende

2m2x8k0.jpg





6pb95c.png


In una brutta giornata d’autunno, Bastiano Baldassarre Bucci, di circa 10-11 anni, grassottello e con le gambe storte, si rifugia in un negozio di antiquariato per sfuggire ai bulli che lo perseguitano a scuola. Qui, attirato da un impulso irresistibile, ruba un libro intitolato “La Storia Infinita” e scappa nella soffitta della sua scuola, dove comincia a leggere.

La Storia Infinita parla di un Paese immaginario di nome Fantàsia, un mondo dalle mille avventure e abitato dalle più strane e magiche creature. Ma Fantàsia è in pericolo, il Nulla sta divorando tutto, come un tarlo inarrestabile, aprendo buchi di niente che fanno scomparire tutto.

Questa catastrofe è collegata alla malattia dell’Infanta Imperatrice, sovrana di Fantàsia e centro del suo essere. Solo guarendo l’Imperatrice si guarirà di conseguenza anche tutto il mondo. La salvezza dell’Imperatrice è affidata al giovane Atreiu, un cacciatore delle grandi praterie, il quale dovrà partire per una lunga ricerca, attraverso posti inospitali e affrontando grandi pericoli dovrà scoprire l’unico modo per salvare tutta Fantàsia.

Bastiano, intanto, si rende conto che il libro che sta leggendo è un libro magico e ben presto si troverà personalmente invischiato nelle avventure di Fantàsia, entrando lui stesso nel libro e quindi nel mondo di fiaba.

Qui anche lui dovrà fare un lungo viaggio, ma sarà avvantaggiato dal potere conferitogli dall’ Infanta Imperatrice, che gli permetterà di plasmare Fantàsia secondi il suo volere. Ma ogni volta che utilizzerà questo potere, Bastiano perderà un po’ dei suoi ricordi, rischiando di dimenticare il suo mondo, la sua famiglia e anche sè stesso.

34hdiy1.png


E’ difficile giudicare un libro come La Storia Infinita da adulti. Il libro è evidentemente pensato per bambini di circa 10-11 anni, basta vedere l’età del piccolo Bastiano e di Atreiu, i due principali protagonisti, o la semplicità del lessico.

Entrambi i ragazzi si vedono costretti dalle circostanze a compiere un viaggio alla ricerca di qualcosa, ma se Atreiu ha un obiettivo chiaro (salvare Fantàsia), quello di Bastiano è molto più profondo, personale e, a conti fatti, più difficoltoso.

Questo si riflette sulla scorrevolezza della lettura, molto più interessante la prima parte rispetto alla più noiosa seconda parte.

Un tema fondamentale trattato dall’autore è la fantasia, che non è vista semplicemente come la facoltà di immaginare cose che non esistono, ma, tramite essa, l’uomo può plasmare la realtà, creando passato, presente e futuro di qualcosa. Metafora, forse, dell’atto creativo di uno scrittore che con il suo lavoro crea nuovi mondi, nuove persone, nuove situazioni e quindi di una nuova parte di Fantàsia, il mondo che non ha confini.

Non a caso, i due mondi (quello reale e Fantàsia) sono strettamente correlati tra loro e simbolicamente rappresentati dai due serpenti che si mordono la coda. Come si legge nell’opera, mentre il Nulla divora Fantàsia, i suoi abitanti si riversano nel mondo reale, diventando bugie o cattive azioni che a loro volta alimentano il Nulla in un circolo vizioso.

Altro concetto trattato da Ende sono i desideri e i ricordi. Che cos’è la fantasia se non la creazione di qualcosa tramite un desiderio? Ma per avere desideri bisogna avere un passato e conoscere la propria identità, infatti i desideri di ognuno sono diversi e dettati dalle proprie esperienze passate. Bastiano, man mano che esprime desideri, perde parte dei ricordi, e perdendo ricordi perde anche il suo scopo (tornare a casa), la volontà di farlo e soprattutto perde la sua capacità di inventarsi storie per plasmare Fantàsia.

Ma bisogna fare attenzione a cosa si desidera, Bastiano viene man mano attratto dal potere, diventando sempre più arrogante, guadagnando fama e ricchezza, ma perdendo una cosa molto importante, l’unica che alla fine può salvarlo: l’amicizia di Atreiu.

Ma la fantasia come atto di creazione, come la scintilla che ci rende più simi a ***, è solo uno dei significati nascosti che Ende ha racchiuso nella sua opera, vero e proprio romanzo di formazione.

VOTO: 3/5

Edizione recensita:

Copertina flessibile: 436 pagine

Editore: TEA (10 settembre 2009)

Collana: I grandi della TEA

Lingua: Italiano

ISBN-10: 8850219865

Citazioni:


Per Bastiano Baldassarre Bucci la passione erano i libri.



Chi non ha mai passato interi pomeriggi con le orecchie in fiamme e i capelli ritti in testa chino su un libro, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a sé, senza più accorgersi di aver fame o freddo; chi non ha mai letto sotto le coperte, al debole bagliore di una minuscola lampadina tascabile, perché altrimenti il papà o la mamma o qualche altra persona si sarebbero preoccupati di spegnere il lume per la buona ragione ch’era ora di dormire, dal momento che l’indomani mattina bisognava alzarsi presto; chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d’improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse; chi non conosce tutto questo per sua personale esperienza, costui molto probabilmente non potrà comprendere ciò che fece allora Bastiano.


 

 

 


«Mi piacerebbe sapere», mormorò fra sé, «che diavolo c’è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c’è di colpo una storia tutta intera. Ci sono personaggi che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani. Tutte queste cose in qualche modo sono già nel libro. Per viverle bisogna leggerlo, questo è chiaro. Ma dentro ci sono fin da prima. Vorrei proprio sapere come.»





 
Spero di aver fatto una buona recensione. Se ci sono degli errori, scusatemi.

Ovviamente non contiene spoiler, solo accenni alla trama, quindi leggete tranquillamente e se notate qualche errore fatelo presente. Grazie =)

BRANDON SANDERSON: STEELHEART





9788834727379_1024x1024.jpg



6pb95c.png


Sanderson, Brandon: Steelheart - Fanucci Editore 2014

Pgg. 380; Ebook & Cart.Edit. - Traduzione di Gabriele Giorgi (tit.Orig.: Steelhearth 2013)

Edizione recensita: Ebook.

34hdiy1.png


Immaginatevi una grossa luna rossa che compare misteriosamente in cielo ed immaginatevi un mondo in cui alcuni prescelti hanno acquisito dei superpoteri. Bene, ora cercate di immaginare queste persone speciali che usano i loro poteri per distruggere e per uccidere. Fatto? Questo è Steelheart, primo romanzo della nuova trilogia scritta da Brandon Sanderson, un autore che non ha bisogno di presentazioni ormai e che considero il volto del fantasy contemporaneo. Nel suo nuovo mondo, distrutto a seguito degli attacchi di coloro che vengono definiti “Epici”, regnano il caos e la devastazione più totali e le persone normali vivono nel terrore di venire uccise e quindi si nascondono, oppure obbediscono ciecamente a coloro che regnano incontrastati. Alcuni sperano nell’arrivo degli eroi, altri si sono rassegnati a questa vita di stenti e di sofferenza, mentre altri lottano per la speranza e per la libertà, oppure per la vendetta. E’ quest’ultimo il motivo che spinge David a lottare contro l’epico Steelheart, reo di aver ucciso suo padre dieci anni prima in seguito ad una ferita accidentale causata da un colpo di pistola lanciato per tentare di salvare lo stesso Steelheart dall’attacco di un altro epico che stava uccidendo le persone presenti nella banca (il padre del protagonista pensava che Steelheart fosse venuto a salvarli). Quella è stata l’unica volta che si è visto Steelheart sanguinare (correva voce che fosse immortale ed intoccabile). Dopo l’evento il malvagio Steelheart, con lo scopo di insabbiare ogni prova della sua vulnerabilità, distrugge la banca ed uccide tutti i presenti, tranne David che riesce a fuggire. Qualche anno dopo, il protagonista decide di cercare gli “eliminatori”, un gruppo di persone che affrontano e uccidono gli epici..

Questa è la premessa generale. Non vado oltre per non incappare in qualche indesiderato spoiler che rovini l’esperienza di lettura a qualcuno.

Per quanto la premessa possa sembrare fin troppo semplice, vi assicuro che il contenuto è tutt’altro che ingenuo, partendo dai personaggi fino ad arrivare allo svolgimento dell’intera faccenda, che si conclude con un finale chiuso, nel senso che il romanzo è autoconclusivo, quindi che non volesse continuare è libero di non farlo, senza alcun problema.

I personaggi, dicevo. Ebbene, posso confermare che essi sono davvero ben caratterizzati e gestiti egregiamente dall’autore, il quale li racconta attraverso gli occhi e le impressioni dello stesso protagonista grazie alla prima persona e ai dialoghi; il loro passato viene svelato poco per volta, senza alcuna fretta o forzatura, rendendo il tutto ancora più interessante e convincente. I Villain, gli “Epici”, sono anch’essi molto interessanti da scoprire, con i loro punti di forza dati dai poteri, che li rendono temibili o meno a seconda del potere che possiedono, ma nello stesso tempo sono vulnerabili, perché ognuno di loro ha un punto debole, a volte semplice da scoprire, altre volte non facile da capire: anche da questo punto di vista non manca una certa genialità, una certa intuizione positiva da parte dell’autore, che sottolinea come nessuno, per quanto apparentemente intoccabile, è privo di una corazza che può essere abbattuta anche da chi è più debole.

Tutta la vicenda si svolge in quella che viene chiamata Newcago in seguito all’attacco e alla presa del potere da parte di Steelheart, che domina con fermezza e poca compassione verso quelli che lui chiama “i suoi sudditi”, i quali vivono o in superficie, o sotto terra in una specie di città sotterranea; un regime dittatoriale classico insomma, sottolineato da propaganda e dimostrazioni di violenza continue mostrate in diretta. Scopriremo che esistono altri “alti Epici” (Persone con poteri superiori, più forti degli Epici normali) che dominano altre aree più o meno grandi, ma non verranno approfonditi in questo primo capitolo. In generale, dunque, l’ambientazione di questo romanzo, per quanto limitata dalla stessa Newcago, convince, anche grazie all’autore che, come per i personaggi, svelerà le sue caratteristiche e peculiarità piano piano, nel corso della narrazione.

Prima ho sottolineato come la trama possa sembrare semplice, ma non fatevi ingannare, perché lo svolgimento è egregio, con colpi di scena abbastanza forti e inaspettati per niente “telefonati” e con un ottimo equilibrio tra momenti drammatici e momenti più leggeri, con scambi di battute tra i personaggi molto vivaci e a volte divertenti.

Tutto questo è descritto in maniera magistrale dall’autore, che si dimostra ancora una volta capace di creare una bella storia quasi priva dei soliti cliché del genere, con ottime descrizioni di ambienti e di scene d’azione.

Insomma, in generale mi ritengo soddisfatto dalla mia lettura. Ero indeciso se dare quattro o cinque stelle al romanzo, ma alla fine ho optato per la seconda scelta, perché l’insieme, quello che l’autore è riuscito a creare, poggia su solidissime basi e sinceramente non riesco a trovare un punto debole che può far crollare tutto. La parola migliore che mi è venuta in mente è per descrivere questo lavoro è: CONVINCENTE. Se un romanzo convince senza riserve, è giusto dare un voto più che positivo, anche se questo commento è del tutto soggettivo, quindi soggetto a critiche e commenti, siano essi positivi o negativi.

C6qXjU6.png


 
Ultima modifica da un moderatore:
Ottima recensione Raven, te l'ho aggiunta alla lista! se preferisci dare un'impostazione grafica come quella degli altri ricorda che trovi tutto al primo post!:cat:

 
Grazie =)

Ho aggiunto le stelle e "commento" alla recensione. =). Dovrebbe bastare, no? =)

 
Grazie =)
Ho aggiunto le stelle e "commento" alla recensione. =). Dovrebbe bastare, no? =)
E' perfetta, grazie per il contributo! //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png

 
Grazie =)
Ho aggiunto le stelle e "commento" alla recensione. =). Dovrebbe bastare, no? =)
Rave, per un lavoro perfetto dovresti aggiungere la descrizione del libro recensito, evidenziata prima del commento.

E cioè: autore, titolo, editore, anno di edizione (magari la collana, se rientra in un progetto editoriale a lungo termine), e il titolo originale se non è un testo in lingua italiana.

 
Ultima modifica:
Stasera metterò tutte le info mancanti //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/smile.png.

Inviato dal mio GT-N8000 utilizzando Tapatalk

 
Ultima modifica da un moderatore:
Aggiornata la recensione con i dati completi (o almeno spero)

 
Aggiornata la recensione con i dati completi (o almeno spero)
va benissimo Raven, grazie! //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif

 
David Gaider: Il Trono Usurpato

multiplayer_-_il_trono_usurpato.jpg





6pb95c.png


Gaider, David: Il Trono Usurpato - Multiplayer Edizioni 2009

Pgg 280 - Edizione Cartacea & Ebook - Trad. Daniela Di Falco (Titolo Originale: Dragon Age: The Stolen Throne 2009)

Edizione recensita: Ebook

34hdiy1.png


Vuoto. Questa è parola che mi è balenata in testa non appena ho spento il mio kobo con la ferma decisione di abbandonare la lettura. Mi è capitato poche volte, di rado decido di abbandonare un libro a metà e quando lo faccio ne rimango perplesso e, credo, triste. Insomma, non è una decisione che prendo alla leggera. Avevo deciso di leggere il trio di romanzi che compongono la serie di Dragon Age perché ho trovato il videogame da cui sono tratti decisamente sopra le aspettative, nel senso che è un vero capolavoro, con personaggi, storia ed ambientazioni davvero affascinanti; volevo approfondire il lore, tutto quello che ruota attorno al mondo creato dagli sviluppatori di Bioware, ma questa bella idea, condita da aspettative medio-alte, si è rivelata del tutto fallimentare.

Perchè? Semplicemente perché il libro è di una vuotezza allucinante, solcato da errori grammaticali, personaggi ben poco caratterizzati sia nell'aspetto che nella psicologia (forse solo uno si salva: Loghain), che non lasciano niente a livello emozionale; ambientazioni descritte alla veloce, senza enfasi e situazioni ripetitive, nonché, anche in questo caso, descritte sommariamente, quasi come se l'autore avesse fretta di finire di scrivere il proprio romanzo. Mi spiace, perché avrei voluto conoscere più a fondo gli eventi che precedono quelli raccontati nel videogame... in un certo senso ci tenevo perché ne sono rimasto affascinato.

rKoCBdY.png


 
Inferno - Dan Brown

2vsm6ao.jpg





6pb95c.png


Il famoso storico d’arte e simbolista americano, Robert Langdon, si risveglia in un letto d’ospedale con una brutta ferita alla testa e un’ancor più brutta amnesia che gli ha cancellato dalla memoria gli ultimi due giorni. Con sua grande sorpresa, Robert non si trova nell’ospedale di Boston, ma nella bella Firenze. Ancora stordito e confuso, non ha nemmeno il tempo di riprendersi e deve già fuggire da un sicario che irrompe, pistola alla mano, nella sua stanza d’ospedale. Solo grazie al pronto intervento delle bella dottoressa Sienna Brooks, Robert riesce a sfuggire all’assassino. Ma come è arrivato a Firenze? E perché qualcuno vuole ucciderlo? E perché nella sua giacca trova una riproduzione dell’Inferno di Dante dipinto da Botticelli? E chi è la signora dai capelli argentei che compare nelle sue inquietanti visioni?

Tante domande a cui dovrà dare una risposta, ma ogni risposta porterà a nuove domande... seguendo gli indizi lasciati da un folle, il professore dovrà seguire una pista che lo porterà a visitare i monumenti più belli di Firenze, sempre sfuggendo ai suoi inseguitori. Ben presto però scoprirà che la posta in gioco non è solo la sua vita, ma la salvezza dell’intero genere umano.

34hdiy1.png


Niente da dire, la presentazione di Firenze fatta dall’autore fa venire voglia di prendere e andare subito nella città d’arte per visitarla, per vedere con i propri occhi i monumenti, gli affreschi, i mosaici, le statue e perché no, ripercorrere di persona il viaggio di Langdon, rimanendo a bocca aperta davanti alla magnificenza del Rinascimento italiano.

Brown fa sfoggio anche stavolta della sua preparazione storica e culturale, ma le imprecioni sono sempre dietro l’angolo, sarà che ha dovuto riadattare tutto per farlo stare in un romanzo? Parlando della trama, non spicca certo per originalità, anzi è molto simile ai libri precedenti, con indovinelli da risolvere, molti dei quali banali (forse perché siamo italiani, per gli americani non è così semplice scoprire cosa significa la parola CATROVACER) e con colpi di scena scialbi e alcuni molto prevedibili, facendo cadere uno dei due punti cardine del libro.

Lo stile di scrittura di Brown, estremamente semplice, lineare e con capitoli molto brevi, per fortuna aiuta a proseguire agevolmente nella lettura, visto che la storia non traina come dovrebbe. Da segnalare alcuni punti dove ci sono continue ripetizioni o assurde spiegazioni (per esempio cos’è la porta di un città, vedi citazioni) e possono risultare più noiosi rispetto alla media dell’opera.

Anche i personaggi non spiccano e si perdono in banalità, basti pensare al caro Robert che rimane basito davanti ad un negozio chiuso perché il giorno di riposo è lunedì e non domenica.

D’altronde, Inferno non è e non vuole essere un romanzo storico o un misterioso libro giallo o un thriller psicotico, ma prende un pizzico da ognuno per creare un’ottima lettura da spiaggia e niente più.

zMihVO7.png


Edizione recensita:

Copertina flessibile: 712 pagine

Editore: Mondadori (8 aprile 2014)

Collana: Oscar Edizione speciale

Lingua: Italiano

ISBN-10: 8804640693

Citazioni:


«un’alta barriera di pietra e mattoni con un passaggio al centro che conserva il massiccio portone di legno a due battenti, ora sempre aperto per il libero transito dei veicoli»



Grazie Dan Brown per averci spiegato cos’è una porta.





 
Don Winslow: L'Inverno di Frankie Machine

frankieMachine_1207819728.jpg





34hdiy1.png


A sessantadue anni, Frank Machianno, alias Frankie Machine, è un tranquillo uomo d'affari, ancora nel pieno delle sue forze: proprietario di un negozio di esche sul molo di San Diego, agente immobiliare, rifornitore di pesce e tovaglie per ristoranti. Con una figlia da mantenere all'università, una ex moglie cui pagare gli assegni, una fidanzata, giovane e bella, che ama divertirsi. E un amico poliziotto cui ha salvato la vita ma che sa tutto del suo passato, della sua lunga militanza in Cosa Nostra. Quando i suoi antichi 'datori di lavoro' si fanno vivi e gli chiedono di intervenire come mediatore in una lite tra famiglie, Frank non può rifiutare. Anche se ciò significa precipitare di nuovo nel mondo della mafia. Per sopravvivere, a Frank Machianno non resta che tornare a essere il terribile Frankie Machine; e nel frattempo cercare nel suo passato, per scoprire chi, tra i suoi vecchi 'amici', è così ansioso di vederlo morto.

Don Winslow non delude e tira fuori dal cilindro un altro libro da pelle d'oca. Il ritmo è veloce ed intenso, i colpi di scena continui e la narrazione superba.


Il libro inizia con una parte descrittiva sulla giornata tipo di Frank che letteralmente ci trasporta con la mente e il corpo a San Diego, lì dove Frank abita e conduce la sua esistenza senza particolari pensieri. Poi dopo una quarantina di pagine, il libro cambia totalmente.



Azione, complotti, droga e sesso la fanno da padrone, ma Frank è un uomo d'altri tempi, un uomo di parola e di onore, se mai ne sono esistiti. La narrazione procede a pari passo tra presente e il passato con capitoli a volte brevissimi, addirittura di poche righe, ormai marchio di fabbrica del buon Winslow.



Il finale poi, da pelle d'oca.


 


Se devo trovare dei difetti a questo libro, direi che a volte si va un pò in confusione per i tanti personaggi che entrano in scena nel libro, ma tenendo appunti segnandosi i nomi e caratteristiche non ci sono problemi.


 


Consigliato a tutti, libro davvero splendido. Per chi ama azione, poliziotti corrotti e droga, qui ce n'è a volontà. Non a caso è già stato annunciato il film, diretto da Micheal Mann con Robert De Niro nei panni di Frankie Machine.


 

 


B7wPc7G.png



Mezzo voto in meno solo per il difetto descritto in precedenza.


 
Citazioni:


«un’alta barriera di pietra e mattoni con un passaggio al centro che conserva il massiccio portone di legno a due battenti, ora sempre aperto per il libero transito dei veicoli»



Grazie Dan Brown per averci spiegato cos’è una porta.



:rickds:

 
I Pilastri della Terra - Ken Follett

11gpys1.jpg





6pb95c.png


Premessa: L’Inghilterra del XII secolo è preda della guerra civile causata dalla morte di re Enrico I e del suo erede. I feudatari e la borghesia cercano di approfittare dell'occasione per prendere potere.

Questo libro parla di Tom il costruttore, che perde il lavoro, la moglie, il figlio e il maiale. Poi Tom ritrova un lavoro, ritrova il figlio e ritrova una moglie. Peccato per il maiale.

Questo libro parla di Aliena, la figlia del conte, che perde il titolo, perde il padre, perde la verginità. Poi ritrova il padre e ritrova la ricchezza. Peccato per la verginità.

Questo libro parla anche di Jonathan, il neonato adottato dai frati, parla della famiglia Hamleigh che spodesta il conte di Shiring, parla di mercanti di lana, di guerrieri, di amicizie, di amori, guerre e tradimenti, in un grande e complesso intreccio che però si focalizza su una decina di personaggi, relegando tutti gli altri a mere comparse.

La protagonista principale però è la cattedrale, tutto ruota intorno alla sua costruzione. Contesa quasi fosse l’Unico Anello di Tokien, la cattedrale è lo scopo della vita del priore Philip, capo del monastero di Kingsbridge, di Tom che vuole costruirla, di Jack che vuole completarla, di William e Walter che invece vogliono impedirne la costruzione e trasferirla dove fa loro comodo, perché la cattedrale porta fama e ricchezza al luogo ove sorge.

34hdiy1.png


Acclamato come il più grande capolavoro di Follett, a parte la buona ricostruzione storica e il buon intreccio di situazioni e personaggi, il libro è pessimo. La ripetitività la fa da padrone, buoni e cattivi si scontrano continuamente in un ciclo infinito: i buoni vogliono costruire la cattedrale, i cattivi mettono loro i bastoni tra le ruote e vogliono il potere per sé. I buoni però, essendo bravi belli e intelligenti solo loro, riescono sempre a superare gli ostacoli. La stessa cosa per le storie personali dei personaggi, che perseverano diabolicamente sempre e comunque, ogni personaggio continua a perdere e ritrovare quello a cui tiene di più, che sia il potere o l’amore o il lavoro. Puntiamo il dito anche contro l’arroganza del priore Philip, sottilmente mascherata da bontà e altruismo mostrati però solo verso i suoi amici. Basta dire “è la volontà di ***” per permettere massacri di innocenti affamati sotto le mura del suo monastero. L’importante non è la vita dei poveri che stanno morendo di fame, l’importante è continuare con la costruzione della cattedrale.

Lo stile di Follett è abbastanza piatto e senza pathos, non ci sono momenti esaltanti o situazioni con un minimo di mordente, ma si assiste passivamente, quasi senza emozioni, alle continue disgrazie che i personaggi si infliggono a vicenda. Il tutto è poi appesantito da lunghe e approssimative descrizioni dell’architettura della cattedrale, che di certo non aiutano.

Nonostante la storia sia articolata in circa cinquant’anni, fa storcere il naso la mancanza di crescita dei personaggi. Ogni personaggio non cambia con il tempo, non progredisce, non impara dagli errori passati, non matura passando dalla fanciullezza all’età adulta, rimangono tutti statici e immutabili.

Un inizio molto molto lento, un finale raffazzonato e alcuni sconcertanti balzi temporali nel bel mezzo delle vicende concludono il pessimo quadro del libro.

Sepolto sotto tutto questo, troviamo però un’abile destrezza nell’interecciare fatti e vicende dei vari personaggi e, come già detto, una buona ricostruzione storica.

Voto: 1/5

rKoCBdY.png


Info:

Copertina flessibile: 1030 pagine

Editore: Mondadori; Neuauflage. edizione (3 luglio 2007)

Collana: Oscar bestsellers

Lingua: Italiano

ISBN-10: 8804572264

 
I Vermi Conquistatori - Brian Keene

Genere: Horror / Apocalittico

opdc0g.png





6pb95c.png


Alcuni lo chiamano Armageddon, altri Ragnarok, altri Apocalisse, ma è comunemente conosciuta come “fine del mondo”. Solo che nessuno se l’era immaginata così.

Da più di 40 giorni piove su tutto il pianeta, che sia una violenta tempesta o una leggera pioggerella, l’acqua non ha mai smesso di cadere, allagando completamente la Terra e spazzando via il genere umano. Solo le cime delle montagne o i grattacieli più alti resistono, isole sparse in un unico, enorme oceano. Sulla cima di uno di questi monti troviamo Teddy Garnett, un ottantenne ancora in gamba che cerca di sopravvivere al diluvio, attanagliato dal dolore lontano, ma ancora forte, per la perdita dell’amata moglie e dalla dipendenza alla nicotina, sostanza ormai impossibile da recuperare. A lui si aggiungerà presto Carl, il suo migliore amico. Insieme dovranno affrontare creature che sembrano sbucate fuori da un incubo: enormi vermi bianchicci, puzzolenti e affamati di carne, spinti in superficie da chissà cosa.

Ben presto ai due anziani si aggiungeranno Sarah e Kevin, scampati anche loro da un diverso pericolo, ma altrettanto mostruoso.

Le enormi creature d’incubo non sono però l’unico pericolo: satanisti, demoni, stregoni e magia nera popolano ormai la Terra. La fine del genere umano è ormai vicina oppure c’è sempre un sottile filo di speranza?

34hdiy1.png


Quest’opera horror si colloca a metà strada tra King e Lovecraft. Dal primo l’autore prende le atmosfere cupe, il cinismo e i personaggi ben orchestrati, mentre dal secondo attinge a piene mani per mostruosità orrorifiche, antichi riti e follia (non a caso, Keene cita più volte proprio il solitario di Providence).

L’autore prende spunto anche dalla Bibbia (e come non potrebbe, vista l’apocalisse che ha creato?), dando ai suoi mostri i nomi di creature degli antichi miti biblici tratti dal libro di Giobbe: il Leviatano e Behemot.

Il libro è strutturato in tre parti, tutte narrate in prima persona: nella prima parla Teddy raccontando di sé stesso e Carl alle prese con i vermi, nella seconda Kevin narra della sua esperienza e i mostri marini a cui sono sfuggiti lui e Sarah. Nell’ultima, narrata sempre da Teddy, si ritorna sulla cima della montagna dove i quattro devono fronteggiare nuovamente follia e mostruosità.

L’unione delle tre parti forse è un po’ forzata, il racconto centrale è totalmente slegato dal resto del libro, ma si inserisce bene nel contesto generale “fine del mondo” e soprattutto serve a farci conoscere due dei quattro personaggi del libro.

Nonostante questo stacco, l’attenzione del lettore è sempre alta e la storia non manca mai un colpo, tenendoci incollati dalla prima all’ultima pagina.

Ritornando ai paragoni con i due mostri sacri del genere horror citati all’inizio, è impossibile non fare l’accostamendo dell’opera di Keene con il racconto “La Nebbia” di King e il ciclo di Chtulhu di Lovecraft. Se li avete già letti e vi sono piaciuti o se amate l’horror in generale, non potrà non piacervi anche questo libro.

Voto: 4/5

sSxiHc2.png


Info:

Copertina flessibile: 312 pagine

Editore: MONDADORI (2 luglio 2014)

Collana: Urania Horror n° 6

Lingua: Italiano

Edizione recensita:

Formato: Formato Kindle

Dimensioni file: 761 KB

Lunghezza stampa: 194

Editore: MONDADORI (2 luglio 2014)

Lingua: Italiano

ASIN: B00L9LRDAO

Citazioni:

«Ho paura di credere» bisbigliò Sarah. «Perché ho paura di quello che significherebbe.»

 


Perché perdere tempo a scrivere di quanto è doloroso scrivere? Semplice, perché va fatto.


 


Rammentai a me stesso che non potevano esserci ombre visto che non c’era più la luce del sole, e prontamente mi dissi di chiudere la boccaccia. Me stesso fu d’accordo con me.


 
Ultima modifica da un moderatore:
La Figlia della Strega - R.A. Salvatore

Genere: Fantasy

2edo8w6.jpg





6pb95c.png


NOTA: la recensione riguarda solo il romanzo, i 12 racconti sono esclusi.

Sono passati vent’anni dalla sconfitta di Morgan Thalasi, lo Stregone Nero. In queste due decadi, Thalasi è rimasto nella sua oscura fortezza, intrappolato nel corpo del suo braccio destro Reinheiser, due volontà in perenne lotta per la conquista dell’ormai decadente corpo fisico. Solo grazie ad un servitore talon, una razza simile agli orchetti, Thalasi e Reinheiser scoprono infine che, collaborando, possono raggiungere un enorme potere magico.

Parte così la campagna di conquista di Thalasi/Reinheiser verso le terre libere di Ynis Aielle e soprattutto contro i suoi odiati nemici, i tre maghi buoni che difendono Aielle dal male: Brielle, la maga di smeraldo, Ardaz il mago d’argento e Istaahl il mago bianco.

L’avanzata dell’esercito talon è rapida e inaspettata, ma ben presto, grazie a formidabili alleati del Bene quali Belexus e Andovar, i ranger di Avalon, Bryan di Corning e Rihannon, figlia di Brielle, i malvagi talon vengono bloccati ai Quattro Ponti, l’unica via loro possibile per superare il Fiume Infinito e invadere la terra di Calva.

Su questi quattro enormi ponti di pietra si svolgerà la grande battaglia campale delle forze di uomini ed elfi contro le animalesche armate di Thalasi, mentre lo Stregone Nero convoglierà il suo terribile potere contro i maghi avversari.

34hdiy1.png


Classico esempio di High Fantasy, l’opera di Salvatore prende evidentemente spunto da “Le Due Torri” di Tolkien, sia nei nomi di alcuni luoghi che in alcune situazioni.

La trama, pur essendo semplice, forse addirittura banale (quante volte abbiamo visto elfi e umani che si difendono contro i malvagi orchi?), riesce comunque a coinvolgere il lettore, grazie a personaggi ben strutturati e ad alcune idee niente male.

Lo stile di scrittura di Salvatore è sempre scorrevole, non lascia mai nulla al caso e ogni scena è ben descritta senza però eccedere e appesantire la lettura.

Una nota di biasimo su Thalasi/Reinheiser, presentato molto bene, ma successivamente la doppia identità viene poco sfruttata, un peccato perché è un personaggio veramente caratteristico e, a modo suo, innovativo.

Alcuni dubbi sorgono durante la lettura, ci sono alcuni indizi che fanno capire una profondità maggiore di quella presentata e cercando qualche informazione online, scopriamo infatti che questo è il secondo volume di una trilogia. Per quanto sia autoconclusivo e con alcuni personaggi ben descritti, altre figure vengono quasi tralasciate, proprio perché approfondite nel libro precedente. Una pessima scelta editoriale, che comunque non inficia molto il godimento del libro.

Un ottimo romanzo per i neofiti del genere, meno per chi di pagine fantasy ne ha già masticate parecchie.

Voto: 3/5

Info:

Paperback: 462 pagine

Editore: Mondadori (1 ottobre 1992)

Serie: Urania Fantasy Semestrale #2, suppl. Urania Fantasy 53

Lingua: Italiano

Citazioni:

— Che cosa hai fatto? — chiese l'incarnazione della Morte. — Ho battuto perfino te, inevitabile vincitrice! — disse ridendo Thalasi.

 
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top