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Ma di preciso cosa dovrei scrivere? Una specie di pubblicità delle mie recensioni?
No.. mi spiego meglio:

- quando pubblicate una recensione, non fate altro che pubblicizzare il libro letto, con pregi e difetti...

- ora, raccogli tutto in 4 righe di testo e mandamelo;

- mi raccomando, scrivete col cuore :kappe: .. vedetelo come una chiacchierata tra amici, raccontando perchè quel libro vi ha catturato, emozionato, infastidito ecc ecc..

ehm ehm...

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Scrittori e recensori di tutto il mondo.. venghino signori veeeenghino....

in questa sezione potrete pubblicizzare la vostra recensione o il vostro manoscritto... le uniche regole sono un PM di largo anticipo corredato da una descrizione di appena 4 righe del vostro pezzo... con tanto di Titolo e Autore dell'opera....

venghino.. venghino.... !

 
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No.. mi spiego meglio:
- quando pubblicate una recensione, non fate altro che pubblicizzare il libro letto, con pregi e difetti...

- ora, raccogli tutto in 4 righe di testo e mandamelo;

- mi raccomando, scrivete col cuore :kappe: .. vedetelo come una chiacchierata tra amici, raccontando perchè quel libro vi ha catturato, emozionato, infastidito ecc ecc..

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Scrittori e recensori di tutto il mondo.. venghino signori veeeenghino....

in questa sezione potrete pubblicizzare la vostra recensione o il vostro manoscritto... le uniche regole sono un PM di largo anticipo corredato da una descrizione di appena 4 righe del vostro pezzo... con tanto di Titolo e Autore dell'opera....

venghino.. venghino.... !
bello il bannerino "topi da biblioteca" :rickds:

 
N.B.

anche se nessuno mi ha mandato un trafiletto.. ho preso, copiato e incollato i vostri commenti e ne ho tirato fuori dei trafiletti :the:

spero che apprezziate ... nel prossimo numero della rivista vederete il risultato :kappe:

 
Il Silenzio Degli Innocenti - Thomas Harris

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Edizione: Oscar Mondadori

Numero di Pagine: 383

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Clarice Starling è una giovane e brillante studente della prestigiosa Accademia di Quantico a cui viene offerta, dal caposezione Jack Crawford, la possibilità di collaborare con l'FBI: la ragazza dovrà cercare di convincere il dottor Hannibal Lecter, ex-psichiatra ed efferato pluriomicida rinchiuso nel manicomio di Baltimora, a fornire aiuto per catturare "mostri" come lui. Il rapporto tra Clarice ed Hannibal "Il Cannibale" si rivelerà essenziale per identificare e catturare Buffalo Bill, l'assassino di donne che sta terrorizzando l'America. Ma il dottor Lecter non è disposto a cedere le sue informazioni senza ricevere nulla in cambio...

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Questo celebre thriller gode di una trama in grado di catturare il lettore sin dalle prime pagine, grazie ad un ritmo ineccepibile costruito grazie a capitoli non eccessivamente lunghi e scritti con un lessico ricco quanto basta, dotati di dialoghi e descrizioni serrate ed incentrati di volta in volta su un preciso personaggio od una certa situazione. Nonostante la tensione si mantenga sufficientemente alta nel corso dell'opera, vi sono sezioni di stanca oppure dall'utilità dubbia ai fini della trama. Finire la lettura è come trovarsi alla fine di un puzzle con dei pezzi (non molti, fortunatamente) in più, assolutamente superflui. I personaggi, poi, sono piuttosto ordinari e non così ispirati. Il libro sarebbe dunque "solo" leggermente superiore alla media del genere, se non fosse per la figura di Hannibal lecter: carismatico, terribilmente intelligente, spietato e costantemente latore di una lucida e fredda follia, il Cannibale è un personaggio straordinario che si è giustamente ritagliato un posto nell'Olimpo dei serial killer del mondo della letteratura, nonostante nel romanzo svolga più una funzione di comprimario che di antagonista vero e proprio; diciamo una commistione dei due. Concludendo, il libro in questione è buono, ma è grazie al dottor Lecter che diventa DAVVERO buono. Consigliato ad ogni estimatore del genere

Voto: 4/5

 
L'Eroe nell'Ombra - David Gemmell

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Waylander è fuggito dal territorio Drenai, arrivato in un paese straniero e lontano si è creato una nuova vita, vivendo di rendita di tutti i soldi guadagnati facendo l’assassino e i successivi investimenti. Sfortunatamente per lui, la terra di Kydor è stata scelta come base dai demoni che progettano di invadere il nostro mondo e, volente o nolente, Waylander si ritroverà nuovamente immischiato in una guerra, braccato da numerosi nemici e con ben pochi amici.

Il nostro cupo eroe dovrà quindi destreggiarsi tra i propri sensi di colpa, i rimpianti per la vita vissuta e gli intrighi politici e militari creati dall’”ambasciatore demoniaco” il cui compito è trovare alleati tra gli umani e formare una base solida per l’apertura del portale che porterà i demoni sulla terra.

Nell’affrontare tutto ciò Waylander sarà accompagnato da Kysumu, il più letale spadaccino Chiatze, Yu Yu, un semplice sterratore che però si rivelerà fondamentale nella battaglia finale e Ustarte, potente sacerdotessa ibrida metà umana e metà tigre.

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Anche in questo libro lo stile di Gemmell rimane immutato e da molta importanza ai rapporti che i personaggi principali hanno sia con gli altri che con loro stessi, venendo così delineati perfettamente, senza punti in ombra o sbavature.

Abbiamo così Waylander, che già conosciamo come eroe cupo e riflessivo, ma con una freddezza e una lucidità eccezionali anche nelle situazioni più concitate, Kysumu invece è un spadaccino con un severo codice morale da rispettare, Ustarte è legata al suo passato e vuole eliminare il tiranno a capo dei demoni e Yu Yu è una persona semplice ma volenterosa e di animo buono.

Ogni personaggio, anche quelli secondari, è quindi costruito e dettagliato sotto ogni aspetto, peccato però che la stessa cura non sia presente anche nella trama, che appare fin troppo banale e scontata, con ben pochi colpi di scena del tutto prevedibili e un finale un po’ forzato.

Rimane comunque un buon libro, scorrevole e per nulla noioso, ma non raggiunge le vette di cui Gemmell è stato capace in altre opere.

Voto 3/5

 
raga.. entro oggi dovrei rientrare in possesso della mia stanza e quindi avere max libertà col pc portatile...

vi prego di pazientare ancora un pò per gli aggiornamenti grafici..

scusate ancora :wush:

 
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Il Padrino - Mario Puzo

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Edizione: Dall'Oglio

Numero pagine: 451

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La criminalità organizzata newyorkese è comandata da cinque potenti Famiglie malavitose, ciascuna con i più svariati interessi nel campo del business illegale. Alla fine della seconda Guerra Mondiale la più potente è la famiglia Corleone, guidata dal famoso Don Vito, detto il Padrino. Costui, grazie all'irraggiungibile carisma, è riuscito negli anni a costruire un impero partendo dal niente, basandosi sui saldi principi della famiglia, del rispetto e della ragione. Un giorno riceve dal noto trafficante di stupefacenti Virgil Sollozzo la proposta di offrirgli protezione in modo da agevolare i suoi affari. Il Don, diffidente nei confronti del business, rifiuta. E' l'inizio di una fase di grande tensione per la malavità di New York: il Padrino subisce un attentato che lo lascia in fin di vita e la famiglia viene temporaneamente guidata dal figlio maggiore Santino, brillante ma collerico criminale, il quale fa scoppiare una guerra tra Famiglie che si trascina per anni, con perdite gravi da ogni parte. Starà a Don Vito, una volta ristabilito, sistemare le cose e scegliere un suo successore che guidi la Famiglia dopo di lui: uno tra i suoi figli, Santino, Frederico e Michael, il suo fido consigliori e figlioccio Tom Hagen o chi altro?

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Bestseller in svariati paesi, ispirazione di un film celebre: le mie aspettative nei confronti dell'opera di Mario Puzo erano molto alte, ciononostante Il Padrino ha saputo conquistarmi oltre le più rosee previsioni. Puzo descrive con passione la storia criminale per eccellenza, sapendo sempre quando parlarne in toni romantici e quando invece non c'è posto per altro che la cruda realtà dei fatti. Egli gioca brillantemente tra elissi, salti temporali e anticipazioni, manipolando in maniera dinamica il tempo della storia di modo da tenere sempre altissimo l'interesse del lettore. Il traguardo raggiunto da Puzo non è indifferente, tenendo conto che parliamo di una storia complessa, articolata, da cui si dipanano innumerevoli sottotrame. E' un carosello di personaggi tratteggiati magnificamente, primo tra tutti Don Vito, il Padrino: la sua vita viene trattata nei particolari, a partire dalla sua infanzia in Sicilia per arrivare al suo presente da imperatore del crimine. Corleone è un uomo affascinante, traboccante di carisma, che fa affidamento sulla forza della ragione prima che sulla forza bruta, che con la sua abilità nel toccare sempre i tasti giusti ha costruito attorno a sè una fitta rete di amicizie, di rapporti basati sul rispetto reciproco. E' questa mentalità che fa provare al lettore deferenza nei confronti del Padrino, nonostante sia tutto il contrario di un eroe, di una fonte di virtù. "Il Padrino" è un romanzo lungo e non mentirò dicendo che tale lunghezza non si avverte: al contrario, Puzo va oltre e riesce nell'impresa di fare avvertire a chi legge il passaggio di ogni secondo, di fargli percepire distintamente gli anni che trascorrono durante la vicenda, in modo tale che la sensazione di seguire una colossale trama fitta di intrighi, tradimenti e fedeltà sia salda nel lettore fino all'ultima riga. Questo ritmo atipico si configura come uno dei principali punti di forza dell'opera, assieme al magnifico senso di immedesimazione creato dalle ambientazioni descritte sinteticamente ed efficacemente e a tutta una serie di piccoli accorgimenti che l'autore non si risparmia mai. In sostanza, "Il Padrino" è un libro da leggere per chiunque, è qualcosa di imperdibile. Una storia ora romantica, ora crudele, ma sempre scritta con una competenza fuori dal comune che le conferisce un tocco unico. Si tratta veramente di un'offerta che non potete rifiutare.

Voto: 5/5

 
Il Padrino - Mario Puzo

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Edizione: Dall'Oglio

Numero pagine: 451

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La criminalità organizzata newyorkese è comandata da cinque potenti Famiglie malavitose, ciascuna con i più svariati interessi nel campo del business illegale. Alla fine della seconda Guerra Mondiale la più potente è la famiglia Corleone, guidata dal famoso Don Vito, detto il Padrino. Costui, grazie all'irraggiungibile carisma, è riuscito negli anni a costruire un impero partendo dal niente, basandosi sui saldi principi della famiglia, del rispetto e della ragione. Un giorno riceve dal noto trafficante di stupefacenti Virgil Sollozzo la proposta di offrirgli protezione in modo da agevolare i suoi affari. Il Don, diffidente nei confronti del business, rifiuta. E' l'inizio di una fase di grande tensione per la malavità di New York: il Padrino subisce un attentato che lo lascia in fin di vita e la famiglia viene temporaneamente guidata dal figlio maggiore Santino, brillante ma collerico criminale, il quale fa scoppiare una guerra tra Famiglie che si trascina per anni, con perdite gravi da ogni parte. Starà a Don Vito, una volta ristabilito, sistemare le cose e scegliere un suo successore che guidi la Famiglia dopo di lui: uno tra i suoi figli, Santino, Frederico e Michael, il suo fido consigliori e figlioccio Tom Hagen o chi altro?

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Bestseller in svariati paesi, ispirazione di un film celebre: le mie aspettative nei confronti dell'opera di Mario Puzo erano molto alte, ciononostante Il Padrino ha saputo conquistarmi oltre le più rosee previsioni. Puzo descrive con passione la storia criminale per eccellenza, sapendo sempre quando parlarne in toni romantici e quando invece non c'è posto per altro che la cruda realtà dei fatti. Egli gioca brillantemente tra elissi, salti temporali e anticipazioni, manipolando in maniera dinamica il tempo della storia di modo da tenere sempre altissimo l'interesse del lettore. Il traguardo raggiunto da Puzo non è indifferente, tenendo conto che parliamo di una storia complessa, articolata, da cui si dipanano innumerevoli sottotrame. E' un carosello di personaggi tratteggiati magnificamente, primo tra tutti Don Vito, il Padrino: la sua vita viene trattata nei particolari, a partire dalla sua infanzia in Sicilia per arrivare al suo presente da imperatore del crimine. Corleone è un uomo affascinante, traboccante di carisma, che fa affidamento sulla forza della ragione prima che sulla forza bruta, che con la sua abilità nel toccare sempre i tasti giusti ha costruito attorno a sè una fitta rete di amicizie, di rapporti basati sul rispetto reciproco. E' questa mentalità che fa provare al lettore deferenza nei confronti del Padrino, nonostante sia tutto il contrario di un eroe, di una fonte di virtù. "Il Padrino" è un romanzo lungo e non mentirò dicendo che tale lunghezza non si avverte: al contrario, Puzo va oltre e riesce nell'impresa di fare avvertire a chi legge il passaggio di ogni secondo, di fargli percepire distintamente gli anni che trascorrono durante la vicenda, in modo tale che la sensazione di seguire una colossale trama fitta di intrighi, tradimenti e fedeltà sia salda nel lettore fino all'ultima riga. Questo ritmo atipico si configura come uno dei principali punti di forza dell'opera, assieme al magnifico senso di immedesimazione creato dalle ambientazioni descritte sinteticamente ed efficacemente e a tutta una serie di piccoli accorgimenti che l'autore non si risparmia mai. In sostanza, "Il Padrino" è un libro da leggere per chiunque, è qualcosa di imperdibile. Una storia ora romantica, ora crudele, ma sempre scritta con una competenza fuori dal comune che le conferisce un tocco unico. Si tratta veramente di un'offerta che non potete rifiutare.

Voto: 5/5

FREDDY...IL PADRINOO:tragic::tragic: DEVO LEGGERLO ANCHE IO!

EDIT: OTTIMA RECENSIONE //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
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L'Isola della Paura - Dennis Lehane

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Anni 50, Teddy e Chuck sono agenti dell’FBI inviati sull’isola di Shutter per cercare un detenuto evaso, o meglio scomparso, dal carcere psichiatrico costruito sull’isola.

Una volta arrivati, i dottori del complesso si mostrano subito reticenti a fornire le informazioni essenziali ai due agenti, e Teddy ha subito dei dubbi sulla realtà di semplice carcere per folli omicidi, qualcosa di oscuro si annida sull’isola, qualcosa che tutti vogliono tenere segreto.

Nel frattempo continua la ricerca della paziente scomparsa, Rachel Solando, nonostante la violenta tempesta che imperversa per due giorni, sradicando alberi e isolando completamente l’isola dalla terraferma. Man mano che l’indagine prosegue, i sospetti di Teddy diventano sempre più fondati e il punto focale sembra essere il faro dell’isola, che pare essere utilizzato per operzioni di lobotomia ed altri esperimenti sui detenuti del carcere.

Rachel viene infine trovata, ma i sospetti di Teddy che sia stata una messa in scena aumentano e l’agente ormai non si fida più di nessuno e decide di cominciare la sua missione personale: cercare il detenuto Andrew Laeddis, l’uomo che ha assassinato sua moglie.

La ricerca risulta infruttuosa, ma porta Teddy sull’orlo della paranoia e la scomparsa di Chuck gli da il colpo finale. Si dirige così al faro per scoprire l’oscura verità dell’isola...

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Spremendo questo libro avremmo un bicchiere di intrigo, mistero e atmosfere cupe, da bere in due belle sorsate, peccato che la seconda perderebbe un po’ di gusto noir per lasciare spazio a follia e paranoia.

Inizialmente il libro prende molto, si delineano i misteri della scomparsa di Rachel, i primi dubbi si fanno strada anche in noi lettori e l’atmosfera fa venire voglia di rifugiarsi al calduccio sotto una coperta nonostante sia estate e fuori ci sia un sole splendente. Nella seconda metà del libro invece quest’aura di mistero e cupa indagine svaniscono, soppiantati da una componente d’azione e una componente di paranoica follia, nascosta comunque dietro un velo di normalità. Sia chiaro, i misteri non vengono svelati fino alla fine dell’opera, ma non sono più il punto centrale del libro, che si sposta sulla ricerca personale di Teddy.

Il finale è da un lato ben congegnato, dall’altro forse un po’ intuibile, ma non banale e l’ultimo capitolo in particolare lascia spazio a varie supposizioni.

La voglia di conoscere il manicomio criminale e i suoi misteri è tanta e porta a continuare la lettura, forse Lehane poteva fare di meglio nella delineazione dei personaggi secondari e mantenere l’atmosfera noire per tutto il libro, piccoli difetti che non portano il libro alla massima valutazione, ma rimane comunque una lettura consigliata!

Voto: 4/5

 
Il Lupo Bianco - David Gemmell

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Olek Skilgannon, detto il Dannato, formidabile guerriero, astuto stratega e implacabile combattente agli ordini della spietata e bellissima Regina Incantatrice. Sotto il comando di Jianna, la regina appena citata, ha guidato le truppe nel massacro di un’intera città. Ma i sensi di colpa per aver ucciso tanti innocenti sono troppi e così è fuggito, portando con se le magiche spade del Giorno e della Notte per rifugiarsi in uno sperduto monastero.

Ma l’amata/odiata regina vuole vendetta (o amore?) e così Skilgannon è braccato dai cacciatori di taglie e fugge dal monastero. Durante la fuga incontra Druss la Leggenda impegnato nella missione di salvataggio di una bambina, imprigionata dal perfido Maschera di Ferro in una fortezza. Per sfuggire ai sicari e alla guerra che imperversa, Skilgannon si unisce all’eroe più per necessità che per buon cuore. Al gruppo si uniscono anche Rabalyn, un coraggioso ragazzino la cui infanzia viene distrutta dalla guerra, Garianne, una giovane donna la cui mente è infestata dagli spiriti dei morti, Nian e Jared, due gemelli guerrieri uniti non più nel corpo, ma sempre nello spirito, Diagoras, un ufficiale Drenai che rinuncia al congedo per seguire l’amico Druss e infine Orasters, il padre della bambina imprigionata trasformato in un ibrido metà lupo dalla magia e che riuscirà a sconfiggere la sua parte animale grazie all’amore per la figlia.

I protaginisti, uniti dal carismatico Druss, partono alla volta della fortezza per scontrarsi con il cattivo di turno e salvare la piccola bambina.

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Diciamo la verità, la trama del libro è quasi inesistente e quel poco che c’è è veramente banale: un gruppo di eroi che devono salvare una principessa bambina rapita da un cattivo con una maschera di ferro.

Guardando più in profondità, però, vediamo quello che Gemmell voleva davvero fare, cioè creare dei personaggi profondi, carismatici e unici. Direi che ha centrato in pieno il suo bersaglio, infatti i personaggi sono ottimamente caratterizzati e completi da ogni punto di vista, soprattutto Skilgannon, anche se è un po’ troppo stereotipato (l’eroe cupo e cinico con il mal d’amore per la regina che lo vuole morto e i sensi di colpa per le azioni passate si è già visto milioni di volte).

Inutile dire che ogni personaggio ha una sua crescita, una sua missione personale, costruita da Gemmell in modo superbo in modo da incastrarsi con gli altri personaggi, senza lasciare nulla al caso o senza spiegazione.

Peccato veramente che tutto quest’ottimo lavoro umanistico non è inserito in un contesto di ugual magnificenza, la mancanza di una trama decente rende il libro poco appetibile e non da quella voglia di continuare a sfogliare pagine su pagine come capita spesso con gli altri libri della serie.

Voto 1/5

 
Il Signore delle Mosche - William Golding

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Un gruppo di ragazzi inglesi, di alto ceto sociale, si ritrova naufrago su un’isola deserta dopo un incidente aereo. Ralph e Piggy, primi ragazzi a incontrarsi trovano una conchiglia che, usata come un corno, con il suo suono squillante attira gli altri bambini, tra cui Jack, a capo del coro della scuola. Ralph, eletto democraticamente dai ragazzi, prende subito il comando e getta le basi per una società civile, portando subito a galla i problemi essenziali: cibarsi, costruire dei ripari e avere del fuoco di segnalazione per eventuali navi di passaggio.

Ben presto però i ragazzi preferiscono giocare, divertirsi e andare a caccia, lasciando spegnere il fuoco di segnalazione si lasciano sfuggire una nave di passaggio.

Man mano che il tempo passa l’unione del gruppo viene meno, paura e crudeltà emergono nei bambini e nasce la convinzione che sull’isola sia presente una bestia malvagia (che in realtà è il cadavere di un paracadutista mosso dal vento).

Jack e i suoi guerrieri si staccano da Ralph, creando un’altra tribù.

Una testa di maiale ucciso da Jack, il “Signore delle Mosche”, infilzata su un palo e attorniata dagli insetti, diventa il simbolo della decadenza. A Simone, sofferente di allucinazioni, il Signore delle Mosche rivela che non sarebbero mai riusciti a fermarlo, il male infatti contagia i ragazzi che finiscono per uccidere Simone, mentre torna nel gruppo per portare la verità sulla Bestia.

Successivamente, durante lo scontro tra Ralph e Jack anche Piggy finirà per morire, colpito da un masso scagliato da Ruggero e gettato dalla scogliera.

Ormai solo contro tutti Ralph è costretto a fuggire. Jack porta la tribù di selvaggi in cerca del rivale e, non trovandolo, da fuoco all’isola per stanarlo. Ralph, ormai alle strette corre verso la spiaggia dove trova un ufficiale della marina attirato dal fumo. Nel tentare una scherzosa conversazione con Ralph, l'ufficiale chiede: "Non avrete ammazzato nessuno, spero". Venuto però a sapere la verità l'uomo si mostra basito, non aspettandosi un tale comportamento da dei cittadini inglesi.

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Più che un libro sembra di leggere la cronaca di un esperimento, esperimento atto a dimostrare che la natura umana è malvagia e violenta. Complice forse la mancanza di una figura adulta sull’isola, i bambini si lascino presto andare a un comportamento selvaggio e irresponsabile. L’autore mette quindi in contrasto il bene e il male, mostrando come gli istinti più primordiali scavalchino facilmente qualsiasi pensiero civile e razionale. Questo “male” è reso ancora più crudo e sconcertante poichè arriva da bambini, simbolo di innocenza, e ci mostra la visione pessimistica che l’autore ha del genere umano.

Come scrittura il libro è appesantito da molte descrizioni, che se da un lato dettagliano minuziosamente l’isola paradisiaca dove si svolge la storia, dall’altro rallentano la lettura in modo esagerato, salvo nell’ultimo quarto del libro, molto più scorrevole e meno statico.

Ho anche trovato alcune parti abbastanza incerte e alcuni dialoghi un po’ criptici, dove non si capisce bene chi parla o chi fa cosa, forse scritti di getto dall’autore o forse a causa della traduzione non proprio eccellente.

Una lettura decisamente pesante, sia dal punto di vista letterario che da quello umano.

Voto 1/5

 
La Casa del Buio - S.King & P. Straub

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Annusando attentamente l’aria della tranquilla cittadina di French Landing, sotto l’allegro profumo dei campi estivi, c’è puzza di disfacimento e qust’orribile odore sembra provenire da un’isolata casetta dipinta tutta di nero, nascosta nei recessi di un boschetto lungo la statale 35.

A French Landing aleggia anche l’odore della paura, paura dei genitori verso o propri figli perché di recente alcuni bambini sono scomparsi, rapiti e uccisi da una persona malvagia e spregevole chiamata “il Pescatore”. Ma chi è questo assassino di bambini? E cosa nasconde la Casa Nera?

Ma a Franch Landing c’è anche Jack, il nostro Jack Viaggiante, il coraggioso bambino che ne “Il Talismano” ha attraversato tutti gli Stati Uniti salvare la madre malata. Ora non è più un bambino, sono passati anni ora è un famoso detective trentenne.

E così, spinto dagli eventi e dal destino (qualcuno ha detto ka?) Jack si mette sulle tracce del Pescatore, aiutato da Dale, il capo della polizia, da Henry, un sessantenne cieco, ma molto in gamba e una banda di motociclisti, i Thunder Five.

Man mano che l’indagine prosegue, ogni volta che un indizio viene trovato, Jack scopre che dietro la vicenda c’è qualcosa di molto, molto più grande, qualcosa che potrebbe portare il nostro mondo... tutti i mondi... nel disfacimento più totale.

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Difficile riassumere in poche parole la complessità e la profondità della trama di questo libro, troppe vicende e troppi personaggi, non citare questo o quello mi lascia un senso di dispiacere, ma finirei poi per scrivere pagine e pagine di recensione.

A differenza del primo libro di Jack Viaggiante, che possiamo ritenere un’avventura, questa seconda opera non è solo un poliziesco, non è solo un fantasy, non è solo un horror, non è solo un thriller, è un unione di tutti questi generi e un’unione ben riuscita aggiungerei!

Stranamente, il libro viene narrato al presente, come se fossimo spettatori diretti delle scene, invisibili e silenziosi come fantasmi, ma sempre pronti e sempre attenti. Un metodo non diffuso ma sicuramente d’impatto e immersivo. Inutile dire che la lettura è molto scorrevole e si finisce ben preso a ri-affezionarsi a Jack e ai suoi amici e nemici, inoltre le stranezze del caso che pian piano saltano fuori e il livello di mistero che si cela dietro il Pescatore tengono alta l’attenzione dall’inizio alla fine del libro.

Per spoilerare qualcosa e magari far salire l’hype agli amanti di King che ancora non hanno letto questo libro (fatelo!!!), dico solo che, nonostante sia scritto con Straub, è in tutto e per tutto un Libro-Vettore della Torre, anzi, uno dei più importanti e legati alle vicende di Roland.

Ovviamente non conoscere la saga della Torre Nera e non aver letto “Il Talismano” toglie gran parte della magia contenuta in questo libro e porta ad aggrottare la fronte in determinati passaggi dove non si capirebbe di cosa si sta parlando.

Tirando le somme, lo considero un must have per gli appassionati di King e della Torre Nera, ma per tutti gli altri eviterei la lettura se non dopo un approfondito corso di aggiornamento sulle vicende di Roland & Co., altrimenti non si apprezzerebbero appieno tutte le finezze di questa opera.

Voto 5/5

 
ragazzi... perdonatemi se non sono riuscito a fare gli artwork... ma la rivista mi ha preso molto tempo e le ultime rivelazioni mi hanno sconvolto...

quindi, vi chiedo ancora una volta di pazientare :morristend:

scusate ancora

 
Le Spade del Giorno e della Notte - David Gemmell

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Sono passati mille anni nelle terre dei Drenai, ma il mondo non è molto cambiato: le guerre sconquassano i continenti e non c’è stato nessun progresso tecnologico, rimanendo di fatti ad un età medievale.

E’ sorto però un nuovo impero, creato nell’arco di 500 anni e governato dall’Eterna, chiamata così per la sua immortalità, che scopriremo essere però fittizia.

Infatti, lo studioso Landis Kan 500 anni fa scoprì i segreti della Risurrezione: grazie ad antichissimi macchinari dagli enormi poteri magici basta una ciocca di capelli e un osso per far rinascere una persona e trasferire l’anima dal corpo vecchio (o dall’aldilà) a quello nuovo.

L’Eterna sfrutta così questi macchinari per mantenersi sempre giovane, governare imperterrita il suo impero e creare caos e guerre per combattere il suo unico nemico: la noia.

Per mettere fine alle guerre scatenate dall’Eterna, Landis Kan, seguendo un’antica profezia, riporta in vita un eroe del passato, Skilgannon il Dannato, conosciuto nel libro precedente “Il Lupo Bianco”.

Skilgannon è quindi catapultato in un mondo nuovo che riconosce a stento, costretto in un modo o nell’altro a combattere una guerra che non è sua e scoprire i misteri dietro l’Eterna, Landis Kan e la Risurrezione e infine adempiere a una profezia vecchia di mille anni. Questo enorme fardello non graverà solo sulle spalle del letale guerriero, ma, come sempre, sarà condiviso con un gruppo di altrettanto eroici compagni di viaggio (il migliore è sicuramente Stavut, il “Signore delle Bestie”).

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L’ultima opera del ciclo dei Drenai creato da Gemmell risulta più equilibrata rispetto alle opere precedenti. Da un lato troviamo una trama magari non originalissima, ma nemmeno banale come nel libro precedente, presenta alcuni colpi di scena (anche se prevedibili) e alcuni clichè classici del compianto autore. Dall’altro lato troviamo la capacità di Gemmell di creare (o ricreare in questo caso) e far evolvere i suoi personaggi in modo straordinariamente umano, anche se questa peculiarità per qualche strano motivo non viene applicata a Skilgannon e Druss, i quali non subiscono nessuna modifica psicologica.

Come “peso” di lettura devo dire che il libro comincia in salita e fa in po’ di fatica a decollare, non si capisce bene dove l’autore vuole andare a parare ristagnando su uno Skilgannon atipicamente stazionario. Nella seconda metà invece ci troviamo in un decisamente più conivolgente vortice di eventi battaglie che si susseguono fino allo scontato lieto fine.

Voto 3/5

 
Le Cinque Stirpi - Markus Heitz

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Tungdil è un nano orfano, adottato da uno stregone ha passato tutta la sua vita tra gli umani. Il suo sogno è quello di scoprire le sue origini e viaggiare fino ai regni della sua gente, ma non sa che i suoi sogni stanno per realizzarsi, solo non nel modo che ha sempre fantasticato. Il nostro nano, ovvio protagonista del libro, viene chiamato nel Regno dei Secondi per l’elezione del nuovo imperatore dei Nani e non come semplice votante, ma come candidato al trono.

Durante il viaggio, accompagnato dai simpatici gemelli nani Boindil e Boendal, Tungdil viene a conoscenza di fatti terribili che mettono in pericolo tutta la Terra Nascosta.

Un grande male, la Terra Estinta, preme da nord per invadere il pacifico regno con orchi, goblin e albi (nuovo nome per identificare gli elfi malvagi), ma non solo, il potere della Terra Estinta è riuscito a corrompere uno dei sei stregoni che proteggono la Terra Nascosta trasformandolo in Nôd'onn “il Duplice” e attaccando quindi le terre libere sia dall’esterno che dall’interno.

Il male sembra dilagare ovunque, ma Tungdil e i suoi compagni si stagliano in difesa della patria partendo per un’epica avventura che li porterà a forgiare la Lama di Fuoco, l’unica arma capace di uccidere il mago malvagio e fermare l’avanzata della Terra Estinta.

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Le Cinque Stirpi ricalca profondamente tutti i cliché del fantasy classico, elfi e nani che si odiano, i regni degli umani sempre divisi, maghi buoni e malvagi, orchi e mezz’orchi che invadono le terre libere, un’arma magica da trovare e un grande male da sconfiggere.

Niente di nuovo sotto il sole quindi, ma alcuni spunti interessanti e alcune novità permettono al libro di non diventare carta straccia.

Prima di tutto, l’intera vicenda ha come protagonisti principali i nani, che di solito sono relegati a figure secondarie o di supporto. Proprio per questo ruolo principale, Heitz ha costruito ad hoc una geografia e una politica nanesca, suddividendoli in cinque stirpi ognuna con proprie caratteristiche e ognuna con una sua storia.

Secondariamente Heitz ha voluto dare un taglio cruento ai combattimenti, con sangue ovunque e arti mozzati a profuzione, decisamente d’effetto.

Quindi è il libro fantasy perfetto? Ovviamente no, alcune scene sono altamente discutibili (un gruppo di nani entra in una città di umani, uccide dei mercenari in una taverna e poi scappa senza che nessuno dica niente???) inoltre varie volte Heitz si “perde via” e la narrazione si fa più caotica e meno dettagliata dando un senso di “troppo in troppo poco spazio”, sembra cioè che l’autore abbia voluto inserire troppe cose, troppi dettagli del suo mondo, troppe idee e situazioni che sono li per i fatti loro, senza spiegazione e senza sviluppi che lasciano il lettore un po’ stranito.

Le Cinque Stirpi è ottimo libro fantasy che non si discosta dal fantasy tolkeniano, la lettura è molto scorrevole, senza tempi morti e senza dilungarsi troppo in descrizioni superflue, Heitz ci porta un passo dietro l’altro fino al finale (scontato) dell’opera, non raggiungendo però la profondità e l’immersività del citato maestro Tolkien.

Voto: 4/5

 
La Città Maledetta - Gary Gygax

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Tutto il multiverso sta mutando, una grande guerra si combatte tra Bene e Male, mentre la Neutralità cerca di tenere le fila di entrambi gli schieramenti.

Il Male, demoni, diavoli e altri mostri orripilanti vogliono liberare Tharzidun, il potentissimo *** malvagio imprigionato nel nulla, mentre ovviamente il Bene cerca di contrapporsi.

Tutto l’universo è diventato una complicata scacchiera in continuo movimento dove nulla è certo.

In questo caos troviamo Gord, inconscia pedina della Neutralità, e ne seguiamo la vita, dai primi vagiti, alle difficoltà della vita di ragazzino nei bassifondi della città di Falcovia e via via man mano cresce lo vediamo diventare un abile ladro, ottimo spadaccino e grande avventuriero.

Da pedina di poco conto Gord acquisisce sempre più potere, migliorando se stesso e stringendo alleanze, ma la sua eredità e la sua vita rimangono per lui un mistero.

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La trama del libro è molto scialba, la classica lotta Bene contro Male e le fazioni neutrali che cercano di mantenere l’equilibrio.

Gord, protagonista del libro, non è d’aiuto in questo aspetto, infatti è il classico eroe solitario stereotipato, bravo in qualsiasi cosa faccia e con una fortuna incredibile. Più di una volta si ritrova in situazioni disperate e riesce sempre ad uscirne con un’abile mossa o, come già detto, per pura fortuna.

Stranamente, le parti più noiose del libro sono quelle che riguardano proprio Gord (quindi 3/4 buoni dell’opera), dove non c’è mordente, anche durante i combattimenti più difficili manca la tensione che si dovrebbe provare, infatti Gord ha sempre un’arma con cui sconfiggere il nemico, che sia una spada trovata “casualmente” in un mucchio di tesori o una gemma magica rubata “casualmente” dal tesoro di un tempio.

Il metodo di scrittura di Gygax è esso stesso piatto e lineare, privo di magnifiche descrizioni o di combattimenti mozzafiato. D’altro canto è anche semplice e non affatica.

Da grande appassionato di fantasy e di D&D non posso che avere moltissima stima per Gary Gygax, che con le sue idee ha cambiato la vita di milioni di persone, ma la professione dello scrittore non faceva proprio per lui.

Voto: 1/5

 
Ora cerco di aggiornare il primo post... se capisco come fare XD

Aggiornato

 
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La Guerra dei Nani - Markus Heitz

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Dopo la sconfitta di Nôd'onn, la Terra Nascosta si trova davanti una dura ripresa. I mezz’orchi scorrazzano per i regni umani cercando una via di fuga verso nord, mentre a ovest impatta un meteorite che distrugge quasi completamente la fortezza nanica a difesa di quel versante, un infausto presagio che va a porre importanza alla profezia di Nudin, il quale parlava di un grande male in arrivo da Ovest.

Nonostante questi fatti, la nuova traballante alleanza tra elfi, nani e umani permette alle tre razze di unirsi per porre sotto assedio il regno dei malvagi albi, elfi votati al male, ma non basta certo una battaglia combattuta fianco a fianco per annullare secoli di astio.

Nel frattempo la stirpe dei Terzi, gli assassini di nani, trama nell’ombra per soverchiare l’ordine nanico, sconfiggere le altre quatto stirpi e scacciarle dalla Terra Nascosta.

La situazione non è certo delle migliori e si fa critica quando un pericolo ancor più grande di Terzi e albi minaccia la Terra Nascosta, infatti, come predetto, da Ovest arriva un potente nemico tanto strano quanto apparentemente imbattibile, ma un’alleanza di tutti i popoli darà la speranza e il coraggio necessario per fronteggiarlo.

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Benchè Heitz nell’introduzione abbia scritto di aver voluto creare il secondo libro della serie in modo da non rendere obbligatoria la lettura del primo, ora, a fine lettura, devo dire che non ha centrato il suo obiettivo. Senza le basi gettate nel primo volume e la conoscenza dei personaggi, sarebbe stato veramente arduo immergersi nella Terra Nascosta e apprezzarne gli abitanti, i luoghi e tutte le sfumature.

Lo stile dell’autore rimane invariato per tutta l’opera, leggero, ma intrigante quanto basta, gli eventi si succedono uno dietro l’altro senza perdersi in tempi morti o dilungarsi in troppe descrizioni che avrebbero appesantito la lettura.

Un elogio va alla caratterizzazione e alla crescita dei personaggi, nuovi e vecchi, tra i quali spicca Narmora, mentre stranamente Tungdil, il protagonista, rispetto al libro precedente l’ho trovato molto più piatto e quasi incapace di provare sentimenti nonostante gliene capitano di tutti i colori.

Anche stavolta, ma in misura inferiore rispetto al libro precedente, sembra che Heitz volesse scrivere di più, ma che abbia dovuto tagliare delle parti e lasciare alcune vicende non approfondite quanto ci saremmo aspettati, infatti la superficialità di alcune scene, che avrebbero meritato qualche riga di testo in più, vengono invece liquidate in poche parole.

Ultima nota negativa è la fortuna sfacciata del protagonista, che nei combattimenti più difficili riesce sempre a salvarsi solo grazie a cause esterne.

Sommando tutti questi fattori, positivi e negativi, si intuisce che Heitz ha voluto scrivere un libro fantasy alla portata di tutti, puntando anche ad un pubblico più giovane, ma creando comunque un livello di profondità soddisfacente anche per gli affezionati del genere.

Voto 3/5

 
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