Inanzitutto cito l'apoteosi secondo Wikipedia."La tradizione ebbe inizio con la dichiarazione del Senato della divinizzazione di Giulio Cesare dopo la sua uccisione nel 44 a.C., atto che scosse l'opinione pubblica di Roma. Quando Augusto morì 58 anni più tardi, ricevette anche lui onori simili fornendo così un modello per i futuri imperatori. Gli obiettivi dell'atto erano di rinforzare la maestà della carica imperiale e, più immediatamente, di associare l'imperatore in carica ad un illustre predecessore. Per esempio, quando Settimio Severo rovesciò Didio Giuliano per prendere il potere nel 193, favorì l'apoteosi di Pertinace, che aveva regnato prima di Giuliano. Ciò permise a Severo di presentarsi come erede e successore di Pertinace, sebbene i due non fossero imparentati.L'Apoteosi non era un processo automatico, almeno all'inizio dell'era imperiale. Gli imperatori che non erano ricordati con benevolenza o non erano graditi ai loro successori, generalmente non venivano divinizzati. Per esempio, Caligola e Nerone, che erano considerati da molti contemporanei come tiranni e il cui regnò terminò in modo violento, non furono divinizzati dopo la loro morte.
Gli imperatori che venivano divinizzati, venivano chiamati con l'appellativo di divus, titolo che precedeva tutti i loro nomi. Infatti, Claudio veniva chiamato divus Claudius. Questa parola viene spesso tradotta come "***" (quindi, "Claudio il ***") ma ciò non è esatto; una miglior traduzione sarebbe "divino" (quindi, "il divino Claudio"), un'espressione più leggera che gli intellettuali romani potevano accettare come metaforica. Nel tardo impero, questo onore divenne sempre più associato in modo automatico agli imperatori morti, fino al punto che divenne quasi un sinonimo della moderna espressione "fu" (come dire, per esempio, "il fu Claudio"). Il fatto che divus avesse perso molto del suo significato religioso lo si capisce dal fatto che venne attribuito anche ai primi imperatori cristiani dopo la loro morte (p.es., divus Constantinus)."Come vedi sono ben lontani da essere equiparati agli Dei