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Ishramit
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Come cristiano penso che la difficoltà vada superata (non da soli, ovviamente), e che fuggire sia da vigliacchi.Sull'aborto la posizione cristiana prescinde dalle difficoltà delle persone, tra l'altro è qualcosa che mi ha sfiorata, nel senso che avere una figlia a 48 anni mi ha posta davanti al dilemma "E se non è normale che faccio?", poi è andata bene ma dire si deve portare avanti una gravidanza nonostante problemi e malattie è assolutamente contro la persona, anche contro il nascituro nel caso di malformazioni.
La scelta deve spettare ai genitori così come il controllo delle nascite (che NON và effettuato tramite l'aborto eh!!).
Ma su questi due argomenti non vi sono proprio punti di contatto, quindi si torna al rispetto delle reciproche posizioni.
Il problema sull'aborto, il motivo per cui molto spesso ci si accanisce, è che (a parte all'interno della comunità cristiana) chi lo propone non unisce, a questa proposta, la dovuta ed indispensabile garanzia che andrebbe offerta a tutte le famiglie: la possibilità di portare a termine la gravidanza e di allevare il bambino ovviando ai problemi sanitari, sociali ed economici.
Ecco, se lo stato, oltre a consentire l'aborto per chi proprio non vuole tenere il bambino nonostante tutto, offrisse anche la possibilità di non essere costretti ad abortire, e pure puntasse sulla valorizzazione culturale della vita di ogni persona (così da eliminare il caso, ad esempio, della ragazzina che abortisce perché non abbastanza responsabile da pensare alle conseguenze, e ricordo che comunque sono tutti concordi che "se non la castità, almeno la prudenza", quindi non dire di non usare il preservativo perché cattolici, e allo stesso tempo copulare al di fuori del matrimonio come ricci è una scappatoia davvero ridicola) non avrei nulla contro questo stato, come di fatto non ho nulla contro le leggi che regolano l'aborto ora in Italia, ma ho "molto" contro l'attuazione.
Insomma, noi pretendiamo che lo stato garantisca che la donna venga seguita, che se ha problemi di soldi quei soldi vengano dati, che se ha problemi psicologici qualcuno provi a curarli, poi la scelta viene ovviamente lasciata alla donna, che può pure scegliere di non seguire la morale cristiana, ovviamente, ma insomma: le testimonianze che ho potuto leggere ed ascoltare mi dicono che alla fine arriva molto spesso il pentimento, perché ci si rende sempre conto che non è cosa da poco.
Ed il fatto è questo: per noi cristiani andare contro la morale cristiana danneggia noi stessi, non è che offendiamo Cristo, il Papa o chicchessia, io se uccidessi ne soffrirei, sentirei il bisogno di qualcuno che possa perdonarmi perché io non saprei perdonarmi, e se qualcuno mi viene a dire che non ho fatto nulla di male gli sputo, ma se invece mi vengono a dire che posso liberarmi di questo dolore, e che c'è un Padre disposto ad ascoltarmi, a condividere con me questa sofferenza, ed infine a perdonarmi anche dove io non riesco posso solo crederci o non crederci, il fatto è che non vengo preso in giro, per lo meno.
E se si dice no, è perché si pensa che sia meglio convincere le persone ad evitare di soffrire più del dovuto. Poi ovvio, puoi soffrire quanto ti pare, qui si perdona "sette volte sette", e mi aspetto che un'ebrea capisca cosa vogliano dire quei numeri //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/tongue.png