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aliasalberto
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Ma la considerazione su *** non ha pari validità rispetto a quella sulla realtà. E ciò non si stabilisce a priori, come credi tu, ma a posteriori, con l'uso della ragione, appunto.Il procedimento razionale prende in considerazione TUTTE le affermazioni di pari validità, escluderne una a priori perché "non costruttiva" è tutt'altro che razionale.
Ma le due "credenze" non suppongono due procedimenti equivalenti, infatti, come già detto, la realtà è esperibile ma *** no. E se credere nella realtà è ben più necessario, come dici tu, un motivo ci sarà.Credere nella realtà e credere in *** suppongono un procedimento equivalente, ovvio che è più facile credere nella realtà, e ben più necessario, ma il procedimento quello rimane: un salto dal dubbio alla certezza arbitraria.
Hai scritto così: "Illusione dell'esistenza del mondo=/=Illusione dell'esistenza dell'io, il problema è che dalla seconda non può conseguire la prima, se non extra-razionalmente", e ti ho fatto vedere che non è un'affermazione attendibile. Il resto l'hai scritto per cercare di far sembrare sbagliato il mio modo di considerare l'illusione dell'esistenza del mondo e l'illusione dell'esistenza dell'io, sbagliando grossolanamente.Se stai pensando esisti, non ho mai messo in dubbio l'esistenza del soggetto, anzi. Il soggetto è tutto ciò che sappiamo per certo come esistente, e la sua facoltà intellettiva, che funziona (anche se così non è molto utile) anche senza alcun rapporto con il mondo esterno e l'esperienza ne è la prova. Cogito ergo sum.
E allora quei due elementi non sono da ritenere distintivi per l'evoluzione umana. Li hai tirati in ballo tu, mica io.Ragione che, in tal caso, è propria anche di molte scimmie, ma lasciamo perdere.
Bisogna vedere in quale contesto. Di certo non è assolutamente vero. Altrimenti scimmie e uomini, adesso, sarebbero al medesimo livello evolutivo.A volte potersi guardare le mani è più importante di poter eseguire addizioni e moltiplicazioni, e la posizione delle mani non deriva dalla ragione.
Ah, la ragione non può essere illusa? Questo è ovviamente falso, visto che non puoi sapere, per esempio, di essere malato mentalmente e di avere un modo di ragionare distorto e fallace, che magari ti porta a credere che sia giusto suicidarti, per esempio. Come l'esperienza, anche la ragione può essere contaminata dall'illusione. Per questo ho inteso parlare di esperienza e ragione in condizioni "fisiologiche".No, la ragione non può essere illusa, il procedimento logico, applicato correttamente, è sempre vero, sono le premesse a poter essere sbagliate.
Ti ricordo ancora una volta che l'argomento del topic è la religione, e non la filosofia. Per credere in *** ti serve la conoscenza del concetto stesso di ***, innanzitutto. O tale concetto lo crei da te, oppure, come hai fatto tu che sei cristiano, ti affidi a un preesistente modello divino. Per credere nel *** cristiano (cioè il tuo ***), ti serve poi un mucchio di altre conoscenze, dalle quali non puoi svincolare la tua fede, pena l'esclusione dalla confessione religiosa cristiana.Pensavo stessi parlando dei riferimenti filosofici, per aver fede in *** non mi servono conoscenze pregresse.