Non è GOW e ci mancherebbe, fa benissimo Hellblade a tenersi la sua personalità. Se i fan di GOW lo proveranno pensando di trovarci quel tipo di gameplay, faranno un frontale già nei primi 10 minuti del gioco, che mi hanno fatto un po' pensare (non per genere o atmosfera, eh, ma per dichiarazione di intenti sul gameplay) all'avvio, per molti "respingente", di Death Stranding.
Ma non è nemmeno un walking simulator. Un po' come Senua, è tante cose insieme – che però rimangono in superficie. La riproposizione di QUEL tipo di design per i puzzle, ad esempio, è una cosa che personalmente ieri mi ha fatto sbuffare, alla quarta volta che mi ha riproposto la stessa identica cosa da fare in una stanza diversa.
Il gioco si alterna tra le camminate, i combattimenti coreografici che Gianluca secondo me ha descritto benissimo nella review, e le fasi leggermente più aperte (si fa per dire, non è che si scorrazza in giro per l'Islanda) che però sono praticamente i puzzle che abbiamo visto sette anni fa con rune da allineare, giochi prospettici ermetici e che nonostante la longevità contenuta riescono comunque a farti sentire presto la stanchezza.
Rimane un'esperienza unica e questo è fuori discussione, solo che la parte interattiva e ludica è molto meno ben pesata di quella scenica, secondo me.