Ma la critica che tu promuovi raramente da veri giudizi sulla qualità nel film nel senso comunemente inteso (ossia raggiungere un giudizio definitivo del tipo "è bello/è brutto"), solitamente analizza il film nelle sue qualità cinematografiche pure. Insomma ci dice come ha fatto il regista X a comunicare ciò che voleva comunicare usando la tecnica Y ma questo non significa che questo sia un indice assoluto, ci da solo un indizio su quello che il film fa e come lo fa, al singolo critico sta poi decidere se lo stile scelto sia significativo o meno. Anche perché uno stile ben definito ce l'ha anche Michael Bay volendo, questo non significa che i suoi film siano buoni //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gifSecondo me il critico ha gli strumenti per poter analizzare un'opera più nel dettaglio, ma questo non significa che il suo giudizio sarà qualcosa di assoluto, se no avremmo un giudizio critico per ogni film praticamente unanime quando così non è //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Appunto sono due cose distinte che vanno poi comunate, ed è ovvio che un singolo critico non abbia la verità assoluta, ma soffermarsi a credere che una pellicola sia buona perchè lo scrive Caio X nel trafiletto della Repubblica è ugualmente sbagliato.
Ed è proprio questo uno dei motivi per il quale ormai si parla più di opinionisti del cinema, mentre i critici rimangolo relegati tra i tomi e le mure accademiche (purtroppo).
Poi il tuo discorso non è propriamente veritiero, perchè per raccontare nel cinema bisogna saperlo fare; quindi è inutile tirare in ballo gente come Michael Bay senza poi fare dei confronti con altri nel suo genere da poterne così dire peste e corna //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Per far comprendere la differenza tra una bella pellicola ed una brutta di solito si usa l'esempio dell'Ordet.
Si studia la differenza tra la pellicola fatta da Molander nel '43 e quella di Dreyer del '55.
In questo caso, ed altri, la critica "pura", come la chiami tu, dimostra che è necessaria per poter poi interpellare, con ragione di causa, un opinione basata sulla propria elaborazione ma
sostenuta dai fatti.
Quindi ripeto che è inutile fingere che le due cose non siano correlate, ed è futile credere che la critica senza fondamenta, basata solo sulle supposizioni personali, abbia un valore significativo al confronto di quella che nasce dall'analisi critica composita di forma e risultato.
Un critico si può sbagliare nel giudicare "mi piace/non mi piace", ma raramente si discorda sul valore di una pellicola. Per questo prima ci vogliono ore ed ore di studio su un semplice prodotto.